Toffoloni Giovanna. Moglie del precedente, e figlia di comici, fu un’egregia prima attrice giovine, poi, divenuta sposa a Francesco, passò alle parti di prima donna assoluta, che sostenne con molto successo, più specialmente nelle commedie goldoniane, e in dialetto. Accoppiò alla vivacità e all’ingegno naturali una bellezza non comune. Lasciato col sopravvenir degli anni il ruolo di prima donna, passò con egual merito a quello di madre nobile. La vediamo il carnovale del 1820 al S. Salvatore di Venezia, rappresentare col Gallina, Gatteschi, Toto e Menichelli il repertorio di Francesco Avelloni intermezzato di drammi spettacolosi, quale l’Innegunda di Scandinavia, o Il gran combattimento all’ultimo sangue per generosità di cuore, di M. Zegler, ridotto da Filippo Casari, che s’ebbe l’onore di sei repliche non interrotte. La Toffoloni si trovava l’aprile del '23 al Giglio di Lucca, in società colla Venier, a fianco del primo attore Giacomo Bon Martini, acclamatissima. Fra le lodi prodigate al valor suo, ve n’ha una anche all’artista lirica, la quale si mostrava, accompagnata da piena orchestra, specialmente nella farsa La Commediante, in cui sosteneva sette diversi personaggi, e cantava sette pezzi scelti tra i più riputati maestri.
Tomasi Bartolommeo. Di civil famiglia, ferrarese. Addestratosi co' Filodrammatici della sua città natale nelle parti di Pantalone, riuscì comico egregio, e fu più anni sotto quella maschera, con Antonio Sacco, col quale anche si recò in Portogallo. Restituitosi in patria, risolse di abbandonare la scena, stabilendosi nella sua Ferrara, ove ottenne, dice Fr. Bartoli, « impieghi onorati, ne' quali anch'oggi – (1781) – vi esercita di continuo il suo talento e la sua penna. »