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1 (1649) Della Cristiana Moderazione del Teatro. La soluzione dei nodi pp. -
e fuoco, d’onde gli affetti nostri siano accesi, e arsi in modo, che, Comico verunob, né veruno Spettatore, gusti più r
affetti nostri siano accesi, e arsi in modo, che, né Comico verunob, veruno Spettatore, gusti più rappresentare, né di
he, né Comico verunob, né veruno Spettatore, gusti più rappresentare, di mirare nel moderno, e cristiano Teatro alcuna
49 P. 12. Se con ragione si biasimano le Commedie Mercenarie, già che le Accademiche, né le altre fatte gratis sono bia
gione si biasimano le Commedie Mercenarie, già che né le Accademiche, le altre fatte gratis sono biasimate. 51 P. 13. S
a in altri luoghi. 111. P. 15. Se il dire. Io non vo per far peccato, per mal fine alle Commedie Oscene; e pochi vi van
te insegnano il bene 234. Sono illecite 240. Si riveggono in Francia, si permettono oscene 93. Comici modesti insegnano
nelle Azioni sacre 26. Cagionano mali 32. Non sono Maestri buoni 83. di bene, ma di male 64. 65. 67. 83. 84. Fanno peg
ttono secondo Navarro 161. M Maestri non leggano a’ Giovani Terenzio, simili Libri 173. 174. 175. 177. 178. Ma i buoni
ovità diletta 44. O Occasione di peccare non si può dare a pochi 115. ad un solo 115. Opere Comiche sono udite volentie
assolvere, chi va alle Commedie oscene, essendo debole di spirito 77. l’Autore la seguirebbe, se vi fosse 77. 78. Opini
on danno cagione di stupore predicando contro le Commedie oscene 226. fanno ingiustizia 227. 228. Uno invece di disdirs
sceno è condannato 35. Riso è cosa indifferente 135. Cristo non rise, Catone, o Crasso 135. Uno morì col riso 135. 139.
subito 248. Satirica Commedia non s’approva a nostro tempo 205. 206. a tempo antico 209. Si può permettere alle volte
cena 211. 212. E scrivendole contro non danno ragione di stupire 226. d’ingiustizia 227. 228. Scrittura sacra usata per
llocato in mezzo de’ travagli terreni, ha bisogno di qualche diletto; lo deve fuggire, per non parere rustico, e selvag
le contemplazioni, o da’ negoziiq, e dar riposo alla mente non veggo, conosco, ove meglio lo possa fare, che nello star
one fatta nella pubblica scena per dilettare con il gioco del teatro. alcuno, usi per l’auditore il detto usato da Auso
at. Cent. » ; perché il gioco osceno Comico ancorché non fosse letto, udito, né ricordato da altri, è cattivo in se ste
» ; perché il gioco osceno Comico ancorché non fosse letto, né udito, ricordato da altri, è cattivo in se stesso, e per
int honesti ». E quindi inserisco: dunque gli osceni non sono leciti, permissibili; perché sono effetto del vizio, e no
da gravi peccati mortali. Queste Azioni dunque non sono tollerabili, si devono chiamar giochi per gli uomini, ma, come
el Carnevale, in quanto sono lecite, e si possono fate senza peccato: i Superiori approvano le dissoluzioni peccaminose
’intorbida con bruttezza, non se ne può usare con speranza di frutto, con sapore di giovevole diletto. Dilettoso, e gio
r l’uso antico; perché la regola de’ nostri costumi non è l’opinione, il costume del volgo, ma la legge di Cristo, il q
a MagistratibusIn Paran. P. 29. ». Le correnti Commedie sono lecite, sono disoneste; perché sono secondo quello, che s
tano il Cristianesimo; e desidero non intorbidare l’onde cristalline, annegrire il liquido argento dell’onesto, e dilet
ruttezze del Teatro ogn’uno sa, che sono scritte non col dito di Dio, con inspirazione divina, ma con umano spirito, o
e chiaramente biasimò, che in luogo tale si facessero tali oscenità. mancarono altri savi, e virtuosi, che furono dell
ole calore non reca giovamento il cibo molto difficile per digerirsi; un pigmeo può lanciare un palo di ferro, che è gr
Chi usa, dice egli, voci laidecap. 48. in Commedia, non ha Economia, per se, né per altri, atteso che mai niunoap rima
ice egli, voci laidecap. 48. in Commedia, non ha Economia, né per se, per altri, atteso che mai niunoap rimarrà di anda
ascivo Quintiano con ardente amore del suo brutto e focoso desiderio: meno da essi è indotta a pubblica vista la scelle
il fatta: nelle quali non si devono usare parole impudiche, e oscene, gesti brutti, e disonesti: anzi né meno con parol
usare parole impudiche, e oscene, né gesti brutti, e disonesti: anzi meno con parole pudiche si devono spiegare intenz
parire Giovanetti vestiti da donna, e conosciuti da tutti per maschi; io condanno quelli, che usano la comparsa di tali
simo neo non toglie la grazia di un viso modesto, pudico, e grazioso: una piccolissima spina deroga punto alle porpore,
. Onde il P. Diana conclude, che a suo parere sostenere non si debba, in pratica, né speculativamente. « Unde puto, ill
ana conclude, che a suo parere sostenere non si debba, né in pratica, speculativamente. « Unde puto, illam neque specul
lam neque speculative, neque in praxi sustinendam esse.  »Resol. Cit. alcuno mi opponga ciò, che scrisse Sanchiez nella
ero infelice della morte. Chi legge, molto bene intende il mio senso, vi è bisogno di altra applicazione. Solo ricordo,
deste; e noi non dobbiamo stimare altissime montagne le minute arene; ci diamo a credere d’incontrare smisurati Elefant
cenità nel nostro tempo, non è un Monte Pelio, non è un altro Olimpo, meno è male smisurato, e molto grande a modo di o
e la Commedia oscena è un passatempo, che può passare; è tollerabile, fa di mestieri gridar ad alta voce: all’arme, all
mal fatta, e da noi in comune detestata. Ma ti lascia però Cristiano, ti pone lite in capo, e non ti leva le facoltà: e
coltose: insomma lo stomaco di gran calore è bisognoso di molto cibo, si contenta di quattro pesciolini, né di quattro
lore è bisognoso di molto cibo, né si contenta di quattro pesciolini, di quattro uccelletti di poco prezzo. Nota terza
ancorché sia Cristiano, all’infernal prigione del sempiterno pianto. la Commedia, benché alla fine rappresenti il Matr
o quel Regno ne ha partorito tante, che ne riempie que’ gran paesi, e manda anche molte Compagnie in Italia. Io aggiung
te di nociva qualità, non migliorano per ordinari la loro condizione, diventano giovevoli, e salutari alla generazione
’ampiezza del nativo suolo: per tutto il radical difetto è difettoso: la vaghezza, o grandezza di un bel giardino è bas
circostanza del luogo « est quid extrinsecum », è cosa estrinseca  ; serve di efficace correttivo al morbo della pecca
tutto il mondo; perché moltissime persone le condannano, e detestano, stimano in modo alcun il loro recitamento lecito
no il cervello per trovar cose nuove  ; non per desiderio di peccare, per dar occasione ad altri, che pecchino, ma per
esercizio: e se fanno ridere, non fanno ridere per laudare il vizio, col descrivere gli errori con voci scene; ma per
l’andarvi ad un spettatore, tutto che non corra pericolo di consenso di scandalo; perché se ella sarà oscena, renderà
ad uno; tutto che non incontri pericolo di consentire alle disonesta, di scandalizzare il prossimo; perché altri onde p
odecimo Se con ragioni si biasimano le Commedie Mercenarie, già che le Accademie, né le altre fatte gratis sono biasi
ragioni si biasimano le Commedie Mercenarie, già che né le Accademie, le altre fatte gratis sono biasimate. Beltrame i
ssità; e però non sono stimate oggetto degno della teologica censura, della predicatoria ammonizione. E di questa sorte
la spesa grande, che richiede la maestà, e la liberalità de’ Padroni: può Beltrame né deve con l’esempio di quelle Azio
che richiede la maestà, e la liberalità de’ Padroni: né può Beltrame deve con l’esempio di quelle Azioni far schermagl
n palese, e senza veli, e bende, A festini, a Commedie, e a sollazzi. san, come i Teatri, agoni, e tende Sono i mercati
e insegnando il bene, non deturpa la sua correzionecon grave errore, vitupera la sua dottrina con alcun inconveniente.
. Quando si esamina la Commedia, non vi è questa peste, questa fiera, queste viziose Azioni, che tal’uno descrive. E qu
o migliori, ma peggiori gli Ascoltanti. Di più dico, che non si deve, si può rappresentar ogni Vizio; perché la Rappres
uale chi segue per sua guida l’esperienza, non cammina da imprudente, a capriccio: e noi possiamo dire, che sperimentia
to del lor malvagio cuore. Adunque non riesce la correzione del male, l’insegnamento del bene col mezzo della Commedia
autorità de’ Dottori, e con le ragioni, che non sanno tal correzione, insegnano tal dottrina  : e per una bastevole pro
che loro: perché comunemente non sono persone piene di tanta santità, abbondanti di tanto zelo di anime, che si curino
ici sovente soggiornano. Adunque le Commedie non correggono dal male, rendono perfetti nel bene gli Auditori. Beltrame
e obiezione, ma tanto fiaccamente, che non punto snerva la sua forza, il suo vigore; perché il dire, come egli dice. No
limite avviene della Commedia: non s’invita mai alcuno alla Moralità, a documenti, ma alle cose gioconde, nondimeno non
e al Dubbio dico. Non basta l’argomento spirituale, ovvero istoriale; che si ponga nel Cartello il titolo di Opera; per
ro le Commedie oscene, pochi sarebbero i Comici, e poche le Commedie; si potrebbe recitar ogni girono Azione nuova, com
ssimo, e esemplarissimo Cardinale. Questi fu condotto, non so da chi, perché, alle Commedie pubbliche dello Stanzone; i
in humanis actionibus est attendendus. » Così discorre questo Autore; il discorso di lui è malamente fondato. Io ritorn
credo, che non vi sia: e se vi fosse, io non la tengo probabile: onde io, né altri, che sia del mio parere, dovrebbe, n
che non vi sia: e se vi fosse, io non la tengo probabile: onde né io, altri, che sia del mio parere, dovrebbe, né potre
go probabile: onde né io, né altri, che sia del mio parere, dovrebbe, potrebbe senza grave colpa seguir in pratica quel
rofessori di Roma al seguente caso. Trovo un moribondo, che non poté, può dar segno di penitenza; io so, che egli vivev
e, e frequentava i Sacramenti ogni settimana: non lo voglio assolvere meno sub condizione; perché stimo improbabile la
abile ogni modo, intrinsecamente, e estrinsecamente; e però non devo, posso praticata senza gravezza di peccato mortale
io rispondo. Passi tutta la dottrina proposta dal P. Diana, la quale, in sé, né men nella sua ragione, ripugna al mio p
o. Passi tutta la dottrina proposta dal P. Diana, la quale, né in sé, men nella sua ragione, ripugna al mio parere nel
vere, perché opererei contro ogni dettame della mia coscienza: dunque egli ha ragione di giustizia per esigere da me l’
fondata dicesse di tenere tale opinione: io dico, che non è probabile per ragioni intrinseche , né per l’estrinseca aut
e opinione: io dico, che non è probabile né per ragioni intrinseche , per l’estrinseca autorità sufficiente d’approvati
Sono stimolo di peccato a voi? Si. dunque non vi è lecito l’andarvi, io vi assolverei, mentre non desistete da tale vo
e Discepolo di tali Maestri non profitta nella Virtù con lo studiare; torna dallo studio divenuto dotto ne’ buoni costu
e. Infiniti sono i beni, che procedono dalle Scene. E io non riprovo, tal racconto, né tale aggiunta; perché si parla d
i beni, che procedono dalle Scene. E io non riprovo, né tal racconto, tale aggiunta; perché si parla di Commedie modest
Azioni oscene, non hanno i loro abitanti, e Cittadini più continenti, più savi, né più perfetti che quelle, ove i Comic
, non hanno i loro abitanti, e Cittadini più continenti, né più savi, più perfetti che quelle, ove i Comici recitano pe
e vanità, hanno i Cittadini più continenti, più savi, e più perfetti. io per questo dico, che non si facciano alle volt
e, e varie oscenità:e questi peccati non hanno bisogno di tolleranza, di fomento, ma di presta correzione, e di totale
tibus dignor est.» Cioè. Non la bellezza de’ casamenti e de’ palazzi, la moltitudine de’ Cittadini rende magnifica, gra
ni: e i Signori Genovesi un’altra proibirono loro il far le Commedie: per tal’atto perderono punto della gloria loro; a
mai proibito il salire in banco, o il comparire in Scena alle Donne; a Ciarlatani, o Commedianti il rappresentare le l
Scena, forse non v’è stato, bisogno, e se v’è stato, non s’è saputo, avvertito, e giudicato grave dal Superiore. Ora,
r tali; nondimeno se, non sapendo la futura indecenza, vi si troverà, si potrà partire, imiti l’antico Alipio, chiudend
so tanto noto, che una donnal. de spect., fedele vi andò, e d’indi se tornò a casa con il Diavolo addosso; il quale int
se farà riflessione a se stesso e dirà. Io non accompagno come Amico, come Parente; ma come Servitore. Il mio Patrone v
arente; ma come Servitore. Il mio Patrone va alle Commedie disoneste: vi vuole andare senza essere accompagnate dalla m
hé la regola del vivere non si prende dal viver molti insieme, e etc. lascia di essere peccato quello, che si commette
a ragione è, perché col suo vigore fa quasi ostacolo all’emendazione. in diversa maniera discorreva il saggio RomanoSen
il vendicativo; perché dice. Io solo nel Mondo non cerco la vendetta: il Concubinario; perché afferma. Io solo non teng
: né il Concubinario; perché afferma. Io solo non tengo la Concubina: l’usuraio; perché risponde. Io solo non do il dan
o, se alcun vi va; perché non più fomenta nel peccato que’ Recitanti, cagiona il loro peccato: essendo che l’uno, e l’a
nti nondimeno reciteranno al medesimo modo: e però egli non concorre, coopera efficacemente al peccato loro; come appar
i sono quelli, « qui habentes a quo discerent, operam non dederunt ». replicare che non hai dubbi; e che pensi bene de’
ricolo di sentire qualche sentenza o parola troppo licenziosa: dunque meno lecito sarà andar per le strade pubbliche; p
di peccato, mentre andando sente senza consenso le parole disoneste: egli col suo andar o star presente, è cagione, ch
ste: né egli col suo andar o star presente, è cagione, che si dicano; paga i pronunciatori, che le proferiscono; ne fa
ono; ne fa loro applauso con la persona, ne col riso, ne con la lode, col gesto; né va per le strade con volontaria cer
o applauso con la persona, ne col riso, ne con la lode, né col gesto; va per le strade con volontaria certezza, o con f
scenza. Punto decimo quinto. Se il dire, lo non vò per far peccato, per mal fine alle Commedie oscene, e pochi vi van
giustificata con la lunga numerazione di tanti fini degli Spettatori, meno basterebbe a giustificarla, se avesse aggiun
avesse aggiunto, che i Comici del nostro tempo non dicono le parole, formano i gesti di qualche oscenità per fine, che
ato: e però peccano mortalmente; e aggiungo, che non solo a pochi, ma anche ad un solo si deve, né si può dar occasione
te; e aggiungo, che non solo a pochi, ma né anche ad un solo si deve, si può dar occasione di rovina spirituale senza c
e non sono scusati da quella ignoranza crassa, che si trova in loro. il dire. Io farei cosa peggiore. Giustifica, ment
metteranno, poiché dopo l’avvertimento li vorranno ancora commettere, cesseranno dal frequentare l’impudico Teatro. L’a
e invincibile ignoranza è quella, la quale non si vuole direttamente, indirettamente: ma gli Spettatori delle Commedie
ento alla salvezza delle anime, l’avvisare ciascuno degli Spettatori, l’avviso è peccato alcuno; benché gli avvisati fa
pulsiva del malore conduce al termine di sanità a l’afflitto infermo. posso negare, che molti nel mondo, anche grandi p
non tutti i diletti fossero cattivi secondo l’opinione degli Stoici; che tutti fossero buoni secondo la sentenza degli
l’anima col peso del peccato. E per conseguenza non è buono rimedio, da praticarsi volentieri; poiché non procede da u
etano ad minus est peccatum veniale. » Questa ragione io non riprovo; meno la Conclusione  ; ma permetto, che passino a
media oscena senza peccato, anche veniale; perché può non dilettarsi, delle cose brutte rappresentate, né della loro Ra
niale; perché può non dilettarsi, né delle cose brutte rappresentate, della loro Rappresentazione, e può essere stato m
he, «  tempus flendi ». Il riso per se stesso non è buono moralmente, malo; perché se fosse malo, Dio non avrebbe fatto
narie Commedie del nostro tempo. Il Cielo annuvolato non si snuvola, si rasserena per ogni vento; né al suono di ogni
Il Cielo annuvolato non si snuvola, né si rasserena per ogni vento; al suono di ogni tromba si quietano le battaglie.
corre bvla provisione convenevole, e necessaria al suo sostentamento: vuole il diritto di ragione, che s’impedisca dal
to: ne esercitano Giochi brutti, ma liberali; cioè di tal qualità che in detti; né in fatti recano pregiudizio alcuno a
tano Giochi brutti, ma liberali; cioè di tal qualità che né in detti; in fatti recano pregiudizio alcuno alla Virtù;e n
a collocant. » hom. 38. in Mat. Usano la voce per guadagnar il vitto. repugnerei a chi dicesse, che tali persone si aff
tali persone si affaticano assai per provvedersi di un pezzo di pane; sempre fanno una vita comoda, e grassa; come molt
osceni, che non meritano aiuto, ne compassione; e che non si devono, possono permettere, essendo una scandalosa, e uni
il moschetto e che vada alla Guerra. Quasi volesse dire: non mi sento forze, né coraggio per le fatiche militari: non p
to e che vada alla Guerra. Quasi volesse dire: non mi sento né forze, coraggio per le fatiche militari: non posso compr
miglia molto onoratamente. Ma l’infelice non si contentò dell’onesto, del dovere onde parendogli la vita de’ Buffoni es
l’osservanza della Divina Legge all’interesse dell’illecito guadagno: , per dar gusto a peccatori, deve dar disgusto a D
che così dicono, così risponde. Non concedo che la Commedia sia male, grande, né piccolo: anzi direi se non fossi inter
cono, così risponde. Non concedo che la Commedia sia male, né grande, piccolo: anzi direi se non fossi interessato, cos
edia è cosa buona; è lecita; ne è un manco male simile al Meretricio: i Comici Modesti sono di rea qualità, come le Mer
le quali non domandano, ne ottengono licenza in iscritto di peccare; Superiore alcuno la darebbe « tutta conscienza ».
itto di peccare; né Superiore alcuno la darebbe « tutta conscienza ». le Meretrici, radunate in un luogo pubblico, mand
polo ad andar a peccare con loro; perché questo non si permetterebbe. le Meretrici fanno attaccare nelle piazze pubblic
a tutti bramano giovare; e però dovrebbero essere non solo tollerati, perseguitati; ma tenuti in pregio, e riposti tra
n dispone le persone alle usure dannose, ne alle vendite esorbitanti, alla falsità delle scritture, né all’ingannare il
annose, ne alle vendite esorbitanti, né alla falsità delle scritture, all’ingannare il prossimo, né ad uccidere alcuno.
tanti, né alla falsità delle scritture, né all’ingannare il prossimo, ad uccidere alcuno. Il Comico in Scena non dice E
l suo Auditore. Il Comico non desidera la Guerra, come molti Soldati; le infermità, come molti Medici; né la carestia,
ra la Guerra, come molti Soldati; né le infermità, come molti Medici; la carestia, come molti Ricchi; né le liti, come
é le infermità, come molti Medici; né la carestia, come molti Ricchi; le liti, come molti Avvocati; né le questioni, co
; né la carestia, come molti Ricchi; né le liti, come molti Avvocati; le questioni, come molti Criminalisti, né gli sta
liti, come molti Avvocati; né le questioni, come molti Criminalisti, gli stati altrui, come molti Principi. Anzi il Co
o riso cagionato dall’Arte sua. E perché dunque non voler permettere, tollerare, ma discacciare, e perseguitare persone
i modesti; contro de’quali non si temperano le penne degli Scrittori, proclamano le voci de’ Predicatori. E io confesso
i sa, o non si vuol sapere distinguere i Comici modesti dagli osceni, le Compagnie onorate dalle vituperose, né l’Arte
omici modesti dagli osceni, né le Compagnie onorate dalle vituperose, l’Arte ingegnosa dalla Buffoneria. Dico io dunque
emere da taluno il risentimento di giusta appellazione. Io non vorrei precipitare una sentenza tale, che si potesse nom
precipitare una sentenza tale, che si potesse nomare troppo rigorosa: affermarla tanto larga, che trascorresse oltre i
mpagnia, stante che essa non può senza lui fare i soliti Recitamenti; può trovare, chi rappresenti il Personaggio da lu
desto N. il quale non induce il Comico osceno all’uso delle oscenità; lo paga per questo, né gli si fa applauso; come f
nduce il Comico osceno all’uso delle oscenità; né lo paga per questo, gli si fa applauso; come forse fanno molti Spetta
. Ma il recitar in Teatro (dal quale io non escludo le modeste Donne, le Comiche pudiche) con Ragionamenti amorosi, con
trovar il tempo di girar gli occhi per ferire, e per involar i cuori; il dover dar risposta al Recitante la impedisce,
t turpia continentur. » Cioè. I Maestri non dichiarino a’ Giovanetti, permettano loro il leggere, non solo i Libri nomi
ell’Indice Romano composto contro i Libri, che non si devono leggere, tenere. Ivi si proibiscono i Libri, che « ex prof
do loro Terenzio, come Autore fornito di ottima Latinità. Non piacque molto, né poco al virtuosissimo, saggio, e zelant
renzio, come Autore fornito di ottima Latinità. Non piacque né molto, poco al virtuosissimo, saggio, e zelante Vescovo
Ora vengo alla risposta del Dubbio, e dico: che io non posso lodare, approvare, che i Maestri Salariati dichiarino a’
anche a far riflessione al seguente detto, che è, non di S. Basilio, di altro Santo, ma del malvagio Luthero, e lo cit
ne per se stessa; non è aiutata da’gesti; ne accresciuta dell’occhio, dalle voci; ma muta se ne sta, languida, e monca;
Superiori, che viene eletto al Vicariato di Cristo, non deve essere, née dotato di una mezza bontà, la quale si contentò A
aliquibus operationibus, vel verbis turpibus; vel nocivis. » ibidem. il Pontefice Massimo, né i Vescovi zelanti, e buo
vel verbis turpibus; vel nocivis. » ibidem. Né il Pontefice Massimo, i Vescovi zelanti, e buoni, approvano gli eccessi
ientemente; acciocché i Fedeli intendano, che non si devono recitare, ascoltare. D. Francesco Maria del Monaco scrive,
te le Commedie, recitate nella forma, e modo solito de’ nostri tempi; s’informasse da Dottori, quali siano le oscenità
uo cospetto per ragionarne e di più non avesse caro, che si scrivesse che si predicasse, per illuminar il Popolo a pote
ere a’ Cittadini, non proporrebbero tali esempi per formar i costumi: esporrebbero i sudditi, e il fiore della Città, a
tenuta licenza. Ma io sono di parere. che tale aggiunta non sia vera; ben fondata. Con tutto ciò da questi casi vediamo
caso delle Commedie oscene; l’abuso delle quali non è male disperato irrimediabile: anzi è facile di essere curato con
della vera Giustizia, Temperanza, e    Innocenza, per non commettere, permettere cosa contraria alla virtuosa, e cristi
io, a cui; rispondo io con la negativa, e tengo, che niun Magistrato, altro Superiore possa permettere le Teatrali osce
r » ; acciocché non s’impediscano alcuni beni, cioè, beni non minori, uguali, ma beni maggiori: cosi lo spiega Navarroc
li con li stessi nomi? Se le persone non sono le medesime di costumi, l’opere loro della stessa natura? Ne cosa immagin
veruna oscenità; e riuscivano cibo molto gusto, e con grande utilità. io riprovo tali Commedie fatte per cagioni stimat
o: « nec excusatur per opinionem probabilem, quia talis nulla est » : egli è scusa con l’allegazione di qualche probabi
alche probabile opinione; perché niuna di tal fatta corre tra’ Dotti, si può allegare. E vero, che Battista Fragoso De
nto de’ Commedianti, a’ quali. dico, che i Teologi non scriverebbero; i Predicatori ragionerebbero pubblicamente contro
uanto modestamente essi le rappresentino: il che non sanno i Teologi, i Predicatori; perché non frequentano molto, né p
non sanno i Teologi, né i Predicatori; perché non frequentano molto, poco il Teatro. Rispondo. I Teologi, e i Predicat
oscena, e de Comici virtuosi, e onorati dalli disonorati, e viziosi. si deve dire assolutamente, che i Teologi, e i Pr
Sapienza, e alla loro bontà. Essi, benché non sappiano tutte le cose, siano tenuti a saperle; sanno, quanto basta, la n
o passatempo delle Commedie poco modeste, sarebbe non piccolo frutto, di piccolo giovamento all’Anime, per salvarle dal
nde contro i loro peccati: non per atterrare il guadagno de’ modesti; per sotterrare il loro onore; né per levarli il p
r atterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterrare il loro onore; per levarli il pane dalle fauci, né per soddisfar
né per sotterrare il loro onore; né per levarli il pane dalle fauci, per soddisfare a certe devote Femminucce; né per
rli il pane dalle fauci, né per soddisfare a certe devote Femminucce; per aggredire alle Mogli gelose de’Mariti: perché
Ho detto, Commedianti osceni; perché, come io non approvo le parole, le scritture, né i Libri di chi tratta indistinta
ianti osceni; perché, come io non approvo le parole, né le scritture, i Libri di chi tratta indistintamente contro i Co
. Questa Ragione d’Interesse è Ragione immaginata, non Vera, e reale: mai Crisostomo, né Agostino, né altro Predicatore
Interesse è Ragione immaginata, non Vera, e reale: né mai Crisostomo, Agostino, né altro Predicatore antico, e Santo, n
agione immaginata, non Vera, e reale: né mai Crisostomo, né Agostino, altro Predicatore antico, e Santo, né meno alcun
né mai Crisostomo, né Agostino, né altro Predicatore antico, e Santo, meno alcun moderno, e virtuoso Predicatore sarà s
chiamata, o volentieri accolta e accarezzata? Rispondo. Non è grande, piccola ingiustizia; anzi è opera di molto, e gra
nto di vero Zelo dell’onor di Dio, e del bene spirituale delle anime, ciò si giudica da veruno per opera ingiusta, ma g
ano. E questi ciò facendo, commettono ingiusto? No per verità. Dunque men si possono incolpar d’ingiustizia quelli, che
e; imperoché non tutti odono, e intendono i discorsi de’ Predicatori: tutti vogliono, o sanno leggere i Libri; e però C
ommedia oscena nella pratica riesce molto perniciosa per le oscenità. si deve dire, che a nostro tempo il Teatro, e la
questo pestilente morbo, e a questa universale rovina di tante anime. vale la scusa di chi dice. Si tratta d’amore, per
he Donna si può dire con Val. Flac. « Penelope venit, abito Helena. » men giova, per giustificare le correnti Commedie
le Meretrici, e con altre Donne moltiplicano le offese del Creatore. giova il voler provare, che le Commedie i corrent
e ricreazione, non essendo tutti forniti della medesima comprensione, tutti professano la medesima vita: molti gustano
ione. E però si dice, si scrive, e si stampa contro le loro oscenità. deve ciò parer duro a’ Comici modesti; poiché non
itazioni. A questi tali io avviso, e intimo questo; e non a’ Gentili, agl’infedeli. Non voglio tacere ciò, che tal’uno
sse Donne. L’uso al male alle volte fa, che un tristo non moltiplica, pensa il male. Rispondo con S. Tommaso. « Consuet
rsa è peccato; e si fa con scandalo de’ deboli, a’ quali non si deve, si può dar occasione di precipitarsi nella rovina
il manco male, che si commetta, è il Giuocare; non è Scuola d’Eresie; altre simili: ma è luogo, dove si passa l’ozio, e
aggiamente si portava astenendosi dalla sua difensiva interpretatine. io posso approvare quell’altro suo pensiero, che
tosa, e tanto brutta che niuno Diavolo si potria dipingere più brutto più abominevole. La Madre morse del parto; e di q
gn’uno rimase sbigottito per simil fatto. Ma non per questo la Regina i suoi aderenti, si mutarono di parere in quanto
obbediva a cenni delle Streghe; perché non aveva perso l’intelletto, il discorso: ma solamente la facoltà di favellare
a mia. E pure il malvagio si abusò del Celeste avviso, e fece peggio: con tutto ciò fu subito castigato dalla potente,
l savio Padrone poca cura si prese di emendarsi, fu da lui licenziato passarono molti giorni, che infelicemente finì la
utti gli Spettatori, e gli Attori sopra modo atterriti, e spaventati; vi fu chi volesse più seguitare di udire, o di ra
ia del comun Signore, senza pensier di offendere, è disgustare alcun: occorre, che vi sia, chi si quereli con il Superi
gnominiose; cosa, che non trovo, che abbia detto S. Paolo agli Ebrei, S. Tommaso d’Aquino a gli Eretici; non so, chi l’
illecito, dall’illecito, e il modesto dall’osceno, in questa materia. credo, che Comico alcun possa veramente convincer
ato scrive, che taliNell Antid.p.4.c.1.p.312. Libri non sono aspersi, pieni d’altro, che di mille lusinghe, allettament
si lamenta de’ Libri Platonici perché non contengono senso di pietà, lacrime di confessione, né spirito contrito e tri
nici perché non contengono senso di pietà, né lacrime di confessione, spirito contrito e tribolato. « Non habent illa p
hi oggetti, la volontà di disonesti desideri: tal che non sa pensare, macchinar altro, che disonestà, e bruttezze. Esti
tremo, che ella fosse vestita de’ suoi preziosi vestimenti, che aveva la Madre seppe né volle contraddirle: la compassi
sse vestita de’ suoi preziosi vestimenti, che aveva né la Madre seppe volle contraddirle: la compassione vinse la ragio
osceni questo Teologo: e nondimeno tanti li leggono, e li rileggono; fanno, né vogliono, né par che possano tralasciar
esto Teologo: e nondimeno tanti li leggono, e li rileggono; né fanno, vogliono, né par che possano tralasciare cotal le
e nondimeno tanti li leggono, e li rileggono; né fanno, né vogliono, par che possano tralasciare cotal lezione: ciascu
di molti, i quali dicono. La Lezione de’ Libri osceni non è peccato, cagiona nocumento all’anima né fa correr pericolo
ezione de’ Libri osceni non è peccato, né cagiona nocumento all’anima fa correr pericolo di perdere la divina grazia: e
liberamente, ma cautelatamente, chi ha vero zelo della sua salute. « voglio qui lasciar indietro, dice il Mazzarino, c
e, chi attende alla lettura oscena: in cui si trova qualche fioretto; io lo nego; ma è fiore avvelenato, chi uccide. Un
la regola di fine tanto nobile, e virtuoso, non avrebbero avuto già, di presente avrebbero molte parole impure, e molt
i Composizioni, e Libri osceni, i quali dice il MazzarinoRag. 25. M., comporre, né leggere, né permettere si devono,vie
i, e Libri osceni, i quali dice il MazzarinoRag. 25. M., né comporre, leggere, né permettere si devono,vietati strettam
sceni, i quali dice il MazzarinoRag. 25. M., né comporre, né leggere, permettere si devono,vietati strettamente ne’ Lib
ignori non acconsentano, che in casa loro si leggano Libri disonesti; che possano provocare a Vizi: perché, come non co
li uomini, ordinarono, che niun Giovane leggesse il Libro del Genesi, do Ezechiele Profeta, né i Cantici, né altri Libr
e niun Giovane leggesse il Libro del Genesi, né do Ezechiele Profeta, i Cantici, né altri Libri di questa sorte, ancorc
leggesse il Libro del Genesi, né do Ezechiele Profeta, né i Cantici, altri Libri di questa sorte, ancorché della Sacra
ta, per darsi a chi dice. I Libri osceni, che io leggo, non trattano, insegnano, ex professocioè di proposito, le oscen
ità il veleno in una coppa d’oro. Nelle altre Opere poi, nelle quali, il titolo è disonesto, né vi si leggono bruttezze
d’oro. Nelle altre Opere poi, nelle quali, né il titolo è disonesto, vi si leggono bruttezze continuamente, bisogna sa
chi il savio Lettore. Pondera di più il P. Sacchino, che niun Autore, moderno, né antico, né Poeta, né Profanatore, si
Lettore. Pondera di più il P. Sacchino, che niun Autore, né moderno, antico, né Poeta, né Profanatore, si deve toccare
ondera di più il P. Sacchino, che niun Autore, né moderno, né antico, Poeta, né Profanatore, si deve toccare, se ha scr
più il P. Sacchino, che niun Autore, né moderno, né antico, né Poeta, Profanatore, si deve toccare, se ha scritto di ma
neq vocam, neque artifici, neque ullius rei causa attingi oportere. » parla solo degli Autori Latini, ma di tutti: e in
mamente in ordine alla Gioventù, in presenza di cui non si deve dire, fare alcuna cosa disonesta, e per conseguenza non
alcuna cosa disonesta, e per conseguenza non si deve permettere, che anche sia letta da lei, acciocché non cada nelle
c tu Pueri contempseris annos. » Isocrate avvisa, che non si faccia, si dica cosa, che rappresenti bruttezza: e in con
e alle parti della proposta Ragione. Dico 1. Non è cosa degna di lode d’imitazione; che tra Cittadini si veggano, e si
i tutti i vizi; onde non si può fingere simile a lui nel danneggiare, Circe alcuna, né alcuna Sirena, né Arpia, né Idra
nde non si può fingere simile a lui nel danneggiare, né Circe alcuna, alcuna Sirena, né Arpia, né Idra, né altro nocivo
gere simile a lui nel danneggiare, né Circe alcuna, né alcuna Sirena, Arpia, né Idra, né altro nocivo, e pernicioso Mos
e a lui nel danneggiare, né Circe alcuna, né alcuna Sirena, né Arpia, Idra, né altro nocivo, e pernicioso Mostro. E per
el danneggiare, né Circe alcuna, né alcuna Sirena, né Arpia, né Idra, altro nocivo, e pernicioso Mostro. E però il Conc
il primo, sentì tali incentivi del senso, che sdegnato lo gittò via, mai più volle vederlo. Narra il caso il P. Ribera
o per queste cose disoneste, più volte lette, di non sentire stimoli, movimenti della carne, né veruno altro male. Risp
e, più volte lette, di non sentire stimoli, né movimenti della carne, veruno altro male. Rispondo, per avventura ciò sa
le Proibizione della Chiesa? Non è facile determinare questa materia; a noi tocca questo ufficio; ne è bene, che ci pon
tanto nocivi; acciocché da niuna persona della famiglia si pratichi, meno per poco, si pestilente Lezione. Ove non si
e soggetto s’impieghi nell’impura Lezione, e che non conservi veruno, altro Componimento di oscenità. Nota decima nona
di que’, o Religiosi, o Secolari Ecclesiastici che non sono applicati dell’obbedienza, né dalla carità, o necessità ad
, o Secolari Ecclesiastici che non sono applicati né dell’obbedienza, dalla carità, o necessità ad insegnare ad altri;
esti, e eterni Parenti? E sì come tu non riconosceresti per Figliuolo, per Figliuola, quello, o quella, che si dilettass
gliuolo, o Figliuola, adesso, e nel tempo della morte da Cristo Gesù, dalla Beatissima Vergine, se tu gusti di cose con
mpiego di ottimi, e valenti Personaggiin Bibl. P. 1. c. 25. p. 108. ; ogni purga riesce di compiuta utilità, e piena so
enum. »ho. 6. in Mat. Cioè, passiamo il tempo, non con peccati gravi, con vanità leggeri ma con opere buone, e degne de
co, che non è comportabile il perder tempo in leggere Poesie amorose, altri Libri, ne’ quali siano oscenità, o di cose,
tabilire santamente nell’animo suo, non voler in tempo alcun leggere, mirare quell’Opere di Poesia, o di Prosa, che sar
esti fosse comportabile, e si potesse permettere; non è comportabile, si deve, né si può permettere il Recitamento osce
omportabile, e si potesse permettere; non è comportabile, né si deve, si può permettere il Recitamento osceno; non solo
ra modestia, e gli Uomini di virtuosa mortificazione non se ne vanno, devono andar a cercar passatempi di conversazione
a di molti Giovani insieme dopo la Tornata, come fatta, non in Chiesa in Congregazione, né con la presenza di qualche S
sieme dopo la Tornata, come fatta, non in Chiesa né in Congregazione, con la presenza di qualche Superiore, né di altra
Chiesa né in Congregazione, né con la presenza di qualche Superiore, di altra persona assegnata dal Padre di Congregaz
gliati, e vagabondi, ma virtuosi Giovani, che divisi nelle case loro, fan peggio, né vi trovano occasione di peggiorare
ondi, ma virtuosi Giovani, che divisi nelle case loro, né fan peggio, vi trovano occasione di peggiorare. Si può ben te
citamento, e forse reciteranno più, e più volte, non alle sorde mura, a ciechi scanni ma a numerosi Auditori, e Spettat
vani recitò nel tempo Carnevalesco una Rappresentazione, non di burle di buffonerie, ma di virtù, e d’eroiche perfezion
sopra intendenza de’ Superiori, i quali non hanno fatta proibizione, mostrato gagliardo risentimento, forse per non po
o che si è veduto per esperienza, che tal permissione è molto nociva, da tollerarsi in modo alcuno, e che si può con la
a casa della Città, di notte, con pubblico concorso di molte persone, con miscuglio di Uomini, e di Donne: ma di giorno
tuali congregate; e non si corre pericolo di scandalosa dissoluzione, di altro inconveniente. Così procede tal volta, c
azione instituita dal B. Servo di Dio Hippolito Galatino in Fiorenza. questo modo di rappresentare merita biasimo alcun
ose da molti si fanno, che non sono per gli altri Catoniani Precetti, Platoniche Istruzioni da osservarsi con accurata
e non è un Oratorio, per dimorarvi in continui esercizi di devozione; è una Scuola, per starvi con assidua applicazione
i altro Superiore; e senza mai trattar con Giovani di altra Camerata. per questo recitate si fa molto scapito nello stu
loro pensieri alla vanità del gusto teatrale. Dunque concludiamo, che per li convertiti, né per quelli pochi, li quali
ità del gusto teatrale. Dunque concludiamo, che né per li convertiti, per quelli pochi, li quali forse si convertirebbe
dicendo, che la sostanza spirituale della Congregazione non è mutata; il primiero spirito è punto scaduto dal suo antic
rnicioso. Non si riscalda il freddo focolaro con i pezzi di ghiaccio: si ristora la sanità languente con il cibo di van
o, e il vestito a loro gusto, per quanto comporta la loro condizione: lasciano di ricrearsi in altre maniere secondo il
, e virtuosa Ricreazione: ma non permette già, che facciano Commedie: essi costumano d’andar a sentire quelle, che altr
che un fiore putrefatto non deroga alla perfezione di tutti i fiori: il vizioso recitar d’alcuni pochi deve servir di
o, per poi applicarsi alla santa funzione predicatoria- Onde io dico. Momo, né Graziano, né altro Comico, serve di buon
i applicarsi alla santa funzione predicatoria- Onde io dico. Né Momo, Graziano, né altro Comico, serve di buon Maestro,
alla santa funzione predicatoria- Onde io dico. Né Momo, né Graziano, altro Comico, serve di buon Maestro, a chi profes
punto non perda del suo vigore. L’osservanza non scema gli eserciti, gli squadroni; ma li rende più forti e li dispone
restano; poiché non sentiranno più, o almeno poco stimolo da parole, provocarsi da’ vicini, e presenti, li quali posso
Prima Ragione di chi vuole leggere Libri impuri, cioè non è peccato, nuoce all’anime. 43. N. 12. Della Seconda Ragione
2 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre premier. Origine des Spectacles. » pp. 1-14
ar piété. » Boileau, Art Poétique, Chant III. L’art dramatique est chez les Grecs de la folie et de l’ivresse que Ba
des vers libertins et des chansons licencieuses ». Pierre Corneille, en 1606, mit ensuite la comédie tellement en fave
plaintes sur la licence de leur profession. Les comédies de Molière, en 1620 ; les drames de Racine, né en 1659 ; de R
ofession. Les comédies de Molière, né en 1620 ; les drames de Racine, en 1659 ; de Régnard, né en 1647, et de Voltaire,
Molière, né en 1620 ; les drames de Racine, né en 1659 ; de Régnard, en 1647, et de Voltaire, né en 1694 ; les représe
rames de Racine, né en 1659 ; de Régnard, né en 1647, et de Voltaire, en 1694 ; les représentations lyriques de Lully,
, et de Voltaire, né en 1694 ; les représentations lyriques de Lully, en 1633, et de Quinault, né en 1635 ; enfin, la g
 ; les représentations lyriques de Lully, né en 1633, et de Quinault, en 1635 ; enfin, la gaîté de la comédie italienne
3 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique — CHAPITRE PREMIER. De la Passion de presque tous les Peuples pour la Poësie Dramatique. » pp. 8-16
ace des Personnages qui parlent & qui agissent. Cette Poësie a dû naître naturellement de la réunion des deux plus ancienn
p; de l’Imitative seroient réunis. Nous ne sommes pas étonnés de voir naître ce spectacle dans la Grece, le Pays des Muses, pu
naître ce spectacle dans la Grece, le Pays des Muses, puisqu’il a dû naître aussi chez tous les Peuples qui ont des Poëtes :
ants de Bacchus, & parmi nous des chansons des Pélerins. Les Arts naissent du hasard, & les Réflexions viennent ensuite.
 : l’Histoire abrégée que j’en vais faire, apprendra comment elle est née , & comment elle s’est perfectionnée. 1. Ga
4 (1648) Della cristiana moderazione del teatro. Detto la qualità delle Commedie pp. -272
caso di tanti infelici; e non dovrebbe restare con le carni di ferro, col cuore di diamante senza mollificarsi. « O mis
nza distinzione assolutamente concludono, che non si deve permettere, recitare, né ascoltare Commedie. E di più scrive
ne assolutamente concludono, che non si deve permettere, né recitare, ascoltare Commedie. E di più scrive chiaro questo
breggiata si è non poco, e riceve danno grave, non daiav Commedianti, daiaw Ciarlatani modesti ; ma dagliax osceni : pe
n solamente con riguardo dell’Arte Comica, la quale non è vile in sé, scandalosa ; ma anche con rispetto dei virtuosi C
virtuosi Comici, la fama, et utilità dei quali non si deve offendere; ad essi deve pregiudicare il difetto dei viziosi.
ire allo spirituale giovamento di molti, non è fabbricator di vanità, perde con l’opera gli anni, le ore, e i momenti.
i delle oscenità, io mi servirò di più pungente, e penetrante spada ; mi poserò, fin tanto che non mandi in dispersione
Demonum superstizione libidinose inquietantes. »  Ma non posso già, devo concedere, che queste moderne azioni si reci
edia è il più lontano daibs pericoli; poiché l’uomo no adopra l’armi, cavalli: non s’intriga con cani: non s’arrischia
gli Istrioni, che sono moderati, non usando parole, o fatti illeciti, giudicando in negozi, e tempi indebiti. E sotto q
ri Illustri da Pirati. » Questa risposta di Beltrame non mi dispiace; mi par un suono stonato, né ingrato all’orecchio;
sta risposta di Beltrame non mi dispiace; né mi par un suono stonato, ingrato all’orecchio;  tuttoché venga da un Comic
, e zelante sollecitudine. Quindi è, che io stimo non doversi lodare, approvare la seconda risposta, che il Comico Belt
Fiorentini, il quale non sapendo il modo tenuto dai virtuosi Comici, sapendo i vari pareri degli Autori, e accertato d
nto fatica nel ripurgar il grano, getta lungi dall’aia le mondiglie ; stima necessario alzar la voce; e dire. Io distin
persona. Silvestro dice che non si facci con negoziato d’incantesimi, da persone Ecclesiastiche. « A personis Ecclesias
em. Cit. de Eutropelia.Esercitar non si deve cotal’Arte da Sacerdoti, da Religiosi, né in Chiesa, né in tempo del sacro
pelia.Esercitar non si deve cotal’Arte da Sacerdoti, né da Religiosi, in Chiesa, né in tempo del sacro digiuno Quaresim
r non si deve cotal’Arte da Sacerdoti, né da Religiosi, né in Chiesa, in tempo del sacro digiuno Quaresimale. Caietano
e. Dunque non sa cosa repugnante alla dottrina dell’Angelico Dottore, cosa illecita quel nobilissimo Cavaliere, o quel
ra Comici nel Teatro convenga, o non convenga a personaggi non sacri, religiosi,  io mi rimetto in tutto alla prudente
l Re non vi si debba intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, per l’essenza, né per l’apparenza. Per l’essenza,
ba intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, né per l’essenza, per l’apparenza. Per l’essenza, perché le operazi
oli, non essendo con gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, per l’essenza, né per l’apparenza con la persona
on gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, né per l’essenza, per l’apparenza con la persona sua ne’ pubblici s
de, e merita di esser trattato con rispetto da ogni saggio Scrittore; si può giustamente aggregare all’infame ciurmagli
e l’Arte Comica è medesimamente lecita secondo i Dottori di Teologia; io ho trovato alcuno di essi, che sono questi ter
mici, e Ciarlatano non si servono per lo più moderatamente dell’Arte, de’ giochi teatrali; perché ho inteso più volte,
tuntur. » L’officio istrionico usato con moderazione, non è illecito, peccaminoso. Giovanni Viguerio dice lo stesso con
suo officio utantur moderate. » Non è illecito l’officio Istrionico; gli Istrioni si devono condannare: purché l’usino
siano lecite per sentenza di Comitolo ? E troppo chiara la negativa: fa mestier, di prova per questa prova; e ove il s
la disonestà, gli attori peccano mortalmente. E questo è i verissimo, contiene errore alcuno; ma non fa il senso scritt
re; perché con altro artificio non sanno procacciare il vitto per sé, per i suoi: né esercitano giochi turpi, ma libera
altro artificio non sanno procacciare il vitto per sé, né per i suoi: esercitano giochi turpi, ma liberali, cioè tali,
itano giochi turpi, ma liberali, cioè tali, che non fanno con i detti con i fatti pregiudizio alcuno alla virtù; e non
soavità dell’armonia ; anzi la rende ancora più soave, e più gradita: una bella pittura compariscees men graziosa al li
onestà, come farebbe un amoroso, e pubblico invito alla fornicazione. queste bruttezze mancano per la maggior parte nel
é allora non sarà colpa mortale, ma veniale; atteso che non eccitano, dispongono alla disonestà da vicino, ma da lontan
enari; mi diede loro espresso, e replicato ordine, che non dicessero, facessero cosa di veruna oscenità: promisero quei
ressamente pribiamo ai Commedianti, che non usino certi gesti osceni, certi equivoci brutti; no no, noi certo non vigli
moderati costumi, e però non fanno una vita confederata con la morte, come gente perduta corrono alla perdizione; anzi
a parlano modestamente, e non dicono oscenità. Noi non siamo Teologi, Casisti; e però con tal licenza camminiamo con fe
si apre la strada ai precipizi. Dico 4. Se i Comici non sono Teologi, Casisti, almeno molti di loro sono, credo io, for
è buon libro, testificahg BeltrameC. 15., che da loro non sia letto; bel concetto, ch e non sia da essi tolto; né desc
e da loro non sia letto; né bel concetto, ch e non sia da essi tolto; descrizione di cosa, che non sia imitata; né bell
e non sia da essi tolto; né descrizione di cosa, che non sia imitata; bella sentenza, che non sia colta: perché molto l
nsolazione, e tanto gusto. Eppure in quelle scene mai comparve Donna, Giovane vestito da Donna. Or questi sa imitare il
ma di piacere con il suo ridicolo, non perdona nell’oscenità propria, alla vergogna altrui. Orsù vorrei, che questa sen
allettare, commette grave errore; perché, sebbene egli non pretende, forse lo pensa, o non vuol pensare, nondimeno pon
, fossero quei Dragoni con quella rete. Le preghiere non furono vane; la supplica passò senza essere segnata graziosame
quando quelle se ne stessero ferme per ordinaria stanza in una città; forse mancherebbero importuni tentatori, troppo a
io nella scena, ella ancora vi può comparire; non essendo decevoleib, sicuro, che se ne resti soletta nelle stanze dell
te, donna di qualche bellezza, ed era graziosa, e modesta saltatrice: egli voleva in modo alcuno lo scorno disonesto co
ro le saette degli importuni Amatori. Dunque non si scusino i Comici, i Ciarlatani dicendo. Noi conduciamo le Donne, pe
mai occorsi in altri luoghi ? Mi rimetto alla ricordanzaii dei Santi: io voglio trattener il Lettore con numerosa narra
i farla venire: ma dopo uno o due giorni se ne andò, con la compagna, mai più comparve: lasciando sospetto molto fondat
l’anno stesso in Fiorenza: ma non tutti i Comici sono di buona pasta; tutti aprono ben gli occhi alla loro obbligazione
ici delle oscenità teatrali, ma a me non piace accordo di tale fatta; lo posso approvare: perché, chi va alla piazza co
rdini, o di simili cosette, che hanno qualche grazia, e allettamento; vi è pericolo, che non le spacci con applauso, e
però molti Giovani di vita licenziosa vi vanno spesso, e volentieri: si curano molto, o poco delle private, o pubblich
l quale non voglio recar le spaventose minacce della Sacra Scrittura, dei Santi Padri, né dei sacri Teologi, né dei sav
ecar le spaventose minacce della Sacra Scrittura, né dei Santi Padri, dei sacri Teologi, né dei savi Filosofi, né dei p
acce della Sacra Scrittura, né dei Santi Padri, né dei sacri Teologi, dei savi Filosofi, né dei prudenti Politici, né d
tura, né dei Santi Padri, né dei sacri Teologi, né dei savi Filosofi, dei prudenti Politici, né degli altri dotti Scrit
né dei sacri Teologi, né dei savi Filosofi, né dei prudenti Politici, degli altri dotti Scrittori antichi, o moderni; m
dice Beltrame, chi si crede, che tra i Comici non vi sia leggeC.36., fede; e che tra loro siano fino alle loro Donne i
ades ingrediantur; queadmodum Tiberiam Cesarem mandasse Senatoribus, Histrionum domos intrarent, scriptum reliquit Cor
contentis, et tumentibus oculis proseq untus est, ut custoditum sit, unquam in conspectum eius post hac venire. » Aggi
us post hac venire. » Aggiunge un Moderno « Timebant enimSerloguis. , ex visu impotenter illam deperiret. » Nella stori
, esse peccatum; sed longèminus, quam si opere statuatur implendum. » Agostino ragiona di peccato venialeIn Cla. Reg. l
biezione rispondo, che non favellano così gli uomini timorosi di Dio; così procedono nelle congiunture, nelle quali si
cuore. Ed io dico, che quando questo detto non è regola di sicurezza: così dicono gli Oracoli dei Santi Padri. S. Ambro
non licet ? Ocules, inquis, intendo, non manum. Non est interdictum, videam; sed né comedam. » Quasi voglia dire. Poss
ules, inquis, intendo, non manum. Non est interdictum, né videam; sed comedam. » Quasi voglia dire. Posso mirare; perch
ezione con una lunga citazione dei S. Padri; quali ho citati altrove, qui li voglio replicare: solamente aggiungo un po
per naturales cunicolo introire; estinguere eas penitus foris voluit, intus orirentur: et lethaliter crescentibus fibri
atori. Macché ? Giunta, che fu colà, tosto comparve all’orecchio suo, si sa come, né d’onde, un Serpentello, e se le ac
Giunta, che fu colà, tosto comparve all’orecchio suo, né si sa come, d’onde, un Serpentello, e se le accostò: lo cacci
era, che è l’ebrea, dice. Le armi dell’uomo non guarniranno il petto, il fianco della Donna per combattere; « quia est
stigo: cioè l’usar la Donna il vestito di uomo non è peccato mortale, veniale, ma solo al più è un atto sconvenievole,
uesto repugno, ne lo condanno: ma dico, che non conviene, ne si deve, si può con sicurezza di coscienza usare la giocon
va, allora il senso non pone tra loro distinzione, non li scongiunge, li separa: perché egli è potenza materiale, che n
re Donne, ma Giovanetti vestiti da Donna, e quindi non seguono gravi, peggiori inconvenienti. Anzi tra Cattolici molti
ose acconciature da testa. Notino questo accidente i Sig. Accademici; si curino d’introdurre nelle scene Giovani vaname
ata. Ora che impressione, e che colpo farà in un uomo, non religioso, di virtù, ma di secolare, e debole di spirito la
do, che è molto ben fatto, che nelle Drammatiche Azioni mai compaiano vere Donne, né Giovani vestiti da Donna; ma di qu
ben fatto, che nelle Drammatiche Azioni mai compaiano né vere Donne, Giovani vestiti da Donna; ma di quelle si faccia
se rappresentate ordinariamente dai mercenari Comici non sono brutte, disoneste; perché sono cose finte: quasi che la f
to soggetto. T’inganni, mentre affermi, che buoni sono quei discorsi, degni di ammonizione, i quali aprono la strada ad
ortante quello del Matrimonio ? Dunque, non è lecito porlo in giuoco, trattarlo burlescamente; ancorchè non si faccia p
ngono quei trattati precedenti alla conclusione matrimoniale: i quali sono Matrimonio, né sono privi di molti avvenimen
precedenti alla conclusione matrimoniale: i quali né sono Matrimonio, sono privi di molti avvenimenti burleschi e ridic
nel suo civile trattato: ma dai Comici per lo più non è rappresentato lodevolementem né onestamente. Essi sono per la m
ttato: ma dai Comici per lo più non è rappresentato né lodevolementem onestamente. Essi sono per la maggioor parte impu
puogo alle volte serve di legge moderativa per le nostre operazioni: tutti noi dobbiamo in ogni luogo seguire l’arbitr
ue provocas ad libidinem. » Nello stesso modo lecito non è il mirare, lecita non è la pubblica rappresentazione dei las
peretta riceve per lecita la comparsa delle Comiche parlanti d’amore: mai è stata proibita per ordine dei Speriori. Noi
così potrà esercitare l’arte Comica, e non restare esclusa dal banco, dalla scena. Rispondo. Io non ho ancora trovato p
ll’orazione, che nacque da santa carità, e da attesissima intenzione: in quell’ornamento a cui il medesimo Iddio aggiun
fiamme, che poi altro ne crescono in un grande, e rovinoso incendio. di questo con me per ora altra prova, che la conf
ero, scrive il Comico Cecchino, che ogni giorno si restringe la mano; si vedono iscire quelle Commedie reemk, che altre
e sappiamo, che i Libri di buona Poesia non sono intesi da Fanciulli, ben capiti dai Giovani. Ma io aggiungo al detto d
omparsa ? Non è tutto oro quel, che si causa da una miniera d’oro, tutto è sostanza di perla ciò, che si chiude nell
a buona moralità, e civile credenza ? Ma questo non ha quelle fiamme, quegli ardenti affetti che si vedono nelle person
ano contro le Teatrali oscenità con l’arco della scolastica dottrina. Platone è Capitano di bastevole difesa, contro l’
ene: ma il non volere cavalcare; perché molti sono caduti da cavallo: andare per le strade; perché molti sdrucciolando
ice è lussuriosa; e piglia ogni occasione di peccare; e non corregge, custodisce la coscienza; e nondimeno credo probab
ecita in presenza di Principi, e Principesse, che non gustano vedere, udire indegnità. Ove i Comici, e le Comiche negli
la mano all’operazione. Quel non volere sentire le ragioni proposte, leggere le scritture composte, non scusa dal pecc
da lei è oppresso , si rende simile ad un uomo stupido, che non bada, non cura, e avvertenza a quelle cose, che tiene a
non bada, né non cura, e avvertenza a quelle cose, che tiene avanti, fa ciò, che da altri è saputo comunemente per tut
on sempre ogni buon Teologo, e buon confessore ha fatto compitamente; perciò si deve chiamare ignorante; perché basta,
Cristo da cui poi seguano tutte le altre cose in ottima disposizione; egli procurerà a sé l’umano favore, ma la divina
assimamente che lo scrignetto del mio poco sapere non può trare fuori argento, né oro, né gioie di valore tale, che pos
che lo scrignetto del mio poco sapere non può trare fuori né argento, oro, né gioie di valore tale, che possanoaccresce
crignetto del mio poco sapere non può trare fuori né argento, né oro, gioie di valore tale, che possanoaccrescere i tes
bblica. Il Confessore, come Giudice, sta in luogo di Dio, e non deve, può assolvere dai peccati il suo penitente, se no
ia, d’invidia, e altri di smili fatta; e intanto forse non riconosce, confessa quei peccati, che egli ha commessi, come
lle infermità dei vizi; inoltre sia perito della medicina spirituale; solo abbia letto le cose scritte dai Teologi into
ca di quelle dottrine. Aggiungo; non sifaccia vedere spesso in corte; s’interponga nei negozi dei Cortigiani; in modo c
ragione dell’officio suo qulle cose, che sono necesarie alla salute; che sia ritardato per rispetto di timore, o di pe
Confessore è Religioso, di non levarlo dall’obbedienza dei Superiori, dall’osservanza regolare; e di non dargli alcuna
i Religiosi, o di ambire le Prelature: perché questo non è espediente al Principe, né alla Religione, né al Confessore,
i ambire le Prelature: perché questo non è espediente né al Principe, alla Religione, né al Confessore, ma a tutti e nu
re: perché questo non è espediente né al Principe, né alla Religione, al Confessore, ma a tutti e nuocevole, e principa
se il Confessore vedrà, che l’ignoranza del penitente è invincibile, da lei segue scandalo, o danno al penitente, o di
alle Donne dei Commedianti di salire nel pubblico banco della piazza, di comparire nelle pubbliche scene del Teatro per
r piacere, si adorna; e se è brutta per natura, si acconcia con arte: per salire in banco, o par comparire in scena, ha
concorre con la licenza il Superiore. 11. perché in Roma non si vede Donna, né uomo nelle piazze salir in banco: ma si
con la licenza il Superiore. 11. perché in Roma non si vede né Donna, uomo nelle piazze salir in banco: ma si concede a
gli Spettatori. Renderebbe la Commedia ridicolosa, ma non già oscena, illecita per ragione di oscenità: perché la modes
ra ragione: come sarebbe, se ne venisse scandalo a deboli di spirito; vi fosse cagione sufficiente per giustificarla. E
delle Comiche ordinarie paralnti d’amore, anche senza oscene parole: vi è cagione bastevole per la giustificazione: co
nze femminili, per muovere ad un riso modesto senza nessuna oscenita. è cosa nuova, che un uomo si vesta da Donna, per
trattano con le Comiche in Scena, non si astengono da gesti lascivi, da parole brutte, e scandalose. E questo basti, p
luzzi, non è batteria per mia offesa; ma è piuttosto muro per difesa: egli con la sua Dottrina favorisce punto la scand
comparire vestiti con diversa livrea e pensieri del suo intendimento: egli molto cura, che quello, che intende spiegare
erata offende Iddio peccando, e non vorrà per quello lodare l’offesa, il peccato; e saprà molto bene, che quella, come
discorsi amorosi: e nondimeno tollerano; e non avvisano i Governanti, i Vescovi, che levino le sordidezze di così fatto
el governo i Sign. Superiori; perché io lo riverisco umilissimamente; uso censurare, né censuro in modo alcuno. Le Aqui
Superiori; perché io lo riverisco umilissimamente; né uso censurare, censuro in modo alcuno. Le Aquile grandi spiegano
quella Città le Femmine dei Cristiani salgano in banco nelle piazze; che il popolo Romano, ovvero i Signori di Campido
iori Governanti vigilare con sollecitudine all’esecuzione del debito; devono permettere un abuso nella loro giurisdizio
», che sia male intrinsecamente, non giustifica la loro permissione. un uomo dotto si deve principalmente appoggiare a
oggette alla mia pastorale giurisdizione. Ma dico bene, che col tempo qui, né altrove durerà con perseverante fermezza.
alla mia pastorale giurisdizione. Ma dico bene, che col tempo né qui, altrove durerà con perseverante fermezza. Però el
26. Gli Auditori non distinguono l’artificio dal pericolo. Pag. 183. l’utile dal diletto. Pag. 184. Biasimano, o lodan
0. Gli antichi sono contro la comparsa della Donna in scena. Pag. 75. dubbi circa le Commedie si deve ricorrere ai Dott
Riffa è un gioco. Pag. 127. Roma non lascia salir in banco di piazza donna, né uomo. Pag. 248. Romito vinse la tentazi
n gioco. Pag. 127. Roma non lascia salir in banco di piazza né donna, uomo. Pag. 248. Romito vinse la tentazione con po
5 (1759) Remarques sur le Discours qui a pour titre : De l’Imitation par rapport à la Tragédie « Remarques sur le discours qui a pour titre : De l’Imitation par rapport à la Tragédie. » pp. 350-387
dans la Tragédie, au seul plaisir que la justesse de l’Imitation fait naître dans notre ame. Aristote l’a dit ; mais il y a lo
oir qu’elle excite dans le Spectateur d’autres plaisirs que celui qui naît de l’imitation, soit pour indiquer les véritables
t affecté ? C’est celui qu’Aristote attribue à l’imitation, quoiqu’il naisse beaucoup plus de l’action imitée. C’est donc le p
t affecté ? C’est celui qu’Aristote attribue à l’imitation, quoiqu’il naisse beaucoup plus de l’action imitée. C’est donc le p
opre réussissent également. Ainsi par des effets contraires, mais qui naissent de la même cause, la Comédie nous inspire l’estim
a multitude des faits dont il a chargé sa mémoire, soit que notre ame née pour connoître & pour posséder l’infini, se p
ation, que des sentiments héroïques & des actions magnanimes font naître dans notre ame. C’est le genre du plaisir qui dom
gulier & merveilleux ; les passions déréglées que leur image fait naître , ou rappelle dans notre ame ; les impressions que
rise, en disposant de telle maniere la suite des événements, qu’il en naisse un étonnement & une espece d’admiration diffé
sagé comme Art, excite dans notre esprit ; l’autre est le plaisir qui naît des choses mêmes que l’Art met devant nos yeux. Q
ntre a sçu jetter dans les caracteres qu’il a voulu exprimer. Je sens naître dans mon cœur des mouvements de respect & d’a
ents plus vrais, des passions plus originales, au lieu que celles qui naissent de l’imitation, tiennent toujours quelque chose d
me produit, & non pas seulement un plaisir de comparaison, qui ne naisse que d’un rapport de conformité entre la représent
direct est le même que celui du Peuple, je veux dire, le plaisir qui naît des mouvements excités dans leur ame par une acti
 ; mais le commun des hommes jouit des sentiments que la Musique fait naître dans son ame, sans en rechercher la cause. Combie
Imitation. Il me semble donc que si l’Auteur du discours qui m’a fait naître toutes ces pensées, veut plaire & instruire v
l se forme alors dans notre ame un mêlange de sentiments dont les uns naissent de l’objet représenté, & les autres de la rep
inction des mouvements qui viennent de l’objet même & de ceux qui naissent de la copie, que tout ce que j’ajouterois ici sur
agréables au commun des hommes que ceux qui sont sensibles, & qui naissent de la comparaison que leur esprit fait de deux ob
rès toutes ces réflexions qu’en découvrant les sources du plaisir qui naît & de la chose imitée, & de l’Imitation mê
6 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre prémier. — Chapitre III. Origine des Théâtres. » pp. 22-49
ns mots ; de la Danse est venue la Musique ; & des bons mots sont nés les Spectacles comiques. » Voila, selon moi, une
ns les Arts. Qu’il est plus vraisemblable que le Comique ait fait naître le Tragique. Il est certain, que si la Comédi
ms avant qu’on sacrifiât un bouc au dieu du vin, elle peut avoir fait naître l’idée du tragique. L’âme passe plus facilement d
l’est du moins en fait d’ouvrage d’esprit. La Comédie a donc dû faire naître la Tragédie. Jugeons de ce qui est arrivé dans de
p; de sauvage. Les Siciliens soutiennent, il est vrai, que la Comédie naquit à Siracuse, & qu’un certain Epicharmus en fut
le Margites en ait fournit l’idée, ce sont peut-être eux qui ont fait naître à Homère l’envie d’écrire son Poème. Il me suffit
honneur de se faire empaler par les Turcs. Cet heureux changement fit naître en France la bonne Comédie. Ses progrès furent d’
odigués aux ouvrages de Rotrou, aux essais du grand Corneille, firent naître à Molière l’idée de parcourir une nouvelle carriè
à la Nation, pour que l’on ne soit pas charmé de savoir ce qui le fit naître en France. Mais il est digne d’avoir un Chapitre
7 (1770) La Mimographe, ou Idées d’une honnête-femme pour la réformation du théâtre national « La Mimographe, ou Le Théâtre réformé. — Seconde partie. Notes. — [C] » pp. 391-398
ment que produit dans Sophocle le malheur d’Œdipe. On y voit un homme sous une étoile malheureuse, poursuivi constammen
, elle est tragique. Le premier Acte expose le sujet ; le second fait naître l’inquiétude ; dans le troisième, l’inquiétude au
la douleur Tragique : qu’aurait-il dit aux Français ? La Tragédie est née chez les Grecs, comme tous les Arts. Eschyle, leu
Ce sut le partage de Sophocle, son successeur. Sophocle, heureusement pour ce genre de Poésie, avec un grand fond de gé
s, les intérêts ménagés, & les Scènes dialoguées. Cet homme était pour créer la Poésie Théâtrale, si elle ne l’eût
enre, & sembla ne vouloir pas y donner son attache : mais Racine, avec la délicatesse des passions, un goût exquis,
8 (1678) Maxime LXXXI « LXXXI » pp. 39-41
lle & si délicate des passions, qu’elle les anime, & les fait naître dans nôtre cœur, & sur tout celle de l’Amour,
premieres impressions, ou plûtost à chercher l’occasion de les faire naître dans le cœur de quelqu’un, pour recevoir les mesm
9 (1825) Encore des comédiens et du clergé « CHAPITRE XIII et dernier. De l’utilité de l’art théâtral, et des dangers attachés à la profession de Comédien, sous le rapport des mœurs. » pp. 223-228
pourvu aux mesures nécessaires, pour prévenir les abus qui pourraient naître de l’exercice de l’art théâtral. Que d’un autre c
sement agréable, qui n’a rien de pernicieux ». — M. Boursault (Edme), en 1638, mort en 1701, homme de lettres distingué
ui peut s’allier avec la dévotion ». Le célèbre abbé Nicole (Pierre), en 1625, mort en 1675, auteur des Essais de moral
10 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Première partie « Causes de la décadence du goût sur le théâtre. — Chapitre VI. De la Poésie de style. Si elle fait seule la destinée des Poëmes. » pp. 94-121
livres ; la seconde, c’est que le plaisir qu’on y cherche uniquement, naît aussi uniquement de la Poésie de style Ils ajoûte
l’amusement est à certains esprits, ce qu’est pour d’autres celle qui naît de l’instruction ; il s’ensuit que les ouvrages d
vérifier cette pensée commune : Je mourrai dans la maison où je suis  ; il aura beau choisir les mots les plus harmonie
plaindre de l’en voir sortir, comme ils s’étoient réjouis de l’y voir naître . En un mot, un Chaulieu dira : Fontenay, lieux
eu champêtre, Avec soin me fites nourrir ; Beaux arbres qui m’avez vu naître , Bientôt vous me verrez mourir. N’est-ce pas l’
, parce qu’elles conviennent à son sujet ; mais, parce qu’il les fait naître . Il ne réfléchit pas, il enfante. Le plus mauvais
11 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre IV. Les spectacles inspirent l’amour profane. » pp. 32-50
à modérer nos sentiments au besoin ? Pourquoi l’image des peines qui naissent des passions effacerait-elle celle des transports
acerait-elle celle des transports de joie et de plaisir qu’on en voit naître , et que les auteurs ont soin d’embellir encore po
u’on y ressent n’ont pas elles-mêmes un objet déterminé, mais en font naître le besoin. Elles ne donnent pas toujours de l’amo
r tout ce qu’elle avait toujours redouté jusque là. D’autres passions naquirent de ces premiers goûts, et amenèrent en très peu d
naturelle et si délicate des passions, qu’elle les anime et les fait naître dans notre cœur, et surtout celle de l’amour, lor
s premières impressions, ou plutôt à chercher l’occasion de les faire naître dans le cœur de quelqu’un, pour recevoir les même
rront-ils le dire, lorsque tout dans ces assemblées contribue à faire naître de mauvais désirs en nous ; des tons de voix lang
12 (1825) Encore des comédiens et du clergé « CHAPITRE VII. De l’inconséquence de quelques prêtres ignorants envers les Comédiens, et de leur fanatisme mis en opposition avec l’autorité du pape et avec la conduite éclairée du haut clergé et des ecclésiastiques sensés en France. » pp. 134-140
st-il pas inconséquent à eux de frapper d’anathème ce qu’ils ont fait naître , ce qu’ils ont voulu, ce qu’ils ont en quelque so
umanité et un deuil pour la nature. 8. [NDA] Bouhours (Dominique), à Paris, en 1628. Jésuite à seize ans, mort en 17
ire sur son exactitude grammaticale. 9. [NDA] Huet (Pierre-Daniel), à Caen, en 1630. Evêque d’Avranches, en 1685. Ce
13 (1760) Critique d’un livre contre les spectacles « EXTRAIT DE QUELQUES PENSEES SAINES. Qui se rencontrent dans le livre de J.J. Rousseau contre le Théâtre, ou condamnation de son système par lui-même. » pp. 66-77
e que la nature et la raison font avant lui ! » « L’hommePage 28. est bon, je le pense, et crois l’avoir prouvé ; la so
est en nous, et non dans les Pièces ; il n’y a point d’art pour faire naître cet intérêt, mais seulement pour s’en prévaloir. 
ntiment aussi naturel au cœur humain que l’amour de soi-même : il n’y naît pas d’un arrangement de Scènes, l’Auteur ne l’y p
e l’y porte pas, il l’y trouve ; et de ce pur sentiment qu’il flatte, naissent les douces larmes qu’il fait couler. » (APage 32.
14 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — X.  » pp. 464-465
mortelle, cet amour est toujours vicieux et illégitime, lorsqu'il ne naît pas de l'amour de Dieu ; et il n'en peut naître l
llégitime, lorsqu'il ne naît pas de l'amour de Dieu ; et il n'en peut naître lorsque c'est un amour de passion et d'attache, q
15 (1675) Traité de la comédie « XI.  » pp. 288-289
mortelle, cet amour est toujours vicieux et illégitime, lorsqu'il ne naît pas de l'amour de Dieu ; et il n'en peut naître l
llégitime, lorsqu'il ne naît pas de l'amour de Dieu ; et il n'en peut naître lorsque c'est un amour de passion et d'attache, q
16 (1823) Instruction sur les spectacles « Conclusion. » pp. 195-203
n seriez pas exempts dans ces temples de la volupté, où tout les fait naître et les fortifie. Ces pièces, dont la simple lectu
rd que vous vous livrassiez aux plus grands désordres, mais il ferait naître dans votre âme une multitude de pensées criminell
et le faux : craignez que votre assiduité à y aller ne vous en fasse naître le goût, et ne le rallume en vous, s’il était éte
17 (1758) Lettre à M. Rousseau pp. 1-42
et chéri, ils l’ont haï et persécuté. C’est de vos propres aveux que naissent les regrets que je vous montre ici. Vous avouez d
ur nous, la nature les plaça sur le trône en les formant, et nous fit naître à leurs genoux ; mais notre bonheur commença avec
ressemblance. Cet homme, qui était Indien, et s’appellait Zima, était mélancolique, sévère, farouche. La nature barbare
stitution ne l’avait pas rendu lui-même un objet malheureux, il était pour partager son temps entre les sages et les fo
n malheur plus grand que son principe, n’avait dû le perpétuer. Zima, mélancolique, avait souhaité d’avoir pour maîtres
a justice et le châtiment. c. [NDE] Adrienne Lecouvreur (1692-1730), née Adrienne Couvreur, était une actrice jouant dans
de lettres française. i. [NDE] Antoinette Des Houlières (1638-1694), née Antoinette du Ligier de la Garde, était une femme
18 (1758) Lettre à Monsieur Rousseau sur l'effet moral des théâtres « Lettre à Monsieur Rousseau sur l'effet moral des théâtres, ou sur les moyens de purger les passions, employés par les Poètes dramatiques. » pp. 3-30
plus odieux, ne peut écouter Burrhus avec un cœur tranquille, est-il des monstres qui se flattent d’être plus insensib
agnes, élever les eaux, animer le marbre, fondre les métaux, et faire naître enfin tous les arts. Vous savez encore quelle in
oi toutes les vertus qui font un grand Roi ? Est-ce que tous ceux qui naissent pour régner sont doués de toutes les vertus, comm
de naissance, que cette chimère, plus ridicule que celle des Fables, née de l’orgueil, nourrie par la flatterie, défendue
me sur qui l’autre se fonde pour les bannir : mais ce fruit, qui peut naître des impressions que fait la force de l’exemple, l
orius et Pompée n’ont rien de gigantesque, et le siècle précédent vit naître deux Héros que Corneille peut-être avait pris pou
19 (1770) La Mimographe, ou Idées d’une honnête-femme pour la réformation du théâtre national « La Mimographe, ou Le Théâtre réformé. — Seconde partie. Notes. — [M] » pp. 426-430
’Eglise, susceptible, comme les meilleures institutions, des abus qui naissent toujours de la faiblesse & de la bizarrerie d
ue des Spectacles de Pylade* & de Bathylle. Le premier, qui était en Cilicie, imagina de représenter, par le seul s
secours de la Danse, des actions fortes & pathétiques. Le second, à Alexandrie, se chargea de la représentation des
20 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre second. — CHAPITRE IV.  » pp. 109-114
evrez qu’ils remplissent des vues bien opposées ; ils servent à faire naître la joie, & procurent de solides avantages. Ce
le étude à chanter proprement, à rire, à s’égayer sans cesse, à faire naître chaque jour des modes bizares. Depuis trois mille
21 (1743) De la réformation du théâtre « De la réformation du théâtre — CONCLUSION, de l’Ouvrage. » pp. 319-328
age : une course de Chevaux la curiosité et l’émulation : un Bal fait naître des mouvements différents selon les dispositions
vengeance, à la colère, au soupçon, etc. il est nécessaire d’être mal , d’avoir un mauvais caractère et souvent le cœur
22 (1756) Lettres sur les spectacles vol. 2 «  HISTOIRE. DES OUVRAGES. POUR ET CONTRE. LES THÉATRES PUBLICS. — NOTICES. PRÉLIMINAIRES. » pp. 2-100
lles-Lett. L’Art dramatique n’a pas une honnête origine. Cet art est de la folie & de l’ivresse que le Dieu des ra
ne pouvant supporter cet affront, il se retira d’Athenes. Euripide, vers l’an 480 avant l’Ere Chrétienne, fut le riva
l seroit destructif de toute morale. Il enseigneroit que quand on est sous une étoile funeste ; il faut que de nécessit
r Moyse après le passage de la Mer rouge. « Delà, dit M. Bossuet, est la Poésie. C’étoit Dieu & ses œuvres merveill
L’impromptu & l’art concoururent à leur formation. La Tragédie y naquit aussi à l’occasion de la moisson & des vendan
ins. Ces Vers n’étoient d’abord que de la prose cadencée, comme étant nés sur le champ, & faits par un Peuple encore sa
s Comédiens mercenaires étoient réputés infames, parce qu’ils étoient nés dans l’esclavage, & qu’ils étoient payés pour
dramatiques, se qualifioit de Comédiens de l’Elite Royale. Corneille [ en 1606] la mit ensuite tellement en faveur, que
été parlé page 294 de nos Lett. sur les Spect. Les drames de Racine [ en 1659], de Moliere [né en 1620], & de Regna
s Lett. sur les Spect. Les drames de Racine [né en 1659], de Moliere [ en 1620], & de Regnard [né en 1647] ; les rep
es de Racine [né en 1659], de Moliere [né en 1620], & de Regnard [ en 1647] ; les représentations des Tragédies lyri
d [né en 1647] ; les représentations des Tragédies lyriques de Lulli [ en 1633], & de Quinault [né en 1635] ; enfin
ions des Tragédies lyriques de Lulli [né en 1633], & de Quinault [ en 1635] ; enfin la gaieté de la Comédie Italienn
23 (1759) Apologie du théâtre « Apologie du théâtre » pp. 141-238
stes y inspirent l’horreur, toutes les faiblesses malheureuses y font naître la pitié et la crainte. Les sentiments qui de leu
; et ces passions étaient les préservatifs du vice qui les avait fait naître . L’artifice du théâtre n’est autre chose, et M. R
ette crainte, dis-je, est elle-même le germe des passions qui la font naître . Est-ce dans la tête d’un Philosophe que tombent
oit respecter. Mais indépendamment de ces convenances, l’intérêt doit naître de l’émotion : or un caractère que rien n’émeut,
a omis le plus puissant, qui est l’habitude. Des affections répétées naissent les inclinations, et celles-ci décidées au bien o
source en est en nous, mais l’art du théâtre la purifie. L’homme est bon, je le crois ; mais a-t-il conservé ce caract
ale est saine et pure, elle n’est donc pas infructueuse ? L’homme est bon ; et c’est pour cela même que les bons exempl
Atrée : « Reconnais-tu ce sang ? » Et à ce vers de Cléopâtre : Puisse naître de vous un fils qui me ressemble ! Les spectateur
dit à l’avare : vos enfants sont vertueux, sensibles, reconnaissants, nés pour être votre consolation : en leur refusant to
jouer ; mais un ridicule qui accompagne quelquefois la vertu, et qui naît de la même source, une fougue qui l’emporte au-de
sa passion dominante : cette passion est une violente haine du vice, née d’un amour ardent pour la vertu, et aigrie par le
t ne vaut rien, jetez-le au feu ; mais cela aurait été le comique qui naît de l’embarras du Misanthrope, et de ses je ne dis
seau renouvelle. « Un ancien disait autrefois, que les hommes étaient nés pour l’action et pour la conduite du monde, et qu
s, et la constance dans la mauvaise fortune ; que les Dames n’étaient nées que pour le repos et pour la retraite, que toute
à celles des Anciens : mais voyez aussi quelles mœurs elles ont fait naître . Je ne voudrais pas d’autre exemple pour confirme
s femmes-là n’étaient pas des enfants. Quand on peint des femmes bien nées , il faut bien qu’elles aient des principes d’honn
de tous ces dons, et qu’elles les tournent à leur honte ? L’homme est bon, dites-vous, et sous ce nom sans doute vous c
ir contenter insolemment ses désirs sans l’aveu de celle qui les fait naître , est l’audace d’un satyre ; celle d’un homme est
ent n’ont pas par elles-mêmes un objet déterminé ; mais elles en font naître le besoin. Elles ne donnent pas précisément de l’
upposons que votre fils ne soit pas naturellement pervers, qu’il soit bon comme tous les hommes, son bonheur et sa vert
détestable ; je ne lui oppose point son principe, que tout homme est bon ; je veux qu’il y en ait de naturellement per
r. Pour moi qui, dans les familles, n’ai guère vu que des filles bien nées , et les grâces de l’innocence unies à celles de l
24 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre quatriéme. — Chapitre prémier. Le sujet. » pp. 160-182
Français voyent mourir leurs pièces à l’instant qu’elles viennent de naître , c’est qu’ils n’ont pas sçû démêler si l’événemen
li d’incidens ; elles éxigent même qu’on ait toujours soin d’en faire naître plusieurs les uns des autres ; elles ne veulent p
nous peindre les infortunes, les vices, les vertus, des grands hommes nés dans la France. Ils seront certains de plaire, d’
l’on va les puiser, ne peuvent être surchargés d’événemens. Que fait naître l’idée d’un pauvre ouvrier ? Rien : On se content
25 (1760) Critique d’un livre contre les spectacles « REMARQUES. SUR LE LIVRE DE J.J. ROUSSEAU, CONTRE LES SPECTACLES. » pp. 21-65
elles vont se montrer à Vauxhall. De ce goût commun pour la solitude, naît aussi celui des lectures contemplatives et des Ro
« A l’instant va s’élever contre moi cette Philosophie d’un jour, qui naît et meurt dans le coin d’une grande Ville, et veut
au. XXXVIII. Fausse réfutation ! La pudeur ou timidité naturelle, qui naît de la délicatesse des organes, n’est point trouvé
cause à tout le monde. XLV. Comment la raison était-elle avant que de naître  ? A quel propos cette fureur assassine contre tou
26 (1825) Encore des comédiens et du clergé « CHAPITRE VIII. Actes de fanatisme et avanies exercés par quelques prêtres, contre des Comédiens français. » pp. 141-148
M. de Sénancourt qu’on doit être redevable de ce supplément qu’a fait naître l’attaque injuste de ce critique qui s’est attach
ire la présentation du corps à l’église. Cet acte de fanatisme a fait naître de nombreuses réflexions, et les qualités recomma
27 (1758) Lettre de J. J. Rousseau à M. D’Alembert « JEAN-JACQUES ROUSSEAU. CITOYEN DE GENÈVE, A Monsieur D’ALEMBERT. » pp. 1-264
corps d’Officiers de Morale5 et de Ministres de la vertu, je ne vois naître qu’avec effroi toute occasion pour eux de se raba
récieux. L’état d’homme a ses plaisirs, qui dérivent de sa nature, et naissent de ses travaux, de ses rapports, de ses besoins ;
ttre en pratique, sans rebuter ceux qu’on croit instruire. Voilà d’où naît la diversité des Spectacles, selon les goûts dive
à modérer nos sentiments au besoin ? Pourquoi l’image des peines qui naissent des passions, effacerait-elle celle des transport
t-elle celle des transports de plaisir et de joie qu’on en voit aussi naître , et que les Auteurs ont soin d’embellir encore po
ût-on me traiter de méchant encore pour oser soutenir que l’homme est bon, je le pense et crois l’avoir prouvé ; la sou
, est en nous et non dans les Pièces. Il n’y a point d’art pour faire naître cet intérêt, mais seulement pour s’en prévaloir.
ntiment aussi naturel au cœur humain que l’amour de soi-même ; il n’y naît point d’un arrangement de Scènes ; l’auteur ne l’
ne l’y porte pas, il l’y trouve ; et de ce pur sentiment qu’il flatte naissent les douces larmes qu’il fait couler. Imaginez la
e que la raison ne retient jamais. L’unique secret pour l’empêcher de naître est de contenir ceux qui l’excitent. Vous avez be
t les méchants, et flatte par sa coupable complaisance les vices d’où naissent tous les désordres de la Société. Une preuve bien
e sa passion dominante. Cette passion est une violente haine du vice, née d’un amour ardent pour la vertu, et aigrie par le
ses qui nourrissent et concentrent l’amour-propre ; et de ce concours naît une certaine force de courage, une fierté de cara
ne vaut rien, jetez-le au feu » ; mais cela aurait ôté le comique qui naît de l’embarras du Misanthrope et de ses « je ne di
sent n’ont pas par elles-mêmes un objet déterminé, mais elles en font naître le besoin ; elles ne donnent pas précisément de l
ainsi qu’on nous rend suspecte une passion qui perd tant de gens bien nés  ? Il s’en faut peu qu’on ne nous fasse croire qu’
où les particuliers, toujours sous les yeux du public, sont censeurs nés les uns des autres, et où la Police a sur tous un
ître d’école s’efforcera de se mettre comme celle du Châtelain. De là naîtra bientôt une émulation de parure qui ruinera les m
n ne nous en peut faire. Pour prévenir les inconvénients qui peuvent naître de l’exemple des Comédiens, vous voudriez qu’on l
s, règlements sur règlements, pour remédier aux abus, à mesure qu’ils naissent , on dirait, sans doute, de fort belles choses ; m
mœurs ? Je réponds que c’est par l’opinion publique. Si nos habitudes naissent de nos propres sentiments dans la retraite, elles
habitudes naissent de nos propres sentiments dans la retraite, elles naissent de l’opinion d’autrui dans la Société. Quand on n
finités d’autres, au lieu que, du sang qui se verse malgré les édits, naît une raison d’en verser davantage. Que serait-il a
elles vont se montrer à Vauxhall. De ce goût commun pour la solitude, naît aussi celui des lectures contemplatives et des Ro
 : à l’instant va s’élever contre moi cette philosophie d’un jour qui naît et meurt dans le coin d’une grande ville, et veut
s coutumes contraires ; mais voyez aussi quelles mœurs elles ont fait naître  ! Je ne voudrais pas d’autre exemple pour confirm
iliarité. Je n’ai pas besoin de montrer comment d’un état déshonorant naissent des sentiments déshonnêtes, ni comment les vices
grand peine à donner à des riens. Ces foules d’ouvrages éphémères qui naissent journellement n’étant faits que pour amuser des f
. Il est même facile à démontrer que les abus qui peuvent en résulter naîtraient également de toutes les autres, ou qu’elles en pr
ser. Il vaudrait mieux qu’il n’eût point existé. De la passion du jeu naît un plus dangereux abus, mais qu’on prévient ou ré
rçoit de l’erreur, qu’il est tard pour en revenir ! Que d’hommes bien nés , séduits par ces apparences, d’amants tendres et
ement partout les lois sont insuffisantes pour réprimer des vices qui naissent de la nature des choses, comme je crois l’avoir m
ontraire, il en faut beaucoup. C’est dans les Républiques qu’ils sont nés , c’est dans leur sein qu’on les voit briller avec
e et la mère fussent félicités et remerciés d’avoir une fille si bien née et de l’élever si bien. Enfin je voudrais que, si
assemblée d’une grande famille, et du sein de la joie et des plaisirs naîtraient la conservation, la concorde, et la prospérité de
ir contenter insolemment ses désirs sans l’aveu de celle qui les fait naître , est l’audace d’un Satyre ; celle d’un homme est
28 (1778) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre vingtieme « Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. — Chapitre III. Suites des Mélanges. » pp. 68-117
mp; je promets de me conformer à tes volontés. Je sai que nous sommes nées esclaves d’un sexe fait pour nous dominer, je sai
aison de le commettre ? en est-on moins damné ? Les maladies ont fait naître la médecine, la chymie, la botanique ; on tire de
ymie, la botanique ; on tire des remedes du poison, l’ambition a fait naître l’art de la guerre, l’injustice a fait porter des
irent ; il en périt plus de cent à Amsterdam. Armand-François Huguet naquit dans la ville de Richelieu cinq ou six jours aprè
. Il s’en faisoit honneur, & le mettoit par-tout. Cet homme étoit tabarin : il avoit le talent, si c’en étoit un, d
ots dans les marines : la fête fait corps avec la piece, & semble naître avec la scène. La comédie jure avec le sénat ; l’
des mœurs, & les races futures seroient même perdues avant que de naître . L’oisiveté & le désœuvrement en sont les cau
uent à ce commerce honteux de faire acheter des repentirs, la plupart nées dans la misere, n’auroient besoin que des ressour
les actes de vertus en très-grands péchés. Il suppose tous les hommes nés sauvage, se civilisant peu à peu : supposition co
ormes empruntées, où la nuit le tumulte & le masque trompeur font naître à chaque instant d’agréables erreurs, où le maint
e bal masqué, où la nuit le tumulte & les masques trompeurs font naître à chaque instant d’agréables erreurs, où sans déc
29 (1781) Lettre à M. *** sur les Spectacles des Boulevards. Par M. Rousseau pp. 1-83
s. Ces enfans sont, sans contredit, les piliers & les protecteurs nés des Trétaux : ils peuvent, ces Garnemens fortunés
tion des obstacles qu’elles rencontrent. L’homme, dit M. Bossuet, est opiniâtre, rien ne lui coûte dès qu’il est résolu
plus effrayans. De cette perte du tems, de cette paresse crapuleuse, naissent en foule tous ces désordres qui sont frémit, &
rquent rarement de causer du scandale & des fixes ; elles en sont naître mille occasions pour une. Que de Sujets utiles au
us les jours dupe de sa vanité, quand tout ce qui concourt à la faire naître , à la nourrir, à la fortifier, se réunir pour nou
erdus pour leurs familles, par cette malheureuse facilité ! Un enfant de parens honnêtes, a-t-il absorbé son patrimoine
ut ami de l’honnêteté & des mœurs, de tout homme, en un mot, qui, avec un esprit observateur & une saine judici
pu soutenir les excès. Ne voit-on pas qu’une mauvaise impression fait naître un, & quelquefois plusieurs vices, que les vi
des Spectacles, il est aussi de toute fausseté de soutenir, qu’étant nés sans esprit & sans aucune sagacité, il leur f
tiles, adonnés à l’ivrognerie, à la luxure, à tous les vices que fait naître & nourrit la paresse ; nous sommes bien fondé
des Jeux Forains, pour ce même Peuple, il est faux de dire, qu’étant sans esprit & sans raison, il lui faut des am
a tant de peine à former… Mais, où trouver des enfans si heureusement nés , d’une organisation si pure, d’un esprit si parfa
ssiere des Trétaux & des Remparts, ne contribuent pas peu à faire naître , à fortifier cette passion désordonnée pour le fa
& la maniere dont il faut le dire : le sentiment exquis qui fait naître dans tout homme bien organise, l’imitation de la
s de Moliere pour le naturel, les caracteres & le vis comica, qui naît du contraste des caracteres, mais je le crois son
et de guides. » C’est ainsi que l’Ange tutélaire de la France a fait naître Louis XVI, & ses sages Ministres, pour rétabl
r l’éducation publique, par M. de Morveau. N’oublions jamais que nous naissons avec une inclination à prendre de bonnes ou de ma
30 (1767) Essai sur les moyens de rendre la comédie utile aux mœurs « Essai sur les moyens de rendre la comédie utile aux mœurs — SECONDE PARTIE. Si les Comédies Françoises ont atteint le vrai but que se propose la Comédie. » pp. 34-56
on a établi un principe vrai ou supposé tel, toutes les questions qui naissent de la premiere, doivent se résoudre par le princi
le vice ridicule, plutôt qu’à en donner de l’horreur : de cet examen naîtra la décision de cette seconde question. Le caracte
lle attaque, le portrait de quelques défauts ridicules, pourvu qu’ils naissent naturellement du sujet, & qu’ils soient placé
31 (1819) La Criticomanie, (scénique), dernière cause de la décadence de la religion et des mœurs. Tome II « Post-scriptum. » pp. 201-216
vils, où, dépouillés de tous les éléments dont l’âme sensible et bien née compose son bonheur, privés de toute sécurité rel
eil, ou des traces d’une belle campagne qu’il ne peut parcourir. Nous sommes pas plus heureux aujourd’hui par la libert
32 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre second. — Chapitre III. Recherches nécessaires pour s’éclaircir si les Anciens ont connus l’Opéra-Bouffon. » pp. 101-108
tantes ; & puisqu’elles étaient obscènes, & qu’elles ont fait naître la Comédie, elles ne pouvaient être tirées que de
rs à des Théâtres qu’il allait abandonner sans retour. Ce qui me fait naître cètte idée singulière, est tout simple ; on voit
33 (1770) La Mimographe, ou Idées d’une honnête-femme pour la réformation du théâtre national « La Mimographe, ou Le Théâtre réformé. — Seconde partie. Notes. — [K] » pp. 421-424
core beaucoup de vraisemblance dans ces Pièces excellentes où le nœud naît de l’erreur, qui fait prendre un Personage pour u
tre côté ces masques fesaient perdre au Spectateur le plaisir de voir naître les passions, & de reconnaître leurs différen
34 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome II « De l’Art du Théâtre. — Chapitre premier. De la Musique. » pp. 125-183
nir ce qu’on entend par Musique 19 ; voyons quelle idée ce terme fait naître dans l’esprit. C’est la science de former par une
c’est donc du mêlange singulier du bruit & du silence qu’on voit naître ce que nous nommons Harmonie. La musique vocale s
Le murmure d’un ruisseau nous remplit d’une douce rêverie, & fait naître par degrés dans notre ame le penchant à l’amour.
démontré des vérités aussi frappantes, voyons quelle idée peut faire naître , dans l’esprit du Philosophe, le terme Musique.
, ou le vulgaire ou le Philosophe ? Différentes causes qui firent naître la Musique. Le Lecteur sçait maintenant ce qu
nous. Parcourons rapidement une partie des causes qui purent le faire naître . Commençons par la musique vocale. Il faut cherch
elles particulières, ou l’envie de s’arracher ses possessions, firent naître ce fléau destructeur de l’humanité, que nous appe
de vraies beautés. Voilà quelle est l’idée que je m’applique à faire naître . Il est vrai que j’ai peut-être à craindre qu’on
35 (1782) Le Pour et Contre des Spectacles « Seconde lettre contre les spectacles. » pp. 60-145
XIV. c’est-à-dire, au commencement du dix-septieme siécle. Ce Prince le 5 Septembre 1638, à Saint Germain en Laye, par
é, & de toutes les manieres. &c. &c. Mr. de St. Evremont, en 1613, sept ans avant Moliere, & mort en 17
ion est directement opposé à celui du Théatre. Mr. Boileau Despreaux, en 1636, fut, selon Mr. de Voltaire, l’honneur de
qui expose ainsi les sentimens de Mr. Boileau ? c’est Mr. Valincourt, en 1653. Ce célébre Académicien, dit le Grand Voc
tellement épurés, qu’on ne pût douter de leur utilité. Mr. Fléchier, en 1632, cet Orateur Célébre, reçû à l’Académie F
; les adultéres toutes crues, dans les piéces de Moliere. » Fenelon, en 1651, cet homme sublime, dit le Grand Vocabula
re à la France, dit le Vocabulaire tom.7.pag.344. Ce grand Magistrat, en 1668, est mort en 1751. Que dit-il aussi des s
é dans la cause des spectacles. Il fut aussi comtemporain de Moliere. en 1613, il mourut en 1680. « Sa valeur & son
uetterie, que les piéces de Moliere &c &c. Mr. de Fontenelle, à Paris en 1657, & mort en 1757, ce mortel, q
eurs organes, quel jugement en ont-ils porté eux-mêmes ? Jean Racine, en 1639, & mort en 1699, nous parle encore da
termes de Mr. Tronchon, dans son Epitaphe. C’est à Pierre Corneille, en 1606, & mort en 1684, qu’on doit, selon le
t pernicieuses à la pudeur. Qu’elles ont été les piéces de Quinault, en 1635, de ce rare génie, aujourd’hui mis par la
e l’ai vu cent fois, déplorer ces égaremens. Mr. Houdart de la Mothe, vers 1672, & mort en 1731, fut Auteur d’un gr
es jeux des Acteurs, & devient nuisible par les idées qu’ils font naître  : & comment des Actrices, toutes dévouées à
’éveilleront-elles pas assez d’elles-mêmes ? Faut-il encore les faire naître d’avance, ou les irriter ? Sont-elles donc leur m
36 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre prémier. — Chapitre IV. Histoire de l’Opéra-Bouffon, autrefois Opéra-Comique & ses progrès. » pp. 50-66
ons gaillardement tournées : il n’en fallut pas d’avantage pour faire naître l’Opéra-Comique, qui nous conduisit insensiblemen
n ? Les Marionnettes du fameux Brioché contribuèrent beaucoup à faire naître notre Opéra-Bouffon, puisqu’elles firent éclore l
ffon dans la danse des Rats. Les Danseurs de cordes le font aussi naître insensiblement. Quelques années après, des Sa
37 (1760) Sur l’atrocité des paradoxes « Sur l’atrocité des paradoxes —  J.J.L.B. CITOYEN DE MARSEILLE, A SON AMI, Sur l’atrocité des Paradoxes du Contemptible J.J. Rousseau. » pp. 1-128
des calomnies d’ennemis méprisables que le mérite naturellement fait naître , les loix sévères qui se publièrent contre les Hé
a souvent fait absoudre le riche coupable au préjudice de l’innocent dans le sein d’une fortune médiocre.16 Combien d’
iéme Concile qu’il tint à Milan en 1572. » Floridor, fameux Comédien, Gentilhomme n’en fut point jugé indigne par la pr
t fait ; d’ailleurs j’y prévois mille obstacles qui sans contredit en naîtraient , & qui s’offrent pour peu qu’on refléchisse.
grands crimes. » Les bornes de la décence une fois franchies, il en naît les égaremens les plus infâmes. Dans chaque état
n doit par ce raisonnement conclure que tout Homme que le sort a fait naître en Normandie, est un Homme fourbe & de mauvai
« Je n’ai pas besoin (dit-il) de montrer comme d’un état deshonorant naissent des sentimens deshonnêtes. » D’un Etat saint (j’
’un Etat saint (j’en donnerai des exemples dont l’Histoire fourmille) naissent souvent des sentimens déshonnêtes. Ce n’est pas l
asion non préméditée, ou de celui qui met tout en œuvre pour la faire naître  ? Je n’ai pas besoin d’en dire d’avantage : on m’
Heureuse erreur dont l’effet est d’autant plus certain que le remède naît du mal même qu’on chérit. » 14. Il prit la défe
mp;c. 31. Favori de Tibère. 32. Martin Luther, Fils d’un Forgeron, à Islèbe, Comté de Mansfeld. 33. Le Pape Léon X,
rai un Jean-Pierre de Cronzas, célèbre Philosophe & Mathématicien à Lausanne. St François de Sales, célèbre par sa
cien né à Lausanne. St François de Sales, célèbre par sa piété, & à Sales, Diocèse de Genève. Gabriel Cramer, le pl
de Genève. Gabriel Cramer, le plus grand Philosophe de notre siècle, à Genève, mort en 1752, ses progrès dans les Scie
Français & les Anglais. Jacques Bernoulli, célèbre Mathématicien, à Bale, où il professa cet Art. Théodore Bibliand
grandeur dans tous les têms, & des hommes illustres qu’elle a vu naître  ; ce sera rappeller à ceux qui en savent l’histoi
38 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome II « De l’Art du Théâtre. — Sommaire. »
mp; Dissertation sur les Actes en général. On finit par éxaminer d’où naissent les sentimens qu’on éprouve au Théâtre.
39 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XXVI.  » p. 485
XXVI. Dieu pardonne aisément les distractions qui naissent de la fragilité de la nature, mais il ne fait pas
40 (1767) Réflexions sur le théâtre, vol 6 « Réflexions sur le théâtre, vol 6 — RÉFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE SIXIÈME. — CHAPITRE III. Immodestie des Actrices. » pp. 57-84
passions soumises ne faisoient courir aucun risque ; le péché faisant naître les dangers, força d’élever la barrière de la mod
en être l’objet, & par son indécence elle les fait volontairement naître , elle en présente la matiere & l’amorce ! ell
me le péril y périra, à plus forte raison qui le cherche, qui le fait naître . Est-on plus fort que ceux qu’on expose, & n’
al : Ab omni specie malâ abstinete vos. Or quelle idée édifiante fait naître l’aspect d’une Actrice ? sont-ce là les couleurs
p; étouffer tous les sentimens corrompus que la beauté pourroit faire naître . Le visage, sur lequel le Seigneur a gravé mille
re qu’un objet sensuel, qui n’est bon, s’il est découvert, qu’à faire naître des pensées déshonnêtes, de mauvais désirs, des i
41 (1675) Traité de la comédie « XXVI.  » p. 317
XXVI. Dieu pardonne aisément les distractions qui naissent de la fragilité de la nature, mais il ne fait pas
42 (1819) La Criticomanie, (scénique), dernière cause de la décadence de la religion et des mœurs. Tome I « La criticomanie — Autres raisons à l’appui de ce sentiment, et les réponses aux objections. » pp. 154-206
bile et renouveler leur pouvoir, qui commençait à vieillir, de faire naître les défiances, et des soupçons injustes contre le
donc, à la fois, malgré sa jeunesse et l’aisance dans laquelle il est , imposteur, traître, luxurieux, adultère, ingrat,
ens de diriger les hommes. Au bout d’un certain nombre de siècles, il naît un nouvel ordre de choses, dit un ancien lui-même
le plus souvent en faveur du crime ; une plaisanterie perfide faisant naître le rire au lieu d’exciter l’indignation ; travest
43 (1759) L.-H. Dancourt, arlequin de Berlin, à M. J.-J. Rousseau, citoyen de Genève « Au Roi » pp. -
nt au Vainqueur de Rosbach que j’ai l’honneur de dédier cet Ouvrage : Français je serais un traître. Ce n’est point au
44 (1770) La Mimographe, ou Idées d’une honnête-femme pour la réformation du théâtre national « La Mimographe, ou Le Théâtre réformé. — Seconde partie. Notes. — [E] » pp. 399-406
tables. Et pourquoi ne le seraient-ils pas ? Parce qu’ils ne sont pas nés pour traîner dans l’oisiveté une demi-existence ?
ur traîner dans l’oisiveté une demi-existence ? Parce que, serviteurs nés du genre-humain, ils ne paraissent jamais que pou
n vain dans celles du nouveau genre. Ajoûtons que le Vaudeville étant en France, un Spectacle animé par lui seul doit n
45 (1603) La première atteinte contre ceux qui accusent les comédies « A Madamoiselle de Beaulieu » p. 
te M’adorna il dito, e’l core soavemente Lega, cui non sciorràmTempo, Morte. Ma dimmi o bella mia del Ciel Sirena, On
46 (1603) La première atteinte contre ceux qui accusent les comédies « A Madama di Beaulieu » p. 
on pur ardor d’amor per lei L’almevleggiadre : ma n’avvampa il Cielo, sia, che Lethe un sìwbel fuoco estingua. Di V.
47 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Première partie « Causes de la décadence du goût sur le théâtre. — Chapitre II. Du Théâtre Moderne, & de celui des François. Celui-ci comparé au Théâtre Grec. » pp. 25-38
se contenterent de marcher sur ses traces. Le beau semble ne pouvoir naître que de l’imperfection : Il fit des efforts pour s
s dans Corneille. Nouveau Sophocle, la Tragédie, dans toute sa pompe, naquit de son génie, comme autrefois Minerve étoit sorti
48 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre quatriéme. — Chapitre VII. De la Vraisemblance. » pp. 277-286
ions nous cet attendrissement, cet intérêt qui font que les âmes bien nées plaignent les malheureux ? Qu’on vienne au contra
 ; le prémier est plus usité, facilite davantage le Poète, & fait naître plutôt l’illusion : lorsque les noms des personna
49 (1675) Traité de la comédie « XIII.  » p. 293
ls les rendent dangereux et capables d'entrer dans les âmes les mieux nées  ; et l'imitation de ces passions ne nous plaît qu
50 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XIII.  » p. 468
us il les rend dangereux et capables d'entrer dans les âmes les mieux nées  ; et l'imitation de ces passions ne nous plaît qu
51 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XXIV.  » pp. 482-483
borieuses au corps, ont besoin de se recueillir de la dissipation qui naît naturellement de ces sortes d'emplois et non pas
52 (1675) Traité de la comédie « XXIV.  » pp. 312-313
uses pour le corps, ont besoin de se recueillir de la dissipation qui naît naturellement de ces sortes d'emplois, et non pas
53 (1667) Traité de la comédie et des spectacles « Traité de la comédie et des spectacles » pp. 1-50
s passions d'autrui, émeut notre âme d'une telle manière qu'elle fait naître les nôtres, qu'elle les nourrit quand elles sont
qu'elle fait naître les nôtres, qu'elle les nourrit quand elles sont nées , qu'elle les polit, qu'elle les échauffe, qu'elle
même corruption qui fait regarder dans le monde comme des enfants mal nés et sans mérite, ceux qui ne vengent pas la mort d
qu'il n'a pas plus tôt terrassé un ennemi, que cette défaite en fait naître un autre dans lui-même, et qu'ainsi la victoire n
54 (1769) Réflexions sur le théâtre, vol 8 « Réflexions sur le théâtre, vol 8 — RÉFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE HUITIEME. — CHAPITRE I. Réformation de Riccoboni. » pp. 4-27
er. L’amour le plus pur perd sur le théatre son innocence, en faisant naître des idées corrompues dans le spectateur le plus i
ne les montrer que dans un état modeste ? Je ne pense pas que l’homme naisse bon ou mauvais, & reste toute la vie tel qu’i
l’homme naisse bon ou mauvais, & reste toute la vie tel qu’il est  ; le vice & la vertu sont en partie l’ouvrage
Charlemagne, S. Louis les ont chassés de la France, Philippe-Auguste leur a rien accordé, Cosme III les bannit de la T
l’occasion de la mort de son amant sont indécens dans une fille bien née , blessent également les sentimens qu’on doit à sa
55 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 2 « Chapitre VII. De l’infamie canonique des Comédiens. » pp. 153-175
er de ces mariages, qu’une perpétuité de vice dans les enfants qui en naîtront , qui seront élevés dans le désordre de leurs père
t contre son mari, il lui dit : « Que peut-on attendre d’une Baladine née dans le sein du vice, qui voudrait rendre égal à
» Que disons nous de plus dans tout cet ouvrage ? Ces procès ont fait naître deux questions de droit importantes. 1.° Les Comé
de se marier ensemble ; que Scaramouche étant marié quand cet enfant naquit , c’était un enfant adultérin, incapable d’être ja
n de droit, et démontre ce grand principe qu’il n’y a que les enfants nés ex soluto et soluta, qui puissent être légitimés
56 (1715) La critique du théâtre anglais « CHAPITRE IV. Le vice élevé en honneur et substitué à la place de la vertu sur le Théâtre Anglais. » pp. 240-301
ch. A. 1. 1. quand ils en manqueraient pour elles : car les âmes bien nées sont équitables envers autrui, quelque injuste qu
ésie Dramatique est d’instruire. Horace dit encore, que le Chœur doit naître de la matière du Poème, et appuyer le dessein de
hui l’aliment du Théâtre.… Quel homme raisonnable, ou quel homme bien ne rougit pas d’enflammer ainsi la convoitise ? C
it, est indigne de nos poursuites, si tôt que c’est du désordre qu’il naît . Un bel héritage est assurément quelque chose d’a
Que votre Empereur soit un tyran, cela est manifeste ; car vous êtes nés Turcs et il a été un vrai Turc à votre égard. Voi
injures ? » « Madame, répond cet homme de bon sens ; c’est un talent avec moi : j’avoue que je n’ai rien omis pour le
57 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique —  CHAPITRE X. Des six parties de la Tragédie, suivant Aristote. Examen de ces six parties dans Athalie. » pp. 260-315
connoissance, ou l’une & l’autre, & quand l’une & l’autre naît du Sujet. La plus heureuse Reconnoissance est cel
Sujet, par la maniere dont il a disposé les choses. Les incidens qui naissent les uns des autres, arrivent comme ils ont du arr
qui cause une Péripétie, & la Reconnoissance comme la Péripétie, naît du Sujet. Voilà l’espece de Tragédie qui entraîne
Reconnoissance qui fait le Sujet, au lieu que la Reconnoissance doit naître du Sujet & causer la Péripétie. Dans Heracliu
cine, parce qu’ils n’ont étudié ni l’un ni l’autre. Pourquoi ce Poëte si tendre, & qu’on accuse d’a voir francisé l
ciens, ni dans la Nature ordinaire, n’a pu être créé que par un homme très-grand Poëte & très-honnête homme. Je cro
dispersé ; il se contente d’en gémir, Peuple lâche en effet & pour l’esclavage Hardi contre Dieu seul ! Et
58 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Première partie « Causes de la décadence du goût sur le théâtre. — Chapitre XIII. De l’éducation des jeunes Poëtes, de leurs talents & de leurs sociétés. » pp. 204-218
ltiplient avec les éloges. Ces bagatelles que de petits incidens font naître , & dont on rougit souvent dans la suite, insp
ez recommandables par leurs talents ? Ne sont-ils pas les protecteurs nés des Comédiens, les seuls maîtres de ces enfans du
59 (1762) Lettres historiques et critiques sur les spectacles, adressées à Mlle Clairon « Lettres sur les Spectacles à Mademoiselle Clairon. — LETTRE V. » pp. 82-97
flatte les sens, ce qui favorise leur rébellion, les objets qui font naître des images voluptueuses, qui rendent la convoitis
remieres impressions, ou plutôt à chercher les occasions de les faire naître dans le cœur de quelqu’un, pour recevoir les même
60 (1825) Encore des comédiens et du clergé « CHAPITRE X. De la protection due aux Comédiens par le ministère public, contre les entreprises du fanatisme. » pp. 174-185
iolable, que les peuples doivent à la personne sacrée des rois. De là naîtraient des pensées, des discours et des actes séditieux 
t brûlé comme régicide, en place de Grève. Les prêtres, non seulement naissent sujets du roi, et soumis à toutes les lois du roy
61 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XII.  » p. 467
il s'excite en nous je ne sais quelle inclination pour ces vices, qui naît de la corruption de notre cœur. Si nous avions l'
62 (1675) Traité de la comédie « XII.  » pp. 291-292
il s'excite en nous je ne sais quelle inclination pour ces vices, qui naît de la corruption de notre cœur. Si nous avions l'
63 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « A Monsieur le Comte de P***. » pp. -
ne sont pas les vôtres : c’est par le choc des opinions diverses que naissent les vérités, ou que l’on évite le triste ennui, l
64 (1776) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre dix-neuvieme « Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre dix-neuvieme. — Chapitre V. Autres Mêlanges. » pp. 121-140
enu dis-je que deux Comédiens françois & italiens soient Censeurs nés & Reviseurs en charge des pieces foraines, av
er aux jeunes filles, qu’on y mene sans scrupule, & de leur faire naître l’envie d’avoir aussi, à l’exemple de leurs meres
ictions & des critiques. La Scène est le pays où ces fruits amers naissent le plus abondamment. Les traits satyriques qui co
’un légitime mariage ; par conséquent que le Théatre, où tout le fait naître , où tout s’en occupe, où tout s’en repaît, est le
65 (1666) Dissertation sur la condemnation des théâtres « Avis au lecteur. » pp. -
ptibles qu'elles doivent à la Mère qui les a mises au monde. Ils sont nés par deux aventures bien différentes. Le premier p
66 (1664) Traité contre les danses et les comédies « Chapitre XVIII. D’une excuse de laquelle se servent ordinairement les gens du monde, pour justifier la conduite des jeunes hommes, et des jeunes filles qui vont au bal. » pp. 142-145
e dessein n’est conçu que dans la recherche de la volupté, et ne peut naître que des sentiments de la chair ; puisque c’est ce
67 (1675) Traité de la dévotion «  Méditation. » pp. 66-67
Méditation. Mon âme, que tu es malheureuse d’être née en Egypte, et de n’être pas sensible aux biens de
68 (1767) Essai sur les moyens de rendre la comédie utile aux mœurs « Essai sur les moyens de rendre la comédie utile aux mœurs — TROISIEME PARTIE. Des obstacles qui s’opposent parmi nous à la perfection de la Comédie. » pp. 57-75
t quelques mois : l’obstacle à la perfection de la Comédie qui semble naître de l’inclination des François pour la frivolité,
deux premiers, & il est bien plus de conséquence. C’est celui qui naît des préjugés de la nation sur certains défauts qu
69 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Première partie « Causes de la décadence du goût sur le théâtre. — Chapitre IV. De l’illusion Théâtrale. » pp. 64-79
prendra nulle part. A des obstacles qui seuls suffiroient pour faire naître le dégoût, & déserter la Scène, on en ajoute
spectateurs. Comment dans cet état opéreroient-ils cet ensemble, qui naît d’une correspondance, d’une liaison exactes du je
70 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre V bis. Le caractère de la plus grande partie des spectateurs force les auteurs dramatiques à composer licencieusement, et les acteurs à y conformer leur jeu. » pp. 76-85
rui, les auteurs dramatiques émeuvent tellement notre âme qu’ils font naître les nôtres, qu’ils les nourrissent, qu’ils les éc
ourquoi la morale du théâtre n’est qu’un amas de fausses opinions qui naissent de la concupiscence, et qui ne plaisent qu’autant
71 (1743) De la réformation du théâtre « De la réformation du théâtre — PREMIERE PARTIE. — CHAPITRE II. De la passion d’amour sur le Théâtre. » pp. 18-35
plus pure peut perdre sur le Théâtre toute son innocence, en faisant naître des idées corrompues, même dans l’esprit du Spect
e sont peut-être qu’assoupis, ou dont les germes, que tout homme bien porte au dedans de lui-même, sont toujours prêts
72 (1715) La critique du théâtre anglais « DESSEIN DE L’OUVRAGE. » pp. -
urs du spectacle et de la Musique ; ils sont maîtres des sources d’où naissent les pensées et les mouvements convenables à ce ge
73 (1768) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre douzieme « Réflexions morales, politiques, historiques, et litteraires, sur le théatre. — Chapitre IV.  » pp. 97-128
on de son père, ait suffi pour faire perdre un Trône à une Princesse, née dans un mariage légitime. Les hommes les moins fa
le sceptre, un troisieme l’épée. Sa fille fut déclarée batarde, & née d’adultere, & un jeune frere d’Henri, nommé A
ions sont-ils bien d’accord ?) ayant consumé les forces de son corps, plus agile que robuste, il éprouva la caducité av
our être son portrait. Dans quelque obscurité que le Ciel l’eût fait naître , le monde en le voyant eût reconnu son maître. C
Valiere fille d’honneur de Madame : ils avoient contribué à la faire naître en entretenant les amours d’un jeune Prince, depu
té, &c. Cette idée est burlesque. Croit-on que si Louis XIV étoit fils de berger dans quelque vallon des Pirennées,
74 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XVII.  » pp. 471-473
et romanesque, parce que ce n'est qu'un amas de fausses opinions qui naissent de ces trois sources, et qui ne sont agréables qu
75 (1675) Traité de la comédie « XVII.  » pp. 297-299
et Romanesque, parce que ce n'est qu'un amas des fausses opinions qui naissent de ces trois sources, et qui ne sont agréables qu
76 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 2 « Chapitre V. Infamie civile des Comédiens. » pp. 101-125
inuer le nombre des crimes. Elles veulent bien que les enfants qui en naissent , ne soient pas traités de bâtards, quelque incert
e aux filles des Comédiens, aux mêmes conditions ; mais si elles sont nées depuis la réhabilitation de leurs mères, alors n’
jacent legibus. » Il est défendu de traiter en légitimes les enfants nés d’une Comédienne, ni même d’une fille de Comédien
’Avocat ajoute vivement : « Croira-t-on qu’un homme de condition soit pour être Comédien ? Et quand on prouverait qu’un
bourgeoisie et ne sont pas mis au rang des citoyens Romains, quoique nés à Rome. Ils ne sont pas même reçus dans les tribu
77 (1687) Avis aux RR. PP. jésuites « VIII. » pp. 42-43
vos génies ne pouvant s’accorder entre eux, prient le Dieu qui a fait naître le différend de venir le terminer. Ce Dieu que vo
78 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique — CHAPITRE II. Histoire de la Poësie Dramatique chez les Grecs. » pp. 17-48
e la Poësie Dramatique chez les Grecs. La Poësie Dramatique devoit naître tout d’un coup-chez les Grecs, de celle d’Homere 
, qui prétendent que leurs Poëtes ont atteint la perfection. Un Poëme dans la débauche avoit grand besoin de réforme, &
rs Chœurs. Les chants & les danses furent inséparables d’un Poëme dans les Fêtes, & qui avoit passé des Autels
ressusciter à la Cour des Ptolomées, si la faveur des Princes faisoit naître les Genies. Callimaque qui dans cette Cour compos
79 (1697) Histoire de la Comédie et de l’Opéra « HISTOIRE ET ABREGE DES OUVRAGES LATIN, ITALIEN ET FRANCAIS, POUR ET CONTRE LA COMÉDIE ET L’OPERA — CHAPITRE III » pp. 42-76
s passions d’autrui, émeut notre âme d’une telle manière qu’elle fait naître les nôtres, qu’elle les nourrit quand elles sont
qu’elle fait naître les nôtres, qu’elle les nourrit quand elles sont nées , qu’elle les polit, qu’elle les échauffe, qu’elle
même corruption qui fait regarder dans le monde comme des enfants mal nés et sans mérite, ceux qui ne vengent pas la mort d
ce qu’il n’a pas plutôt terrassé un ennemi, que cette défaite en fait naître un autre dans lui-même, et qu’ainsi sa victoire n
80 (1769) De l’Art du Théâtre en général. Tome I « De l’Art du Théatre. Livre quatriéme. — Chapitre IX. Du Dialogue. » pp. 320-335
s & courtes ; qu’elles soient bien liées ensemble, & qu’elles naissent les unes des autres. Il serait ridicule de voir u
ous nous plaisons à le placer par-tout. Le naïf La Fontaine en a fait naître la mode dans ses Contes. Nous l’introduisons dans
81 (1687) Avis aux RR. PP. jésuites « XI. » pp. 55-57
et que vous ignorez en quoi elle consiste. Sachez donc que la douceur naît de l’humilité intérieure du cœur qui fait qu’on n
82 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre VII. Les spectacles favorisent les suicides. » pp. 90-92
plus dangereux, et les font entrer plus facilement dans les âmes bien nées . Quel rôle joueraient sur le théâtre les vertus c
83 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XIX.  » pp. 475-477
iment, Rome à qui vient ton bras d'immoler mon amant, Rome qui t'a vu naître , et que ton cœur adore, Rome enfin que je hais, p
84 (1675) Traité de la comédie « XIX.  » pp. 302-305
iment, Rome à qui vient ton bras d'immoler mon amant, Rome qui t'a vu naître , et que ton cœur adore, Rome enfin que je hais, p
85 (1825) Des comédiens et du clergé « Sommaire des matières » pp. -
ttestent, et les conciles l’ont reconnu ; le prince est le protecteur des Saints Canons, il doit en surveiller l’exécut
86 (1825) Des comédiens et du clergé « Des comédiens et du clergé. —  dénombrement du clergé de france avant et depuis la révolution.  » pp. 346-350
religion et d’affaires de conscience. Ces ecclésiastiques sont bien nés sujets du roi, et soumis comme les autres à la lo
87 (1819) La Criticomanie, (scénique), dernière cause de la décadence de la religion et des mœurs. Tome I « Préambule » pp. -
ait encore, au contraire, donner quelques indications neuves et faire naître des idées utiles à d’autres écrivains plus exercé
marqués de tous les traits de la misère, ces tristes scènes, ont fait naître et laissé dans mon cœur un sentiment pénible que
88 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre XVI. Il y a des divertissements plus utiles et plus décents que les spectacles. » pp. 138-149
volupté, de haine, de tristesse, de vengeance, que le spectacle fait naître . Quel contraste de situation avec celle qu’exigen
que peuvent donner les amusements du monde. Quelle joie pure et douce naît surtout de l’attachement inviolable à son devoir
89 (1789) La liberté du théâtre pp. 1-45
à peine venir expirer dans cette ville qui se glorifie de l’avoir vu naître , jouissant des honneurs d’un triomphe, & trou
s encore été soumis à son jugement, mais des difficultés qu’il a fait naître à plusieurs lectures, & des prétendus inconvé
temps-là sont flétris, mais non ceux d’aujourd’hui, qui n’étoient pas nés encore. En vous accordant (ce qui n’est point mon
e constitution : les ames fières & généreuses, que le sort a fait naître en nos climats, envieront encore la liberté Anglo
traints de sacrifier aux préjugés, ou de quitter le pays qui les a vu naître pour aller chercher une Patrie ; car il n’y a poi
90 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre XI. Les pères et mères perdent leurs enfants en les conduisant ou en leur permettant d’aller aux spectacles. » pp. 105-107
réveilleront-elles pas assez d’elles-mêmes ? faut-il encore les faire naître d’avance ou les irriterar ? » aq. [NDE] Gérard
91 (1765) De l’éducation civile « De l’éducation civile » pp. 76-113
à la portée de tout le monde. Il n’y a personne de si malheureusement , dit Horace, qui, avec de la docilité, ne puisse
pace qui s’offrira à leurs regards. L’étude des Philosophes leur fera naître des doutes, & leur fournira en même temps les
it probablement pas en vue les Auteurs Dramatiques, qui sont esclaves nés de leurs Spectateurs.
92 (1687) Avis aux RR. PP. jésuites « V. » pp. 23-26
gneur, mais en vous rendant les modèles du troupeau par une vertu qui naisse du fond du cœur ». Et Jésus Christ dans l’Evangil
93 (1823) Instruction sur les spectacles « Chapitre XIX. Les Spectacles condamnés par les saintes Ecritures. » pp. 164-167
cieuses, les saintes Ecritures proscrivent aussi tout ce qui les fait naître , les entretient et les fortifie. En condamnant en
94 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 4 « LIVRE QUATRIEME. » pp. 1-3
et quelquefois de brusques et éclatantes. Tous ces fruits empoisonnés naissent dans le sol du théâtre, et y sont cultivés par de
95 (1768) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre onzieme « Réflexions morales, politiques, historiques, et littéraires, sur le théatre. — Chapitre III. De la Dédicace de la Statue de Voltaire. » pp. 71-94
ne sauroit aller plus loin, il est égal aux Dieux. Le pays qui l’a vu naître , le siécle qui l’a enfanté sont les plus heureux
ichie ; ce qui, sans doute est assidu chez elle, tout cela est encore dans la maison de la Clairon ; car c’est leur pat
ercule, vaut vingt hommes illustres, doit tout à Fretillon ! Il étoit avant elle ; reconnu poëte, historien, philosophe
faudroit avoir une étrange dose d’envie pour envier les lauriers qui naissent chez la Clairon : qu’a-t elle donc tant fait, cet
96 (1770) La Mimographe, ou Idées d’une honnête-femme pour la réformation du théâtre national « La Mimographe, ou Le Théâtre réformé. — Seconde partie. Notes. — [R] » pp. 447-466
Danse-de-corde, les Sauts-périlleux peuvent donner ce plaisir vif qui naît de la surprise, de l’étonnement, unis à la craint
la vue d’une machine quelconque, inutile en elle-même, a souvent fait naître les idées les plus heureuses pour les commodités
ous les peines les plus sévères, cette occupation à tous les Citoyens nés légitimes. Voici comme j’imagine que pourrait s’e
a leur permètre de disposer de quelque somme &c. XIII. Les enfans nés des Acteurs & des Actrices, seront libres, &a
97 (1687) Instruction chrétienne pour l’éducation des filles « CHAPITRE XIII. Des jeux, des spectacles, et des bals, qui sont défendus aux Filles Chrétiennes. » pp. 274-320
mondains, des escadrons de concupiscence. En effet, si celle qui est née avec vous, était éteinte, toutes ces choses serai
Si vous prenez à main nue un fer bien chaud, vous voyez sur le champ naître des ampoules, qui s’élèvent, et qui dans peu de t
us heureuse qui fût au monde, par le moyen du nombre des Enfants bien nés et bien faits, que Dieu lui avait donnés. Ce bon
en peine si on y trouvera à redire. Vous n’ignorez pas que l’homme ne naît que pour mourir, que le premier pas qu’il fait da
98 (1759) L.-H. Dancourt, arlequin de Berlin, à M. J.-J. Rousseau, citoyen de Genève « CHAPITRE III. De la Comédie. » pp. 92-118
p constante nous éloignerait des occasions qu’on peut saisir et faire naître en demeurant à la Cour ou dans la Capitale ; allo
peut donc pas attaquer un ridicule sans attaquer le vice qui l’a fait naître . Celui des Précieuses par exemple, a pour princip
our principe l’orgueil qui fait gémir Cathos et Madelon de n’être pas nées de Cyrus ou d’Artamènecz. Elles veulent se distin
veulent se distinguer par un langage affecté des femmes de leur état. Nées Bourgeoises, elles ne veulent d’autres sociétés q
99 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 4 « CHAPITRE IV. Suite des effets des Passions. » pp. 84-107
uvements. S'y prêter, s'y plaire, les nourrir, les attirer, les faire naître , c'est se mettre dans la nécessité de pécher, c'e
ammées, on croit pouvoir en goûter le plaisir sans crime, et le faire naître sans conséquence. Que c'est mal connaître l'homme
n n'en change pas la nature. On ne doit point souffrir, peut-on faire naître dans son cœur la haine, la vengeance, l'orgueil,
d'autant plus rapide qu'on est sans défiance et sans repentir. De là naît un goût pour le théâtre qui va jusqu'à l'enthousi
100 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Seconde partie « Causes de la décadence du goût sur le théatre. — Chapitre XV. Des nouveautés & de leur nombre. » pp. 2-7
uvrage, des circonstances de sa reception, des anecdotes qu’il a fait naître  ; enfin tout Paris en est occupé. Si la piéce pre
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