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17. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [29.]. DELLA CORNACCHIA, ET DEL CANE. » p. 127

FÉ sacrificio la Cornacchia un giorno Al simulacro de la Dea Minerva, E del convivio suo chiamò cortese A parte un can, ch’era suo vecchio amico. […]     Io so, fratello, e ben mi tengo a mente Quel, che tu detto m’hai de l’odio antico, In cui sempre mi tien l’irata Dea ; Ma non voglio però darle risposta D’affetto tale : anzi con cor humile Pregarla sempre, e con giusta pietade Renderle honor quant’io posso maggiore, Per veder se placar posso lo sdegno Del suo superbo cor sì in me crudele : E con carezze mitigar l’offesa, Ch’ella m’ha fatto, e può farmi maggiore.

18. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [19.]. DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO. » p. 427

Venuto al fiume allhor da le sue tane     Il Riccio del suo mal forte si duole :     Et poi le dice con parole humane : Ch’egli si trova in punto, s’ella vuole,     Di scacciarle le mosche allhor d’attorno,     Co’ spini suoi, come talhora suole : Poi che del fango, ove ella aspro soggiorno     Suo malgrado facea, non potea trarla     Se ben s’affaticasse più d’un giorno. […] Così la gente tal esempio invita     A tolerar il suo tiranno avaro,     Per non far al suo mal nova ferita, Se le è di viver lungamente caro.

19. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [49.]. DI PALLADE, ET DI GIOVE. » p. 508

GIÀ fu che ognun de gl’immortali Dei A suo piacer un arbore si elesse D’haver per propria insegna in sua tutela. […]     Udito ciò la generosa Dea Per dar del suo saper degna risposta In sì fatto parlar la lingua sciolse.     Prendasi pur ognuno, o sommo Padre, De gl’immortali Dei qual più gli aggrada Inutil pianta del suo pregio insegna, Ch’io quanto a me, cui sempre giova e piace L’honor goder con l’utile congiunto, M’eleggerò la pretiosa oliva, Di cui voglio esser protettrice amica.

20. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [30.]. DELLA VOLPE, E DEL GALLO. » p. 671

E ’l Gallo accorto Fatto a sue spese de gli inganni suoi, Fingendo creder quanto ella tramava, Dal medesmo suo dir trovò soggetto Di levarsela allhor tosto dinanzi : E mostrando allegrarsene di botto Con varii segni, così prese a dire. […]     Udito ciò la Volpe, che credea Che pur venisser da dovero i cani, Per più non dimorar con suo gran danno Oltra lo scorno, ch’avanzar potea, Di fuggirsene allhor disegno fece. E prendendo licenza al suo partire Con parlar dolce la pregava il Gallo Ch’ella aspettasse i suoi novelli amici, Ch’erano del suo ufficio a lei compagni : Perché con essi poi partendo insieme Daria maggior certezza a chi l’udisse Del grato annuncio di sì buon effetto : Perché fra poco a lei sarian presenti.

21. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [90.]. DELLA SCROFA, E LA CAGNA. » p. 173

INCONTROSSI la Cagna un giorno a caso Con una Scrofa, e lei vedendo tutta Lotosa e brutta cominciò con riso Prima a schernirla, et poi con voce aperta La dileggiava sì, che venne in breve Con lei, c’haveva nel suo cor concetto Dal lungo motteggiar un fiero sdegno, A gran contesa di parole strane. […]     Allhor la Cagna il giuramento udito Sen rise, e via più forte la scherniva Dicendo : certo a te ben si conviene Tal giuramento d’osservanza degno : Poi che giuri per quella immortal Dea, Che t’odia sì, che ancora odia coloro, E prohibisce a i sacrificii suoi, Che de le carni tue vili et impure Si faccian pasto : anzi di più gli scaccia Dal suo bel Tempio come empi e profani. […]     Così l’huom saggio, che ’l suo biasmo sente Da chi col vero il punge et lo molesta, Torna in sua lode con risposta honesta Quel che di darle infamia appar possente.

22. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [63.]. DEL LEONE IMPAZZITO, ET LA CAPRA. » p. 341

VIDE la Capra da una rupe al basso Il Leone impazzito e furioso Scorrer con atti strani, e torto passo Hor su, hor giù di campi un largo piano : Et da stupore, et gran cordoglio mossa, Né senza grave horror del suo periglio Tra sé medesma fé cotai parole. O de le fiere miserabil sorte, Infelice sciagura, empio destino : Ché, se quando il Leon di sana mente Scorgeva intorno, alcuna atta non era A sostener il suo possente orgoglio ; Che far potrà quand’ei di mente è fuori, E da discorso san tutto lontano ?

23. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [57.]. DEL CONTADINO, ET DEL CAVALLIERO. » p. 402

Ma trovatolo a sorte uno a cavallo, Che gli venia da la cittade incontra, Di volerlo comprar sembianza fece : E prendendolo in mano, e ponderandol Per farne stima, lo chiedea del prezzo, Quando l’astuto in un medesmo punto Toccò di sprone il suo destrier veloce, E a sciolta briglia in fuga il corso prese. […]     Così talhor altrui l’huom donar suole Quel, che per modo alcun vender non puote, Celando il suo pensier con finte note Mentre non ne può far ciò, ch’egli vuole.

24. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [20.]. DELLA GAZZA, ET GLI ALTRI UCCELLI. » p. 

TRA i folti rami d’una ombrosa quercia Sedea il Cucuglio nell’eccelsa parte, Et d’altri varii augelli in su la sera Ivi adunati da diversi luochi Era anchor grande et abondante copia : Così tra lor la Gazza entrata anch’essa Volgendo a caso gli occhi in ver le cime Di quell’antica pianta a scorger venne Il Cucuglio, ch’in alto havea ’l suo nido : E da certo mal d’occhi oppressa allhora Mal discernendo quello in cambio il tolse De lo Sparviero, et lui temendo tosto, Ecco lo Sparvier, dice : e via sen vola Senza fermarsi in quel medesmo punto.     Allhor tutti gli augei, che la sentiro, Accorti de l’error, ch’ella prendea Da la sembianza de le varie piume, Dietro le sibillaro, in mille guise Schernendo il suo timor fallace e vano.

25. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [64.]. DELL’ASINO, E DEL CINGHIALE. » p. 484

Et però non potrà la tua pazzia     Tanto oltraggiarmi col suo stolto riso,     Ch’io macchi mai la nobiltà natia     Nel tuo vil sangue mentre io t’habbia ucciso.     Ché, benché degna di supplicio sia     L’ignoranza, onde m’hai così deriso,     Sarebbe a mia virtù di poco honore     L’abbassarsi in mostrarti il suo valore.

26. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [15.]. DELLI DUE VASI. » p. 378

    Non m’è discaro l’esserti compagno ; Ma l’esserti vicin poco m’aggrada : Perché, s’avien che l’onda ruinosa A me scorrendo, o a te percota il fianco Sì, che stando congiunti ad un ci urtiamo, Come allhor salvo la tua forte scorcia Te renderà dal suo furor protervo ; Così la mia, che per sé stessa è frale, Agevolmente fia rotta, e spezzata.     Guardisi ognun per tal esempio dunque Di star vicino a chi è maggior di forze, Se brama da perigli esser lontano, Et nel suo stato ognihor viver sicuro.

27. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [22.]. DEL TORO E DEL MONTONE. » p. 217

E dicendo così più tra sé stesso, Che fermatosi a quel, che l’aspettava, Senza degnarlo pur d’un guardo solo Ratto fuggendo seguitò suo corso. E ’l vil Monton se lo recò ad impresa Del suo valor, ch’a ciò fosse cagione.

28. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [54.]. DEL CONTADINO, ET ERCOLE. » p. 291

    Il che fatto più volte alfin commosso Da la pietà del suo grave lamento Sceso dal Cielo sopra un nuvol d’oro A lui mostrossi il glorioso Alcide, E cominciò parlargli in cotal guisa. […]     Ci dà questo a veder, che Dio non suole Porger soccorso a l’huom, ch’è neghitoso, S’ei da sé stesso del suo ben bramoso Ad aiutarsi cominciar non vuole.

29. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [62.]. DEL CORVO, ET LA VOLPE. » p. 124

    Allhor quel sciocco, che sentiva quali Eran le lodi, che colei gli dava, Entrato in speme di quel vano honore, Che gli augurava il suo finto sermone, Per mostrarle c’haveva e voce e canto, Incominciò gracchiar con rauco strido Sì, che dal rostro il cibo in terra cadde. Così scorgendo la sagace Volpe Esser del suo disegno al fin venuta, Gli prese il pasto, e quel mangiato disse.

30. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [94.]. DELLA VOLPE, ET DELLA SIMIA. » p. 

PUR dianzi havea ’l Leon de gli animali Tutti per forza conquistato il Regno, E come Re de gli altri un bando fece Gridar, ch’ogni animal, che senza coda Fusse dal suo tener gisse lontano, E in esiglio da lui lontan vivesse Essendo privo de l’honor, che seco Porta la coda, che vergogna asconde. Allhor la Volpe impaurita al suono Del novo editto si metteva in punto D’abbandonar il suo natio paese, Quando la Simia di tal fatto accorta Le disse : o sciocca, a che ti metti in core Di ciò paura, se natura larga Ti fu del dono, ond’a me tanto è scarsa ?

31. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [97.]. DELL’ALLODOLA. » p. 325

Però qualunque volta iva per cibo Da lor lontana la provida madre Lor avvertiva con pietoso affetto, Che se cosa occorresse a lor d’udire, Ch’a l’orecchie di lor nova paresse, Se la tenesser con gran cura a mente Per riferirla al suo ritorno a lei. […] Ma quando più l’ardor del mezo giorno Scaldava i campi, et aspettato indarno Gran pezzo haveva gli invitati amici A la sua stanza quel padron del campo, Alfin col suo figliuol venne in su ’l loco Per veder se gli amici ivi trovava Forse in far l’opra, a ch’ei gli havea pregati. […]     Gli augelli allhor l’ordine udito havendo Tutti tremanti nel ritorno suo A la madre ne dier subito aviso. […]     Il che sentito i pargoletti figli Consapevole poi ne fer la madre, Che con gran tema tal novella intese : E disse lor, adesso è ’l tempo, figli, Di dubitar qualche futuro oltraggio, Poi che ’l padron di ciò la cura prende : Però stanotte ce n’andrem pian piano A trovar novo albergo in altra parte,     Che quando l’huom far vuol cosa da vero, Non aspetta gli amici, o i suoi parenti : Ma pon sé stesso con le voglie ardenti A dar debito effetto al suo pensiero.

32. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [31.]. DELL’UCCELLATOR, ET LA LODOLA. » p. 193

Egli rispose, che principio dava A fabricar una nobil cittade, Che ad ogni amico suo prestasse albergo. […]     La semplicetta allhor, c’havea creduto Del suo falso parlar vero il concetto, De l’arbor scese sopra il verde piano : E s’inviò verso quei lacci ignoti, De la finta città principio finto, Per poter meglio intender la ragione, L’ordine, e ’l sito de le nove mura De la mole, che vera ella credea.

33. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [66.]. DELL’AQUILA, E DEL CORVO. » p. 2

    Questo non altro al savio inferir puote, Se non ch’ognun, che temerario ardisce Quella impresa tentar, ch’a la bassezza Del suo grado e valor mal si conviene, Sovente va d’ogni miseria al fondo : E divenuto favola del volgo Con suo danno e dolor schernito giace.

34. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [37.]. D’UN VECCHIO, ET LA MORTE. » p. 60

E rivolgendo con la mente spesso L’aspra calamità, che ognihor l’afflisse, Con la memoria de i passati guai Cresceva il duol del suo presente affanno. […] Tal ch’ella alfin dal suo parlar commossa Con faccia horrenda, e minaccioso aspetto In habito lugubre inanzi a lui Con ricercar ciò, ch’ei volea, comparse.

35. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [1.]. DELL’AQUILA, ET DELLA VOLPE » p. 1

    Non molto dopo avenne, ch’ivi presso Havendo alcuni habitator del loco Immolato una Capra al sacrificio, Del nido la rapace Aquila scese, E preso havendo ne gli adunchi artigli Certe reliquie de l’adusta carne Con alquanti carboni accesi intorno Rapida salse al suo superbo nido. […] Tal ch’uscita la fiamma, e circondando Tutto del vampo suo già intorno il nido, De l’Aquila i figliuoli per la tema D’arder, c’havean de l’importuno caldo, Abbandonando il nido, e non havendo Valore ancor da sostenersi a volo, Si lasciaro cader sopra il terreno. […]     Però devrebbe inviolabilmente Ognun servar de l’amicitia vera Le ragion sante, e con l’honesto il dritto : Né per cagion benché importante assai, Che dal giusto si trovi esser lontana, Offesa far al suo fedele amico ; Non havendo a piacer l’esser da quello, O da Dio stesso egli medesmo colto In qualche occasion tardi o per tempo.

36. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [84.]. DEL LEONE INVECCHIATO, ET LA VOLPE. » p. 16

    Dunque ubidillo il Corvo, e sparse intorno Tosto di ciò l’ingannatrice fama Tal che di giorno in giorno andava a quello Alcun de gli animai da quel confino Come inteso l’havea tardi o per tempo Per visitarlo : ma quando a lui presso Se lo vedea il Leon, che ’l mezo morto Fingea, l’unghiava con le zampe adunche, E lo sbranava, e ne ’l rendea suo pasto. Così più giorni fece insin che venne L’astuta Volpe, che da un poco sangue, Che vedea presso a lui, sospetto prese, E più oltre passar non volse prima Che ’l salutasse, e da la sua risposta Meglio congietturar potesse il fatto : E tosto accorta a salutarlo prese Lontana un poco per mostrar gran doglia Del suo languire sospirando alquanto ; E a dirle del suo stato lo pregava.

37. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [75.]. DEL LUPO, ET L’AGNELLO. » p. 155

DA capo a un fiumicel beveva il Lupo, E l’Agnello da lui poco lontano Vide inchinato far simil effetto : E come quel, che di natura è rio, Né havea cagion, e pur volea trovarla Di venir seco a lite, e fargli offesa, Cominciò tosto con parlar altero Dirgli, che mal faceva, e da insolente A turbar l’acque col suo bere a lui, Ch’era persona di gran pregio e stima, Esso vil animal di vita indegno. […]     Così l’huomo empio, e per natura forte L’inferior di forza e di valore, Quando li piace, a suo diletto offende, Cercando le cagioni, o vere o false Che sian, nel sen de la nequitia sua ; Con cui non val né la ragion, né il vero.

38. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 25. De sene pvellam in vxorem accipiente » p. 

Iuueni enim mihi uxor deerat ; nunc autem senex desum uxori. » Hæc fabula innuit omnia suo tempore peragenda.

39. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 150. De delectore militvm » p. 

Abstemius 150 De delectore militvm DElector quidam missus a duce suo ad milites deligendos, qui rebus bellicis magis idonei uiderentur inter cæteros quendam eligere, uolebat, procera statura, et qui aspectu ipso præ se ferebat strenuum bellatorem.

40. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [95.]. DEL NIBIO, E DELLO SPARVIERO. » p. 

Che colui, che tornando a me con prova Maggior de le sue forze e del suo grado, Men darà indicio con più degno effetto, Colui da mia sentenza havrà la lode E de la maggioranza, e del valore. […]     Così il giusto Signor, che tien in corte Diversa gente al suo servitio ; deve Sol prezzar più colui, che maggior segno Di valor mostra de gli effetti a prova : E non colui, che con sembianze vane Di cose esterior, che ingombran gli occhi, Cerca preporsi alla virtute altrui.

41. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 189. De viro sepem destrvente vt invtilem » p. 

Fabula indicat qui res seruant non minus facere, quamuis ociosi uideantur, quam qui eas suo labore congregarunt.

42. (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 6. [DE RANA ET VVLPE] » p. 289

Avianus 6 [DE RANA ET VVLPE] Edita gurgitibus limoque immersa profundo, et luteis tantum semper amica uadis, ad superos colles herbosaque prata recurrens, mulcebat miseras turgida rana feras, callida quod posset grauibus succurrere morbis, et uitam ingenio continuare suo.

43. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 147. De vrso qvi vxori ocvlvm ervit » p. 

Deinde quom inter loquendum diceret, præ suo in Vrsam amore, se propriis armis exuisse. « Quid inquit uxor istud luscæ mihi nunc prodest ?

44. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 52. De leone et mvre » p. 

Nec abnuit leo ut benefactori suo rem gratam faceret.

45. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 193. De porco læto morte inimici » p. 

Quum autem dominus unum ex eis occideret alter incredibili afficiebatur læticia, uidens inimico suo iam iam esse moriendum.

46. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [83.]. DEL TOPO, ET DELLA RANA. » p. 384

E mentre dubbio con tremante core Tentava in ciò la più sicura via, Ecco lontan da mezo il largo humore A lui tosto gridar con rauca voce, Ch’ei l’aspettasse, una loquace Rana : Che allhor mirando gli atti, ch’ei facea, Haveva il fin del suo pensiero inteso : Et aprendosi il calle innanzi ognihora Con le man pronte, e rispingendo a dietro Spesso con ambo i piè la torbid’onda, A quello si condusse in un momento. […] Ma quel, che dal timor e dal bisogno Prendeva di valor doppio argomento, Tardi avveduto del nimico inganno, Arditamente e con possente lena Si sostentava ; e risurgeva in modo, Che rendea vano il suo malvagio intento.

47. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [100.]. DEL LEONE, E ’L LUPO, E LA VOLPE. » p. 258

Sol la Volpe mancava, quando il Lupo Con gran malignità cominciò solo Ad accusarla di superbia e fasto, E verso il suo Signor di poco amore. […] Che così avenir possa a ogni altro tale, Che iniquo e discortese accusar tenta Con falsitate, e non inteso inganno L’innocente in assentia al suo Signore.

48. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [18.]. DEL SOLE, E BOREA. » p. 46

Ma colui, che dal freddo era assalito Del fiato suo, tanto più stretto e involto Stava ne i panni, et li tenea ben chiusi ; Quanto più Borea intorno il travagliava. […] Ma dopo breve spatio assai più fiero Mostrando seco il Sol l’intenso ardore, Tutto di sudor carco, e vuoto quasi Di spirto, et di vigor di mover passo, Stanco depose la noiosa veste, Lasciandola tra via fra certe vepri Per non lasciar in quel camin la vita : Così di voler proprio abbandonolla Con speme di poter forse trovarla Al suo ritorno nel riposto loco : E ’l Sol di quella impresa hebbe l’honore.

49. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 130. De sacerdote qvi tvrdos pvero svo assandos dederat » p. 

Abstemius 130 De sacerdote qvi tvrdos pvero svo assandos dederat SAcerdos gulæ deditus decem turdos pingues ueru infixos puero suo assandos dederat, dicens oportere ab illo omnes ad unum edi, si in cinerem deiceret.

50. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 174. De sene a filio eiectvs a domo qvi dvo lintea petivit » p. 

Conspicatus autem filium illac iter habentem, eum rogauit, ut saltem duo lintea ex rebus suis quas tanto sudore parauerat, sibi mitteret, qui tandem paternis precibus motus imperat filio suo puerulo, ut expetita ad auum lintea ferret.

51. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 188. De viro vxorem non cognoscente vt felix evaderet » p. 

Abstemius 188 De viro vxorem non cognoscente vt felix evaderet VIr fatuus uxorem ducturus audiuit a uicino suo illum futurum in pecoribus fortunatum qui uxorem post nuptias primis tribus diebus non tangeret.

52. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [88.]. DELLA VOLPE, E LO SPINO. » p. 140

LA Volpe un’alta siepe havea salito,     Che intorno circondava un bel giardino,     E venendole a caso il piè fallito     Diede cadendo in un pungente spino :     E sentitosi il piè punto e ferito     Di lui si dolse, e del suo rio destino.

53. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 33. De anv dæmonem accvsante » p. 

Estote mihi testes, me ei non suasisse ut soleata illuc ascenderet. » Mox anus cecidit et, quum interrogaretur, cur soleata arborem ascendisset, « Dæmon inquit me impulit. » Tunc dæmon adductis testibus probauit id ab anu absque suo factum esse consilio.

54. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 55. De agricola militiam et mercatvram affectante » p. 

Venditis igitur ouibus, capris ac bobus equos emit et arma et in militiam profectus est, ubi quum ab imperatore suo male pugnatum esset, non solum quæ habebat perdidit, sed etiam pluribus uulneribus affectus est.

55. (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 29. [DE VIATORE ET SATYRO] » p. 35

Hunc nemorum custos fertur miseratus in antro exceptum Satyrus continuisse suo.

56. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [7.]. DELL’ASINO, IL CORVO, E ’L LUPO. » p. 190

    Il suo padron vedendol sen ridea :     Né per quello aiutar però moveasi.

57. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [61.]. DELLA VOLPE, ET DELL’UVA. » p. 15

    Tal l’huomo astuto suol quel, ch’ei più brama, Spesso sprezzar, se da accidente strano Reso gli vien dal suo pensier lontano Quel, che più d’acquistar s’industria, et ama.

58. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [87.]. DEL CIGNO, E DELLA CICOGNA. » p. 95

La Cicogna, che in riva al fiume stava, In ch’ei lavar solea le bianche piume, Se gli fa incontra, e la cagion li chiede Del suo cantar poi ch’è vicino a morte, Che per natura ogni animal paventa, E pianger suol pur a pensarvi il giorno, Ch’ella sia per venir, benché lontana. […]     Così devrebbe contentarsi ognuno De la sua sorte, e de la legge eterna, Che Natura, e di Dio la voglia impone Con egual peso a gli animali tutti : E la morte abbracciar con lieto volto Come la vita si tien dolce e cara, Essendo il fin d’ogni miseria humana La morte, e questa vita un rio viaggio ; Dal qual l’huom dee bramar ridursi al porto De la tranquillità de l’altra vita Qual si voglia, che sia per esser poi, Poi che nulla di noi perder si puote, Che non vivi nel sen de la Natura Come a Dio piace ; al cui voler ognuno Dee star contento, e far legge a sé stesso De la ragion, che dal suo santo senno Con dotto mezzo a noi discende e piove.

59. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [93.]. DE GLI ARBORI, E DEL PRUNO. » p. 262

    Così colui, ch’a le sue voglie serve, È pronto a ricercar l’altrui governo, Senza pensar qual sia l’ufficio suo : Né suole ambition di cure altrui Mover il cor di chi conosce e vuole Far sempre quanto al suo dever conviene.

60. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [56.]. DEL TOPO CITTADINO, E ’L TOPO VILLANO. » p. 352

Ma fu primo il villan, che ’l caro amico Nel suo povero albergo ricevesse. […] Poi quando Febo con l’aurato carro Portò di novo in Oriente il giorno, L’hospite cittadino al suo compagno Con festevol parlar gioioso disse. […]     A tal sermon colui, ch’era dal sonno, Ma molto più da la paura stanco, In cotal modo a l’hoste suo rispose.

61. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [2.]. DEL CORVO, ET SUA MADRE. » p. 324

IL Corvo infermo, e già vicino a morte Senza speranza di terreno aiuto Con prolisso parlar pregò la madre, Che facesse per lui preghi a gli Dei Ch’ei ricovrasse il suo vigor primiero.

62. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [55.]. DEL LUPO, ET DELLA GRUE. » p. 156

E per medico suo la Grue richiese Con assai largo premio pattuito Tra lor d’accordo per cotal fatica.

63. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [71.]. DELLA CORNACCHIA, ET LA PECORA. » p. 553

    Così l’huomo insolente ancorché vile A chi non sa né può mostrarsi rio Dà spesso impazzo : ché benigno e pio L’intende, e che non suol cangiar suo stile.

64. (0400) Fabvlae Aviani « AD THEODOSIUM »

Verum has pro exemplo fabulas et Socrates diuinis operibus indidit et poemati suo Flaccus aptauit, quod in se sub iocorum communium specie uitae argumenta contineant.

65. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [16.]. DELL’AGNELLO E DEL LUPO. » p. 98

    Allhor fermato il Lupo, e nulla mosso A sdegno del parlar suo dispettoso, Ma con la mente tutta cheta a quello Con un basso parlar così rispose.

66. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [50.]. DEL GRANCHIO, ET LA VOLPE. » p. 116

IL Granchio un giorno era del Mare uscito Per novello disio di trovar cibo, Che gli gustasse fuor de l’onde salse ; Onde pascendo a suo diporto andava Lungo a la spiaggia del vicino lito.

67. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [27.]. DELLE VOLPI. » p. 17

E per trovar il modo, onde potesse In compagnia di tutte l’altre meglio Soffrir di questo male il lungo scorno, Venne in pensier di dar consiglio a l’altre, Che si troncasser la lor coda anch’esse Per fuggir di portarla il lungo impaccio : Così stimando col comune scorno Coprir il suo, che non saria notato.

68. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [33.]. DI DUE RANE VICINE DI ALBERGO. » p. 69

E quella rispondendo esser contenta Patir più tosto ogni crudel disagio, Che mai lasciar quel loco, in cui già nata Gran tempo si vivea tranquillamente, Rese alfin vano il suo cortese invito.

69. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [53.]. D’UN MARITO, CHE CERCAVA AL CON- trario del fiume la moglie affogata. » p. 682

UN huom, di cui la moglie in certo fiume Sendo caduta alfine estinta giacque, Il cadavero suo cercava indarno Incontra ’l corso de le rapid’onde.

70. (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 101. De divite petente a fortvna ne plvres sibi daret divitias » p. 

Abstemius 101 De divite petente a fortvna ne plvres sibi daret divitias VIr quidam admodum diuitiarum et opum suarum pertesus mendico homini centum aureos obtulerat, si ad fortunam suam accedens, quæ in remotis orbis partibus morabatur, eam nomine suo regaret, ne plures diuitias sibi concederet.

71. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [3.]. DELL’AQUILA, ET LA SAETTA. » p. 276

Et veduto lo stral tutto nascoso Nell’intestine del suo proprio ventre, S’avvide ancor, che de lo stral le penne De l’ali proprie sue furon già parto : E non tanto si dolse esser traffitta Per giugner di sua vita in breve al fine, Quanto che di veder l’ali sue stesse Esser ministre a lei di tanto danno.

72. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [28.]. DEI LUPI E ’L CORVO. » p. 

Così l’huom savio dee scacciar coloro     Dal suo commercio, ch’egli esser intende     Di poca fede : e sol l’altrui lavoro Prezzano quanto a loro utile rende.

73. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [68.]. DELLA SELVA, E ’L VILLANO. » p. 303

    Ella, che per natura era cortese, E ricca intorno del suo gran tesoro, Gli ne fé parte, gratiosamente Donando a lui quanto le havea richiesto.

74. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [79.]. DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 188

    Così l’huom sciocco e d’ignoranza pieno Che il savio fa tra gli ignoranti, quando Avien, che con saggio huom faccia l’istesso, Dal suono sol di sua propria favella Si scopre quel, che sua natura il fece, Con gran suo scorno, e riso di chi ’l vede.

75. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [92.]. DELLA CERVIA, ET LA VITE. » p. 77

    Così talhor aviene a l’huomo ingrato, Che quel, che ’l tolse ad empia sorte, offenda : Che par che ’l giusto Dio merto gli renda, Quand’ei nol crede, eguale al suo peccato.

76. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [13.]. DEL CERVO. » p. 74

Così fuggendo la paurosa belva     In un momento tanto avanti passa,     Che quasi nel suo centro si rinselva.

77. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [23.]. DELL’ASINO, E ’L CAVALLO. » p. 357

L’ASINO d’un Signor nodrito in corte Vide un nobil corsier ; che d’orzo e grano Era pasciuto, e ben membruto, e grasso ; Passeggiar su e giù dentro il cortile Di seta, e d’or superbamente adorno, Mentre aspettava il suo Signor, ch’armato Montasse in sella, e ’l conducesse dove Marte feroce insanguinava il piano : E felice chiamava ognihor sua sorte, Ch’ei fosse tanto dal Signore amato, Che seco il volea sempre, e gli facea Mille carezze, et ocioso, e lieto Il tenne un tempo con solazzi e feste : Ond’esso mal pasciuto a le fatiche Sempre era posto, né mai conoscea Il giorno da lavor da quel di festa, Continuando un duro ufficio sempre Senza giamai provar ocio, o riposo.

78. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [24.]. DEL GAMBERO, E SUO FIGLIUOLO. » p. 322

    Così devrebbe ogni buon padre sempre Mostrarsi a i figli di virtute esempio, Se vuol, che ’l suo parlar, che li riprende Del vitio appreso, habbia valore e forza Da ritrarli da quello a miglior uso : Ch’è d’autorità spogliato e privo, In mover altri a seguitar virtute Colui, che sta nel vitio immerso sempre.

79. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [26.]. DELLA CANNA, ET L’OLIVA. » p. 70

L’humil, che cede al suo maggior, ventura     Miglior s’acquista, e lungamente dura.

80. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [45.]. DELLE FORMICHE, ET LA CICALA. » p. 112373

Chi vuol da savio oprar pensi al suo fine.

81. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [60.]. DELL’ASINO, E DEL LUPO. » p. 187

Ma dopo lungo spatio rivenuto Il Lupo alfin nel suo primiero senso A sé medesmo tai parole mosse.

82. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — A I LETTORI. DEL PADRE, E DEL FIGLIUOLO, che menavan l’asino. » p. 721

Il figlio tosto ubidiente cede     A le parole del suo buon parente,     E fa quel, ch’ei gli dice, e ’l meglio crede. […] Chi vuol de l’oprar suo far pago ognuno     Sé stesso offende, e non contenta alcuno.

83. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [58.]. DEL LEONE, DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 149

E fatto un giorno assai copiosa preda, E sendo a l’Asinel toccato in sorte Il far le parti del comun guadagno, Il tutto giustamente in tre divise : Perché ciascun il suo dovere havesse.

84. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [99.]. DEL CONTADINO, E GIOVE. » p. 

E sempre quello in buona parte prese, Che dal parer del suo consiglio venne.

85. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [96.]. DEL VESPERTIGLIO, ET DELLA DONNOLA. » p. 172

    Così l’huom savio e di prudenza adorno Far dee qualunque volta si ritrova Del proprio stato in gran periglio posto : E secondo il bisogno e l’occorrenza Cangiar nell’oprar suo sermone e stile : E servirsi hor di questa, hora di quella Forma di ragionar, che più ricerca La propria occasion di sua salute Ne i simili accidenti, e ne i diversi.

86. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [14.]. D’UN HUOMO, ET UN SATIRO. » p. 35

Allhor colui da meraviglia preso, E da un suo certo a lui sano rispetto In cotal modo a l’huom sdegnoso disse.

87. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [81.]. DELLA RONDINE, E GLI ALTRI UCCELLI. » p. 39

Ecco il Lin nasce, et ella, che pur serba     Nel cor del suo presagio il gran timore,     Disse di novo con rampogna acerba.

88. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [89.]. DEL LEONE INNAMORATO, E DEL CONTADINO. » p. 222

    La favola in virtù saggia ammonisce L’huom forte, che con altri accordo brama, A non lasciarsi tor l’armi di mano, Od altra cosa, onde sua forza penda : Perché puote avenir, che ’l suo nimico Vedendolo del tutto inerme e privo Di quel, che contra lui possente il rese, Cangi pensiero di fermar la pace ; E con guerra mortal gli mova assalto, E lo conduca a l’ultima ruina, Senza poter haver da lui contrasto.

89. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [91.]. DEL TAGLIALEGNA, E MERCURIO. » p. 173

E già venuto nel medesmo loco Per tagliar legna, quel, che il suo compagno A caso fece, fece egli con arte Di lasciarsi cader allhor la scure In mezzo il corso de le rapide onde : E finse lagrimar con gran sospiri, E gran querele la sua dura sorte.

90. (1570) Cento favole morali « Présentation »

P211 & P593 Faerno, 49   13. « Del cervo » P74 14. « D’un huomo, et un satiro » P35   Faerno, 58   15. « Delli due vasi » P378   Faerno, 1   16. « Dell’agnello e del lupo » P98   Faerno, 87   17. « Del cavallo e l’asino carchi » P181   Faerno, 16   18. « Del sole, e Borea » P46   19. « Della volpe, et del riccio » P427   Faerno, 17   20. « Della gazza, et gli altri uccelli » PØ   Faerno, 46   21. « Del topo giovine, et la gatta, e ’l galletto » P716       Abstemius, I, 67       22. « Del toro e del montone » P217   23. « Dell’asino, e ’l cavallo » P357   Faerno, 84   24. « Del gambero, e suo figliuolo » P322     25. « Del cane, e ’l gallo, e la volpe » P252   Faerno, 29   26. « Della canna, et l’oliva » P70   Faerno, 50   27. « Delle volpi » P17 Faerno, 61 28. « Dei lupi e ’l corvo »             PØ               Giovanni Antonio Campano, in Æsopus Dorpii (Anvers, 1512 sqq. […] 29. « Della cornacchia, et del cane » P127     Faerno, 12     30. « Della volpe, e del gallo » P671   Poggio Bracciolini, Facetiae, 79 31. « Dell’uccellator, et la lodola » P193     Faerno, 39     32. « De i topi » P613 Faerno, 47 33. « Di due rane vicine di albergo » P69   Faerno, 38   34. « Del cervo, et suo figliuolo » P351      Faerno, 23     35. « Di due asini » P180 Faerno, 6 36. « La testuggine, et l’aquila » P230      37. « D’un vecchio, et la morte » P60     Faerno, 10     38. « Della rana, et suo figliuolo » P376   39. « Del drago, et la lima » P93   40. « Del cervo, e ’l cavallo, e l’huomo » P269     41. « Del porco, et del cane » PØ   Abstemius, I, 41   42. « Del lupo, et le pecore » P451   43. « Della gallina, et la rondine » P192   Faerno, 79   44. « Del serpente, et Giove » P198     45. « Delle formiche, et la cicala » P112-373     Faerno, 7     46. « Della volpe, et del pardo » P12   47. « Della mosca » P167, cf.

91. (1893) Les fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. Tome I : Phèdre et ses anciens imitateurs directs et indirects pp. -818

Du moins, c’est lui qui l’affirme dans la première fable, où il déclare que, s’il se sert encore du nom d’Ésope, ce sera pour donner plus d’autorité à son œuvre, et pour imiter ces artistes qui, afin d’amorcer le public, signent leurs ouvrages du nom de Praxitèle : Æsopi nomen sicubi interposuero, Cui reddidi jampridem quicquid debui, Auctoritatis esse scito gratia ; Ut quidam artifices nostro faciunt seculo, Qui pretium operibus majus inveniunt, novo Si marmori adscripserunt Praxitelen suo. […] Verum has pro exemplo Fabulas et Socrates divinis operibus indidit, et poemati suo Flaccus aptavit, quod in se, sub jocorum communium specie, vitæ argumenta contineant : quas Græcis iambis Babrius repetens in duo volumina coartavit ; Phædrus etiam partem aliquam quinque in libellos resolvit.

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