/ 6
1 (1649) Della Cristiana Moderazione del Teatro. La soluzione dei nodi pp. -
re simili alle spagnole, siano lecite. 36 P. 10. Se per la tolleranza delle Commedie Oscene, basta, che siano da tutto il Mon
rabile. 69 P. 17. Se, come si permette la pubblica, e privata mostra delle Pitture, e Statue Oscene, si può anche permettere
P. 14. Se sia lecito l’andare all’Osceno teatro, già che il pericolo delle Oscenità si trova in altri luoghi. 111. P. 15. Se
passatempo, e per ridere un poco; e so, che non acconsento al peccato delle Oscenità. 134. P. 22. Si continua il Discorso. 13
zione de’ Superiori non giova a lungo tempo, si può tollerare l’abuso delle Commedie Oscene. 194. P. 6. Se i Superiori cavand
i i Comici moderati e non moderati, e a tutti i Lettori, e Spettatori delle Rappresentazioni Teatrali. «Audistis modo, quid m
buon Maestro di virtuosa vita nel Teatro e in ogni luogo. Indice delle materie. A L’Abate Thalleleo pianse per 60 an
o biasimate secondo il ragionevole 235. 236. Asino d’Ammonio gustava delle Canzoni 131. Un Giovane compariva in apparenza di
4. 115. I vizioso cagiona il peccato 19. Non ha Ignoranza invincibile delle commedie oscene 123. Auditori imparano il male da
onorato si fece Buffone infame 155. Città non sono peggiori a’ tempo delle Commedie oscene 88. Le principali in che sondino
o a’ Viziosi 119. 120. Alcuni portarono in Scena un libretto a difesa delle loro Commedie 123. Non mancano tali Comici 163. N
anno qualche Commedia modesta 213. Danno alle volte informazioni vere delle Comiche oscenità 212. Alcuni non peccarono recita
gnoranza al Penitente 126. Alcuni Confessori assolvono gli Spettatori delle Commedie oscene 75. 76. Molti non assolvono 75. 8
pericolo non volle andar alle Commedie oscene 87. Un gran Protettore delle Commedie tali morì all’improvviso senza Sacrament
aia insegnar le malizie 62. 63. Alcuni predicarono, che lo Spettatore delle Commedie oscene non pecca mortalmente 143. 144. 1
concedere Spettacoli modesti al Popolo 190. Proibizione si deve fare delle Commedie oscene 92. È fatta in più modi 183. Non
e molti casi di coscienza intorno alla lecita, o illecita Permissione delle Commedie oscene, secondo la dottrina di S. Tommas
anti, o Ciarlatani; cioè lo deve riprendere con la debita distinzione delle moderate, e virtuose, da quelle, che peccaminose
ivere contro le Commedie cattive con la debita riserva, e distinzione delle buone. E quando occorre di confutare qualche cosa
rcano la soluzione; perché sogliono essere proposte da molti a difesa delle mercenarie, e consuete Commedie, e Azioni del nos
on pochi si ritrovino, che vivano come ciechi difensori, e protettori delle teatrali immodestie; questo certo è argomento di
loro autorità. Ma ora un lamento simile può farsi contro i difensori delle correnti Commedie, che hanno delle immodestie: on
imile può farsi contro i difensori delle correnti Commedie, che hanno delle immodestie: onde con ragione scrive in breve il P
il P. Luigi Albritio Pred. 30. p. 483.. V’è, chi argomenta in favore delle Commedie sporche. Anzi, dico io, questi argomenta
pa serietà, e il rigore dell’animo, « per jocos et ludos », per mezzo delle burle, e de’ giochi. Ma tali giochi devono essere
o, e per conseguenza vizioso, quando per scherzi, e per baie si serve delle parole della Divina Scrittura: e questo è grandis
i suoi medicamenti. Si sente proclamare bene spesso da molti a difesa delle Teatrali oscenità in questa forma. E perché si pe
scoprano i manifesti pericoli, a quali moltissimi corrono per cagione delle oscenità del banco, o della scena; acciocché sian
tibils non est teste Oldrad in Comp. Bullarij p. 101.  ». Così quella delle Commedie oscene, « quia invitant ad delicta In co
. » E questa giusta cagione, e questo buon fine non si trova nel caso delle Commedie oscene, almeno per quanto è necessario a
onsuetudine; o, per dir più vero, l’invecchiato abuso, e corruttelaag delle oscenità. Divinamente n’avvisa il Boccadoro. « Ub
erpetuo exilio damnatam velint. l. 2. c. 42. p. 327. » E io col senso delle parole di questo dotto, e gran Cardinale dico, ch
enso delle parole di questo dotto, e gran Cardinale dico, che l’abuso delle Commedie oscene, quanto più antico si è, tanto ma
itare mali maggiori: il che non avviene nella consuetudine scandalosa delle Commedie; perché non si permette a fine di schiva
chiva, ovvero si può schivare con altro mezzo, che con l’uso permesso delle Comiche oscenità. Rimane dunque a noi la risoluzi
disecca. Io risponderei, che quel Comico non professa difender l’uso delle Commedie oscene, ma delle modeste: e io professo
che quel Comico non professa difender l’uso delle Commedie oscene, ma delle modeste: e io professo oppugnar solo le oscene, a
spect. » S. AmbrogioIn Ps. 118. spiega, come scrittura condannatoria delle sceniche vanità, il passo del Salmo 118. 37. « Av
ltrame a provare, che dalla scena si devono allontanare le laidezzeao delle brutte parole, e delle altre oscenità. Chi usa, d
alla scena si devono allontanare le laidezzeao delle brutte parole, e delle altre oscenità. Chi usa, dice egli, voci laidecap
a cose poco modeste, usi poche parole, e tali, che ritirino gli animi delle oscenità; e si persuada, che meglio è il riferire
m obscenitate », col manto di parole pure coprivano l’impura sostanza delle cose. Dice acutamente, e brevemente Girolamo Fior
storum Sanctorum », le Rappresentazioni della Passione del Signore, e delle storie, e dei fatti dei Santi: e ne reca la ragio
e lodo sommamente quelli, che affatto se n’astengono; o facendo, che delle donne si facci solamente menzione in scena, o usa
dendo con moltiplicate guise, e con raddoppiati argomenti la Comparsa delle vere donne, Comiche ordinarie, e parlanti d’amore
ne sossopra i Regni, e le Province, almeno gravemente nuoce alla pace delle famiglie, alla tranquillità de’ virtuosi, e zelan
si pongono sottopra, e si rovinano le Province, e i Regni per cagione delle teatrali rilassazioni. Il terzo male è questo. Le
tro. « Multi consumunt pecunias. ho. 38. in Mat. » Molti per rispetto delle Comiche Azioni rilassate spendono il loro danaro.
o della spiritualità: e può, e vuole e sa rintracciare anche in mezzo delle teatrali boscaglie il sentiero diritto alla virtù
glie il sentiero diritto alla virtù, senza declinare a’ sozzi pantani delle sceniche oscenità. Quindi scrive un Francese, e R
rbieri Comico scrive nel suo Discorso, che la Spagna prima si serviva delle nostre Commedie Italiane: e i Comici vi facevano
anni, che i Predicatori di quando in quando riprendevano le oscenità delle moderne, e correnti Commedie. E io ancora aggiung
n tale espressiva del caldo affetto di Cupido, e con tale eccitamento delle sue fiamme, che più persone spettatrici, tutto ch
i applichi il medesimo corrosivo. Punto decimo. Se per la tolleranza delle Commedie oscene basta, che siano quasi da tutto i
il mondo abbracciate. Ma questo Comico, come anche il Cecchino, parla delle Commedie modeste, ovvero stimate da lui modeste;
o, parla delle Commedie modeste, ovvero stimate da lui modeste; e non delle oscene: il che si vede chiaro nella conclusione,
sorso di ricreazione ad un povero afflitto, e arso dal calor mordace delle noiose cure. » Dopo le quali parole io interferis
l detto. Non convengono bene insieme il chiaro della luce, e l’oscuro delle tenebre; la bellezza della virtù, e la bruttezza
e seguenti, e brevi Note. Nota prima Della Novità. Suole la novità delle cose essere per lo più feconda genitrice di grati
de la Commedia molto piacevole, e gustosa. E certo, che nella varietà delle cose la Commedia campeggia bene, come lo prova pu
o, e Comico Scrittore. Nota quarta. Del soggetto lascivo. L’oggetto delle moderne, e mercenarie Commedie suol essere per or
die, volendo dire. La sola morte mi leverà d’andare a godere il gusto delle correnti Commedie. E un’altra volta seppi di cert
pesa: quelle di certi Giovani della Città con men riguardo all’onestà delle nostre: e molte se ne fanno per alcuni rigiri. Or
ame né deve con l’esempio di quelle Azioni far schermaglia per difesa delle sue Commedie. Ad un Rosignolo non si confanno le
mmedie della 2. sorte, che sono fatte da certi Giovani della Città, e delle quali, dice Beltrame, che si fanno con minor rigu
elle quali, dice Beltrame, che si fanno con minor riguardo all’onesta delle sue. E io dico, che quando quello avviene, que’ G
caldamente pregata da certi giovani; acciocché ella facesse l’invito delle altre Gentildonne ad una Commedia, che essi aveva
ta, e impunità del dire: atteso che non temono castigo, benché dicano delle sboccatagini; e le dicano a loro modo, e capricci
esto io non mi curerei di repugnare: imperoché, se que’ Giovani usano delle oscenità di gesti, o di parole, o d’altra fatta,
amo, con tratti di similitudini accomodate all’Auditorio, la bellezza delle Virtù, acciocché siano amate, e la bruttezza de’
e poi partoriscono grave danno: tali sono i Compositori, e gli Attori delle Commedie oscene: sono ingannati dal Diavolo nasco
antesche ruffiane, e altri simili. E io confesso, che il dette è vero delle Mercenarie Commedie di oggidì e questo è illecito
tate. Dovranno dunque le Commedie, e le Rappresentazioni e imitazioni delle genti ordinarie essere in maniera composte, che c
credo, che non si accettino per buone da gli uomini dotti in riguardo delle comiche oscenità; perché egli discorre delle Comm
uomini dotti in riguardo delle comiche oscenità; perché egli discorre delle Commedie in genere, e io ne ragiono in specie, in
noranti il bene; onde la Città tosto si vedrà fiorire con le bellezze delle Cristiane Virtù. Chi ciò, dico, dicesse, farebbe,
e tu la scacci lungi dagli Spettacoli? O Dio vi salvi, o gran Maestri delle Virtù: voi Buffoni, voi Istrioni. Certo che le Ci
essi non conoscevano migliori Maestri, e cercavano tra le sporchezze delle turpitudini le false gioie delle apparenti virtù.
estri, e cercavano tra le sporchezze delle turpitudini le false gioie delle apparenti virtù. Voi o Fedeli voi, se avete veram
rate Cristo, mirate le illustri azioni de’ Santi Martiri, e gl’esempi delle Sacre Vergini: e indi cercate di prendere vigore
, posteaquam in venas, ac viscera virus infuderis? » È antica querela delle persone zelanti contro Comici Mercenari; che sono
pluribus est in paucis correctio. » t. 5. conc. In obitu Valenr. Dirò delle Commedie ciò, che dice Dionisio Halicarnasseo l.
alenr. Dirò delle Commedie ciò, che dice Dionisio Halicarnasseo l. 2. delle Favole de’ Greci. « Pauca bona insunt  ; nec mult
ci Recitanti; massimamente che molti di loro sono Compositori poetici delle Commedie. Dunque la Commedia d’oggidì con un poco
i sperimentata bontà, significandomi, che quanto aborriva l’indecenza delle parole, e de’ gesti de’ Comici osceni, tanto gode
a a modo di cristallino fonte; ma s’intorbida, e si deturpa col lezzo delle oscene parole, e de’ gesti osceni. Bisogna confes
Punto decimo settimo. Se si permette la pubblica, e privata mostra delle Pitture, e Statue oscene; si può anche permettere
male, procedono coloro, che non potendo giustificare la peromissione delle oscene Commedie, ricorrono all’instanza delle Pit
ificare la peromissione delle oscene Commedie, ricorrono all’instanza delle Pitture e delle Statue indecenti, e dicono. Se si
issione delle oscene Commedie, ricorrono all’instanza delle Pitture e delle Statue indecenti, e dicono. Se si permette la pub
tue indecenti, e dicono. Se si permette la pubblica, e privata mostra delle Pitture, e delle Statue oscene; si può anche perm
dicono. Se si permette la pubblica, e privata mostra delle Pitture, e delle Statue oscene; si può anche permettere la Commedi
ritativamente soccorso, e aiutato all’emendazione. E molti Spettatori delle Teatrali oscenità, temo io, che a’ giorni nostri
dovendo le persone Penitenti, si sono dannati: mi rimetto al racconto delle storie. Ma se tal uno mi richiedesse. Non vi è qu
non desistete da tale volontà. Buona regola era quella per la salute delle anime, e degna di essere da molti Confessori prat
iente, perché si permettano le Commedie oscene. Alcuni, troppo amici delle oscenità Teatrali, si fanno scudo di questa Ragio
bene, o in male dal fine: e discorrono, a proposito della permissione delle Commedie oscene, e dell’andar a sentirle, in ques
pati in Padova l’anno 1628. in alcuni fogli con questo Titolo. Frutti delle Moderne Commedie, e c. e dedicati ad un Serenissi
à si mantiene: che si farà dunque «inter certamina Vitiorum» in mezzo delle battaglie, de’ Vizi, che da questi osceni, e vizi
non mancano molte buone Azioni approvate, stampate, e migliori assai delle oscene; e le quali possono recar onore, e autorit
ommedianti poco modesti usano spesse volte gli Argomenti, e le tracce delle modeste, e buone Composizioni; ma poi le guastano
concorso, e con grande applauso: ma poco dopo ne recitarono un’ altra delle loro oscene con grave cordoglio, e con giusto sde
vanno alle Commedie oscene, per imparare l’artificio di comporre poi delle modeste e più che pochissimi quelli, che vi vanno
gi virtuoso e dotato di bella, e erudita letteratura, e molto pratico delle Comiche Azioni, e assai intendente dell’Arte Teat
chiara esperienza, che le medesime Città, Cestelli, e Terre nel tempo delle Commedie oscene sono per ordinario più del solito
e degli Artisti peccati uguali, e anche maggiori, che non sono quelli delle Scene oscene: ma dico quello, che moltissimi dico
ltà, e della reputazione. Ora chi crederebbe, che alcuni troppo amici delle Commedie oscene, per mostrarle tollerabili, ricor
issimi Cedri, non devono uguagliarsi all’ordinane piante de’ monti, o delle valli. Rispondo. Piacesse a Dio, che i Commediant
, e nella vera Religione de’ Cittadini, i quali aggiungendo il valore delle armi, e il pregio della letteratura alla buona Po
entemente bramosi di quel sozzo diletto, che traggono dal Recitamento delle Commedie oscene: e quando sentono alcuni zelanti,
erano state vietate con la proibizione. E questo punto vale nel caso delle oscenità del Banco, o del Teatro: meritano, che i
ta cortesia non apre l’orecchio ad ogni invito: sa, che senza scapito delle buone creanze può talvolta servirsi della cera d’
e del peccato. E però non giustifica bene se stesso quello Spettatore delle Commedie oscene, il qual dice. Io vi vado, perché
ndo il mio sentire. Ma da chi non è saputo, che contro gli Spettatori delle Commedie oscene i diabolici Bombardieri sparano l
ttavo. Se l'accompagnare altri, basta essere lecitamente Spettatore delle Commedie oscene. Molti sono gli Amici, e i Compa
Siamo obbligati più a Consanguinei, che a’ compagni, nella provisione delle cose necessarie. E in vero necessario non è farsi
re, contro chi pretende di censurarlo, quando va a favorire il Teatro delle oscene Rappresentazioni. Vado, dice, per impedire
sonesti, sempre ti fai reo con andarvi. Così dico io nel nostro punto delle Commedie. Non si giustifica bene quel Cristiano,
danaro ad usura. E così parimente non dobbiamo scusare lo Spettatore delle impudiche Azioni: perché dice. Io solo non vi vad
 ? »Ep. 111. Applichi a se con proporzione il suo detto lo Spettatore delle Commedie oscene, con che si scusa. Io solo non vi
che non solo i primi, ma gli ultimi ancora, cioè tutti gli Spettatori delle Commedie del nostro tempo, peccano mortalmente; p
Scenici non facerent nisi interesset Auditores. » Cioè. Lo Spettatore delle Commedie disoneste coopera a quel male: sì perché
ca, ma non è tenuto alla restituzione. Così nel caso degli Spettatori delle Commedie impudiche, non solo « primi confluentes
le. « Poterat et debebat. » Poteva, e doveva sapere avanti la qualità delle Commedie brutte. E questo è il caso tuo: e questo
a Venere in più luoghi i suoi disonesti parti. E quindi lo Spettatore delle Commedie oscene si persuade poter formar a sua di
i, o quasi tutti, si possono recare contro coloro che vanno al Teatro delle parole oscene. Solo domando. Che buona ragione, e
aloso, che le pubbliche strade, e piazze; poiché, oltre all’indegnità delle parole, che fa sentire, cagiona, che si veggano f
ova nel caso della Commedia, ma ben si trova sufficentissima nel caso delle Feste di devozione, che sono instituite « ad cons
nservar e accrescere il culto divino: e guai a quelli, che si abusano delle Feste: ove la Comica, Oscena, e Teatrale Azione è
re. Perché difficile si è il non peccarvi mortalmente, almeno per una delle molte ragioni, per le quali vi peccano molti; e n
è male, e poi unici fanno un mal peggiore: come se uno dicesse. Io do delle ferite al mio nemico per non l’uccidere; e poi do
alle Azioni Comiche, e lontani dalle disonestà: perché la permissione delle Commedie oscene non è il mezzo unico; solo, e eff
scivia, e d’immondezza. Chi è fragile come un vetro, fugga l’incontro delle pietre. E non maneggi le armi, chi non ha punto d
ti impudichi provoca quello scandalosamente al peccato: così nel caso delle Commedie poco modeste. Pecca lo Spettatore vizios
il detto di tale tenore, alcuni discorrono a difesa degli Spettatori delle Commedie oscene, dicendo. La buona Fede non scusa
gli mancava, che gli Istrioni in scena facessero la parte del Giudice delle coscienze; che i Buffoni insegnassero al popolo c
e; che i Buffoni insegnassero al popolo che l’onor di Dio,e la salute delle anime si trattasse con dispute da’ ministri de’ D
uelli, che così non fanno? Questa ignoranza, che hanno gli Spettatori delle Commedie, sarà giusta, sarà innocente, sarà proba
quale non si vuole direttamente, né indirettamente: ma gli Spettatori delle Commedie la vogliono, almeno indirettamente; poic
i si ritrova con un affetto grande di peccare. Adunque gli Spettatori delle Commedie del nostro tempo gravissimamente peccano
osa di grandissima gloria di Dio, e di sommo giovamento alla salvezza delle anime, l’avvisare ciascuno degli Spettatori, né l
Circa poi quel punto, che io pecchi, scrivendo contro gli Spettatori delle Teatrali Oscenità, dico, che molti prima di me ha
oro dalle persone dotte, e zelanti dell’onor di Dio, e della salvezza delle anime; e stimano, credo io, di far minor peccato.
da nello scoglio del peccato, e resta misera naufragante con perdita delle preziose merci della Grazia, e col tormento di un
iletto, che non è medicina, ma veleno:· non applichi l’animo al gusto delle Commedie poco modeste: perché, mitigandoli una dr
te, o di altra condizione. Dunque chi cerca diletto, fondato nel male delle Oscenità, cerca diletto cattivo, diletto, di cui
o, ne da buono, e virtuoso Cristiano; ma da uomo malo, chi si diletta delle opere male, e per consolare il corpo, affligge l’
passatempo, e per ridere un poco: e so, che non acconsento al peccato delle Oscenità. Questa è una Ragione di moltiplicato r
ia oscena senza peccato, anche veniale; perché può non dilettarsi, né delle cose brutte rappresentate, né della loro Rapprese
nelle Commedie oscene: e però l’anima virtuosa giudica il riso osceno delle Commedie un vero pianto; se ne priva, e vedendosi
gione proposta nel Dubbio: cioè. Io so, che non acconsento al peccato delle Oscenità. E dico brevemente con un moderno, e Nob
e a que’ pensieri disonesti, che gli nascono nella mente per rispetto delle vedute, e udite Oscenità) non peccherà con peccat
di quelle, che da’ Dottori si adducono in prova, che molti Spettatori delle Commedie oscene peccano gravemente. La Nave si ro
ilungherà dal vero, o almeno dato probabile, chi vorrà aderire ad una delle due seguenti Ragioni. La prima si è; perché, se b
le solite Commedie da’ Mercenari Commedianti con l’ordinario difetto delle Oscenità: contro le quali efficacemente predicava
ndo, e provando gagliardamente, che per ordinario, e secondo il corso delle cose solite, e comuni, era peccato mortale l’anda
tì loro l’effetto: poiché i Tomisti Angelici s’accinsero alla Ragione delle oneste Commedie; e n’ebbero la palma: e si fece u
lma: e si fece un Decreto; e si continua a sottoscrivere gli Scenari; delle Commedie. Ma io dico a Beltrame, che quelle perso
re, non contro le Commedie, perché sono lecite, ma contro le Oscenità delle Commedie perché sono illecitissime; Or quindi tos
ta Virtù, di fondata dottrina, e di sperimentata pratica nel maneggio delle anime. Chi accenderà la sua fiaccola a queste lum
e per vivere senza peccati: e quindi alcuni gustano del Trattenimento delle Modeste Commedie. Ridico, scrive Beltramecap. 27.
rtano alcune scuse, con le quali vorrebbero far lecita la permissione delle Teatrali Impurità; ma chi ben le pondera, trova,
dice Beltrame. Le Commedie nostre sono fatte per sostenimentocap. 54. delle nostre famiglie. Noi recitiamo per guadagnare il
o, né possono permettere, essendo una scandalosa, e universale rovina delle anime, con moltissime, e gravissime offerte di Di
i altri, i quali vivono da buoni, e onorati Cristiani con il guadagno delle fatiche loro; e possono dire alludendo al detto d
dianti suoi amici, ad andare a loro, per tornare all’esercizio infame delle oscene Azioni, si lasciò vincere; e partì senza f
ntenersi onoratamente con una Arte, vogliono applicarsi all’esercizio delle Commedie oscene, e non curandosi di vivere come c
peccatori, deve dar disgusto a Dio con grave danno dell’anima sua, e delle anime de’ medesimi peccatori, e però, lasciando l
dirà. Io temo di essere tacciato, come Recitante freddo, se non dico delle parole turpi, e licenziose. Pietro di Re, detto t
Comici Modesti sono di rea qualità, come le Meretrici. Ma se parliamo delle Commedie oscene, e de’ Comici disonesti, i quali
eretrici fanno attaccare nelle piazze pubbliche, e nei pubblici canti delle strade un Cartello d’Invito alla Fornicazione; pe
siano disonesti, e nondimeno sono tollerati contro il bene spirituale delle anime fedeli. Aggiungo. Sì come le Meretrici sono
ortali, e molti, e gravi, e di rovinarsi per sempre con il fallimento delle ricchezze spirituali delle Virtù, e del tesoro de
di rovinarsi per sempre con il fallimento delle ricchezze spirituali delle Virtù, e del tesoro della Grazia. Aggiungo. Come
 » Trasferirò altrove il solio Papale; e a’ Romani lascerò il piacere delle Lupe loro. Filippo IV. Regnator di tanti stati, h
e il moderno Cristianesimo, e i Cristiani Principi dovrebbero fare, e delle pubbliche Meretrici, e molto più de’ Commedianti
sone alle usure dannose, ne alle vendite esorbitanti, né alla falsità delle scritture, né all’ingannare il prossimo, né ad uc
Scena con ragionamenti libidinosi, e gesti lascivi, e con la Comparsa delle vere Donne, abbellite lascivamente, e parlanti di
rtuosa Cittadinanza si fa indegno della stanza nella Città. Il tesoro delle gioie non si apre alle Compagnie de’ Ladri. Noi p
nsi il Comico modesto N. il quale non induce il Comico osceno all’uso delle oscenità; né lo paga per questo, né gli si fa app
può ricoverare, chi brama di lasciare l’Arte Mercenaria e pericolosa delle moderne, e drammatiche Rappresentazioni. Ma temo,
poco il Comico modesto N. Cioè. Posto che non voglia eseguire alcuna delle cose proposte nel suddetto consiglio, può egli, a
se io non erro, Amore fa nido nel bello; e tal volta è vago anch’egli delle Pitture; poiché sovente corre più veloce ad un vi
ue al Comico, che dice. Poco male Beltr. p. 146. possono far le Donne delle Scene con i loro discorsi: e rispondiamoli, che n
, e nelle Scuole de’ Maestri mal avvezzi, e nelle mani de’ Giovani, e delle stesse Donzelle ancora. E quel, che è peggio, con
o di color, che dovrebbero tenere simili Componimenti non men lontani delle case loro, che il fuoco, e la peste. » Surio scri
Libri osceni con il gusto della bella composizione, e con la dolcezza delle parole scelte, graziose, e leggiadre priva di pru
o prima purgati dalle cose, e dalle parole disoneste. E il Glossatore delle Costituzioni aggiunge. Se alcuni Libri non si pot
gare, come è Terenzio, più tosto non si leggano; acciocché la qualità delle cose non offenda la purità de’ costumi. « Si aliq
lla purga di altri Libri osceni e proposti da leggere con la bellezza delle forme del dire, e senza la bruttezza delle impudi
da leggere con la bellezza delle forme del dire, e senza la bruttezza delle impudicizie. « Cum demptis plerisque mater apposi
o compagne, o per dir meglio, sono seguaci, e spesse volte interpreti delle parole. O quanto arguta, o quanto savia, è la man
ano discordie; e che molti perdano la sanità della mente, commettendo delle imprudenze e peccato. A questi inconvenienti poss
i pericolosi abusi inventati da Satanasso: tra’ quali uno si è quello delle correnti Commedie impure, che sono grandemente no
Vescovi per le Diocesi? Rispondo. Non si fa le proibizione universale delle Commedie: perché le modeste sono scritte, fatte c
e del Sommo Pontefice, de’ Vescovi. E di S. Chiesa contro le Oscenità delle Commedie, se non tacite proibizioni? Dunque le Co
ne spesso si proibiscono sub censura ancora quelle Commedie stampate, delle quali intendono i Superiori, che sono perniciose
i sapesse la moltitudine gravezza de’ peccati che cagiona la comparsa delle Donne in Banco, o in Scena a parlare di materia a
i i Maggiori, e Minori, tutti i Supremi, e infimi Signori, e Moderati delle cristiane Popolazioni, acciocché quanto prima usi
gli altri Superiori Ecclesiastici non acconsentono all’abuso Teatrale delle pubbliche oscenità; ma se forse pare, che ne most
per evitare un maggior male: e questo non sortisce con la permissione delle Commedie oscene. « Nunquam vidi, scrive Hurtado,
sti Comici, che non li meritano, non lo fanno, perché si compiacciono delle loro sciocchezze; ma è che per lo più chi manca i
rator Giustiniano con voce universale decretò, che si doveva giudicar delle cose conforme alle Leggi, e non secondo gli esemp
ndi io rispondo al Dubbio, che non è buona Ragione per la permissione delle Commedie Oscene l’esempio di un Principe, o di un
il popolo ne gusta. E se il Comico Beltrame non professasse di parlar delle modeste Commedie, non l’approverei, quando dice.
io qui non devo tacere, che non tutti gli uomini di un Popolo gustano delle oscene Rappresentazioni: ve ne sono molti, e per
scene; e sono con la vita loro, e co’ buoni costumi Catoniani Censori delle impurità. E invero è falsissimo quel principio di
zione ancora di que’ Popoli servivano. E particolarmente gli Ateniesi delle pubbliche ricreazioni furono tanto vaghi, che ad
elle pubbliche ricreazioni furono tanto vaghi, che ad esse gran parte delle entrate del comune destinarono, con severa legge
uperiore, non fa cenno d’approvazione a cose di malvagità. E nel caso delle Commedie, io non credo, che siano oscene, o almen
ualche danno in casa; lasceremo noi il governo de’ nostri figlioli, e delle nostre sostanze a qualsivoglia persona? No per ce
la loro Professione per gli eccessi commessi ne’ Teatrali Recitamenti delle loro mercenarie Commedie. Ma che? Infino Beltrame
amecap. 26. Comico scrive a difesa de’ Superiori contro gli abusatori delle licenze in questo modo. Forse uno dirà per suo di
zione de’ Superiori non giova a lungo tempo, si può tollerare l’abuso delle Commedie oscene. Misero quell’infermo, che per t
za qualche buono e ben fondato rispetto. E questo non appare nel caso delle Commedie oscene; l’abuso delle quali non è male d
rispetto. E questo non appare nel caso delle Commedie oscene; l’abuso delle quali non è male disperato né irrimediabile: anzi
commettono que’ peccati peggiori, che non potevano commettere a tempo delle Commedie: onde la permissione delle oscene Azioni
e non potevano commettere a tempo delle Commedie: onde la permissione delle oscene Azioni non toglie affatto il mal peggiore,
atro cagiona incendio di maggior rovina. E chi mal’abituato nel Gioco delle carte, o de’ dadi si è risoluto mai più giuocare,
l palazzo de’ Vizi, che è l’osceno Teatro, non addottora, come scuola delle Virtù, chi lo frequenta: e se pure tal volta è av
rse taluno. Questi sono affitti, tasse, decime, o gabelle poste sopra delle Commedie; come por si suole a tanti altri eserciz
en fondata ragione; e questa non v’è per la tolleranza, e permissione delle Commedie poco modeste, e nocive alla purità de’ c
sect. 28. subse. 11. nel suo dotto discorso intorno alla permissione delle Commedie turpi, fa questa obiezione dell’utile ch
ne Città: perché con una parte del loro guadagno si aiutano Monasteri delle povere Convertite. Dunque; si possono anche tolle
stianesimo ove le Convertite; sono in parte sovvenute con il guadagno delle Meretrici, le quali, facendo testamento, sono cos
ci, le quali, facendo testamento, sono costrette a lasciare una parte delle loro facoltà alle dette Convertite, e non lo face
ione di tollerare le pubbliche Meretrici sia l’utile per li Monasteri delle Convertite; ma bensì l’inconveniente di altri pec
niente di altri peccati maggiori, che s’impediscono con la tolleranza delle Meretrici; e per rispetto de’ quali si pratica in
i; e per rispetto de’ quali si pratica in molti luoghi la permissione delle Meretrici, come lecita secondo l’opinione probabi
osi, non è di alcun vigore per coonestare al Superiore la permissione delle Teatrali, e pubbliche oscenità. È vero, che S. To
a maiora impediantur ». Ora io dico, che il mantenimento corporale, o delle Convertite, o degl’infermi di un Ospedale o de’ B
male: ma la rovina spirituale cagionata alle anime con la permissione delle medesime Commedie, è una moltitudine di tanti, ta
7., che è bene levare la Commedia scandalosa recitata col mal costume delle persone poco timorate di Dio. E io dico che scand
mo a rispondere, ad alcune difficoltà, che a favore della permissione delle Commedie oscene alcuni prendono da medesimi Scrit
è diversa da quella dell’antichità. Con questo pensiero i Protettori delle moderne Commedie oscene si stimano forti contro g
adri, e da’ Dottori amici che servono per una manifesta condannazione delle moderne Commedie mercenarie, e delle loro Teatral
per una manifesta condannazione delle moderne Commedie mercenarie, e delle loro Teatrali oscenità. Dunque il Comico Cecchino
Crisostomo, e molti altri antichi Dottori, presero i gravi mancamenti delle antiche Azioni, uno de’ quali era la oscenità mor
tra questi S. Ludovico Re di Francia, il quale voleva che la vergogna delle Anime cattive, in pubblico rappresentate, facesse
e cose scostumate senza la punizione: ne meno casi occorsi in disonor delle famiglie; atteso che più sono i viziosi, che i be
a dire tra di loro, satireggiando contro il medesimo Re, troppo amico delle Donne. Ecco scoperto, dove vanno i danari del Reg
isputando, conclude, che secondo S. Tommaso è illecita la permissione delle Commedie oscene  : « quia ex Thoma malum publicum
etur aliud, quod sine illo vitari non potest ». Aggiungo, che il male delle oscene Commedie non è mal minore, ma è maggiore,
maggiore, e sono l’altissimo precipizio tra i molti, e alti precipizi delle morali e cristiane Virtù, e massimamente della Ca
chir. C. 82. Aggiungo, che Azor non parla chiaro, e specificatamente delle Oscene Commedie: onde si può interpretar, o delle
e specificatamente delle Oscene Commedie: onde si può interpretar, o delle Commedie in genere, in quanto sono pubblici, leci
ro si può dire, che Azor, alludendo alla dottrina di Navarro, intenda delle Commedie in specie, non Oscene, ma Satiriche: le
ermissibili; benché avvenga di raro, che non vi si pecchi gravemente; delle quali Commedie Satiriche io ricordo ciò, che il S
altri altre volte. Dunque non si deve far molto conto de’ Libretti, o delle esagerate, che spesso si stampano, o si odono in
o. I Teologi, e i Predicatori non si devono fidare per giuste ragioni delle informazioni, o relazioni de’ Comici: e non ne ha
cene? E risponde. Ne potranno far fede tutti coloro, che vedono molte delle nostre Commedie. E dice di più in persona di un S
i ben informati dei vero, scrivono, e predicano contro tali Commedie: delle quali la pessima qualità essi possono anche saper
molte bruttezze, che in pubblico, e in segreto passano tra le persone delle moderne Compagnie de’ Commedianti, mentre fanno l
timorati di Dio, tornarono a rivoltarsi nel lezzo Teatrale con danno delle anime, e con trionfo di Satanasso. Così dico per
ho vedute le fatiche mie, non vane, ma fruttuose con evidente utilità delle anime, e con grandissima consolazione de’ zelanti
che in quanto all’oscenità antiche onde se ora si levasse la comparsa delle Comiche, non dico delle modeste, e virtuose, ma d
tà antiche onde se ora si levasse la comparsa delle Comiche, non dico delle modeste, e virtuose, ma delle viziose, lascive, e
sse la comparsa delle Comiche, non dico delle modeste, e virtuose, ma delle viziose, lascive, e parlanti d’Amore, forse poco
anti; ma condannano a tutto spirito, e meritatamente le oscenità: una delle quali si è la detta comparsa delle Donne impudich
, e meritatamente le oscenità: una delle quali si è la detta comparsa delle Donne impudiche, benché si dicano mogli de’ Comme
Terzo della Cristiana Moderazione del Teatro intorno a gli Spettatori delle Commedie poco modeste: ne capitò una copia alle m
ingegno, e effetto del suo zelo verso le anime de’ curiosi Spettatori delle Sceniche Rappresentazioni: ho ammirato la sodezza
si Spettatori delle Sceniche Rappresentazioni: ho ammirato la sodezza delle ragioni, e la forza degli argomenti in esso conte
i ella prova il pericolo, che corrono quelli, che si fanno Spettatori delle Teatrali oscenità: e se le ho da confessare il ve
peccati veniali, che si commettono nel godere il vanissimo passatempo delle Commedie poco modeste, sarebbe non piccolo frutto
eziandio veniali commessi nel Teatro osceno col vanissimo passatempo delle oscene Commedie? Deh servano le pene altrui per l
arum. » Il carattere della vita Apostolica è l’aver sete della salute delle anime. E tal sete si può anche nomare nobilissimo
ecessaria la diligenza per molte altre, e molto buone ragioni; alcune delle quali accenno in breve. Prima, perché non mancano
no lo scudo, e impugnano lo stocco a favore de’ Commedianti osceni, e delle loro Commedie: gli altri vizi, e le persone vizio
ardente zelo riprensivo. Seconda, perché questo peccato de’ Comici, e delle Commedie , fatto con oscenità, è pubblico, è trop
re Recitamento del Pastor fiido, per rappresentarlo dopo la Solennità delle feste Pasquali. Predicava nel Duomo un zelante, e
i molti mal’affetti restano liberati da lunghe infermità, per cagione delle quali seguiterebbero a spendere largamente, pagan
ici credo poter rispondere, che essi hanno fatto più volte esperienza delle inutili misture, che in vece di medicamenti ottim
ofessano di essere tutti ardenti con la celeste fiamma del santo zelo delle anime, e poi s’impiegano con molta fatica in comp
te, i medici non curassero di medicare, per attendere ad altro. Peste delle anime sono le Commedie oscene: e però con ragione
tri Scrittori trattano, non contro le Commedie, ma contro le oscenità delle Commedie; perchè queste sono fonti originari d’’i
da chi ha punto di vero Zelo dell’onor di Dio, e del bene spirituale delle anime, né ciò si giudica da veruno per opera ingi
scino le oscenità; fatichino virtuosamente; che riceveranno il premio delle virtuose fatiche senza veruna riprensione, anzi c
molti Giovani si ritirassero dalle mercenarie Commedie con gran bene delle anime loro, e con non piccolo danno de’ Commedian
questo. Mostrare pubblicamente, che S. Tommaso e i Teologi parlavano delle Commedie moderate, alle quali è lecito l’andare n
i parlavano delle Commedie moderate, alle quali è lecito l’andare non delle oscene, alle quali non si va lecitamente, parland
al bene, e alle Virtù con il diletto della viva voce, e con il gusto delle graziose apparenze; imperoché non tutti odono, e
discorsi di lascivo amore pubblicamente rappresentati, e la comparsa delle Donne innamorate e altre impurità di questa fatta
ioni di Vizi; non insegnamenti di Virtù. Fanno moltiplicare i peccati delle Meretrici, e con le Meretrici; però che, quando s
i suoi peccati. So, che Beltramecap. 40. scrive. Per gli avvenimenti delle Commedie, quanti hanno imparato a governar le lor
ivono tanto contro questa? Nel Mondo si praticano molte Professioni, delle quali seguono mille, e mille peccati: e pure cont
stume degli scostumati,l’Idra, la Chimera, l’Arpia, insomma il veleno delle anime: o garbato. Io non biasimo, che si seguano
ima comprensione, né tutti professano la medesima vita: molti gustano delle vita claustrale, e ritirata; ma moltissimi anche
giovamento in mala parte. Ma io dico, che quando nella Commedia sono delle Oscenità, e compariscono le Donne a ragionar lasc
mala intenzione di chi odia le Commedie; e perché resista all’assedio delle vere ragioni  ; atteso che gli accidenti, che occ
per farsi adorare da chi poi gli fiaccò le corna. E perché le stanze delle Commedie hanno da esser sue? Un nobile Teatro non
arra un caso, ove spiega, che un Superiore spirituale non s’intendeva delle destrezze di mano, che usano i Giuocalatori: e tu
stire con varie gentilezze il povero Asino; il quale obbediva a cenni delle Streghe; perché non aveva perso l’intelletto, né
essò, che la cagione della sua infelicità era stata la sfacciataggine delle bestemmie sue; per le quali, « clementer cruciatu
dobbiamo restare spaventati, e risoluti di ritirarsi dagli Spettacoli delle oscene Rappresentazioni  : e io cotal giudizio st
, chi volesse sapere novelle dell’altro Mondo, si trovasse nel giorno delle Calende di Maggio sul ponte della Carraia o lì d’
ere. Voglio raccontare un’altra morte subitanea di un gran Protettore delle Commedie disoneste, avanti la quale avvenne quest
ento al Popolo, vi aggiunse, che la prossima Domenica avrebbe parlato delle Commedie; già che alcuni s’erano offesi per quel
, e vituperate: e io, secondo l’obbligo mio, ne ragionerò a beneficio delle anime e a gloria del comun Signore, senza pensier
de’ Santi Sacramenti. E la morte di quel Personaggio fu la sepoltura delle oscene Commedie; perché furono lasciate in tutto,
dii, per levare in tutto dalla Cristianità questo morbo pestilenziale delle oscene Rappresentazioni. E se non confidassi nell
uno preso dalle oscenità de’ Libri impuri, e l’altro dal Recitamento delle Congregazioni: E perché la loro Risposta, e Dichi
resso i Romanit. 5. l. 2. de Civit. c. 14. erano proibiti dalla Legge delle 12. tavole i Poeti Compositori delle Favole offen
. 14. erano proibiti dalla Legge delle 12. tavole i Poeti Compositori delle Favole offensive della fama de’ Cittadini. « Poet
o, anzi lacerano, e distruggono la bontà de’ costumi, e la perfezione delle virtù ne’ Cittadini. E per questa proibizione fat
us 2. par. t. 5. c. 1. §. 8. » Cioè peccano mortalmente i Compositori delle Commedie disoneste, perché sono cagione di rovina
nde meritamente S. Antonino dice che peccano gravemente i Compositori delle Canzoni disoneste, e piene d’impurità. Se bene fo
i Questioni se fossero lette spesso, e rilette da moderni Compositori delle Commedie oscene, e de’ Libri impuri, credo, che s
giustissima querela di S. Cipriano contro i Compositoril. 2. cap. 2. delle oscene Tragedie; la quale si può anche usare cont
ne Tragedie; la quale si può anche usare contro gli Scrittori moderni delle oscene Commedie, e altre drammatiche, e impure Co
nale di presentar il memoriale, e accompagnarlo con la molta caldezza delle sue preghiere: e così licenziò il Signor Guarini
te da questa vanissima vanità, tanto protetta dagli sciocchi idolatri delle Commedie, mi crepa il cuore; e non trovando propo
ol fuoco o che lasciasse la carica episcopale, e l’ufficio di Pastore delle anime; quasi accennando, che non può essere buon
nostri Poeti, e altri Compositori disonesti per molte ragioni, alcune delle quali spiega Baldesano dicendo. Licenziosamente s
, altrimenti prodi, e generosi, adulterando in quella guisa la verità delle storie, ottenebrando le prodezze, e fatti d’onora
seppellendo i loro gloriosi nomi, degni dell’eternità, sotto le tombe delle loro finzioni, non poetiche, ma diaboliche, trasf
lacrime da chiunque ha scintilla di zelo dell’onor di Dio e di salute delle anime, le quali con simili Libri miserabilmente r
lto, quasi fiori, le seguente considerazioni. Egli stima, che il male delle impure Poesie, e de’ Poeti poco modesti, sia tant
e, con le quali i Compositori osceni si difendono in più maniere: una delle quali fondano sopra l’imitazione degli antichi Po
latoneDial. 2. de Rep. non approvò il racconto degli amori de’ Dei, e delle discordie loro; e insegnò, che Omero in quella pa
toso nell’arte sua: che dovremmo noi giudicare de’ Compositori osceni delle favole Amatorie, e disoneste? « Si hoc, quantulum
sono le Composizioni e i Libri poco modesti. Questa è la seconda cosa delle quattro proposte, e della quale discorrono molti
ibri osceni possano paragonarsi alle ghiande degli, animali immondi e delle quali quel prodigo figliolo bramava empire lo sto
Libri sporchi, quanto liberamente vadano per le mani de’ Giovanetti, delle fanciulle, delle matrone, que’ scellerati Maestri
uanto liberamente vadano per le mani de’ Giovanetti, delle fanciulle, delle matrone, que’ scellerati Maestri d’impudicizia, n
o di malizia; lambicco d’iniquità; esca di Lucifero, con cui fa preda delle anime; vivanda in apparenza saporita, ma in sosta
irito, insteriscono l’affetto; perché scemano l’amore, e il desiderio delle cose di Dio, e della salute. Onde chi bene avvert
l che è peggio, tal’ora si sentirà avversione, e nausea all’esercizio delle virtù alla penitenza, all’udirla parola di Dio, e
to più soavemente, e occultamente. Equivale il detto intorno ai canto delle Sirene. « Nes dolor ullus erat: mortem dabat ipsa
ne, il trattenimento, e passatempo della maggior parte degli uomini e delle Donne e de’ ricchi, e de’ poveri, e degli artigia
non è, se poi tal’ora avviene, che per qualche eccesso, de’ figli, o delle figlie, molte famiglie restino appresso il mondo
izioni disoneste contro la pudicizia della gioventù, e contro l’onore delle famiglie. Di questi cattivi effetti discorre Ange
i Epici, i quali male accompagnano i licenziosi amori con la ferocità delle armi se non Giganti sproporzionatamente miniati f
osceni, e li fa volare a distruggere, e a consumare i modesti costumi delle famiglie, e delle Città. « Ecce volumum volant, a
lare a distruggere, e a consumare i modesti costumi delle famiglie, e delle Città. « Ecce volumum volant, avvisa Zaccaria, hi
una sua Opera della Materna cura,che la B. Vergine tiene de’ soggetti delle Compagnia Gesù, riferisce, che ad una divora pers
sapientibus. »Sulp. Dial. 2. §. 3. Nota decima. Intorno alla lezione delle Composizioni oscene, e Libri disonesti. I Composi
iberal. Artibus. In Bibl p. 1. e 25. p f. 107. C.. Il Possevino disse delle Opere di Virgilio. « Ec quid hæc omnia solidarum
acque stimilum ad pietatem addere cuiquam possunt? » E noi che diremo delle Composizioni, e Libri disonesti? Certo che non so
iciosi insegnamenti per li peccati, per li vizi e per l’ultima rovina delle anime, e della dannazione. Angelo Grossi avvisa p
ili Libri, dilettandoti sensualmentenell’Ant. Par. 4. c. 3. pag. 319. delle cose brutte in essi contenute, tu commetti peccat
icazione di segnalate imprese, la magnificenza de’ Tempi, la bellezza delle Statue, l’antichità della Superstizione, e cose s
izi di que’ falsi, e antichi Dei, e le loro disonestà, con la memoria delle quali « Christis sanctimonie bellum crudelissimu
non solo vano, ma venereo, il quale suole risultare dall’apprensione delle cose disoneste. O quanto temo, che siano molti qu
raziose, e che sono materia di molto piacere; anzi vi leggiamo ancora delle cose buone: le gioie sono gioie, benché si trovin
ano l’occhio a vagheggiarli, ancorché abbiano intorno dell’erbacce, e delle spine. Rispondo prima con S. Girolamo; il quale d
asserire che ne’ Libri osceni tra le cose cattive se ne trovano anche delle buone: lo afferisce anche Gio. Francesco Pico Mir
vili » : e facesse ne’ Libri, come in un fiorito campo fanno le Api, delle quali scrive per acconcio nostro il gran Basilio.
tamente, e senza pericolo la necessaria astrazione; e mi diletto solo delle belle parole, delle nobili, e gentili forme di sp
icolo la necessaria astrazione; e mi diletto solo delle belle parole, delle nobili, e gentili forme di spiegare un concetto.
a è, che l’intelletto nostro faccia tal’astrazione, godendo solamente delle cognizione delle belle parole; e in tanto l’appet
etto nostro faccia tal’astrazione, godendo solamente delle cognizione delle belle parole; e in tanto l’appetito, e la volontà
o formare, e arricchire le loro modeste Composizioni, ricevono il più delle volte grave danno alla purità, e volendo coglier
ò solo i cattivi, come nota, Massimo Tirio: anzi egli, nel Dialogo 2. delle Leggi mostra, che i Legislatoriapud Possevin. Pag
ti dalla poetica dolcezza si accomodino più facilmente all’obbedienza delle Leggi. Onde in Candia fu antico il costume d’inse
amente anche da Strabone, il quale avvisa, che fu già antico istituto delle Città, e de’ Legislatori l’usar le Favole de’ Poe
è la Renunzia fatta nel battesimo al Demonio, e alle sue vanità, una delle quali, e molto perniciosa, è la Lezione impudica.
portò vittoria contro i Romani con la morte di Crasso, e con la rotta delle sue schiere; e dovendo trionfare, stimò non picco
ani ricevé la famosa Rotta Navale: e niun ve n’ho trovato, che tratti delle vanità lascive, e delle pazzie dell’impudico amor
ta Navale: e niun ve n’ho trovato, che tratti delle vanità lascive, e delle pazzie dell’impudico amore: e pure la Nazione Tur
eligioso della Compagnia di Gesù, scrive il P. Giacomo Fuligatti, che delle Opere composte da lui nell’età secolare una sola
ompassione gli fermò la mano, ricordandogli la lunghezza, e freddezza delle notti, vegliate nello spazio di sette anni spesi
te nello spazio di sette anni spesi in tal Componimento; la grandezza delle fatiche tollerare a forza d’ingegno; la sostanza
e, né leggere, né permettere si devono,vietati strettamente ne’ Libri delle Leggi, e della Repubblica di Platone, e dagli Imp
porta di questo una gravissima cagione: perché tali Poeti col diletto delle vane Favole eccitano la mente a libidinosi incent
nardo Dias di Luco Vescovo di Calahora da il seguente avviso a Curati delle anime. Perché l’esperienza insegna, e i Savi lo s
Santo Dottore, dice che gli antichi, come buoni zelanti della salute delle anime, e de’ buoni costumi de gli uomini, ordinar
:·e si lasciassero più tosto provocare all’amore disonesto, e lascivo delle Donne. E se il Cristiano, e santo zelo antico si
2. t. 12. ripose, come bel fregio di lode, nelle persone pie la fuga delle parole oscene, « Verborum obscenitatem fugere » :
uto cercare, come l’oro nel loto, la politezza del dire, e la nobiltà delle forme da usarsi scrivendo, o favellando. Rispondo
o di Predicatore e esortò gagliardamente gli Ascoltanti all’esercizio delle vere Virtù; acciocché poi non trovassero perdono
iano poco si vale di tal predica, può egli avere speranza del perdono delle Colpe commesse con la Lezione disonesta? Giudichi
i offuscano, e non riscaldano, quando incontrano l’opposizione oscura delle nuvole. Tengo di più per certo, che supposto l’im
uttamente con macchie d’impurità offuscato. E imbrattato il bel volto delle Scrittore loro? Dresselio domanda ad un Lettore d
egano in aiuto di questo licenzioso , e libero studio, e massimamente delle Muse nell’Accademia del Parnaso molte cose. E pri
bbe pericolo di bere in un vaso d’oro d’eloquenza il mortifero veleno delle turpitudini, e degli errori; perché « Quo magis s
vi è altrove nettare senza feccia, e di sapor tanto più dolce, quanto delle sordidezze del senso sono più gustosi i puri pasc
te si fa passaggio all’Eresia. Il Filosofo nella Politica dice chiaro delle Pitture, scene, e de gli atti impuri, che si proi
et iniquitates falsorum Deorum, et lascivia Poemata? » La cognizione delle cose sacre, e i peccati de’ falsi Dei, e le dison
massimamente con l’autorità di S. Basilio in prova, che indegne sono delle mani de’ Religiosi le Poesie Spagnuole, Italiane,
li, che solo li toccheranno, acciocché non restino impediti gli studi delle sacre lettere, e la purità religiosa non riceva d
il pericolo de’ Libri lascivi, dovrebbero imitar i zelanti Superiori delle Famiglie Religiose, proibendo a’ suoi una Lezione
iovanni di Dio, uomo, di santissima vita, e zelantissimo della salute delle anime; che egli per rimediare al meglio, che pote
i ad altri, porgeva occasione di leggere cose oneste, e pure in luogo delle impure, e disoneste. Nella Biblioteca degli Scrit
este rimedio, dicendo a chi gusta de’ Libri osceni molte cose; alcune delle quali sono queste. Mancano forse Libri vari, in o
Historie, leggi gli Annali del Mondo, e della S. Chiesa: le Cronache delle Religioni, le vite de’ Santi, e Sante; e ivi trov
? Non t’accorgi, che a questo modo ti fai simile alle Bestie immonde, delle quali è propri non gustare d’altro, che di brutte
le passioni, e fomentano la sensualità. Ora si come l’Artefice buono delle vivande conviene, che abbia per fine suo principa
eni per la morte alle anime, ora preparano gli antidoti per la salute delle medesime. Que’ Poeti, che con la Lezione oscena d
tante n’abbruciate. Ove accenderete il rogo per incenerire l’impurità delle Scritture vostre; ivi comporrete il nido alla Fen
della vostra modesta immortalità. 3. Signori contro il pubblico suono delle vostre impudiche, e stampate Composizioni; fate s
aspettino dal Signor Iddio qualche dimostrazione grande in ricompensa delle oneste, e ingegnose fatiche, oltre il premio esse
ella bella Letteratura, esortate i Giovanetti all’onesto rivolgimento delle pure carte, da farsi « diurna, nocturnaque manu »
me, dovrebbero più degli altri diligentemente invigilare i Superiori delle comune Radunanze de’ Giovani, i pubblici Maestri,
esima seconda. Intorno al Recitamento Osceno. Questa è l’ultima cosa delle quattro proposte nel principio della Prima Nota,
é mirare quell’Opere di Poesia, o di Prosa, che saranno con il fetore delle oscenità contaminate, e ammorbate. Ma torniamo a
sta, che vi sia sempre qualche buono esempio, quando vi siano insieme delle oscenità perniciose; perché « bonum ex integra ca
punto intorno al Recitamento osceno; e dico. Quando anche la Lezione delle Commedie oscene scritte, o stampate, e di altre C
licenza, e da lui, e da altri furono proposte, molte Ragioni, alcune delle quali giunsero all’orecchio mio, e sono le seguen
asi risolute di avanzarsi nell’ampiezza de’ campi, e nella profondità delle valli con larga, e profonda inondazione. Cosi avv
le valli con larga, e profonda inondazione. Cosi avvenir suole il più delle volte nella Gioventù governata con troppa rigidez
pericolo di sviarsi con le male Compagnie, e con le cattive radunanze delle veglie: e però è buono rimedi il prevenir quel ma
l’esercizio della Commedia, sono avvezzi a rincasarsi a casa, le sere delle feste, finita la Tornata, e se alcun avvezzo non
nni ma a numerosi Auditori, e Spettatori: tra’ quali se saranno anche delle Donne Spettatrici, e Auditrici, benché modeste o
biasimo alcuno ma lode per sentenza de’ Savi, e de’ zelanti stimatori delle cose; poiché serve di un gentilissimo sorso di fr
dopo lo spazio di un anno intiero si sono ridotti a sesto: l’armonia delle Virtù si sconcerta con facilità; e poi difficilme
vittori del Seminario Romano, gli Alunni d’altri Collegi, e i Giovani delle Congregazioni, o delle Dozine, o d’altri luoghi f
omano, gli Alunni d’altri Collegi, e i Giovani delle Congregazioni, o delle Dozine, o d’altri luoghi fanno spesso qualche mod
nte Virtù a sconfitta dell’esercito de’ peccati, crudelissimi omicidi delle anime comprate dalla morte col sangue del Redento
zionati secondo l’umano intendimento. So, che molto grande è la forza delle Rappresentazioni: in prova di che Beltrame nel su
con quanta probabilità di buono esito si regolerebbe un uomo zelante delle anime, se per convertir peccatori, usasse il mezz
e fomentarli nel bene con altri mezzi spirituali, e non con la vanità delle Commedie; acciocché conoscano vivamente il bisogn
varono maniere di ricreare dolcemente l’animo dopo l’amara tolleranza delle fatiche. E Licurgo, uomo tanto severo, e determin
remissionem ». Eth. c. 14. ?, il gioco, e la quiete, e il cessamento delle fatiche, perché, come disse contro se stesso a S.
equie, e di riposo. E perché la fatica è parte corporale nell’impiego delle cose materiali, e parte spirituale nelle speculaz
libere, e molto più lunghe e molto più spesse, e molto più abbondanti delle cose ricreative, che non hanno i Religiosi. I Con
. Or questi Religiosi ritirati dalle teatrali, e carnevalesche vanità delle Commedie possono essere imitati da’ Giovani Artis
, con lasciar di se fondato sospetto di voler attendere al vano gusto delle Commedie, volessero poi ritornare alla Congregazi
o deve regolarsi; e aggiustarsi con due misure; cioè con l’osservanza delle Regole, e con l’uso antico, e solito della Congre
irituali, con recitare in Scena Commedie anche modeste, hanno patito, delle cascate con rovina delle anime loro. Volle dire s
Scena Commedie anche modeste, hanno patito, delle cascate con rovina delle anime loro. Volle dire secondo me, che la Scena,
ere conveniat (recitando in Teatro) ut petero, explicabo. » Indice delle note contenute nella Censura, e nel Giudizio.
. 9. Alcuni esempi in questa materia. 34. N. 10. Intorno alla Lezione delle Composizioni oscene, e Libri disonesti. 38. N. 11
Romano, gli Alunni d’altri Collegi, e i Giovani della Congregazioni, delle Dozine, o d’altri luoghi fanno spesso qualche mod
2 (1648) Della cristiana moderazione del teatro. Detto la qualità delle Commedie pp. -272
ELLA CHRISTIANA MODERATIONE DEL THEATRO LIBRO PRIMO. Detto la Qualita delle Commedie; Per dichiarare, quale sia la lecita à b
con una cordialissima compunzione. Gli occhi tuoi dissero con la voce delle lacrime il tuo gran duolo: e il cuore per gli occ
use volontario prigioniero della penitenza ; e esse, venduta la somma delle ricchezze, e dato ai poveri il prezzo, si racchiu
l primo Libro, spero, che gli altri seguiranno appresso per beneficio delle Anime, e la gloria del Sig. Iddio : e tutti ci si
dottrina di S. Tommaso ? Pag. 39 Q. 13. Che si deve giudicare delle azioni dei moderni Comici, e Ciarlatani secondo g
g. 67 Capo Secondo. Si porta la dottrina intorno alla comparsa delle vere donne, Comiche ordinarie, in scena, ovvero i
usto degli Spettatori è ragione sufficiente di far onesta la comparsa delle ordinarie Comiche nel pubblico Teatro ? 92 Q.
le Donne, e farle comparire au Teatro ? Pag. 107 Q. 6 Il gusto delle Donne Comiche in far quest’arte è ragione di scus
7 La necessità del guadagno è ragione sufficiente per la comparsa delle comiche ? Pag. 116 Q. 8. In che modo le ord
risposte ad alcune difficoltà, che si fanno per difendere la comparsa delle ordinarie Comiche nel pubblico Teatro. Pag. 175
ndo. Pag. 179 Q. 3. L’uso non basta per giustificar la comparsa delle donne del Teatro ? Pag. 181 Nota. Non tutti
azione di un Matrimonio. Pag. 206 Q. 6. Per la lecita comparsa delle Comiche parlanti d’amore non basta, che si suppon
amorosamente con oscenità ? Pag. 215 Q. 8. Non basta l’esempio delle Comiche introdotte nelle Commedie stampate, che p
g. 226 Q. 11. La tolleranza fin’ora praticata circa la comparsa delle Comiche non è buona ragione per non levarla dal T
8 Q. 12. I Teologi dei Principi non riprenderebbero la comparsa delle Comiche, se non fosse lecita. Pag. 229 Q. 13.
a è obbligato il Confessore del Superiore per rispetto della comparsa delle Comiche nel pubblico Teatro. Pag. 234 Nota 1.
3 Nota 2. Di un Principe, che avvistato della illecita comparsa delle Comiche le levò dal Teatro. Pag. 244 Q. 14.
mparsa di donne in commedia, non basta, per giustificare il comparire delle Comiche mercenarie in banco, o in scena. Pag. 251
o, di far bene, e chiaramente intendere a vostri amorevoli la Qualità delle azioni, e Commedie illecite : impero che il dirit
Capo proporrò parimenteba la dottrina di altri intorno alla comparsa delle Comiche ordinarie, lascive,  e parlanti d’amore i
spergam Teatrum »bm. Cioè. Se voi o Comici osceni sarete perseveranti delle oscenità, io mi servirò di più pungente, e penetr
si governa, chiunque nella gravezza di negozio concernente la salute delle anime, fa ricorso, per ottener buona, e sicura in
ccano moltiplicati raggi, per illuminare tutti noi nel dubbio cammino delle drammatiche oscurità. E S.Tommaso è quello, che n
può consolarsi con piacere soavemente. Noi abbiamo in pronto il fiore delle soavi, e Angeliche dottrine dell’Angelo Scolastic
plessione, così non vogliono tutte lo stesso tenor di vita: uno gusta delle penitenze; e un altro delle armi; quello vuole co
tutte lo stesso tenor di vita: uno gusta delle penitenze; e un altro delle armi; quello vuole consumarsi negli studi; e ques
ttitudine, e prudenza del buon Giudice vuole, che egli oda le ragioni delle parti, bilanci il valore di ciascuna, e poi formi
luppo di questi esercizi ha inteso parlar della schiuma, ho riassunto delle persone vili, e non de’ Comici virtuosi. Anche a
o Scrittore, e dicitore parlar con gran cautela di tutti i professori delle science: e massimamente di quei santi Pastori, ch
, che decretano pubblicamente nelle Sinodali radunanze per giovamento delle anime commesse alla loro dotta, e zelante solleci
dal sollecitissimo Pastore, e Arcivescovo S. Carlo contro gli Attori delle Commedie, non è cosa di gran momento. Egli si rip
oi propri Fratri l’Apostolo de’ Fiorentini, diceva male de’ Comici, e delle Commedie prima che egli sapesse, qual modo tengon
s. Sig. Governatore, e per lo quale S. Carlo fece il Decreto a favore delle Commedie, cole io ho detto nel Quesito Quarto. On
famiglia gran numero di persone virtuose pratiche, zelanti, e dotte, delle quali si serviva continuamente per addottrinare s
pali Sinodi congregati per la riforma de costumi, per lo stabilimento delle virtù, e per altri bisogni delle popolazioni Dioc
orma de costumi, per lo stabilimento delle virtù, e per altri bisogni delle popolazioni Diocesane. Io stimerei me stesso dici
studio, e col consiglio di uomini letterati, i quali nel particolare delle Commedie dovevano aver letto, e molto bene inteso
o, così può esser stato di San Carlo », perché ove manca il confronto delle condizioni premesse, e presupposte nel paragone d
dire i Comici sono Cristiani. Aggiungo di più. Non basta, che faccino delle opere buone e dicano delle sante Orazioni: bisogn
i. Aggiungo di più. Non basta, che faccino delle opere buone e dicano delle sante Orazioni: bisogna, che si astengano da tutt
io, poche sono lecite secondo la dottrina di S. Tommaso per rispetto delle parole mortali di lor natura, le quali corrono pu
rché chi parla, deve credere, che gli Uditori s’indurranno col motivo delle parole sue a commettere peccato di lascivia almen
ire lo scandalo de’ deboli, ovvero degli ignoranti. Che diremo dunque delle parole brutte, benché non mortali di lor natura ?
n il candor di lana. Basta per noi dire con Caietano, che il servirsi delle scandaloso Turpiloquio, benché semplice sia, e so
ali prescrive agli Attori, che abbiano riguardo alle qualità  e grado delle persone, che vi concorrono : vuole, che consideri
di lavoro: ove i Vendemmiatori usavano, e usano anche oggidì, a tempo delle vendemmie, dire con ogni libertà molte brutte ind
oltraggio alla Commedia: poiché essendo ella indirizzata al beneficio delle Città; per far buone le persone cattive, e miglio
o; perché qui si deve parlare rigorosamente, trattandosi del pericolo delle anime: e di due parole brutte si dice con verità,
rimanente con la sua purezzadc. Chi può facilmente fuggire le cagioni delle giuste censure, e non le fugge, giustamente non s
i spirito; perché le ragioni poste nell’ottavo Quesito, e che provano delle parole turpi, vaglionodj ancora per prova de’ fat
ecita l’Azione, e farla oscena. Lo scritto di sopra intorno al numero delle parole turpi può qui servir di buona regola per g
del Teatro, la qual necessità almeno in parte richiedendo la riforma delle parole, e de’ fatti illeciti, bastar si potrebbe
Gambacorta in un Trattato manuscritto, veduto da me in Palermo, dice delle Commedie correnti del suo tempo; in cui scrisse,
esìastic a fare una gagliarda passata contro la licenziona immodestia delle Commedie. Rispose egli dimandando. Sono veramente
no Signore di spirito, e vi andavano controvoglia loro. Or che diremo delle persone poco virtuose ? In oltre, diremo noi, che
revità le due ultime circonstanze, che sono di negozio, e di persona, delle quali dice S. Tommaso, che l’Azione istrionica no
a presunzione temeraria di trattar materia sopravanzante la debolezza delle forze mie. So, che Svetonio nella vita di Nerone
ll’Animaea cristiana. Quesito Decimo terzo Che si deve giudicare delle Azioni de’ moderni Comici, e Ciarlatani secondo g
ottori. Io potrò qui detto modo, acciocchè secondo quello si giudichi delle Azioni teatrali de’ moderni mercenari; Commediant
er giustificar se stesse, e l’uso moderno dell’Arte loro ? I Fiori delle teologiche Dottrine si veggonoec talora trapianta
se dette da S. Tommaso, e con le quali si mostra l’illecita indegnità delle moderne, e ordinarie Rappresentazioni. Giovanni M
li antichi a salutarla, ma anche i moderni ad onorarla con i suffragi delle loro sentenze. Che l’Arte Comica sia lecita, e ch
Actores, et spectatores sint mortiferi criminis rei. » Se gli Attori delle Commedie oscene, e gli Spettatori siano rei di co
vuol dire, che altrove ha mostrato, che gli Attori, e gli Spettatori delle impudiche Commedie sono rei di peccato mortale ;
insegnano, essere rei di peccato mortale gli Attori, e gli spettatori delle Commedie correnti. Onde Beltrame non lo poteva al
à; ancorché Beltrame non se lo persuada. Veniamo alla considerattone delle parole di Henriquez, le quali lanciate da Beltram
s non obbligant sub mortali. » Io qui considero che il Bonacina parla delle Commedie turpi, come provano quelle sue parole « 
ti Dottori Moderrni ve ne sono altri parimente Moderni, per giudicare delle Azioni de’ Moderni Comici ? La moltitudine del
ni, per giudicare delle Azioni de’ Moderni Comici ? La moltitudine delle voci, accordate secondo la buona legge della musi
i allegano per favore della Commedia, e dell’Arte Comica; per ragione delle quali autorità si ode più dolce, e più armonioso
dendant. » E punto di verità patente, che i Compositori, e gli Attori delle Commedie, che contendono cose molto brute, e ecci
diabolici, non che illeciti, per sentenza di Viguerio. Azor parlando delle oscenità Teatrali, dice, che rare volte gli spett
ditori. Io bramo consolare, e dilettare i virtuosi, e zelanti Censori delle Comiche oscenità: e per ciò fare, voglio allegare
voglio allegare altri Dottori, che formino un nuovo Coro, e col canto delle loro sentenze raddoppino l concento dottrinale a
della necessaria moderazione del cristiano Teatro, e a condannazione delle indegnità de’ moderni Comici, e Ciarlatani. Ecco
ani. Ecco il primo personaggio di questo Coro. Piero de Gusman tratta delle moderne, e Comiche RappresentazioniL. dell’onesto
i alle circostanze si deve osservare il tempo, il luogo, e la qualità delle persone: cioè che i detti, e fatto fianco conveni
no. Nota Girolamo Fiorentino nella sua dotta Commediocrisi, parlando delle Commedie disonesteez, licenzione e illecite che l
conclusione. Peccano mortalmente gli Attori, ovvero i Rappresentatori delle cose molto brutte, e delle Commedie le quali cont
mente gli Attori, ovvero i Rappresentatori delle cose molto brutte, e delle Commedie le quali contengono cose, ovvero modi di
ria modestia; ma alla fine l’abito loro osceno si smascherò, e fecero delle sconvenevolezze: onde tosto il zelante vecchio, e
é quelle de’ nostri moderni Commedianti mercenari hanno per ordinario delle oscenità mortali in modo, che il Teologo Brescian
ima di sapere, quali, e quante generalmente siano le oscenità mortali delle Commwdie ? Io per verità dopo molti anni di studi
rni, non sono ancora pienamente determinato intorno a tutte le specie delle mortali oscenità de’ moderni Commedianti; questa
che scrivendo, o parlando, trattano de’ Comici, trascurando i meriti delle Azioni virtuose. E l’Amico mio mi parve; che vole
cordo, detto la Qualità. Si porta la dottrina intorno alla Comparsa delle vere Donne, Comiche ordinarie, in Scena, ovvero i
. Con tutto ciò possiamo dire di tali Donne quello, che alcuni dicono delle Comiche ordinarie appresso Beltrame. « Alcuni vor
de Synodo tr. 2. t. 9. Il Diavolo propone gli spettacoli massimamente delle Donne, per trappolarfy di nuovo, quelle anime che
menica. 4. di Quaresima. Vuole il Giraldi, e ce lo ricorda Raffaello delle Colombe che il primo, che conducessegc Donne in s
coPag. 18 de Discorsi intorno alle Comedie. al Comico Cecchino scrive delle Donne moderne d’alcune Compagnie di Commedianti c
atico del mondo. Ma io non credo tanto di tutte; che forse ve ne sono delle buone in realtà: ma dico, che una Comica di profe
, domanda all’Auditore suo. (e io dichiaro all’Auditore, e Spettatore delle Comiche moderne) « Dic ergo, quando a tanta fonic
conseguenza l’anno 1639, l’approvò giudicandola verissima. Raffaello delle Colombe, dice. « Se al Buffone si aggiungono per
di loro le donne per altro impudicissime, i gesti, le parole, i canti delle stesse basterebbero per infettare il mondoC. 15.
forbita spada, e di forte mazza, e questa mostrano contro la comparsa delle Comiche ordinarie, che ragionano d’amor in banco,
11. infami, cose lascive, e amorose, sono la rovina, e la distruzione delle Repubbliche. Chi vuol presumere di essere sicuro
ormano gli uomini in bestie. Francesco Arias condanna questa comparsa delle Comiche con la ragione fondata sulla dottrina di
C. 25.; quale di sopra ho portata. E dice così. I movimenti, e gesti delle moderne Comiche tutti spirano disonestà; e però c
come testimonianogo gli esempi, che di ciò vengono ogni dì. Raffaello delle Colombe si serve della stessa dottrina di S. Paol
enturata si è la loro condizione; poiché i moderni Dottori, trattando delle moderne Comiche, trattano per ordinario con dottr
ispondo, che di sua natura è peccato mortale; e gli spettatori il più delle voltegr si fanno rei di colpa grave e mortale. Tu
tà, è libera, e le libertà , serve d’invito ai visitatori: gli uomini delle Compagnia vedono le donne quotidianamente vestirs
issimo; e per conseguenza inferire: dunque la condotta, e la comparsa delle Comiche ordinarie in banco, o in scena, è un semi
me le parole scritte da lui nel c. 34. Poco male possono far le Donne delle scene coi loro discorsi: io dubiterei i più d’un
discorsi si facessero mai nelle scene. Ed io rispondo, che i discorsi delle Comiche in scena non sono vivande senza questi in
’Arcivescoval giurisdizione, mi dichiarò lo stessogv anno il concetto delle donne, che salgono in banco, dicendo. Veramente s
le pretendono difendere le Azioni loro, e tutte le parti di esse, una delle quali si è la femminile comparsa in Teatro: e dic
o, professore di modestia; perché giudica lecita la pubblica comparsa delle Donne in scena, massimamente ottenuta la licenza
mai si lasciò piegare a dar licenza « in scriptis » secondo il solito delle altre volte: e pure se non fosse stato di soddisf
come: possono chiarirsi della verità intorno al punto, della comparsa delle Donne parlanti d’amore al pubblico Auditorio, abb
do. Nemmeno diranno. E perché non proibiscono i Superiori la comparsa delle DonneDe prudenza Confess. C. 4. sect. 1. n. 8. pa
sto degli Spettatori è ragione sufficiente per far onesta la Comparsa delle ordinarie Comiche nel pubblico Teatro ? Possia
disse chiaro. I popoli così vogliono. Quando noi arriviamo alle porte delle Città, subito sentiamo da molti quella inchiesta.
nulla. Perché ? oh i popoli vogliono la comparsa, e la vita e la voce delle vere Donne. Là corre il mondo: là vanno i popoli
iono loro, se non sono grasse, e però i Commedianti usano la comparsa delle Donne, e intrecciano gli innamoramenti, e altre o
molto leggono, e sfiorano i libri; molti di loro traducono i discorsi delle lingue straniere, e se ne adornano; molti inventa
quale non sa dar gusto, ne dilettare, ne far ridere senza la comparsa delle Donne. Io mi ricordo di un galantuomo che solo sa
a rovinar la sua coscienza, quella dei suoi Auditori, con la comparsa delle Comiche. Sa egli, che, se vuole, può imitar tanti
i quello, che era l’oggetto bramato dalle loro volontà: impresa certo delle meno ardite; e vanto di riuscita difficile, e non
il popolo al concorso; per guadagnare e per mantenersi con lo sforzo delle sceniche fatiche, e con lo spaccio di quei segret
na allettare; e l’efficace allettamento vien cagionato dalla comparsa delle donne; io devo mantenere dodici compagni: senza q
ssità di numeroso circolo, e buon concorso, per far il solito spaccio delle palotte, e per guadagnar con la vendita delle mer
r far il solito spaccio delle palotte, e per guadagnar con la vendita delle mercanzie i soldi necessari al proprio sostentame
e poi trema il cuore cioè che per cagione degli illeciti allettamenti delle Donne, che compaionohs vanamente ornate, si danna
tri cuori ogni brama di femminile allettamento, e d’illecita comparsa delle Donne ? Chi ode il rimbombo del tuono, tema il co
annato si trova, chi troppo ardentemente brama conseguir qualche fine delle sue brame: e l’effetto veemente fa spesso travede
ono cinquanta anni, che si costumano le Donne in scena. Ed egli parla delle vere Donne, e non degli Istrioni, che rappresenti
, e timorati di dio, sono Commedie: eppure le fanno senza la comparsa delle vere Donne. Di più si noti, che i Comici Santi fa
ane trattavano mai sempre di penitenze, e mortificazioni, di dolcezze delle anime giuste, e di gioie di Paradiso: dunque senz
de Gusmandis. 6. §. 10., e vedrà, come egli giudiziosamente discorre delle buone, e lecite Rappresentazioni. Ecco dunque, ch
si lamentò dicendo. Io pretendo maritare le mie Figliuole con la dote delle loro belle virtù; che però le fo comparire pubbli
Spettatori deboli di Virtù. Era buono lo zelo: era buona la custodia delle Figliuole: ma la loro pubblica comparsa era catti
to Matrimonio. Io rispondo a questi Comici, e Ciarlatani, condottieri delle Mogli, che con ragione alla Donna per la sua debo
nvito a comprar la castità della Moglie. Aggiungo che questa condotta delle Mogli Comiche, e avvezze agli esercizi delle scen
ungo che questa condotta delle Mogli Comiche, e avvezze agli esercizi delle scene, o del banco, è molto pericolosa per la fem
no onesti pensieri. Al parere di Beltrame forse aggiungerà un pratico delle mondane iniquità, dicendo. Si io, che quando pers
oni. Voglio raccontare un altro caso, che ci mostra la poca sicurezza delle Comiche, o siano Mogli, ovvero Figliuole. A nostr
enza di Padre, e di Marito non è sempre valevole scudo per la castità delle Donne contro le saette degli importuni Amatori. D
navigazione: non poté goder di colei, come bramava. Giunse la fineif delle Commedie: e partirono i Comici, per andare ad un’
e Commedie dentro gli stanzoni dei palazzi, ma ora le faccio in mezzo delle piazze; perché così meglio conservo l’onestà dell
tocchi, o con altre maniere sconce, e disoneste inquietano la castità delle modeste Comiche. La risoluzione di questo galantu
le sovrastasse il pericolo della morte, dell’infamia, o della perdita delle sostanze sue, e dei suoi beni. Nelle quali disavv
anno nel giorno spaventoso del Giudizio. Quesito Sesto Il gusto delle Donne Comiche in far quest’arte è ragion di senso
a comparsa ? L’Appetito di onore è antico, e quasi ereditato morbo delle Donne. Eva fu piegata alla trasgressione del gran
to di onore così fatto, e ottenuto con questo mezzo, disonora l’anima delle Comiche con il vituperio dello scandalo peccamino
nel banco, o nella scena per le ragioni proposte, e esposte alla luce delle quali non aggiungo altro lume; perché non fa di m
imo La necessità del guadagno, è ragion sufficiente per la comparsa delle Comiche ? « Patrimonium paperis est sanitas »,
o dei Comici, e dei Ciarlatani suole essere la sanità, e la mercanzia delle favole teatrali, o lo spaccio di alcuni segreti m
proceduto con questo artificio concertato con altri Religiosi nemici delle oscenità teatrali, ma a me non piace accordo di t
indegni e un mezzo di tal fonte, e affatto illecito, si è da comparsa delle donne parlanti d’amore nelle pubbliche scene; per
gusto. Buon guadagno poi si fanno i comici fuor della scena per mezzo delle Comiche in più modi. Prima per i regali di vitto,
virtuosi restano ingannati; e non possono mantener illesa la castità delle loro Donne. Questa verità ho io provata di sopra
verunoiq gettar dopo il dosso la reputazione, ne vendere la pudicizia delle comiche loro. Ma che ? La buona volontà fu debole
casa ? Le Comiche poco pudiche mi paiono ambidestre; sono nemiche delle anime, e combattrici con duplicato fuoco; voglio
occorse. Io avevo predicato, disse egli a me, la Quaresima nel Duomo delle città N. e ivi poi rimasi ancora a predicare l’Es
anti Religiosi impedivano con pubbliche prediche la pubblica comparsa delle donne in Teatro, disse esclamando. O quanto bene
licenziosa vi vanno spesso, e volentieri: né si curano molto, o poco delle private, o pubbliche ammonizioni, che fanno gli z
tra loro siano fino alle loro Donne in comune: onde noi potremo dire delle tristi Mogli dei Commedianti, quello, che scrive
dere, che non manchino altri guadagni fatti dai Commedianti per mezzo delle Comiche loro: ma li tralascio; e bastano per ora
Principi con pubblicare un bando, che non si vada alla conversazione delle Comiche nei loro alberghi. Così costumò di fare T
e sia stata invenzione, suggestione del diavolo l’introduzione Comica delle Donne in Azioni Teatrali. Che se tanti dottori ha
mente, e accenniamo, quanti, e quali sono i modi, con che la comparsa delle ordinarie comiche nuoce alle anime dei Teatrali S
e deboli nella virtù ? Come on darà gravissima sconfitta all’esercito delle cristiane perfezioni ? Come non accrescer à le vi
iosi; e disse loro. Figliuoli diletti ponderate bene, quanto la vista delle Donne sia pericolosa: poiché questo Giovanetto, c
idere. Tale dovrebbe essere la risoluzione del vero amatore di Dio, e delle Virtù, cioè più prestojg, che ridursi, non dico a
oè più prestojg, che ridursi, non dico ad adorare le statue carognose delle creature; come fanno molti insensati, ma solo a r
ice trattenimento. Quindi con varie scuse gli impudichi vagheggiatori delle femminili bellezze tentano di giustificare da gra
l P. Placido Giunta della medesima Compagnia con tanto copioso frutto delle anime, che con ragione fu chiamata da un Servo di
facilmente cadrà nel peccato. Silvestro discorrendo secondo il rigore delle scuole, scrive intorno al giudizio di chi tiene,
dicizia della mente, deve custodire gli occhi dagli sguardi impudichi delle Donne. Cristo disse: « Quid viderit mulierem ad c
rnito di molta cautela nel custodire gli occhi dal mirare la bellezza delle Donne. « Si quem habetisOrat.prol. manil. , disse
olti belletti, per comparire almeno meno brutta, massimamente al lume delle torce, o da lontano; e comparendo per dilettare,
Spettatori poco virtuosi. E a tutto questo male, e grave nocumentojq delle anime concorre l’ordinaria Comica col primo modo,
1639. un Giovane molto savio, e pratico del mondo, ragionando con me delle molte, e gravi miserie cagionate dai moderni Comi
ei viandanti, degli agricoltori, dei vignaiuoli, dei marinai, e anche delle donne tessitrici, e poi riferisce. « Quoniam ergo
pernice dall’uccellatore gli diventa esca e allettamento per prendere delle altre con la voce di quella. « Que primum capta f
ce di lascivo canto, e che l’impudica, e ardita Comica sarà bersaglio delle sante punitrici di Dio. A lei; anzi a tutte le Co
moderi le voce, modera parimente la volontà. Tu consrvi la consonanza delle voci; conserva di più la concordia dei costumi, p
talento nel cnataare: ma cantava laidezze, e oscenità, con la lordura delle quali macchiava gli animi dei casti Giovanetti, e
on la lordura delle quali macchiava gli animi dei casti Giovanetti, e delle pudiche Fanciulle. Una sera lo videka il Padrone
antilenis, quas impudice sepins cantasti. » Ricevi questo per mercede delle canzoni impudiche, da te spesse volte cantate per
n il Sacramento della PenitenzaSpe. d. 9. 52.. Felice fu questo tocco delle divina mano, che con medicinal percossa ferì talm
nel sacro luogo. Io posso fare l’Epifonema a questo caso, per utilità delle Comiche Ballatrice nel pubblico Teatro, e posso d
ve la libertà del salto femmnile si aggiunge per compagnia all’ultimo delle delizie: che dite voi a questo mio dire o Sante D
altatrice nel fine della Commedia fatta dai Comici, o dopo lo spaccio delle mercanzie vendute dai Ciarlatani. Eppure non manc
più bene spesso vestire da uomo esercitano il salto Gaditano nel fine delle Commedia, « etiam Gaditanam saltationem in fine C
e per scoprire i tesori dele sue grazie, e per ballenare con i lampi delle sue bellezze: insomma per comparire, e comparendo
atori poco virtuosi. Deh imparino per tempo per loro prokj ad esempio delle miserie altrui a fuggire le miserie: in modo che
a, per accrescere il diletto degli Spettatori, usa, oltre l’artificio delle parole, la destrezza di quel salto, che si può ch
, vel odiosa verba. » Voglio aggiungere qui all’autorità di Raffaello delle Colombe: già che egli cita Silvestro. E lo interp
tiam. »In. 2. 2. q. 169. c. 4. Cioè. Questo precetto intorno all’uso delle vesti è precetto giudicale, ovvero cerimoniale, e
esso Dio, detta col lume di ragione alla Donna, che non usi le vesti, delle quali si veste l’uomo. Questo ancora accenna S. A
ioso. Apre il ricco teatro della sua sfera; espone il colorito tesoro delle sue piume; tira seco il mobile giardino dei suoi
corruttibili; si veste, si ricopre, e si ammantacon le preziose gemme delle sue occhiute stelle, onde sembra un coronato Sole
ovamente formato, s’imbevera facilmente con il liquore, e con l’odore delle dottrine, che si derivano dalla fonte maestrale.
risposte ad alcune Difficoltà, che si fanno per difendere la Comparsa delle Ordinarie Comiche nel pubblico Teatro. Chi è s
fficile darle buone, chiare, e di soddisfazione a chi vuole appagarsi delle verità. Che se le mie, che sono per di qui, non s
é non vi è ragione sufficiente per tollerare, e permetterela comparsa delle comiche parlanti d’amore in presenza dei poco vir
te Giostratore nella Drammatica arringa, impugna la lancia per difesa delle sue Comiche Dame, e dice nel c. 34. I discorsi de
ancia per difesa delle sue Comiche Dame, e dice nel c. 34. I discorsi delle Comiche non sono, come tal uno si crede, tanto la
a è del fragile, e non di chi resiste. Poco male possono far le Donne delle scene, con i loro discorsi: io dubiterei più di u
emente il Beltrame con il suo dire: ma io non resto appagato in tutto delle sue prove: il benigno Lettore sia giusto Giudice:
Città. E le stampe lo pubblicano a tutto il cristianesimo; lo studio delle Comiche, e i concetti loro anche nobilissimi poch
mmondezze, e quanto stomacose dicono, a fanno i Buffoni per occasione delle Donne in scena ? E con quanti puzzolenti fioretti
nette, e assai virtuose. Ora che occorse ? Tratto tratto al comparire delle Padrone in scena si sentivano certi sdegnosi mott
merita biasimo, e correzione. E così la comparsa in banco, o in scena delle Donna ornata per allettare, dilettare, e rapprese
ale. Quesito Terzo L’uso non basta per giustificare la Comparsa delle Donne nel Teatro ? Ecco la terza difficoltà fo
rmitori portano, ma dalla vaghezza dell’Arte. Così i discorsi amorosi delle Comiche, sapendo ognuno, che sono finti, non vi c
questi indizi, e queste ragioni non mancano, per poter dare giudizio delle Comiche, e di loro discorsi amorosi, e per giudic
iano in sé l’affetto di libidine; onde poi altrove con la rimembranza delle cose finte viste, e udite, si impegnano di compie
ne, e dall’esperienza imperrochèld chi non sa, che moltissimi Uditori delle Commedie amorose, sono quasi incapaci si speculat
etto di quel favoloso miele. Beltrame scrive. Quantunque l’intenzioni delle Opere drammatiche siano tutte più all’utilità. Ch
etto mordace. Beltrame scrive, che uscendo egli talvolta con la folla delle persone dal Teatro, ha ineso molte volte dire. O
io dilettarmi solamente della cognizione del comico artificio, e non delle cose oscene rappresentate dai Commedianti, e dall
omiche loro ? Siccome nel leggere un libro disonesto posso dilettarmi delle belle parole, delle forme nobili, e leggiadre, e
e nel leggere un libro disonesto posso dilettarmi delle belle parole, delle forme nobili, e leggiadre, e della graziosa, e fi
possa fare tale astrazione, si che si goda solamente della cognizione delle cose in tali libri contenute; e frattanto la volo
deri, che la risposta di questo Teologo è veramente indiretta al caso delle Commedie: però è molto efficace; perché se quella
li dice, che così moltissimi sono convinti di acconsentire al diletto delle cose turpi sotto pretesto di artificioso verso, o
i. L’onorato Comico Cecchino scrive, che nelle scene sebbene in luogo delle Donne potevano capir Giovanetti; tuttavia fu conc
adini in qualche tempo dell’anno per qualche onesta ricreazione fanno delle Rappresentazioni, nelle quali comaiono alle volte
ome da seminario d’iniquità, dalla condotta, comparsa, e consuetudine delle Comiche ordinarie. Dunque la proposta difficoltà
di moderazione comica dovrebbero i Comici Cristiani siffar lo sguardo delle menti loro, per colpire saettando, come valenti A
le menti loro, per colpire saettando, come valenti Arceri, nel bianco delle loro Rappresentazioni. Ma sentiamo ciò, che lo st
rive gravemente, e diffusamente contro coloro, che si adornano a modo delle Donne: io qui noto solo alcuni suoi detti più bre
hanno da conservare i loro occhi non solamente dallavista disordinata delle Donne; ma anche dal guardar liberamente la bellez
n rende buona l’oparazione ? Sì per verità: dunque i trattati amorosi delle Commedie non sono cattivi: perché hanno un buon f
on dal fine sotto ragione precisa di fine; perché questo è estrinseco delle azioni: ma dagli oggetti loro, da quali ricevono
e del matrimonio, per rendere lecite, e buone le azioni dei Comici, e delle Comiche, che rappresentano pubblicamente persone
quell’antico, con le simulate iniquità inservisconoly alle operazioni delle vere ? E mentre con brutte finzioni allettano, an
una sola Femmina rimarresti ingannato, e non inganneresti le migliaia delle persone. Orsù o comico diventa vero Lenone: e tu
ste nella materia: la quale è disonesta per l’uso degli atti turpi, o delle parole brutte: ovvero è divina, quando si pongono
estia. Il S. Sacramento del Matrimonio non è una cosa della Chiesa, e delle Fede ? Si. Voi fingendo, e scherzando in scena, n
e disse una volta in Messina: un Professore di Teologia, questa è una delle più principali obiezioni intorno a questo oggetto
le tanto affettuose, e ardenti, che accenderebbero un cuore nel mezzo delle nevi: e poi dicono, e professano di onestare il t
cercare Moglie a loro capriccio contro la volontà dei Padri, l’ordine delle Leggi. Queste Comiche rappresentando il trattato
andalo. Ma diciamo anche di più, che il fine principale dei Comici, e delle Comiche non è per verità il concludere un Matrimo
cerat. » Menandro fu quel temerario, che fece svolazzare i neri Corvi delle oscenità tra i candidi Cigni delle modeste scene;
, che fece svolazzare i neri Corvi delle oscenità tra i candidi Cigni delle modeste scene; quindi la sua fama, per altro onor
eterna gloria in Paradiso. Quesito Terzo Per la lecita comparsa delle Comiche parlanti d’amore non basta, che si suppon
non proponga a me stesso qualche volta certe difficoltà, la risposta delle quali vorrei piùttosto sentir dalla sapienza altr
esto Quesito.e come posso io deputati dai sacri Tribunali dei Pastori delle anime, e degli Inquisitori ? Mi dichiaro meglio c
ontefice allora Regnnte. E taleOperetta riceve per lecita la comparsa delle Comiche parlanti d’amore: né mai è stata proibita
no in più luoghi. I quanto poi dire, ovvero supporre, che la comparsa delle Comiche, palranti lascivamente d’amore in scena,
o è stata giudicata improbabile in un altro. E così io della comparsa delle comiche parlanti d’amore nel pubblico Teatro; sti
iniur. Et damn. » Io dico, che la Comica si adorna secondo la qualità delle Donna rappresentata; ed ella ha il iusmh a tale o
. »Or. ad Vir. Io mi copro di confusione chiamando le inique oscenità delle moderne, e mercenarie Rappresentazioni. Dico 5. S
medesimi hanno sperimentato. Quesito Ottavo Non basta l’esempio delle Comiche introdotte nella Commedia Comparsa, per i
nte Quesito. Se nelle Azioni Teatrali stampate si concede la comparsa delle donne; perché non si concederà ancora nel recitam
vedono iscire quelle Commedie reemk, che altre volte erano l’insegna delle Librerie, e assiduamente dei Librai. E con tutto
ttore scrisse quell’ammonizione, perché si persuadeva, che la lettura delle Comiche oscenità è un’arsura della giovanile puri
la sufficiente ragione; come invero manca per onestareml la Comparsa delle ordinarie Comiche, parlanti d’amore lascivamente
irebbe negli spettatori deboli di virtù. Così dico io nel nostro caso delle Commedie stampate, e delle recitate con la femmin
oli di virtù. Così dico io nel nostro caso delle Commedie stampate, e delle recitate con la femminile oscenità d’amoroso, e l
fu maestro irreprensibile, lontano da ogni errore. Alcuni per difesa delle mercenarie Comiche muovono una difficoltà, che ch
onico si potesse giustificare dalla mortale oscenità gl’innamoramenti delle Comiche rappresentanti in scena. Ma egli poi non
tonico, che di lui mi rimetto ai medesimi Platonici; dico, che l’amor delle Comiche, benché fosse Platonico in se, non è leci
ano infiammati con l’amore Platonico, e cadono in mille peccati degni delle fiammanti, ed eterne pene di Platone: insomma que
la sua troppa rigidezza. Beltrame difendeC. 95. la pubblica comparsa delle Comiche nella scena e dice. Lo schivare i pericol
dunque non sono le scene, che fanno il male, ma si bene la rea natura delle persone viziose. Chi non ha altri occhi per veder
ova occasione di moltiplicare i peccati; eppure la dà con la comparsa delle Donne discorrenti lascivamente d’amore. Anche la
Quesito Undicesimo La tolleranza sinora praticata circa la comparsa delle Comiche non è buona ragione per non levarla dal T
So, che alcuni discorrono con tal tenore. Se non è lecita la comparsa delle Donne parlanti d’amore in pubblico Teatro; perché
herei la risposta, che voglio dare al Quesito: e d è. Che la comparsa delle donne non si è levata da tutta la cristianità; pe
omico Cecchino è degno di fede, possiamo credere, che questa comparsa delle vere Donne fu già levatapag. 9. de Discorsi.: poi
da essi ella sarà considerata al bilancio dell’autorità dei Dottori, delle ragioni, e dell’esperienza; perché nessun savio G
to Duodecimo I Teologi dei Principi non riprenderebbero la comparsa delle Comiche, se non fosse lecita ? Qesta difficolt
ad argomentarmi contro di questa guisams. Se non è lecita la comparsa delle Comiche parlanti d’amore, come tanti Signori, e P
anti Signori, e Principi supremi la permettono nella presenza loro, e delle Consorti, e delle Figliuole ancor Fanciulle, e ve
incipi supremi la permettono nella presenza loro, e delle Consorti, e delle Figliuole ancor Fanciulle, e verginelle ? Eppure
ivono sicuri: e forse così procedono nella permisisone della Comparsa delle Comiche in Scena, e parlanti d’amore: massimament
facendo quelle cose, che sogliono piacere alla brigata, ch egusta più delle Scene impure, e lascive, che delle modeste, e vit
iacere alla brigata, ch egusta più delle Scene impure, e lascive, che delle modeste, e vitruose: ed essi, per piacere, e guad
di Giobbe dicono a Dio. Ritirati da noi, che non vogliamo la scienza delle tue strade. Ovvero quando non sia ignoranza grass
21. sec. 4. n. 70. E nel particolare del punto intorno alla Comparsa delle Donne parlanti d’amore in scena, che sia illecita
dottrine dei modrni, e antichi Dottori intorno al pubblico comparire delle Donne, comiche ordinarie, e parlanti di lascivo a
a è obbligato il confessore del Superiore per rispetto della comparsa delle comiche nel pubblico Teatro ? Ad uomini dotati
so il suo Confessore; e con tale occasione spiega insieme le qualità, delle quali conviene, che sia fornito il medesimo Confe
plizi dell’Inferno. Certo che è opera molto grande il buon reggimento delle coscienze dei Principi, e richiede un uomo, non s
ua che cosa del medesimo, come Medico. Nessuno dovrebbe essere Medivo delle anime, se egli non fosse ottimamente sano; in mod
s’interponga nei negozi dei Cortigiani; in modo che invece di Medico delle anime, non diventi ancora egli Curiale, e Cortigi
avere esposta diffusamente la sua dottrina, ne cava alcune illazioni, delle quali la seconda è nel n. 37. ove l’Autore dice.
Teologo nella sua illazione, ed applicare. Io al caso della comparsa delle Donne parlanti d’amore in scena. Io dirò il mio s
tolleri tal comparsa, deve informarsi da lui, o da altri consapevoli delle ragioni; in modo che poi le consideri diligenteme
n le dottrine degli Autori, che hanno scritto della materia Comica, e delle Comiche, e con la consulta di uomini virtuosi, do
ulta di uomini virtuosi, dotti, e pratici nella quotidiana esperienza delle moderne Azioni Teatrali. Dico 6. Non è probabile,
può, e come deve ai gravi disordini cagionati dalla pubblica comparsa delle impudiche Comiche nel Teatro; ove con tante parol
Nota seconda Di un Principe, che avvisato della illecita comparsa delle Comiche la leva dal Teatro. L’Umiltà è buona C
nti, i quali facevano nel Palazzo Regio le Commedie con gran concorso delle Dame, e dei Cavalieri. Comparivano nelle pubblich
re, e eccitative di natura loro al peccato mortale; contro gli Attori delle quali scrive Lelio Zecca tr. De Sacr. « Cum hodie
Repubblica degna, che l’imiti ogni altro Principe. E nel particolare delle Commedia dice chiaro nel Ragion. 110. No n si pos
mparsa di Donne in Commedia, non basta, per giustificare il comparire delle Comiche mercenarie in banco, o in scena ? Non
bra contrario a quello, che di presente io scrivo contro il comparire delle Comiche mercenarie nel Teatro, e discorro in ques
i, e eruditi personaggi, dai quali si concede chiaramente la comparsa delle Comiche ordinarie nella modesta Commedia. Si legg
presentazioni alcune Comiche. La graziose Isabella, dice egli, decoro delle Scene, ornamento dei Teatri, ha illustrato questa
battuta, benché combattuta, la mia Conclusione della illecita Compara delle vere Donne, Comiche ordinarie, e parlanti d’amore
e sufficiente per giustificarla. E tale scandalo viene dalla Comparsa delle Comiche ordinarie paralnti d’amore, anche senza o
Non voglio tacere, che il Galluzzi discorre (se io mal non discorrro) delle persone ridicole in ordine alle Commedie antiche
a: né egli con la sua Dottrina favorisce punto la scandalosa comparsa delle Comiche mercenarie, e oscene; ma discorre con dis
potervi dare soddisfazione, quando avrò schiodato, e mi vedrò libero delle mani. Ove per fine affettuosamente la riverisco,
snerva la forza della mia Conclusione contro la peccaminosa comparsa delle Comiche: perché egli non tratta quella femminile
levino le sordidezze di così fatto abuso, che proibiscono la comparsa delle Donne in scena, o in banco. Dunque è segno, che s
uperiori fossero dagli inferiori interrogati nel punto della comparsa delle Femmine parlanti d’amore in scena, o nel banco; m
zioni si deve giudicare; e quello, che devono comandare i Governatori delle Repubbliche, i quali alle volte permettono alcuni
he si formassero, e formate si offrissero contro le teatrali oscenità delle moderne Rappresentazioni. O gran disavventura di
ulatori, tra i quali sebbene non mancano alcuni, molti, che giudicano delle cose rettamente, nondimeno, temono e forse di esp
ossono fare lo stesso gli Scrittori cristiani, e zelanti della salute delle anime ? Certo possono chiedere giustizia, e posso
roso destriero nell’arringo di provvido Legislatore. E la colpa grave delle oscenità suona la tromba, per concitarsi contro l
aprire gli occhi a questo gran disordine. Ed il detto s’intende anche delle Commedie non mercenarie: (notate o Sign. Accademi
ovare ad altri è a se medesimo un dolce frutto. Il Fine. Indice delle materie. A Allettamento Femminile nuoce a
ancora hanno bisogno di moderazione. Pag. 5, 6. L’Auditorio pubblico delle Commedie a molti deboli di virtù. Pag. 26. Gli Au
5. Perché dichiara. Pag. 68. Non è conosciuta. Pag. 68. La moderna ha delle oscenità. Pag. 36, 37. Molte Commedie oggi sono i
e ne sono dei virtuosi. Pag. 19. Dei buoni, e dei rei. Pag. 11. Fanno delle opere buone. Pag. 19, 20. e però non dovrebbero p
ag. 235, 241, 242. Conversazione Alcuni vanno a conversazione in casa delle Comiche sfacciatamente. Pag. 127. Altri vi fanno
se basti una mortale. Pag. 31. La passione impedisce in giudicar bene delle cose. Pag. 187. Pavone è più bello, che la Femmin
isse una Commedia modestissima. Pag. 190. Il popolo vuole la comparsa delle Donne. Pag. 92. Predicatore fece una fruttuosa pa
eriori principalissimi Ecclesiastici come procedono circa la Comparsa delle Comiche. Pag. 260. Tny Il P. Tarquinio con
le Comiche. Pag. 260. Tny Il P. Tarquinio condanna la comparsa delle Donne oscene. Pag. 252, 255. Tentazione cagionata
3 (1759) L.-H. Dancourt, arlequin de Berlin, à M. J.-J. Rousseau, citoyen de Genève « CHAPITRE IV. Apologie des Dames. » pp. 119-155
uo pié tuoni, e saette, L’odo dar legge ai secoli futuri, E regolare delle sfere il corso ; E veggo a un cenno suo da’ loro
loro oscuri Antri uscir gli Acquiloni che sul dorso Portan gli strali delle sue vendette. » ed Si ce Sonnet dont le style a
4 (1760) Lettre d’un curé à M. M[armontel] « letter » pp. 3-38
1697. Edition de Hollande, pag. 320. 8. [NDA] Trattato d’Egli studi delle donne. 9. [NDA] Mém. de Trév. Octob. 1707, p. 
5 (1756) Lettres sur les spectacles vol.1 pp. -610
S. si degni di richiedere il mio sentimento, intorno alla permissione delle pubbliche e profane Commedie, ed io con pari rive
i de’ poveri cittadini, e de’ figli di famiglia, co’ grandi discapiti delle famiglie così spirituali come temporali…. Finalme
arsi ancora uomini virtuosi, i quali, per gli obblighi indispensabili delle loro cariche, sono costretti à seguitare la perso
ad assistere a’ Festini, a’ Teatri, e a tutte le pubbliche funzioni, delle quali parlato abbiamo Questi uomi virtuosi però d
do la disposizione del nostro cuore, giudica la innocenza, o la reità delle nostre azioni dall’ interno principio, onde proce
ofani…. Molti cedono per rispetto umano, o per paura degl’ insulti, e delle dicerie dei Mondani. 298. L’Osservazione è di S
6 (1756) Lettres sur les spectacles vol. 2 «  HISTOIRE. DES OUVRAGES. POUR ET CONTRE. LES THÉATRES PUBLICS. —  HISTOIRE. DES OUVRAGES. Pour & contre les Théatres Publics. » pp. 101-566
 : Della Christiana moderatione del Teatro : Libro, detto la qualità delle Comedie lecite, &c. Libro, detto la solutione
M. Lauriso200, in tute le sue parte onesto e costumato è non indigno delle uomo Christiano. M. Joachim Pizzi soutint aussi l
o a sostenere che le Scene de’ nostri tempi sono oscene, e più oscene delle antiche. Dissert. Teatri del Conte Diego Rubin.
/ 6