Allhor rispose il Serpe : Avienti questo Sorella mia, perché tu fuggi e cedi, Né forza mostri, onde far possi offesa A qualunque a tua vita insidia pone.
Non m’è discaro l’esserti compagno ; Ma l’esserti vicin poco m’aggrada : Perché, s’avien che l’onda ruinosa A me scorrendo, o a te percota il fianco Sì, che stando congiunti ad un ci urtiamo, Come allhor salvo la tua forte scorcia Te renderà dal suo furor protervo ; Così la mia, che per sé stessa è frale, Agevolmente fia rotta, e spezzata.
Pensi tu forse persuader a noi Tutte quel far, sorella, ch’a te sola Ritorna a bene, et è conveniente A la necessità della tua sorte ?