L’anno 1640 un Sacerdote grave, e uomo di belle lettere e dotto nella Filosofia, e Teologia mi disse con molto sentimento di cuore così. « Io, pochi giorni sono, mi fermai, non so per qual sventura, a sentir un ragazzo in banco, il qual diceva sfacciatamente tante, e tali indegnità, che pareva una bocca del postribolo: e io me ne confusi: onde partito risolsi d’andarmi subito a confessare di due gravi errori : il primo di aver applicato l’animo ad udire quelle indegnità: il secondo di aver scandalizzato le persone, che mi conoscevano, e mi vedevano perder il tempo in attendere ad oggetti tanto sconvenevoli alla mia profession Ecclesiastica, e Sacerdotale.