Rien ne sert de courir ; il faut partir à point. […] Luy cependant méprise une telle victoire, Tient la gageure à peu de gloire ; Croit qu’il y va de son honneur De partir tard. […] A la fin quand il vid Que l’autre touchoit presque au bout de la carriere ; Il partit comme un trait ; mais les élans qu’il fit Furent vains ; la Tortuë arriva la premiere.
Ma quando fur ben satie e di mel piene Volendosi da quello alzar a volo Parte da la gravezza del pasciuto Ventre, parte dal mel tenace fatto Dal Sole ardente de l’estivo giorno Ritenute di là mover il piede Mai non potero, e faticarsi indarno.
Allhor si dolse quel crudele indarno Del mal del suo compagno, et della pena Del doppio peso : che schivando in parte Tutto sul dorso suo venuto gli era. Così quel servo fa, che del conservo Non ha pietade : et non consente in parte Talhor levargli del suo ufficio il peso Per picciol tempo : onde ne nasce poi Che la soma di quel sopra lui cade Tutta, né trova chi gli porga aiuto Per giusta ira del ciel, che lo permette.
En quatre part le voleient partir. […] Li riches volt aver l’onur, u li povres perdra s’amur ; e si nul gain deivent partir, li riches vout tut retenir.
Sed magister conuiuii eum inde detrahens in ultimo collocauit dicens. « Sedes nulla datur præter quam sexta trocheo » alludens ad hunc pedem, cui duæ syllabæ dispares sunt ut illi pedes erant, et qui in ultima metri heroici locatur sede, ut ille ima co[n]uiuii parte dignus erat.
L’ALLODOLA è un augel poco maggiore Del Passero, et di piuma a lui simile, Ma sopra il capo un cappelletto porta Di piume, ch’assai vago in vista il rende : Questa di far il nido ha per usanza Dentro a le biade de gli aperti campi ; In cui suol partorir le picciol uova De la stagion de l’anno in quella parte, Che può bastarle a far prender il volo Ai nati figli al cominciar la messe. […] Così quel giorno non comparse alcuno : Onde il padron de la matura biada Giunto verso la sera in quella parte Disse al figliuol : poi che nessun si move O de gli amici, o de’ parenti nostri A prestarci lor opra in tal bisogno ; Fa’ che tosto diman, figlio, per tempo Qui due messore porti, onde ambidue Noi farem cotal opra ad agio nostro, Né ad alcun altro havremo obligo alcuno. Il che sentito i pargoletti figli Consapevole poi ne fer la madre, Che con gran tema tal novella intese : E disse lor, adesso è ’l tempo, figli, Di dubitar qualche futuro oltraggio, Poi che ’l padron di ciò la cura prende : Però stanotte ce n’andrem pian piano A trovar novo albergo in altra parte, Che quando l’huom far vuol cosa da vero, Non aspetta gli amici, o i suoi parenti : Ma pon sé stesso con le voglie ardenti A dar debito effetto al suo pensiero.
Abstemius 143 De vvltvre a canibvs capto ob prædam non dimissam VVltures duo cadauer depascentes duo ingentia carnis frusta absciderant quæ unguibus per æra ferre decreuerant quom subito canibus aduentantibus alter eorum dimissa sua parte cadaueris eiulans statim e canum conspectu procul abiit, alter prædæ intentus dum partem suam dimittere cunctatur, a canibus captus est, qui dum se iam iam moriturum uideret « Heu inquit me miserum et infelicem qui paruæ uoluptatis causa tot uitæ uoluptates amittam. » Fabula indicat nimiam acquirendi cupiditatem sæpenumero auaris attulisse perniciem.
Corporis immensis fertur pecus isse per auras et magnum precibus sollicitasse Iouem : turpe nimis cunctis irridendumque uideri insignes geminis cornibus ire boues, et solum nulla munitum parte camelum obiectum cunctis expositumque feris.
Un homme lâche partait pour la guerre ; mais ayant entendu croasser des corbeaux, il posa ses armes et ne bougea plus ; puis il les reprit et se remit en marche.
Avant que partir de ces lieux, Si tu fais, disoit-il, ô Monarque des Dieux, Que le drosle à ces laqs se prenne en ma presence, Et que je goûte ce plaisir, Parmi vingt Veaux je veux choisir Le plus gras, et t’en faire offrande. […] Pour trouver le Larron qui détruit mon troupeau, Et le voir en ces laqs pris avant que je parte, O Monarque des Dieux, je t’ay promis un Veau ; Je te promets un Bœuf, si tu fais qu’il s’écarte.
Adieu voisin Grillon, dit-il, je pars d’icy ; Mes oreilles enfin seroient cornes aussi ; Et quand je les aurois plus courtes qu’une Autruche, Je craindrois mesme encor.
PASCEANO il Cervo, et il Cavallo insieme Dentro un bel prato di novella herbetta Per lunga usanza, e con invidia ognuno, Che ’l compagno godesse un tanto bene, E consumasse quella parte, ch’esso, Se l’altro non ci fusse, havria per sua. […] Il Cavallo ciò inteso, e dal desio Di vincer l’inimico in ogni modo Già cieco fatto a scorger più lontano Di queste conditioni il dubbio fine, Fé ciò, che volse l’huom : lasciossi porre E sella e briglia ; e nel condusse in parte, Ove fra poco spatio il Cervo altiero Da le fort’armi, e da l’ingegno humano Alfin restò miseramente ucciso.
Tout en parlant de la sorte, Un Limier le fait partir ; Il tâche à se garentir ; Dans les forests il s’emporte.