Rafstopulo Antonio. Nato a Zante, fu uno de' più rinomati capocomici nel primo trentennio del secolo xix. Nessuno del suo tempo, nè di poi, curò come lui per lo sfarzo e la fedeltà storica l’allestimento della scena. Si vuole che per alcune rappresentazioni della sua Compagnia paresse di assistere a un gran ballo di Viganò. Nella Giovanna d’Arco, nel Ratto delle Sabine, nella Vita di Carlo XII in dieci sere, o in altro di simil genere si vedevano (allora i Governi concedevano i soldati per le comparse) centinaja di soldati a piedi, trenta a cavallo, combattimenti ad arma bianca o a fuoco vivo, cannoni di legno cerchiati in ferro, armature vere, bandiere, musiche militari, ecc. Nè è da credere che a questi soli spettacoli egli fosse dedito : nel suo repertorio avean posto d’ onore Goldoni, Alfieri, Nota, Pindemonte, Giraud, e la sua Compagnia era composta dei migliori elementi. Eccone l’elenco pel carnovale del 1820 al Teatro Apollo di Roma :
UOMINI
Nicola Vedova, padre e tiranno Francesco Pieri, caratterista nobile |
Pietro Pezzi, generico dignitoso Carlo Camisani, secondo amoroso Domenico Liparini |
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Giuseppe Zanno ni Carlo Coltellini |
amorosi primi |
Giuseppe Mazzotti Lorenzo Pellegrini |
generici |
Agapito Angiolini, 2° caratterista Filippo Fontana, generico dignitoso |
Ant. Rafstopulo, parti d’aspetto |
DONNE
Amalia Pieri Luisa Bologna |
parti ingenue |
Margherita Mazzotti, caratteristica Teresa Dal Pino, servetta |
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Anna Pieri, prima attrice | Annunziata Fontana | ||
Teresa Angiolini, madre nobile Adelaide Angiolini, prima amorosa |
Marietta Rizzato Adelaide Mazzocchi |
generiche |
Nel 1825 (Archivio di Stato di Firenze) Rafstopulo domandò per la sua Compagnia, e per cinque anni, il titolo di Reale Toscana, col sussidio di Duemila Zecchini. L' istanza fu respinta con data del 25 marzo, stesso anno▶, dietro informazioni del Presidente del Buon Governo, il quale oltre ad aver trovato che i comici del Rafstopulo erano scarsi di merito, mostrava come, aderendo a tal domanda, si sarebbe danneggiato un disegno emesso da tre o quattro anni di una vera e propria Compagnia Toscana, autorizzata e sovvenzionata dallo Stato, quantunque tal disegno avesse poca probabilità di essere nonchè approvato, solamente discusso.
Innamoratosi, dopo un continuo alternarsi di guadagni e di perdite, della figlia del custode al fanale di Livorno, si tolse dal teatro per condurla in moglie, e pochi anni dopo morì, compiuto appena il suo cinquantesimo ◀anno.
Nell’elenco della Compagnia pel 1843 di Francesco Paladini erano Leonardo, Caterina e Amalia Rafstopulo, generici, non so in che grado di parentela legati ad Antonio.
Raggi Giovanni, fu – dice il Bartoli – figliuolo del trovarobe della Compagnia Medebach. Addestratosi da fanciullo nell’ arte, riuscì egregio Innamorato per le commedie scritte e all’improvviso. Fu anche inventore di fuochi artificiali, che fece più volte per uso della Compagnia. Di salute assai cagionevole, fu costretto, a venticinque anni, abbandonar le scene e recarsi in cura a Padova ; ma poco tempo dopo, la primavera del 1769, vi morì.