Di un Principe, che avvistato della illecita comparsa delle Comiche le levò dal Teatro. […] « Principes, et Mgistratus commonendos esse duximus, ut Istriones, et Mimos, cæterosq Circulatores, et eius generis perditos homines eius generis perditos homines eius sinibus esciant et in Caupones, et qlios, quicumq, cosreceprint, acriter animadvertant. […] E si risponde, che qualche volta è avvenuto, che un Santo, e zelante Principe non ha permesso il recitamento di un’ Azione; perché v’interveniva un solo bacio ; quasi che la regola del suo giùdizio fosse legge proibitiva della Commedia per un sol fatto stimato osceno. […] Dunque non sa cosa repugnante alla dottrina dell’Angelico Dottore, né cosa illecita quel nobilissimo Cavaliere, o quel vecchio Senatore, o quel soprano Principe, che alle volte si compiace di esercitarsi nella scena e di comparire Attore nel Teatro. […] » L’imitar nel bene un Principe Romano è materia di lode per ogni Principe cristiano.