Egli per ottenere l’intento, e per apportar modestissimo, e gran piacere a tutti, lesse un buon numero di Commedie Italiane, e molta Francesi, e non poche Spagnole, e tutte le latine antiche, e moderne, che poté ritrovare; e da ciascuna ne prese ciò, che di ridicolo modesto vi ritrovò: e finita la raccolta di tutti quei ridicoli pensieri, compose il Dialogo, lo distinse, ordinò, e riempì con tanti ridicoli, che il suo recita mento riuscì ridicolosissimo, e modestissimo. […] Essi possono emulare l’opera, e la fatica di quel nobile ingegno Palermitano, circa l’anno 1630. compose ingegnosamente due Commedie tanto belle, e tanto piene di onestissime grazie, e graziosi ridicoli, che l’Auditorio non si curava degli Intermedi, e bramava, che si finissero prestissimo; in mode che ritornasse ad assaporare le saporitissime parti di ciascuna di quelle due Commedie.