(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 61
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 61

Malfatti-Gabusi Carolina. Figlia di un bravo macchinista teatrale, nacque a Piacenza il 1809. Passata con lui dalla Compagnia di Napoli diretta dal Fabbrichesi in quella di Righetti e Blanes, entrò, dopo tre anni, in quella di Bazzi e Righetti, che più non lasciò, e che divenne più tardi la celebre Compagnia Reale Sarda. Esordì, bambina, il 1821, nelle Risoluzioni in amore del Nota, e, cresciuta in età, diventò una pregevole generica. Si sposò a un certo Malfatti, il quale, impazzito, fu ricoverato in un manicomio, e da lei mantenuto. Ma non potendo ella sopperire a tante spese, si tolse dall’arte, trovando aiuto ne' compagni, che le affidarono per l’istruzione teatrale le loro bimbe, tra le quali Adelaide Tessero, Luigia Robotti, Cristina Andrà, ecc. Fu nominata maestra nel '51 all’ Accademia Filodrammatica di Torino, e da quell’ora datò la rinomanza vera della Malfatti. Licenziata dalla carica, ma non abbandonata da una sola delle sue allieve, tanto perseverò, serena e fidente, che la sua scuola fiorì per trenta e più anni, dando all’arte attori e attrici, come il Maggi, l’ Emanuel, la Campi, la Reinach, la Boccomini, la Migliotti, il Diotti……..

Fra le prime alunne che lasciaron la scuola dal '59 al '60, eran la Tessero e la Pezzana, la quale dettò alcuni cenni biografici della maestra (Torino, Paravia, 1893), da cui son tratte le presenti notiziole. Nè solo come artista e maestra va ricordata la Malfatti, ma anche come cittadina. Del '59 fondò il Comitato femminile per soccorso ai feriti delle patrie battaglie, e ne fu sempre il vice-presidente. Le recite di beneficenza date dalla sua scuola non si contano. E questa donna, la cui vita fu tutta un generoso e spontaneo sagrificio in pro' degli altri, è morta più che ottantenne, povera e abbandonata, nel suo quinto piano, in cui non eran nè men più i mobili, ch'ella, ammalata, vendè per trovar modo di tirare avanti, e da cui — bene dice la Pezzana — la forte donna avea veduto sorgere e tramontare parecchie generazioni d’artisti, rimanendo essa in piedi per piangere sugli amici perduti.