(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 246-248
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 246-248

Bacci Paolo. Di civile famiglia bresciana, vinto dall’amore per l’arte drammatica vi si abbandonò tutto, diventando, circa il 1780, artista amoroso di rari pregi. Fu nella Compagnia di Marta Coleoni e in quella di Antonio Goldoni, dalla quale poi passò col noto artista e capocomico Giacomo Dorati, scritturato per le parti di padre nobile e di tiranno, che sostenne, specie nelle tragedie del Pindemonte e dell’Alfieri, col plauso generale. Sposatosi all’attrice Luigia Miani, n’ ebbe due figliuole, dalle quali fu mantenuto in Brescia sino alla sua morte che accadde nel 1825, quand’egli aveva 67 anni.

La figlia maggiore, Giuseppina, sposata a un Ciabetti, attore mediocre, doventò la prima donna della Compagnia che suo marito formò nel 1835, e, specialmente nel Regno di Napoli, ebbe fama di attrice egregia ; l’altra, l’Elena, si fece conoscere, giovanissima, per buona servetta ; poi sposatasi al noto artista Nicola Medoni, divenne sotto a’suoi ammaestramenti prima donna di molto merito : morì in Genova a soli 35 anni.

Bacci Dario. Figlio di un impiegato alle poste, nacque in Firenze il 1818. Fu amoroso per vari anni della Compagnia Pisenti e Solmi, poi, nel ’41, di quella condotta e diretta da Camillo Ferri. Entrato nella stessa qualità coll’Amalia Pieri, si unì a lei in società nel 1844, formando una Compagnia ricca di ottimi elementi, di cui era direttore il noto artista Francesco Paladini.

Eccone l’elenco :

Paladini Francesco
Primo attore e padre
Antonio Casigliani
Caratterista
Odoardo Venturini
Altro padre e tiranno
Giuseppe Beltrami
Generico dignitoso
Nicola Pescatori
Alessandro Ferroni
Generici
Amalia Pieri
Prima attrice
Angela Dal Buono Ferroni
Madre nobile e caratteristica
Giuditta Feoli
Amorosa
Clotilde Sacchi-Paladini
Servetta
Carlotta Beltrami
Seconda donna
Caterina Raftopulo
Carolina Pescatori
Elena Cristiani
Carolina Paladini
Generiche
Adele Feoli
Carlotta Raftopulo
Parti ingenue
Dario Bacci
Primo attor giovine
Antonio Zanzi
Amoroso
Francesco Zocchi
Brillante
Giuseppe Feoli
Secondo caratterista
Leonardo Raftopulo
Antonio Biasci
Generici

Facevano parte del repertorio le seguenti produzioni : Il Ventaglio – Un bicchier d’acqua – Trent’anni di vita di un giuocatore – Rosmunda – Le risa della disperazione – Caterina Howard – Giulietta e Romeo – Le Donne di buon umore – Saul – Il diplomatico senza saperlo – Il cieco e lo scultore – Luigi di Valois – Il progetto della strada di ferro, o sia la maniera di far fortuna, ecc.

Staccatosi poi il Bacci dalla società, e divenuto capocomico solo, si recò, dopo varie vicende, in Alessandria d’Egitto e al Cairo, ove si crede morisse poverissimo….

Bachino Gio. Maria, comico mantovano, il quale recitava nel 1620 sotto nome di Fortunio (assunto la prima volta da Rinaldo Petignoni de’ Gelosi) in una modesta Compagnia nei contorni di Cento, Modena, Finale o Carpi, nella quale era anche, non sappiamo se come semplice attore o capocomico, Flaminio, il celebre Gio. Paolo Fabbri, già vecchio, e probabilmente dalla sua professione ridotto a male. Pare che il Bachino fosse un innamorato co’ fiocchi, certo non ispregevole, se Pier Maria Cecchini lo proponeva per la sua compagnia al Duca di Mantova, e lo riteneva se non eguale, almeno di poco inferiore al grande Adriano, il Valerini (V. D’Ancona, Lettere di Comici italiani, ecc.). Il Bachino aveva la moglie che recitava le parti di Silvia, e che il Cecchini riteneva, per sentito dire, non ingrata. Questi, assieme a un Francesco bolognese, magnifico, a sua moglie Barzelletta, fantesca, e a un Gio. Serio Contrallo napoletano, furon proposti al Duca in sostituzione degli altri di Compagnia : gli Andreini, i Ricci, Garavini, Soldano, ecc., ecc., che per un po’ di pace dovevano andarsene. Non sapendo il Cecchini dove dar di capo, si volgeva alle Compagnie di poco conto per veder di stanare qualche buona promessa, e molto a ragione egli scriveva :

« Questi forniranno il n.°, et seràno di gusto, per quello che può essere in questo tempo, et forsi chi sa ? serà questa una prova per vedere se in conseguenza di tanti ciarlatani che sonno riusciti, vi potessero ancor capir questi, quali stano tra il comico et lo ciarlatano. »

Del resto al Cecchini poco premeva che il Duca accettasse la proposta dei comici. Quando tutti, tutti mancassero, concludeva, non rimarrà S. A. S. senza gusto, nè la città di Mantova senza comedie nove et ridicole, poichè qui vi sonno :

Magnifico : Piermaria.
Dottor : Piermaria.
Frittellino : Piermaria.
Pipe Fiorentino : Piermaria.

Il che fa rimettere alla memoria quel tal comico che prima della distribuzione di una commedia soleva dire : « se ghe xe un bel primo attor, lo fazo mi ; se ghe xe un bel caratterista, lo fazo mi ; se ghe xe un bel brillante, lo fazo mi ; se ghe xe un sbrufarisi (parte inconcludente) ti lo farà ti !!! »