i vero penitente con un’abbondanza grande di lacrimosa pioggia, e con
una
cordialissima compunzione. Gli occhi tuoi dissero
amente. Il 5 Libro, e Ricordo ammaestra gli Uditori acciocché udendo
una
Commedia illecita, oscena, e peccaminosa, l’odano
Satanasso gli sfortunati peccatori, suoi fratelli, e non li degna di
una
semplice ammonizione. « Nos videntes frates nostr
per l’oscenità alla debita moderazione: e dico in tal modo, formando
una
lunga proposizione. Commedia oscena è quella, la
a da persone deboli di spirito. 3. O con l’argomento impuro. 4. O con
una
impura parte dell’azione. 5. O con un Intermedio
mici valenti, e principali, suppongono il contrario in modo, che pare
una
perdita di tempo il ragionare di questo punto : e
sufficienza : pure per accrescimento di maggior chiarezza dichiariamo
una
difficoltà. Quesito Terzo Le Commedie sono
splenda a modo di chiaro sole, nondimeno perde non so chè del buio di
una
nuvolosa opposizione. Io credo, che vi siano molt
o questi termini, e con questo modo prescritto da San Tommaso fu data
una
volta la licenza ad alcuni Comici virtuosi da S.
pubblicato l’anno 1583 e formato con questa occasione. Andò a Milano
una
Compagnia di Comici invitati dall’Eccelletiss. Si
Carlo. Tutti non sono obbligati a saper ogni cosa ; molti descrivono
una
fortuna di Mare, che forse non hanno veduto un la
lago ; tanti ragionano di Commedia, che mai forse non avranno veduto
una
scena ; ma commentano quello, che trovano scritto
che tutto questo non supponga nel Superior, che concede tal facoltà,
una
piena cognizione ? Dica ciò, che vuole Beltrame,
ttiva, e pregiudiziale a’ Commedianti, quasi presupponendo, che siano
una
gente molto viziosa, e di vita perduta. Secondo,
r il Rosario il Venerdì, e altre devozioni. Molte Compagnie fanno dir
una
Messa ogni giorno del pubblico, oltre alle partic
ella Vergine ogni giorno : enon vi è Comico, o Comica, che non faccia
una
vigilia la settimana, oltre le comandate. Potrei
basta, che Comici sono Cristiani. » Così discorre Beltrame, tessendo
una
fiorita ghirlanda di virtuose operazioni, per ado
amente, ma per far ridere, e per dar diletto all’Auditorio, invitasse
una
Donna alla fornicazione, quelle parole d’ ? ??uit
candali frequenter mortalia esse solent. » Cioè. Un parlar disonesto,
una
canzonacp turpe sogliono essere spesse volte pecc
bbligo di lasciarle, come scandalose, che il provarlo con argomenti è
una
prova di superfluità, è un imbiancar i fiocchi di
cessità ; possono chiamarsi maestri di dottrina, che imparata cagiona
una
nocevole ignoranza, e disimparata serve di necces
osceno, almeno coperto con parole belle, e noi inteso da tutti ? come
una
Cortigiana comparisce amantatact coi una bella, e
e noi inteso da tutti ? come una Cortigiana comparisce amantatact coi
una
bella, e graziosa veste ? E di più mi dimandò. Q
ortigiana, guarnita con belle vesti, non cessa di essere in se stessa
una
personaccia di viziosa, e infame professione. Ven
non fu sempre essenziale alla Commedia: e conclude, che Dante elesse
una
Favola Comica, la quale in tutto manca del Ridico
e mortali cagionano bruttezza a tutta la Commedia. E vero, che quando
una
parola sola fosse piena di grandissima, e straord
trovo, che la Quistione. « Utrum unum verbum ad hoc sufficiat » : se
una
parola basti per quello ; sia trattata da S. Tomm
meno. « Nihil turpe. » Niente di brutto. E quello si avvera anche di
una
sola parola oscena mortale. Caietano scriveIn sum
puro mortale. Dunque per sentenza di Caietano, e di S. Antonino basta
una
sola parola turpe mortale per rendere peccaminoso
, che favella nel numero del meno ; quasi che un solo grave errore di
una
parola renda tutta la Commedia illecita, e in deg
Auditorio disse, e forse lenza molta avvertenza, e per abito cattivo,
una
sola parolaccia, quasi accennando, che una sola p
enza, e per abito cattivo, una sola parolaccia, quasi accennando, che
una
sola parola indegna comunica l’indegnità a tutta
nte in rigore di scuola questa difficoltà : e risolve, che alle volte
una
sola parola può essere bastevoledb per l’infezion
secondo San Tommaso. E quanti di numero ciò fanno ? Nel tenore di
una
virtuosa vita i fatti si devono accompagnare con
aietano dà questo esempio. Se uno per dar sollazzo ad altri, commette
una
fornicazione, sarebbe un gioco di peccato mortale
committeret, ludus peccatum mortale esset. » E fatto turpe sarebbe se
una
Commedia si terminasse con una fornicazione. Io p
tale esset. » E fatto turpe sarebbe se una Commedia si terminasse con
una
fornicazione. Io per desiderio di meglio dichiara
discorro in cotal guisa. La turpitudine presa viziosa è di due sorti:
una
è leggera, e l’altra grave; una è venial peccato,
itudine presa viziosa è di due sorti: una è leggera, e l’altra grave;
una
è venial peccato, e l’altra mortale. E la turpitu
tatis absque delectatione venerea. »dhCome se uno toccasse il viso ad
una
Donna in presenza di molti; ovvero l’abbracciasse
e talora sono sufficienti a priivar della vita un gran Colosso : anzi
una
sola basta per far inalberare lo stendardo della
zelantissimo Ferdiriando II Imperatore ; la cui maestà seppe, che in
una
Commedia, che recitar li doveva nel suo cospetto
tto pubblicamente, interveniva un sol bacio per segno, e per pegno di
una
modesta conclusione di Matrimonio, trattato senza
i non basta un solo fatto; quando però non fosse tale, che contenesse
una
molto aperta oscenità; perché allora io credo, ch
. Gra. Contra Histriones. . Sono tali le moderne Commedie, che a pena
una
si recita senza lascivie. « Ut vixi am sine Vener
un famoso, dotto, e eloquente Predicatore della compagnia di Gesù, in
una
Città di Lombardia fu pregato da un gran Signor E
a Città di Lombardia fu pregato da un gran Signor Ecclesìastic a fare
una
gagliarda passata contro la licenziona immodestia
disonesto tentativo di un ardito Amante, che si sforzava di assalire
una
bramata Donna, la quale però, calando per una fin
si sforzava di assalire una bramata Donna, la quale però, calando per
una
finestra, sen fuggiva ingnuda, e cercava di copri
restava oggetto ignudo, e svergognato agli occhi degli spettatori con
una
corporale, manifesta, e lasciva nudità, e si poté
. Certi Comici famosi recitavano regalatamente con le loro Comiche in
una
pricipalissima Città di un Regno nel cospetto di
ca autorità, che vale non poco per questo punto. Pochi anni sono, che
una
Comica bella, modesta ; di buona volontà, e marit
o non scalda un formo, direbbe un Comico: e io dico, che un giglio, e
una
rosa nata in un bosco, non fanno, che la boscagli
erma, che poche Compagnie de’ Comici moderni recitano nell’Italia con
una
piena, totale, e necessaria riforma nelle parole
turpi fatti. Che occorre dunque sonar le trombe a festa per segno di
una
perfetta moderazione introdotta nel Teatro ? Siam
a. 2. ad. I., scrive S. Tommaso. Ma conviene, che il gioco sia, come
una
bella rosa, che si gode odorosa senza spina fasti
co, il qual diceva sfacciatamente tante, e tali indegnità, che pareva
una
bocca del postribolo: e io me ne confusi: onde pa
ubblico Teatro con applauso così grande di tutti, che ne fu decretata
una
supplicazione aglidp Dei, come ringraziatoria per
tribunique et marens Burrhus, ac laudans ». Comparve nella scena con
una
Cetera in mano, sonando alla presenza de’ quoi fa
Romano, e grave di età fu pregato da Cesare, che, non solo componesse
una
Commedia, essendo poeta di famoso grido, ma che d
li Mimi, e scenici Recitanti; e sentenzi, se tra questi può frapporsi
una
politica convenienza di gran persona, e una lodev
tra questi può frapporsi una politica convenienza di gran persona, e
una
lodevole decevolezza del proprio e signorile stat
iosamente da non pochi nella cristianità. Il Comico Cecchino ha fatto
una
bella raccolta di questi fiori nel giardinetto de
gli Antichi nel giudicare dell’Azioni de’ Comici moderni ? Quando
una
ragione sta ben fondata, le autorita degli scritt
oderni Dottori con la semplice allegazione de’ luoghi loro. Nomina in
una
tirata questi : Filliucci, Marcello Megalio, Henr
questo. La prima proposizione con la negativa restringe il peccato ad
una
sola ragione, escludendo le altre. La seconda pro
escludendo le altre. La seconda proposizione con l’affermativa mostra
una
ragione del peccato, non escludendo le altre, se
vità dell’armonia ; anzi la rende ancora più soave, e più gradita: né
una
bella pittura compariscees men graziosa al lime d
neras »l. 3 d. 18. n. 2.. Come sarebbe il condurre chiaramente a fine
una
fornicazione. E tali sporchezze si usano per ordi
come si possa conseguire un sui intento; come ingannare il marito di
una
giovane; come fare ingiuria all’onore di una fami
e ingannare il marito di una giovane; come fare ingiuria all’onore di
una
famiglia: le quali cose sono provocative alla dis
o mala ? Rispondo la Commedia consiste in detti, e fatti, ordinati ad
una
ragionevole ricreazione dell’animo: come si cava
lerabile ricreazione quel trattenimento teatrale, che per verità si è
una
intollerabile dissoluzione. Bernardino de Viglieg
spirituale dedicato alla Regina di Spagna chiama le Commedie moderne
una
profanità, le quali mandano in rovina i buoni cos
e persone libere, e comode a poter far male, non se ne trovasse più d’
una
spropositata, e forse manigolda: : io ho gran dol
rò s’accende, arde, e si consuma, che sarà poi vicino ? Di più è come
una
scola aperta all’intelletto confederato col senso
osso chiarire, quando voglio ? Ridico, che sono tutte stiracchiature:
una
buona coscienza vale per mille testimonianze: il
acconcio del mio dire un caso. Io mi trovai d’Estate per predicare in
una
Città l’anno 1639 quand un amico gentiluomo mi av
ciano la Commedia mortalmente oscena, e illecita: per atto di esempio
una
pubblica comparsa di un Ruffiano, che col pubblic
di un Ruffiano, che col pubblico negoziato del suo ruffianesimo ruina
una
Donzella. Un ragionamento amoroso di Donna lasciv
re, che direbbe ora, che scriverebbe, che comanderebbe, se intendesse
una
Donna cristiana comparire in scena, e volere con
uomo dottissimo, di dover risentirsi, come si risentì l’anno 1628 in
una
Città, nel Duomo di cui egli predicava la Quadrag
Alcuni nobili Signore disegnarono di fare dopo la Pasquale Solennità
una
Rappresentazione di sole Donne, Attrici onestissi
sse ad atteggiare per apportar diletto anche virtuoso. Saggiamente in
una
principalissima Città del bel Regno di Sicilia fu
alla tirannia della sua crudeltà. Quesito Secondo La comparsa di
una
vera Donna, o Comica ordinaria è illecita ? Se
però è illecita almeno praticamente. Io intendo per Comica ordinaria
una
di quelle Donne, che vagando se ne vanno per molt
to di tutte; che forse ve ne sono delle buone in realtà: ma dico, che
una
Comica di professione, qualsiasi sia, o di rea vi
boni pectoris conscientiam sortiorem », espugna ogni forte riparo di
una
coscienza buona, e virtuosa. E Clemente Alessandr
cena nell’Auditorio. Il Casano con le parole citate sopra porta prima
una
ragione dicendo: Queste Donne basterebbero per in
n’altra ragione presa dal Bonacina. Egli domanda. Se pecca gravemente
una
Giovanetta, la quale si fa vedere da un Giovane,
do possiamo comodamente. Ed io dico, che si avvera questa Dottrina di
una
Comica ordinaria, anzi di molte Comiche, poiché m
: « dedita quæstui ». Alle volte in scena un uomo si spoglia, e veste
una
donna: « homo nudat feminam, vestit ». Altre volt
te un Giovane vicino al letto allaccia le scarpette, e le calzette ad
una
Femmina: « Femina calceorum stringit ligulas, ac
e occorre moltiplicar Dottori, che con moltitudine di ragioni provino
una
verità così patente, e manifesta. Ma qui dirà qua
un occhio lusinghiero, d’un riso vezzoso, d’un portamento leggiadro d’
una
bella Dama, che quanti discorsi si facessero mai
otenti vezzi, e di graziose leggiadrie; e condiscono poi il tutto con
una
certa malizietta tanto sagace, e artificiosa, che
no 1640. disse un Gentiluomo ad un amico. Gran cosa; io sono stato ad
una
Commedia, ove le Comiche erano vecchie, e brutte;
i con la spada; e per impiagare i lontani con le saette. Ma qui sorge
una
gagliarda obiezione da ponderarsi nel seguente Ca
ommedianti, che sono professori di moderati costumi, e però non fanno
una
vita confederata con la morte, né come gente perd
perdizione; anzi quotidianamente esercitano molte opere di compagnie
una
, o due, ovvero tre, o più donne; e le fanno compa
quale pretendono difendere le Azioni loro, e tutte le parti di esse,
una
delle quali si è la femminile comparsa in Teatro:
nostro sostentamento. L’anno 1638. un Commediante, che era il capo di
una
Compagnia mi disse a questo proposito. Perché i S
polo radunato; quand’ecco tra molti comparve, per udire, e per vedere
una
Femmina tristaha molto bene ornata, e si pose a v
questo la Comica ordinaria dei nostri tempi: dunque la sua comparsa è
una
manifesta oscenità, infatti, a giudizio dei virtu
e praticissimo del mondo, e di Roma. Se giudicava, che la comparsa di
una
di queste femmine, ordinarie Comiche, in banco pe
proibita dai Superiori: e aggiunse, che egli non aveva fatto proibire
una
in un luogo, ove poco prima si era trattenuto alc
no 1638. Io supplicai un gran Superiore Ecclesiastico, presentandogli
una
scrittura composta di ragioni, fondate parte sull
ste, e credo, soddisfatto, quando poco dopo vennero due compagnie con
una
lettera di favore di un gran personaggio, e di pi
iele al palato popolare. Pochi anni sono, che un Commediante, Capo di
una
Compagnia, mi disse chiaro. I popoli così voglion
ltanti. Non sono molti anni che in Roma abili virtuosi Giovani fecero
una
Rappresentazione di tanto gusto, che bisognò rifa
tano può servirsi della bombarda, e del cannone per l’espugnazione di
una
piazza, che tratto di militar prudenza farà, che
ettevoli oggetti del banco, o della scena. L’anno 1638. comparvero in
una
città principale del fecondo, e bellissimo Regno
vendita il segreto del Moretto, e far dopo lo spaccio la commedia in
una
pubblica piazza: e per tal fine conducevano due F
saviamente un savio Gentiluomo, alludendo ad alcune Commedie, che in
una
Città facevano l’anno 1639. certi Commedianti, ch
co, senza Moglie, e vizioso; al veder comparire in scena lascivamente
una
bella, e vezzosa Dona. L’allettamento nuoce a tut
pieno di feccia, s’immergeva qualche cosa; forse, per atto d’esempio,
una
gioia, un anello, una perla, o altra cosa. E poi
ergeva qualche cosa; forse, per atto d’esempio, una gioia, un anello,
una
perla, o altra cosa. E poi chi la volava cavare d
i Persone, che furono costretti ad asserire. Questo Dialogo modesto è
una
composizione troppo faceta, e troppo ridicolosa.
roppo ridicolosa. La memoria di questo racconto mi ha fatto ricordare
una
simile invenzione di due nobili, e virtuosissimi
tare, e con il diletto allettare, procederono secondo l’uso Comico in
una
loro Rappresentazione tanto felicemente, che pote
’anno 1618. quei due valenti uomini lessero con riflessiva diligenza,
una
buona mano di Comiche composizioni cogliendo cias
mmedie. Ciò intendendo l’Illustrissimo Governatore, lo invitò a goder
una
volta la Comica ricreazione con promessa di voler
nche a me come testimone di presenza occorse a Capo d’Orlando, ove da
una
fortuna di mare sequestrata una Compagnia di Comi
enza occorse a Capo d’Orlando, ove da una fortuna di mare sequestrata
una
Compagnia di Comici trovò che l’albergo era occup
giorno si fece la Commedia così. Monsignor sedeva avanti la porta di
una
camera: i Religiosi venerandi sedevano dentro con
e dottrine alla riprensione: e quando riprendono, non hanno nell’idea
una
chimera che mostri loro la Commedia per cosa impu
molti. Voglio dire, che il comico, o il Ciarlatano, facendo comparire
una
Femmina vana, e ornata lascivamente per allettare
n vuol pensare, nondimeno pone con reale effetto avanti a molte anime
una
gran rete diabolica, e infernale, con le funi di
o. Se ne stava, scrive egli, un servo del Gran Re dell’universo Iddio
una
volta elevato con altissima contemplazione, quand
io una volta elevato con altissima contemplazione, quando gli si aprì
una
bellissima porta della suprema Cittaà; la mirò gi
rezza; vide venire due smisurati, e orribili Dragoni, che sospendendo
una
grandissima rete, chiusero con essa il varco a tu
nelle scene; perché stimano, che il far le commedie senza quelle sia
una
morale impossibilità: ma credo vivamente essi ing
ta, civilisq, fortuna sine periculo uis comprehensio. » La Commedia è
una
comprensione dichiarata della fortuna, e condizio
oitur, quid sit in vita utile, quid contra evitandum. » La Commedia è
una
Favola, che contiene diversità di affetti civile,
stampato nel caso del suo gentile Discorso. La Commedia, dice egli, è
una
tela, in cui le operazioni umane si rappresentano
hv di buonissimi costumi colorita. E nel c. 16. dice. « La Commedia è
una
Cronaca popolare: una scrittura parlante: un caso
mi colorita. E nel c. 16. dice. « La Commedia è una Cronaca popolare:
una
scrittura parlante: un caso rappresentato al vivo
tra. « Abscondere: foris vagentur virgines stulta »ad Eusctec.. Fa tu
una
vita ritirata: e sappi, che le vergini stolte god
on quelle, quando quelle se ne stessero ferme per ordinaria stanza in
una
città; né forse mancherebbero importuni tentatori
te un pezzo: ma infine molto riscaldata, e sudata fu fatta entrare in
una
camera, con scusa di mutarsi, e ivi sola trovò so
ardie sono sufficienti a riparare i colpi d’Amore: poco è rinchiudere
una
donna in casa, quando ella non rinchiuda in seno
Fiorenza da un Comico testimone di presenza. Passava per certo paese
una
Compagnia di Commedianti, i quali avevano con se
el Signore del luogo; acciocché facevano un’Azione: la fecero: e dopo
una
di quelle Comiche, senza che il misero Marito pot
e dopo una di quelle Comiche, senza che il misero Marito potesse dire
una
parola, fu ritenuta in palazzo per le disoneste v
omesticandosi con le Mogli altrui. Il secondo caso è questo. Partì da
una
città principalissima, pochi anni orsono, una bel
caso è questo. Partì da una città principalissima, pochi anni orsono,
una
bella, e famosa Comica in compagnia di suo Marito
no, una bella, e famosa Comica in compagnia di suo Marito, portata da
una
carrozza di un nobilissimo Signore. Quando ecco l
odia del Marito non è sempre sicura salvaguardia, bastevole riparo ad
una
Comica vagante per le città del mondo. Non basta
n basta sempre un forte muro, e un grosso terrapieno per la difesa di
una
piazza, quando la batteria si fa con grossi, e ri
e Comiche, o siano Mogli, ovvero Figliuole. A nostro tempo occorse in
una
principale Città di un bellissimo Regno, che vi v
vennero i Commedianti; avevano nella compagnia due belle commedianti,
una
Moglie di un Comico, e l’altra Figliuola: ambedue
tà degli innamorati. Basti per ora questo caso. Stava l’anno 1640. in
una
Città molto principale d’Italia una Compagnia di
uesto caso. Stava l’anno 1640. in una Città molto principale d’Italia
una
Compagnia di Comici, facendo le loro solite azion
solite azioni con buon guadagno, e con gran concorso: tra le Comiche
una
ve n’era assai compita, e graziosa, e legittima C
Nota unica Si risponde alla proposta Interrogazione. Beltrame fa
una
certa domandaC. 29. intorno alle Donne, che eserc
, Gentiluomo di molta virtù, e zelantissimo Curato di S. Andrea. Egli
una
Quaresima s’accorse, che nella sua Parrocchiale g
dato, che quella Femminella fosse Moglie falsa, e vera Adultera, cioè
una
di quelle Comiche disoneste, che « thesaurisent s
e si possono pregiare del grazioso titolo di Signora. O che gusto per
una
Donna, si è, o che bella cosa l’andar ad una prin
Signora. O che gusto per una Donna, si è, o che bella cosa l’andar ad
una
principale città, ed essere talvolta incontrata d
cipi, e alla fine sperare di poter conseguir dopo la morte l’onore di
una
nobilissima sepoltura, come si legge della famosa
uattro soldi, ma di buone somme di pecunia; perché fanno per la parte
una
buona vita, mangiando, e bevendo del buono allegr
nelle scene. E quindi ancor avviene, che le Comiche stesse, quando in
una
città trovano qualche fanciulletta, nata da perso
con se. E degno di lacrime dolorose il caso, e la sventura occorsa in
una
città principale l’anno 1639. ad una Figliuolina
l caso, e la sventura occorsa in una città principale l’anno 1639. ad
una
Figliuolina di otto anni, che poverella sì, ma vi
irtuosa, recitava le feste ottimamente tutta la dottrina cristiana in
una
pubblica chiesa principale. La Comare sua, che l’
pagnie di Commedianti unite insieme con disegno di far le Commedie in
una
pubblica piazza per allettare il popolo a sentirl
e ferito nel cuore dallo strale della divina grazia in modo, che con
una
perfetta, e dolorosa confessione ritornò a Dio. M
quando quei Religiosi nel palco cominciarono a predicare, il capo di
una
di quelle Compagnie si risentì con parole non udi
a di neve: il tempo non molto buono: ed ecco scopre venirgli incontro
una
grossa cavalcata di passeggeri (seppe egli poi, c
ppellito. Intanto i compagni di quel Comico indiscreto, e crudele con
una
risata fecero applauso a quell’indegna azione, e
mico gli fece quell’affronto per averlo conosciuto essere soggetto di
una
Religione i cui Teologi, e Predicatori impugnano
alfine dei quali si porta intorno intorno per mezzo degli spettatori
una
tazza, domandando la mancia per la signora: ne ma
o solo, che alcuni alle volte se ne vanno tanto persi d’affetto verso
una
Comica, che impegnano infinoip le robe di casa,,
o per i loro disonesti disegni. L’anno 1639. Stavano certe Comiche in
una
città, facendo con i loro compagni le Commedie: q
ndo un Gentiluomo povero preso restò, e perso per l’impudico amore di
una
: ma perché egli aveva denaro; che è il cibo sapor
con casi seguiti: ora qui aggiungo questo solo. In un paese dimorava
una
compagnia di Commedianti, professori di onore, i
e nelle case. Molte procedono in quella maniera, nella quale procede
una
Comica principale l’anno 1640. dimorando in una c
, nella quale procede una Comica principale l’anno 1640. dimorando in
una
città governata da una Serenissima Principessa. E
na Comica principale l’anno 1640. dimorando in una città governata da
una
Serenissima Principessa. E per prova basti il seg
, dopo il quale avvicinandosi il Carnevale, con l’occasione di dovere
una
Domenica dire quattro parole dall’altare prima di
osamente. Così possiamo dire di quella, che l’anno 1639. dimorando in
una
città in tempo estivo, fu visitata da un Gentiluo
e in morte. »C. Uxaqueq. 12. q.2.Ma s’intende con alcune eccezioni; e
una
si è, quando il Marito non volesse tirare la Mogl
uando lo prese per Consorte, che egli, come Commediante, era per fare
una
vita vagante per vari paesi, senza avere stabile
e se ne burlano, e li motteggiano sfacciatamente. Non è molto, che in
una
città due Religiosi furono incontrati da certi Gi
onesto, svergognato, e vituperoso. Ed è questo. Saranno alle volte in
una
Compagnia di Commedianti una, o due o più Donne,
roso. Ed è questo. Saranno alle volte in una Compagnia di Commedianti
una
, o due o più Donne, accorte, belle, graziose, e p
della pudicizia con la batteria dell’oro e trovano doppia resistenza,
una
nella Comica, che resiste come onesta: l’altra in
che ve ne siano; come ve n’erano l’anno 1623. nel quale trovandomi in
una
Città, seppi, che passavano certi Comici con alcu
on alcune Comiche, e un nobilissimo Giovane, pazzamente innamorato di
una
, viaggiavano con loro; e oltre a grossi donativi,
di sozzi pensieri, e disoneste bruttezze; perché insomma nel volto di
una
Comica non è per ordinari o « castitatis conscien
apparenza tale, che senza nota di temerarietà si può giudicare essere
una
Donna impudica. Caietano scrive. « Mulier pulchra
lla, e impudica provoca viziosamente all ’affetto sensuale. Ed invero
una
Femmina, Comica di professione, perita dell ’arte
peciosa per artificio, e ornata con pompa, e con vanissima diligenza,
una
tal Femmina, dico, come non recherà gravissimo da
na di Filone la Natura ha concessoSerlog. vol. 3. in cant. agli occhi
una
gran forza di eccitare le fiamme dell’affetto amo
quatur. Can. si n. c. 5. S. Mat. » Filone avvisa, che gli occhi hanno
una
certa naturale parentela con tutti gli affetti, e
rta naturale parentela con tutti gli affetti, e quindi segue tra loro
una
scambievole mutazione; da che legge, che lo sguar
ille, nelle quali conservano un veleno molto potente. Ed io noto, che
una
sola occhiata basta qualche volta per rapire il c
e essendo uomo di tanta perfezione, rimase preso dalla prima vista di
una
bella donna. « Vidit mulierem, tulit eam »2. Reg.
condotto un giorno dal suo Superiore alla città, nella quale vide in
una
parte alcune Donne, che ballavano; e domandando a
to Giovanetto, che mai per avanti non ne vide alcuna, solo per averle
una
sola volta vedute, si sente ardere tutto con fiam
in affectum cordis. » Vataldo legge. « Oculis exeunt », quasi che sia
una
cosa medesima il mirare, e il peccare, attesa la
peccare, attesa la facilità, con che si pecca, rimirando l’aspetto di
una
bella Donna, e impudica, e provocando la divina g
olta contro loro voglia. Mi dichiaro con questo caso. L’anno 1638. in
una
Città dell’opulento Regno di Sicilia un Gentiluom
di quella santissima Congregazione Messinese. Questa Congregazione è
una
numerosissima radunanza di molte persone di varie
on uno zelo sfavillante di celeste ardore avvisa, che se tu vedrai in
una
parte eccitati gli applausi popolari per le sceni
rissime accidit. » Io mi astengo di rispondere a questa Obiezione con
una
lunga citazione dei S. Padri; quali ho citati alt
ne di disperazione, e di morte, benché per diverse strade, così per l’
una
, come per l’altra arriverai: e perciò, come molto
te è cosa peggiore mirar da lontano, che da vicino: perché da lontano
una
faccia, abbellita con arte, sembra qualche cosa v
ta da vicino, si scopre stibiata, infarinata, incrostata, e simile ad
una
vera dipinturajn, o mascherone ; con la quale app
l pensiero della fornicazione, e del peccato. Io rispondo, che quando
una
Comica è bella, fa impazzire molte volte qualche
tro modo irragionevole, peccano mortalmente. Rispondo inoltre, che se
una
Comica è brutta, forse non tutte le Comiche della
on tutte le Comiche della sua Compagnia sono brutte: e alle volte con
una
brutta, e vecchia padrona compare una bella, e gi
a sono brutte: e alle volte con una brutta, e vecchia padrona compare
una
bella, e giovane servente, e qui corre il detto v
tojp. « Contraria iuxta se posita magis elucescunt. » La bruttezza di
una
fa maggiormente spiccare i lampi di beltà nell’al
iormente spiccare i lampi di beltà nell’altra. Ma poniamo, che vi sia
una
Comica sola, e che sia brutta al parere di uno: i
at ex sine mortaliter malo. » Concludo con ricordare, che molte volte
una
Femmina anche brutta fa dar nelle pazzie un Genti
no, seguì da Napoli a Roma, e indi ad un’altra principalissima Città,
una
Comica, veramente agli occhi dei Savi brutta, ma
avi brutta, ma alla vista di quel misero tanto vaga, che gli sembrava
una
bellissima Semidea. Insomma non stima brutto l’am
ato viso, chi l’ama troppo sregolatamente. Ma se di rado avviene, che
una
Comica brutta piaccia molto; certo è, che spesso
che una Comica brutta piaccia molto; certo è, che spesso occorre, che
una
bella, e molto piaccia, e molto nuoca alle anime
ornata, e tutta vana nel banco, o nella scena. Oggetto di tal fatta è
una
Medusa per il danno di molti: e molti si impietri
rpi, onde può servire a noi di simbolo, per avvisarci, che il capo di
una
teatrale Medusa, cioè di una Comica, e molto più
i simbolo, per avvisarci, che il capo di una teatrale Medusa, cioè di
una
Comica, e molto più la faccia di lei, e la person
subito risentimento contro l’onestà: che ci cagionerà poi la vista di
una
Comica bella, ornata, e vana; se l’animo nostro f
graziosa nel trattare, dolcissima nel canto ? Farà, credo, ss stessa
una
rete infernale, per allacciarvi dentro moltissimi
lli modi di un’accorta, e graziosa Donna contro il bene universale di
una
Città intera. Ho sentito raccontare per bocca di
ontare per bocca di un degnissimo Religioso, nobile Messinese, che in
una
Città principale del fiorentissimo Regno di Sicil
in una Città principale del fiorentissimo Regno di Sicilia si trovava
una
famosa comica, la quale, dopo aver posto sottosop
te pericolo dell’eterna dannazione. Io con le mie grazie ho cagionato
una
disgraziata infelicità a moltissime anime: che pe
iaro specchio, in cui possiamo vedere la forza, ed efficacia, con che
una
Donna teatrale nuoce a molti con il solo modo gra
ca fermezza possono trovare i sinceri costumi, e le virtù decevoli ad
una
cast Donna; onde non sarà temerarietà il giuducar
un giorno udì a caso un Mimo, credo un Salimbancojy, il quale cantava
una
certa storia, che esprimeva la conversione di S.
ranno le mura dei costumi virtuosi: e la buona cittadinanza diventerà
una
cattiva abbondanza d’iniquità. Ma se il canto dis
ana, e Comica impudica ? Nuocerà per certo gravemente a molti; e sarà
una
parte d’infezione molto perniciosa; e la Donna ca
ma presa dal Diavolo gli serve da mezzana per allacciarne altre: come
una
pernice dall’uccellatore gli diventa esca e allet
trame dice chiaro. Senz adubbio potrà far colpo il vezzoso parlare di
una
bellissima Comica, discorrendo d’amore con l’aman
stesso, per vedere, che cattivo effetto cagioni nel suo cuore l’udire
una
pestilente, e diabolica cantilena proferita da un
suo cuore l’udire una pestilente, e diabolica cantilena proferita da
una
Femmina teatrale. « Temet ipsumHom. 2. in Math. t
ta, e direbbe il Nazianzeno. « Malorum feminum mala seges », questa è
una
raccolta rea da rea semenza. Ed un nobile Satiric
adri, ma di più per avviso di ogni giudizioso. Natal Comite scrive di
una
Donna chiamata Empusa, che si trasformava in vari
di modo, che pareva un Proteo. Ma Luciano afferma, che per verità era
una
Ballerina triste, che con vari, e impudichi gesti
dei moderno Comici, che professano modestia. Beltrame testifica, che
una
gran Donna, Signora di santi costumi, dopo aver s
i ricevono per la consuetudine, che in questa parte non pare, che sia
una
corruttele; e dai balli si prende occasione di ce
nesto racconro, narratogli da un soggetto della Religione. Era, dice,
una
Femmina di costumi troppo licenziosi; godeva di t
ella vita indegna, che chiamare si poteva degna morte, e morte rea di
una
meritata pena sempiterna. Tutti gli spettatori di
re, che renda l’animo abominevole con maggior bruttezza. Ebbe ragione
una
volta un Servo di Dio nella Città di Siracusa di
apuccini di risolversi a porre efficiace rimedio allo scandalo che in
una
Città principale, ove egli l’Avvento predicava, e
una Città principale, ove egli l’Avvento predicava, era cagionato da
una
Comica Saltatrice vestita da uomo; vi rimediò pre
comparire con me alla loro miseria. Ma non so, se il buffone, mentre
una
di queste salta, e tripudia nel pubblico, egli ma
on il solo ricordoki resto addolorato, e convinto pienamente, che era
una
grandissima oscenità quel tripudio di salti zazze
rché mentre scrivo quella materia, intendo da testimone di vista, che
una
Donna, vestita da uomo salta pubblicamente, e bal
to da un gravissimo Religioso, testimone di vista, che in Germania fu
una
Donna di nobilissimo casato, e di riguardevole be
e beltà, ma superba, vana, e molto desiderosa di comparire; ssembrava
una
capitana della donnesca pompa, e vanità; ballava
saltar, o a far altri giuochi nel pubblico Teatro ? La Comparsa di
una
lasciva Comica nel pubblico Teatro per dilettare
licenza darsi in preda a licenziosi piaceri. Come l’anno 1634. faceva
una
Meretrice, la quale vestita da uomo viveva nella
ruoso. Come il Filosofo dice, che la Natura pecca nelle produzione di
una
cosa, quando non la produce fornita con le sue so
ne del numero di quelle, che assolutamente considerate portano con se
una
certa deformità, ovvero disordine: e nondimeno di
o questo mio detto nel caso della leggerezza, per cagione della quale
una
donna alle volte si veste da uomo senza altra cir
cilius meretricandi; ut patet per Gloss. et Arch. Ibi », come occorse
una
volta, che di mezzo dì fu veduta una Meretrice us
ss. et Arch. Ibi », come occorse una volta, che di mezzo dì fu veduta
una
Meretrice uscire, da una porta principale di una
occorse una volta, che di mezzo dì fu veduta una Meretrice uscire, da
una
porta principale di una Città, ove l’aspettava un
i mezzo dì fu veduta una Meretrice uscire, da una porta principale di
una
Città, ove l’aspettava una carrozza di Giovani la
retrice uscire, da una porta principale di una Città, ove l’aspettava
una
carrozza di Giovani lascivi; e giunta si trasse t
zione dei Giovani poco virtuosi che moltissimi di loro al vagheggiare
una
bella, e graziosa Comica in farsetto, e che salta
o per l’Italia, nel mese d’Aprile si trattenne con i suoi Compagni in
una
principale Città, per guadagnare saltando, e proc
dute da tutti, ella scendeva dalla corda, cessava dai salti, prendeva
una
tazza in mano, e arditamente si cacciava tra la m
oglio accennare solamente uno; ed è, che non solo la vista attuale di
una
Comica ferisce l’animo con i peccati nel Teatro;
ne, che disse di avere commesso moltissime iniquità per il ricordo di
una
Comica già veduta nel pubblico banco di una piazz
niquità per il ricordo di una Comica già veduta nel pubblico banco di
una
piazza. Il mirar una Donna, molte volte è un succ
o di una Comica già veduta nel pubblico banco di una piazza. Il mirar
una
Donna, molte volte è un succhiar il veleno; e se
morte spirituale. Fu prudente la risposta data dall’Abate Arsenio ad
una
Donna, che lo pregava a tener memoria di se nelle
al mio cuore il ricordo della sua persona. Non tutti al ricordarsi di
una
Donna già veduta, e tentati per tal ricordanza, p
hia, il quale combattuto dal Demonio con la memoria della bellezza di
una
Femmina veduta, udendo, che era morta andò al sep
a la piaga del cuore non se ne vola prestamente; come succede, quando
una
Cerva è trafitta con dardo in qualche parte vital
pere, tamen ipsa per se perit. » Nello stesso modo l’anima colpita da
una
lasciva saetta per la curiosità dello sguardo, be
crudeli scorrerie dei diabolici Ladroni: sarà oggetto lamentevole con
una
più che tragica lacrimazione. E quante volte occo
e volte occorre, che di passaggio, e casualmente uno mira sul balcone
una
donna, e qindi, come da fiamma, concepisce favill
ne segue un miserando incendio ? Ho conosciuto un Gentiluomo, che per
una
vista casuale, poco avvertita, e meno stimata, si
ndi col tempo giunse ad uno stato, che egli tutto dolorosokt chiamava
una
quais mortale impossibilità di levarsi dal lezzo
la Femmina adornata con negligenza, e mirata per caso accidentale in
una
piazza, spesso ferisce il suo troppo curioso vagh
esso gli altri Santi Dottori, intorno al mirare in scena, o in banco
una
Comica ordinaria, e piena di lascivi allettamenti
rsone; e che questa comparsa femminile è uno stratagemma del Diavolo,
una
rete dell’Inferno, e un manifesto precipizio dell
occhio lusinghiero, di un riso vezzoso, di un portamento leggiadro di
una
bella Dama, che di quanti discorsi si facessero m
qundo vedono comparir le Comiche belle, e vezzose ? L’anno 1641. andò
una
Comapgnia di Comici ad una principalissima Città
miche belle, e vezzose ? L’anno 1641. andò una Comapgnia di Comici ad
una
principalissima Città d’Italia, per farvi le soli
provocativi efficacemente alla disonestà, è uno scandaloso eccesso, e
una
manifesta oscenità, prima di sufficiente ragione,
a di un bel soggetto. Dico poi al luogo di Beltrame, che l’ingegnarsi
una
Donna di essere amabile non è cosa riprensibile,
gli dotato d’intelletto, e di giudizio, può intendere, e giudicare di
una
cosa bene, o male secondo le regole della cristia
fatto seguece del senso, che non attende alle astrazioni, per essere
una
potenza materiale, e poco sollevata. Ma forse qui
e tra di loro per stretta amicizia connesse, ne segue, che quello che
una
per mezzo della cognizione apprende, e intende pe
oco onesto: molto più difficile elle sarà, udendo recitare, e vedendo
una
Rappresentazione di poca onestà: poichè l’azione
diciamo nel caso nostro; poichè si corre ad udire, e si gusta più di
una
Commedia oscena, e di un ragionamento amoroso, ch
ionamento amoroso, che di un discorso Accademico divirtù morali; o di
una
predica di santità fatta con grande artificio da
ffectus est. » E l’uomo appassionato non è buono a giudicare. Anzi in
una
passione veementissima, dice questo Teologo, l’in
trodurre i Giovani vestiti da Donne nel Teatro ? Questa difficoltà
una
volta propose a me un Comico principale, e da alt
molto rea di cercare pastura per la lidibine: come appunto io intesi
una
volta in una città fuori d’Italia, che un certo l
cercare pastura per la lidibine: come appunto io intesi una volta in
una
città fuori d’Italia, che un certo lascivo amante
tidio, e senza molto stancare la pazienza di chicchè sia. E bene vera
una
cosa, e questa non la tocca Beltrame, la voglio t
il ricordo di tali abbigliamenti, e acconciature. Un caso non stampa
una
regola per tutti universale, ma può servire di bu
virtù segnalato, e di età ormai senile, e grave, si trovò assalito da
una
pericolosa infermità, per la quale giunse « ad po
da me è stato approvato, che un Giovane vestito da Donna rappresenti
una
Femmina, tutto che buon sia, virtuosa, e santa. C
n principalissimo Signore, e di molta giurisdizione, che si recitò in
una
città il Pastor fido; comparve sotto nome di Donn
p a passeggiare. Ma non fu meno grave un altro accidente, seguito per
una
spirituale Rappresentazione. Si facevalq con sole
q con solennissimo apparato un bel Recitamento per onore, e gloria di
una
Vergine, Martire gloriosa; ed ecco, che un Giovan
un Giovanetto, benché sia un nuovo Narciso di pudico affetto, e quasi
una
verginella Rosa di casto amore. L’occasione apre
ne amorosa ? Temo che forse potrà cagionar rovina, che la comparsa di
una
vera Donna; e però potrà rendersi meritevole di p
nna, e comparvero con belle maniere, e con graziosi modi: qunado ecco
una
miseria Teatrale di gran sventura: uno dei tre si
ecco una miseria Teatrale di gran sventura: uno dei tre si accosta al
una
torcia ardente, per meglio accomodarla e subito g
a torcia ardente, per meglio accomodarla e subito gli salta in faccia
una
quantità di quella fiammante materia così, che gl
lte il popolo alla Commedia con questa invenzione. Saliva in banco in
una
piazza con far comparire un gran veligione, in cu
rimo jha bisogno di due minestrine per riempirsi; e questo secondo di
una
. Orsù Signori pagatemi un bolognino per uno; e ve
rangitur; nunc temulentus in Cibilem) » e quando voleva rappresentare
una
Donna, non si vestiva da Donna: ma faceva sentir
o. Questa fi la ragione, che l’anno 1638. mi recò un gran Signore; in
una
principalissima Città, per giustificare, che le C
e fingendo in Teatro, rendi adulteri i popolo spettatori: tu solo con
una
sola Femmina rimarresti ingannato, e non inganner
ramento, usino la finzione del negozio sacramentale del Matrimonio: è
una
coperta finta, e burlesca, ma tale, che si scopre
l Matrimonio: è una coperta finta, e burlesca, ma tale, che si scopre
una
vera indecenza del Sacramento. S. Tommaso vuole,
iani, e professori di modestia. Il S. Sacramento del Matrimonio non è
una
cosa della Chiesa, e delle Fede ? Si. Voi fingend
o con i gridi, con i plausi, e con le risate degli Spettatori ? Disse
una
volta un Gentiuomo intorno a certe Rappresentazio
ccato: perché rappresentano un Matrimonio; e il tutto si conclude con
una
risata grassa grassa. Ed io dico che con quel Mat
e questa difficoltà di rappresentare un Matrimonio: perché come disse
una
volta in Messina: un Professore di Teologia, ques
come disse una volta in Messina: un Professore di Teologia, questa è
una
delle più principali obiezioni intorno a questo o
e di più insolita alle persone onorate. E chi vide mai un Giovane, e
una
Donzella a paralre insieme d’amore, senza i debit
mamente di quelle di Plauto, e di Terenzio; come spesso vi trova, che
una
Fanciulla onorata si conduca a trattare in pubbli
estare il tutto con il fine di un finto Matrimonio. Questa finzione è
una
vera disposizionepag. 170. al distruggimentomg de
co, come in Giovane ottiene, tatti, e baci, e altre cose peggiori, da
una
Donna, quale poi alla fine riceve per Moglie. Ma
ate Efrem. Egli passava un giorno per certa strada, nella quale stava
una
pubblica Meretrice, che tosto, a persuasione di c
biasimo, come che si abusino dell’Arte, il cui fine è di giovare con
una
dilettevole, modesta, e virtuosa Rappresentazione
d io dico, che i Comici osceni lo girano in male;perché la Commedia è
una
tomba di suono spaventoso ai peccati, e di grazio
uo vituperio; e con l’esborso del piacere altrui comprò a se medesimo
una
ragione di molto disonore. Credo, che basti il de
di buon guadagno. L’anno 1638. mi narrò in Sicilia un Comico, Capo di
una
Compagnia, che egli una volta con i suoi Compagni
1638. mi narrò in Sicilia un Comico, Capo di una Compagnia, che egli
una
volta con i suoi Compagni si trovava in una princ
i una Compagnia, che egli una volta con i suoi Compagni si trovava in
una
principalissima Città d’Italia; ivi fu loro avvis
ssima Città d’Italia; ivi fu loro avvisato, che facessero due Azioni,
una
modesta, l’altra di quelle d’altra fatta. Le fece
avi, e daisacri estimatori: e quando il sentiero si dice luminoso per
una
, o due lampade accese, vi è bisogno di chiamarsi
ne, che le Commedie dei nostri tempi non siano oscene, benché abbiano
una
, o due, e anche tre Donne; e che queste compaiano
mparsa delle Comiche, palranti lascivamente d’amore in scena, non sia
una
oscenità, rispondo, che tal detto, ovvero suppost
na secondo la qualità, e uso comune della persona, che rappresenta in
una
modesta Commedia, Tragedia, Pastorale, o altra Az
rminati; perché sarebbe troppo gran peso; e troppo dur acondizione ad
una
Comica virtuosa, che non potesse esercitare l’art
decenza della persona, che da lei viene rappresentata onestamente in
una
lecita Azione. Se l’ornamento della Donna, dice C
si dal farsi vedere pubblicamente ornata, ed abbellita rappresentadno
una
Fanciulla, una Regina, o altra Femmina secondo la
dere pubblicamente ornata, ed abbellita rappresentadno una Fanciulla,
una
Regina, o altra Femmina secondo la parte, che le
pressamente insegna Castro Palao con Sanchez, e Bonaccina, dicendo ad
una
Donna. « Si tuo facto, quantumuis pravo, scias, v
oro Parteggiani: mentre dicono, che se bene si tratta quelle Commedie
una
materia lasciva, e disonesta, nondimeno gli Audit
ficherebbe la lor Comparsa ? Non è tutto oro quel, che si causa da
una
miniera d’oro, né tutto è sostanza di perla ciò,
he si chiude nella Madre perla. Platone secondo me paragonarsi può ad
una
ricca vena di aureo metallo per la preziosità del
na ricca vena di aureo metallo per la preziosità del suo sapere; e ad
una
doviziosa conchiglia per la candidezza dei suoi g
no da ogni errore. Alcuni per difesa delle mercenarie Comiche muovono
una
difficoltà, che chiamare si può la Platonica, se
alro i suoi innamorati. Significa forse un’amore virtuoso, fondato in
una
certa buona moralità, e civile credenza ? Ma ques
n pratica ? Quanto è pericoloso ? Quanto è raro ? Confessare di amare
una
bella Donna, e dichiararsi con parole affettuose,
benché vi parlino di materie amorose con maniere poco modeste; perché
una
tal levata è argomento ditroppa severità, e per c
iarsi col parere di tanti, e tanto qualificati presonaggi. La luce di
una
minuta stella perde il suo chiarore in faccia di
o era galantuomo, e virtuoso, il quale col solo alzar di un occhio ad
una
Femminella, che stva sulla finestra, contrasse fu
covato, che pochi anni orsono, mi disse, dopo aver letta, e ponderata
una
mia scrittura. Io mai più comporterò, che la Donn
o di veder scritture contrarie al suo volere, professando con i fatti
una
viziosa ignoranza: l’esempio di un tal’uomo, trop
troppo appassionato, non deve allegarsi per autenticare, ed onestare
una
cosa illecita: ed alle volte si trovano persone g
qualche Comico mi ha confessato d’averne trovato di tal fatta più di
una
volta. Ma io dico, che in tal caso i Teologi tacc
ato mortale; perché almeno è, per non dire cosa di maggior vantaggio,
una
molto grande ignoranza affettata, grassa, e supin
te Teologo, ed apportò varie ragioni a favore di quell’impedimento: e
una
fu, che non tutti i Dottori erano del senso del T
riore non poteva citare alcun Dottore; benché supponesse poterne fare
una
lunga citazione di molti. Io minimo tra i Dotti p
e di questo officio, dico, che il Confessore rappresenta due persone,
una
di Giudice, e l’altra di Medico: e i Principe alt
cora egli Curiale, e Cortigiano. E finalmente si mostri tale, che con
una
vera umiltà, e santità abbia congiunta una modest
te si mostri tale, che con una vera umiltà, e santità abbia congiunta
una
modesta libertà di avvisare il Principe;nè tema d
a humilitate »; come ne avvisa Clim. E quando l’umiltà si collega con
una
buona ragione, impietra facilmente, che le medesi
issimo, e fioritissimo Regno manteneva a spese sue, e d’altri Signori
una
numerosa, e principalissima Compagnia di Commedia
per non dare ombra, benché minima, di censurare i Superiori, compose
una
scrittura con ragioni, parte di convenienza, e pa
ccorre spesso, che uno incontra per caso in piazza, o trova in Chiesa
una
Donna, non lascivamente acconcia, la mira con cur
perché chi da licenza di salire in banco, o di comparire in scena ad
una
Donna vana, da occasione agli Spettatori di coope
ommaso 2. 2. q. 167. 2. 2. c. E quanti pochi sono quelli, che vedendo
una
Donna vana, e vanamente ornata in banco, o in sce
Donna provoca, chi l’ode, a disonesto amore: che sarà dunque il veder
una
Donna vana, e udirla parlare di quelle cose, che
on posse permittere. » E aggiunge. « Tam perniciosum malum uno verbo,
una
scheda tollare Princeps potest; et quia tam, faci
re, se vogliamo vivere, e morire nella Fede di Cristo. Questo inculcò
una
volta il P, Bonaccorso Predicatore Sicliano della
acorta in un suo trattato manoscritto. E Carlo V. santamente pubblicò
una
costituzione « de iis expellendis », la quale p r
n tutta la persona un perfetto decoro, quale spetta, e s’appartiene a
una
perfetta Commediante. Sin qui il Garzoni. Ma io r
rre questo uomo erudito intorno al Ridicolo: e io ne inserisco che se
una
vecchierella, o una Fanciulla serva, ovvero una N
ito intorno al Ridicolo: e io ne inserisco che se una vecchierella, o
una
Fanciulla serva, ovvero una Nutrice compare a far
o ne inserisco che se una vecchierella, o una Fanciulla serva, ovvero
una
Nutrice compare a far modestamente ridere gli Spe
à talvolta un dotto lodare precisamente la finezza dell’Arte, con che
una
persona iniqua, e scellerata offende Iddio peccan
omina quattro donne eccellentissime nel recitare, e le contrappone ad
una
Commediante tanto infelice nel recitamento, che l
a nessun Teologo, credo si possono scusare da peccato mortale: poichè
una
lasciò recitando in un mare di pene il cuore di u
i stima, essere verissimo, che bene spesso un fatto, un gesto, ovvero
una
parola d’oscenità, e d’immodestia in una licenzio
o un fatto, un gesto, ovvero una parola d’oscenità, e d’immodestia in
una
licenziosa donna cagiona sdegno, e odio nel cuore
dice male Beltrame, dicendo, che le pare, che la modestia solamente d’
una
bela Fanciulla sia più atta a fare piaga in un cu
piaga in un cuore, che il licenzioso volto, o premeditato discorso di
una
Comica. Ma io dico, che più, che una bella, e mod
volto, o premeditato discorso di una Comica. Ma io dico, che più, che
una
bella, e modesta Fanciulla, sarà atta ad impiagar
nti sguardi, con vezzi di bocca ridente, e con le potenti lusinghe di
una
persona tutta ben composta, e tutta fatta, per es
perniciosamente rovinosa amolti deboli della cristiana perfezione: e
una
bevanda avvelenata, ma dolcemente zuccherata: con
simo, che tutti gli altri eseguissero nella propria giurisdizione con
una
Politica, con una santa Politica, e prudente imit
i altri eseguissero nella propria giurisdizione con una Politica, con
una
santa Politica, e prudente imitazione. Io so di u
della debolezza di spirito di moltissimi Uditori, risponderebbero con
una
totale proibizione. E certo fondatamente; perché
ai quali tocca la regola più della pratica, che della speculativa per
una
parte, e per l’altra non vi è alcuna probabile op
le alla sacra Congregazione dei Vescovi, e faccia istanza, che scriva
una
lettera a tutti i Superiori Ecclesiastici princip
o di professione di Scettici, peccheranno mortalmente, rappresentando
una
Commedia spensierata; ma non incorreranno le altr
censurato, e sospeso. Pag. 225, 226. Arsenio non voleva ricordarsi di
una
Donna. Pag. 171. Artificio da pochi è distinto da
mmodesti. Pag. 12, 13. consultava con molti Dottori. Pag. 15. Carlo V
una
Costituzione di cacciare i Comici. Pag. 250. Al C
131. Non si ammetteva in Teatro cinquant’anni prima. Pag. 229. Vista
una
sola volta rovina. Pag. 227. Non si vesta da uomo
Ferdinando II Imperatore per un atto brutto impedì il recitamento di
una
Commedia. Pag. 34. Filippo II proibì le Commedie.
, o no con i Comici. Pag. 42, 43. Sig. Card. Giovanni de Lugo approva
una
dottrina dell’Autore. Pag. 243. P. Gio. Paolo Nav
ag. 24. Quante bastino a fare oscena la Commedia. Pag. 30. E se basti
una
mortale. Pag. 31. La passione impedisce in giudic
di pensiero. Pag. 135. Piacere esca dei vizi. Pag. 91. Plauto scrisse
una
Commedia modestissima. Pag. 190. Il popolo vuole
0. Il popolo vuole la comparsa delle Donne. Pag. 92. Predicatore fece
una
fruttuosa passata contro le Commedie oscene. Pag.
cene. Pag. 37. Un altro contro alcune donne nobili, che volevano fare
una
Rappresentazione 72. Principe Il buono non permet
inal: di. cd. [NDE] Comprendre: ricavo. ce. [NDE] Comprendre: come
una
. cf. [NDE] Original: sopra nomato. cg. [NDE] Co