De Cesari Giovanni. Nacque a Venezia il 1760, e cominciò a recitar ne’teatri secondarj della sua città. Percorse poi colle Compagnie Lapy, Medebach, Battaglia, Zanerini, Goldoni e Perotti, le primarie città d’Italia, applauditissimo sempre nelle parti di primo amoroso. Morì a soli trentacinque anni in Padova.
De Fornaris Fabrizio. Napoletano, recitava la seconda metà del secolo xvi nella famosa Compagnia dei Comici Confidenti, le parti di capitano, col nome di Capitan Coccodrillo.
Fu in Francia negli anni 1571 e 1584. Questa seconda volta la compagnia prese stanza all’ Hôtel de Cluny. Il De Fornaris vi pubblicò, coi tipi di Abel Angelier, l’Angelica, commedia in cinque atti in prosa, dedicata all’Illustrissimo et Eccellentissimo Signore il Signor Duca di Giojosa, della quale ecco l’istoria che traggo dalla lettera dedicatoria.

….. essendo in Venetia gli anni a dietro mi fu da un gentil-homo Napolitano virtuosissimo spirto, donata questa comedia, la quale essendo da me vista, et in qualche parte imbellita, o fiorita, per quanto con la comica prattica sapevo, introducendoli il Capitano Coccodrillo con alcune sue Rodomontate, mi disposi con questa, dico, comparirle davanti. Con tal pensiero dunque volsi prima farla recitare, per vedere se li fusse stata alcuna parte soverchia oppure bisognevole, come in fatti io feci nel felicissimo battesmo della figliuola dell’ Eccellentissimo Signor Duca d’Umena, alla presenza della Serenissima Regina Madre et de molti illustrissimi Prencipi e Principesse. La quale, secondo potei conoscere, non fu dispiaciuta ; non dimeno dovendo comparire avanti de un Signore di si alto merito come V. E., desiderava rappresentargliela prima in suggetto, per vedere se Le fusse in qualche parte gradita. Onde riuscendomi il disegno per essere stata da V. E. la nostra Compagnia chiamata in casa dell’illustre signor Conte di Gos questa istate passata, glie la rapresentassimo. Et perchè mi parve che V. E. con tuti li altri Signori spettatori la godessero presi ardire di farla in parole stampare, et poi sotto nome di altri personaggi dedicargliela, come con essa le dedico la servitù et affetion grande ch’io le porto.
La commedia era dunque un semplice Scenario, disteso poi in parole per questa occasione.
Il Bartoli, seguito dal Sand e dal Bachet, accenna anche alla rappresentazione che il nostro fece, prima dell’ Angelica, di una pastorale di Bartolommeo Rossi « La Fiammella » pur edita lo stesso anno a Parigi dall’Angelier, e come quella dedicata al Duca di Voyeuse : ma di ciò non trovai traccia in alcuna delle due. Il Croce ne’suoi Teatri di Napoli accenna, forse per natural supposizione, che il De Fornaris fece a Napoli le sue prime armi. Il Sand lo fa nascere il 1560 (e a undici anni, il 1571, avrebbe, secondo lui, percorso le provincie della Francia al fianco della Maria Malloni, la celebre Celia, e di Bernardino Lombardi, il famoso Dottor Lanternone) e lo fa morire il 1637 in Italia.

La commedia dell’Angelica non è certamente delle più brutte ; e si sente subito che è scritta da un comico esperto. Anche vi sono frasi e parole di una volgarità un po’cruda, come in tutte le altre del tempo, nella scena specialmente tra il servo Mastica e la balia di Angelica, una, del resto, delle più belle per vivezza di dialogo. Notevole è anche la scena tra il Capitano e Mastica, il quale si profonde in adulazioni di ogni maniera per ottener finalmente un buon pasto. Quanto alla sua origine e al suo potere, il Capitan Coccodrillo non ha nulla da invidiare a’suoi predecessori e successori. (V. Andreini Francesco).
Infatti egli è
il Capitan don Alonso Cocodrillo, hijo d’el Colonel don Calderon de Berdexa, hermano d’el Alferez Hernandico Mandrico de strico de Lara de Castilla la vieja, cauallero de Seuilla, hijo d’Algo verdadero, trinchador de tres cuchillos, copier major de la Reyna de Guindaçia, saccador de coraçones, tomador de tierras, lançador de palos, caualcador de janete, jugador de pelota, enuentor de justras, ganador de torneos, protetor de la ley Christiana, destruydor de los Luterianos, segnor y Rey de l’arte militaria, terror de los traydores, matador de los uellacos, socorro de los tribulados, Capitan y Lugar-Teniente general de toda l’armata anzi de tierra, como de la mar d’el gran Rey de Cappadocia, maestro de Cirimonias, Principe d’el collegio de los matadores, dotado de muchas graçias, seruidor de Damas, enemigo de los vellacos, y amigo cordialissimo de Don Garauite Pontius de Leon, y de don Rebalta Salas de Castannedo.
E per non essere un Capitan degenerato, appena trova chi voglia tenergli fronte, si ritrae spaventato, ma senza abbandonar l’innata arroganza. Magnifica teatralmente è la scena settima dell’atto secondo, quando Fulvio venuto a cognizione delle nozze di Angelica col Capitano, si dispone a cimentarlo con offese di ogni specie.
A quali Rodomontate allude il Cataldo nella prefazione alla sua commedia Gli amorosi inganni, edita il 1609 a Parigi, là dove dice :
T’auiso Candido Lettore, che molti mesi sono, son uenute in luce alcune rodomontate Spagnuole, non solo qui, ma quasi per tutta la Francia vendute poco accortamente da colui (perdonami Sua Signoria) che le diceua e recitaua sopra la scena, le quali hanno forse auuilite quelle che ’l vostro Cataldo vi fa leggere…… ?
Forse a un’opera, sin qui sconosciuta del De Fornaris ?