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22. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [95.]. DEL NIBIO, E DELLO SPARVIERO. » p. 

Onde esponendo sua ragion ciascuno Dinanzi a lei, che decidesse il punto De la difficultà fra loro nata, L’Aquila disse : Orsù fratelli andate A mostrarmi di ciò ragion più chiara Con l’opra del valor, che regna in voi. Che colui, che tornando a me con prova Maggior de le sue forze e del suo grado, Men darà indicio con più degno effetto, Colui da mia sentenza havrà la lode E de la maggioranza, e del valore. Così da lei partiti, ognun si mosse A quel tentar, che più potea sua forza : E dopo breve spatio a lei tornaro Ciascun mostrando a lei la preda fatta.

23. (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [36.]. DELLA TESTUGGINE, ET L’AQUILA. » p. 230

    Il generoso augel, che non volea Al suo sciocco pensier dar argomento Di sua ruina, con parlar benigno Cercò ritrarla da quel van disio Mostrandole il pericolo imminente, Che deveva sortir sì vana impresa. […]     La Testuggine allhor, che affatto cieca Resa era già dal suo folle appetito, Le rispose bramarlo oltra ogni stima ; E che pensava haver appresa a pieno Del volar l’arte dal camin già fatto Fra l’ugne sue ; sì che lasciarla tosto Ella devesse andar per l’aria a nuoto. […]     Così interviene a chi nell’alte imprese Da sé medesmo consigliar si vuole ; Ne de’ saggi dà fede a le parole Da buon discorso in sua salute spese.

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