/ 95
1 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [91.]. DEL TAGLIALEGNA, E MERCURIO. » p. 173
ò di quello insino al fondo : Onde il meschin piangea dirottamente La sua disgratia sì, ch’a pietà mosse Mercurio, che cort
asse Un’altra scure, ch’era d’oro tutta ; Domandando a colui s’era la sua . Il leal Contadin rispose il vero, Che sua non er
omandando a colui s’era la sua. Il leal Contadin rispose il vero, Che sua non era : onde Mercurio tosto Finse di novo di ce
ero, Che sua non era : onde Mercurio tosto Finse di novo di cercar la sua , E ne trasse una fuor di fino argento, Domandando
havea ; et ei negando Subito il vero come prima disse. Finalmente la sua Mercurio trasse De l’onda fuor, ch’era di ferro v
a di ferro vile : E ’l Contadino allhor tutto gioioso Affermò, ch’era sua quella di ferro ; E la prese da lui, con lieto vi
le rapide onde : E finse lagrimar con gran sospiri, E gran querele la sua dura sorte. Onde Mercurio, che sapea l’inganno De
ve A lui dinanzi ; e finto anch’egli seco Di volergli trovar la scure sua , Fuor de l’onde una d’or tosto ne trasse, Ch’al p
peso, e a l’occhio era di gran valore, Domandando al Villan, s’era la sua . Allhor colui tutto ridente e lieto Non sì tosto
nte affermò che quell’istessa, quella Quella sola, e non altra era la sua  ; La sua, che dianzi pur caduta gli era.     C
mò che quell’istessa, quella Quella sola, e non altra era la sua ; La sua , che dianzi pur caduta gli era.     Compresa a
o non sol dar non gli volle, Ma non essergli pur anchor cortese De la sua , che di ferro era nel fiume ; E da sé lo scacciò
2 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [84.]. DEL LEONE INVECCHIATO, ET LA VOLPE. » p. 16
il vitto. E via cercando, onde scacciar la fame Potesse, e prolungar sua vita quanto Gli concedesse la natura e ’l cielo ;
e la natura e ’l cielo ; Tentò con l’arte far quel, che vietato Era a sue forze indebolite e vane, Nova astutia trovando a
he vietato Era a sue forze indebolite e vane, Nova astutia trovando a sua salute.     L’astutia fu, ch’un dì passando il
a salute.     L’astutia fu, ch’un dì passando il Corvo Vicino a la sua grotta, a sé chiamollo Con debil voce, e con serm
ollo Con debil voce, e con sermone humile Il mosse a gran pietà de la sua sorte : Et lo pregò, ch’ei divulgasse tosto De la
ran pietà de la sua sorte : Et lo pregò, ch’ei divulgasse tosto De la sua morte già vicina il nome, Per cortesia fra gli an
debito loro Era di visitarlo, e ritrovarsi Ciascun l’ultimo dì de la sua vita Per honorarlo de l’esequie estreme ; E ch’ei
o prese, E più oltre passar non volse prima Che ’l salutasse, e da la sua risposta Meglio congietturar potesse il fatto : E
vesse ; E l’invitava ad accostarsi a lui, Che meglio intenderia de la sua sorte, Senza dargli fatica in parlar forte. Rispo
no.     Così da picciol segno alcuna volta L’huom savio impara con sua gran ventura A scoprir de’ malvaggi il rio secret
3 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [40.]. DEL CERVO, E ’L CAVALLO, E L’HUOMO. » p. 269
consumasse quella parte, ch’esso, Se l’altro non ci fusse, havria per sua . E tanto un giorno in lor crebbe il dispetto, L’o
esse al suo bisogno, Incontrò l’huomo ; a cui con prece humile L’opra sua chiese. Ond’ei, che disegnato Gran tempo haveva d
tto farsi Quell’animal per li servigi suoi, Tosto pronto s’offerse in sua difesa : Ma disse ; che, se ben d’ingegno e forza
sella, e ’l freno, D’accomodarsi seco, e dargli il modo D’intender la sua voglia ove il bisogno Cercasse, ch’ei per lui vol
o Alfin restò miseramente ucciso.     Onde il Cavallo al fin de le sue voglie Venuto homai, debite gratie rese Di tal fa
chiese Licenza per andarsi a goder solo Quel prato ameno, il resto di sua vita In dolce libertà passando lieto.     Ma l
dolce libertà passando lieto.     Ma l’huom, che già l’havea nelle sue mani, E poteva domar a modo suo De le forze di lu
n intendea per modo alcuno Lasciarlo andar senza pagargli il costo Di sue fatiche, e nel ritenne a forza Sì, ch’ei rimase e
, e che soccorso chiede Ad huom, che più del suo nimico vale, Dopo le sue vittorie alfin rimane De la sua propria libertà p
che più del suo nimico vale, Dopo le sue vittorie alfin rimane De la sua propria libertà perdente : Che quel, che vinto ha
4 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [23.]. DELL’ASINO, E ’L CAVALLO. » p. 357
e dove Marte feroce insanguinava il piano : E felice chiamava ognihor sua sorte, Ch’ei fosse tanto dal Signore amato, Che s
trionfo e pompa Con l’infelicità del mal presente, Racconsolato e di sua sorte lieto Menò contento di sua vita il resto.
del mal presente, Racconsolato e di sua sorte lieto Menò contento di sua vita il resto.     Così far deve ogn’huom, che
’huom, che in bassa sorte Esser si sente, e senza invidia il corso Di sua vita passar, mentre comprende De’ Prencipi e Sign
ortuna : Che spesse volte in gran bassezza cade, Chi posto vien de la sua rota in cima. Stolto è chi invidia perigliosa a
5 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 87. De lepore calliditatem, et vvlpe celeritatem a Iove petentibvs » p. 
. « Ab origine mundi e sinu nostro liberalissimo singulis animantibus sua munera sumus elargiti. Vni autem omnia dedisse al
a dedisse aliorum fuisset iniuria. » Hæc innuit fabula deum singulis sua munera ita esse æquali lance largitum, ut quisque
lis sua munera ita esse æquali lance largitum, ut quisque esse debeat sua sorte contentus.
6 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [68.]. DELLA SELVA, E ’L VILLANO. » p. 303
largamente adorna, E la pregò con mansueta voce, E parole efficaci a sua richiesta, Che di prestargli ella contenta fosse
Che di prestargli ella contenta fosse Un picciol tronco de le piante sue , Ch’eran d’immensa, et infinita copia : Perch’un
d’immensa, et infinita copia : Perch’un manico farne esso volea A la sua scure, onde tornato a casa Fornir potesse alcuni
quello alfin posto in ruina. Però guardisi ognun a cui fa dono De le sue gratie, e non si fidi troppo Di chi per molta esp
7 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [76.]. DEL CORVO, ET LI PAVONI. » p. 101472
le, Entrò de gli Pavoni anch’esso in schiera. Ma quando al suon de la sua rauca voce Riconosciuto fu da gli altri, ognuno D
a sua rauca voce Riconosciuto fu da gli altri, ognuno De le piume non sue tosto spogliollo, E con gran scorno fu da lor sca
ingegno e valor dotati sono. Perché col tempo l’ignoranza folle, E la sua ambition si fa palese ; Onde additato è con vergo
8 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [80.]. DELLA LEPRE E LA TESTUGGINE. » p. 226
la palma, Quando la Lepre desta alfin s’accorse Del preso error de la sua confidenza, E colei riportarne il pregio tutto Di
tto Di quella impresa, si pentì, ma in vano De l’arrogante negligenza sua .     Così fa spesso l’huom d’ingegno e forza D
vede, Quando opra tenta, onde l’honore importi ; Che confidato nella sua virtute Pigro dorme a l’oprar continuo e lungo, S
ntico vigor, ch’ardeva in lui Per colpa sol de la pigritia nata Da la sua negligenza infame e stolta, Che pieno il fa d’un
ran lunga A molti e molti, ch’ei nulla prezzava : E tutto il resto di sua vita vive Con tedio estremo assai peggio, che mor
9 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [9.]. DEL CANE. » p. 133
endere,     Che mi potrà più satio e lieto rendere. Così lascia la sua cader nell’onda,     E volendo pigliar l’altra m
fonda,     Sparisce quella nel turbato humore :     E pargli che la sua quell’altra asconda     Sott’acqua sì, che non p
trarla fuore :     S’accorge alfin, che la vana sembianza     De la sua l’havea posto in tal speranza. Et dolendosi poi
10 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [64.]. DELL’ASINO, E DEL CINGHIALE. » p. 484
ù possente,     E di fregi d’honor cinto d’intorno     Spendendo le sue forze in vil figura,     La sua virtute, e la su
or cinto d’intorno     Spendendo le sue forze in vil figura,     La sua virtute, e la sua gloria oscura. Non mostrar tu
    Spendendo le sue forze in vil figura,     La sua virtute, e la sua gloria oscura. Non mostrar tuo valor con gente
11 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 18. De asino, simia et talpa » p. 
lis captam esse uideatis. » Hæc fabula ad eos pertinet, qui non sunt sua sorte contenti. Qui, si aliorum infortunia consyd
i. Qui, si aliorum infortunia consyderarent, æquiori animo tolerarent sua .
12 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [38.]. DELLA RANA, ET SUO FIGLIUOLO. » p. 376
a Rana il Bue vicino al fosso Ito per bere, e grande invidia prese Di sua grandezza, et tosto entrò in desio Di farsi egual
gonfiarsi tanto, Che ’l suo figliuol, che la mirava in questo, De la sua morte assai temendo disse : Deh cessa madre, da l
l’avanzava assai, Nulla stimava il suo consiglio sano : Ma riputando sue parole vane, E stimando accortezza il proprio hum
aggior d’anni In altra guisa, al giovine dar fede, Che con ragione la sua lingua mova ; Ché non sta con l’età sempre il sap
13 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [3.]. DELL’AQUILA, ET LA SAETTA. » p. 276
rio ventre, S’avvide ancor, che de lo stral le penne De l’ali proprie sue furon già parto : E non tanto si dolse esser traf
furon già parto : E non tanto si dolse esser traffitta Per giugner di sua vita in breve al fine, Quanto che di veder l’ali
a Per giugner di sua vita in breve al fine, Quanto che di veder l’ali sue stesse Esser ministre a lei di tanto danno.   
14 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [79.]. DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 188
il passo Fermossi tosto, e non si mosse punto : Ma ridendo tra sé di sua follia Così gli disse : invero che l’aspetto Di q
quando Avien, che con saggio huom faccia l’istesso, Dal suono sol di sua propria favella Si scopre quel, che sua natura il
a l’istesso, Dal suono sol di sua propria favella Si scopre quel, che sua natura il fece, Con gran suo scorno, e riso di ch
15 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [13.]. DEL CERVO. » p. 74
o al fonte,     E del bel don de le ramose corna     Si gloriava di sua altera fronte : E mentre quelle a vagheggiar pu
,     De le gambe si duol brutte e sottili,     Qual non conformi a sua persona adorna. E le biasma e le sprezza come v
ro si rinselva. E mentre i cacciator lontani lassa     Mercé de le sue gambe agili e preste     Giunge ove una gran que
16 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [89.]. DEL LEONE INNAMORATO, E DEL CONTADINO. » p. 222
n soffrir la pena acerba Prese partito di chiederla al padre, Che per sua sposa a lui la concedesse. Et così fece con parla
cui strana cosa parve, Che d’una fiera divenisse moglie La giovinetta sua figliuola, prese Partito di sbrigarsi da tai nozz
più, che ’l viver proprio amava. Et così contentò che ’l Contadino Di sua man propria gli trahesse allhora Ad uno ad uno i
ccordo brama, A non lasciarsi tor l’armi di mano, Od altra cosa, onde sua forza penda : Perché puote avenir, che ’l suo nim
17 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [75.]. DEL LUPO, ET L’AGNELLO. » p. 155
on altera voce, Ch’era sfacciato e di follia ripieno A dar risposta a sue saggie parole ; Ch’ad ogni modo ei non volea scos
e a lui Toccasse un giorno di scontarle tutte Per lor col merto de le sue sciocchezze.     E volendo di ciò far nova scu
Cercando le cagioni, o vere o false Che sian, nel sen de la nequitia sua  ; Con cui non val né la ragion, né il vero. L’h
18 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 22. [DE CVPIDO ET INVIDO] » p. 580
re uoto seque ratus solum munera ferre duo. Ille ubi captantem socium sua praemia uidit, supplicium proprii corporis optat
Ioui, quae, dum prouentis aliorum gaudet iniquis, laetior infelix et sua damna cupit.
19 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [82.]. DEL LEONE, ET LE RANE. » p. 141
E. SENTÌ ’l Leon gridar verso la sera Dentro un fosso lontan da la sua tana Immensa copia di loquaci Rane Con tal romor,
to il vider le loquaci Rane, E tacquero e fuggiro in un momento Da la sua vista sotto l’acque impure.     Così spesso l’
vane ; Ma il cor, che tace ; e da gli effetti solo Donar fomento a le sue imprese suole. Perché colui, che di valore è ricc
20 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [87.]. DEL CIGNO, E DELLA CICOGNA. » p. 95
CIGNO, E DELLA CICOGNA. IL Cigno giunto homai vicino al fine De la sua vita con soavi accenti Facea l’esequie a le sue p
vicino al fine De la sua vita con soavi accenti Facea l’esequie a le sue proprie membra In breve per restar di spirto priv
principio e fine. Così parlò : né la Cicogna pote Dir altro contra a sue vive ragioni.     Così devrebbe contentarsi og
tra a sue vive ragioni.     Così devrebbe contentarsi ognuno De la sua sorte, e de la legge eterna, Che Natura, e di Dio
21 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 145. De viro divite et viro litterato » p. 
diues sed illitteratus, uirum doctum, sed inopem deridebat quod ipse sua industria multas diuitias congregasset, quom ille
diues fuerat, panem ostiatim petere coactus inopia confessus est, se sua opinione deceptum. Fabula indicat fortunæ bona,
22 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [95.]. DEL NIBIO, E DELLO SPARVIERO. » p. 
restar d’accordo Di far l’Aquila in ciò giudice loro. Onde esponendo sua ragion ciascuno Dinanzi a lei, che decidesse il p
he regna in voi. Che colui, che tornando a me con prova Maggior de le sue forze e del suo grado, Men darà indicio con più d
ore. Così da lei partiti, ognun si mosse A quel tentar, che più potea sua forza : E dopo breve spatio a lei tornaro Ciascun
23 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [36.]. DELLA TESTUGGINE, ET L’AQUILA. » p. 230
generoso augel, che non volea Al suo sciocco pensier dar argomento Di sua ruina, con parlar benigno Cercò ritrarla da quel
haver appresa a pieno Del volar l’arte dal camin già fatto Fra l’ugne sue  ; sì che lasciarla tosto Ella devesse andar per l
gliar si vuole ; Ne de’ saggi dà fede a le parole Da buon discorso in sua salute spese. Merta ogni mal chi sprezza il buo
24 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [50.]. DEL GRANCHIO, ET LA VOLPE. » p. 116
errò per divorarlo. Ei che s’accorse del crudele effetto, Né scampo a sua salute haver poteva, Lagrimando tra sé disse : Be
r la vita.     Così fa l’huom, che da troppo desio Di cose nove la sua patria lassa, E temerario arditamente passa Ove m
25 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [81.]. DELLA RONDINE, E GLI ALTRI UCCELLI. » p. 39
viver di periglio pieno. In breve par ch’a la misura arrive     Di sua perfettione il Lin maturo ;     E sen fan varie
,     Cibo de l’huomo per usanza antica : Così perché nell’opre di sua mano     Non gli suol mai far detrimento alcuno
nder gli altri augelli si diletta     Tanto, c’ha per maggior d’ogni sua festa,     Quando ve n’ha ben piena la sacchetta
26 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [11.]. DEL CIGNO, ET DELL’OCCA. » p. 399
r naturale istinto Mosso a cantar co’ più soavi accenti, Che possa di sua vita a l’ultime hore, Visto già il ferro de la mo
, e diè di mano a l’Occa. Et via portolla : e quel sciolto rimase Per sua virtù da l’accidente strano.     Così l’huomo
27 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [69.]. DI DUE RANE C’HAVEAN SETE. » p. 43
   Saggio è dunque colui, ch’a l’appetito Proprio pon freno, e l’opre sue misura Con la prudenza ogni hor pensando il fine.
prudenza ogni hor pensando il fine. Chi pensa al fin raffrena ogni sua voglia.
28 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [18.]. DEL SOLE, E BOREA. » p. 46
Di cotal prova : et fé d’esser il primo, Che mostrasse con lui l’alte sue forze. Così d’accordo cominciò calarsi Verso quel
n chiusi ; Quanto più Borea intorno il travagliava. Or visto alfin la sua fatica vana Il vento stanco, e in sé più che sicu
e affanno, Che colui, che con impeto si move In discoperta forza a le sue voglie. La destrezza val più, che viva forza.
29 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [12.]. DELLA VOLPE, E ’L LUPO » p. 211593
ccio Darle materia, onde salir potesse, Prestando aiuto a lei, ch’era sua amica, E posta de la vita in gran periglio.   
importa, Al vero fin de la bramata impresa Con danno de gli amici et sua vergogna. Vano è il parlar dove s’attende l’opr
30 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [32.]. DE I TOPI. » p. 613
te, vi prego, Colui, che voglia esser cotanto ardito, Che de le forze sue sicuro in tutto Tenti porre il sonaglio al collo
ove il periglio Si scorge in eseguir util consiglio : Però colui, che sua sentenza porge Che del publico ben cagione apport
31 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [92.]. DELLA CERVIA, ET LA VITE. » p. 77
e strale, Che da l’un fianco a l’altro la trafisse. Così giungendo di sua vita al fine Disse fra sé quell’infelice fiera. A
Offendendo con mio non picciol danno Colei, ch’a l’ombra de le foglie sue La cara vita mi salvò pur dianzi : Ond’hebbe poi
32 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [4.]. DELL’AQUILA, E ’L GUFFO. » p. 
egno ; Forte sen dolse : e si scusò con seco1 Del torto a lui contra sua voglia fatto. Soggiungendo, che mai per le parole
endo, che mai per le parole, Ch’egli le fece de la gran beltade De la sua prole, non havria creduto L’openion dal ver tanto
huom, che da l’amore Di sé medesmo fatto in tutto cieco Stima le cose sue più, che non deve, Resta schernito quando più si
33 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [93.]. DE GLI ARBORI, E DEL PRUNO. » p. 262
arbori tutti Che l’Uliva di lor l’imperio havesse : Ma quella, che di sua sorte contenta Già si viveva una tranquilla vita,
i, Che dal Libano monte al Ciel sen vanno.     Così colui, ch’a le sue voglie serve, È pronto a ricercar l’altrui govern
ole Far sempre quanto al suo dever conviene. Chi tien l’honor, e le sue cose a core     Non cerca mai de gli altri esser
34 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [19.]. DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO. » p. 427
a     Più si sommerge et dentro a quello intrica,     Come la sorte sua ve la destina. Vana era al fin d’uscirne ogni f
sangue tutto homai le havean consunto. Venuto al fiume allhor da le sue tane     Il Riccio del suo mal forte si duole :
35 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [78.]. DEL PARDO, E LE SIMIE. » p. 
a di lor di vita manche. Così con arte mena a fiero stratio     Le sue nimiche, e se ne trahe la fame     Ad un sol tra
ol tratto per ben lungo spatio. Tal l’huom, che studia al fin de le sue brame     Venir un dì, né haverne il modo sente,
36 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [99.]. DEL CONTADINO, E GIOVE. » p. 
un Contadin da Giove Tolse in governo con espresso patto Che Giove a sua richiesta ogni stagione De l’anno a regger solame
. Chiamollo Giove poscia, e per mostrarli Quanto era vana la prudenza sua In voler comandar a chi sa il tutto : Gli disse.
37 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [90.]. DELLA SCROFA, E LA CAGNA. » p. 173
occa avvederti Qual conto faccia questa santa Dea Di me, che tien per sua divota ancella, Et qual mi porti amore, e gran ri
’l suo biasmo sente Da chi col vero il punge et lo molesta, Torna in sua lode con risposta honesta Quel che di darle infam
38 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 11. De trabe et bobvs eam trahentibvs » p. 
gnouit trabs. Hæc nos docet fabula, ne in eos excandescamus, qui non sua sponte nos lædunt.
39 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 123. De viro qvi experiri volvit mentem vxoris » p. 
t, adeo uiri amorem sibi infixum, quod si optio daretur, mariti uitam sua morte redimeret, super nudos utriusque pedes stup
40 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 182. De mvliere a viro verberata qvæ se mortvam simvlabat » p. 
eptoque cultro a pedibus pellem diripere cœpit. Vxor sentiens quorsum sua tenderet simulatio pedem retrahens illico resurre
41 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 32. [DE HOMINE ET PLAVSTRO] » p. 291
i rector summis Tirynthius infit ab astris (nam uocat hunc supplex in sua uota deum) : Perge laborantes stimulis agitare iu
42 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [96.]. DEL VESPERTIGLIO, ET DELLA DONNOLA. » p. 172
lo con ragione alcuna, Sendo egli un Topo, la cui specie sempre De la sua propria fu crudel nimica : Onde rispose il Vesper
a di quella Forma di ragionar, che più ricerca La propria occasion di sua salute Ne i simili accidenti, e ne i diversi. C
43 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 143. De vvltvre a canibvs capto ob prædam non dimissam » p. 
rre decreuerant quom subito canibus aduentantibus alter eorum dimissa sua parte cadaueris eiulans statim e canum conspectu
44 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 157. De servo qvi asinvm heri e rvpe deiecit » p. 
uc et illuc illum agere cogeretur mentitusque est domino illum sponte sua se deiecisse. Ob hoc dominus seruum compellebat o
45 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 12. De arboribvs pvlchris et deformi » p. 
dominus iubet omnes excidi, præter eam, quæ breuitate et deformitate sua ædificium indecorum redditura uidebatur. Cæteris
46 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 33. [DE ANSERE OVA AVREA PARIENTE] » p. 87
uo. Sed dominus, cupidum sperans uanescere uotum, Non tulit exosas in sua lucra moras, Grande ratus pretium uolucris de mor
47 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [21.]. DEL TOPO GIOVINE, ET. la Gatta, e ’l Galletto. » p. 716
urar tua puritade Di farsegli vicina, onde potesse Dapoi satiar di te sua ingorda fame. Però temi lui sempre, e non fidarti
Del suo falso sembiante in vista pio : E tienti ben lontan da l’ugne sue , Se non vuoi darti in man d’acerba morte. E l’alt
ce ha dentro il core ; E tacer suole, o con parole pie Adombrar de la sua perfida mente L’iniqua voglia d’ingiustitia piena
48 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 5. [DE ASINO PELLE LEONIS INDVTA] » p. 358188
gor, mitibus ille feris communia pabula calcans, turbabat pauidas per sua rura boues. Rusticus hunc magna postquam deprendi
49 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 17. [DE VENATORE ET TIGRIDE] » p. 340
] Venator iaculis haud irrita uulnera torquens turbabat rapidas per sua lustra feras. Tum pauidis audax cupiens succurrer
50 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 41. [DE OLLA CRVDA A FLVVIO RAPTA] » p. 368
i. Haec poterunt miseros posthac exempla monere Subdita nobilibus ut sua fata gemant.
51 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 81. De aqvila filios cvnicvli rapiente » p. 1
s solatium Cuniculo præbuerunt. Hæc indicat fabula (neminem potentia sua fretum imbecilliores debere despicere quum aliqua
52 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 133. De grammatico docente asinvm » p. 722
mmatico docente asinvm GRammaticus quidam gloriabatur adeo in arte sua se excellentem esse ut si digna daretur merces, n
53 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [30.]. DELLA VOLPE, E DEL GALLO. » p. 671
passate gare.     Così dicea la Volpe. E ’l Gallo accorto Fatto a sue spese de gli inganni suoi, Fingendo creder quanto
ese anchor maggior sospetto, E senz’altro a fuggir tosto si diede Con sua vergogna e gran piacer del Gallo. Che con le burl
54 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 33. De anv dæmonem accvsante » p. 
ius 33 De anv dæmonem accvsante Volunt homines ut plurimum, quom sua culpa aliquid sibi acciderit aduersi in fortunam
55 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [6.]. DELLA CORNACCHIA, E LA RONDINE. » p. 229
La Cornacchia, che ’l meglio haver teneasi,     Usò cotal ragione in sua difesa. Misera a che la tua beltà deveasi     
56 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 55. De agricola militiam et mercatvram affectante » p. 
in ea erant ad unum omnes periere. Hæc fabula monet quemlibet debere sua arte esse contentum, quum ubique sit parata miser
57 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [61.]. DELLA VOLPE, ET DELL’UVA. » p. 15
ente cibo, Però mai non ne giunse un picciol grano. Onde vedendo ogni sua speme vana Se ne ritrasse, et a sé stessa disse.
58 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [74.]. DEL GALLO, E ’L GIOIELLO. » p. 503
ta. Sol la virtute è quel nobil gioiello,     Che ’l savio sol per sua natura apprezza,     E tien dal ciel per dono e
59 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 31. De vidva virvm petente » p. 
. Quem non coitus gratia, qui ingratus admodum sibi erat, sed ne bona sua dilapidarentur, exoptare se dicebat. Mulier sagax
60 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [2.]. DEL CORVO, ET SUA MADRE. » p. 324
[2.] DEL CORVO, ET SUA MADRE. IL Corvo infermo, e già vicino a morte
61 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [52.]. DELL’ASINO, LA SIMIA, ET LA TALPA. » p. 
Stia ne gli affanni suoi costante e forte ; E nel voler di Dio paghi sua sorte De l’affanno maggior, che in altri vede.
62 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [55.]. DEL LUPO, ET DELLA GRUE. » p. 156
tro In breve alfin di tanto affanno il trasse. Ma richiedendol poi di sua mercede N’hebbe in premio da lui cotal risposta.
63 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [8.]. DEL CORVO E ’L SERPENTE. » p. 128
iorno al sol dormiva : E fra l’ugne ne ’l prese, e volea trarsi De le sue carni l’importuna fame : Ma quel presto destossi,
64 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [10.]. DELL’ANGUILLA, E ’L SERPENTE. » p. 
io cercata era da ognuno, Ambi due sendo d’una stessa forma : E mille sue compagne prese e morte Havea veduto, ond’egli sem
65 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [15.]. DELLI DUE VASI. » p. 378
a assai più lieve Scorrea sicuro ; l’altro, che temea Per la gravezza sua girsene al fondo, Cominciò con parole affettuose
66 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [27.]. DELLE VOLPI. » p. 17
dispiacer ne prese, Che viver non sapea, né comparire Fra le compagne sue di quella priva. E per trovar il modo, onde potes
67 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [33.]. DI DUE RANE VICINE DI ALBERGO. » p. 69
iolta briglia, Sotto una ruota miserabilmente Restò schiacciata, e di sua vita al fine.     Così interviene a chi nel vi
68 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [34.]. DEL CERVO, ET SUO FIGLIUOLO. » p. 351
dir perch’io nol faccia. Questo ben ti dirò : Che solo al suono De la sua voce, anchor che da lontano Molto da me talhora u
69 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [39.]. DEL DRAGO, ET LA LIMA. » p. 93
    Così devria colui lasciar le imprese, Che impossibili sono alle sue forze, Né contrastar con quel, ch’è più possente
70 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [51.]. DELLE MOSCHE NEL MELE. » p. 80
uol ragion dottar4 a chi prudente Nutrir si vuol di delicati cibi Per sua salute, ma si astien dal troppo, Che nuocer suole
71 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [53.]. D’UN MARITO, CHE CERCAVA AL CON- trario del fiume la moglie affogata. » p. 682
Donna in vita resse Fu da l’altrui parer così diversa, Così di voglia sua , così lontana Dal comune voler, così contraria A
72 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [86.]. DELLO SPARVIERO CHE, seguiva una colomba. » p. 
r, che mai da quello offesa Non han sentito, perché ogni altro poi Da sua malvagità viva sicuro : Perché è giustitia il ven
73 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [48.]. DELL’ASINO, CHE PORTAVA IL SIMOLACRO. » p. 182
lo e nome, E non si porta in suo costume, come La prudenza richiede a sua natura. L’honor dato a l’huom sciocco insano il
74 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [94.]. DELLA VOLPE, ET DELLA SIMIA. » p. 
cuna ?     Così ne mostra l’animale astuto, Che chi sotto il Tiran sua vita mena È in gran periglio di sentir la pena De
75 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [98.]. DELL’ASINO, E DEL VITELLO. » p. 
l cangiar patria, e loco, e ancor Signore,     Pur che ne stia de la sua sorte al segno, Né provi stato del primier peggio
76 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [66.]. DELL’AQUILA, E DEL CORVO. » p. 2
ti piedi, V’accorre ; il prende ; e i troppo audaci vanni Trattogli a sua maggior vergogna e danno A i fanciulletti suoi pe
77 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [72.]. DELL’ORSO, E LE API. » p. 400
enente corse Dietro a colei, che tosto entrata in casa Da la proterva sua rabbia s’ascose. Egli, ch’ad ogni modo havea desi
78 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [26.]. DELLA CANNA, ET L’OLIVA. » p. 70
 Fin che ’l tempo non venga, onde sicura     Risponder possa a tanta sua pressura. Ecco de’ venti impetuoso stuolo     
79 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [37.]. D’UN VECCHIO, ET LA MORTE. » p. 60
LA MORTE. UN Vecchio contadino ito a far legna Nel bosco assai da sua stanza lontano Tornava a dietro d’un gran fascio
80 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [60.]. DELL’ASINO, E DEL LUPO. » p. 187
valore.     Ognuno dunque accortamente impari L’arte seguir, a cui sua stella il chiama : Et lasci quell’ufficio, in cui
81 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — A I LETTORI. DEL PADRE, E DEL FIGLIUOLO, che menavan l’asino. » p. 721
mo male,     Che far contento ognun pensa e s’ingegna     De l’opre sue , né questo asseguir vale. Perché in natura tal
. Vario è ’l parer d’ogni huom, diverso il gusto :     Ognun de la sua voglia si compiace ;     Chi loda il pan mal cot
82 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [49.]. DI PALLADE, ET DI GIOVE. » p. 508
i Dei A suo piacer un arbore si elesse D’haver per propria insegna in sua tutela. Così Giove la Quercia altera prese ; Vene
83 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [58.]. DEL LEONE, DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 149
ese impara Nelle occorrenze perigliose e strane Il ritrovar la via di sua salute Senza tema di biasmo, o d’alcun danno. S
84 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [67.]. DELLA VOLPE INGRASSATA. » p. 24
fa l’huom, ch’ognihor vivuto sia In mediocre stato, onde quieta Menò sua vita, e senza alcun travaglio, Quando d’alta fort
85 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [85.]. DEL GATTO, E DEL GALLO. » p. 
mio canto è quello, Che invita a l’opre ogni mortal, che brama Menar sua vita da l’ocio lontana, Che d’ogni mal è padre ;
86 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre troisiéme. — II. Les Membres et l’Estomach. » p. 130
ster.
 Il faudroit, disoient-ils, sans nous qu’il vécust d’air.
 Nous suons , nous peinons comme bestes de somme :
 Et pour qu
87 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [73.]. DEL PAVONE, E DEL MERLO. » p. 219
per tutti noi Col rostro adunco, e co i feroci artigli De la possanza sua rara et invitta ? Cedi, misero, cedi a un altro i
88 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [25.]. DEL CANE, E ’L GALLO, E LA VOLPE. » p. 252
endo a lei quel, ch’essa haveva al Gallo Di far pensato con l’astutie sue , Senza che pur la ria se n’avvedesse.     Così
89 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE CXII. D’un Malade, et d’un Medecin. »
 ; « Je brusle », répondit-il, et « suis tout en eau, à force d’avoir sué  ». « Voila qui est bien », dit le Medecin, et là
90 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [1.]. DELL’AQUILA, ET DELLA VOLPE » p. 1
l terreno.     Il che vedendo allhor la Volpe offesa Per far de la sua prole alta vendetta Sopra di quelli immantinente
91 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 250 » pp. 170-170
malade, questionné sur son état par le médecin, répondit qu’il avait sué plus que de raison. « Cela va bien », dit le méde
92 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [97.]. DELL’ALLODOLA. » p. 325
campi, et aspettato indarno Gran pezzo haveva gli invitati amici A la sua stanza quel padron del campo, Alfin col suo figli
93 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE C. Du Pescheur, et d’un petit Poisson. »
uve, que les biens temporels sont de penible acquisition : qu’il faut suer , courir, combattre, choquer l’un et l’autre, offe
94 (1570) Cento favole morali « Présentation »
aquila, et della volpe » P1   Faerno, 60   2. « Del corvo, et sua madre » P324   Faerno, 13   3. « Dell’aqu
95 (1893) Les fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. Tome I : Phèdre et ses anciens imitateurs directs et indirects pp. -818
am sumpsimus. Meministine ridere te solitum, illos qui fata deplorant sua … Nos fabellis atque mensis hunc librum scripsimus
la racontant, déclare que c’est un événement dont il se souvient, rem sua memoria factam. Or, dans la quinzième des fables
ntes iambico carmine transtulimus : Olim quas vellent esse in tutela sua , Diui legerunt arbores : quercus Ioui, Et myrtus
ntes Iambico carmine transtulimus : Olim quas vellent esse in tutela sua .” Et ce qui suit forme un total de douze vers qu
e natos lacte, ne desit mihi. R.   que me nutrit et dat ubera sua mihi, natos autem suos fraudat, ut lac non desit
ecimum est de Esdra rege. et de eo qui prorogat iram suam. et superat sua vicia. Capitulum undecimum est de venatore et lee
dunt. 13. Male loqui. 14. De medico indocto. 15. Quilibet rex in domo sua . 16. De amicorum fiducia. 17. Stulticiam non poss
a deo. 54. De aucupe quem lesit serpens. 55. De augure qui furtum rei sue preuidere non potuit. 56. Quare lupi sectantur ou
fine terminatum. De quo cunctipotenti deo honor : eiusque genito cum sua benedicta matre semperque virgine gloria, spiritu
cet autre : Perdere quisque suam sortem de iure meretur,       Quam sua si placeant plus aliena sibi. Au-dessous se trou
cre rouge. La quarante-huitième, intitulée : De Viro mortuo et Uxore sua , ne comprend que les trente vers primitifs. E
ommence par ces mots : Dicie che uno Ghallo andando per prochacciare sua vivanda sue per uno monte di letame , etc. La qua
ces mots : Dicie che uno Ghallo andando per prochacciare sua vivanda sue per uno monte di letame , etc. La quarante-sixièm
ipigliò lo puledro suo, e andossene via con esso, et par bene parlate sue liberato. Le catalogue des manuscrits de la Bib
s, intitulées : Della Volpe e del Granchio , Del Mercatante e della sua Moglie , Del Villano che moriva e del Diavolo .
Ghivizzani || con un discorso || interno la origine della Favola, la sua ragione storica || e i fonti del || volgarizzamen
 : che a fanciulli et a ignoranti       Vano per man : soglion perder sua forma       E mutar spesse volte soi sembianti.
ossèdent chacune un exemplaire de cette édition. —  Esopo con la vita sua historiade vulgare et latino. À la fin, on lit :
de cette édition sous la cote 7744. 1520. Esopo con la vita sua historiate || vulgare et latino. Ce titre, qui e
ion sous la cote 7754. 1544. Fabule di Esopo historiate con sue allegorie historice et morale. À la fin : Venet
dove si vede mira-||bilissimi et notabili am||maestramenti. || Con le sue figure accomo-||date ad ogni fabula. || Di nuovo
ter fovit Ricardum ex mamilla dextra, sed Alexandrum fovit ex mamilla sua sinistra471. » Venu en France dans sa jeunesse,
de penser à cette phrase proverbiale du poète romain :       Habent sua . fata libelli. Tous les deux, contemporains et c
bles latines : xi. De Stulto et Mulis, et : xxxviii. De Pica et Cauda sua . La fin des quarante fables et le commencement de
anche on y trouve la traduction de la fable xxxviii. De Pica et cauda sua , et deux fables empruntées à Avianus et intitulée
Vienne 901. Sic qui quærit alienum, dum plus cupit, suum perdit. Non sua qui cupiunt, merito quæ sunt sua perdunt. On le
um, dum plus cupit, suum perdit. Non sua qui cupiunt, merito quæ sunt sua perdunt. On le voit, la moralité dans le manuscr
ontaine : Vienne 303. Berlin 87. Cervus bibens de fonte sua cornua magna vidit, nimisque ea laudavit cruraque
it cruraque ceu tenuia vituperavit. Quondam Cervus bibens de fonte, sua cornua vidit, intusque ea laudare cœpit cruraque
mprobitate sustulit. Rom. de F. : Sic totam prædam illam improbitate sua abstulit. De ce qui précède deux solutions se dé
it. At decepta aviditas : quam ferebat, dimisit offam, et quæ valebat sua non potuit vel extremo tangere dente. Qui dum ali
s avidius adpetit aliena. — Eam quam ore tenebat. Fable 29. Cornua sua laudare cœpit, et crura tenuia ultra modum vitupe
9. « Quod meum consilium dum aperio Viro Nobiliss. Iano Grutero, pro sua in litteras meque privatum amore, auxilio subsidi
/ 95