Raparelli Giovanni, di Viterbo, fu cancellier criminale per molti anni in Perugia sotto il Governo di Monsignor Galli, in Ferrara dei Cardinali Cibo e Spada, in Imola degli Eminentissimi Acquania e Borromeo, e altrove. Ma, avviluppato dalle lusinghe di Angiola comica, per opera specialmente di sua madre, Isabella, la sposò, ed entrò con esse nella Compagnia del Serenissimo di Modena▶, recitandovi gl’Innamorati sotto il nomedi Orazio. Ma in Carpi, e precisamente l’aprile del 1658, quattro soli mesi dopo il matrimonio, il Raparelli potè constatar la mancata fede della moglie, e la complicità della suocera. Ribellatosi fieramente, e minacciatele entrambe, esse deliberaron di sbarazzarsene, e ricorsero allo strattagemma di proporre la rappresentazione degli « infelici amori della Regina d’ Inghilterra », pei quali occorreva l’uso d’armi da fuoco : e far sì che il Raparelli portasse dette armi, e, avvisatone poi il Bargello, fosse da esso e dagli sbirri sorpreso e carcerato. Ascoltate il Duca di ◀Modena le dichiarazioni di lui, parve piegare all’ indulgenza, e risolversi forse per la liberazione ; ma le due donne gli inviarono una supplica, in cui raccomandavan fosse fatta giustizia, poichè il Raparelli aveva in dosso le pistole al solo intento di ucciderle, il che a ogni modo avrebbe fatto, secondo le sue dichiarazioni, non appena uscito di prigione. A questo punto ci lasciano i documenti, e niun’altra notizia mi fu dato rintracciarne.
