Garavini Girolamo. Dice il Beltrame Barbieri :
Morì dieci anni sono il Capitan Rinoceronte nostro compagno, e gli trovammo un asprissimo cilicio in letto : e pur recitava ogni giorno : par veramente che contrasti cilicio e comedia : penitenza e trastullo ; mortificazione e giocondità ; ma non è strano a tutti chè molti sanno benissimo che l’uomo può star allegro e anche far penitenza de’ suoi peccati……
E il Padre Ottonelli in quella parte della sua Cristiana moderazione del Teatro (Firenze, Bonardi, 1652) che tratta delle Ammonizioni a’▶ Recitanti :
Voglio aggiungere intorno al nominato Capitano Rinoceronte quel poco che da un prudente e dotto padre spirituale, e teologo della compagnia di Gesù mi fu detto in Fiorenza l’anno 1645 ◀a’▶ 25 di giugno ; e fu questo. Il comico Rinoceronte si confessava, e comunicava ogni otto giorni ; e durò meco in Mantova questa vita per lo spazio di 4 anni. Egli si poneva sulle carni sempre il cilicio, quando andava al Recitamento, ciò facendo a fine, che tal mortificazione gli fusse avegliatojo, per usar cautela di non dire alcuna oscenità, e di non cooperare a chiunque de’ Compagni ne dicesse.
Quindi s’ alterava non poco, ed acremente riprendeva chi le proferiva, protestandosi che avrebbe cessato di recitare. So che quando fu per andare in Francia con la sua compagnia, fece chiara e gagliarda protesta ◀a’ compagni, che nol levassero d’Italia, se non avevano animo risoluto di recitare modestamente.
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Questo buon comico aveva un figliuolo unico, a cui propose con affettuosa esortazione la fuga dalla vita pericolosa secolare, ed il ritiramento alla religiosa, ed ebbene l’intento, vedendolo fatto Religioso zoccolante. Aveva per sua virtuosa consorte una Donna, detta Isabella tra le comiche, la quale fece vita santa per due anni avanti la morte, senza mai voler comparire nella scena al Recitamento ; e se ne morì con molti segni di gran bontà, esortando il marito a ritirarsi affatto dall’arte e dall’esercizio de’teatrali trattenimenti.
Il Garavini, ferrarese, fu della Compagnia de’Fedeli (V. Andreini Virginia), e lo vediamo a Parigi il 1621, fra i sottoscritori di una supplica del 12 maggio al Duca loro padrone, per ottenere che il Martinelli (V.) non abbandonasse la compagnia come avea minacciato di fare. Morì a Parigi il 2 ottobre 1624.
Il personaggio di Capitano Rinoceronte è fra le altre commedie nella Pirlonea di Ludovico Maria Cotta di Ameno novarese. La maschera qui riprodotta (pag. 985), è nelle Composizioni di Rettorica dell’ arlecchino Martinelli (V.), al nome del quale è pure la riproduzione di una lettera inedita ove si discorre del Garavini.