IL Lupo devorato havea un agnello ; Et per la fretta, del mangiar c’havea, Un osso rotto con l’acuta punta Gli restò in gola attraversato in modo, Che sentiva di morte estrema pena. […] Vattene sciocca, temeraria, e audace, Ch’assai buon patto e premio esser ti deve L’haver già tratto a salvamento il collo Fuor delle fauci del rapace Lupo.
VIDE l’Agnello in cima al tetto stando Da la finestra di lontano il Lupo ; E cominciò con orgogliosa voce A provocarlo, e fargli ingiuria et onta Con dirgli tutto quel, che dir si puote D’una bestia crudel, vorace, e ria. Allhor fermato il Lupo, e nulla mosso A sdegno del parlar suo dispettoso, Ma con la mente tutta cheta a quello Con un basso parlar così rispose.