Tabarin Giovanni, veneziano. Dai documenti appare il primo conduttore di Compagnie italiane all’ estero. Egli recitò a Linz il 1568 e '69, e a Vienna il '70, '71, '74 ; ed ebbe titolo di Attore di Sua Romana Imperial Maestà (V. K. Trautmann, I Comici it. in Baviera, e Albert Cohn, Shakespeare in Germania) : e nel Registro di spese del Cardinal Luigi D'Este, si trova una partita per donativo di sei ducati pistolesi a Tabarin comediante italian, che secondo il D'Ancona apparterrebbe al febbrajo del '71. Secondo poi il Sand, Tabarino sarebbe stato lo Zanni della Compagnia che si recò in Francia il '70, condotta da Alberto Ganassa ; ma non ci dice, al solito, a qual fonte abbia attinta la notizia. Si sa ancora di lui ch' ebbe un figliuolo dalla Polonia di Vicenza, sua moglie (e moglie poi di Valerio Zuccato ? O Zuccato fu il primo marito ? O divisa dal marito si unì a Tabarin, e si fece passare all’estero per sua moglie ?), il giovedì 25 settembre 1572, a cui fu posto il nome di Massimiliano. Riferisco dallo Jal testualmente l’atto di battesimo :
Le jeudy xxve septembre 1572, fut baptisé Maximilien fils de Jehan Thabarin, jtalien de Venise, et de dam.lle Polonya de Vincence (sic), sa femme ; le parrin (sic) homme Iehan de Beome, pour le Roy, les marrines nobles damoiselles Iehaune de Marinoisin tenant pour Mad. de Guise, et damoiselle Françoise Clere tenant pour Madame de Nevers. « En marge est écrit. » M.r Crus a receu unz escu.

Ora : Fu attore Massimiliano ? Ed ebbe un figlio che recitasse : quello che vediamo il 1659 con una compagnia a Vienna, in cui era il famoso Dominique ? E apparteneva a questa famiglia, o era lo stesso del '59, quel Tamborino o Tabarrino ciarlatano savojardo nel giornale manoscritto del Fuidoro, riferito da Croce, che il dicembre del '69 pubblicamente nel largo della Piazza di Castello a Napoli, fatta nel suo banco una scena, vi faceva recitar da dieci persone e a tutte sue spese comedie ; e pel concorso grande che vi era senza pagare, vendeva una conserva di ginepro, che era contravveleno ? E Giovanni Tabarini di Venezia diede col suo casato il nome alla famosa maschera del Ponte Nuovo di Parigi, figurante un quarant’anni più tardi, come servo del Ciarlatano Mondor, sotto la quale si celava Giovanni Salomon suo socio ? O essa, ignara pur anco dell’esistenza dell’attor Tabarini, fu la caricatura di Francesco Tabarin, contemporaneo di Salomon, parigino, e marito di una Francesca Coulignard (per l’appunto anche la moglie di Tabarino, maschera, si chiamava Franceschina) ? Tutte domande a cui non si potrebbe, credo, con sicurezza rispondere. Su che si basano le notizie romanzesche del Marmontel su la nascita e la morte del Tabarino del Ponte Nuovo ? Secondo lui, riferito dal Petrai nel suo Spirito delle maschere, egli
era il bastardo di un cardinale romano ; cosa che sua madre riuscì a tenergli nascosta sino a ch' ei non ebbe vent’ anni. Ma un giorno il ragazzo venne, non so per quale circostanza, a conoscere la verità, e seppe come sua madre vivesse esclusivamente di una pensione che il prelato le faceva corrispondere dal Vescovado di Milano. Andò al Vescovado, allora, chiese il registro su cui era iscritta la partita e ne stracciò la pagina. Sua madre non lo rivide più. Da Milano andò a Venezia, da Venezia a Napoli, da Napoli a Roma, a Firenze, a Torino, campando la vita col fare il comico e il saltimbanco. Nel 1618, alla fine, capitò a Parigi. Quello era il centro dove andavano a cascar tutti. Associatosi con l’empirico italiano Mondor, misero su, ad imitazione di tutti gli empirici del secolo decimosettimo, un palco sulla piazza del Delfino….
Tabarrino finì in modo tragico. Il suo palcoscenico l’aveva arricchito ; i lazzi che per dieci anni egli aveva gettati alle folla, gli erano rimbalzati nella scarsella in forma di doppie. L'orgoglio lo tentò ; comperò una terra feudale, vi prese possesso e la fece da signore. I gentiluomini dei dintorni s’irritarono per quella vicinanza, ed un giorno, in una caccia uccisero il buffone, come una lepre, in un angolo del bosco.

Ma chi voglia più e meglio addentrarsi in questo laberinto di notizie e di genealogie io rimando allo Jal, che al nome di Tabarin, mette il resultato delle sue lunghe ricerche, colle quali, per lo meno, ha potuto accertare chiamarsi il Tabarin di Parigi Giovanni Salomon, e non aver niun vincolo di parentela con quello di Venezia. Quanto al costume ho riprodotto la maschera del Sand, che non è che una variante dei tanti Zanni di Callot, e non ha che vedere nè con quella della stampa attribuita ad Abraham Bosse, contemporaneo di Mondor, fatta nella prima giovinezza, poco dopo la sua andata da Tours a Parigi, nè con quella della stampa che sta in fronte all’ Inventaire universel des œuvres de Tabarin (Parigi, 1623), molto somigliante del resto, se ben più piccola, all’altra : se non che Tabarino là è senza barba e coll’ enorme tesa del cappello, base del costume tabarinesco, calata sull’occhio manco (pagina 556), mentre qui ha la lunga barba a punta e la tesa rilevata ai due lati, come in questa riproduzione ammodernata che precede le opere tabarinesche nell’edizione del 1858.

Il Salomon soleva intrammezzare con chiacchierate ricche di spirito e di…. salacità la vendita degli specifici di Mondor, talvolta in dialogo, sia col padrone, sia colla moglie Francischina, e talvolta solo ; facendo sopr'a tutto sbellicar dalle risa colle trasformazioni del suo cappello di feltro bigio a punta, al quale, nelle opere son dedicati due discorsi : De l’antiquité du chappeau de Tabarin, des tenans, aboutissans et despendances, e Les fantaisies plaisantes et facetieuses du chappeau à Tabarin.
Il colore di tutto il vestito era bianco, di tela greggia ; come si rileva da una delle tante fantasie tabarinesche, in cui gli si rimprovera di aver voluto rubare la tela per vestirsi all’ala di un mulino a vento del sobborgo di Sant’Antonio.
Qual personaggio rappresentava il primo Tabarini ? E, fosse pur di Zanni, com’è a supporre, lo rappresentava col suo nome di casa o con un nome di teatro ? Nè anche a ciò si potrebbe rispondere. Più volte abbiam visto attori e attrici salire in rinomanza col lor nome di battesimo o di famiglia, e più altre sol con quello di teatro : e forse il celebre Tabarini si nascondeva sulla scena sotto uno dei tanti nomi di Zanni o di altro tipo, non potuti sin qui identificare.
Il Sand discorre di un tipo, esistito a Bologna fin oltre il 1850 e passato poi nel dominio delle marionette, che rappresentava un vecchio mercante di circa sessant’ anni, ignorante e orso, col nome di Tabarino, il quale soleva cominciar le frasi in italiano e finirle in dialetto bolognese. « Padre quasi sempre di Colombina e alleato del Dottore, egli era – dice – il Cassandro o il Pantalone bolognese. Aveva la parrucca goldoniana incipriata, veste, panciotto e calzoni corti color marrone, calze rosse al di sopra de' calzoni, scarpe con fibbia e cappello rotondo. »
Un opuscoletto edito dal Cairo a Codogno (s.a.) sulle cinquanta maschere italiane, poco attendibile per quanto riguarda la esattezza de' costumi, benchè▶ graziosamente disegnati, e dei caratteri, non saprei dire su che basati, ◀benchè descritti in versi abbastanza garbati, ci mostra Tabarrino in perfetto costume di gentiluomo spagnuolo del secolo xvii con sotto questa sestina :
Tabarrino dal palco satireggiacontro i nobili finti e cortigiani.È l’idolo di tutti i popolani.Ma la Satira giunge nella Reggia,e se il comico va fuor di misura,su la schiena gli fanno la fattura.