torno a’ Composi-tori, Lettione, e Recitamento di poca honestà. E di
più
Giuditio, che si può fare di quelle Commedie, che
, e arsi in modo, che, né Comico verunob, né veruno Spettatore, gusti
più
rappresentare, né di mirare nel moderno, e cristi
loro fine hanno scritto, e parlato contro le Commedie Oscene, occorra
più
scriverne, o parlarne. 214. P. 5. Si narra un Suc
li riprendono. 231. P. 12. Se gli Scrittori non condannano molte Arti
più
infruttuose, che l’Arte Comica, perché scrivono t
ria del Monaco nella sua Parenesi. Clas. 7. 248. P. 16. Di altri Casi
più
moderni, e sentiti da persone degnissime di piena
cinque Libri, co’ quali s’espongono le sentenze de’ Teologi anche le
più
benigne, ma sicure per le coscienze de’ virtuosi
ndono 53. Alcune fatte per rigiri 55. Le mercenarie perché biasimansi
più
, che l’altre 51. 52. nuocono 59. La modesta è lec
olo, o argomento. E poi immodesta in altro 70. l’oscena è proibita in
più
modi 183. da Filippo II 37. poi quel Re concesse
uasi da tutto il Mondo 41. Non vero 42. 43. La Mercenaria diletta per
più
ragioni 44. Da poca spesa 49. Piace troppo ad alc
n finestra 170. La modesta non s’esclude dalla scena 170. L’immodesta
più
nuoce recitando, che stando in finestra 170. 171.
ioni 25. 26. 27. È usata da’ Comici per piacere agli Ignoranti, e per
più
guadagnare 156. 157. e per esser tacciato di fred
Uno invece di disdirsi per avere predicato contro le Commedia oscene
più
le biasimò 251. 252. Aiutato da Dio fa frutto 216
lo 190. Proibizione si deve fare delle Commedie oscene 92. È fatta in
più
modi 183. Non giova a lungo tempo 194. Protettori
è scritto 62. Re ripreso in una Commedia Satirica 207. Recitamento è
più
efficace, che la Lezione 179. Più diletta 180. Re
ommedia Satirica 207. Recitamento è più efficace, che la Lezione 179.
Più
diletta 180. Recitante morto subito nel principio
n’epistola disc., dice un moderno dottissimo, e eruditissimo, fu uomo
più
severo, che beffatore: nondimeno nel caso della m
iplina, che ogni dì si andava di male in peggio; e che non si cercava
più
, come si dovessero fuggire i vizi i ma come si do
ens e monte vidit Moses c. 32. 6. », come nota il P. Cornelio; ma di
più
con impurità fornicarie onde alcuni Rabbini espon
ut spurcus, aut cachinnos et dissolutiones excitans ». Et aggiunge di
più
, che il gioco è « indecorus », contro il decoro,
o per le pubbliche piazze la contagiosa messa del vizio, corrompono i
più
lodevoli costumi, non ardivano più di infettar le
iosa messa del vizio, corrompono i più lodevoli costumi, non ardivano
più
di infettar le piazze di Vicenza » ; però che Fr
attenimento. Dunque non ha valevole forza la consuetudine; o, per dir
più
vero, l’invecchiato abuso, e corruttelaag delle o
questa verità. L’Eminentissimo Cardinal Paleotto ci apre la strada di
più
breve risposta intorno a questo antico uso. « Nov
tto, e gran Cardinale dico, che l’abuso delle Commedie oscene, quanto
più
antico si è, tanto maggiormente si deve abominare
scandalosa delle Commedie; perché non si permette a fine di schivare
più
grave male; poiché o tal male non si schiva, ovve
. Aggiungo: i mercenari Comici, Attori di profane Azioni, sono per lo
più
di vita infame, e scandalosa, e fanno quell’Arte
Patrum, et antiquam Ecclesia consuetudinem introducta sunt. » Noto di
più
, che nelle Azioni sacre, fatte da persone onorate
oso, e abominevole miscuglio di uomini, e vere donne recitanti: ma al
più
si fanno comparire Giovanetti vestiti da donna, e
di alcuni Teologi, e anche dal P. Diana tra le sue Risoluzioni: ma di
più
per stimare verissima l’opinione contraria, la qu
glio aggiungere qui altro di quello, che segue a dire ivi quel Comico
più
lungamente; perché basta ponderare il detto, e da
un Gentiluomo quel Ciarlatano, che gli dicesse. Signore datevi una, o
più
ferite mortali nel petto, che io vedròax di sanar
Io non m’oppongo al vero; poiché il lodato Pietro de Gusman, e molto
più
efficacemente, e a tutto rigore scolastico Pietro
levare della cristiana Repubblica le Commedie volgari non modeste. Di
più
nota pur il P. Alegambe, che Giacomo Alberti Spag
ariete per battere, e abbattere, o almeno far malamente crollare ogni
più
salda, e ben fondata Rocca di un pudico cuore. L’
caldo affetto di Cupido, e con tale eccitamento delle sue fiamme, che
più
persone spettatrici, tutto che vi stessero quasi
on tanta vivezza, che la disonestà compariva smascherata, e indecente
più
di quello, che si scorge nelle oscene Azioni ordi
torbidato, e dice con piacevole querela. « Con tutto ciò vi è, chi ha
più
diletto d’intorbidar tal’onda, che non ebbero i v
ontici, Britanni, Arabes, Æthiopi, Palestini, Amonita, Hebræ, anzi di
più
Galli veteres despexerunt. Massilienses nullum ad
lto tardi « Romam invecti sunt Ludi Scenici corruptis iam moribus » ;
più
di quattro cento anni vi sparse i suoi odori la s
le musiche, gl’Intermedi, e le macchine sono spese, e fatiche, fatte
più
per dilettare, che per giovare. Io so la sentenza
Nota prima Della Novità. Suole la novità delle cose essere per lo
più
feconda genitrice di gratissimo piacere; onde que
te, recano diletto a’ popoli con la novità; alla quale si aggiunge di
più
la rarità perché gli Spettacoli della Scena non s
cose nuove, e rare servono di gustoso beveraggio a’ sitibondibg, che
più
felici dell’infelice Tantalo veggono e assaporano
27. del suo Discorso. A cui io aggiungo, che i valenti Recitanti per
più
dilettare, eccitano di maniera in se gli affetti,
rra de’ ponti, e in altri simili, la folla alle volte ne ha soffocato
più
d’uno. I fuochi artificiati a tal’uno lasciano br
ltri la vita. lo schermire, il danzare, e fino il giocosa da burla, è
più
pericoloso dell’udir Commedie. » Così discorre Be
ie. » Così discorre Beltrame, e replica le stesse cose nel c. 60. con
più
recise forme di parole; come può vedere, se vuole
ia si collega con lo sforzo del Demonio, e fa, che egli renda, quanto
più
può, gradita, gustosa, e dilettevole la mercanzia
eccati di oscenità, almeno col pensiero nel Teatro, e poi altrove con
più
gravi maniere per la ricordanza: questo altro non
. 43. è quasi ragion di stato Economico; poiché ogni passatempo costa
più
della Commedia. L’inverno con quella poca moneta
oscene, che da in simile insania, e mostra di aver posto uno de’ suoi
più
principali gusti e trattenimenti nell’udire le Te
e se ne fanno per alcuni rigiri. Ora se le nostre con minor interesse
più
riguardo, e senza altro fine, che di procacciarsi
asimar le nostre, e non le altre? » Così discorre questo Comico, e di
più
propone contro di sé alcune risposte, e si sforza
imili Cittadini posso riuscir, non solo cattive, ma anche peggiori, e
più
perniciose, e scandalose, che le oscene de’ Merce
ini; e le dicano a loro modo, e capriccio, e con quegli equivoci, che
più
gli garbeggiano; e ciò segue, perché dicono molte
ie. Ora che scandali, e che peccati possono seguitare, e seguitano le
più
volte, con l’occasione di quella moltitudine di t
malvagi discepoli peggiori; e però i detti Comici sono meritevoli di
più
acre vitupero, come Attori di Commedie più pernic
Comici sono meritevoli di più acre vitupero, come Attori di Commedie
più
perniciose. Io però non giustifico l’errore de Gi
atro, udendo, che certi Giovani facevano Commedie poco modeste, disse
più
volte a più persone, che quelle erano più pernici
, che certi Giovani facevano Commedie poco modeste, disse più volte a
più
persone, che quelle erano più perniciose, che le
ommedie poco modeste, disse più volte a più persone, che quelle erano
più
perniciose, che le mercenarie. E contro tali molt
biasimano le dette tre sorti di Commedie; perché si riprendono per lo
più
, quando sono degne di riprensione: e se tal volta
con che Beltrame dice, che le sue Commedie Mercenarie siano fatte con
più
riguardo all’onestà, che quelle di certi Giovani;
te conclude quel capo dicendo. Insomma a me pare, che la Commedia sia
più
tosto spada contro il male, che scudo contro il b
edia sia più tosto spada contro il male, che scudo contro il bene. Di
più
egli nel c. 16. mostra diffusamente, che le Comme
ne, e non recano alcuna utilità: e noi possiamo aggiungere, che molto
più
conviene guardarsi da quelle, che sono poco modes
enza la debita Moderazione: come ho dichiarato, e appresso dichiarerò
più
diffusamente. Ora torniamo a lui. Vi è, chi dice,
o necessario, onde non fanno migliori, ma peggiori gli Ascoltanti. Di
più
dico, che non si deve, né si può rappresentar ogn
é la Rappresentazione di alcuni Vizi; è scandalosa; e però essa nuoce
più
veduta, che non giova il castigo rappresentato. E
lti, i Vizi lascivi massimamente rappresentati troppo vivamente, e in
più
parole, gl’innamoramenti disonesti, i pubblici ru
che? Senti un giorno dirmi da un prudente, e grave uomo. Io non torno
più
ad udirlo: predica in modo, che insegna le malizi
malizie: addottrina nella maniera di far l’amore: no no, non vi torno
più
. Aggiungo, che li Scrittori stessi de’ casi di co
rte cose eccitano specie turpi, e efficaci motivi al peccato. E molto
più
cautelatamente si deve procedere nel leggere i li
la Commedia oscena insegni il bene, se la sua viva Rappresentazione è
più
efficace ad insegnar il male, che non è l’imprude
e io dico troppo, mi riporto alla censura, e al sentimento comune de’
più
sensati, e virtuosi; e chi segue cotal sentimento
ntica querela delle persone zelanti contro Comici Mercenari; che sono
più
perfette quelle Città, o terre, ove non vanno i C
ma ove soggiornano i Comici osceni, si pecca per que’ rispetti, e di
più
per li molti, e molto efficaci impulsi nascono da
molti; e da questi molti si fanno per ordinario in una medesima Città
più
peccati nel tempo, che vi dimorano i Comici moder
gono i Viziosi, ma li fomentano e li fanno comparire brutti mostri di
più
sfigurato visaggio, e di più sparuta figura. E la
no e li fanno comparire brutti mostri di più sfigurato visaggio, e di
più
sparuta figura. E la ragione si è, perché il giov
o, e a quello attende, e impara molte bruttezze, e iniquità. Dichiara
più
diffusamente questo punto il P. Famiano Strada L.
media intitolata, Opera bella, e grave, non solo è tollerabile; ma di
più
è lodevole molto, e molto amabile. E io godo di a
Venerdì Azioni chiamate Opere; acciocché per tutte le Città, e Paesi
più
facilmente sia loro concessa licenza di recitare
dare a vedere, e godere quello Spettacolo, vi peccano, e ripeccano in
più
maniere: e dove stimano trovar il diletto di quat
e in ginocchioni dicendo. « Padre non m’abbandonate, che io non andrò
più
alle Commedie ». Così propose, mantenne il propos
gravemente e cagionano grave rimorso a’ Penitenti, e a me piace molto
più
l’esempio di questi, non però condanno quelli, ch
sentenza, e seguitando la contraria assolvere condizionatamente. E di
più
si cerca, se io sia tenuto a fare così; altriment
7. de Penit. Sect. 3. Il secondo Teologo P. Niccolò Baldelli scrisse
più
diffusamente in questo modo. « Si talis Consessar
ibus, uni: nec privatim, nec pubblice id dicendum. » Lascio quello di
più
, che l’Autore addotto consiglia a’ Confessori; gi
e oscenità Teatrali, si fanno scudo di questa Ragione; e per renderla
più
vigorosa, e forte l’appoggiano, quasi ad una sald
o, che ne segua l’applauso dell’Auditorio, e l’onor de’ Recitanti. Di
più
si va per imparare la virtuosa maniera di vivere
àEp. 2., « sed reddit durior, ambitiosior, luxurio sior ». Ma ritorna
più
duro più superbo, e più lascivo. Andò forse tal’u
« sed reddit durior, ambitiosior, luxurio sior ». Ma ritorna più duro
più
superbo, e più lascivo. Andò forse tal’uno per im
rior, ambitiosior, luxurio sior ». Ma ritorna più duro più superbo, e
più
lascivo. Andò forse tal’uno per imparare il bene,
’aver inteso, che alcuni vadano alle Commedie disoneste, per diventar
più
onesti, più temperati, e più virtuosi. E però io
, che alcuni vadano alle Commedie disoneste, per diventar più onesti,
più
temperati, e più virtuosi. E però io prego uno di
no alle Commedie disoneste, per diventar più onesti, più temperati, e
più
virtuosi. E però io prego uno di quelli, che ha f
ti, e più virtuosi. E però io prego uno di quelli, che ha frequentato
più
volte il Teatro osceno, che di grazia faccia tra
a altro luogo, quelli, che hanno frequentato il Teatro, sono divenuti
più
casti, e più modesti, che non erano prima; o pure
, quelli, che hanno frequentato il Teatro, sono divenuti più casti, e
più
modesti, che non erano prima; o pure più licenzio
, sono divenuti più casti, e più modesti, che non erano prima; o pure
più
licenziosi, e più lascivi. Temo, che si troverà c
ù casti, e più modesti, che non erano prima; o pure più licenziosi, e
più
lascivi. Temo, che si troverà con sperimentale di
ico, che gliene prestasse uno, per non uscir di quel luogo nell’abito
più
proprio al suo merito, che alla sua nascita. Pass
servo di Dio, benché facete, indifferenti e belle, bisognava faticare
più
dell’ordinario nel mandare a memoria, e negli alt
edie oscene, per imparare l’artificio di comporre poi delle modeste e
più
che pochissimi quelli, che vi vanno per imparare
assai intendente dell’Arte Teatrale, mi disse con sincera serietà. Io
più
, e più volte ho avuto pensiero d’andar a sentire
ntendente dell’Arte Teatrale, mi disse con sincera serietà. Io più, e
più
volte ho avuto pensiero d’andar a sentire le Comm
luogo del peccato è una buona congettura della salute. Mi aggiunse di
più
questo savio, dotto, e virtuoso Fiorentino. Le Tr
ettatori con le Azioni oscene, non hanno i loro abitanti, e Cittadini
più
continenti, né più savi, né più perfetti che quel
oni oscene, non hanno i loro abitanti, e Cittadini più continenti, né
più
savi, né più perfetti che quelle, ove i Comici re
on hanno i loro abitanti, e Cittadini più continenti, né più savi, né
più
perfetti che quelle, ove i Comici recitano per qu
ltrame al c. 34. dice. Se, dove non sono Commedie, gli uomini fossero
più
continenti, io mi sottoscriverei alla massima di
oscriverei alla massima di quel Critico: ma tutto il Mondo è paese; e
più
differenza vi è tra gli uomini, e le donne nel pa
Cestelli, e Terre nel tempo delle Commedie oscene sono per ordinario
più
del solito abbondanti di offese di Dio, e di pecc
lli, e Terre, ove non sono queste impudiche vanità, hanno i Cittadini
più
continenti, più savi, e più perfetti. Né io per q
e non sono queste impudiche vanità, hanno i Cittadini più continenti,
più
savi, e più perfetti. Né io per questo dico, che
ueste impudiche vanità, hanno i Cittadini più continenti, più savi, e
più
perfetti. Né io per questo dico, che non si facci
niente, può essere, e prego, che sia all’animo del Superiore, stimolo
più
acuto, e più penetrante; acciocché si risolva di
ssere, e prego, che sia all’animo del Superiore, stimolo più acuto, e
più
penetrante; acciocché si risolva di usar maggior
ano tutte le Commedie senza veruna oscenità; e che i Comici non erano
più
tenuti infami: anzi potevano godere l’onore de gl
a cosa usata fino a 20. anni prima, nel qual tempo alcuni erano stati
più
diligenti, e altri meno; ma ora tutti sono dilige
ci, e i Compagni; ma l’Amico, e Compagno singolare è quello, il quale
più
ama, e più giova, che non ama, e non giova il pro
pagni; ma l’Amico, e Compagno singolare è quello, il quale più ama, e
più
giova, che non ama, e non giova il proprio Fratel
esi; poiché secondo l’ordine della carità, e dottrina, di S. Tommaso,
più
si devono amar i congiunti nel sangue, che gli al
26. a. 8. apud Cor. p. 91. insegna, che l’amicizia de’ consanguinei è
più
stabile, che l’amicizia de’ compagni: e per esser
consanguinei è più stabile, che l’amicizia de’ compagni: e per essere
più
naturale, prevale in quelle cose, che appartengon
mur in provisione necessarius », S. Tommaso aggiunge. Siamo obbligati
più
a Consanguinei, che a’ compagni, nella provisione
ò essere, che il Servitore sia debole di spirito, si consigli, quanto
più
presto potrà; con qualche Persona dotta, e spirit
nza alcune volte: poi alzatosi disse con gravità. Se quel Gallo canta
più
, io gli farò tirare il collo. E certo il Gallo su
ge Gio. Sarisberiense dice. Non l. 7. Policr. c. 19. deve l’errore di
più
complici venire scusato col pretesto della moltit
to quello, che si commette da molti; anzi per questa stessa ragione è
più
tosto maggiore. La colpa del delinquente non rest
non gli seguiamo, non considerando, se la cosa sia onesta, vedendola
più
frequente; e l’errore tiene in concetto nostro il
, aut levior pena, si miser eris cum multis. »l. 1. 10. Picus Nep. Di
più
ponderi questo avviso di Seneca. « Quid tibi vita
pudico. La compagnia nel peccato cagiona per ordinario, che si pecchi
più
animosamente, e che si corra con redine più abban
ordinario, che si pecchi più animosamente, e che si corra con redine
più
abbandonate verso il precipizio degli eterni torm
atires, promptiores, hilariores ad agendam turpitudinem », li rendono
più
pronti, e più lievi ad operar il male: adunque gl
iores, hilariores ad agendam turpitudinem », li rendono più pronti, e
più
lievi ad operar il male: adunque gli ultimi ancor
; non pare da condannarsi per questo capo, se alcun vi va; perché non
più
fomenta nel peccato que’ Recitanti, né cagiona il
della tua scusa, senza moltiplicare il tiro di nuove cannonate, e di
più
vigorose impugnazioni, e gagliarde risposte. E pe
dissero le oscenità: la lingua umana sacrifica all’impudica Venere in
più
luoghi i suoi disonesti parti. E quindi lo Spetta
à un oracolo di verità. Aggiungo. Il Teatro de’ Comici osceni è molto
più
scandaloso, che le pubbliche strade, e piazze; po
me si fa di coloro, che vanno alle Feste di devozione, che si muovono
più
per trovarsi al passeggio, che al ben fare. Io no
qualche impudica conversazione; o ad altra occasione di peccato anche
più
scandaloso: ove nel tempo della Commedia forse ma
e, altrimenti farei cosa peggiore. Dunque, dico io, non vi vada; e di
più
, non faccia cosa peggiore. « Si utrumque nefarium
si maggiormente reo, sentirà in questa, o nell’altra vita la forza di
più
penaci tormenti. Ma io dubito, che chi va alla Co
iniquità: e però non gli è lecita tal permissione; tuttoche si trovi
più
d’uno, che, essendo assai malvagio dica. Io farei
r Ignoranza; non solo quando non conosce il male; ma ancora, il che è
più
, quando stima di fare una grande opera di Virtù.
non disputat; nemo non iudicat » : sì ancora perché gli stessi Comici
più
volte hanno trattato in Scena questo argomento, i
loro fu portato in Scena agli Auditori, e’ comunicato; acciocché così
più
sicuramente ingannassero tutti i buoni, e tutti i
veramente, e come parlano gli Scolastici, sarà affettata, per peccare
più
liberamente, e senza rimorso di coscienza; e tale
eccato alcuno; benché gli avvisati facciano ancora peggio, e pecchino
più
gravemente. E torna al mi detto in acconcio il de
coscienza, che credo si faccia sentire da ciascuno in vita; ma molto
più
si farà sentire nell’estremo, e doloroso punto de
di sollievo, lo prenda con udire Recitamenti onesti e non impuri. Di
più
consideri la sentenza di Tullio citato da S. Tomm
maiora. » Cioè. La Natura non ci ha fatto per attendere al gioco, ma
più
tosto per la severità, e per gli studi più gravi,
per attendere al gioco, ma più tosto per la severità, e per gli studi
più
gravi, e maggiori. Consideri il detto di S. Girol
iam Rationis quam non curat voluta malorum. » l. 2. q. 34. a. 4. c. E
più
brevemente poco dopo aggiunge. « Ille bonus est,
uno frequenter, leviq sermone tentant claustra Pudicia. »Ep. 8. E di
più
tema di acquistarsi il titolo, non di Galantuomo,
molti, e molto diffusamente: spero, che basti un poco di quello, che
più
volte, e in più luoghi fece sentire all’Uditore s
diffusamente: spero, che basti un poco di quello, che più volte, e in
più
luoghi fece sentire all’Uditore suo l’eloquentiss
e però deve rifiutar un riso di tal condizione. E io aggiungo; molto
più
deve rifiutar, e abominar quel riso, che vien cag
ò intorno alla vita degli Istrioni, e Buffoni? Io non so, chi diventi
più
stolto di questi due, l’Istrione, che fa ridere l
tatore, che si ride dell’Istrione. Io credo, che si possa dire, che è
più
vano lui, che spende, e getta suoi danari . Quant
te di Spirito, e stabile nella Virtù (sapendo per l’esperienza, fatta
più
volte di se stesso, che egli non acconsente a que
andare, o no, senza peccato a quelle Commedie. Il secondo caso, molto
più
celebre dei già narrato, occorse alcuni anni prim
avvenuti fuori di Sicilia nella nostra Italia;e io ne posso raccontar
più
d’uno preso, non dagli anni molto avanti scorsi,
oce contro il Predicatore, e contro i Soggetti della sua Religione: e
più
persone principali, e gravi, e anche di comando,
i Commedie; perché egli non avrebbe conseguito il bramato effetto; ma
più
tosto avrebbe cagionato inconveniente peggiore. A
ic et nunc » nella congiuntura di qualche caso particolare con uno, o
più
Teologi, e Padri Spirituali, che siano uomini di
avvisa. « Tempore nostra vita bene utamur: e peccata abluamus. » E di
più
ci minaccia. « Si preterierit tempus presens, rep
Bernardo, contro chi passa il tempo ciarlando, dice quello, che molto
più
si può dire contro chi lo passa attendendo alle C
o dice. « La scusa d’alcuni sul essere che tali trattenimenti servono
più
per passatempo, che per altro. » Al che rispondo,
oscene; onde, chi vi va, per fuggir l’ozio, incontra un negozio assai
più
pernicioso; e col qual perde il ricco capitale de
ex hoc in malo statu. » Urlieus in sum. cioè. Alcuni fanno il Comico
più
tosto per necessità, che per diletto; perché non
poco vi guadagnò; per essere nella Città altri di quella Professione
più
valenti, e più accreditati; fu soccorso più volte
nò; per essere nella Città altri di quella Professione più valenti, e
più
accreditati; fu soccorso più volte di segrete ele
tri di quella Professione più valenti, e più accreditati; fu soccorso
più
volte di segrete elemosine, ma non rimase content
l’Arte infame del Buffone, per meglio pappare, e per goder una vita,
più
abbondante di sollazzo, e di piacere? Miseri, non
ssi in quella; e si diede a far’ il Parafito, e il Buffone, ove erano
più
Gentiluomini, e Signori grandi. Acquistò nome app
si grosso guadagno, che con due mila scudi comprò una casa, e ogni di
più
l’andò empiendo di mobili preziosi, e belli. Ma c
ose tali adunque fanno peggio, che le Meretrici; e con tosto ciò essi
più
di quelle sono tollerati; solo per quella falsiss
retrici si permettono per levar l’occasione di adulteri, e di peccati
più
gravi; come insegna S. Tommaso. E qui possiamo di
liabus Israel »Deut. 234. 17. : pure nel Cristianesimo sono ora molto
più
grandi gli aiuti per conservare la, Castità. Salv
stiani Principi dovrebbero fare, e delle pubbliche Meretrici, e molto
più
de’ Commedianti osceni; la pubblica permissione d
llerati, né perseguitati; ma tenuti in pregio, e riposti tra soggetti
più
amati, e più cari del Mondo. Con questo senso dis
erseguitati; ma tenuti in pregio, e riposti tra soggetti più amati, e
più
cari del Mondo. Con questo senso discorronoBeltra
maggiormente peccasse. Nel caso de’ moderni, e Mercenari Commedianti,
più
volte mi è nata nell’animo una difficoltà, la qua
peccato grave; perché cooperano all’osceno Recitamento: si deve molto
più
fondatamente condannare chi vi recita; perché l’A
più fondatamente condannare chi vi recita; perché l’Attore è cagione
più
efficace, e più immediata, che non è lo Spettator
e condannare chi vi recita; perché l’Attore è cagione più efficace, e
più
immediata, che non è lo Spettatore; e egli propri
alche grave sdegno di persona, che probabilmente tenterà di nuocergli
più
, che leggermente. Si può anche notare, che il Rec
acciocché non comportiamo di essere colti nella rete di Satanasso; ma
più
tosto con la virtù della Croce di Cristo mostriam
’uno mi può rispondere, dicendo. Voi consigliate secondo il meglio, e
più
sicuro modo di procedere, e non risolvete il dubb
er illam laborare, et laboriosos fructus producere non recusat. » Non
più
discorriamo di questo Punto, massimamente essendo
a, moltiplica le sue piaghe, e i suoi dolori con nuovi peccati, e con
più
lacrimose, e miserande cadute. E quindi la Legge
lo, che aggiunge cap. 34.. Oh dirà tal’uno. L’azione della Commedia è
più
viva, i più lusinghiera, e più potente: può esser
unge cap. 34.. Oh dirà tal’uno. L’azione della Commedia è più viva, i
più
lusinghiera, e più potente: può essere; ma, se io
irà tal’uno. L’azione della Commedia è più viva, i più lusinghiera, e
più
potente: può essere; ma, se io non erro, Amore fa
llo; e tal volta è vago anch’egli delle Pitture; poiché sovente corre
più
veloce ad un viso miniato, che alla schiettezza n
el poco spiegato dal P. Albritio in una Predica. Non si può dire cosa
più
sfrontata di una Femmina, quando, rotti i ritegni
di leggere, troverà le risposte a varie difficoltà. Non mi trattengo
più
in questo Dubbio, e passo ad un altro, ricordando
re l’eloquenza per mezzo di tali parole impure, e oscene non s’impara
più
comodamente, ma ben si pecca più confidentemente:
parole impure, e oscene non s’impara più comodamente, ma ben si pecca
più
confidentemente: le parole sono come vasi prezios
ere opporsi all’impeto di un rapidissimo Torrente, il rimediarvi. Che
più
può dire che chiamar questa, usanza fiume Inferna
ume, che cammina, e conclude all’Inferno? Due ben vede ognuno, quanto
più
deplorabile sia lo stato del presente secolo, nel
secolo, nel quale oltre i Libri non buoni degli Antichi, tanti altri
più
de’ Moderni, se ne veggono in ogni lingua pieni d
i aggiunge. Se alcuni Libri non si potranno purgare, come è Terenzio,
più
tosto non si leggano; acciocché la qualità delle
e che il P. Muzio Vitelleschi Generale e Successore dell’Acquaviva ha
più
volte risposto a vari; con la stessa maniera segu
Amatorie Azioni. Perché questa Rappresentazione è cosa di gran lunga
più
pericolosa, e più perniciosa, che quella lezione,
Perché questa Rappresentazione è cosa di gran lunga più pericolosa, e
più
perniciosa, che quella lezione, della quale io no
ma non dicono ciò meritamente. Desiderare voi di sapere, che cosa di
più
abbia la Scena in modo, che quelle cose, che appe
potenti nell’umane Azioni: avete veduto il cadavere di un uomo: anzi
più
volte l’avete veduto: egli ha gli occhi, ma paion
e era la vita dell’Orazione. E Quintiliano scrisse, che infinite cose
più
dilettano udite, che lette. « Documento sunt vel
con quella, che nel pubblico Teatro è recitata: ne questa con quella
più
si confà di quello, che convenga un uomo vivo con
i può aspettare dalla mia debolezza; ma perché sarebbe discorso assai
più
lungo di una solita Risposta ad un Dubbio, però l
’ minuti della mia povera dottrina. E se parlerò della stessa materia
più
d’una volta, mi scusi, ricordandosi la sentenza d
ono recitare, né ascoltare. D. Francesco Maria del Monaco scrive, che
più
volte era stata fatta questa obiezione In Paren.
babes universos Scholasticos ut non nisi temere dissentias. » Dico di
più
. Bene spesso si proibiscono sub censura ancora qu
d altre volte chiudono gli occhi, e lasciano scorrere, per non essere
più
importunati, e per non parer tanto austeri. Ma io
se udire, se alcun si presentasse al suo cospetto per ragionarne e di
più
non avesse caro, che si scrivesse né che si predi
irtuosa dalla viziosa. In queste, e simili congiunture nelle quali io
più
duna volta mi sono ritrovato; e forse ad altri sa
ni. E vero, che alle volte i Principi si muovono a donare sollecitati
più
dalla presunzione de’ Comici tristi, che dal meri
fanno, perché si compiacciono delle loro sciocchezze; ma è che per lo
più
chi manca in virtù abbonda di presunzione , onde
; tal che per levarsi dall’importunità di questi da molte volte assai
più
che non fa alla virtù degli altri. Lascio il rest
ole. E perché Platone scrive nel Sofista. Niuna specie di Gioco esser
più
dilettevole della imitazione, il Gioco da rappres
citamenti disonesti, e fomenta nel peccato i Commedianti osceni. Dice
più
volte, e ridice in questa forma. La Moderazione o
Legge Divina: come peccati, e la Legge Umana le può anche di nuovo, e
più
volte, e con facilità proibire, S. Tommaso dichia
no dalle Commedie oscene. Aggiungo, che anche dalla Legge Canonica in
più
luoghi sono proibite, e punite queste disoneste R
il Successore conservi l’ordine per quella massima universale, che è
più
facile conservar l’osservanza di una Legge promul
Superiore, mentre fa l’obbligo suo: e poi se alcuni pochi, per essere
più
sfrenati, faranno peggio, molti altri ciò non far
on permettere le Commedie oscene, da occasione a que’ medesimi pochi,
più
sfrenati, e più tristi, di duplicare il male de’l
Commedie oscene, da occasione a que’ medesimi pochi, più sfrenati, e
più
tristi, di duplicare il male de’loro peccati; per
chi mal’abituato nel Gioco delle carte, o de’ dadi si è risoluto mai
più
giuocare, per aver frequentato le Commedie? Sono
elle Commedie; come por si suole a tanti altri esercizi men nobili, o
più
stimati della Commedia. Io dico, che molti luoghi
che bisognoso. E basti per sufficiente prova la dottrina de’ Teologi,
più
volte replicata da noi in questo, e in altri Libr
stenti della povertà, e dalle miserie della morte corporale; ma molto
più
gran bene, e incomparabilmente maggiore, si è il
oscene; ma le Rappresentazioni de’ loro i tempi, le quali erano molto
più
disoneste; e gli Spettacoli gladiatori; e le cacc
tutti i tempi. E io questa obiezione che gli Spettacoli antichi erano
più
disonesti: e che i Padri scrissero contro di loro
punizione: ne meno casi occorsi in disonor delle famiglie; atteso che
più
sono i viziosi, che i ben accostumati; e niun ha
e niun ha caro d’essere sotto qualsivoglia pretesto infamato,e tanto
più
in pubblico. Sin qui Beltrame. Il quale; ove ha f
prova, con aprirne alcuni. Sì vogliamo, replicano quelli ; e tu non
più
badare, fanne la prova. Si viene all’atto : apro
che si possa esemplificare ancora in lui medesimo: imperoché Beltrame
più
luoghi scrive contro le Commedie oscene, e contro
fede tutti coloro, che vedono molte delle nostre Commedie. E dice di
più
in persona di un Spettatore. Che occorrecap. 54.,
enità, mutarono gli argomenti, e gli proposero tutti spirituali; e di
più
fecero qualche Rappresentazione a Uso, cioè, senz
eccati ma opera, che si lasci un peccato, per farne un altro, e forse
più
grave, e forse accompagnato da moltitudine grande
loro fine hanno scritto, e parlato contro le Commedie Oscene, occorra
più
scriverne, o parlarne. Giovevole ammaestramento
vedute, accarezzate, e sostentate largamente. A che proposito dunque
più
faticare scaldando, e battendo il ferro, che non
o nella necessità; e non solo il modo predicatorio, appoggiato per lo
più
alla convenienza. Io in molte Città, procedendo c
oris. » E il medesimo Agostino Ser. 4. de verb. Apostol. dice altrove
più
breve, e meglio per acconcio nostro dicendo. « No
i recitano. L’opera da lei composta è per mio credere santissima, e è
più
che necessarissima nel Cristianesimo, ove la lice
ristianesimo, ove la licenza degli Istrioni è giunta a segno, che non
più
, per allettare gli Auditori, studiano in trovare
re miseramente arrostiti da un Cuoco infernale, che in forma di Moro,
più
spaventoso di quell’altro prima veduto, attendeva
andaloso grandemente, e rovino a gran numero di uomini, e di donne; e
più
vanamente danneggia la gioventù, facendo, che nel
fetto pare meno scusabile, che non sono gli altri: poiché si commette
più
tosto per elezione, che per essere assaltato da t
do la cura di quella spirituale infermità, aggiunse al passato avviso
più
gagliarde maniere di avvisare; ma senza vederne s
dianti; perché maggior è il concorso al Teatro, che alla Chiesa; e ha
più
plauso la Commedia, che la Predica, o la Lezione,
sceni, e contro le Commedie disoneste. Ma voglio rispondere con altra
più
fondata maniera e pure brevemente, dicendo. L’obb
caso poi de’ Sig. Medici credo poter rispondere, che essi hanno fatto
più
volte esperienza delle inutili misture, che in ve
e i Comici di stupirsi, perché molti Scrittori lasciano altre materie
più
utili, per trattare contro di loro. Alcuni Amici
tti, e scritture contro i Commedianti, e lasciano tante altre materie
più
gravi più difficili, e più giovevoli alla Cristia
itture contro i Commedianti, e lasciano tante altre materie più gravi
più
difficili, e più giovevoli alla Cristianità. Ques
ommedianti, e lasciano tante altre materie più gravi più difficili, e
più
giovevoli alla Cristianità. Questo si è volere me
moratori, e gli altri pubblici Peccatori sono ripresi, e screditati a
più
potere, da chi ha punto di vero Zelo dell’onor di
cepolo di mal fare con l’uso di veder il male. I Semplici poi restano
più
ammaestrati al peccato, che i dotti; perché quell
ci poi restano più ammaestrati al peccato, che i dotti; perché quelli
più
, che questi, si lasciano tirare anche più dalla c
che i dotti; perché quelli più, che questi, si lasciano tirare anche
più
dalla cosa rappresentata, che dall’artificio del
ifici di peccare, e di far peccare; e quelle, che non vi vanno, usano
più
diligenza, e maggiori astuzie, e tal’ora invenzio
azioni. Senza che io dica, che i Giovani tristi diventano peggiori, e
più
s’avanzano nella malizia vedendo le Commedie impu
on forma un tesoro: e l’uomo savio giudica secondo quello, che per lo
più
, succede. E nel caso dello stare alla Commedia il
so dello stare alla Commedia illecita si vede chiarissimo, che per lo
più
, e ordinariamente un tristo si fa peggiore; e spe
ma addottrina nella Viziosità: e i Semplici, e Ignoranti vi bevono in
più
modi il veleno, da che restano privi della vita d
docet. » Punto duodecimo. Se gli Scrittori non condannano molte Arti
più
infruttuose, che l’Arte Comica, perché scrivono t
ri Commedianti perché molti di questi, se ben per colpevole ignoranza
più
, che per conosciuta malizia infettano le Scene, e
Mercenari Comici moderni e in particolare quello di Beltrame, per lo
più
è osceno; e le correnti Commedie, io giudico, che
ti per ritirare le persone dalle; oscene Rappresentazioni: e Beltrame
più
saggiamente si portava astenendosi dalla sua dife
anto spaventosa, e tanto brutta che niuno Diavolo si potria dipingere
più
brutto né più abominevole. La Madre morse del par
a, e tanto brutta che niuno Diavolo si potria dipingere più brutto né
più
abominevole. La Madre morse del parto; e di quel
parir un Demonio, il quale se lo portò via vivo vivo di modo, che mai
più
di lui non fu saputa novella alcuna. Molti degli
Molti degli Astanti giudicarono, tal cosa essere fatta ad arte: ma i
più
Savi conobbero benissimo, che quello era stato un
tore, che subito qui sparse, e lasciò per tutto. La Commedia non andò
più
oltre: perché ogn’uno rimase sbigottito per simil
molte copie; ma anche ho parlato con quelli, che l’hanno letto, e da
più
persone sentito a raccontare. Sin qui l’Autore. N
rmenti con grandissime loro strida, onde lo spettacolo riusciva molto
più
orribile per lo vero spavento, che co consolativo
m juevnt premia. »l. Medit. c. 7. Punto decimo sesto. Di altri Casi
più
moderni, e sentiti da persone degnissime di piena
ndere, che se la Commedia non si faceva quella fera, non aspettassero
più
l’opera sua, e che non voleva recitarvi in altro
e gli Attori sopra modo atterriti, e spaventati; né vi fu chi volesse
più
seguitare di udire, o di rappresentare la Commedi
iò ne sortì queste buono effetto, che le dette Commedie non si fecero
più
ne’ giorni festivi. Ma non mancarono alcuni, che
que’ Biasimatori vi fu uno principalissimo, e, nobilissimo, il quale
più
arditamente sciolse la lingua alle maldicenze, e
tamente sciolse la lingua alle maldicenze, e provocò l’Ira Divina con
più
gravi colpe: per le quali, come si crede, fra lo
ro occasione, che gli stessi Comici tra di loro si correggessero. Edi
più
nella spiegatura del contenuto in detto Capo in u
schiamazzo: e gli sarebbero protesti di scacciarlo dal consorzio, se
più
cadesse in tali errori; non volendo i Galantuomin
Comico soggetto, usano, e da principio, e nel progresso del Trattato,
più
, e più volte, la debita distinzione della Commedi
soggetto, usano, e da principio, e nel progresso del Trattato, più, e
più
volte, la debita distinzione della Commedia lecit
ivium. » Ma vuol bene il diritto di ragione, che si proibiscano molto
più
i Poeti Compositori di oscenità; poiché questi of
ite intentassero gli uomini, e come fiere li rendessero. Marco Giulio
più
volte giustamente si sdegnò contra costoro; e dis
i, incantesimi negromanzie, furie, frenesie, e simili pazzie; e tanto
più
si pregiano, e stimano degni di lode quanto peggi
avvisando, che sono persone discendenti quanto a costumi, da schiatta
più
tosto Epicurei, che cristiana: persone, come, si
ia alcuna a N. Signor per voi: perché col vostro Libretto avete fatto
più
danno all’anime tra Cattolici dell’Italia, che no
tato di essere uno di questi vani e indegni Compositori. E possono di
più
con maturo consiglio far un poco di considerazion
i erano dilettati di essere Compositori viziosi, e impudichi. E piaga
più
grave meritano i nostri Poeti, e altri Compositor
. » E di questi nemici del Salvatore, e Compositori impuri attesta di
più
, che a suo parere la loro salute è affatto disper
nsolito si è un Compositore disonesto: o quanto è pernicioso, e molto
più
d’ogni altro mostro, I suoi nocumenti, e le sue s
udeli, le bestie portentose, le spietate Circi, le inumane Medee. Che
più
? « Nulli Mezenti, Procrustas, Cyclopes, nulla Sph
nter, ac fede comententur. » Ma con questo Autore nella seguente Nota
più
a lungo ragionerò di questi osceni Compositori. N
nefarie moltantur. » E segue a spiegare, che questi Compositori sono
più
nocivi, che i Fabbricatori de gli Idoli: perché,
per buone le scuse, con le quali i Compositori osceni si difendono in
più
maniere: una delle quali fondano sopra l’imitazio
lla lunga queste due cose: e confuta efficacemente cotale scusa: e di
più
aggiunge. « Qui istac perversitas est, quarere po
rniciem? » p. 104. E aggiunge l’autorità di Scaligero, il quale vuole
più
tosto astenersi dal riprendere i vizi, che propor
tali « Lucanu Statium, Silium, Flaccum, Heroicos prope omnes » ; e di
più
« Carminis Principe, apud nos Virgilium, apud Gra
molto bene tale scusaNell’huomo di lettere pag. Mihi. §. 5., dicendo
più
cose; a me basta questa risposta. In quale scuola
lla favola, e del verso in altrui stimoli di lascivia, potevano farlo
più
acconciamente più efficacemente? E quando compone
verso in altrui stimoli di lascivia, potevano farlo più acconciamente
più
efficacemente? E quando componevano, erano o si s
i proferian di Venere i segreti Dagli Antichi Tirreni, e Avellani. O
più
d’ogni lenon sozzi Poeti, E pubblica la vostra r
a; La dove gli altri almen giocan segreti. Anzi quella di voi tanto è
più
ria, E più dannosa, quanto è men sospetta, E non
gli altri almen giocan segreti. Anzi quella di voi tanto è più ria, E
più
dannosa, quanto è men sospetta, E non ha tema di
rtato cantare, e gracchiare. San GirolamoPs. 77. dice lo stesso. E di
più
porta opinione, che i Libri osceni possano parago
o arrivati questi tempi: poscia che vediamo non pochi Cristiani avere
più
gusto di leggere Libri di Cavalleria e d’amori pr
i fa preda delle anime; vivanda in apparenza saporita, ma in sostanza
più
che assenzio amaro, e di pestiferi, e mortali vel
zione. Di questi Librip.1.dello stimolo.c.6. scrive Baldesano, che ha
più
poter si fuggano; perché malamente trattano l’ant
anti Libri sono stati fatti da Cristiani, che sono ugualmente e forse
più
perniciosi che quello, a buoni costumi, dunque si
tempi) « Molliunt animos nostros; nervos omess virtutis elidunt. » Di
più
introducono infiniti vizi: scemano, anzi bene spe
le disonestà, e generano affetti troppo effeminati, e perniciosi. Di
più
pervertono la memoria, e infiammano la volontà a’
a salute. Onde chi bene avvertirà, per esperienza troverà, che quanto
più
di tali Libri si diletterà, tanto più ancora semp
esperienza troverà, che quanto più di tali Libri si diletterà, tanto
più
ancora sempre si sentirà svogliato, sonnolente, e
e, e perciò tutta lasciva nel volto, ne’ gesti, nelle parole, e molto
più
ne’ pensieri, e nell’opere: di modo che merita pi
le parole, e molto più ne’ pensieri, e nell’opere: di modo che merita
più
tosto di conversar con gli animali immondi che co
ve, mediante la lezione de’ Libri poco onesti, quantunque sia un poco
più
piacevole; però anch’esso finalmente uccide l’ani
piacevole; però anch’esso finalmente uccide l’anima, e ciò poi tanto
più
perniciosamente, quanto più soavemente, e occulta
inalmente uccide l’anima, e ciò poi tanto più perniciosamente, quanto
più
soavemente, e occultamente. Equivale il detto int
ante della sua integrità, che di questi Libri osceni del nostro tempo
più
si verificano i biasimi, che contro quelli del te
ontro quelli del tempo antico già dissero, e scrissero; che i Gentili
più
savi, e i Santi Dogmi della Chiesa di Cristo e ch
ando. « Legge inesperta, e rozza giovinetta, D’Orlando le pazzie, ma
più
l’aderisca, Di Fior di spina il caso, o di Fiamm
i, al cui nome da gli Autori furono consacrati; e con ciò vanno tanto
più
liberi, quanto più difesi: così divengono molte v
li Autori furono consacrati; e con ciò vanno tanto più liberi, quanto
più
difesi: così divengono molte volte protettori d’i
nel fuoco, nello stesso tempo si partì la febbre; e l’amico non ebbe
più
male. Dove vedi quanto siano perniciosi somiglian
, in Italia, che Libri si hanno di continuo alle mani? Ah che fino le
più
tenere Verginelle sanno rendere minutissimo conto
Demonio, e gli danno occasione di diventare peggiori. « Fistulæ. » Di
più
questi Libri sono anche tante fistole, cioè, tant
con i colpi di pistola feriscono l’anima nostra. E volese Dio, che di
più
i loro tiri no fossero di bolbarde: queste, anzi
ori, quegli inauditi incantesimi, cominciarono a stracarsice di veder
più
la sacra scrittura, a nausearla, e a desiderare d
di la grazia, e amicizia di Dio tuo Creatore, e Signore. Anzi dico di
più
, che essendo vero, che, il mettersi a pericolo pr
. 1. Conf. c. 16. : dove per lo contrario con parole tali si commette
più
confidentemente l’opera brutta: e massimamente pe
ssano formare, e arricchire le loro modeste Composizioni, ricevono il
più
delle volte grave danno alla purità, e volendo co
mò « Deorum Filios, et Prophetas Deorum »in 2. de Rep. In Lysi., e di
più
, « Patres, et Duces sapientia ». Ma levò solo i c
gli animi de’ Giovani, allettati dalla poetica dolcezza si accomodino
più
facilmente all’obbedienza delle Leggi. Onde in Ca
ricordarsi, che la mente, la lingua, e la bocca del Cristiano è stata
più
volte consacrata col prezioso Corpo, e Sangue del
ato in breve per comodità di chi legge: e a’ quali ora aggiungo altri
più
distintamente. 7. Motivo è il poco prezzo, anzi i
ea Castaldo, f. m. già nostro Generale, e di santissima vita; facesse
più
volte instanza, che alla sua presenza si bruciass
lla maniera di poetizzare. Questo fu un moltiplicato incantesimo, che
più
volte gli ritenne la mano, rese stupido il bracci
fili animorum. »Stromat. Aggiunge l’addotto Autore, che non sa, qual
più
volentieri fosse per vedere di questi due Spettac
i parole, e di atti disonesti, e lussuriosi; co’ quali tanto sogliono
più
dilettarsi, massimamente le Donzelle quanto più a
quali tanto sogliono più dilettarsi, massimamente le Donzelle quanto
più
appartati di conversazione si ritrovano; e meno p
restassero d’imitare le cose Sante, che si scrivono:·e si lasciassero
più
tosto provocare all’amore disonesto, e lascivo de
go BrescianoNell’Antip. par. 4. c. 3. p. 320. avvisa, che quello, che
più
importa. in questo negozio è il santissimo, e nec
ziosamente, e allettativi, e piacevoli con una sottile malizia; tanto
più
si devono fuggire, perché porgono artificiosissim
anche solamente udite, meritano di essere detestate, e fuggite, molto
più
ciò meritano le medesime scritte, e stampate; per
itano le medesime scritte, e stampate; perché queste lette sono molto
più
nocive, e perniciose al parere de’ Savi; de’quali
entemente i, Poeti della Greca, e Latina Gentilità: e per conseguenza
più
volte hanno letto molte parole, e molte cose impu
egisse Tibulli? » Avvisa questo Poeta, che non si tocchino, e molto
più
, che non leggano gli amorosi Componimenti de’ Poe
messe con la Lezione disonesta? Giudichi il savio Lettore. Pondera di
più
il P. Sacchino, che niun Autore, né moderno, né a
tati per questo, non lodati ma biasimati, e da’ savi Gentili, e molto
più
da’ buoni, e dotti Cristiani: onde que’, che non
aldano, quando incontrano l’opposizione oscura delle nuvole. Tengo di
più
per certo, che supposto l’imperfetto della nostra
a vista, per far elezione degli oggetti puri, o degli osceni, resterà
più
facilmente da questi, che da quelli allettato, e
alla Lezione oscena, e gentilesca: ma deve provvedere alla salute sua
più
tosto, che acconsentire a quella mal usanza di Le
iglio dell’eterna dannazione per avviso di S. Agostino. Ma poi quanto
più
si devono gittar lungi da noi quegli Autori, i qu
mo, sentì tali incentivi del senso, che sdegnato lo gittò via, né mai
più
volle vederlo. Narra il caso il P. Ribera nel c.
Librum iratus proiecerit; neque unqua postea videre sustinverit. » Ma
più
generosa risoluzione, e più casta, pura, e santa
que unqua postea videre sustinverit. » Ma più generosa risoluzione, e
più
casta, pura, e santa volontà fu quella del virtuo
mpo in cose sciocche, massimamente che vedendogli gli altri Uomini, e
più
quelli, che alla nostra Fede contraddicono, legge
le piacciano, e uccidano. Quanto affermano per queste cose disoneste,
più
volte lette, di non sentire stimoli, né movimenti
sconciamente deformi: a che sonare i Flauti, se vi sono le Lire, che
più
vi dilettano, e niente vi deformano? E con ciò li
ormano? E con ciò li gettò via, ne vi fu in Atene, chi di poi volesse
più
usarli. Libri, che vi fanno divenir mostruosi; e
issimi Autori, se vi è altrove nettare senza feccia, e di sapor tanto
più
dolce, quanto delle sordidezze del senso sono più
a, e di sapor tanto più dolce, quanto delle sordidezze del senso sono
più
gustosi i puri pascoli della mente? Nota decima
li impuri Scrittori. E a questo mirò il P. Famiano Strada, declamando
più
volte appresso gli Uditori suoi. « In eo laborabo
studiano. Se io ho da dire quello, che sento in questa parte, vorrei
più
tosto, che in casa di V. S. stesse un Demonio che
ll’obbedienza, né dalla carità, o necessità ad insegnare ad altri; ma
più
tosto s’impegnano nel confessare, o nel predicare
randissimo danno a’ Santa Chiesa, e alla conversione de’ Fedeli: e di
più
nuocono grandemente alla purità della propria men
ilio, l’Epistole Apostoliche, e Cicerone, e altri Libri infinitamente
più
vani, la Lezione de’ quali non si scusa sempre be
P. Alvarez, Ecclesiastici, e Religiosi troverebbe Dio, che meritano,
più
che Girolamo, d’essere flagellati; perché non leg
ssero posto una figura potente ad eccitare libidinosi affetti: quanto
più
, come scrive un moderno, pare dovuta la pena, a q
ti, celesti Riparatori di fiorita, e santa purità. E questo è uno de’
più
efficaci, e potenti Rimedi, che per mio sentire a
si erano rovinate in tutto, con leggere il Pastorfido. E aggiunse di
più
. Io ho sentito dire pubblicamente in Ferrara da u
da farsi « diurna, nocturnaque manu » : perché mi do a credere, che
più
efficaci saranno le vostre brevi esortazioni, che
l’impiego della mia morta penna. E in questo, secondo me, dovrebbero
più
degli altri diligentemente invigilare i Superiori
o osceno; non solo per le molte ragioni da me spiegate altrove, ma di
più
per quest’una; che la viva azione de’ Recitanti,
uest’una; che la viva azione de’ Recitanti, come tutti fanno, è molto
più
efficace, e scandalosa, che non è la morta Lettur
è la morta Lettura de’ Componimenti. Con altra maggior forza, e molto
più
veemente, il Teatro, e la Scena animata da valent
i occhi Cristiani, e degno d’esser pianto con lacrime di sangue tanto
più
, quanto men si conoscono danni, li quali sono tan
tenor Latino. Quella è un chiarissimo lampo di dottrina, per rendere
più
risplendente la bellezza di questa Ragione, con l
osissimo frutto. Tale si è lo spasso Teatrale, per cui alcuni Giovani
più
vivaci, e più talentati si accordano per far ad o
o. Tale si è lo spasso Teatrale, per cui alcuni Giovani più vivaci, e
più
talentati si accordano per far ad onesta ricreazi
entati si accordano per far ad onesta ricreazione nel tempo dell’anno
più
pericoloso qualche modesta Commedia, o altra virt
dienti Figliuoli di Congregazione, il negarla loro pare una rigidezza
più
che Catoniana: pare un volere che lo spirito di U
delle valli con larga, e profonda inondazione. Cosi avvenir suole il
più
delle volte nella Gioventù governata con troppa r
uando un Giovane ha faticato assai ne’ giorni di lavoro, vegliando di
più
la sera nelle fatiche sino alle 4. ovvero 5. ore
co a poco tutte. Chi ben governa non è privo di tale accorgimento. Di
più
io domando. La radunanza de’ Giovani fatta con un
on è, deve avvezzarsi. Ora, posto questo; chi non vede, che meglio, e
più
efficacemente; s’impediscono molti peccati con la
trovano occasione di peggiorare. Si può ben temere, che esercitandosi
più
volte per rappresentare una Comica Azione, commet
olte prove essi verranno al Teatrale Recitamento, e forse reciteranno
più
, e più volte, non alle sorde mura, né a ciechi sc
ove essi verranno al Teatrale Recitamento, e forse reciteranno più, e
più
volte, non alle sorde mura, né a ciechi scanni ma
inario un preservativo dalle Colpe al parere de’ Cristiani Galeni: ma
più
tosto è un medicamento di consolazione, il quale,
fatti altre volte, non è patente, per farli di nuovo con liberta, ma
più
tosto è fondata Ragione d’impedirli con la proibi
aggiustato, e armonioso concento: e però saggiamente i principali, e
più
savi di quella Congregazione stabilirono tra loro
i coloro, che professano voler sempre avanzarsi nell’accrescimento di
più
consumata virtù, e santa vita. Molte cose da molt
rale, o spirituale. E però saggiamente si trattengono in Casa, quanto
più
si può. Ma la Casa in fine non è un Oratorio, per
la quale intervengano gli Attori presi da diverse Camerate: ma per lo
più
; anzi quasi sempre ciascuna Camerata co’ suoi Gio
apito nello studio; perché si comincia, non subito dopo Natale, ma al
più
tardi, che sia possibile, l’esercizio necessari a
del cuore a’ Circostanti: e però le Rappresentazioni imprimono assai
più
, che i semplici ragionamenti, e fanno colpo fin i
avor del far Commedie, recano alcuni dicendo. La Congregazione non è,
più
quella dj prima cioè non è tutta santa, tutta spi
: tuttoche si sia fatta qualche accidentale mutazione, come di numero
più
copioso di Congregati; di alcuni Giovani che port
egati non hanno anche essi le loro ricreazioni? Si per certo, e molto
più
libere, e molto più lunghe e molto più spesse, e
e essi le loro ricreazioni? Si per certo, e molto più libere, e molto
più
lunghe e molto più spesse, e molto più abbondanti
eazioni? Si per certo, e molto più libere, e molto più lunghe e molto
più
spesse, e molto più abbondanti delle cose ricreat
o, e molto più libere, e molto più lunghe e molto più spesse, e molto
più
abbondanti delle cose ricreative, che non hanno i
ria concessione del Superiore. E molte volte vanno a ricrearsi spinti
più
dall’obbedienza, che dal proprio gusto, o dall’el
e. L’osservanza non scema gli eserciti, né gli squadroni; ma li rende
più
forti e li dispone più felicemente alle vittorie.
ma gli eserciti, né gli squadroni; ma li rende più forti e li dispone
più
felicemente alle vittorie. Che se alle volte alcu
di maggior utilità ne’Congregati, che restano; poiché non sentiranno
più
, o almeno poco stimolo da parole, né provocarsi d
dere si ricorda di presente a tutti i Congregati, tra quali se uno, o
più
si trovassero, che persistessero nell’opinione, c
tore della modestia. I fiumi grandi nell’originario fonte loro per lo
più
si saltano, o si guazzano con facilità, ma poi ne
di Fir. Alessandro Vettori Senatore, Auditore di S.A.S. Errori
più
notabili : Correzioni Pag. 20. libitu : habitu