Zanetti (o Gianetti ?) Marc’Antonio. Fiorito sul finire del secolo xvii, fu comico al servizio del Duca di Modena▶ per le parti di secondo Zanni sotto il nome di Truffaldino.
Da una supplica al Duca di ◀Modena del 1686 per ottenere che gli fosse mantenuta la parte intera, non volendo i comici dargliene che metà, sappiamo ch'egli aveva moglie e cinque figliuoli.
Il carnovale del 1690 si trovava a Roma, d’onde scrisse una lunga lettera al Duca, perchè richiesto di andare a Bologna con la compagnia, gli fosse mandato il danaro bisognevole pel viaggio dispendioso (V. Savorini Galeazzo).
Il 9 aprile 1691, avendo Leandro (Rechiari) e Coviello (Sacchi) già ricevuto ordine di recarsi dopo Pasqua a recitare a Vicenza, poi a Verona, lo Zanetti, nulla sapendo di sè, da Bologna si raccomandava alla clemenza e generosità di S. A., affinchè non lo abbandonasse, e lasciasse senza occasione di recita, vale a dire senza il mensuale sussidio della Ser.ma Casa d’Este, che era l’unico sostegno della sua povera famiglia.
A un famigliare del Duca, il conte Maresciano, scrisse da Orvieto il 2 ottobre 1694 al fine di ottenere il passaporto per sè e uno per tutta la sua Compagnia : il che fa credere esserne stato lui il conduttore.
Allo Zanetti certo allude Luigi Riccoboni, quando dice (op. cit., cap. VII) : Zaccagnino e Truffaldino chiusero la porta in Italia ai buoni arlecchini.