Prudenza. Prima attrice della Compagnia dei Comici Affezionati. Sono le sue lodi, come quelle de'suoi compagni, nell’introvato libretto della Scena illustrata, che ho trascritto al nome dei singoli artisti da Fr. Bartoli. La vediamo molto applaudita a Bologna nel 1634, specialmente in una sua fatica, La Pazzia, forse la stessa d’Isabella, rimaneggiata e ammodernata. All’arte del recitare accoppiò ancora quella del canto, nella quale fu encomiatissima. Natole a quel tempo un bambino, Cristofano Razzani dettò il seguente
MADRIGALE
Pargoletto bambino, i tuoi vagitisono canti graditi,quasi armonia di Cigni e di Sirene :or che sarà poi, quandoper l’Italiche sceneandrai d’intorno errandofiume che ha d’or l’arenefiume d’alta eloquenza ?Basta dir che tu se'figlio a Prudenza.
Partendo la seguente quaresima per Venezia, un Marco Florio l’accompagnò col seguente
SONETTO
Or che volgi, o Prudenza, il piè vagantea bear co' tuoi detti un ciel straniero,tu m’insegni cosi, che in un pensieronon è sempre Prudenza esser costante.Imprudenza è però del mar sonantefidar un sì bel volto al dubio impero :forse non temi il mar benchè sia fiero,perchè stelle propizie hai nel sembiante ?Deh ferma quelle stelle un sol momento,chè se son belle, erranti, ancor non menobelle tu le vedrai nel firmamento.Ma son Soli e non Stelle, e mai non suoleil Sol fermarsi, e sempre al Mare in seno,va mentre parte a riposarsi il Sole.
Il Richiedei ne'suoi Fiati d’Euterpe (Venezia, Sarzina, 1635) ha in lode di lei, rappresentante Arlanda condotta in trionfo da Papiro, questo
SONETTO
Spiega sul gran Teatro i suoi martiriquesta del mio martir ministra atroce,nè spira accento pur, nè forma voceche amor non formi, e crudeltà non spiri.Desta con un sospir mille sospiri,e con mentito ardore infiamma e coce.Corre legata a'danni altrui veloce,e dà co'suoi legami ali ai desiri.E tra finte catene e crude voglie,mentre schiava si mostra, e cerca amore,amor mi nega, e libertà mi toglie.E con nuovo amoroso alto stuporee lega l’alme, e le sue note scioglie,slega la voce, e fa prigione il core.