Aggiungo, che non tutte le persone gustano del ritiramento; anzi, come non sono tutte della stessa complessione, così non vogliono tutte lo stesso tenor di vita: uno gusta delle penitenze; e un altro delle armi; quello vuole consumarsi negli studi; e questo vuole ricrearsi ne’ sollazzi, e tra sollazzevoli trattenimenti elegge il godimento della Commedia, la quale da modesti Comici rappresentata ricrea con dolcezza, e senz’affanno gli spettatori: imperochè, come scrive il Comico Beltrame, tra passatempi questo della Commedia è il più lontano daibs pericoli; poiché l’uomo no adopra l’armi, né cavalli: non s’intriga con cani: non s’arrischia nell’acque: non s’incontra con fiere: non ischerzabt con fuochi artificiatibu: non danza con dame da por gelosia: fugge i rumori, e spende poco. […] Nel pubblico Teatro alla presenza di molti Cavalieri, Dame, e Fanciulle i Comidi rappresentarono un disonesto tentativo di un ardito Amante, che si sforzava di assalire una bramata Donna, la quale però, calando per una finestra, sen fuggiva ingnuda, e cercava di coprirsi con un candido, e grande lino: ma onfatti il coprimento non riusciva, e ella restava oggetto ignudo, e svergognato agli occhi degli spettatori con una corporale, manifesta, e lasciva nudità, e si poté dire con S. […] Certi Comici famosi recitavano regalatamente con le loro Comiche in una pricipalissima Città di un Regno nel cospetto di molti Cavalieri e molte Dame; e usavano fatti tali d’amore, che molte di quelle Dame dissero liberamente poi a certi amici. […] E o piacesse a Dio, che così avessero fatto in altro luogo alcune Dame, e non si fossero accordate di fare certe Azioni Teatrali: le fecero, ma ne seguirono dicerie, formate da lingue imprudenti, per non dire malvagie, e serpentine quello che fu di peggior rilievo, molti poi col tempo restarono privi della reputazione e della vita. […] Volete, che io la lasci lungi dame in abbandono ?