(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 321-322
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 321-322

Rafstopulo Antonio. Nato a Zante, fu uno de' più rinomati capocomici nel primo trentennio del secolo xix. Nessuno del suo tempo, nè di poi, curò come lui per lo sfarzo e la fedeltà storica l’allestimento della scena. Si vuole che per alcune rappresentazioni della sua Compagnia paresse di assistere a un gran ballo di Viganò. Nella Giovanna d’Arco, nel Ratto delle Sabine, nella Vita di Carlo XII in dieci sere, o in altro di simil genere si vedevano (allora i Governi concedevano i soldati per le comparse) centinaja di soldati a piedi, trenta a cavallo, combattimenti ad arma bianca o a fuoco vivo, cannoni di legno cerchiati in ferro, armature vere, bandiere, musiche militari, ecc. Nè è da credere che a questi soli spettacoli egli fosse dedito : nel suo repertorio avean posto d’ onore Goldoni, Alfieri, Nota, Pindemonte, Giraud, e la sua Compagnia era composta dei migliori elementi. Eccone l’elenco pel carnovale del 1820 al Teatro Apollo di Roma :

UOMINI

Nicola Vedova, padre e tiranno

Francesco Pieri, caratterista nobile

Pietro Pezzi, generico dignitoso

Carlo Camisani, secondo amoroso

Domenico Liparini

Giuseppe Zanno ni

Carlo Coltellini

amorosi primi

Giuseppe Mazzotti

Lorenzo Pellegrini

generici

Agapito Angiolini, 2° caratterista

Filippo Fontana, generico dignitoso

Ant. Rafstopulo, parti d’aspetto

DONNE

Amalia Pieri

Luisa Bologna

parti ingenue

Margherita Mazzotti, caratteristica

Teresa Dal Pino, servetta

Anna Pieri, prima attrice Annunziata Fontana

Teresa Angiolini, madre nobile

Adelaide Angiolini, prima amorosa

Marietta Rizzato

Adelaide Mazzocchi

generiche

Nel 1825 (Archivio di Stato di Firenze) Rafstopulo domandò per la sua Compagnia, e per cinque anni, il titolo di Reale Toscana, col sussidio di Duemila Zecchini. L' istanza fu respinta con data del 25 marzo, stesso anno, dietro informazioni del Presidente del Buon Governo, il quale oltre ad aver trovato che i comici del Rafstopulo erano scarsi di merito, mostrava come, aderendo a tal domanda, si sarebbe danneggiato un disegno emesso da tre o quattro anni di una vera e propria Compagnia Toscana, autorizzata e sovvenzionata dallo Stato, quantunque tal disegno avesse poca probabilità di essere nonchè approvato, solamente discusso.

Innamoratosi, dopo un continuo alternarsi di guadagni e di perdite, della figlia del custode al fanale di Livorno, si tolse dal teatro per condurla in moglie, e pochi anni dopo morì, compiuto appena il suo cinquantesimo anno.

Nell’elenco della Compagnia pel 1843 di Francesco Paladini erano Leonardo, Caterina e Amalia Rafstopulo, generici, non so in che grado di parentela legati ad Antonio.

Raggi Giovanni, fu – dice il Bartoli – figliuolo del trovarobe della Compagnia Medebach. Addestratosi da fanciullo nell’ arte, riuscì egregio Innamorato per le commedie scritte e all’improvviso. Fu anche inventore di fuochi artificiali, che fece più volte per uso della Compagnia. Di salute assai cagionevole, fu costretto, a venticinque anni, abbandonar le scene e recarsi in cura a Padova ; ma poco tempo dopo, la primavera del 1769, vi morì.