orenza Nella Stamperia di Luca Franceschini e Alessandro Logi. 1648.
Con
Licenza de’ Superiori. Dedicazione Al Peni
era vita, e che era vero principio di eterna morte. Ma che ? tu morto
con
la più bella parte di se stesso, e vino, e spiran
epolo buono, e buon dottore, conquistasti la laurea di vero penitente
con
un’abbondanza grande di lacrimosa pioggia, e con
ea di vero penitente con un’abbondanza grande di lacrimosa pioggia, e
con
una cordialissima compunzione. Gli occhi tuoi dis
pioggia, e con una cordialissima compunzione. Gli occhi tuoi dissero
con
la voce delle lacrime il tuo gran duolo: e il cuo
fu subito da quelle Comiche convertite ; poiché illuminata Cometa, e
con
lei Nicosa, prima da Dio col chiaro lampo della g
i Nicosa, prima da Dio col chiaro lampo della grazia, e poi da Babila
con
la chiarezza di tale esempio, si compunsero, e co
; acciocché i Popoli Cristiani sianoj ricreati, e Dio non si offenda
con
i peccati mortali. Ora esce il primo Libro, spero
ig. Iddio : e tutti ci si procurerà, che le sentenze latine, stampate
con
diverso carattere, sianok volgarizzate per comodi
Cristiano Matrimonio, o di onesto innamoramento, ma il rappresentarlo
con
disonestà, e scandalosamente. Questo poco ho stim
stimato essere bene di avvisare, per chi vorrà leggere tali Ricordi,
con
desiderio di fuggire i peccati, e di far il viagg
eccati, e di far il viaggio di questa vita come Buon Cristiano armato
con
l’aiuto di Cristo secondo l’avviso di S. Agostino
o dell’arte loro ? Pag. 47 Q. 15 I moderni Dottori si accordano
con
gli antichi nel giudicare dell’azioni dei Comici
i moderni sono illecite ? Pag. 65 Q. 18. perché si è dichiarata
con
tante autorità di sacri Dottori, e d’altri Scritt
per dilettare, e allettare. Pag. 97 Append. Appendice alla Nota
con
altri casi. Pag. 100 Q. 4. La difficoltà
i Ciarlatani ? Pag. 121 Q. 9. Le ordinarie Comiche nuoconov più
con
l’Azione del Teatro, o con la conversazione di ca
Q. 9. Le ordinarie Comiche nuoconov più con l’Azione del Teatro, o
con
la conversazione di casa ? Pag. 124 Nota Unica
nica. Di un altro guadagno cagionato dalla domestica conversazione
con
le Comiche. Pag. 128 Q. 10 In quanti, e qu
Q. 11. Lez ordinarie Comiche nuoconoaa alleab anime del Teatro
con
altri modi ? Pag. 143 Nota Unica Intorno al
ag. 143 Nota Unica Intorno al documento cagionato dalle Comiche
con
la dolcezza del canto. Pag. 145 Q. 12. Lea
Pag. 145 Q. 12. Leac ordinarie Comiche nuoconoad alleae anime
con
i balli fatti nel pubblico Teatri. Pag. 152 Q
15. Le Comiche ordinarie comparendo nel pubblico Teatro nuoconoah
con
altro modo oltre i modi sin qui assegnati ? Pag.
ti d’amore non basta, che si supponga esser lecita nei libri stampati
con
la pubblica approvazione dei Super. Pag. 212 Q
j Teatro, per far la parte sua nell’azione senza parlare amorosamente
con
oscenità ? Pag. 215 Q. 8. Non basta l’esem
onante alludendo S. Agostino par, che ci dica. Troppo è duro, chi può
con
la penna, ò con la voce avvisar lo scampo dall’in
S. Agostino par, che ci dica. Troppo è duro, chi può con la penna, ò
con
la voce avvisar lo scampo dall’infernal dannazion
remare nel lacrimevole caso di tanti infelici; e non dovrebbe restare
con
le carni di ferro, né col cuore di diamante senza
am minime vigilet ? »L. de Salu. Monit ad Camitemc. 55 S. Crisostomo
con
la sua penna intinta nell’oro scrive, che non ha
dignamur admonere, qualem igitur abebimus defensionem ? » S. Bernardo
con
le parole della sua gemmata bocca concede alla pr
vi cadrà preda dell’infernal predatore. E però io scrivo di presente
con
desiderio di servire al giovamento di molti, e se
e rende il buon fedele santamente inquieto. Lo scrivere, e il parlare
con
termini di cristiana modesta, e per gravissimi ac
massimamente quando può giovare a molti. E io appunto vorrei cogliere
con
la mia fatica, benché debolissima, questo buon fr
anno male. Ora io desiderando trattar, e scrivere in questa forma, e
con
l’uso di questi termini, spero non far torto a me
i ragione, et lo zelo discreto vuole, che si scriva in questa materia
con
buona, e chiara distinzione : e non solamente con
a in questa materia con buona, e chiara distinzione : e non solamente
con
riguardo dell’Arte Comica, la quale non è vile in
dell’Arte Comica, la quale non è vile in sé, né scandalosa ; ma anche
con
rispetto dei virtuosi Comici, la fama, et utilità
sé dagli eccessi peccaminosi. Insomma bisogna parlar dei Commedianti
con
distinzione : perché, perché come nota il Cecchin
ppresentazioni del Theatro. E questo farò, proponendo varietà di nodi
con
vari Quesiti, e disciogliendoli con varie rispost
farò, proponendo varietà di nodi con vari Quesiti, e disciogliendoli
con
varie risposte : e giovami di sperare, che questa
mi di sperare, che questa fatica non sarà un fabbricar sopra le arene
con
infruttuosa perdita di molto tempo. Chi procura,
spirituale giovamento di molti, non è fabbricator di vanità, né perde
con
l’opera gli anni, le ore, e i momenti. « Dio Scru
2. O per accidente, essendo udita da persone deboli di spirito. 3. O
con
l’argomento impuro. 4. O con una impura parte del
udita da persone deboli di spirito. 3. O con l’argomento impuro. 4. O
con
una impura parte dell’azione. 5. O con un Interme
O con l’argomento impuro. 4. O con una impura parte dell’azione. 5. O
con
un Intermedio turpe. 6. O con alcune parole, ovve
con una impura parte dell’azione. 5. O con un Intermedio turpe. 6. O
con
alcune parole, ovvero con alcuni fatti, ovvero co
’azione. 5. O con un Intermedio turpe. 6. O con alcune parole, ovvero
con
alcuni fatti, ovvero con modo d’impurità mortale.
rmedio turpe. 6. O con alcune parole, ovvero con alcuni fatti, ovvero
con
modo d’impurità mortale. 7. O con la comparsa di
le, ovvero con alcuni fatti, ovvero con modo d’impurità mortale. 7. O
con
la comparsa di Donna vera, Comica di professione,
rar i mercenari Rappresen tanti: e ricordiamoci qui in breve ciò, che
con
lunga dichiarazione siamo per considerare nel 2.
e siamo per considerare nel 2. Capo del Ricordo detto l’Istanza ; ove
con
la risposta moltiplicata a molti Quesiti da noi s
e non si veggabj cessata la Pestilenza dei vizi ? io seguiròbk a dire
con
disegno di giovare a coloro, che anche contro vog
to impiego ammaestrati siamo dal zelantissimo Crisostomo; ove intuona
con
Apostolica libertà ai suoi auditori. « Nunquam di
confirmabimus »bl. Mai cesserò dalla predicatoria funzione ; perché
con
essa curerò il morbo dei viziosi, e confermerò la
disoneste, e illecite, che le Rappresentazioni del nostro tempo. Onde
con
ragione Clemente Alessandrino scrisse contro quel
alebo esperienza del fatto : onde concludo il Quesito, e dico insieme
con
Giovanni Nider. « Hac luce sunt clarior avidentib
l principio dei suoi Discorsi intorno alle Commedie scrive ai Lettori
con
questo avviso. Parendomi, che nei dubbi l’aver ri
zio tanto importante, come è quello dell’anima, e dell’onore, d’andar
con
ogni spirito alla dottrina dei sacrosanti Dottori
i Dottori hanno ad universale intelligenza lasciato scritto. Discorre
con
senno questo Comico : e io aggiungo, che per disc
Discorre con senno questo Comico : e io aggiungo, che per discacciare
con
agevolezza le cieche tenebre di buia notte ; e pe
e, per schiarire le nostre tenebre, e per investigare il senso di lui
con
il rigore scolastico, e per cavarne la cognizione
l senso di lui con il rigore scolastico, e per cavarne la cognizione,
con
che possiam distinguere la Commedia lecita dalla
Chi tiene fra le mani un vago fiore di odor soave, può consolarsi
con
piacere soavemente. Noi abbiamo in pronto il fior
non è di sua natura illecito. E lo prova dissusamentecon la ragione e
con
l’esempioa. 2. c. ; e questo esempio prende dalla
mento della Commedia, la quale da modesti Comici rappresentata ricrea
con
dolcezza, e senz’affanno gli spettatori: imperoch
s pericoli; poiché l’uomo no adopra l’armi, né cavalli: non s’intriga
con
cani: non s’arrischia nell’acque: non s’incontra
i: non s’intriga con cani: non s’arrischia nell’acque: non s’incontra
con
fiere: non ischerzabt con fuochi artificiatibu: n
non s’arrischia nell’acque: non s’incontra con fiere: non ischerzabt
con
fuochi artificiatibu: non danza con dame da por g
ncontra con fiere: non ischerzabt con fuochi artificiatibu: non danza
con
dame da por gelosia: fugge i rumori, e spende poc
trame, per aggiungere un poco scritto dal Comico Cecchino. Concludono
con
S. Tommaso tutti gli altri sacri Espositori, dice
to cautelatamentebx. Possono darla secondo S. Tommaso: ma deve essere
con
la debita moderazione: perché il Santo a questo f
né giudicando in negozi, e tempi indebiti. E sotto questi termini, e
con
questo modo prescritto da San Tommaso fu data una
a una volta la licenza ad alcuni Comici virtuosi da S. Carlo Borromeo
con
un pubblico Decreto autenticamente pubblicato l’a
n un pubblico Decreto autenticamente pubblicato l’anno 1583 e formato
con
questa occasione. Andò a Milano una Compagnia di
no per giorno al suo foro. Questo caso narra diffusamente Beltrame, e
con
esso si avvera, che i Superiori possono secondo S
ri Commedianti: non però liberamente, e senza termini ristrettivi, ma
con
la debita e necessaria moderazione. Ad un corsier
soggetti : la viltà del loto s’indura col vigore del raggio solare, e
con
lo stesso si liquefa la morbidezza della cera: la
’Estate: tutta è neve ma varia gl’aiuti nel variar stagione. S. Carlo
con
la sua rettitudine e prudenza regolando loca zel
turpi, e viziosi un altro Decreto, e è Sinodale, e io l’ho posto qui
con
le sue parole, che sono queste. « Principes, et
ndo questa risposta, e esplicazione non fu necessario che si parlasse
con
distinzione de’ Comici buoni da cattivi nel Decre
interi Comici indistintamente. Merita dunque lode d’ingegno Beltrame
con
la prima risposta: così vorrei, la meritasse anco
egno Beltrame con la prima risposta: così vorrei, la meritasse ancora
con
la seconda: forse il Lettore della seguente Nota
Debito si è spettante ad ogni saggio Scrittore, e dicitore parlar
con
gran cautela di tutti i professori delle science:
dell’Arte comica. E questo medesimo replica di poi senza modificarlo
con
la particella, forse, stimando, che il benedetto
acesse, come si sogliono; e si devono fare, i Sinodali Decreti ? Cioè
con
la consulta, e approvazione di molti, e consumati
e l’Arcivescovo di Milano S. Carlo non faceva i suoi sinodali Decreti
con
grandissima diligenza, con molto studio, e col co
. Carlo non faceva i suoi sinodali Decreti con grandissima diligenza,
con
molto studio, e col consiglio di uomini letterati
così sentenziò S. Carlo. Il Decreto Sinodale è effetto di carità, che
con
sollecita vigilanza avvisa, che si caccino i tris
, perché il Superiore dando licenza ai Comici, è necessitato di darla
con
la debita moderazione, per soddisfar all’obbligo
do, provarono, che essi, come virtuosi, la esercitavano lecitamente e
con
modestia, e però ottennero la facoltà di esercita
amente e con modestia, e però ottennero la facoltà di esercitarla, ma
con
la debita moderazione. E chi negherà, che tutto q
altrui ai detti suoi, procura di farli comparire guarniti saggiamente
con
buone prove, e fortificati gagliardamente con eff
re guarniti saggiamente con buone prove, e fortificati gagliardamente
con
efficaci ragioni. Dunque non si sdegni il Comico
co Beltrame, se non resta conciliato l’assenso di molti al detto suo,
con
che nega, col forse, la piena cognizione dell’art
gnizione dell’arte Comica a S. Carlo : perché le prove, e le ragioni,
con
le quali guarnisce e fa comparire tal detto, non
el Religioso; quale credo si possa giustificare senza molta fatica, e
con
sua lode, ma attendo alla difesa della piena cogn
ti. » E io dico. La dottrina Comica non è soprannaturale: quella ebbe
con
piena cognizione S. Carlo : e fu sottoposto ai su
o; così volentieri la tralascio, e mi volgo altrove, per trovar lume
con
che io accenda la fiaccola mia, e vinca il buio d
Istrioni, Mimi, e Circolatori, nel quale non stimò necessario parlare
con
distinzione de’ buoni dai rei per più rispetti. P
bo alla gloria dei virtuosi Comici, e dice cosi. « Io dico, e lo dico
con
verità, che pochi Comici si trovano, che non vada
accia una vigilia la settimana, oltre le comandate. Potrei dir di più
con
verità; ma perché mi stringerei in pochi, mi tac
ei in pochi, mi taccio; parendomi, che la figura Sinedoche confinasse
con
l’ipocrisia ; basta, che Comici sono Cristiani. »
izzanie crescono col grano : ô quanti vizi possono ritrovarsi insieme
con
qualche opera buona in un soggetto cristiano. Ma
bene, e la gioia dell’onesto recitamento ? Una candida veste fregiata
con
bel ricamo deve sporcarsi col lezzo di cose brutt
e questa relazione giunge all’orecchio de’ zelanti Superiori, i quali
con
ragione formano concetto reo, e universale di tut
i gioconde, e utili Azioni; mentre i parti suoi non sono resi deformi
con
qualche bruttezza, e illeciti i recitamenti per q
dimanda. Quali sono parole turpi di lor natura mortali ? Io rispondo
con
Caietano nel Commento di quel luogo di S. Tommaso
o tempo. Nelle Azioni, e nelle Commedie moderne i Comici invitano mai
con
parole alla fornicazione le Donne ? Rispondano gl
tali di lor natura, le quali corrono purtroppo nelle moderne Commedie
con
grave offesa del Sig. Iddio. E quante parole brut
’uso di un giocoso detto cagioni un lacrimoso effetto. Chi brama dare
con
dolcezza diletto, deve darlo senza verunacm amare
ello scandalo, che apportano ai deboli di Spirito, mentre le ricevono
con
gusto del corpo per ilcn senso, ma con disgusto d
di Spirito, mentre le ricevono con gusto del corpo per ilcn senso, ma
con
disgusto dell’anima per ilco consenso: onde come
onsentiendi, et si animus iste desit. » Se si usa il parlar disonesto
con
animo di eccitare a cose brutte se, ovvero gli al
n animo di eccitare a cose brutte se, ovvero gli altri. Oppure si usa
con
pericolo di dare consenso alle bruttezze, benché
istianamente; ma nella pratica si vede affatto il contrario. E Beltr.
con
ragione riprendeva alle volte, come ha detto, alc
tanto chiaro l’obbligo di lasciarle, come scandalose, che il provarlo
con
argomenti è una prova di superfluità, è un imbian
rgomenti è una prova di superfluità, è un imbiancar i fiocchi di neve
con
il candor di lana. Basta per noi dire con Caietan
imbiancar i fiocchi di neve con il candor di lana. Basta per noi dire
con
Caietano, che il servirsi delle scandaloso Turpil
recitamento, non si può usare qualche equivoco osceno, almeno coperto
con
parole belle, e noi inteso da tutti ? come una Co
e per ridere consolatamente. Io risposi allora dicendo il mio parere
con
brevità: ora lo dico più spiegatamente così. La o
tuosa Azione. Il coprire poi questo brutto equivoco, e quasi vestirlo
con
belle parole, acciocché non sia inteso da tutti,
oglie, che non sia in se stesso vizioso: come la Cortigiana, guarnita
con
belle vesti, non cessa di essere in se stessa una
ta non è conosciuta. Non voglio tacere, che l’equivoco osceno coperto
con
parole modeste, cagiona libertà di usarlo più fra
sare, e replicare ; e lo usano, e replicano senza scrupolo proprio, e
con
riso di altri che odono, e intendono, onde quando
arli, e ridere consolatamente, ora dico, che Giacomo Mazzoni discorre
con
molta erudizione a prova, che il Ridicolo non fu
a della Comica Rappresentazione: ma bisogna usarlo giudiziosamente, e
con
scelta, e arte tale che tutti i ridicoli rechino
mmiatori usavano, e usano anche oggidì, a tempo delle vendemmie, dire
con
ogni libertà molte brutte indecenze, e immondezze
xtremo, hoc est, scurrilitate.Io tengocz, che i Commedianti immodesti
con
i ridicoli osceni facciano un grave oltraggio all
ettatori: e constringono la Commedia a comparire nel cristiano Teatro
con
maniere, e costumi di sfacciata Meretrice; ove vi
di sfacciata Meretrice; ove vi doverebbe comparire secondo il decoro
con
qualità, e portamenti di modesta, e onorata Citta
, accostiamoci alla luce degli illuminati Dottori. S. Tommaso favella
con
il numero del più, dicendo. « Turpibus verbis, il
trattandosi del pericolo delle anime: e di due parole brutte si dice
con
verità, che sono « turpia verba, illicita verba »
rutte si dice con verità, che sono « turpia verba, illicita verba » :
con
tutto ciò mi piace più dire col parere di molti T
è buon testimonio in questo, che l’anno 1640 un Principe fece battere
con
scorno il viso, e ferirlo alquanto ad un Giovane
evare quella parola, che la rende impura, restando ella nel rimanente
con
la sua purezzadc. Chi può facilmente fuggire le c
o ? Nel tenore di una virtuosa vita i fatti si devono accompagnare
con
le parole. « Ne dicta factis deficientibus erubes
e con le parole. « Ne dicta factis deficientibus erubescant », scrive
con
garbo l’ingegnoso Tertulliano; iacciocché le buon
gna, quando manca loro la compagnia de fatti buoni. Il pennelleggiare
con
la lingua graziosi tratti, è soggetto degno di lo
on la lingua graziosi tratti, è soggetto degno di lode: ma il formare
con
i fatti sparutte figure, e deformi sbozzidd, è og
ritevole di biasimo. Voglio dire, che l’officio istrionico esercitato
con
parole modeste richiede fatti parimente modesti;
mortale esset. » E fatto turpe sarebbe se una Commedia si terminasse
con
una fornicazione. Io per desiderio di meglio dich
rave; una è venial peccato, e l’altra mortale. E la turpitudine presa
con
questi termini consiste in « deformitate actus vo
te infiamma, e provoca alla disonestà: come si fa co’ baci lascivi, e
con
gli abbracciamenti. « Turpido est, qua mens infla
desto amore; non provocherebbe egli, non infiammerebbe alla disonestà
con
questi fatti gli affetti degli spettatori ? Lo di
, che tutto dìdi lo sperimentano, quando stanno alle Commedie; e essi
con
non pochi altri dell’Auditorio moltiplicano quei
vi, per far pubblico applauso alla conclusione della favola terminata
con
un finto matrimonio di due persone amanti: io mi
e la vita onesta de’ drammatici Reccitamenti resta alle volte estinta
con
le ferite de’ fatti osceni, e disonesti ; intorno
rissimo tocco di mano e così la Commedia fu recitata, e stimata fatta
con
la debita moderazione. Dunque un sol fatto rende
anco, fece per allettare, e dilettare il popolo, un atto molto osceno
con
gesti di grandissima impurità. Ciò fu riferito al
occati: e far qui sentire un poco di quel suono, che altrove si forma
con
la nostra debolezza; voglio dire. Nel nostro Rico
i illeciti, bastar si potrebbe per dare risposta al presente Quesito.
Con
tutto ciò aggiungeremo qui qualche cosa, ma suppo
; in cui scrisse, che fu l’anno 1585. Concorrono Ruffiani; e il Zanni
con
la Serva è la falsa del Diavolo. Che farà vedere,
he farà, che la donna fingendosi pazza, comparisce mezzo spogliata, o
con
vesti trasparenti in presenza d’uomini, e di donn
ramente oscene, e troppo licenziose ? Ma sentì ben tostodl replicarsi
con
questo tenore. Può ella giudiziosamente, e indubi
calando per una finestra, sen fuggiva ingnuda, e cercava di coprirsi
con
un candido, e grande lino: ma onfatti il coprimen
lla restava oggetto ignudo, e svergognato agli occhi degli spettatori
con
una corporale, manifesta, e lasciva nudità, e si
tatori con una corporale, manifesta, e lasciva nudità, e si poté dire
con
S. Girolamo. « De industria diffusa sit tunica, u
ri giorni. L’anno 1638. Certi Comici famosi recitavano regalatamente
con
le loro Comiche in una pricipalissima Città di un
die sono riformate, quanto conviene ? Dico, che no, e lo provo di puù
con
questo fatto di Comica autorità, che vale non poc
volontà, e maritata, deplorò molto dolorosamente la sua vita infelice
con
un Padre spirituale dicendo . Io fò quest’arte, p
cendo l’innamorata, e che alle volte mostri il petto nudo, coprendolo
con
un sottilissimo velo bianco trasparente ; e facci
patia absque prava intentione. »dnCioè. Le Donne che coprono il petto
con
un velo si trasparente, che non è riparo bastevol
conferma, che poche Compagnie de’ Comici moderni recitano nell’Italia
con
una piena, totale, e necessaria riforma nelle par
nel Teatro ? Siamo ancor nella vigilia della festa, e però piangiamo
con
desiderio di presto per festeggiare per l’utili,
fastidiosa: cioè deve dilettare, e non contristare : deve far gioire
con
giovamento, e non languire con nocumento, « In lu
e, e non contristare : deve far gioire con giovamento, e non languire
con
nocumento, « In ludo abstinendum est a nocivis pr
. In quali beni mortalmente noco al prossimo i Comici, e i Ciarlatani
con
le loro ordinarie Azioni ? Io rispondo. Non penso
ne scelere apud eos ridere nemo possit. »In Orat. De’ Ciarlatani poi
con
brevità ci avvisa il Giardino de’ Sommisti nel c.
e uomo di belle lettere e dotto nella Filosofia, e Teologia mi disse
con
molto sentimento di cuore così. « Io, pochi giorn
convenga al negozio, e alla persona. Silvestro dice che non si facci
con
negoziato d’incantesimi, né da persone Ecclesiast
personaggi Clericali. E aggiunge. Illecita è quell’arte, quando si fa
con
mesciglio di cose superstiziose, ovvero con peric
quell’arte, quando si fa con mesciglio di cose superstiziose, ovvero
con
pericolo della vita. « Cum miscentur ibi supersti
gli affari della politica che prescinde dal peccato. Forse posso dire
con
Riccardo di San Vittorel. 5 de Arca Mystica c.19.
icata. »C 28.Cioè. Nerone Imperatore recitò versi nel pubblico Teatro
con
applauso così grande di tutti, che ne fu decretat
raziatoria per tale recitamento; e quei versi recitati furono scritti
con
lettere d’oro, e dedicati a Giove in Campidoglio.
iniano, dice egli, assegnò agli Istrioni poco onore, altri Imperatori
con
tanta molteplicità di favori lidq hanno onorati,
pari, ma che sono in avanzo; poiché se un giocatore perde cento scudi
con
uno, e poi con altri ne vince trecento, non può d
no in avanzo; poiché se un giocatore perde cento scudi con uno, e poi
con
altri ne vince trecento, non può dire d’aver perd
Sereniss. duchi di Mantova Francesco e Ferdinando, e Vincenzo recitar
con
de’ nostri Comici: e molte volte ciò han fatto al
nes, tribunique et marens Burrhus, ac laudans ». Comparve nella scena
con
una Cetera in mano, sonando alla presenza de’ quo
rrho, il quale per essere stato Aiodt di Nerone giovanetto, lo mirava
con
gran cordoglio, vedendolo impiegato in quella paz
ndo questo dubbio. Se il Re deve intravenire ne’ pubblici spettacoli,
con
esercitare in essi la propia persona, dice degli
riposte nelle cose davvero, e non in quelle da burla; e volendo egli
con
la propria persona porger diletto ai sudditi in c
sé, avvilisce la sua persona. Appresso potendosi ritrovare molti, che
con
maggior eccellenza di lui facciano cotali azioni,
ale in ogni genere tengono, che egli sopra tutti sia eminentissimo. E
con
ciò sia che la maestà reale non significa altro,
la; tuttavia il poco rispetto, cominciando dalle cose piccole, spesso
con
danno del Principe finisce nelle grandi. Degno do
, che le azioni, e giochi popolari a Re sono disdicevoli, non essendo
con
gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re,
rcitati. Non dovrà dunque il Re, né per l’essenza, né per l’apparenza
con
la persona sua ne’ pubblici spettacoli maneggiarl
egli non consente, che il Principe v’intervenga, esercitando insieme
con
altri la sua persona: quando però il costume del
ltri Commedianti: e ivi cantando, o sonando, o atteggiando trattenere
con
diletto, e con riso la moltitudine popolare e spe
i: e ivi cantando, o sonando, o atteggiando trattenere con diletto, e
con
riso la moltitudine popolare e spettatrice ? Ques
degli anni suoi il pubblico recitamento, e se ne risentì tacitamente
con
quei versi del prologo, alludendo al Principe, ch
irpazione de’ i vizi, e introduzione de’ buoni costumi; onde non solo
con
puro affetto, ma con tutta riserva scrivono sempr
e introduzione de’ buoni costumi; onde non solo con puro affetto, ma
con
tutta riserva scrivono sempre condizionatamente,
rohibitum, ita tamen quod fiat observatis debitis circumstantiis. » E
con
tutto ciò non mancano alcuni di mettere ogni loro
Città. Dal parere di costoro si dilunga il Cecchino; e io credo, che
con
ragione si possa dilungare; perché i Dottori ragi
Dottori ragionano dell’Arte Comica, e della Commedia « secundum se »
con
astrazione dai mercenari, dagli Accademici recita
escludono gli illeciti modi di rappresentare : e mostrano le maniere,
con
le quali si possa recitando fuggir ogni vizioso i
ente che è virtuoso, merita onorata lode, e merita di esser trattato
con
rispetto da ogni saggio Scrittore; né si può gius
e l’officio istrionico, e l’Arte Comica è lecita, e si può esercitare
con
virtù, e con merito di onore, e di mercedeeb ; qu
strionico, e l’Arte Comica è lecita, e si può esercitare con virtù, e
con
merito di onore, e di mercedeeb ; quando però si
con virtù, e con merito di onore, e di mercedeeb ; quando però si usi
con
il debito modo e moderazione prescritto distintam
ora trapiantati ne’ giardini de’ Comici dotti, onorati e virtuosi ; e
con
quelli compongono odorosi mazzetti per difenderli
uso Comico. E se egli ha trovato contravversori, i quali si oppongono
con
scritture, o con ragionamenti fatti senza distinz
egli ha trovato contravversori, i quali si oppongono con scritture, o
con
ragionamenti fatti senza distinzione, a me non pe
nge il Santo. « Ita tamen, quod nihil turpe ibi misceantur. » Ma però
con
patto, che non si frapponga in quel gioco turpitu
tatu peccati, qui moderate illo utuntur. » L’officio istrionico usato
con
moderazione, non è illecito, né peccaminoso. Giov
one, non è illecito, né peccaminoso. Giovanni Viguerio dice lo stesso
con
queste parole. « Histrionum officium non est secu
m respectu materiæ. » L’Arte scenica non è peccato, se sia esercitata
con
le debite circonstanze: ma può essere peccato per
ccato per rispetto della materia. Io dico, che la materia peccaminosa
con
le parole e con i gesti disonesti si ritrova comu
to della materia. Io dico, che la materia peccaminosa con le parole e
con
i gesti disonesti si ritrova comunemente per voce
iena; perché ella precisamente replica le cose dette da S. Tommaso, e
con
le quali si mostra l’illecita indegnità delle mod
ordinata alla necessità del sollazzo ; e però è lecita, se si pratica
con
moderazione. Io dico, che l’esperienza convince,
i, per sentenza di Medina, e di Silvestro, citati da Beltrame insieme
con
i soprallegati Dottori, e portati qui da me secon
li ai Dottori antichi aggiunge alcuni moderni del nostro tempo, quasi
con
duplicata trincera voglia munire, e render inespu
giosamente. Quesito Decimo quinto I moderni dottori s’accordano
con
gli Antichi nel giudicare dell’Azioni de’ Comici
lia, non solo gli antichi a salutarla, ma anche i moderni ad onorarla
con
i suffragi delle loro sentenze. Che l’Arte Comica
e ricreazione, neccflaria alla conversazione della vita umana. Quindi
con
gli antichi Dottori, che l’approvano, si accordan
peccano mortalmente, se non recitano le Commedie turpi, e impudiche,
con
le quali provocano gli spettatori a peccati lussu
scenità, e usa il Titolo De Comediis obscenis. E propone la Questione
con
queste parole. « Utrum earum Actores, et spectato
iche Commedie sono rei di peccato mortale ; e che ha provato il tutto
con
cinque maniere ; le quali di nuovo spiega in quel
ua la ponderazione di quelli moderni Dottori, che Beltrame allega.
Con
la gagliarda autorità di altri moderni il valente
nte Beltrame si sforza di conciliar credito grande al suo Discorso, e
con
ragione; perché avvertimento saggio di buon Padre
uanto di portar le dottrine ; e porta i nomi di altri moderni Dottori
con
la semplice allegazione de’ luoghi loro. Nomina i
l che vale. Se le Comiche Azioni rappresentino brutti oggetti, ovvero
con
modo tale, che perlopiù recitino alla disonestà,
l dire. Titio pecca mortalmente facendo questo. La prima proposizione
con
la negativa restringe il peccato ad una sola ragi
ato ad una sola ragione, escludendo le altre. La seconda proposizione
con
l’affermativa mostra una ragione del peccato, non
ce alle Commedie di Beltrame, perché segue la sentenza di S. Tommaso,
con
la dottrina di cui restano condannate per le loro
nent, peccare mortaliter: quia sunt multis causa ruina. » Et aggiunge
con
un altrro Dottore. « Licet componens, nel represe
e allaeo disonestà nelle Commedie del nostro tempo ? Risponde la fama
con
l’affermativa: lo confermano gli Spettatori e io
più la modestia ne’ loro Comici giochi ; perché usan impurità mortali
con
le parole, con i gesti, e col modo ; come piena b
ne’ loro Comici giochi ; perché usan impurità mortali con le parole,
con
i gesti, e col modo ; come piena bocca i Savi lo
, piuttosto astrettiep dalla necessità, che mossi dal piacere; perché
con
altro artificio non sanno procacciare il vitto pe
oi: né esercitano giochi turpi, ma liberali, cioè tali, che non fanno
con
i detti né con i fatti pregiudizio alcuno alla vi
no giochi turpi, ma liberali, cioè tali, che non fanno con i detti né
con
i fatti pregiudizio alcuno alla virtù; e non dime
oni acciocché non vivano in stato di malvagità, ma in stato di grazia
con
speranza di molta gloria: onde si possa verificar
à da lui non vedute. Io ho vedute quelle, che qui porrò distintamente
con
il solito fine; cioè accicché possiamo giudicare,
lle Commedie del nostro tempo; come in quella sporchissima intitolata
con
il vituperoso nome dei Tre BECCHI, e fatta nella
sono, se onestamente si fanno e illeciti, se son fatti bruttamente, e
con
disonestà, ovvero se esercitano con Rappresentazi
citi, se son fatti bruttamente, e con disonestà, ovvero se esercitano
con
Rappresentazione di cose turpi. Io dico, che le b
nel citato capo, che sarebbe peccato mortale mirare i giochi Scenici
con
probabile pericolo di mortalmente peccare. « Insp
nnamorate a ragionar secretamente insieme, e a sfogare i loro affetti
con
parole ardenti, e con focose brame di venire a co
ecretamente insieme, e a sfogare i loro affetti con parole ardenti, e
con
focose brame di venire a cose disoneste. E afferm
hiarare, che illecitissime sono moltissime Azioni del moderno Teatro;
con
tutto ciò voglio aggiungere qualche altra autorit
tio nelle Orazioni sue latine stampate in Parigi l’anno 1631 condanna
con
molte ragioni, e autorità; e riprova efficacement
» E aggiunge, che questi mercenari Attori sogliono imbrattar la scena
con
molte ordure, quali sono i giochi di parassiyo, i
i esamineranno in due mdi: prima che non repugnino alla retta ragione
con
disonestà: secondo che non dissolvano i costumi.
nque notiamo in gran difetto della maggior partedegli Istrioni nostri
con
lo sfregio del nostro riprensivo affetto, e vitup
tri con lo sfregio del nostro riprensivo affetto, e vituperiamo anche
con
la lingua quelli, che per cagione della lingua si
tano amori lascivi: e dove sono tanti Demoni, che stanno investigando
con
maleey suggestioni, quante sono le persone, che v
esto buon Teologo, il quale professa non usare esagerare; ma scrivere
con
tutto rigore scolastico a fine, che si distinguan
li, che vogliono aprire gli occhi, che oggi molte Compagnie di Comici
con
le loro oscenità offendono gravemente il prossimo
po non mancano Professori dell’Arte comica, i quali non la esercitano
con
la debita moderazione. Beltrame favella più chia
Trattato dell’Arte Comica cavato da S. Tommaso, e da altri Sommisti,
con
che prova, che la Commedia è lecita. Ma è verissi
media poco onesta è illecita per molte ragioni : due sole n’accennofd
con
brevità: e la prima si legge nell’Antidoto contro
e il Teologo Autore dice. « La Commedia poco onesta induce al peccato
con
un modo facilissimo, e accomodatissimo alla natur
le ; ma te lo insegna; ne te lo insegna in un modo poco efficace ; ma
con
l’esempìo, che è modo, e mezzo efficacissimo, per
peccato, che è tanto stretto amico della nostra guasta natura ? » Ne
con
l’esempio solamente; ma con le parole ancora, che
o amico della nostra guasta natura ? » Ne con l’esempio solamente; ma
con
le parole ancora, che sole, semplicemente prounci
e insieme, tanto artificiosamente fra di loro concatenate, e recitate
con
tanta energia, e vaghezza, con tanta variazione d
te fra di loro concatenate, e recitate con tanta energia, e vaghezza,
con
tanta variazione di voci pronunciate, accompagnat
vaghezza, con tanta variazione di voci pronunciate, accompagnate poi
con
gli atti vivi, inventati con industria, per eccit
ne di voci pronunciate, accompagnate poi con gli atti vivi, inventati
con
industria, per eccitare in te disonesti affetti,
lteria, dum figuunt. » I Comici insegnano a fare gli adulteri, mentre
con
finzioni li rappresentano nel Teatro; e quel dett
i non possono essere tanto aggiustati, che non abbiano partecipazione
con
le oscenità; e però stimando le Commedie licenzio
vicinitafe di peccato mortale. Questa ragione non piace a Beltrame:
con
tutto ciò non la riprova efficacemente: perché el
tore, per trattenere quella numerosa Gioventù ne’ giorni di Carnevale
con
qualche necessaria, e onesta ricreazione, fece ve
ro quei galant’uomini, e fecero le Azioni per qualche spazio di tempo
con
la debita moderazione, e necessaria modestia; ma
n piedi alla lunga nel lubrico della viziosa, e abituale oscenità. Ma
con
un altro breve Quesito veniamo alla fine di quest
questo primo Capo. Quesito Decimo ottavo Perché si è dichiarata
con
tante autirità di sacri Dottori, e d’altri Scritt
cano le autorità alle cose dubbiose, le. quali non si possono provare
con
altro mezzo, per essere, o lontane, o passate, o
peccati, che provano l’anima della vita spirituale. E si è dichiarato
con
tante autorità di sacri Dottori, e d’altri scritt
essori di modestia, si sono portate tante autorità, e si è dichiarata
con
tanti Autori la qualità della Commedia oscena, e
l nostro cominciato cammino per il sentiero della drammatica campagna
con
desiderio di proseguirlo per mooderazione della s
molta lode, e di molto onore. Il cristiano Teatro, e la Scena, usata
con
la debita moderazione, si può nomarefm con parago
Teatro, e la Scena, usata con la debita moderazione, si può nomarefm
con
paragone un bel giardino; dove si veggonofn, e si
onare, come di cosa che rechi ai Fedeli qualche pericolosa infezione.
Con
tutto ciò possiamo dire di tali Donne quello, che
tempi: e credo, si possa formar prudentemente questa Proposizione, e
con
essa rispondere al Quesito. La comparsa di vera D
ita, e lascivamente ornata ? » Questo luogo di Crisostomo è portato
con
il suddetto tenore dal Franciotti nel Libretto de
role della Donna sono infiammative a modo di scintille, e si conferma
con
la scrittura; ove si legge, che il femminile parl
rebbe, se intendesse una Donna cristiana comparire in scena, e volere
con
finte Rappresentazioni ammaestrare, e dilettare g
credo, che infiammato di Apostolico zelo scriverebbe, e predicherebbe
con
molte minacce, e con gran spavento contro cosa ta
di Apostolico zelo scriverebbe, e predicherebbe con molte minacce, e
con
gran spavento contro cosa tanto pericolosa. Dalla
fu, non so come riferito allo zelante, e savio Predicatore, il quale
con
i termini di riverenza dovuta alla nobiltà, e all
acessero mai naufragi, ognuno vi si potrebbe ingolafarfz animosamente
con
ferma speranza di sicura navigazione; ma le spess
i moltiplicati sommergimenti, che occorrono ai naviganti, fanno star
con
timore chiunque si confida a quell’infido element
quelle Donne, che vagando se ne vanno per molti, e vari paesi, unite
con
le Compagnie dei Mercenari Comici, o Ciarlatani;
di giostra, cariche di pennacchi, cimieri, zuffi, ricci, e ventagli,
con
vesti ricamate, e code fuori d’ogni misura ? Per
sfacciate femmine ho voluto molte volte cacciare i Comici dai Templi
con
quei modi, che la loro sfacciataggine ricercava.
ibile, che non faccia cadere in peccato chi la mira, e sta a sentirla
con
poco capitale di virtù, anzi con molta inclinazio
eccato chi la mira, e sta a sentirla con poco capitale di virtù, anzi
con
molta inclinazione alla disonestà. E quindi inser
i inserisco, che questa comparsa è un’oscenità scandalosa, condannata
con
la Dottrina di S. Tommaso, e d’ogni altro antico
permixtim agere in Theatro viderene ? » Che cosa avrebbero detto, e
con
che nervo di zelante eloquenza avrebbero favellat
e fosse loro stato concesso di vedere al tempo nostro, che nel Teatro
con
gli uomini compaiono ad atteggiar ancor le Donne,
« ætas, quæ scenari, ac regi debit, ad vitia, et peccata craditur ».
Con
tale comparsa l’età degna di freno, e di reggimen
i spinge al corso dei vizi, e al precipizio dei peccati. E Crisostomo
con
la solita sua eloquenza, e fervoroso zelo avrebbe
sostomo con la solita sua eloquenza, e fervoroso zelo avrebbe ripreso
con
questo ardore. « Mulieris nudo, atquæ aperto capi
senza velo, al capo, e senza vergogna all’animo, ragionano al popolo
con
tanta sfacciataggine, e accendono nei cuori degli
uel negozio teatrale è un seminario d’iniquità, e d’impudicizia; onde
con
dolorose lacrime si dovrebbegf lavare tanta brutt
orose lacrime si dovrebbegf lavare tanta bruttezza, e non assaporarsi
con
riso, con diletto, e con gusto. Lascio altri luog
ime si dovrebbegf lavare tanta bruttezza, e non assaporarsi con riso,
con
diletto, e con gusto. Lascio altri luoghi dei S.
gf lavare tanta bruttezza, e non assaporarsi con riso, con diletto, e
con
gusto. Lascio altri luoghi dei S. Padri; e a ques
e dei Moderni Dottori ? L’evidenza di un grave morbo, e la strage,
con
che ruina molti, cagiona bene spesso, che si supp
ttori la suppongono illecitissima, ne travagliano molto in riprovarla
con
l’efficacia di molte ragioni. Francesco Labata sc
ioè Pecca quella Femmina, che in preferenza dell’Amante forma parole,
con
le quali egli resta infiammato, se però essa può
infiammano alla disonestà, e molti ne danno segno nel pubblico Teatro
con
atti, e con parole disoneste. E ella col tacere,
lla disonestà, e molti ne danno segno nel pubblico Teatro con atti, e
con
parole disoneste. E ella col tacere, e col ritira
pare vera Donna, giovane bella, ornata lascivamente, la quale essendo
con
attenzione mirata, senza che vi fosse altro, ques
iocrisi, stampata non per scrivere esagerate, ma per mostrare il vero
con
tutto rigore scolastico, dice, che sono affatto i
ecite quelle Commedie, nelle quali le Donne abbellite parlano d’amore
con
i loro Favoriti; e le quali per lo più sono; o fu
unt Meretrices, aut Adultere ». Francesco Arias, scrive. Si congiunge
con
questo abuso di questi tempi; che inqueste Commed
, e che è, come coltello di due tagli, che ferisce, e ammazza l’anima
con
morte di colpa, e di pena eterna. Aggiungo il sen
che occorre aggiungere altri moderni ? Non bastano questi per provar
con
l’autorità, che la Comica comparsa di Donna è ill
var con l’autorità, che la Comica comparsa di Donna è illecitissima ?
Con
tutto ciò rendiamone ragione: che così meglio con
, che ragionano d’amor in banco, o in scena nell’Auditorio. Il Casano
con
le parole citate sopra porta prima una ragione di
basterebbero per infettar il mondo: ma poi aggiunge più diffusamente
con
questo tenore. Della Donna in generale si legge,
redere noi di Donne tanto impudiche, e procaci, che oltre l’adornarsi
con
ornamenti di Meretrici, compaiono in scena con ge
che oltre l’adornarsi con ornamenti di Meretrici, compaiono in scena
con
gesti tanto effeminati, e molli; e dicono parole
effetto dunque possiamo credere, che facciano, quando a bello studio,
con
artificio istrionico per infiammare ? E di cose p
er loro stesse possano far ardere d’impudica fiamma anchegl la neve ?
Con
le parole si congiungono anche i movimenti della
nelle ordinariamente sono belle, lascive, e hanno venduta l’onestà, e
con
i movimenti, e gesti di tutto il corpo, e con la
nno venduta l’onestà, e con i movimenti, e gesti di tutto il corpo, e
con
la voce molle, e soave, con il vestito, e leggiad
i movimenti, e gesti di tutto il corpo, e con la voce molle, e soave,
con
il vestito, e leggiadria a guisagn di Sirene inca
ini in bestie. Francesco Arias condanna questa comparsa delle Comiche
con
la ragione fondata sulla dottrina di S. Paolo2. p
sonesto. Che farà il veder Donne attillatamente vestite rappresentare
con
opere, e parole cose lascive ? Certo è, che il De
erve della stessa dottrina di S. Paolo contro le Comiche, e la spiega
con
tal guisagp. San Paolo non vuole , che nelle Chie
erni Dottori, trattando delle moderne Comiche, trattano per ordinario
con
dottrine, massime, e presupposti tali, che sono d
ni per cantar e per ballare, le quali col portamento della persona, e
con
l’ardire licenzioso dei gesti inducono all’affett
he provano il mio senso. Egli nel Vol. 2. de 3. Virtut. Theol. Chiama
con
le parole di Crisostomo le compagnie dei Comici,
er colloquiare segretamente; onde moralmente è quasi impossibile, che
con
tal vita non si commettano adulteri. « Referunt a
; e che la piccola dimora nei luoghi non porge comodità alle lascivie
con
i cittadini: e altre ragioni, che forse valevano
perienza quotidiana testimoniagt: ne occorre moltiplicar Dottori, che
con
moltitudine di ragioni provino una verità così pa
ono vivande senza questi intingoli: elle banchettano i convitati loro
con
simili saporetti di efficaci lusinghe, di risi am
di potenti vezzi, e di graziose leggiadrie; e condiscono poi il tutto
con
una certa malizietta tanto sagace, e artificiosa,
ve le Comiche erano vecchie, e brutte; ma comparivano, e atteggiavano
con
maniera tanto bella, che non potei ritenermi, che
lla, che non potei ritenermi, che non dicesti. O guarda tu di grazia,
con
che garbo si mostrano: paiono qualche bella cosa;
garbo si mostrano: paiono qualche bella cosa; eppure sono brutte; ma
con
che leggiadria, e artificio piacciono mirabilment
n che leggiadria, e artificio piacciono mirabilmente, e fanno peccare
con
il consenso nel Teatro, e fuori del Teatro ancora
e fanno peccare con il consenso nel Teatro, e fuori del Teatro ancora
con
il ricordogu. Quasi volesse dire. Le donne teatra
Amazzoni infernali, armate di spada, e di saette; per ferire i vicini
con
la spada; e per impiagare i lontani con le saette
i saette; per ferire i vicini con la spada; e per impiagare i lontani
con
le saette. Ma qui sorge una gagliarda obiezione d
tagliarlo. Io mi sforzerò di scioglierlo, e però concludo questo Capo
con
il sentimento, e con il detto di un praticone del
zerò di scioglierlo, e però concludo questo Capo con il sentimento, e
con
il detto di un praticone del mondo, che ancora vi
cena, sono perniciose, o per essere di vita rea; o perché si adornano
con
molti vezzi; o perché alle cose, che dicono di on
poi altre cose malinconiche, e detti perniciosi; e guastano il tutto
con
dissoluzione. Aggiungo, che un gran Card. Persona
professori di moderati costumi, e però non fanno una vita confederata
con
la morte, né come gente perduta corrono alla perd
comparire nelle pubbliche scene in faccia dei Teatrali Spettatori; ma
con
quanto ben fondate ragioni ciò facciano, non lo d
questo scudo pare, che i Comici vogliano, che sia simile la licenza,
con
la quale pretendono difendere le Azioni loro, e t
nte, e non dicono oscenità. Noi non siamo Teologi, né Casisti; e però
con
tal licenza camminiamo con fede nel nostro eserci
Noi non siamo Teologi, né Casisti; e però con tal licenza camminiamo
con
fede nel nostro esercizio, per guadagnare quei po
gli fu scritto in questo punto, che i Superiori concedono le licenze
con
le debite condizioni, le quali se sono abusate, è
luto intendere, che in generale non sarebbero comportate persone, che
con
modo scandaloso, e proibito facessero Commedie. I
della comparsa femminile; poiché scrive, che le Commedie si recitano
con
l’approvazioneC. 60. dei Superiori Ecclesiastici,
rebbe detto saggiamente, che è un’oscenità « in facto, e in verbis »,
con
il fatto, e con le parole, e che è uno zucchero a
iamente, che è un’oscenità « in facto, e in verbis », con il fatto, e
con
le parole, e che è uno zucchero avvelenato per ar
enato per arrecar la morte. Dico 2. Il pubblico ragionamento di donna
con
l’innamorato, benché sia con parole modeste, è co
ico 2. Il pubblico ragionamento di donna con l’innamorato, benché sia
con
parole modeste, è cosa lasciva. « Venus honeste h
n S. Tommaso, e degli Scolastici. E quella pubblica comparsa di Donna
con
l’Amante, se modesta nelle parole, immodesta si è
me nelle altre sospette e pericolose: cioè « servatio, servandis », e
con
la debita moderazione , della quale io ragiono al
isposte, e credo, soddisfatto, quando poco dopo vennero due compagnie
con
una lettera di favore di un gran personaggio, e d
la licenza solita da autentificarsi « in scriptis ». Quando si vedono
con
chiarezza i pericolihd, non si apre la strada ai
immodesta la Commedia: egli suppone, che sia modesta, benché abbondi
con
il miscuglio di così fatte cose amorose: ma contr
e un dolce alimento dei virtuosi affetti, e diremo benedicendo di lei
con
Crisostomo. « Male desideratur, quod in damnaum s
no, s’adducono a condurre le donne, e a farle comparire per dar gusto
con
le sceniche, o bancarie Rappresentazioni: e quell
E bè conducete voi Donne ? E se talvolta rispondiamo di no, replicano
con
riso, e con disprezzo. Voi non farete faccende, n
te voi Donne ? E se talvolta rispondiamo di no, replicano con riso, e
con
disprezzo. Voi non farete faccende, non avrete pl
ediante, ma personaggio di reputazione, e pratico del mondo, il quale
con
gran senso, e dolore disse di certi Superiori. Es
e rende se medesimo reo di peccato: dunque i Commedianti cooperandovi
con
la comparsa Femminile peccano mortalmente: e però
e alla disonesta sensualità dei viziosi; di rendere gustoso il Teatro
con
purità, senza macchiare le scene con l’oscenità e
si; di rendere gustoso il Teatro con purità, senza macchiare le scene
con
l’oscenità e senza svergognare l’Arte loro pudica
chiare le scene con l’oscenità e senza svergognare l’Arte loro pudica
con
le vergogne di Venere impudica. In oltre tali com
vergogne di Venere impudica. In oltre tali comici possono rallegrare
con
tali termini la brigata, che da nessunohi siano t
iti dell’onesto Teatro; perché vi compaiono per dar gusto onestamente
con
fatti, e con parole ingegnose e virtuose. Non mi
to Teatro; perché vi compaiono per dar gusto onestamente con fatti, e
con
parole ingegnose e virtuose. Non mi dispiace quel
egnose, e ridicole, che al suo primo comparir nel banco, e far cenno,
con
il girare il fazzoletto, subito gli Spettatori, c
li Spettatori, che nella piazza attendevano alle Azioni rappresentate
con
le Donne da Commedianti, le lasciavano, e andavan
l Teatro, e senza rovinar la sua coscienza, quella dei suoi Auditori,
con
la comparsa delle Comiche. Sa egli, che, se vuole
sentazione di tanto gusto, che bisognò rifarla cinque volte, e sempre
con
sommo plauso, e concorso di moltissimi Spettatori
na, che ricevettehj tanto piacere, che non poté ritenersi di non dire
con
grazia. Deh venga il cancro a chi dice male di qu
ito da Donna. Or questi sa imitare il Comico virtuoso, e ingegnoso, e
con
l’imitazione sa dilettare in scena senza deturpar
tare in scena senza deturpar la scena. Sa, che molte sono le maniere,
con
le quali un bell’umore può ricrear grandemente la
e, con le quali un bell’umore può ricrear grandemente la brigata, ora
con
argutezza di facezie, ora con meraviglia d’imitaz
può ricrear grandemente la brigata, ora con argutezza di facezie, ora
con
meraviglia d’imitazione, ora con stravaganza di n
a, ora con argutezza di facezie, ora con meraviglia d’imitazione, ora
con
stravaganza di nuovo ritrovamento, ora con altre
raviglia d’imitazione, ora con stravaganza di nuovo ritrovamento, ora
con
altre maniere onde praticar gusto. A chi non è no
entissimo detto, chiamato da S. Agostino « urbanitas facetissima » e
con
il quale un Comico promise di dire a tutti i suoi
è l’allettare il popolo al concorso; per guadagnare e per mantenersi
con
lo sforzo delle sceniche fatiche, e con lo spacci
r guadagnare e per mantenersi con lo sforzo delle sceniche fatiche, e
con
lo spaccio di quei segreti e di quei rimedi, che
sogliono proporre ai loro compratori. Dunque i Comici, e i Ciarlatani
con
prudenza usano la pubblica, e femminile comparsa
unite di Commedianti i quali a modo di Ciarlatani volevano spacciare
con
vendita il segreto del Moretto, e far dopo lo spa
guadagnerò, quanto ci basti. Così rispose, quasi serpe, non incantato
con
efficaci detti; onde l’avviso fu sparso al vento,
l vento, e il prego, se non fu disprezzata, certo non fu esaudita: ma
con
altra maniera il Signor Iddio vi pose presto, e e
oso a lasciare la femminile comparsa nel banco, e allettare il popolo
con
altre dilettevoli invenzioni, rispose da galantuo
ena, è un osceno, e illecito allettamento per la sua rovina. Concludo
con
ricordare alla Donna, che ella adornandosi per al
spalle, accostar il viso al feccioso umor, immergervelo ben dentro, e
con
la bocca prender la gioia, e tirarla fuori: dal f
enti succeduti a nostro tempo. Il primo occorse in Roma, ed è narrato
con
graziosa, e fiorita eloquenza di latinoL. 2. Pref
on concorso, per far il solito spaccio delle palotte, e per guadagnar
con
la vendita delle mercanzie i soldi necessari al p
corge, che egli non sembra un emulo dell’antico Ansione, atto a rapir
con
la voce gli uomini, come animate pietre, e vivi m
i poco lontano fermano il passo; si miranoho alterati nel viso; l’uno
con
parole incolpa l’altro, come cagione della mal so
llane ad oltraggiosi fatti; e uno fa sembiante di voler ferir l’altro
con
il ferro, e dargli morte: ma l’altro si ritira tr
oli molto ai bisogni vostri. La moltitudine concorsa del popolo restò
con
grazia presa da questo inopinato avviso, e gustò
stò non poco dell’invenzione; e quei buoni compagni fecero lo spaccio
con
effetto felice del preteso, e desiderato emolumen
, e efficace per guadagnare, e per allettare senza deturpare il banco
con
le bancate e oscene Donne; e fu parto ingegnoso d
ridicoli pensieri, compose il Dialogo, lo distinse, ordinò, e riempì
con
tanti ridicoli, che il suo recita mento riuscì ri
zione di due nobili, e virtuosissimi Personaggi, che per dilettare, e
con
il diletto allettare, procederono secondo l’uso C
rvir di buona regola ad ogni virtuoso Commediante, che brami dilettar
con
il ridicolo onesto alla scena gli Spettatori. Era
pettatori. Erano in Roma l’anno 1618. quei due valenti uomini lessero
con
riflessiva diligenza, una buona mano di Comiche c
to di bel riso dell’onestà senza il brutto sorriso della disonestà. E
con
quei fiori insidiarono la sorte, il servo il grem
o, assassino della vita, e micidiale del cuore. Appendice alla nota
con
altri casi. Io stimerei far torto ai modesti C
aso seguito in argomento del modesto ridicolo. Beltrame ne spiega due
con
lunga, e graziosa narrazione: io li spiegherò con
trame ne spiega due con lunga, e graziosa narrazione: io li spiegherò
con
brevità. Il primo successe in Macerata, ove un bu
piegherò con brevità. Il primo successe in Macerata, ove un buon uomo
con
i continui gridi faceva invettive contro le Comme
issimo Governatore, lo invitò a goder una volta la Comica ricreazione
con
promessa di voler poi regolarsi con il suo parere
r una volta la Comica ricreazione con promessa di voler poi regolarsi
con
il suo parere. Egli vi andò; e come l’Orso al mie
la comica dolcezza , e rise tanto che cagionò stupore a quel Signore,
con
il quale poi si discolpò con mille scuse, e lodò
anto che cagionò stupore a quel Signore, con il quale poi si discolpò
con
mille scuse, e lodò la Commedia sommamente. Ecco
, quando vogliono guadagnano gli affetti degli zelanti, offrendo loro
con
modesti ridicoli dolcissima pastura. Se tutti sem
’albergo era occupato per rispetto dell’arrivo di Monsignor in visita
con
il quale erano quattro Venerandi Religiosi; il bu
il buon Prelato fece stringere la sua Corte, e dar luogo ai Comici; e
con
parte dei regali presentati a lui sovvenne alla p
e dei regali presentati a lui sovvenne alla poca previsione. Il tempo
con
l’asprezza, e il mare con la tempesta tolse la fa
lui sovvenne alla poca previsione. Il tempo con l’asprezza, e il mare
con
la tempesta tolse la facoltà di viaggiare a tutti
avanti la porta di una camera: i Religiosi venerandi sedevano dentro
con
la porta non affatto chiusa: macché ? A mezzo del
lodata un’Azione degna di lode, cioè la Commedia modesta, allettativa
con
il saporetto del modesto ridicolo, e istruttiva c
esta, allettativa con il saporetto del modesto ridicolo, e istruttiva
con
la vivanda della fruttuosa moralità. E se i Comme
anda della fruttuosa moralità. E se i Commedianti osceni procedessero
con
questo accorgimento, nel recitare, non sarebbero
hanno il bruttissimo oggetto dell’oscenità, e i bruttissimi ridicoli,
con
i quali molti Commedianti purtroppo indiscreti vi
e gli antichi Gentili moderarono le ridicole oscenità della Commedie:
con
che accortezza dunque devono esser moderate dai c
e brutte da Buffone, e da persone ridicole, le quali vogliono passare
con
nome di personaggi faceti; ma in realtà sono diso
c diis. » Cioè. Il Comico smoderato, e lo Scurra per brama di piacere
con
il suo ridicolo, non perdona nell’oscenità propri
i non pretende, né forse lo pensa, o non vuol pensare, nondimeno pone
con
reale effetto avanti a molte anime una gran rete
le effetto avanti a molte anime una gran rete diabolica, e infernale,
con
le funi di cui quelle restano miseramente allacci
fuoco penace dell’eterna dannazione. Dichiaro più vivamente il detto
con
ricordar la Storia. Che riferisce Giovanni Egidio
rive egli, un servo del Gran Re dell’universo Iddio una volta elevato
con
altissima contemplazione, quando gli si aprì una
i, e orribili Dragoni, che sospendendo una grandissima rete, chiusero
con
essa il varco a tutti i desiderosi di far l’entra
fecero abbondantissimi fonti di lacrimazione, e quindi tosto rivolto
con
affetto al pietosissimo Padre della misericordie,
olto con affetto al pietosissimo Padre della misericordie, lo pregòhr
con
umilissima caldezza, e con caldissima umiltà a no
ssimo Padre della misericordie, lo pregòhr con umilissima caldezza, e
con
caldissima umiltà a notificarli, che mostra spave
tra spaventosa, e di che sventura significativa, fossero quei Dragoni
con
quella rete. Le preghiere non furono vane; né la
isonestà, e che la rete significava l’ornamento femminile, e lascivo,
con
che le donne chiudono a molti quella porta, e che
ia è una Favola, che contiene diversità di affetti civile, e privati,
con
la quale s’impara quello, che utile serve in vita
a è un Poema drammatico, pieno di negozi lieto nel fine, e dichiarato
con
lo stile popolare. Queste poche definizioni o des
lanti d’amore pubblicamente. Infine il comico Beltrame, credo sentirà
con
meht; quando però voglia sentire secondo quello,
vivo. » Ora dico io, che conobbe molto bene il giudizioso Beltrame, e
con
lui ogni altro Savio conosce, ch e molte operazio
compaionohw lascive Femmine, ornate lascivamente, e parlanti d’amore
con
i loro favoriti in presenza di molti Spettatori.
nesimi, e trattati di fornicazioni: ancorché poi il tutto si concluda
con
il fine di un apparente Matrimonio: perché tali c
non sono i buonissimi costumi, dei quali parla Beltrame; e vuole, che
con
essi, come con fini colori la Comica tela si dipi
issimi costumi, dei quali parla Beltrame; e vuole, che con essi, come
con
fini colori la Comica tela si dipinga, e abbellis
ne vedonohx tali recitate da virtuosi: e tali spesso se ne compongono
con
diligenza dai Dotti. Legga, chi vuole Pietro de G
arlanti d’amore si possono comporre, e composte recitar vere Commedie
con
l’arte, e con l’ingegno dei comici virtuosi, e bu
e si possono comporre, e composte recitar vere Commedie con l’arte, e
con
l’ingegno dei comici virtuosi, e buoni cristiani.
ità: e stimo, che egli in ordine alla recitamento riempia tali favole
con
filosofici discorsi, con prudenti avvisi, con sag
ordine alla recitamento riempia tali favole con filosofici discorsi,
con
prudenti avvisi, con saggia politica, con dotte s
nto riempia tali favole con filosofici discorsi, con prudenti avvisi,
con
saggia politica, con dotte sentenze, con graziosi
le con filosofici discorsi, con prudenti avvisi, con saggia politica,
con
dotte sentenze, con graziosi concetti, con argute
scorsi, con prudenti avvisi, con saggia politica, con dotte sentenze,
con
graziosi concetti, con argute vivacità, con salat
visi, con saggia politica, con dotte sentenze, con graziosi concetti,
con
argute vivacità, con salati saporetti, e con sapo
tica, con dotte sentenze, con graziosi concetti, con argute vivacità,
con
salati saporetti, e con saporiti sali, inzucchera
, con graziosi concetti, con argute vivacità, con salati saporetti, e
con
saporiti sali, inzuccherando poi il tutto con l’o
con salati saporetti, e con saporiti sali, inzuccherando poi il tutto
con
l’onestissima giocondità, e facendo, che l’Azione
si curi si usare il pericoloso mezzo della comparsa di vera Donna: ma
con
la sua composizione ingegnosa, giudiziosa, dilett
la sua composizione ingegnosa, giudiziosa, dilettevole, e gustosa, e
con
la modesta recitazione colpisca nell’umore del po
l popolo, e si guadagni anche l’applauso dei prudenti, e addottrinati
con
un cumulo di vero, e meritato onore teatrale. E s
li, scaltro negli equivoci, e vezzoso nei motti, che sappia come fare
con
tutti, e pigliare i panni per i loro versi; un ta
fu fatto senza verunahy stanchezza, o fastidio degli Spettatori; anzi
con
sommo gusto, e con plauso universale. Questo ho s
nahy stanchezza, o fastidio degli Spettatori; anzi con sommo gusto, e
con
plauso universale. Questo ho saputo da un dotto,
istianamente. Quasi Protei virtuosi cangiansi in mille forme, recando
con
tutte ingegnoso diletto, e cagionando gustoso ris
o Lo zelo di Padre, o di Marito è buona ragione ai Comici di condor
con
se le donne, e farle comparir in Teatro ? La n
, è necessaria per coloro, che solcando le marine campagne, viaggiano
con
pericolo evidente d’incontrar Sirene, e mostri pi
dagli artigli di qualche grifagno sparviere, si adducono di condurre
con
se; sperando servir loro di ottimi custodi per la
la conservazione dell’onore, sin tanto, che onestamente le maritino ,
con
qualche galantuomo di buona condizione: e frattan
o Stagno, per farle comparire in pubblico banco ad allettar il popolo
con
vari intrattenimenti; e quindi tutto lagnoso, e m
disperato, si lamentò dicendo. Io pretendo maritare le mie Figliuole
con
la dote delle loro belle virtù; che però le fo co
ono, e pastorale governo. Altri Ciarlatani, e molti Comici, conducono
con
sé le Mogli; perché girando essi per molti, vari,
si per molti, vari, e lontani paesi, farebbero poca, o nessuna dimora
con
quelle, quando quelle se ne stessero ferme per or
roppo arditi, e bramosi di macchiar il candore del letto matrimoniale
con
le sozzure libidinose. Quindi si odono spesso que
rispondo a questi Comici, e Ciarlatani, condottieri delle Mogli, che
con
ragione alla Donna per la sua debolezza si deve m
xoris est. » Ma se lo zelo di buon Marito è buona ragione di condurre
con
se le Mogli, non è buona ragione di farle compari
ma infine molto riscaldata, e sudata fu fatta entrare in una camera,
con
scusa di mutarsi, e ivi sola trovò solo, chi fece
Passava per certo paese una Compagnia di Commedianti, i quali avevano
con
se le Comiche Moglie loro: furono fermati d’ordin
oneste voglie dell’impudico Padrone, da cui la mattina fu restituita,
con
motteggiare di più al Marito, che mostrava nel vo
i suoi pari, non levavano l’onore, ma lo accrescevano, domesticandosi
con
le Mogli altrui. Il secondo caso è questo. Partì
la seguono persone qualificate, e potenti, l’arrivanoid, la rapiscono
con
forza, e lasciando l’infelice Marito oltraggiato,
e lasciando l’infelice Marito oltraggiato, e sconsolato, se ne vanno
con
la donna, quasi vittoriosi Falconi a satollarsi c
lato, se ne vanno con la donna, quasi vittoriosi Falconi a satollarsi
con
la desiderata preda. Tosto si sparse il rumore de
rata preda. Tosto si sparse il rumore dell’incidente; e tosto la fama
con
le scintille dello sdegno appicco il fuoco tale,
n si opponeva, ne sarebbe seguito qualche incendio, da smorzarli, non
con
l’abbondanza d’acqua, ma con la copia di molto sa
uito qualche incendio, da smorzarli, non con l’abbondanza d’acqua, ma
con
la copia di molto sangue. Io qui replico: dunque
osso terrapieno per la difesa di una piazza, quando la batteria si fa
con
grossi, e rinforzati cannoni. Voglio raccontare u
i un Comico, e l’altra Figliuola: ambedue dilettavano molto il popolo
con
le loro pubbliche comparse, e azioni: d’onde ne s
rubate, condotte fuori della Città; trattenute più giorni, e abusate
con
scandalosa mormorazione dei Cittadini. « Et si ac
go: molte volte patisconoie molto quei mariti, o latri, che conducono
con
se le Donne; non vogliono acconsentire alle dison
ipale d’Italia una Compagnia di Comici, facendo le loro solite azioni
con
buon guadagno, e con gran concorso: tra le Comich
mpagnia di Comici, facendo le loro solite azioni con buon guadagno, e
con
gran concorso: tra le Comiche una ve n’era assai
che faceva la parte del Dottore; ed era per altro uomo che attendeva
con
la debita cautela, e diligenza alla conservazione
luogo, situato tra certe montagne furono sparate alcune archebusate,
con
le quali restò non ucciso, ma gravemente ferito i
nte. Non è credibile, quanto patiscono i poveri Comici, che conducono
con
se le Donne; e non le vogliono tenere in vendita
, e legittime; e so che ne portano fede scritta in autentica forma, e
con
la necessaria legalità: e stimo, che molte non si
galità: e stimo, che molte non siano Donne di postribolo, ma di onore
con
maritale pudicizia; e lodo quei Mariti, che sanno
Gentiluomini liberi, a lascivi vogliono salire: stanno qui dentro, e
con
motti, o con tocchi, o con altre maniere sconce,
liberi, a lascivi vogliono salire: stanno qui dentro, e con motti, o
con
tocchi, o con altre maniere sconce, e disoneste i
civi vogliono salire: stanno qui dentro, e con motti, o con tocchi, o
con
altre maniere sconce, e disoneste inquietano la c
e per rimediare che ella, stando in scena, non peccasse mortalmente,
con
si porsi avventatamente al pericolo di quei tatti
n. 64.Cioè domanderai. Se la Donna, avvertendo, che è toccata da uno
con
affetto libidinoso, sia ritenuta sotto pena di pe
gata sotto pena di mortale colpa a schifarlo se può. E prova il detto
con
buona ragione fondata nella legge della castità:
ei lascivi, che si cacciano dentro le scene, per star ivi conversando
con
i Commedianti, e con le Comiche loro; dunque ella
cciano dentro le scene, per star ivi conversando con i Commedianti, e
con
le Comiche loro; dunque ella pecca non schifandol
di virtù, e ne conosceva alcuni in particolare: ma forse ella insieme
con
il Marito peccava d’ignoranza colpevole, e non la
eccava d’ignoranza colpevole, e non la malizia pienamente conosciuta,
con
la quale malizia peccano per ordinario quelle, ch
Mogli alcune bellissime Comiche, le quali conducevano nella Compagnia
con
titolo di Mogli: essi la sera presero tempo di mo
imetto alla ricordanzaii dei Santi: né io voglio trattener il Lettore
con
numerosa narrazione di simili falsità: si content
ua Parrocchiale giurisdizione s’era ritirata ad abitar un Commediante
con
la sua Donna: lo chiamò, e disse. Io desidero, ch
e tempo, per far venir la fede: e dopo alcuni giorni la portò segnata
con
il nome di un curato, che stanziava in un castell
ede sia veramente fatta da un Curato ? Il Comico di nuovo prese tempo
con
promessa di farla venire: ma dopo uno o due giorn
po con promessa di farla venire: ma dopo uno o due giorni se ne andò,
con
la compagna, né mai più comparve: lasciando sospe
nocchia, e se la passano in travaglioij la vita, guadagnando il vitto
con
i quotidiani sudori, e con gli stenti. Ma ricevut
travaglioij la vita, guadagnando il vitto con i quotidiani sudori, e
con
gli stenti. Ma ricevute nelle Compagnie dei Comic
l’andar a spasso per la città appoggiata sul braccio di un galantuomo
con
maniera di onorata Dama, o portata con il cocchio
a sul braccio di un galantuomo con maniera di onorata Dama, o portata
con
il cocchio di un nobilissimo Signore a maniera di
comparsa femminile: perché l’appetito di onore così fatto, e ottenuto
con
questo mezzo, disonora l’anima delle Comiche con
sì fatto, e ottenuto con questo mezzo, disonora l’anima delle Comiche
con
il vituperio dello scandalo peccaminoso e mortale
lle anime reca morte, è gusto irragionevole, e però degno di fuggirsi
con
gran gusto. Che le Comiche non lo fuggiranno, gus
sto. Che le Comiche non lo fuggiranno, gusteranno la sempiterna morte
con
un disgusto eterno. Quesito Settimo La neces
o, accennando, che il patrimonio di un povero Artiere si è la sanità,
con
che fatica, e faticando guadagna il vino alla gio
perdono il tempo, non lasciano le diligenze, per ottenerla e condurla
con
se. E degno di lacrime dolorose il caso, e la sve
ipale era sorella della madre della Fanciulletta; trattò segretamente
con
detta madre per ottenerla; e l’ottenne non si sep
segretamente con detta madre per ottenerla; e l’ottenne non si seppe
con
che arte, con che promesse, o con che denari: si
con detta madre per ottenerla; e l’ottenne non si seppe con che arte,
con
che promesse, o con che denari: si seppe solo, ch
ottenerla; e l’ottenne non si seppe con che arte, con che promesse, o
con
che denari: si seppe solo, che un giorno fu chiam
hiamata la Figlioletta per ordine della madre, mentre stava in chiesa
con
la Comare a divini offici, e fu subito condotta v
o a me da un gran personaggio; e v’aggiunse, che il tutto s’era fatto
con
segretezza: perché se fosse stato presentito dai
stata levata dal pericolo, e posta in salvo, come si costuma di fare
con
altre pericolose. Ed io temo, che la smoderata br
di levare le spose a Cristo; e esporle alla rete dell’impudica Venere
con
pericolo molto evidente, che le misere col tempo
cuno di Dio, e senza rispetto della virtù cristiana; e però conducono
con
se le Donne, e procurano, che siano molto virtuos
bbondante. E quindi avviene ancora, che essi non poco si risentano, e
con
parole indegne, e con fatti ingiuriosi, contro qu
viene ancora, che essi non poco si risentano, e con parole indegne, e
con
fatti ingiuriosi, contro quei Religiosi Predicato
diti dal fare le Commedie oscene, e per conseguenza dal guadagno, che
con
quelle, o per occasione di quelle pretendono di c
pensiero: il primo ci mostrerà il risentimento dei Comici dichiarato
con
parole. Ed è il seguente. Nella città di Trapani
o dell’anno 1639. andarono due compagnie di Commedianti unite insieme
con
disegno di far le Commedie in una pubblica piazza
una pubblica piazza per allettare il popolo a sentirle, e a comporre
con
l’occasione vari segreti; e mercanzie, che vendev
incipio alla Commedia. Un giorno due Religiosi, mossi da buon zelo, e
con
speranza d’impedire molti peccati, andarono in qu
cuno a comprare il portato segreto del Moretto: e compiuto lo spaccio
con
buon guadagno, si doveva fare la Commedia oscena
piuto lo spaccio con buon guadagno, si doveva fare la Commedia oscena
con
la comparsa della Femmina Commediante, la quale a
ta in palco, e stava ritirata dietro la scena. Quando i due Religiosi
con
il Crocifisso, e con le cotte comparvero, e giunt
ritirata dietro la scena. Quando i due Religiosi con il Crocifisso, e
con
le cotte comparvero, e giunti alla scaletta del p
contrizione dei peccati; e invitato a seguire il Crocifisso, lo seguì
con
devoto corteggio sino dentro alla chiesa, nella q
ato, e ferito nel cuore dallo strale della divina grazia in modo, che
con
una perfetta, e dolorosa confessione ritornò a Di
minciarono a predicare, il capo di una di quelle Compagnie si risentì
con
parole non udite da molti, ma piene di sdegno, e
e nella vendita di quel giorno. Ed il compagno di lui, che era andato
con
lui, ed era il capo dell’altra Compagnia aggiunse
ato con lui, ed era il capo dell’altra Compagnia aggiunse, e propose,
con
speranza di levar ogni impedimentoim al futuro co
lletta, e venga alla piazza; ove finita la vendita dei nostri segreti
con
il guadagno necessario al nostro sostentamento, m
rovinati; e da lei si otterrà l’intento, che non si facciano Commedie
con
le Donne. Rispose il Religioso. Io so, che altre
ose il Religioso. Io so, che altre volte certi Comici hanno proceduto
con
questo artificio concertato con altri Religiosi n
re volte certi Comici hanno proceduto con questo artificio concertato
con
altri Religiosi nemici delle oscenità teatrali, m
ordo di tale fatta; né lo posso approvare: perché, chi va alla piazza
con
deliberata volontà di sentire la Commedia disones
di cristiana carità. E voi potete, e gli altri apri vostri possono, o
con
trattenimenti onesti, o con moderate Commedie, fa
otete, e gli altri apri vostri possono, o con trattenimenti onesti, o
con
moderate Commedie, fatte senza comparsa di Femmin
a. Ora spieghiamo il caso occorso in segno, che i Comici si risentono
con
fatti ingiuriosi contro i Predicatori Religiosi,
egli poi, che erano Commedianti) uno dei quali si spiccò dagli altri
con
il suo cavallo, si serrò addosso al Religioso; e
gli altri con il suo cavallo, si serrò addosso al Religioso; e l’urtò
con
impeto tale, e tanto fieramente, che lo fece cade
’urtò con impeto tale, e tanto fieramente, che lo fece cadere insieme
con
il cavallo dentro un gran fosso di neve: ove si v
e seppellito. Intanto i compagni di quel Comico indiscreto, e crudele
con
una risata fecero applauso a quell’indegna azione
ammino: ed il Religioso aiutato da certe buone persone uscì alla fine
con
travaglio, e stento da quel grave pericolo; e si
lo compra per rispetto della Donna: e perché per tirare il fazzoletto
con
il denaro a lei, e tirandolo mirare al viso, o al
l viso, o al seno, per colpire, e per riceverlo di poi dalle sue mani
con
mille pensieri brutti, e disonesti, non curando p
o qualche grazia, e allettamento; né vi è pericolo, che non le spacci
con
applauso, e prestamente, perché molti vani, e las
rte di compratore. 3. E di guadagno la Donna in banco; perché diletta
con
il cantar, e con il sonare; e di molte volte ricr
. 3. E di guadagno la Donna in banco; perché diletta con il cantar, e
con
il sonare; e di molte volte ricrea il popolo con
tta con il cantar, e con il sonare; e di molte volte ricrea il popolo
con
vari giuochi corporali, e meravigliosi, alfine de
talvolta sollecitate sino da personaggi di stima, e quasi violentate
con
donativi: che senza dubbio, è occasione di molto
se, e quando vi è, non solo che sentire; ma che mirar ancora, e mirar
con
gusto. Buon guadagno poi si fanno i comici fuor d
e Comiche. Secondo per i giuochi soliti di usarsi nelle conversazioni
con
le Comiche. Terzo per le grosse offerte pecuniose
fatte per arrivare a godere le sozze, e disoneste lordure della carne
con
le Comiche; e per le quali molti si mostrano pazz
sti disegni. L’anno 1639. Stavano certe Comiche in una città, facendo
con
i loro compagni le Commedie: quando un Gentiluomo
ndere gran quantità di masserizie di casa: l’impegnò o le vendette, e
con
la ritratta moneta giunse alfine sozzamente desid
endette, e con la ritratta moneta giunse alfine sozzamente desiderato
con
molto scandalo di chi lo intese. Ma forse qui qua
esa la castità delle loro Donne. Questa verità ho io provata di sopra
con
casi seguiti: ora qui aggiungo questo solo. In un
iti in vari drappelli, si accordavano d’andar a pranzo, ovvero a cena
con
la Compagnia, e portavano laute, e numerose vivan
ovvero a cena con la Compagnia, e portavano laute, e numerose vivande
con
vini di ottimo sapore e di molta gagliardezza: si
rità del lascivo disegno, quale comodamente eseguivano domesticandosi
con
quelle Femmine. E questo negozio di tanta bruttez
quelle Femmine. E questo negozio di tanta bruttezza durò molti giorni
con
grave danno di molta roba d’alcune famiglie: fina
a della femminile castità, quando i colpi degli arieti si raddoppiano
con
la forza di numerose, e molte braccia di potenti
enti assalitori. Quesito Nono Le ordinarie Comiche noccionoispiù
con
l’azione del Teatro o con la conversazione di cas
o Nono Le ordinarie Comiche noccionoispiù con l’azione del Teatro o
con
la conversazione di casa ? Le Comiche poco pu
pudiche mi paiono ambidestre; sono nemiche delle anime, e combattrici
con
duplicato fuoco; voglio dire, che gravissimo è il
re l’Estate, e l’Invernoit, dopo il quale avvicinandosi il Carnevale,
con
l’occasione di dovere una Domenica dire quattro p
Domenica dire quattro parole dall’altare prima di benedire il popolo
con
il Santissimo Sacramento, che stava esposto per c
loro oscenità; e parlai, quasi senza sapere, che cosa io mi dicessi,
con
impeto grandissimo; onde non solo i Cortigiani, e
tava nelle Commedie: e l’avvisò molto gravemente, che dovesse parlare
con
ogni termine d’onestà. Ed ella promise al solito
ntita le Predica di un cristiano, e valente Dicitore. Io non replicai
con
altra risposta alla Serenissima. Poco dopo me ne
olo, cagionato grandissimo danno nei costumi della Gioventù, non solo
con
la comparsa in palco, e con la pubblica Azione; m
anno nei costumi della Gioventù, non solo con la comparsa in palco, e
con
la pubblica Azione; ma ancora con la conversazion
on solo con la comparsa in palco, e con la pubblica Azione; ma ancora
con
la conversazione in casa, e con certe Assemblee i
, e con la pubblica Azione; ma ancora con la conversazione in casa, e
con
certe Assemblee infernali, chiamate Accademie, pe
to, stimò necessario supplicare S. A. che facesse cacciar dalla Città
con
bando quella infame, rea, e perniciosa Donna Comm
e città erano stati cagionati gravissimi nocumentiiu in molti Signori
con
pubblica e scandalosa mormorazione, querela dei p
in Sicilia, il quale vedendo, che alcuni zelanti Religiosi impedivano
con
pubbliche prediche la pubblica comparsa delle don
minucce. Disse bene colui, e volle dire, che le Comiche nuocono molto
con
l’Azione del Teatro, ed io qui lo raffermo e doma
Teatro, ed io qui lo raffermo e domando inoltre. Nuocono più o meno,
con
la conversazione di casa ? Voglio rispondere a me
o meno, con la conversazione di casa ? Voglio rispondere a me stesso
con
ricordarmi ciò, che già mi significò un degno per
isitata da un Gentiluomo, e lo ricevette in camicia senza vergogna, e
con
scandalo di chi lo seppe. In queste visite fatte
ato di sopra, quando, pochi anni orsono, deplorò la sua vita infelice
con
l’ottimo Religioso, e dopo aver detto. Fò quest’A
festo pericolo di essere assalita, e disonorata, o almeno travagliata
con
sfacciatissimi toccamenti. O quanto volentieri no
suum, suno in vita, sine in morte. »C. Uxaqueq. 12. q.2.Ma s’intende
con
alcune eccezioni; e una si è, quando il Marito no
ersazione in casa di alcune Comiche, e sentirono dirsi da uno di loro
con
grazia disgraziata. O Reverendi Padri con licenza
tirono dirsi da uno di loro con grazia disgraziata. O Reverendi Padri
con
licenza noi andiamo un poco la conversazione. E c
O Reverendi Padri con licenza noi andiamo un poco la conversazione. E
con
la mano accennò la casa, ove quelle misere Femmin
ompagni di quell’imprudente Giovane, forse vergognandosi per lui, che
con
tanta sfacciataggine volesse dimostrarsi amico im
amico impudico d’un’impudica conversazione, quale ordinario si passa
con
le Femmine dei Commedianti: e nella quale si fann
li abitava, molti, quando vi erano i Comici, andavano a conversazione
con
la Comica, e facevano vari giuochi di sollazzevol
zevole trattenimento: uno dei quali si nomavaiw la Riffa; e si faceva
con
l’ordine seguente. La Signora pone in tavola qual
a; perché il vincitore sarebbe stimato fornito di poca gentilezza, se
con
esso non regalasse la Comica gentilissimamente. E
a Comica gentilissimamente. E così l’acqua uscita dalla fonte ritorna
con
grosso tributo alla sua vena; e le moderne Comich
fonte ritorna con grosso tributo alla sua vena; e le moderne Comiche
con
i giochetti ritraggono buon guadagno dalla conver
unica Di un altro guadagno cagionato dalla domestica conversazione
con
le Comiche. L’Avidità del guadagno illecito è
rla nella cimbaix di Caronte verso l’Inferno; purché il corpo sguazzi
con
moltiplicato guadagno in questa vita. Orsù tocchi
anti: questi tentano l’assalto, per espugnar la rocca della pudicizia
con
la batteria dell’oro e trovano doppia resistenza,
: ma poniamo, che veramente sia che ne segue ? L’assalto si raddoppia
con
duplicato donativo, uno alla Moglie, l’altro al M
: e tosto il doppio, e infame guadagno spiana la strada alla vittoria
con
moltiplicazione di bruttissimi adulteri. O iniqui
olo quel poco, che il Comico Beltrame pieno di sdegnoso timore scrive
con
questa forma. Io temoC. 46, che vi siano Comici,
nel quale trovandomi in una Città, seppi, che passavano certi Comici
con
alcune Comiche, e un nobilissimo Giovane, pazzame
, e un nobilissimo Giovane, pazzamente innamorato di una, viaggiavano
con
loro; e oltre a grossi donativi, che faceva all’A
ano con loro; e oltre a grossi donativi, che faceva all’Amica, faceva
con
grosse mance star cheto, e acconsentir allo scorn
so danno di questi disordini facilmente possono provvedere i Principi
con
pubblicare un bando, che non si vada alla convers
aziani, i Capitani, i Pantalonijd, e altri Comici personaggi, i quali
con
l’utile condito del diletto, e con vari, nuovi, e
e altri Comici personaggi, i quali con l’utile condito del diletto, e
con
vari, nuovi, e ingegnosi detti morali, e con modi
e condito del diletto, e con vari, nuovi, e ingegnosi detti morali, e
con
modi ridicolije, graziosi offronojf pastura alla
o dire noi dello spettacolo Femminile, e Teatrale ? Diciamo pure, che
con
questo il Diavolo inganna i Comici, mentre propon
ntissimo, necessarissimo, e efficacissimo al far numeroso concorso, e
con
il concorso guadagnare i soldi necessari all ’uma
so guadagnare i soldi necessari all ’umano, e civile sostentamento. E
con
questa comparsa il medesimo Diavolo muove, allert
di una Comica non è per ordinari o « castitatis conscientia » dir ò
con
S. Ambrogio, ma piuttosto « castitatis violatio S
amo un poco distintamente, e accenniamo, quanti, e quali sono i modi,
con
che la comparsa delle ordinarie comiche nuoce all
ica della scena, formosa per natura, speciosa per artificio, e ornata
con
pompa, e con vanissima diligenza, una tal Femmina
na, formosa per natura, speciosa per artificio, e ornata con pompa, e
con
vanissima diligenza, una tal Femmina, dico, come
erà giammai, senza rimanere miseramente preso, e senza peccare almeno
con
il pensiero per l’umana fragilità ? « Raro, dice
Girolamo più brevemente. « Caro deorum trabit. »Mor. l. 21. c. 2.Onde
con
ragione L ’Ecclesiastico avverte. « Ne respicias
at. » Filone avvisa, che gli occhi hanno una certa naturale parentela
con
tutti gli affetti, e quindi segue tra loro una sc
ralem quamdam cognationem. Oper. De special. leg. » E per conseguenza
con
il mirare le donne si può peccare. « Videtur supe
lla vita di bella donna si accende, come un vorace fuoco, l’amicizia,
con
la quale si giunge peccando alle eterne fiamme. «
bella Donna; in modo che non ci feriscano, e ci guardiamo dal mirare
con
i nostri; in modo che non ci rovinino. Di questi
o, e richiesto della cagione; e che cosa lo potrebbe rallegrare, egli
con
semplice candidezza rispose. Le Anatre vedute mi
alcuna, solo per averle una sola volta vedute, si sente ardere tutto
con
fiamma di lascivo affetto. Ora chi di noi sarà, c
e praticare senza danno alcuno ? Gli occhi facilmente escono insieme
con
il cuore a commettere il peccato; ch però nel Sal
he sia una cosa medesima il mirare, e il peccare, attesa la facilità,
con
che si pecca, rimirando l’aspetto di una bella Do
neanche le guardavano, se non era per detestarle, o sputacchiarle, e
con
lo sguardo loro farle cadere a terra miracolosame
e spesso ne resta il cuore, e ucciso miseramente lo spirito. Concludo
con
Nazanzeno. « Quodcumque labem uisui accersit fug
lcune Obiezioni. L’Occhio malevole è traditore del cuore: ma opera
con
tale dolcezza il tradimento, che l’infelice Spett
ice Spettatore giudica lo sguardo suo un felice trattenimento. Quindi
con
varie scuse gli impudichi vagheggiatori delle fem
eius. Quod autem aliquis ex deliberatione eligat, quod affectus suus
con
formetur his, que secundum se sunt pecata mortali
. 9.; come vuole Corduba: ma di mortale: come tiene Sairo; e lo prova
con
le parole, che aggiunge il medesimo S. Agostino,
re Donne: ma non consento al diletto impudico. So, che dicono i dotti
con
S. Bernardo. « Non nocet sensus, ubi non est cons
dell’occhio, ove non occorre il consentimento del cuore. Io solo miro
con
il senso; e non do il consenso: si proibisce il d
ture, nelle quali si trovano talvolta contro loro voglia. Mi dichiaro
con
questo caso. L’anno 1638. in una Città dell’opule
pubblico luogo, ove numeroso popolo attendeva a sollazzarsi, bevendo
con
gli occhi l’acqua fresca del gusto Teatrale, e mi
passo. Frattantoji quel virtuoso Gentiluomo girò gli occhi altrove, e
con
gli occhi non volle bere nemmeno un minimo sorset
inimo sorsetto di quel vano, e osceno diletto, che gli veniva offerto
con
la tazza della comica, e femminile comparsa, tutt
alità, da un prudente Sacerdote, che dopo alcuni giorni lo narrò a me
con
molto gusto. Era quel Sacerdote pratico di Messin
ella Compagnia di Gesù dal P. Placido Giunta della medesima Compagnia
con
tanto copioso frutto delle anime, che con ragione
ta della medesima Compagnia con tanto copioso frutto delle anime, che
con
ragione fu chiamata da un Servo di Dio, Predicato
di sicurezza: né così dicono gli Oracoli dei Santi Padri. S. Ambrogio
con
uno zelo sfavillante di celeste ardore avvisa, ch
r fenestras oculorum tuorum. » S. Bernardo considerando lo sguardo,
con
che Eva mirava il vietato pomo, le dice. « Quid t
rvetur a Lascivia voluptatis rapitore ad culpam. » Ed io dico insieme
con
un Savio a chi mi dice. Io miro, e stendo il sens
on un Savio a chi mi dice. Io miro, e stendo il senso dell’occhio, ma
con
la mano del consenso. « Fallax presumptioAndr. Pi
t rarissime accidit. » Io mi astengo di rispondere a questa Obiezione
con
una lunga citazione dei S. Padri; quali ho citati
recitanti. A chi dice la Comica è bella, ma pudica. Io rispondo prima
con
Giovenale. « Rara est concordia forme. Atque pudi
que pudicitia. »Sat. 10. Ed è difficile in Donna Teatrale. E poi dico
con
l’Aresi. Se con la beltàL. 25. c. 24. del viso bo
Sat. 10. Ed è difficile in Donna Teatrale. E poi dico con l’Aresi. Se
con
la beltàL. 25. c. 24. del viso bontà dei costumi
ciemEccl. P. 8. a Muliere compta » : perché gli occhi nostri, noto io
con
Ugone Cardinale, « limosi , sunt, et citò adharet
s species muliebri ». Dice uno, (e questa è la 3. Obiezione.) Io miro
con
franchezza la Comica: perché la miro da lungijl:
ar da lontano, che da vicino: perché da lontano una faccia, abbellita
con
arte, sembra qualche cosa vaga, e graziosa: ove m
arinata, incrostata, e simile ad una vera dipinturajn, o mascherone ;
con
la quale apparenza genera orrore, e non amore. Du
e, fa peccato mortale; e gli Spettatori, fomentandola in quello stato
con
la presenza, con l’applauso, con il pagamento, o
tale; e gli Spettatori, fomentandola in quello stato con la presenza,
con
l’applauso, con il pagamento, o con altro modo ir
tatori, fomentandola in quello stato con la presenza, con l’applauso,
con
il pagamento, o con altro modo irragionevole, pec
in quello stato con la presenza, con l’applauso, con il pagamento, o
con
altro modo irragionevole, peccano mortalmente. Ri
se non tutte le Comiche della sua Compagnia sono brutte: e alle volte
con
una brutta, e vecchia padrona compare una bella,
Comica è brutta per natura, dunque per malizia si adorna lascivamente
con
varie diligenze, e con molti belletti, per compar
ura, dunque per malizia si adorna lascivamente con varie diligenze, e
con
molti belletti, per comparire almeno meno brutta,
peccat mortaliter, si hoc faciat ex sine mortaliter malo. » Concludo
con
ricordare, che molte volte una Femmina anche brut
na Femmina anche brutta fa dar nelle pazzie un Gentiluomo, non so, se
con
forza umana, o con stravedimento diabolico: forse
utta fa dar nelle pazzie un Gentiluomo, non so, se con forza umana, o
con
stravedimento diabolico: forse per quella ragione
to. Tali uomini si trovano alle volte, e di tali S. Crisostomo scrive
con
questa forma. « Qui turpi amore No. In ps. 42. f.
esito Undicesimo Le ordinarie Comiche nuocono alle anime nel Teatro
con
altri modi ? Il capo di Medusa era pieno di ve
nano a molti deboli di spirito la rovina spirituale, e gli avvelenano
con
molti modi velenosi, e mortali: due dei quali olt
capitale e donnesco, che è tanto apprezzatojr, si avanza, come può, o
con
i grazia di bellissimi modi nel trattare, o con l
i avanza, come può, o con i grazia di bellissimi modi nel trattare, o
con
la dolcezza di soavissima voce nel cantare; finch
odotta nel pubblico Teatro per allettare molti, e per rovinarli. Nota
con
avveduto accorgimento S. Cipriano, che se nella C
L’anno 1639. un Giovane molto savio, e pratico del mondo, ragionando
con
me delle molte, e gravi miserie cagionate dai mod
vava una famosa comica, la quale, dopo aver posto sottosopra il tutto
con
scandalo universale, fu alla fine illuminata, e t
i andare per udirla, quasi dovesse combattere spiritualmente, si armò
con
un aspro cilicio, e caldamente si raccomandò a Di
dò a Dio: ma andato, e veduta la Donna esser molto brutta, le domandò
con
meraviglia. Voi siete quella, che poneva in rovin
oneva in rovina questa Città ? Si Padre, rispose, io sono quella, che
con
i miei belli modi, e graziose maniere ponete in r
te in rovina la Città, e faceva perdere a moltissimi la divina grazia
con
evidente pericolo dell’eterna dannazione. Io con
imi la divina grazia con evidente pericolo dell’eterna dannazione. Io
con
le mie grazie ho cagionato una disgraziata infeli
è un chiaro specchio, in cui possiamo vedere la forza, ed efficacia,
con
che una Donna teatrale nuoce a molti con il solo
dere la forza, ed efficacia, con che una Donna teatrale nuoce a molti
con
il solo modo grazioso di trattare: nuoce ancora,
le nuoce a molti con il solo modo grazioso di trattare: nuoce ancora,
con
altri modi, uno dei quali si fonda sulla dolcezza
mente. Nota unica Intorno al nocumentojvcagionato dalle comiche
con
la dolcezza del canto. La mercenaria musica di
mercenaria musica di certe persone vagabonde non sempre sta collegata
con
la sincerità dei buoni costumi. S. Antonino dice
mmuniter tamen tales solent esseleven, et dissoluti. » E però domanda
con
prudenza Aristotele. Per quale ragione i Musici,
er ordinario siano, viziose, e perniciose; e che cagionano gravi mali
con
i canti loro. S. Pietro Crisostomo spiega le util
upercilia eorum ita sopiunt. » Seguita il Anto a provare il suo detto
con
l’induzione dei viandanti, degli agricoltori, dei
ruxit, ut ex care simul caperetur voluptas et utilitas. » S. Ambrogio
con
maggior brevità discorre in prova, che il canto è
determinò di lasciare il mondo, e di donarsi tutto a Dio, servendolo
con
perfezione. Benedetto Gononi nel Prologo dell’Ope
restò tanto commosso, e addolorato per rispetto dei suoi errori, che
con
generosa risoluzione, e con un cuore grande abban
olorato per rispetto dei suoi errori, che con generosa risoluzione, e
con
un cuore grande abbandonò tutte le vane speranze
anime, molti dolori, e grave rovina. « Onde ebbe ragione di scrivere
con
forma satirica un nobile Moderno. Ma se col ragio
llic Demonum requies. » E S. Crisostomo dopo aver detto, che i Demoni
con
i canti lascivi rovinano il tutto, aggiunge per r
canto osceno dunque, come cosa diabolica, e perniciosa fuggirsi deve
con
molta diligenza: come avvisa il B. Valeriano, dic
modo che si fuggisse, fugià nel concilio Maguntino formato un Canone
con
quelle parole. « Canticum turpeCan. 48., atque lu
ri, e imparare le canzoni vitruose, e carnali. A questi possiamo dire
con
S. Crisostomo. « Quis vestrumHom. 2. in Math., re
ltri luoghi di Santi Padri, quali sono nella prima Opera mia stampata
con
titolo di Risposta; e mostrano efficacemente, che
fficacemente, che il canto Femmnile, e massimamente l’osceno, si deve
con
molta sollecitudine fuggire. E questo è anche gra
o, che oltre al contenere disonesti, e viziosi concetti, sarò formato
con
la voce di Donna, e Donna vana, e Comica impudica
’uccellatore gli diventa esca e allettamento per prendere delle altre
con
la voce di quella. « Que primum capta fuerit Ho.
delle voci; conserva di più la concordia dei costumi, per concordare
con
essi al voler divino. Ma ahime che molte Comiche
ssi al voler divino. Ma ahime che molte Comiche cantatrici concordano
con
i viziosi lor canti al volere diabolico: e qualch
i viziosi lor canti al volere diabolico: e qualche volta formano coro
con
i compagni osceni nel cantare, e così degne si fa
i, ma di soave talento nel cnataare: ma cantava laidezze, e oscenità,
con
la lordura delle quali macchiava gli animi dei ca
vide avanti a lui un fiero, grande, peloso, e cornuto Diavolone, che
con
gli occhi di fuoco, e con la faccia ardente salta
o, grande, peloso, e cornuto Diavolone, che con gli occhi di fuoco, e
con
la faccia ardente saltava festoso col corpo, e ap
olpo il vezzoso parlare di una bellissima Comica, discorrendo d’amore
con
l’amante suo. Aggiungo al detto di questo Comico
moderno Dottore. Che sarà poi udire la Donna parlare ? E d’amore ? E
con
l’Innamorato ? E scoprirsi l’uno l’altro gli affe
arlatrice; in modo che incontri la sua spirituale sventura, cagionata
con
l’efficacia del femminile sermone; e secondo l’av
m. » Quesito Duodecimo le ordinarie Comiche nuocono alle anime
con
i balli fatti nel pubblico Teatro ? Feconda ma
voler fuggirle tutte, l’apprendere vivamente la forza efficacissima,
con
che cagionano la rovina di molti. Così con vivezz
te la forza efficacissima, con che cagionano la rovina di molti. Così
con
vivezza l’apprendeva l’anno 1638. nella Città di
he vanno alle Commedie oscene. E quel saggio Signore, e ottimo fedele
con
molto senso, ed efficacia mi esortò a predicare,
gesti: o quanti vi peccano gravemente. Le Comiche ballano nella scena
con
diletto degli Spettatori; e i Diavoli ballano nel
to degli Spettatori; e i Diavoli ballano nella coscienza dei medesimi
con
rovina loro. O quianti vi peccano. O quanti si ro
teo. Ma Luciano afferma, che per verità era una Ballerina triste, che
con
vari, e impudichi gesti ballando pareva, che si m
erati danno talvolta occasione di mal trattare l’Arte. Ed io aggiungo
con
le parole di Bernardino de Vigliegas. I balli, e
eccesso di quelle Comiche, le quali infettavano le scene, e il Teatro
con
l’oscenità dei balli disonesti: non tutte si aste
i: non tutte si astengono dal recere mortal danno alle anime di molti
con
i loro balli fatti nel pubblico Teatro. So, che i
, « si fiant modo inhonesto »T. 1. q. 4. p. 9. n. 24., se sono fatti
con
modo disonesto. Etali sono quelli, che fanno molt
miche del nostro tempo in presenza di milti Giovani, onde si può dire
con
S. Ambrogio. « Spectat coronaL. de Elia, et Iesum
6. pede, et gavisæs ex toto, affectu, extenda manum meam super te. »
Con
le sacre parole di questi due Profeti il Signore
nte spaventoso, cioè, che un nero, e infernale Mnistro armò la destra
con
un tizzone ardente, e cacciandolo nella bocca di
un reverendo Sacerdote spiegò le colpe sue, attendendone il perdono,
con
il Sacramento della PenitenzaSpe. d. 9. 52.. Feli
enitenzaSpe. d. 9. 52.. Felice fu questo tocco delle divina mano, che
con
medicinal percossa ferì talmente la gagliardia de
e minacce dell’irato Dio contro la Femmina vana ballatrice, e intuona
con
gravissimo sdegno. « Tradam te in direptionem, in
enziosi; godeva di trastullarsi ogni festivoApum. l. 2. c. 49. giorno
con
le vane sciocchezze dei lascivi balli. Una fiatak
, certi Giovani cominciarono un giuoco di palla, che lungi si mandava
con
la percossa del bastone. Ed ecco caso di gran sve
o venire, per letto della morta il feretroke, ve la collocarono sopra
con
lacrime di compassione. Poco dopo gli Ecclesiasti
crime di compassione. Poco dopo gli Ecclesiastici personaggi, vengono
con
la solita pompa per celebrare con sacre cerimonie
i Ecclesiastici personaggi, vengono con la solita pompa per celebrare
con
sacre cerimonie, e con sante orazioni a prokf del
ggi, vengono con la solita pompa per celebrare con sacre cerimonie, e
con
sante orazioni a prokf della defunta l’ultimo uff
; anzi ecco un infuriato carnefice infernale, un pessimo Diavolo, che
con
muggito orrendo se ne corre verso il feretro, lo
manda sottosoprakg, e gettato per terra l’estinto corpo, lo strapazza
con
le corna, e lo ferisce per ogni parte, e per ogni
e viscere, e si diffonde un fetore d’insoppostabile gravezza. Nessuno
con
ferma fronte, ne con saldo coraggio potè riteners
nde un fetore d’insoppostabile gravezza. Nessuno con ferma fronte, ne
con
saldo coraggio potè ritenersi dalla subita fuga:
er utilità delle Comiche Ballatrice nel pubblico Teatro, e posso dire
con
le parole dell’antico, e S. Padre Efrem Siro. « U
Quesito Decimo terzo. le ordinarie Comiche nuociono alle anime
con
i falsi fatti nel pubblico Teatro ? Ugone Card
onne, e scrive: « Quid dicam ? » Che dirò ? Che le Femmine compaiono
con
gli uomini; e di più bene spesso vestire da uomo
mo, in un farsetto lascivo, a arcando, storcendo, e vibrando il corpo
con
gesti, e posture sconce, e stravaganti cagionano
ionano alle menti dei deboli mille libidinosi pensieri, e dimostrano,
con
rendere deforme molto il proprio corpo, essere ma
Scrive lo zelante Crisostomo, e ci avvisa, che dove il peccato vince
con
le armi del lascivo salto, ivi trionfa presenzial
do sfacciatamente, bene si può credere, che renda l’animo abominevole
con
maggior bruttezza. Ebbe ragione una volta un Serv
be ragione una volta un Servo di Dio nella Città di Siracusa di dirmi
con
gran senso a proposito di queste Saltatrici. O qu
minella. Si fece chiamare il Capo, che era tra i compagni; si querelò
con
zelo del danno che alle anime si derivava dalla v
dinò, che proseguisse il costume scostumato di prima; e così fu fatto
con
dolore, e pazienza dallo zelante Predicatore, il
acolo di quella Saltatrice, e dei suoi salti, e moltiplicavano almeno
con
l’animo le loro disonestà. Io so, che al tempo no
ncano diqueste scandalose Saltatrici, e prego gli zelanti a comparire
con
me alla loro miseria. Ma non so, se il buffone, m
egli mai, tripudiando alla zannesca, faccia qualche bruttissimo atto
con
lei, per far ridere squarciatamente la brigata. S
disavventura nel tempo della mia vita secolare; e ora nella Religione
con
il solo ricordoki resto addolorato, e convinto pi
opolo Spettatore, onde contro quei salti, e quei tripudi, si può dire
con
Crisostomo. « His tripudii Diabolus saltat; his a
conforme a quella Scrittura. « Pilosi saltabunt ibi. »Is. c. 23. 21.E
con
questi giuochi restano gli uomini ingannati dal M
uffoni, e i Trastulli, i Mimi, e Pantomimi, o altro compagno saltante
con
la Comica Saltatrice: e molto più tema la stessa
o femminile, e per scoprire i tesori dele sue grazie, e per ballenare
con
i lampi delle sue bellezze: insomma per comparire
o, che non potè più camminare, se non a maniera di bestia brancolando
con
le mani, e con i piedi, e saltando qualche volta
più camminare, se non a maniera di bestia brancolando con le mani, e
con
i piedi, e saltando qualche volta a foggia di Ros
alle menti dei Fedeli: perché quindi si rovinano innumerevoli persone
con
infiniti peccati. Ma si accresce questo gran male
tificio delle parole, la destrezza di quel salto, che si può chiamare
con
Agostino. « Saltus in profundum Inferni », salto
uesto salto femminile la Comica si veste da uomo; e io di lei domando
con
il proposto Quesito. Lo può fare senza nuovo pecc
eturDeut. c. 22. 5. mulier veste virili. » Non si ammetterà la Donna
con
vestimento di uomo. La Glosa ordinaria su questo
entua pudoram, Que fugit, a sexu ? » Non ben si accorda pudica Donna
con
Donna armata. Ma lasciamo questa esposizione di v
dell’uomo. Silvestro porta a risposte a questo precettto scritturale
con
queste parole. « Dico, hoc prohiberi primo ex sup
asione alla disonestà: e la femmina, vestita a momdo d’uomo, potrebbe
con
maggiore licenza darsi in preda a licenziosi piac
ompagnia di alcuni Banditi, andando armata, e cavalcando giornalmente
con
loro a modo di Bandito, e era stimata vero uomo d
glia del pudico ornamento della vergogna, mentre cambiakk la vede sua
con
la virile. E S. Ambrogio diffusamente impugna que
rvaturEp. ad Ige. castimonia, ubi non tenetur sexus distinctio. » Ove
con
la veste non si tiene la distinzione del sesso Fe
atura ha cinto, e ricoperto il maschio, e la femmina di ciascun sesso
con
le proprie, e differenti vestimenta: come si vede
ico, che questa distintiva varietà di vestimenti si deve conservarekm
con
proporzione tra soggetti maschili, e femminili de
lico Teatro. Ma forse dirano. Questo peccare non s’intende teolocico,
con
teologica colpa, e in genere « moris prohibiti »,
ura pecca nelle produzione di una cosa, quando non la produce fornita
con
le sue solite condizioni: così sarebbe un albero
e condizioni: così sarebbe un albero di ulivo fatto grande, e vestito
con
foglie di pero, o di limone: e la ragione si può
o del vestito virile per dilettare pubblicamente saltando: e ciò farò
con
portare le sentenze dei Dottori bilenciate nel ri
iscepolo, a maniera di vaso nuovamente formato, s’imbevera facilmente
con
il liquore, e con l’odore delle dottrine, che si
a di vaso nuovamente formato, s’imbevera facilmente con il liquore, e
con
l’odore delle dottrine, che si derivano dalla fon
er meglio saltar, e dilettare saltando, usare il vestito di uomo ? Io
con
alcuni punti spiegherò la mia sentenza. Dico 1. l
ed cansa insta cohone stari potest. » Così tiene Caietano, e lo prova
con
buona ragione dicendo. « Mutatio habitusin. 2. 2.
lle preghiere di quel castissomo Giovane, che a lei se ne era entrato
con
apparenza di brutta pretensione; e cioè fece la S
io della disonestà così pensando assicurar le sue preziose margherite
con
levarle dal ezzo degli animali immondi. Navarro t
ansui; aut alterius oblectationem ». Non pecca la Donna, che si veste
con
l’abito virile per giusta cagione, come farebbe p
Può talvolta avvenire, che senza lordura di peccato la Donna si vesta
con
l’abito virile. Dunque per sentenza di San Tommas
un’azione del numero di quelle, che assolutamente considerate portano
con
se una certa deformità, ovvero disordine: e nondi
se una certa deformità, ovvero disordine: e nondimeno diventano buone
con
la congiuntura di alcune circostanze. Tale azione
iosa da se; perché ha l’apparenza di male, e se non vien giustificata
con
qualche buona circostanza, è veramente peccato. E
estimento virile, peccherà solo venialmente. Silvestro dice lo stesso
con
queste parole. « Si ista fiant ex animi levitate,
iosum est », mostra, che almeno alle volte la Donna pecca venialmente
con
farla; come avviene , quando non ha altra cagion,
che leggerezza. Dico 3. Pecca mortalmente la Donna vestendosi da uomo
con
intenzione gravemente viziosa, o con altra circos
ente la Donna vestendosi da uomo con intenzione gravemente viziosa, o
con
altra circostanza mortale. Layman dice. « Ob circ
giunta si trasse tosto le veste femminile, comparendo vestita da uomo
con
vestimento colorito, e molto bello, ma dichiarati
che concorrendovi tali corcostanze, la Donna pecca mortalmente. Diana
con
le parole si Silvio si accordakp chiaramente con
a mortalmente. Diana con le parole si Silvio si accordakp chiaramente
con
Cornelio scrivendo. « Peccatum erit mortale, si s
n pecca; dicendo Navarro, che la Femmina non pecca vestendosi da uomo
con
intenzione di recar danno ad altri onesta delazio
ella lo sa, cagione prossima, e efficace di mortale lascivia; e però
con
l’uso di tal vestito pecca mortalmente. Onde io d
con l’uso di tal vestito pecca mortalmente. Onde io dico a mio senso
con
S. Tommaso. « De se vitiosum est, precipuè quiu p
sulla scena in Teatro, o sul banco in piazza, e che spiega, e ripiega
con
vari, mirabili, e artificiosi gesti, e volgimenti
onesto diletto, ma di più di libidinoso affetto; onde peccano almeno
con
il pensiero mortalmente. E la Medea di queste mor
no a moltissimi deboli nella virtù. Dirà forse tal’uno, che la Comica
con
giusta cagione si veste da uomo per saltare; perc
este virili se vestit iusta de causa. » Io rispondo, che se la Comica
con
giusta cagione si veste da uomo per saltare nella
ità, ma per avidità di guadagnare in puù maniere. Può ella, se vuole,
con
altrwe azioni proprie della Donna sovvenire alla
andaloso. Ha necessità di guadagnarsi il mantenimento di sua vita, ma
con
l’uso dei mezzi approvati dalle buone leggi della
ivere, e mantenersi onoratamente senza vestirsi da uomo per dilettare
con
il salto, e per conseguenza non ha veramente la p
che lìanno 1641. andando per l’Italia, nel mese d’Aprile si trattenne
con
i suoi Compagni in una principale Città, per guad
er guadagnare saltando, e procedendo così ? Compariva vestita da uomo
con
un viso tutto lisciato, e imbellettato; e spesso
vestita da uomo con un viso tutto lisciato, e imbellettato; e spesso
con
scndalo si poneva sulla porta, ricevendo i pagame
uinto Le Comiche ordinarie, comparendo nel pubblico Teatro nuociono
con
altro modo oltre i modi sin qua assegnati ? La
no; ed è, che non solo la vista attuale di una Comica ferisce l’animo
con
i peccati nel Teatro; ma anche la sola ricordanza
ricordanzakq di lei in altro luogo, e dopo qualche tempo lotrafigge,
con
molte, e gravi punture peccaminose. Questo provas
po lotrafigge, con molte, e gravi punture peccaminose. Questo provasi
con
l’esperienza di un infelice Giovane, che disse di
il veleno; e se il veleno subito non si scopre, si scopriràkr ben si
con
il tempo, cagionando qualche fiorissima tentazion
cò quell’antico Romito della Scithia, il quale combattuto dal Demonio
con
la memoria della bellezza di una Femmina veduta,
non se ne vola prestamente; come succede, quando una Cerva è trafitta
con
dardo in qualche parte vitale, benché ella fugga
osità dello sguardo, benché si parta dal Teatro senza eseguir il male
con
l’opere, nondimeno da se sola perde la vita della
uomo di rea inclinazione, e di mal abito, mirando più, e più volte, e
con
molta attenzione le belle, ornate, graziose, vane
, vane, ballanti, e saltanti Comiche nel Teatro ? Tema pur, e aspetti
con
fondata probabilità mille ferite; e mille morti a
lle crudeli scorrerie dei diabolici Ladroni: sarà oggetto lamentevole
con
una più che tragica lacrimazione. E quante volte
i non cessano di offuscarlo, e talora di annerirlo affatto sozzamente
con
molte sozzure di peccati mortali. Io per me credo
i, almeno fiacchi di virtù, sono presi, allacciati, morti, e rovinati
con
la vista loro. Praticamente, e mortalmente pare i
un virtuoso, che andò per semplice diletto alla Commedia, resta preso
con
troppo affetto verso la bellezza, e grazia della
iam ? » Vuole questo S. Predicatore avvisarci. Se la Femmina adornata
con
negligenza, e mirata per caso accidentale in una
ivi stanno mirando, rimirando, e vagheggiando quelle Femminelle, che
con
la beelzza del viso, e con l’abbellimento della p
ndo, e vagheggiando quelle Femminelle, che con la beelzza del viso, e
con
l’abbellimento della persona, come con due gaglia
che con la beelzza del viso, e con l’abbellimento della persona, come
con
due gagliardi mantici eccitano la fiamma della di
Giganti a queste imprese. Ora consideriamo, che direbbe Crisostomo, e
con
esso gli altri Santi Dottori, intorno al mirare i
ente materia: e di buona speranza per le buone risposte, e soluzioni,
con
le quali tutti i nodi restani sciolti facilemente
con le quali tutti i nodi restani sciolti facilemente; e si risponde
con
fondata ragione a ciascuna obiezione. Non dispera
parsa delle Ordinarie Comiche nel pubblico Teatro. Chi è stimolato
con
gli acuti pungoli di ben fondate ragioni alla con
temente, e di bilanciare prudentemente le poche ragioni da me portate
con
questo Ricordo: contro le quali, è vero, che non
tore di compatir alla povertà del mio minuto, edi supplire al bisogno
con
le ricchezze del suo tesoro. Quesito Primo
i asserisce nel primo luogo quella difficoltà, che da molti è portata
con
questa forma. Se le Donne si devono levar dal Ban
perienza, si può giustificare: perché non per tutto si fanno le scene
con
oscenità; ne tutto il Mondo, ne tutte le scene ha
le, e non di chi resiste. Poco male possono far le Donne delle scene,
con
i loro discorsi: io dubiterei più di un occhio lu
facessero mai nelle scene. O quante cose tocca brevemente il Beltrame
con
il suo dire: ma io non resto appagato in tutto de
pondero i suoi detti paritatamente. Dice. Le Comiche non contaminano
con
i discorsi; perché sono studiati, concettosi nobi
; mai popoli interi, vedono il contrario, l’odono nel Teatro: la fama
con
le sue trombe lo fa risuonare per le Città. E le
sso l’offerisconokz sfacciatamente; e però esse contaminanole pesrone
con
i discorsi in scena. Aggiunge Beltrame. Le Donne
spirito dicono parole tali, e di più fanno gesti talora tanto lascivi
con
i Comici recitanti, che se non si scusassero con
talora tanto lascivi con i Comici recitanti, che se non si scusassero
con
il dire di essere Mogli, e Mariti, darebbero segn
e ai giudiziosi, tanto usano di sforzo, per dare pastura ai disonesti
con
le loro sporchezze delleparole, e dei gesti indeg
tutti i pozzi: perché alcuni vi si sono gettati per amore. Egli dice
con
grazia, e con gentilezza; ma il suo dire non ha g
: perché alcuni vi si sono gettati per amore. Egli dice con grazia, e
con
gentilezza; ma il suo dire non ha grazia di ferme
si gettano nel baratro del peccato mortale udendo le Comiche parlanti
con
amorosi discorsi. Ed essi medesimi confermano a b
scomodo ritirarsi dal comparire nelle pubbliche scene, e dal parlarvi
con
gli amorosi discorsi. Se non vogliono chiamare sc
guadagno teatrale; ma questo è guadagno illecito: perché lo meritano
con
ragioni, e con fatiche illecite, cioè le comaprse
ale; ma questo è guadagno illecito: perché lo meritano con ragioni, e
con
fatiche illecite, cioè le comaprse lascive, e con
tano con ragioni, e con fatiche illecite, cioè le comaprse lascive, e
con
i ragionamenti scandalosi a deboli di virtù. Anch
cose dicono, a fanno i Buffoni per occasione delle Donne in scena ? E
con
quanti puzzolenti fioretti di lascivia ammorbano
Rappresentazioni. Nella prima Commedia comparvero due Donne in scena
con
titolo di Padrone, e due altre con nome di Serve:
edia comparvero due Donne in scena con titolo di Padrone, e due altre
con
nome di Serve: le Padrone erano gravi di età, e n
ibò; via le Padrone, via; vengano le Serve: escano le Serve, e alcuni
con
parolacce sconce bruttamente scoprivano le loro i
oli di spirito, e occasione di peccato; attesa la squisita diligenza,
con
le Donne si acconciano per andarvi, ed essere mir
rte di nascoste vanità. E che ? Diremo forse, che le Dame si adornino
con
tanto studio, e spesa, per rendersi spiacevoli ai
studio, e spesa, per rendersi spiacevoli ai Cavalieri ? Che il danzar
con
fatica, e studio sia per falri disamare ? Che l’a
esimi Dottori, i quali sanno, che la Comica dice, ovvero può dire. Io
con
questo comparire mio pretendo giovare, e dilettar
e dilettare rappresentando, e così guadaganrmi il vitto onoratamente
con
le virtù. E con le fatiche mie; e nondimeno dichi
presentando, e così guadaganrmi il vitto onoratamente con le virtù. E
con
le fatiche mie; e nondimeno dichiarano tal modo d
rire illecito, osceno, e scandaloso. Che occorre dunque giustificarlo
con
il paragone di un modo lecito ? Un brutto Mostro
paragone di un modo lecito ? Un brutto Mostro non perde la deformità
con
la vicinanza di un bel soggetto. Dico poi al luog
una Donna di essere amabile non è cosa riprensibile, quando s’ingegna
con
modo lecito, e approvato dai Dottori. Ne io dico,
e disprezzate: ma stimo, che le viziose possano fare le suddette cose
con
fine moderato, e onesto, come anche l’acconciarsi
si la persona, per piacere ai Mariti, o per uscire di casa alle feste
con
gli ornamenti decevoli allo stato loro. E stimo c
la pubblica Comparsa della Donna in banco, o in scena. Per dilettare
con
i suoi vani, e aomorosi ragionamenti: onde parime
Comici amorosi sono conosciuti per finti, e si considerano solamente
con
gusto, come scherzi, e artifici della scena, senz
come scherzi, e artifici della scena, senza affetto di libidine, anzi
con
vitalità, distinguendo il diletto del senso dal p
el consenso. Beltrame spiega molto bene questa difficoltà, ove mostra
con
bella intuizione, che l’uso muta i gradi dell’est
ano quelli, che giuocano di scherma, che hanno gusto di vedere ferire
con
astuzia, colpire con velocità, e difendersi con g
ano di scherma, che hanno gusto di vedere ferire con astuzia, colpire
con
velocità, e difendersi con grazia: e ciò non nasc
usto di vedere ferire con astuzia, colpire con velocità, e difendersi
con
grazia: e ciò non nasce dall’odio, ne dall’amore,
ì sinistre conseguenze; ne un imperfetto non dovrebbe misurare altrui
con
lo stesso. Per rispondere a questa difficoltà com
, ma vero, e illecito abuso, degno di correzione, la quale si è fatta
con
il favor divino in gran parte con levar dal Crist
di correzione, la quale si è fatta con il favor divino in gran parte
con
levar dal Cristiano Teatro le bruttissime oscenit
i costumi di molti, i quali, per essere deboli di vitrtù, considerano
con
peccaminoso gusto quegli scherzi, e artifici dell
a oscena, e risvegliano in sé l’affetto di libidine; onde poi altrove
con
la rimembranza delle cose finte viste, e udite, s
el senso dal peccato del consenso. E questo io voglio qui ora provare
con
quel poco, che appesso aggiungerò, bramando, che
ccato; e moltissimi alla cieca si danno in preda al maledetto diletto
con
rovina spirituale, udendo il finto discorso d’amo
ro guadagno. Io rispondo a Beltrame, che godo molto della candidezza,
con
che confessa, che egli, e i Professori dell’Arte
gno, ne lo condanno: ma dico, che non conviene, ne si deve, né si può
con
sicurezza di coscienza usare la giocondità oscena
può con sicurezza di coscienza usare la giocondità oscena, e cagionar
con
essa l’osceno gusto; perché sono cose di rea natu
oro qualche detto mordace. Beltrame scrive, che uscendo egli talvolta
con
la folla delle persone dal Teatro, ha ineso molte
si è portato bene il tale. E di più scrive, che ha inteso altri dire
con
altra occasione. Ohibò che cosa sgangherata hanno
re moltiplicato diletto col pensare: e se nel Teatro ebbe tal diletto
con
il consenso di peccato, forse di nuovo col pensie
i dell’artificio, e non della disonestà. A questa replica io rispondo
con
due Teologi modermi: il primo è il Religioso Teol
appetito sensitivo restino sinceri, e nettilf da ogni affetto impuro:
con
ciò sia anche essendo queste potenze tra di loro
e staccato talmente l’afftto da queste cose create, che tu possa dire
con
S. Paolo « Omnia arbiter, ut stercora, ut Christu
e il non mettersi a tale pericolo; perché ti sò dire, che se entrerai
con
mente buona, e sana, ne uscirai poi con la coscie
é ti sò dire, che se entrerai con mente buona, e sana, ne uscirai poi
con
la coscienza reprobalg, e ferita. Io credo, che q
esta sentenza è molto più facile ad essere scritta, e dichiarata, che
con
i fatti praticata. Dunque noi possiamo giudiziosa
usica » perché ricusano poi di leggere, o di udire composizioni fatte
con
pietà, e con artificio ancora maggiore. Ora così
é ricusano poi di leggere, o di udire composizioni fatte con pietà, e
con
artificio ancora maggiore. Ora così noi diciamo n
discorso Accademico divirtù morali; o di una predica di santità fatta
con
grande artificio da un Apostolico Predicatore. Il
ce; egli è un Mago, che ci incanta; e alcuni lo vogliono giustificare
con
l’apparenza di qualche falsa, o debole ragione; n
lletto si turba§. Tertia. in modo, che propone l’oggetto alla volontà
con
determinate ragioni « ad passionem », e non con i
’oggetto alla volontà con determinate ragioni « ad passionem », e non
con
indifferenza. E vuol dire in sostanza questo Dott
tà di quel Garzone, che fuori di casa può incontrarsi in persona, che
con
parole virtuose lo conduce in luogo, dove si cons
travestire Giovanetti da Femmina. Egli sul principio del c. 55. dice
con
bella induzione, che ognuno s’interessa nei suoi
orma di Donna, lascivi amori; e poi anche fuori del Teatro procedesse
con
quelle maniere di conversare nelle case, e di all
e osceno parlare amoroso, e lascivo tra gli amanti; o ella si faccia
con
vere Donne, o con Giovanetti vestiti da Donna; pe
amoroso, e lascivo tra gli amanti; o ella si faccia con vere Donne, o
con
Giovanetti vestiti da Donna; perché questa materi
stanza è scandalosa, e rovina le anime: e se questa si leverà insieme
con
le vere Donne, non sarà necessariointrodurre Giov
netti rappresentanti Fanciulle, o Donne parlanti lascivamente d’amore
con
i loro Favoriti; ne per fare buone Commedie si ri
medie di poca onestà. Egli in Captius circa il fine del Prologo palra
con
questa forma intorno alla qualità dell’Azione. «
o composte da Poeti, nelle quali non si vedanoll i disonesti amori, e
con
le quali si procuri il miglioramento dei buoni co
ivo amante si era vestito da Donna, per andare a favellar sicuramente
con
l’Amica in un sacro Tempio. Sacrilegio degno di e
nte con l’Amica in un sacro Tempio. Sacrilegio degno di essere punito
con
le fiamme di Vulcano, già che era sacrificio fatt
cerare un Giovanetto; perché fingendosi Femmina, andava per le Chiese
con
vesti, con gesti, e con portamenti femminili: e d
iovanetto; perché fingendosi Femmina, andava per le Chiese con vesti,
con
gesti, e con portamenti femminili: e dopo la carc
rché fingendosi Femmina, andava per le Chiese con vesti, con gesti, e
con
portamenti femminili: e dopo la carcerazione ne s
n portamenti femminili: e dopo la carcerazione ne seguì la punizione,
con
che quel reo fu mutilato nel naso, nelle orecchie
recchie, e nel labbro. Così merita di essere trasfigurato giustamente
con
pena, chi procura trasfigurarsi disonestamente co
gurato giustamente con pena, chi procura trasfigurarsi disonestamente
con
la colpa. E quel caso io seppi da un personaggio
naggio Veneziano, che mi mostrò in Fiorenza lettere venute da Venezia
con
quella relazione. Legga lo zelante Cristiano a su
ione. S. Cipriano riprende gravemente un Comico; perché egli recitava
con
l’abito di Donnal. 3. ep. 10.. E chi può negare,
be le medesime saette di riprensione a nostro tempo contro chi recita
con
tale indecenza ? Lattanzio biasima quegli Istrio
o Dame, e forse serve vanerelle, che talora si compiacciono scherzare
con
detti Fanciulli: e chi non ha il senso mortificat
corre Beltrame, come di cosa d alui veduta in certe Accademie; e dice
con
giudizio, dicendo, in certe; perché al sicuro non
iungano alla scena scarmigliati: ma ordinano, che i Giovanetti stessi
con
l’aiuto di qualche virtuoso Accademico nella casa
i testa, e gli altri abbigliamenti femminili si adattino alla persona
con
grazia perfettamente; ne egli per allora sentirà
à dell’animo suo; ma forse nel punto di morte sarà tentato gravemente
con
pericolo della salute per il ricordo di tali abbi
ascuna diquelle Donne gli cagionava grandissima tentazione: quasi che
con
gli sguardi balenanti gli scoccasse dagli occhi a
ano secondo il gusto dell’impudica, e sfacciata Venere: fu combattuto
con
gran pericololn l’animo di quel Signore, ma non f
sentare Commedie, nelle quali comparivano Giovanetti vestiti da Donne
con
belle, e graziose acconciature da testa. Notino q
uggire il pericolo, benché minimo, per assicurarsi nel passo di Morte
con
eterna salvezza. Io approvo quello, che Adamo Con
i è sempre bene; dice Beltrame. Ed io dico, che merita grad lode, chi
con
provido accorgimento si dilunga da tutte quelle o
losi inconvenienti, o almeno gravi pericoli di seguire. E qui ricordo
con
Arias, che S. Basilio lasciò scritto, che gli uom
fiori, che nascono nel giardino osceno, e Teatrale, quando un Giovane
con
abito, e ornamento femminile vi comparelp a passe
o accidente, seguito per una spirituale Rappresentazione. Si facevalq
con
solennissimo apparato un bel Recitamento per onor
ie, e poco per altro riguardevole, si mostrò ricco, ornato, e vezzoso
con
tanti abbigliamenti, che prese gli occhi lascivi
lati vagheggiatori: onde finita l’Azione, lo cominciarono a molestare
con
sfacciataggine tanto importuna, che esso, non bas
e, fu costrettols di partire dalla Città, per non essere intrappolato
con
perdita della sua purità immacolata. Ecco i tribo
oli, e le spine, che spuntano dal suolo Teatrale, in cui si fa vedere
con
abito di Donna un Giovanetto, benché sia un nuovo
sacra, intitolata l’Invenzione della S. Croce; comparve un giovanetto
con
nome di S. Elena, vestito pomposamente: quel grav
Comico di professione, e che per guadagnarsi il vitto, vuol dilettare
con
apparenza di Femmina bella, ben ornata, ed eloque
otrà rendersi meritevole di più grave castigo, fulminato sopra di lui
con
il braccio dell’Onnipotente Giudice vendicatore.
ui con il braccio dell’Onnipotente Giudice vendicatore. Io mi ricordo
con
gran spavento quello, che già successe in Germani
giuoco, e per sollazzo si mascherarono vestiti da Donna, e comparvero
con
belle maniere, e con graziosi modi: qunado ecco u
o si mascherarono vestiti da Donna, e comparvero con belle maniere, e
con
graziosi modi: qunado ecco una miseria Teatrale d
ono gli altri due tosto all’aiuto; ma il corpo è senza soccorso, anzi
con
grave danno proprio, econ rovina; perché essi par
non si possono schermire, ma sono arsi tanto miseramente, che cavate
con
stento le maschere dai loro volti, compaiono gli
elebre tra i Commedianti, invitava alle volte il popolo alla Commedia
con
questa invenzione. Saliva in banco in una piazza
lo alla Commedia con questa invenzione. Saliva in banco in una piazza
con
far comparire un gran veligione, in cui diceva di
genade; e poi il minore, che era il più piccolo figliuolino: e diceva
con
grazia. Questo primo jha bisogno di due minestrin
no per uno; e venite a sentire la mia Commedia. E il popolo vi andava
con
gusto: e la sentiva consolatamente. E quel valnte
fine, non deve restare involto nelle calignose tenebre del vituperio.
Con
questo principio alcuni discorrono così. Il fine
rsi di quei Comici, e Comiche: ed egli non sciogliendoglilw replicava
con
grazia. È vero, che discorrrono d’amore, ma il fi
rutte, e provocative efficacemente alla disonestà: tutto che le usino
con
ottimo fine: perché le azioni umane pigliano la b
i, e vere innamorate le Donna; e farebbero ardere i cuori di ghiaccio
con
le fiamme di un lascivo, e ardente affetto. L’acu
on gli siano direttamente opposti, o tatalemente viziosi. Ma aggiungo
con
il Dottissimo Teologo Suarez. « Sepe erratur in e
ire. Alcune cose sono peccati non per se stesse, ma per l’intenzione,
con
che si fanno: in cose tali il giuoco, e lo scherz
Parenesi fa un’Obiezione a se stesso: e vi risponde: ecco l’obiezione
con
la risposta. « Dices, Ideo non turpia, non inhone
nelle immagini. Se esse rappresentano l’addomesticamentolx di Maschi
con
Femmine, non si dicono essere brutte, ed impure ?
arà loro il titolo di turpi ? E chi è quel savio , e pio uomo, (parlo
con
un cristiano) il quale subito non levigli occhi d
egni di ammonizione, i quali aprono la strada ad innumerevoli mali. E
con
che ragione chiamare si possono buoni, ovvero one
are si possono buoni, ovvero onesti, mentre, come disse quell’antico,
con
le simulate iniquità inservisconoly alle operazio
imulate iniquità inservisconoly alle operazioni delle vere ? E mentre
con
brutte finzioni allettano, anzi spingono a peggio
ai di chiamare onesti gli adulteri, perché si rappresentano in Teatro
con
finzione ? Felice veramente sei o Meretrice; poic
gli Istrioni. O Comico Proscenio, e onde hai trovata questa santità,
con
la quale ottieni, che onesti siano in pubblico qu
; ove fingendo in Teatro, rendi adulteri i popolo spettatori: tu solo
con
una sola Femmina rimarresti ingannato, e non inga
. Sin qui ho discorso volgarizzando il passo dell’allegato Scrittore;
con
l quale si prova, che i brutti giuochi, e le brut
zate di onestarelz pubblicamente le vostre disoneste Rappresentazioni
con
il venerando; ed onestissimo nome del Matrimonio.
n burla i negozi gravi, e importanti, i quali non si devono trattrare
con
burle. « Non adhibendo2. 2. q. 168. a. 3. ad. 3.
e cose di S. Chiesa; come già facevano nel Teatro gl’Istrioni Gentili
con
gravissimo peccato di scacrilega derisione. Cauie
lui non trattano, per deriderlo, e porlo in gioco in quella guisama,
con
che già il famoso Comico Genesio, non ancora conv
mortali; e sssi per ordinario non se ne astengono; massimamente , che
con
quegli scherzi Teatrali, con quelle sceniche burl
non se ne astengono; massimamente , che con quegli scherzi Teatrali,
con
quelle sceniche burle si porge a semplici qualche
a cercti Commedianti meno osceni degli altri osceni; però la coprono
con
il manto Matrimoniale, facendo, che l’Azione osce
o con il manto Matrimoniale, facendo, che l’Azione oscena si concluda
con
l’onesto Matrimonio. E quindi Beltrame scrive. «
r parte impuri attori, e però coprono il viso dell’illecita disonestà
con
la maschera della modestia; e dopo avere ammorbat
maschera della modestia; e dopo avere ammorbato il Teatro, e la scena
con
la puzza di un Recitamento burlesco infame, e dis
, e odoroso, aggiungendo, come fiore di soavità il fine Matrimoniale,
con
che si termina la Commedia. Non basta mutare prim
scena niente si frapponga di brutto, o d’ingiurioso a Dio. Ma chi può
con
buona ragione negare, che non si fa ingiuria a Di
na un Sacramento, ovvero il suo contratto civile, e conclude il tutto
con
i gridi, con i plausi, e con le risate degli Spet
nto, ovvero il suo contratto civile, e conclude il tutto con i gridi,
con
i plausi, e con le risate degli Spettatori ? Diss
uo contratto civile, e conclude il tutto con i gridi, con i plausi, e
con
le risate degli Spettatori ? Disse una volta un G
i peccato: perché rappresentano un Matrimonio; e il tutto si conclude
con
una risata grassa grassa. Ed io dico che con quel
; e il tutto si conclude con una risata grassa grassa. Ed io dico che
con
quel Matrimonio finto, r disonestamente rappresen
sperge nelle anime il suo veleno. « Faltias abscenditur, si può dire
con
S. Vincenzo Ferrerio Trat. Vitæ spir. c. 12., sub
e ha grandissima forza presso molti, e molto qualificati personaggi.
Con
la seguente Nota toccheremo i tasti per questo su
iamo in ogni luogo seguire l’arbitrio del voler nostro. Ove soggiorna
con
maestà un Principe, noi ivi, non con trascurata l
del voler nostro. Ove soggiorna con maestà un Principe, noi ivi, non
con
trascurata libertà, ma con sommo accorgimento di
iorna con maestà un Principe, noi ivi, non con trascurata libertà, ma
con
sommo accorgimento di gran riverenza conversiamo:
fine du un Rappresentato Matrimonio, per introdurre le Donne in scena
con
i discorsi di lascivo, e scandaloso amore; e la r
E Bonaccina tiene per illecito il mirare l’addomesticamento dell’uomo
con
la Donna, e dice. « Est peccatum mortaleDe matr.
te accese d’amore; tuttochemf lecito sia il fare modestamente l’amore
con
fine di Matrimonio; perché la pubblicità è scanda
un centinaio di persone ? Sogliono comunicar segretamente gli affetti
con
qualche modesto guardo, o saluto; ovvero con qual
segretamente gli affetti con qualche modesto guardo, o saluto; ovvero
con
qualche segreta ambasciata. Mi dica un poco per s
are in pubblica scena lascivamente il suo innamorato, ragionando sola
con
quello solo, e facendo atti, e altre cose indecen
ttatori della Commedia suppongono, che quel negozio d’amore si tratti
con
segretezza, e non si faccia in pubblico. Ma io ri
non si faccia in pubblico. Ma io rispondo, che quel negozio si tratta
con
oscenità, e il supposto è falso evedentemente, e
popolo vituperosi ruffianesimi, e innamoramenti di persone favellanti
con
parole tanto affettuose, e ardenti, che accendere
nel mezzo delle nevi: e poi dicono, e professano di onestare il tutto
con
il fine di un finto Matrimonio. Questa finzione è
onano d’amore, massimamente nella presenza di molti deboli di virttù,
con
apportare per scusa il buon fine del matrimonio;
ini al fine dell’utile; e fanno l’arte Comica per vivere onoratamente
con
la giusta mercede meritata con le loro fatiche; e
l’arte Comica per vivere onoratamente con la giusta mercede meritata
con
le loro fatiche; e se dilettano modestamente, ciò
Comica si opporrà, credo, al mio pensieroC. 16.; perché lo cinvicerei
con
l’autorità del fino Beltrame, che scrive con bel
6.; perché lo cinvicerei con l’autorità del fino Beltrame, che scrive
con
bel garbo così. Chi era con la comune opinione, n
l’autorità del fino Beltrame, che scrive con bel garbo così. Chi era
con
la comune opinione, non merita particolare censur
chiunque sisia umano operatore è animato dalla speranza dell’utile: e
con
l’esca dell’utile si corre all’onore, poichè l’av
tano biasimo, come che si abusino dell’Arte, il cui fine è di giovare
con
una dilettevole, modesta, e virtuosa Rappresentaz
odurre vizi nel Mondo; ma per correggerlo dai vizi; e per ammaestrare
con
viva voce, e con apparenza i semplici. E nel fine
ondo; ma per correggerlo dai vizi; e per ammaestrare con viva voce, e
con
apparenza i semplici. E nel fine del Capo conclud
suono spaventoso ai peccati, e di grazioso invito alle virtù: ma essi
con
le lor disoneste oscenità invitano, e ammaestrano
ro onorata, diede un largo sfregio di grande, e perpetuo vituperio; e
con
l’esborso del piacere altrui comprò a se medesimo
etti degli Spettatori; ovvero per servire al cenno di qualche Signore
con
speranza di buon guadagno. L’anno 1638. mi narrò
narrò in Sicilia un Comico, Capo di una Compagnia, che egli una volta
con
i suoi Compagni si trovava in una principalissima
ti d’amore non basta, che si supponga esser lecita nei libri stampati
con
la pubblica approvazione dei Superiori ? Si de
rrei piùttosto sentir dalla sapienza altrui, che andarla investigando
con
la mia debolezza: mala cosa non avere forza di Gi
l’anno 1636. in Bologna, Città dottissima, e approvata dai Superiori
con
questa forma. « Vidit D. Polycarpus Paganellus; C
diremo per rispondere a quella difficoltà fondata sui libri stampati
con
l’approvazione dei Superiori ? Io rispondo, che q
nella modestia, e virtù da quei Comici del nostro tempo, che non solo
con
le Femmine, ma con altre oscenità, vituperano l’A
irtù da quei Comici del nostro tempo, che non solo con le Femmine, ma
con
altre oscenità, vituperano l’Arte, e sono degname
acramenti i Commedianti. Eppure ambedue sono Santi, e furono amici: e
con
tutto ciò sono i pareri loro diversi. Ed io dico,
pratica disonesta tenuta nel recitare. Ed il 2. la moderata maniera,
con
la quale si può, e si deve fare ogni Cristiano Re
Teatro, per far la parte sua nell’Azione, senza parlare amorosamente
con
oscenità ? Alcuni domanadano. Se la comparsa d
do. Io non ho ancora trovato presso alcun Dottore la precisa risposta
con
i suoi termini a questa difficoltà: e però, oltre
issime Commedie mercenerie è proposta ornata lascivamente, e parlante
con
tale affetto. Che se questa materia amorosa si le
concesso alle Comiche il comparire ornate, e parlare in pubblico, ma
con
avviso, e precetto, che non usassero alcuna parol
sciret turpiter ab aliquibus esse amandam ». E prova la sua dottrina
con
ragione, e autorità, e aggiunge, che secondo i Do
ta, come cagione onesta, la necessità, o l’utilità del guadagno fatto
con
il medesimo recitamento, dal quale, quando non pu
ove potrebbero godere antidoto di vita. Dico 4. Se la Donna si adora
con
animo di essere disonestamente amata; tutto che n
tore il fatto della S. Vedova Giuditta, la quale pare, che si ornasse
con
intenzione di prendere nel laccio della disonestà
ogni macchia di calunnia, e di peccato. Ora io domando. « Quo animo»,
con
che animo, e con che fine la Comica ordinaria si
alunnia, e di peccato. Ora io domando. « Quo animo», con che animo, e
con
che fine la Comica ordinaria si adorna ? Con anim
animo», con che animo, e con che fine la Comica ordinaria si adorna ?
Con
animo, e fine di piacere «moraliter; vel carnalit
sa peccherà solo venialmente. Così espressamente insegna Castro Palao
con
Sanchez, e Bonaccina, dicendo ad una Donna. « Si
lche numero di peccati veniali cagionati da i Comici, e dalle Comiche
con
le loro poco modeste azioni, e vani ornamenti. Io
ovani, e di molti altri deboli di virtù, costringe a dire, che molti,
con
l’occasione di trovarsi presenti alle Commedie po
poi altro ne crescono in un grande, e rovinoso incendio. né di questo
con
me per ora altra prova, che la confessione dei me
liere dalle Commedie stampate, come da tanti giardinetti; quei fiori,
con
i quali stimano di potere comporre le azioni loro
sì. Le nostre CommedieC. 753. sono simili a quelle, che sono stampate
con
licenza dei Superiori, e molte volte sono le stes
mento dei mercenari Commedianti ? Io rispondo, che le Azioni, stmapte
con
l’intervento di Done, fanno gran danno ai Lettori
re volte erano l’insegna delle Librerie, e assiduamente dei Librai. E
con
tutto che sia così, e che la S. Inquisizione vigi
perte oscenità, che vi leggono, e intendendole servono spiritualmente
con
gravissimo danno della virtù. Quindi nel Decreto
nte con gravissimo danno della virtù. Quindi nel Decreto sono ripresi
con
le parole di S. Girolamo i Vescovi, e i Sacerdoti
die, e i versi poetici dai figliuoli loro, e dai nepoti. E credo, che
con
tanto zelo quel Santo Dottore scrisse quell’ammon
o se di breve, basterà che si oda la voce femminile dentro la Scena.
Con
tutto ciò se alcuni introducessero, massimamente
imamente in Azioni sacre, Giovinetti savi, e onesti, vestiti da Donna
con
non troppo sfoggiate; e pompose vesti, e senza li
ispetti degnissimi di gran cautela. Aggiungo. Molte Commedie stampate
con
qualche oscenità di Donna, o di altro, si tollera
osì dico io nel nostro caso delle Commedie stampate, e delle recitate
con
la femminile oscenità d’amoroso, e lascivo ragion
ascivo ragionamento. Dall’altezza del Cielo teatrale cadono i fulmini
con
violenza maggiore, che dalle parti superbe della
te lnaguiscono per difetto di vigorosa azione; ma in quello feriscono
con
vivezza di rappresentazione . La forza Comica del
erfetto suo non fu senza difetto; e l’oro di lui, si collegò talvolta
con
il vilissimo piombo, e tra le sue perle si trovò
, tenuto per buon Teologo universalmente da isuio Cittadini, discorse
con
me nella proposta forma: quasi che con il titolo
e da isuio Cittadini, discorse con me nella proposta forma: quasi che
con
il titolo d’amor Platonico si potesse giustificar
rse un’amore meritorio del Santo Paradiso ? Non credo; perché Platone
con
tutti i suoi amori non può far salire tanto in al
? Quanto è raro ? Confessare di amare una bella Donna, e dichiararsi
con
parole affettuose, e proprie di un lascivo Amante
o, si servono quelli, i quali palliandomm l’infame concupiscenza loro
con
titolo di amore Platonico, e facendosi scudo dei
Xenofonte, di Eschine, e di Cebete, non si avvedono gli infelici, che
con
artificio privo di ogni arte, e pieno solo di ogn
ati, e che non si accorgono della stolida lor malizia; ed essi miseri
con
la sregolata vita loro rinnegano l’amore di Iddio
pernicioso, e scandaloso ai deboli Auditori, che sentendo reagionare
con
termini poco onesti di qmore Platonico, restano i
ionare con termini poco onesti di qmore Platonico, restano infiammati
con
l’amore Platonico, e cadono in mille peccati degn
in diligenza vi andò: e cominciando la riforma degli sformati costumi
con
zelo di vigilantissimo Pastore, trovò, che passav
one, che i fautori degli osceni Commedianti pretendono rendere onesto
con
la scusa ai amor Platonico, questo amore non è bu
aette, che i Guerrieri Cristiani lanciano contro le Teatrali oscenità
con
l’arco della scolastica dottrina. né Platone è Ca
di bastevole difesa, contro l’assalto di quei Teologi di Cristo, che
con
il brando della giusta ammonizione troncano l’alt
bano levare dal pubblico Teatro; benché vi parlino di materie amorose
con
maniere poco modeste; perché una tal levata è arg
troppa severità, e per conseguenza, chi la procura, cerca di palesare
con
vituperio la sua troppa rigidezza. Beltrame difen
il suo chiarore in faccia di un moltiplicato sole. Crisostomo scrive
con
senno in un Sermone. « Nunc per Deum severitasSer
Cioè. Ora Iddio per mezzo della severità dona la vita; ed il Demonio
con
le lusinghe reca la morte. Ma ponderiamo un poco
ella, sopra alla quale passeggiano le immondizie, che ognuno dovrebbe
con
ogni diligenza correggere. Io rispondo. Alle volt
restò bruciato miseramente; onde l’infelice ne gemeva, e ne sospirava
con
grande dolore. Che poi i Lussuriosi abbiano ogni
simo, che ognuno dovrebbe correggere la scena del cuore, e custodirla
con
diligenza secondo l’avviso del Cecchino, e molto
ai lussuriosi nuova occasione di moltiplicare i peccati; eppure la dà
con
la comparsa delle Donne discorrenti lascivamente
corregge, né custodisce la coscienza; e nondimeno credo probabilmente
con
il Boccacina, che pecca, chi senza legittima scus
esto rispondo a questa difficoltà, dicendo. So, che alcuni discorrono
con
tal tenore. Se non è lecita la comparsa delle Don
camente di proposito, forse non sono stati porposti ai Sig. Superiori
con
istanza, che si proveggamq a tale abuso. In S. Ch
i: l’iniquità ancora ha la sua stagione per maturarsi, onde alla fine
con
il tempo si matura, e cadendo manca. Molti errori
altre Commedie oscene non curano di faticare, sapendo, che piacciono
con
le oscenità, che hanno pronte. Ma se fosse un Sig
l rappresentare lascivi amori: ed egli non punto curasse di consultar
con
in dotti: anzi ricusasse d’udir ragioni, o di ved
ir ragioni, o di veder scritture contrarie al suo volere, professando
con
i fatti una viziosa ignoranza: l’esempio di un ta
tto, anzi timor di peggio: onde bisogna ricorrere all’Onnipotente Dio
con
l’orazione, e con le lacrime, supplicandolo di ri
peggio: onde bisogna ricorrere all’Onnipotente Dio con l’orazione, e
con
le lacrime, supplicandolo di rimediare efficaceme
’orazione, e con le lacrime, supplicandolo di rimediare efficacemente
con
l’aiuto suo. L’uomo zelante, dice Agostino, « per
il Gran Padre dei lumi, che sgombri il buio di quei tenebrosi orrori
con
il chiarissimo lampo della sua divina luce. Rispo
ondannano; benché non sia stata ancora condannata affatto, e proibita
con
legge Imperiale , ovvero un Decreto Papale. Mi vo
gge Imperiale , ovvero un Decreto Papale. Mi volgio dichiarare meglio
con
questo racconto. Un Teologo voleva stampare un’op
’operetta contro le Teatrli oscenità l’anno 1639. Ed egli fu impedito
con
l’autorità di un principale Superiore, il quale e
, anzi moltissimi Dottori, dai quali è condannata esplicitamente, non
con
titolo di convenienza, e zelo predicatorio, ma co
splicitamente, non con titolo di convenienza, e zelo predicatorio, ma
con
obbligo di necessità, e rigore scolastico Teologa
nzi maggiore diligenza nell’elezione di quel sacro Personaggio, a cui
con
titolo di confessore si compiace di confidare il
dero, che non sia di mestieri, che io travaglimt molto nel rispondere
con
molte dottrine lungamente al presente Quesito, ma
Principe dichiara come egli portarsi debba verso il suo Confessore; e
con
tale occasione spiega insieme le qualità, delle q
nviene, che sia fornito il medesimo Confessore. Discorre il Cardinale
con
idioma latino; ma io lo trasportoqui in Italiano
rre il Cardinale con idioma latino; ma io lo trasportoqui in Italiano
con
ogni fedeltà; in modo che da tutti possa essere c
raticato. L’eterna salute del Principel. 1. c. 6., dice egli, dipende
con
modo meraviglioso dal suo Confessore: e si leggon
lti esempi ripieni di grande orrore, nei quali si vede la dannazione,
con
che i Confessori insieme con i Principi lor penit
orrore, nei quali si vede la dannazione, con che i Confessori insieme
con
i Principi lor penitentisono precipitati nei dolo
ine di sua vita. perché volesti essere Giudice non potendo combattere
con
vitù contro l’iniquità, e temendo la faccia dell’
i ancora egli Curiale, e Cortigiano. E finalmente si mostri tale, che
con
una vera umiltà, e santità abbia congiunta una mo
olpabile. Parimente di rado acvviene, che quell’ignoranza non apporti
con
sé scandalo per i sudditi, i quali facilemente st
etti dal penitente, ma piuttosto gli addossa sulle sue spalle insieme
con
glialtri errori, che dissimula nel medesimo penit
bligare, o obblighino il penitente, studino gli Autori, e si consigli
con
uomini dotti, e pii segretamente; e trovando, che
tti, e pii segretamente; e trovando, che il Penitente erra, lo avvisi
con
la debita modestia, e rispetto: e tenga pronte le
la dissimulando secondo le regole teologali. Per le quqli si può dire
con
Reginaldo. « Ad vitandum grave nocumentum publica
ori dei Superiori grandi a fare per loro bontà un poco di riflessione
con
me su quello, che spiega questo dottissimo Teolog
comparsa delle Donne parlanti d’amore in scena. Io dirò il mio senso
con
alcuni punti, riportandomi sempre a migliore giud
ta comparsa: perché i Predicatori molte volte la biasimano; i Dottori
con
i libri stampati sempre la condannano; le voci di
rie per l’osservanza della divina Legge. Dico 3. Tale ignoranza porta
con
sé scandalo in pregiudizio di molti sudditi; perc
ttono molti peccati. E però il confessore deve levare quello scandalo
con
avvisare il Superiore, ricordandogli di quella gr
grazia per quella comparsa: al qua danno deve rimediare il Confessore
con
dare l’avviso necessario al penitente: perché « b
no sufficienti, o no, per la tolleranza; ed egli può far tal giudizio
con
le dottrine degli Autori, che hanno scritto della
li Autori, che hanno scritto della materia Comica, e delle Comiche, e
con
la consulta di uomini virtuosi, dotti, e pratici
da all’avviso nelledebite circostanze , da solo a solo; e soprattutto
con
molta piacevolezza, ed umiltà. « Sermoni suo ita
onf. c. 3. sect. 8.E credo sarebbe molto ben fatto l’offrire l’avviso
con
qualche Scrittura composta di buone ragioni, e sp
l’avviso con qualche Scrittura composta di buone ragioni, e spiegare
con
chiarezza, e brevità; in modo che l’avvisato le p
modo che l’avvisato le potesse leggere, rileggere, e ponderare da sé
con
molta maturità, ed attenzione, che così conoscere
alomone; quasi volgia accennare, che come il vizioso non s’approfitta
con
gli avvisi, così il virtuoso avvisato corregge i
essere buon maestro di sicurezza. E chi può soddisfare alla sua sete
con
l’attingere l’acqua dalla fonte, non cerca il rus
l medesimo Padre Giovanni de Lugo non ancora promosso al Cardinalato,
con
desiderio di essere illuminato; se nel mirare la
essere il Catone, e il Nestore della mia scrittura; e di significarmi
con
libera brevità il suo pensiero. Fui consolato nel
non condanno ogni comparsa femminile in scena, mi rimandò il Quesito
con
la breve aggiunta del suo giudizio disteso nella
onati dalla pubblica comparsa delle impudiche Comiche nel Teatro; ove
con
tante parole disoneste, e con tanti gesti brutti
delle impudiche Comiche nel Teatro; ove con tante parole disoneste, e
con
tanti gesti brutti nuociono gravemente a quelle a
bunda humilitate »; come ne avvisa Clim. E quando l’umiltà si collega
con
una buona ragione, impietra facilmente, che le me
, impietra facilmente, che le medesime suppliche ci ritornino segnate
con
il grazioso, e desiderato Fiat. Voglio raccontare
pagnia di Commedianti, i quali facevano nel Palazzo Regio le Commedie
con
gran concorso delle Dame, e dei Cavalieri. Compar
e Dame, e dei Cavalieri. Comparivano nelle pubbliche scene le Comiche
con
i loro discorsi amorosi, e scandalosi alle person
ombra, benché minima, di censurare i Superiori, compose una scrittura
con
ragioni, parte di convenienza, e parte di necessi
e parte di necessità; e la presentò per mezzo del suo P. Provinciale
con
forma di Supplica al detto Principe, che non la s
a, e breve Operetta scolastica, fatta da Girolamo Fiorentino Lucchese
con
titolo di Comædiocrisis; stampata l’anno 1637. ch
orale, e prosimo pericolo di peccare mortalmente; e a questo concorre
con
la licenza il Superiore. 2. perché la solita vist
i debolissimo spirito vi sarà uno, anzi più di uno, a cui si può dire
con
le parole dello stesso Crisostomo. « Spectasti, i
niquitatem operatus es. ho. 3. de penit » e a tale iniquità concorre
con
la licenza il Superiore. 3. perché il mirare la D
ente in persona viziosa, la vista di quella donna, che compare ornata
con
vezzi di lascivia, e vuol dilettare ? « Si ille,
ficientur ? » Crisostomo hom. 7. in Mat. E a tale cattività concorre
con
la licenza il Superiore. 4. perché il Superiore d
in banco, ive molti fanno peccati: e questi peccati può egli impedire
con
negare la licenza alle Donne. Dunque la deve nega
are; perché questo è modo più facile, e più efficace, che le predica,
con
la quale non s’impediscono affatto i peccati, ai
, con la quale non s’impediscono affatto i peccati, ai quali concorre
con
la licenza il Superiore. 5. perché occorre spesso
azza, o trova in Chiesa una Donna, non lascivamente acconcia, la mira
con
curiosità, e resta preso. Ora che farano quelli,
upiscentiam. » Crisostomo ho. de David, et Saule. E a questo concorre
con
la licenza il Superiore. 6. perché chi dice. Si p
tque intuitum elegantem attigerit formam protinus extorit animum », o
con
il consenso, o con la tantazione pericolosa, e pr
ntem attigerit formam protinus extorit animum », o con il consenso, o
con
la tantazione pericolosa, e prossima al consenso.
uanti molti sono, che la ordinano a cosa nociva ? E a questo concorre
con
la licenza il Superiore. 8. perché la Donna pecca
i quali per piacere, si adorna; e se è brutta per natura, si acconcia
con
arte: né per salire in banco, o par comparire in
i suoi vani ornamenti scandalosi per molte anime. E a questo concorre
con
la licenza il Superiore. 9. perché spesso avviene
vita attuale di Donna in banco, o in scena ferisce l’animo di alcuni
con
un peccato; ma anche la sola ricordanzanc di lei
; ma anche la sola ricordanzanc di lei dopo qualche tempo lo trafigge
con
nuovi peccati. « Qua spectasti, ad memoriam recur
atur abire sine opere, tamen ipsa per se perit ». E a questo concorre
con
la licenza il Superiore. 10. perché nel vedere qu
no de speci. « Amat, dum spectat. » E a questo indegno amore concorre
con
la licenza il Superiore. 11. perché in Roma non s
enza di salir in banco alle Donne, e di consultare il caso molto bene
con
i Teologi. Così fece Monsignor Mastrilli già Arci
issimo conto, che dovranno dare nel punto di morte: onde possono dire
con
Agostino. « Nos cum timore nominus, quam periculo
sta sublimi sede reddatur. » 12. perché le Donne in banco, o in scena
con
il Buffone, o con altri frappongono per ordinario
eddatur. » 12. perché le Donne in banco, o in scena con il Buffone, o
con
altri frappongono per ordinario parole, o gesti o
dinario parole, o gesti osceni: ovvero altri le frappongono trattando
con
le Donne: onde qulle Azioni meritano il titolo di
. 1. c. 9. Io non so, come si possano in alcun modo questi Spettacoli
con
apparenza di ragion difendere, se vogliamo vivere
rascuragginend dei Principi, e dei Prelati, che lasciano di procurare
con
Editti; e con pene la libarazione di si grave, e
dei Principi, e dei Prelati, che lasciano di procurare con Editti; e
con
pene la libarazione di si grave, e contagioso mal
bbligati, e non facendolo, sommamente rei di eterno castigo. Concludo
con
S. Tommaso 2. 2. q. 168. a. 3. Egli condanna i Co
a osservano lungo temponf; perché fanno, che più facilmente piacciono
con
l’impurità. Quindi saggiamente la Signoria di Gen
erazione ai Commedianti, ma proibire affatto le Commedie; e le proibì
con
eterna lode del suo glorioso nome. Questo esempio
regola a tutti i Principi di Cristianità. Io finisco la mia Supplica
con
le parole di un zelante Dottore supplicante in qu
ichee. » Che se a questa Supplica sarà negata ora la grazia, piangerò
con
dolore la rovina di molte anime; e supplicherò il
ntito, ed esaudito in altro tempo. Il benignissimo Principe ricevette
con
un cuore pieno di docilità tutte le considerazion
e considerazioni, che ristrette nel foglio gli erano state presentate
con
umiltà: ne molto differì la grazia consolativa de
nti ad andarsene fuori dal Regno. Così fu ragguagliato il Predicatore
con
lettere congratulatorie di amici, e egli ne ringr
incipe Vice Re, e degnissima di essere seguita da ogni gran Superiore
con
l’imitazione. Il bene risplende in ogni soggetto
itando la facondia Ciceroniana, ha posto l’Arte Comica in concorrenza
con
l’Oratoria; e parte con la beltà mirabile, parte
oniana, ha posto l’Arte Comica in concorrenza con l’Oratoria; e parte
con
la beltà mirabile, parte con la grazia indicibile
a in concorrenza con l’Oratoria; e parte con la beltà mirabile, parte
con
la grazia indicibile, facendosi divulgare per la
a età. Non lascio da parte quella Lidia gentile della mia patria, che
con
si puliti discorsi, e con si bella grazia, piange
quella Lidia gentile della mia patria, che con si puliti discorsi, e
con
si bella grazia, piangendo un dì per Adriano, las
Scena, quella bella Maga d’amore, che alletta i cuori di mille amanti
con
le parole, quella dolce Sirena, che ammalia con s
cuori di mille amanti con le parole, quella dolce Sirena, che ammalia
con
soavi incanti le almenh dei suoi devoti Spettator
da Tullio: e questo, che dico io qui in breve Italiano, egli dice ivi
con
lunga spiegaturani latina. E nel c. 11. scrive ch
era femminile, oscena, e scandalosa. E però Crisostomo tante volte, e
con
forza di tanto zelo, e di zelante spirito s’infia
otti astutissimi, e sfacciatissimi, i quali poi contaminano il Teatro
con
le oscenità; e se trattano con le Comiche in Scen
imi, i quali poi contaminano il Teatro con le oscenità; e se trattano
con
le Comiche in Scena, non si astengono da gesti la
on è batteria per mia offesa; ma è piuttosto muro per difesa: né egli
con
la sua Dottrina favorisce punto la scandalosa com
a scandalosa comparsa delle Comiche mercenarie, e oscene; ma discorre
con
disegno di sterminare dai banchi, e dalle scene o
e. La lettera di V. R. Con l’inchiusa scrittura mi ha trovato a letto
con
podagranj e chiragank, cioè prigione della divina
letto con podagranj e chiragank, cioè prigione della divina Giustizia
con
ceppi ai piedi, e con catene alle mani: onde perc
chiragank, cioè prigione della divina Giustizia con ceppi ai piedi, e
con
catene alle mani: onde perché non posso scrivere,
particolare a detta scrittura; come mi domanda: ma posso solo per ora
con
questa affermarle generalmente, che io non ho ami
e nello stesso modo la sua Dottrina: bene spesso fa comparire vestiti
con
diversa livrea e pensieri del suo intendimento: n
imento: né egli molto cura, che quello, che intende spiegare talvolta
con
le regole della mondana, e ordinaria Politica, si
retenderà talvolta un dotto lodare precisamente la finezza dell’Arte,
con
che una persona iniqua, e scellerata offende Iddi
llenza la parte loro, acquistando gran lode dall’Azione rappresentata
con
squisitissimo artificio. E forse in questo senso
ia s’introducono nobili Matrone, grandi Signore, ed eccelse Regine. E
con
questo può ben bastare, che sia cosa illecita, e
to può ben bastare, che sia cosa illecita, e peccaminosa: come se uno
con
parole, e gesti pudici, pieni però di artificio,
a nel favellare, addormentata nel gestire, che ha perpetua inimicizia
con
la grazie, etiene con la bellezza differenza capi
mentata nel gestire, che ha perpetua inimicizia con la grazie, etiene
con
la bellezza differenza capitale. Si vede dunque,
o Ruffiano; avrebbe, dico, detto, meritano gran lode nel recitare; ma
con
tal detto non gli avrebbe giustificato dal peccat
tal detto non gli avrebbe giustificato dal peccato commesso recitando
con
scandalo degli spettatori deboli di virtù. Si lod
rte, chi merita stare nell’Inferno per la colpa. Dico 4. Egli dipinge
con
i colori della sua eloquenza quelle 4. Donne, com
o, che colei meriti il titolo di Diabolica Vittoria; poichè cagionava
con
la squisitezza scandalosa dell’arte al Demonio mi
ro le anime di molti Spettatori, fiacchi posseditori di quella virtù,
con
che si mantiene il possesso della divina grazia.
di chi la mira, e di chi la lode: ma ove si negozia d’amoroso affetto
con
termini, e con modi vergognosi, e pieni di modest
e di chi la lode: ma ove si negozia d’amoroso affetto con termini, e
con
modi vergognosi, e pieni di modesto rossore; oh g
ma l’avrà modesto. E artificioso: e di più si farà sentire, e vedere
con
vivezza di premeditato discorso, con saette di ba
di più si farà sentire, e vedere con vivezza di premeditato discorso,
con
saette di balenanti sguardi, con vezzi di bocca r
con vivezza di premeditato discorso, con saette di balenanti sguardi,
con
vezzi di bocca ridente, e con le potenti lusinghe
corso, con saette di balenanti sguardi, con vezzi di bocca ridente, e
con
le potenti lusinghe di una persona tutta ben comp
, o per certissima relazione, che i Commedianti, e i Ciarlatani vanno
con
le loro Femminelle attorno per tale stato; e fann
le loro Femminelle attorno per tale stato; e fanno le solite Commedie
con
i discorsi amorosi: e nondimeno tollerano; e non
nte addottrinati: segue la gigantesca superbia, chi combatte il cielo
con
le montagne. Rispondo. Veramente la nebbietta di
i nella Teologia. Una volta un valent’uomo chiaram, ente di disse. Io
con
il riparodi questo argomento estrinseco mi difend
iuxta cap. Cum iam dudum, de prebend ». Io ora dichiaro il mio senso
con
questo odine. Dico 1. La difficoltà di questo pre
idogli chiamino, e provvisionino le Compagnie dei Comici; in modo che
con
le loro Comiche facciano le oscene Rappresentazio
modo i detti principalissimi Sig. e Superiori mostrano bastevolmente
con
i fatti, e con il governo loro presenziale quello
rincipalissimi Sig. e Superiori mostrano bastevolmente con i fatti, e
con
il governo loro presenziale quello, che sarebbe c
ntissimo, che tutti gli altri eseguissero nella propria giurisdizione
con
una Politica, con una santa Politica, e prudente
i gli altri eseguissero nella propria giurisdizione con una Politica,
con
una santa Politica, e prudente imitazione. Io so
buona ragione; o almeno che paresse nel tempo più dissoluto dell’anno
con
probabile speranza d’impedire qualche male maggio
del banco, o della scena: ma sarebbe necessario consultare il dubbio
con
i Teologi, e con i pratici virtuosi, e zelanti de
la scena: ma sarebbe necessario consultare il dubbio con i Teologi, e
con
i pratici virtuosi, e zelanti del pubblico bene;
suprema, e principalissima. Tocca agli inferiori Governanti vigilare
con
sollecitudine all’esecuzione del debito; né devon
mette assolutamente; o se si permette alle volte, la permissione sarà
con
sufficiente ragione, o la debita moderazione: e p
sa delle Femmine parlanti d’amore in scena, o nel banco; massimamente
con
riguardo della pratica, e della debolezza di spir
, e della debolezza di spirito di moltissimi Uditori, risponderebbero
con
una totale proibizione. E certo fondatamente; per
questo grande abuso dell’oscenità teatrale, che per ogni banda corre
con
tanta libertà, ed impurità. Dice saggiamente il g
sapere, quanto siano grandi. Così spiega il suo senso il Ribadaniera.
Con
ragione dunque bramo io, bramo ardentemente, che
lle cose rettamente, nondimeno, temono e forse di esporre liberamente
con
parole il proprio sentimento. « Ab aulis quorunda
omma chi comanda a tutti, deve differire i suoi comandamenti, chi può
con
essi rimediare a gravissimi inconvenienti. Non vo
ortato caldamente da un Illustrissimo Vescovo di Sicilia l’anno 1639.
con
questa forma di parlare. Voi Padre con le vostre
escovo di Sicilia l’anno 1639. con questa forma di parlare. Voi Padre
con
le vostre fatiche predicatorie, e con le scrittur
sta forma di parlare. Voi Padre con le vostre fatiche predicatorie, e
con
le scritture scolastiche avete fatto frutto nel n
giurisdizione. Ma dico bene, che col tempo né qui, né altrove durerà
con
perseverante fermezza. Però elle in Roma supplich
altrove durerà con perseverante fermezza. Però elle in Roma supplichi
con
Memoriale alla sacra Congregazione dei Vescovi, e
llora; così desiderai, e desidero tuttora praticarlo felicemente, non
con
un solo, e semplice Memoriale alla sacra Congrega
e, non con un solo, e semplice Memoriale alla sacra Congregazione, ma
con
la presente Opera, che con Titolo di Ricordo mand
ice Memoriale alla sacra Congregazione, ma con la presente Opera, che
con
Titolo di Ricordo mando ad un amico; ma bramo sia
emi Principi, Prelati, Governatori, Magistrati, e simili; in modo che
con
il potente correttivo di salutare moderazione pro
pato nell’Eccelsa, e Serenissima Città di Venezia l’anno 1639. diceva
con
tale tenore. Quanto gli Spettacoli saranno più on
ciascun fedele, che professa l’osservanza della divina legge, procuri
con
la debita cautela di astenersi dalla composizione
2. O per accidente, essendo udita da persone deboli di spirito. 3. O
con
l’argomento impuro. 4. O con un’impura parete del
udita da persone deboli di spirito. 3. O con l’argomento impuro. 4. O
con
un’impura parete dell’Azione. 5. O con un Interme
O con l’argomento impuro. 4. O con un’impura parete dell’Azione. 5. O
con
un Intermedio turpe. 6. O con parole, ovvero con
con un’impura parete dell’Azione. 5. O con un Intermedio turpe. 6. O
con
parole, ovvero con alcuni fatti, ovvero con il mo
te dell’Azione. 5. O con un Intermedio turpe. 6. O con parole, ovvero
con
alcuni fatti, ovvero con il modo d’impurità morta
un Intermedio turpe. 6. O con parole, ovvero con alcuni fatti, ovvero
con
il modo d’impurità mortale. 7. O con la comparsa
ovvero con alcuni fatti, ovvero con il modo d’impurità mortale. 7. O
con
la comparsa di Donna vera, Comica di professione,
cordo, detto, la Qualità, scritto a voi o Amico, in modo che possiate
con
le dottrine, e a rigore scolastico, distinguere l
ria sua, e a molto frutto spirituale dei Fedeli. Tra tanto mi consolo
con
il giudizioso detto di Salviano. « Hoc infructuos
m, et magnificum est» , disse quell’antico, e io dico ora, e concludo
con
il dotto Salviano. « Infructuosum non erit, quod
usa dicendo. Io son casta di mente. Pag. 97. Alessandro avrebbe corso
con
i Re suoi pari. Pag. 45. Amore. La materia amoros
due sorti. Pag. 33. Ballerina castigata dai Diavoli. Pag. 154. Uccisa
con
bastone. Pag. 155. C Caccia del Pesce Spada
. 11. E ne fece un altro contro gl’immodesti. Pag. 12, 13. consultava
con
molti Dottori. Pag. 15. Carlo V una Costituzione
Al Cristiano non basta il nome. Pag. 20. Ciarlatano nuoce alle anime
con
parole, e gesti. Pag. 40. Uno dilettava con Favol
arlatano nuoce alle anime con parole, e gesti. Pag. 40. Uno dilettava
con
Favole modeste. Pag. 93. Un altro conduceva due F
este. Pag. 93. Un altro conduceva due Figliole. Pag. 108. Due modesti
con
ridicolo si acquistarono audienza. Pag. 98. Congr
i. Pag. 121. Nuoce in Teatro, in casa. Pag. 124. Una riceve la visita
con
immodestia. Pag. 125. Non è obbligata seguire il
ato. Pag. 126. Anche brutta alle volte è amata. Pag. 141. Nuoce assai
con
la grazia. Pag. 144. E col canto. Pag. 144, 145.
canto. Pag. 144, 145. Ragioni di levarla dal Teatro. Pag. 245. Nuoce
con
la ricordanza. Pag. 170. Discorre senza oscenità.
nza oscenità. Pag. 176. Poche così procedono. Pag. 177. Molte peccano
con
le parole. Pag. 177, 178. Vecchie spiacoiono. Pag
nodale di S. Carlo contro i Comici. Pag. 12. Perché non fosse fermato
con
distinzione de i buoni dai rei. Pag. 19. Decio Li
Pag. 71, 139, 245, 246, 143, 173. Se pecca, o no coprendosi il petto
con
velo trasperente. Pag. 38. Comparsa quasi nuda in
Non è obbligata ad obbedire al Marito in cosa brutta. Pag. 38. Nuoce
con
le parole. Pag. 72. Modesta alletta. Pag. 258. Fu
ag. 164,165. alle volte pecca venialmente. Pag. 166. Altre moralmente
con
intenzione gravemente viziosa. Pag. 167. Non pecc
zoni perché. Pag. 257. È ambiziosa. Pag. 115. E Equivoco osceno
con
belle parole non è lecito. Pag. 27. Anzi è peggio
la Donna in scena. Pag. 73. G Gentiluomo se può recitare, o no
con
i Comici. Pag. 42, 43. Sig. Card. Giovanni de Lug
bruciano. Pag. 197. Non si devono introdurre a ragionare lascivamente
con
Donne in scena. Pag. 209. H Hitrionens Che
Comica era visitata. Pag. 126. Matrimonio è rappresentato dai Comici
con
peccato. Pag. 201. Non ogni atto matrimoniale è l
atrimoniale è lecito in pubblico. Pag. 207. Meretrice vestita da uomo
con
Banditi. Pag. 162. Una si vergognò di peccare in
nco di piazza né donna, né uomo. Pag. 248. Romito vinse la tentazione
con
porsi alle narici carne fracida. Pag. 171. S
na castigata da Dio. Pag. 159. Una scandalosa. Pag. 169.158. Scrivere
con
distinzione della Commedia non offende 2.3. Santi
rendre : nessuna. bw. [NDE] Comprendre : da. bx. [NDE] Comprendre :
con
molta cautela. by. [NDE] Comprendre : condanna.
dy. [NDE] Comprendre : se ci fossero stati dei Re che avrebbero corso
con
lui. dz. [NDE] Comprendre : ornamento. ea. [NDE
necessitano di. im. [NDE] Original: impedicato. in. [NDE] Original:
con
raccorne. io. [NDE] Comprendre: a giovamento. i