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1 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [32.]. DE I TOPI. » p. 613
di parer, ch’un gran sonaglio al collo Legar del Gatto si devesse al fine , Che ’l suo venir al suon si conoscesse Da lor, c
é seppe dar al ver risposta alcuna : E van restò di quel consiglio il fine .     Così spesso intervien dove il periglio Si
ico ben cagione apporta, Dee pensar prima, che la lingua snodi, Se ’l fin del parer suo puote eseguirsi Senza pericol di ch
pone in opra, Se brama esser tenuto al mondo saggio. Del suo debito fin manca il consiglio,     In cui de l’eseguir chia
2 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [87.]. DEL CIGNO, E DELLA CICOGNA. » p. 95
87.] DEL CIGNO, E DELLA CICOGNA. IL Cigno giunto homai vicino al fine De la sua vita con soavi accenti Facea l’esequie
   Allhora il Cigno rispondendo disse. Io canto di mia vita il giusto fine , Che di necessità Natura impone A tutti madre, e
si sente in gran travaglio e pena : Et mi rallegro, che, giungendo al fine Di questo viver, giungo al fine anchora Di tanti
a : Et mi rallegro, che, giungendo al fine Di questo viver, giungo al fine anchora Di tanti affanni, et son per sentir sempr
ran virtù de le celesti sfere, Che danno al tutto ognihor principio e fine . Così parlò : né la Cicogna pote Dir altro contra
racciar con lieto volto Come la vita si tien dolce e cara, Essendo il fin d’ogni miseria humana La morte, e questa vita un
3 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [12.]. DELLA VOLPE, E ’L LUPO » p. 211593
co più parole in vano, Disse : ah fratello trammi pur di questo Pozzo fin che puoi farlo e sana e viva, Che poi ti conterò
rebbe oprar la man tosto e l’ingegno Per condur l’opre d’importanza a fine , Sta vaneggiando a consumar il tempo Dietro a par
consumar il tempo Dietro a parole, e quel, che meno importa, Al vero fin de la bramata impresa Con danno de gli amici et s
4 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [45.]. DELLE FORMICHE, ET LA CICALA. » p. 112373
re Dietro a le vanità perdendo andate, Senza pensar di vostra vita il fine , Aprite a questo esempio, aprite gli occhi : Et i
, e di miseria pieni ; Che l’antico proverbio è cosa vera, La vita il fine , il dì loda la sera. Chi vuol da savio oprar pe
a il fine, il dì loda la sera. Chi vuol da savio oprar pensi al suo fine .
5 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [78.]. DEL PARDO, E LE SIMIE. » p. 
a lui saltella e passa. Egli sta cheto, e non respira a pena,      Fin che le crede esser ben lasse e stanche ;     E p
opra e le branche     Crudel fra lor pria, che si renda satio,      Fin ch’ognuna di lor di vita manche. Così con arte
   Ad un sol tratto per ben lungo spatio. Tal l’huom, che studia al fin de le sue brame     Venir un dì, né haverne il m
6 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXXX. De la Mouche. »
ui se plongent si avant dans leurs delices, qu’ils y rencontrent leur fin avec celle de leurs insatiables desirs. Car il es
et de vivre pour la seule satisfaction de son corps, sans trouver sa fin avant l’âge. Quelqu’un de ces Voluptueux peut bie
u defaut d’y prendre part, comme les autres. O la belle et honnorable fin d’un si grand homme ! O mort bien digne de la vie
velis dans le broüet, c’est à dire dans les voluptez charnelles. Leur fin , comme toute pure et celeste, ne tient rien des s
7 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [47.]. DELLA MOSCA. » p. 16780
vicina morte in mano andava ; Onde vedendo non poter fuggire L’odiato fin de la penosa vita, Cominciò confortarsi in cotal
Ch’a ragion debbo volontieri e in pace Sostener di mia vita un simil fine .     Così dee tolerar l’huomo prudente Quel, c
8 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [8.]. DEL CORVO E ’L SERPENTE. » p. 128
o Del cibo, ch’io sperava essermi vita, Havermi tratto di mia vita al fine .     Così spesso n’aviene a l’huom, che intent
uadagno Danno gli nasce di tal cura pieno, Che lo conduce a miserabil fine . Spesso un guadagno ingordo è danno espresso.
9 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [33.]. DI DUE RANE VICINE DI ALBERGO. » p. 69
a, Sotto una ruota miserabilmente Restò schiacciata, e di sua vita al fine .     Così interviene a chi nel vitio vive, Che
Che spesso pria, che fuor ne traggia il piede, De l’infelice vita al fin si vede ; Perché l’huom non sa quel, che Dio pres
10 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 204 » p. 338
tendaient pour dévorer celui qui tomberait le premier. Aussi, mettant fin à leur inimitié, ils dirent : « Il vaut mieux dev
r de pâture à des vautours et à des corbeaux. » Il est beau de mettre fin aux méchantes querelles et aux rivalités ; car l’
11 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [17.]. DEL CAVALLO E L’ASINO CARCHI. » p. 181
e d’un poco del peso per alquanto Di spatio gli piacesse di sgravarlo Fin ch’ei potesse sol riprender lena : Perché già si
o Fin ch’ei potesse sol riprender lena : Perché già si sentia venir a fine  : E negando di farlo il suo compagno Cadendo lass
12 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [69.]. DI DUE RANE C’HAVEAN SETE. » p. 43
o pon freno, e l’opre sue misura Con la prudenza ogni hor pensando il fine . Chi pensa al fin raffrena ogni sua voglia.
sue misura Con la prudenza ogni hor pensando il fine. Chi pensa al fin raffrena ogni sua voglia.
13 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [41.]. DEL PORCO, ET DEL CANE. » p. 
lior cibo ; perché allhor s’appressa (Né vorrei dirlo) di tua vita il fine  ; Quando egli ha gran piacer, che tu t’ingrassi,
r goder poi de le tue carni un giorno. Utile è il mal, che per buon fin si pate.
14 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre premier. — XX. Le Coq et la Perle. » p. 503
ourna
 Une Perle qu’il donna
 Au beau premier Lapidaire.
 Je la crois fine , dit-il,
 Mais le moindre grain de mil
 Seroit bi
15 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre sixiéme. — XXI. La jeune Veuve. » p. 
oit un pere homme prudent et sage : Il laissa le torrent couler. A la fin , pour la consoler, Ma fille, luy dit-il, c’est tr
t au colombier, les jeux, les ris, la danse, Ont aussi leur tour à la fin . On se plonge soir et matin Dans la fontaine de J
16 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XCIII. De deux pots flottans sur l’eau. »
ut, et plus dépensiers que nos moyens ne permettent : De sorte que la fin de telles praticques retombe tous-jours à nostre
e telle espece de bien veüillance est presque tousjours sujette à une fin dangereuse, si le Favory ne se gouverne avec beau
17 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [83.]. DEL TOPO, ET DELLA RANA. » p. 384
na loquace Rana : Che allhor mirando gli atti, ch’ei facea, Haveva il fin del suo pensiero inteso : Et aprendosi il calle i
mezo del camin fur giunti L’iniqua Rana a far si diede il tratto, Che fin da prima disegnato havea. E dove dianzi pur su l’
18 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [25.]. DEL CANE, E ’L GALLO, E LA VOLPE. » p. 252
aggio insieme Presero a far per varii boschi e ville Passando per dar fine al lor camino : Ma non giungendo al destinato loc
Sole il giorno, Fra lor fecer pensier di far dimora Per quella notte, fin che ’l novo albore Rendesse il lor camin via più
19 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XXXI. Du Geay. »
sée honteuse, une fuitte pleine de desespoir. Ces Ambitieux sont à la fin découverts, pour n’estre pas hommes de condition,
veut avoir sa piece, avecque de grands profits. Il est question à la fin de decreter tout le bien pour quelques haillons,
sorte. Nous voyons tous les jours le commencement, le progrés, et la fin de ces Presomptueux, voire mesme nous prenons que
20 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 47 » p. 245
marche. Mais les corbeaux croassant de nouveau, il s’arrêta, et à la fin il leur dit : « Libre à vous de crier aussi fort
21 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [7.]. DELL’ASINO, IL CORVO, E ’L LUPO. » p. 190
en ch’apporte     Al padron, cui tal danno appar che giove :     Io fin lontan perseguitato a morte     Vengo, se ’l gua
22 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre deuxiéme. — IV. Les deux Taureaux et une Grenoüille. » p. 485
Quelqu’un du peuple croassant. Et ne voyez-vous pas, dit-elle, Que la fin de cette querelle Sera l’exil de l’un ; que l’aut
23 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre deuxiéme. — VII. La Lice et sa Compagne. » p. 480
Et ne sçachant où mettre un fardeau si pressant, Fait si bien qu’à la fin sa Compagne consent, De luy prêter sa hute, où la
24 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [40.]. DEL CERVO, E ’L CAVALLO, E L’HUOMO. » p. 269
Già cieco fatto a scorger più lontano Di queste conditioni il dubbio fine , Fé ciò, che volse l’huom : lasciossi porre E sel
egno humano Alfin restò miseramente ucciso.     Onde il Cavallo al fin de le sue voglie Venuto homai, debite gratie rese
25 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre cinquiéme. — V. Le Renard ayant la queuë coupée. » p. 17
Le Renard ayant la queuë coupée. Un vieux Renard, mais des plus fins , Grand croqueur de Poulets, grand preneur de Lapi
26 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [50.]. DEL GRANCHIO, ET LA VOLPE. » p. 116
, Poi c’havendo nel mar cibo bastante Di condur la mia vita insino al fine , S’io di Nestore ben vivessi gli anni, Ho voluto
27 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [35.]. DI DUE ASINI. » p. 180
accorto chi tal caso intende, Che ’l porsi a trar qualche pensiero al fine Non ricerca egual mezo in varia sorte D’occasion,
28 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [51.]. DELLE MOSCHE NEL MELE. » p. 80
la Morte ancor tal volta in mano. Spesso la gola altrui guida a mal fine . 4. [NdE] Le sens de la phrase semblerait plut
29 (1180) Fables « Marie de France, n° 17. L’hirondelle et le semeur de lin » p. 39
rant saveir ; bien s’aperceut ke par le lin sereient oiseus mis a lur fin  ; del lin pot hum la reiz lacier, dunt hum les po
30 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [3.]. DELL’AQUILA, ET LA SAETTA. » p. 276
on tanto si dolse esser traffitta Per giugner di sua vita in breve al fine , Quanto che di veder l’ali sue stesse Esser minis
31 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [42.]. DEL LUPO, ET LE PECORE. » p. 451
i malitia pieno Rimaner suole a lungo andar, né puote Sempre venir al fin del suo pensiero Con la bugia del suo fallace ing
32 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XVI. Du Lion, et du Rat. »
nt la Fortune ne prospere en ceste vie, et ne soit suyvie d’une bonne fin pour les mener en l’autre. Je laisse à part les H
eurs années il ne luy fist aucun mal, ny à ceux de son logis. Mais en fin , soit qu’il eust blessé quelqu’un des Citoyens, s
e nourrir de sa chasse, et de ce qu’il avoit de plus delicat. Mais en fin il arriva que le malheureux Androde fût recogneu,
33 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre quatriéme. — VIII. L’Homme et l’Idole de bois. » p. 285
se en souffroit. La pitance du Dieu n’en estoit pas moins forte. A la fin se fâchant de n’en obtenir rien, Il vous prend un
34 (1180) Fables « Marie de France, n° 13. Le corbeau et le renard » p. 124
bel ! Fust teus ses chanz cum est ses cors, il vaudreit meuz que nul fin ors. » Li corps se oï si bien loër quë en tut le
35 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [62.]. DEL CORVO, ET LA VOLPE. » p. 124
terra cadde. Così scorgendo la sagace Volpe Esser del suo disegno al fin venuta, Gli prese il pasto, e quel mangiato disse
36 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 19 » p. 8
otre art deviendra sans usage. » Cette fable montre qu’à railler plus fin que soi, on s’attire imprudemment des répliques d
37 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 218 » p. 153
ui les gardaient, ils résolurent d’user de ruse pour en venir à leurs fins . Ils envoyèrent des députés demander aux moutons
38 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre premier. — XXII. Le Chesne et le Rozeau. » p. 70
coups épouvantables
 Resisté sans courber le dos :
 Mais attendons la fin . Comme il disoit ces mots,
 Du bout de l’orizon a
39 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre quatriéme. — II. Le Berger et la Mer. » p. 207
e. Si sa fortune estoit petite, Elle estoit seure tout au moins. A la fin les tresors déchargez sur la plage, Le tenterent
40 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [31.]. DELL’UCCELLATOR, ET LA LODOLA. » p. 193
mico suo prestasse albergo. Ma poi ch’a l’opra insidiosa diede Debito fin , da lei poco lontano Fra certe ombrose vepri si n
41 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [92.]. DELLA CERVIA, ET LA VITE. » p. 77
e da l’un fianco a l’altro la trafisse. Così giungendo di sua vita al fine Disse fra sé quell’infelice fiera. Ahi quanto di
42 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre deuxiéme. — X. L’Asne chargé d’éponges, et l’Asne chargé de sel. » p. 180
elerins Par monts, par vaux, et par chemins Au gué d’une riviere à la fin arriverent, Et fort empêchez se trouverent. L’Asn
43 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre troisiéme. — IV. Les Grenoüilles qui demandent un Roy. » p. 44
re en fit autant,
 Il en vint une fourmilliere ;
 Et leur troupe à la fin se rendit familiere
 Jusqu’à sauter sur l’épaule
44 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre troisiéme. — V. Le Renard et le Bouc. » p. 9
ermet pas d’arrester en chemin.
 En toute chose il faut considerer la fin .
45 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre sixiéme. — X. Le Lievre et la Tortuë. » p. 226
e, il se repose, Il s’amuse à toute autre chose Qu’à la gageure. A la fin quand il vid Que l’autre touchoit presque au bout
46 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre sixiéme. — XVIII. Le Chartier embourbé. » p. 291
ontre ses chevaux, Contre son char, contre luy-mesme. Il invoque à la fin le Dieu dont les travaux Sont si celebres dans le
47 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [26.]. DELLA CANNA, ET L’OLIVA. » p. 70
hor la canna a queste     Parole, e par che non risponder brami      Fin che ’l tempo non venga, onde sicura     Risponde
48 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [43.]. DELLA GALLINA, ET LA RONDINE. » p. 192
,     Ch’anzi fuggir devresti hor che l’intendi :     Che quando al fin d’una fatica tale     Giunta sarai, se accorta i
49 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXIX. Du Loup, et des Chiens. »
ordes Civiles, et qui ayant vaincu toutes les Nations, est morte à la fin par sa propre force : Tesmoin Athenes, qui ne per
r preuve de ceste verité, où toutesfois il faut prendre garde qu’à la fin de ceste Fable le Loup se trouva trompé dans l’es
50 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [21.]. DEL TOPO GIOVINE, ET. la Gatta, e ’l Galletto. » p. 716
i : Ha quattro piedi, et una lunga coda Di vario pelo tinta insino al fine . Et (quel che più mi piace in esso) è tanto Mansu
uga : et ei mai non restossi Di seguitarmi pien di gridi e rabbia Per fin che salvo a te pur mi condussi. E questa è la cag
51 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXI. De la Fourmy, et de la Cigale. »
la Fourmy, et de la Cigale. La Cigale voyant la Fourmy, qui sur la fin de l’Automne faisoit un amas de blé dans sa petit
nsomme vainement ses beaux jours à chanter, et se trouve reduite à la fin à mandier sa vie, pendant la rigueur de l’hyver ;
s se l’étoient renduë trop familiere, pour en estre incommodez, et la fin de leur âge ne leur fût point si fascheuse, que l
52 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 315 » p. 267
ême en tuait un en cachette et le mangeait avec les chiens. Mais à la fin le berger devina et comprit ce qui se passait, et
53 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre premier. — XXI. Les Frelons, et les Moûches à miel. » p. 504
, on nous gruge ;
 On nous mine par des longueurs : On fait tant à la fin , que l’huistre est pour le Juge,
 Les écailles po
54 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [19.]. DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO. » p. 427
a quello intrica,     Come la sorte sua ve la destina. Vana era al fin d’uscirne ogni fatica,     Sì che già stanca non
55 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [58.]. DEL LEONE, DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 149
A cui l’astuta humilmente rispose. De l’Asino lo stratio, e ’l tristo fine Dato m’ha de le leggi la dottrina ; Ch’a ben pati
56 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [67.]. DELLA VOLPE INGRASSATA. » p. 24
carna, onde dal picciol buco Passar potrai dove vorrai sicura. Perché fin che qui dentro ognihor ti stai Pascendo a voglia
57 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XXXVI. Du Cheval, et du Lion. »
Lion, qui de ce coup estoit presque demeuré sur la place, estant à la fin revenu à soy ; « Malheureux que je suis », dit il
truction, quand la ville de Grenade fust saccagée ; tesmoin encore la fin du traistre Ganes, et une infinité d’autres exemp
58 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 273 » p. 263
ation ? » Nous aussi, ce n’est point par le commencement, mais par la fin que nous devons juger de la condition de chacun.
59 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 289 » pp. 362-362
comme les autres animaux ? » Mais ils ne la persuadèrent pas, et à la fin le bon sens eut le dessous. La queue commanda et
60 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre deuxiéme. — IX. Le Lion et le Moucheron. » p. 255
ncontre en chemin L’embuscade d’une araignée. Il y rencontre aussi sa fin . Quelle chose par là nous peut estre enseignée ?
61 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE CXVIII. De l’Ours, et des Mouches à Miel. »
ces oppresseurs, les picquent jusques au sang, et les contraignent en fin de faire une honteuse retraitte. Je sçay que l’on
d’avantage ce Volume ; Et il me doit suffire de l’avoir conduit à la fin le plus succinctement que je l’ay pû faire. En qu
62 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XL. De l’Asne, et du Cheval. »
est pas une chose beaucoup difficile de se souvenir de ceste derniere fin , à raison de la peut qu’on a des peines et des re
y ayt donné le change bien-tost apres. Voyons à ce propos la honteuse fin de Polycrates Samien, qui ayant eu toutes choses
t jetté dans la Mer, afin qu’il eût sujet de s’en attrister, fût à la fin pendu en public, par le commandement d’un Satrape
63 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre quatriéme. — XXI. L’œil du Maistre. » p. 492
our estre utile ; Et vous n’en aurez point regret. Les Bœufs à toutes fins promirent le secret. Il se cache en un coin, resp
64 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE L. Du Renard, et des Chasseurs. »
et passé par deux ou trois anti-chambres de plain pied, il vint à la fin en celle d’une Dame, qu’il trouva pour l’heure au
il n’est point de trahison si couverte, et si bien conduitte, qu’à la fin le hazard, ou la providence ne permette qu’elle é
65 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE CVIII. D’un Oye, et de son Maistre. »
le nous donne, à sçavoir, que la precipitation des moyens empesche la fin d’une affaire, il ne faut que prendre garde à la
e leur donne la moderation. Mais nous sommes si hastez d’arriver à la fin , à cause de la grosseur de ce Volume, que possibl
66 (1180) Fables « Marie de France, n° 45. Encore la femme et son amant » p. 
ueit, e que od eus autre rien n’aveit*. Ore sai jeo bien, pres est ma fins  ; mandez, sire, tuz mes cusins, si departiruns no
67 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXXXII. D’un Enfant, et de sa Mere. »
audit vice s’augmentoit en luy, à mesure qu’il croissoit en âge. A la fin la chose alla si avant, qu’il tomba entre les mai
st hors de doute qu’on ne les verroit jamais reduits à ceste honteuse fin . Mais on leur laisse former insensiblement ceste
68 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [14.]. D’UN HUOMO, ET UN SATIRO. » p. 35
; E ne rendono in cambio ingiuria e biasmo, Quando del lor bisogno al fin son giunti. Prezza colui, che sempre amor ti mo
69 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 211 » p. 259
et. » Le lion déplorait donc son sort et s’accusait de lâcheté ; à la fin il voulut en finir avec la vie. Il était dans ces
70 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LA VIE. D’ESOPE. PHRYGIEN. Tirée du Grec de Planudes, surnommé le Grand. — De quelles viandes Esope traicta les Hostes de Xanthus. Chapitre XIV. »
sent quelque autre chose à manger, il n’en fist rien neantmoins. A la fin les escoliers ennuyez d’une mesme viande tant de
71 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [18.]. DEL SOLE, E BOREA. » p. 46
Tal suole spesso l’huom prudente e saggio Giunger con la destrezza al fin , ch’ei brama, Assai più presto, e con minore affa
72 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [80.]. DELLA LEPRE E LA TESTUGGINE. » p. 226
s’accorge, ch’un sol continuo moto, Benché debole sia, giunge al suo fine Più tosto assai, ch’un più gagliardo e lieve, Che
73 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXXXI. Du Dieu Mercure, et d’un Charpentier. »
rgent, que ce bon homme confessa pareillement n’estre pas à luy. A la fin le mesme Dieu luy en fit voir une emmanchée de bo
uit pas pour cela qu’on les doive croire heureux. Il faut attendre la fin avant qu’en juger ; Car elle nous monstre bien so
74 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LA VIE. D’ESOPE. PHRYGIEN. Tirée du Grec de Planudes, surnommé le Grand. — Esope instruit Ennus, et luy donne des preceptes pour vivre en homme de bien. Chapitre XXVII. »
descouvre point ton secret à ta femme, et sçache qu’elle espiera sans fin l’occasion de te pouvoir maistriser. Amasse tous
75 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 16 » pp. 279-279
meule à tourner et les fardeaux à porter, ta vie est un tourment sans fin , » et elle lui conseillait de simuler l’épilepsie
76 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 338 » pp. 340-340
ndra lui-même, que ferai-je ? » C’est au début qu’il faut examiner la fin et dès lors assurer son salut. Chambry 338.2
77 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE CXII. D’un Malade, et d’un Medecin. »
flux de ventre ; « C’est vostre santé », continua ce Charlatan. A la fin un de ses amis l’estant allé voir, pour apprendre
78 (1692) Fables choisies, mises en vers « Livre quatriéme. — IV. Le Jardinier et son Seigneur. » p. 
ses dont la Belle Se défend avec grand respect ; Tant qu’au pere à la fin cela devient suspect. Cependant on fricasse, on s
79 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LA VIE. D’ESOPE. PHRYGIEN. Tirée du Grec de Planudes, surnommé le Grand. — La mort d’Esope. Chapitre XXX. »
qu’ils le precipiterent du haut d’un rocher, et voylà quelle fust la fin de sa vie. Quelque temps apres, la contagion s’es
ecs, et les plus sçavans hommes de ce temps-là, estans advertis de la fin tragique d’Esope, s’en allerent tous en Delphes,
80 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LA VIE. D’ESOPE. PHRYGIEN. Tirée du Grec de Planudes, surnommé le Grand. — Ennus est adopté par Esope, qui en reçoit une grande injure. Chapitre XXVI. »
il ne l’avoit point voulu tuer, pour ce qu’il se doutoit bien qu’à la fin le Roy mesme en pouroit estre fâché. Ceste nouvel
81 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XVIII. De l’Arondelle, et des autres Oyseaux. »
rracher la semence ; mais ils ne firent encore que s’en mocquer. A la fin comme elle vid qu’il commençoit à meurir, elle le
82 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XXXVIII. De l’Esprevier, et de la Colombe. »
in ceste verité, jettons les yeux depuis le commencement jusques à la fin sur toutes les choses du monde, et nous trouveron
83 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE X. Du Rat de Ville et de celuy de Village. »
de Ville se remit à manger, et appella son compagnon, qui revint à la fin tout espouvanté, ne se pouvant bien remettre de s
peché, et Dieu sçait avec quelle violence, si ce n’est encore qu’une fin tragique les y surprenne, dont ils ne sont pas mo
84 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XXXIII. De la Fourmy, et de la Mouche. »
luspart des Courtisans, et des hommes intemperez, qui clabaudent sans fin contre les Grands, et les accusent d’ingratitude.
esse tranquille, et qui est exempte de crime et de pauvreté. Voylà la fin de leurs disputes, qui nous fait voir clairement
85 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 319 » pp. 210-210
irent précipitamment, puis ils s’en retournèrent mystifiés. Mais à la fin il arriva que les loups se présentèrent réellemen
86 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XI. De l’Aigle, et de la Corneille. »
ils se tiennent aux aguets pour en voir l’issuë, et rencontrent à la fin leur accommodement dans les fatigues des autres h
87 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XIV. Du Lion affoibly de vieillesse. »
ue nous voyons estendu à l’entrée de sa caverne, est un Tableau de la fin des meschans hommes. Car comme cét Animal ayant d
88 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXII. De la Brebis, et de la Corneille. »
reux soldats volent en chemin une foible femme, et que les chicaneurs fins et bien apparentez dressent toûjours quelques pie
89 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXXXVIII. De l’Asne vestu de la peau du Lion. »
outesfois il arrive par la permission de Dieu, que l’on découvre à la fin telles impostures. Cela s’est remarqué manifestem
90 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XCV. Du Singe, et de ses Enfans. »
evenir tels qu’ils nous paroissent. De ceste coustume l’on vient à la fin à une espece de Loy, qui ne nous permet plus de l
91 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 17 » pp. 6-6
dessein de se les approprier elles aussi. Le mauvais temps ayant pris fin , il les fit toutes sortir dans le pâtis ; mais le
92 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — A I LETTORI. DEL PADRE, E DEL FIGLIUOLO, che menavan l’asino. » p. 721
sinel sofferse,     Il padre su le spalle, il figlio in groppa,      Fin che trovò chi l’occhio in lui converse. Mentre
93 (1893) Les fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. Tome I : Phèdre et ses anciens imitateurs directs et indirects pp. -818
rits la preuve qu’il n’était pas encore entré dans l’âge adulte. À la fin du premier épilogue du livre IV, il dit qu’il a t
en croire Scheffer, ce serait le désir de la vengeance qui aurait mis fin à son incertitude. Après la mort d’Auguste, son d
orde eraserim. Et plus tard, dans la fable iv du livre V, resté à la fin de sa longue carrière aussi pauvre qu’au commence
aucun compte de l’affranchi Philète, dont le nom figure pourtant à la fin de la dernière fable du livre V. Après avoir ains
d’originalité. Depuis le commencement de son premier livre jusqu’à la fin de la première partie du IVe, les sujets de ses f
exception à la règle qu’il a adoptée ; il s’excuse en ces termes à la fin de la fable x du livre III : Hæc exsecutus sum p
par l’extraict sommaire dudict privilège mis au commencement ou à la fin de l’impression, il soit tenu pour suffisãment no
ant seulement venue pendant le siège de Paris, j’ai dû en attendre la fin . Au mois de mars 1871, la capitale de la France é
e provenait pas de l’abbaye de Saint-Benoît-sur-Loire. En effet, à la fin des variantes qu’il en extrait, il l’appelle vet.
même qu’il est évident que plusieurs vers sont omis ; et on lit à la fin  : Phædri Aug. liberti liber V explicit feliciter,
ion. Dans le manuscrit de M. Pithou, au contraire, rien n’annonce une fin  ; il y en avait même un feuillet déchiré à la fin
rien n’annonce une fin ; il y en avait même un feuillet déchiré à la fin , et il y en avait d’autres dans le corps de l’ouv
te de son travail par aucune note, et en se contentant de mettre à la fin une liste incomplète des variations du manuscrit
de la page ce qui lui restait à copier. Il a même laissé en blanc la fin des deux dernières lignes de l’avant-dernière fab
lanc la fin des deux dernières lignes de l’avant-dernière fable et la fin de la dernière ligne de la dernière fable ; ce qu
nt, ne me semble pas avoir entrevu. Il arrête le quatrième livre à la fin du prologue, qui est intitulé Poeta ad Particulon
en soit, voyons où se termine cette deuxième partie. Remarquant à la fin de la fable Demetrius rex et Menander poeta une l
idée ; car le manuscrit ne laisse pas même place aux conjectures : la fin de la deuxième partie du quatrième livre s’y trou
it de Reims. § 1er. — Histoire du manuscrit. J’ai dit qu’à la fin du xvie  siècle le jésuite Sirmond s’était rendu
ême pour sa première édition in-12, publiée à Paris chez Drouart à la fin de 1599. En effet, les éditions de 1617 et de 163
de Rigault. Imprimée dans le format in-12 chez Ambroise Drouart à la fin de 1599, elle se compose de deux catégories d’exe
uscrit, sur la route de Reims à Paris, avait pu être mutilé et que la fin avait pu en être arrachée. C’est là une explicati
J’avais jugé, par le caractère, que notre manuscrit devait être de la fin du viie  siècle ou du commencement du suivant. J’
eta, qui, avant d’avoir été achevée, avait été si bien rattachée à la fin d’une suivante, que les mots Et vindicabit, qui c
nd livre par ces mots : Phædri Augusti liberti liber secundus . À la fin du manuscrit, le copiste, heureux sans doute d’av
istaient dans le manuscrit. Pour éviter cette méprise, il avait, à la fin de la dernière fable du livre V, ajouté cette obs
sans ponctuation séparative, au commencement de la première fable la fin de la suivante. Enfin, pour en terminer avec tous
liqué que dans l’un et dans l’autre la ligne ne se terminait pas à la fin de chaque vers, et que chaque vers nouveau était
ait le volume de la veuve Brocas, il exprime l’idée qu’elle est de la fin du viie  siècle ou du commencement du viiie . En
u viiie . En résumé, Dom Vincent place le manuscrit de Reims entre la fin du xviie  siècle et le commencement du ixe , et,
auteurs le croient Grec, et peut-être un Marseillais, antérieur à la fin du premier siècle et postérieur à Tibère (ibid.),
i porte les fables de Phèdre. L’écriture est du xie  siècle. Elle est fine , mais très lisible. Ce manuscrit ne comprend que
our récompense la main de Bélisent et la couronne de Lombardie. » La fin du poème est annoncée par ces mots : Explicit le
e, non pas jusqu’à la vieillesse qu’il ne connut pas, mais jusqu’à la fin prématurée de son existence, il est probable que
ent pour lui qu’un délassement de l’esprit. On trouve, jusque vers la fin de son recueil, des épigrammes grivoises qu’il n’
t la traduction à laquelle elle fait allusion est placée presque à la fin de son recueil, auquel il n’a ainsi presque rien
extrême et avec une superstitieuse attention. Au commencement et à la fin , Perotti avait laissé blanches quelques pages, de
ns laquelle, en 1727, Burmann avait pris la peine de les publier à la fin de la préface, et c’est ce qu’il me paraît avoir
scription donnée par Burmann, aux variantes placées par celui-ci à la fin de sa préface, et qui se trouvent toutes sans exc
bibliothèque, les copia à la hâte. Quoi qu’il en soit, Cassitto, à la fin de l’année 1808, publia les trente-deux fables no
 Le texte de la première édition de Cassitto publiée en 23 pages à la fin de l’année 1808 ; 2º Le texte de son édition imp
ension d’un in-8º ordinaire. L’écriture est sur papier. Elle est très fine , mais très nette. Quoique l’encre soit devenue d’
’est borné à tirer sur la fable Pulcher modus judicandi un trait très fin , mais très visible ; car il est de la même encre
es pages blanches, qui se trouvent tant à la suite de l’index qu’à la fin du manuscrit lui-même, en sont la preuve convainc
st probable aussi que les trente-quatre pages, laissées en blanc à la fin , n’existeraient pas davantage. Il aurait pris les
pour se guider que son écriture, on pourrait dire qu’il est ou de la fin du xve  siècle ou du commencement du xvie . Mais
l’indication approximative de l’époque qu’il faut lui assigner : à la fin du volume, sur le feuillet 188 et dernier, Frédér
était-elle exacte ? Telle est la question qui est débattue depuis la fin du xvie  siècle et que je vais discuter à mon tou
de préambule à la fable Demetrius rex et Menander poeta, on y lit in fine ces deux phrases :                              
’est donné que la peine de copier. Et si l’on songe que c’est vers la fin de sa vie qu’il a rédigé sa dédicace, on verra qu
an, sorti de ses misères, il écrivait à l’un de ses protecteurs, à la fin de son livre IV, qu’il était loin d’être affaibli
improbus dans la mauvaise acception du mot ; il y a aussi des pensées fines , qui peuvent lui mériter la même épithète employé
autes du copiste, par le fac-similé de l’écriture qu’il a ajouté à la fin de son travail, il a enfin fourni aux sceptiques
Le manuscrit de Pithou offrait des pages déchirées au milieu et à la fin . En manquât-il seulement sept ou huit, que cela s
Lentulum , composé par Perotti. La même confusion continue jusqu’à la fin . Il y a plus : les fables que Perotti a empruntée
celui de Reims entre les deux fables incomplètes, privées l’une de sa fin et l’autre de son commencement, une nouvelle lacu
rso, y prosa, con la explicacion de los accidentes de cada palabra, á fin de facilitar su intelligencia en el grado posible
erso y prosa, con la explicacion de los accidentes de cada palabra, á fin de facilitar su inteligencia en el grado posible.
e formé de pièces très diverses reliées ensemble, est en partie de la fin du xe  siècle et en partie du commencement du xie
ces mots : In quattuor versus omnis , etc. C’est celui qui est à la fin des éditions de l’auteur. Après viennent des anno
cliii b. — Adhelmi ænigmata. C’est un poème en vers hexamètres, à la fin duquel on lit cette souscription : Expliciunt en
nt blancs. Le relieur en a ajouté trois au commencement et trois à la fin , qui sont également dépourvus d’écriture. Les div
rvé en vers ïambiques. Mais il ne s’en était pas tenu là. Arrivé à la fin de la fable Vulpes et Corvus, c’est-à-dire à la p
sur la nature de certains animaux. Fol. 109 a et suivants jusqu’à la fin . — Deux traités : 1º  De diuersis monstrorum gene
presque entièrement disparu. Ces corrections se continuent jusqu’à la fin du IVe livre ; dans le Ve il n’en existe que d’in
Juliani episcopi toletani prognostica futuri seculi. Fol. 59 b. —  Fin du premier ouvrage terminé par cette souscription
ce titre annonçant les fables : Incipit liber ysopi. Fol. 82 a. —  Fin des fables closes par cette souscription en gross
re rouge : Expliciciunt capitula de marinis belluis. Fol. 120 b. —  Fin du deuxième livre, terminé au milieu de la page p
tibus. Ce troisième livre n’est précédé d’aucune table. Fol. 123 b. —  Fin du troisième livre, au milieu de la page, par cet
blication de ma première édition et qui m’a paru remonter, sinon à la fin du xvie  siècle, au moins au commencement du xvii
en fut autrement : elle parut aux érudits digne d’être discutée. À la fin du xviie  siècle Gude, ayant l’intuition de la vé
a dû avoir commencé son œuvre avant le 6 mars 1447 et l’avoir menée à fin avant le 24 mars 1455. Ainsi pas de confusion pos
ienne, dans le fonds Ashburnam, sous la cote 1555, un manuscrit de la fin du xiie  siècle ou du commencement du xiiie cont
a été composé au commencement du ixe  siècle, ou au plus tôt vers la fin du viiie , et en tous cas à l’époque Carlovingien
rance à Munich. »          Je désirais trop vivement parvenir à mes fins pour ne pas suivre la voie qui m’était tracée et
ivre Ier, où elle est la treizième, était la huitième du livre II. La fin du livre I et le commencement du livre II sont in
en ces termes : Explicit liber primus. Incipit liber secundus. La fin du livre II et le commencement du livre III sont
nsfert du deuxième au premier de la fable de l’Aigle et du Renard. La fin du livre I et le commencement du livre II sont in
Explicit liber primus fabularum. Incipit Esopi liber secundus. La fin du livre II et le commencement du livre III sont
prince et seigneur Sigismond, duc d’Autriche. » Les feuillets 3 b in fine à 26 b sont occupés par la vie d’Ésope en latin,
é heureusement par Jean Zeiner à Ulm. » Tel est l’avis qui marque la fin de la première partie de l’édition ; car on peut
ets font défaut ; il en résulte deux lacunes. La première comprend la fin de la version allemande de la fable xi, le texte
commencement du texte latin de la fable xiii. La seconde embrasse la fin de la version allemande de la fable xvii, le text
titulée : Registrū fabularu Esopi in librū primū. Fol. 26ª (d.iiª). Fin de la table et commencement du Prologus metricus
e celle qui orne la dédicace de Romulus à son fils. Fol. 38b (e.vib). Fin du livre I. Fol. 39ª (e.viiª). Capitula libri se
um libri secundi fabularum Esopi. Fol. 39ª à 51ª (e.viiª à g.iiiª). Fin du livre II, suivi de la table du livre III, anno
astore. Fol. 51ª à 65ª (g.iiiª à i.iª). Livre III. Fol. 65ª (i.iª). Fin du livre III, suivi de la table du livre IV annon
ée : Registrū fabularū p̄dictarum extrauagantiū. Fol. 90ª (m.iiª). Fin de la table, à la suite de laquelle on lit : Seq
istrū fabularū predictarū q̄s remicius trāstulit. Fol. 98b (n.iib). Fin de la table et commencement des fables d’Avianus
l. 98b à 111b (n.iib à o.viib). Fables d’Avianus. Fol. 111b (o.viib). Fin des fables et table annoncée ainsi : Fabularū Au
e, les deux fables auxquelles elle se rapporte. Fol. 34 a (e. v a). —  Fin du livre I et table du livre II, ainsi intitulée 
placer la gravure au milieu du texte en prose. Fol. 60 a (i. iv a). —  Fin du livre III, sans souscription, et table du livr
able iv est au milieu du texte de la fable v. Fol. 67 a (k. iii a). —  Fin du livre IV, terminé par cette souscription : Fi
ol. 80 a (m. ii a), Remicii au lieu de vagantes. Fol. 80 a (m. ii a). Fin des fabulæ extravagantes. Fol. 80 b (m. ii b). — 
e, soit au milieu du texte de chacune d’elles. Fol. 86 b (n. ii b). —  Fin des fabulæ novæ. Elles sont suivies d’une table q
predictarum quas Remicius post transtulit. Fol. 87 a (n. iii a). —  Fin de la table des fabulæ novæ et commencement des f
ont accompagnées de 27 gravures placées tantôt au milieu, tantôt à la fin du texte correspondant. Les titres courants prése
b, et o. i b), noue fabule au lieu de fabule. Fol. 100 a (p. ii a). —  Fin des 27 fables d’Avianus, et table annoncée en ces
umentū speculi stultorum ad eundem directi et inferius scripti. À la fin du prologue on lit cette souscription : Hec de p
apitulum tercium est de inquisitione cause dymne. et est capitulum de fine illius qui delectabatur in malo alterius. Capitul
os : y Peligros del mundo, traduzido en Romance por Iuan de Capua. In fine  : Acabose el excellente libro intitulado Exemplar
presbiterum Cardinalem. Les hachures, qui dans ce titre marquent la fin des lignes, fournissent un nouveau moyen de disti
et m. iv portent au verso extraua, au lieu de fa. noue. Fol. 86 b. —  Fin des 17 fabule noue et commencement de la table in
t celui-ci : Prohemium libri secundi fabularum Esopi. Fol. 41 b. —  Fin du deuxième livre. Table du troisième livre intit
um tercii libri Esopi. Commencement du troisième livre. Fol. 53 b. —  Fin du troisième livre ; la vingtième et dernière fab
—  Fabule esopi antique extrauagantes dicte sequuntur. Fol. 71 a. —  Fin des fabulæ extravagantes. —  Registrum fabularum
  Sequuntur fabule nove Esopi ex translatione Rimicii. Fol. 77 a. —  Fin de la traduction latine de Ranutio d’Arezzo. Fol.
avure, puis le texte en vers, enfin une morale en prose. Fol. 92 b. —  Fin des fables d’Avianus. Fol. 93 a. —  Fabularum Aui
ébastien Brant qui forment la seconde partie de l’édition de Bâle. La fin en est, au feuillet 203, annoncée en ces termes :
lit cette phrase finale : Finis desӡ leben Esopi , c’est-à-dire : «  Fin de la vie d’Ésope. » Fol. 35 a, portant le nº i.
ben Esopi. — C’est-à-dire : « … qui a fini par une mort heureuse. —  Fin de la vie d’Ésope. » Fol. 35 a à 158. — Collecti
remplissant la page entière. Fol. 2 a à 37 b. — Vie d’Ésope, dont la fin est marquée par cette phrase : Hie hat ein ende
du Pogge. » Fol. 24 a. —  Finis des leben. Esopi , c’est-à-dire : «  Fin de la vie d’Ésope. » Fol. 24 b. —  Das. Register
. Aniani mit irem register. Observation correspondant à celle-ci : «  Fin des fables d’Esope mises récemment du grec en lat
as register in | die gesamelt fabeln. Ce qui équivaut à ces mots : «  Fin des fables d’Avianus, et commencement de la table
ismonde qui s’étend du feuillet 155 au feuillet 169 et dernier. À la fin on lit ces mots. —  Esopus der hochbetümpt fabelt
-dire : « Ici commence la table. » Fol. 144 a à 151 b. — Table, à la fin de laquelle on lit : Hye endet sich Esopus der h
 Fables appelées collectæ. Elles sont au nombre de vingt-quatre. À la fin on lit : Hie nach folget der ander teil : Schöne
l’autre, la traduction allemande de l’addition de Sébastien Brant. La fin de l’une et le commencement de l’autre s’annoncen
subtilles fables de esepe (sic). Fol. 28 b à 34 b. — Livre III, à la fin duquel on lit : Cy finist le tiers liure des sub
able et au-dessous de la table commencent les fables. Fol. o. vi b. —  Fin des fables. Fol. o. vii a. —  Cy finissent les fa
les de Romulus. L’ouvrage se termine par cette souscription finale : Fin des fables d’És|ope. | De l’imprimerie d’A|mable
dites Fabulæ extravagantes, sans table qui les précède. Fol. 96 b in fine et fol. 97 a initio. — Table des dix-sept fables
b. — Fables du livre IV, accompagnées seulement de 19 gravures. À la fin on lit : Hier eyndet dat vierde boec vā die sub-
 vº) à 77 a (D 1 rº). — Texte espagnol des Fabulæ extravagantes, à la fin desquelles on lit : A qui se acaban las fabulas
Fol. 77 a (D 1 rº) à 84 b (E 2 vº). — Texte espagnol des fables à la fin desquelles, vers le milieu de la dernière page, o
ui se acaba el libro del ysopete ystoriado aplica-|das las fabulas en fin junto con el principio a moralidad prouecho | sa
Aqui se acaba el libro del ysopete ystoriado aplicadas las fabulas en fin junto cō el principio a moralidad prouechosa a la
bulas de Auiano. Fol. 58 a à 71 b. —  Las fabulas collectas. À la fin on lit : Acabanse las fabulas de Ysopo corregida
fables est absolument identique à celui de l’édition d’Ulm. Page 384. Fin . Des exemplaires de l’édition de Plantin existent
mosos Autors. Corrigides de non, y historiades ab major claredat que fins vuy se sian vistas. Preceheix la vida de Ysop div
Fol. 271 a. —  La tabla de las | fabulas del Ysopo. Fol. 274 b. —  Fin . | Fue impresso en Anuers por | Juan Lacio.
Libreria, vive en la Calle de Santo Thomas, junto al Contraste. À la fin du volume : Laus deo. Cette édition, dont un ex
a de la Real compania de Impresores, | y Libre-|ros del Reyno. À la fin du volume on lit : Laus deo. Cette édition est
tada. | La declaracion, y sentencia de las fabulas, se | hallara a la fin de cada una de ellas. | Con licencia, Barcelona :
autors | corregides de nou, e | historiades ab major claredat, que | fins vuy se sien vistes.  | Preceheix la Vida de Isop,
pniosos cupidos et incautos et vane gloriantes Eusebius , etc., et la fin en est indiquée par ces mots : Explicit libellus
nt par les mots Nocturnus quidam fur et Securis cum facta esset. À la fin de sa copie il a ajouté les trois titres qui suiv
éambules. Me proposant de joindre aux textes, qui seront publiés à la fin de cet ouvrage, le Romulus du Miroir historial, j
e texte finit aux mots : « … nisi te scire hoc sciat alterius… » — La fin du chapitre CXXXVII et le chapitre CXXXVIII manqu
incentii (Bellovacensis) Speculi historialis libri I-IX, XXV-XXXII. —  Fin du xiiie  siècle. Provenance inconnue. Manuscrit
iali. Elles sont suivies, au recto du fol. cvij, de l’épilogue, à la fin duquel on lit ces mots : Deo gratias. Amen.
euillet est terminée par une souscription en 13 lignes, dont voici la fin  : Impressumqӡ ī inclyta vrbe Argentinensium ac n
ialis. Impressvm. Per Johannem. || Mentellin. Deuxième volume. À la fin se trouve cette phrase : Explicit Secunda. Pars.
oris anno incarnato M.CCCC.LXXXIII. in vigilia sancti Jacobi : de quo fine laus et gloria altissimo sit per euum. Amen 382.
ligentia impensis Antonii Kobergers prefate ciuitatis ciuem (sic) hoc fine terminatum. De quo cunctipotenti deo honor : eius
avait frappé. § 9. — Édition de Venise de 1591. À partir de la fin du xve  siècle Vincent de Beauvais fut presque ou
et par cette souscription qui se trouve sur la première colonne : Cy fine le xxviie liure || Du miroir hystorial. Tome V,
e sa glorieuse || et sacree mere, et de la cour celeste || de paradis fine le xxxii. et derre||nier liure de Vincent miroir
les livres du Miroir historial terminés par cette souscription : Cy fine le xxviie liure du miroir || hystorial. Tome V,
t les 5 derniers livres clos ainsi au recto du dernier feuillet : Cy fine le. xxxiie. et dernier liure de || Vincent miroir
ont été insérées par lui, avec une autre qui leur est étrangère, à la fin du Reinhart Fuchs, qu’il a édité en 1834393. Il e
ne pas faire de choix et faire figurer toutes les extravagantes à la fin de son livre. Quant à moi, considérant qu’elles n
aient figurer. Je vais les y introduire, et, comme elles ont eu, à la fin du moyen âge et au commencement de la renaissance
us stamine tectus. »                              ......... Et à la fin de la même glose, on lit encore : « Quid titulus
e Garritus. Aussi la prétendue découverte de Dressler ne mit-elle pas fin aux recherches. Enfin l’incertitude cessa. En 183
ée, ni les raisons que je viens moi-même d’analyser, ne purent mettre fin à mes doutes. Il est vrai que la versification de
ont remarqué que l’épimythion de la seconde, quoique bien placé à la fin , se composait de quatre vers contrairement à l’us
Ils ont encore cherché à appuyer leur thèse sur ce distique final : Fine sui, versu gemino, quod continet omnis       Fabu
Je reconnais avec eux qu’il ne peut être convenablement placé qu’à la fin de la dernière fable de la collection, et que, mê
nnent les deux fables complémentaires, c’est presque constamment à la fin de la soixantième qu’on le rencontre. Mais il n’e
toujours ainsi ; quelquefois le distique final se trouve rejeté à la fin de la fable lxii, et détruit ou semble détruire l
Est Lupus, est Agnus  ; quant à l’affabulation, elle est rejetée à la fin , et c’est le dernier distique qui la formule. Enf
. 6º Geraldi Odonis, Ministri generalis Fratrum Minorum, vaticinia de fine mundi, è Daniele potissimum et Abbate Joachimo pe
es. Chacune d’elles est précédée d’une glose dont l’écriture est plus fine que celle du texte. C’est dans la glose du prolog
minent par ce vers que les moines du moyen âge aimaient à placer à la fin de leurs copies : Finito libro sit laus et glori
été garnis de fermoirs, et qu’à l’écriture, qui est l’italienne de la fin du xive  siècle. Le manuscrit est un in-4º formé
up plus récente que celle du texte. Il y a soixante-deux fables. À la fin de la soixantième, on lit ce distique un peu diff
n peu différent de celui qui se trouve dans les éditions imprimées : Fine fruor : versu gemino quod cogitet omnis       Fab
qui, malgré l’indication contraire du catalogue, m’a paru être de la fin du xiiie  siècle. Les fables ne portent pas de ti
ème fable dans les éditions de la société Bipontine et de Dressler : Fine sui, versu gemino, quod continet omnis       Fabu
ement qu’au moyen âge les copistes avaient l’habitude de pousser à la fin de leur tâche :       Finito libro sit laus et g
sa copie. Mais je n’avais pas poussé mon examen comparatif jusqu’à la fin du prologue des fables, que j’avais déjà acquis l
o et relata à Joanne Sarisberiensi in Policratico suo. Le distique Fine sui , etc., qui d’ordinaire termine la soixantièm
donne l’analyse suivante : Boëtius, de consolatione philosophiæ (in fine mutilus). Prosperi epigrammatum pars ultima. Ca
orme un volume in-fº, dont l’écriture sur parchemin paraît être de la fin du xiiie  siècle. Il comprend 177 feuillets. Au b
ienne et paraît appartenir aux xiiie et xive  siècles. Elle est très fine . Il y avait originairement 261 feuillets en parch
satisfaire la curiosité de quelques personnes. On se rappelle qu’à la fin du xvie  siècle, Rigault, en préparant ses premiè
Ou maint bon mot et profitable Puet chascun oïr et entendre, Qui a la fin se voudra prendre ; Mais aus bourdes ne gardés mi
out veritable. Et du fransçois et du latin Prenés vous sans plus à la fin . Il n’i a nulle faus[se]té, Et pour ce l’é-ie tra
t pour homme ; Ci deuous dire toute soume, Vous Dieu, tres debonnaire fins , Nostre vie estes, nostre fins. En l’onneur de ma
oute soume, Vous Dieu, tres debonnaire fins, Nostre vie estes, nostre fins . En l’onneur de madame chiere La royne a tres bel
g sermonnement : Car n’a mestier de ma doctrine La sage dame bonne et fine . Le sage deuient par oïr Plus sage et sans conioï
eux feuillets de garde entièrement blancs, l’un en tête, l’autre à la fin . Ce volume, dont l’écriture est d’ailleurs très s
Elles sont accompagnées de deux séries de gloses d’une écriture très fine , l’une marginale, l’autre interlinéaire. Elles ne
fable De la dame et dou cheualier depuis le neuvième vers jusqu’à la fin , 6º le texte latin de la fable De Thaïde et iuuen
quest espandue Entre fous, cest chose perdue. Ensic quier un prouerbe fin Es autres fables en la fin, Et pense bien dou ret
cest chose perdue. Ensic quier un prouerbe fin Es autres fables en la fin , Et pense bien dou retenir ; Quar grant profit ta
ace et amour confont rancure, Droiz et loiautey touz iour dure. À la fin du volume, c’est-à-dire au haut du verso du derni
nombre de 54, mais bien au nombre de 57, et dont l’écriture est de la fin du xve  siècle et du commencement du xvie . Les 3
e est annoncé en ces termes : Sequitur primum capitulum , et dont la fin , au milieu du feuillet 126 b, est couronnée d’abo
non equo querit uterque lacum fluentem. Il en est ainsi jusqu’à la fin de l’ouvrage, qui se termine par cette souscripti
s le distique final qui habituellement la suit ; il a été rejeté à la fin d’une soixante et unième intitulée : De fero rus
pt feuillets en parchemin, dont l’écriture à longues lignes est de la fin du xive  siècle ou du commencement du xve . Voici
terlinéaires, et suivies chacune d’un commentaire d’une écriture plus fine que le texte. La fable xlviii, comme dans plusieu
n-4º composé de treize feuillets en parchemin. L’écriture était de la fin du xiiie  siècle ou du commencement du xive . Le
qu’une partie de la fable lviii, et cependant rien n’indiquait que la fin de cette fable eût, avec les deux dernières, exis
erso du feuillet 64, par ce distique qui se trouve ordinairement à la fin de la fable 60 : Fine fruor ; versu gemino quod
ar ce distique qui se trouve ordinairement à la fin de la fable 60 : Fine fruor ; versu gemino quod cogitat omnis       Fab
d cogitat omnis       Fabula declarat, datque quod intus habet. À la fin des fables de Walther viennent celles d’Avianus q
singers. Le copiste, laissant son travail inachevé, s’est arrêté à la fin de la vingt-deuxième fable élégiaque De Columbis,
cuit utile dulci.       Si bene perpendis, noster hic actor agit. La fin de la collection est annoncée par ces mots : Exp
 152. Elles portent en tête ces mots : Incipit liber Esopi , et à la fin ceux-ci : Explicit liber Esopi. D. Manuscri
cial, avait été à cet effet laissé en blanc par le copiste. Mais à la fin des fables qui se terminent au bas du recto du fe
oses marginales. En tête il n’existe pas de titre général ; mais à la fin on lit : Explicit liber Esopi. F. Manuscrit
incomplète que par la disparition des feuillets qui en contenaient la fin . G. Manuscrit Add. 10389. J’arrive à l’un d
ement accompagnées de gloses marginales, d’une écriture excessivement fine , qui, comme celle du texte, paraît être du xiiie
ions splendides. La vie d’Ésope s’étend jusqu’au feuillet 67 b, où la fin en est indiquée par les mots Finis Esopi vitae .
du manuscrit de la Bibliothèque nationale, peut-être même un peu plus fines , et respectivement suivies de leur traduction en
u maint bon mot et profitable • Puet chacun oïr et entendre, Qui a la fin se voudra prendre. Après les fables de Walther a
archemin, que le relieur a placés, l’un au commencement, l’autre à la fin . Les 60 fables de Walther, contenues dans ce manu
uillet 97 b, est ainsi conçu : Incipit liber qui vocatur Esopus. La fin des fables est annoncée par ce vers faux qui étai
e complément ordinaire. Aucun titre général ne les surmonte ; mais la fin en est annoncée d’abord par cette phrase écrite à
ris ludentibus qui, ainsi qu’on l’a vu, se rencontre quelquefois à la fin des manuscrits de Walther. Le tout est terminé pa
ur per (x)ii versus proverbiales qui quamlibet fabulam determinant in fine . Quod autem ille submiscet iocum sapiencie ostend
e Walther contenus seulement dans le dernier feuillet, savoir : 1º la fin de la fable De Cive et Milite, à partir du vers :
inale, ni interlinéaire, et se terminent au recto du feuillet 190. La fin en est indiquée d’abord par cette sorte d’hexamèt
vers rythmiques : Explicit liber iste. Infande lumen, Criste. À la fin du volume on a, comme au commencement, ajouté un
is feuillets blancs en papier au commencement du volume et trois à la fin . Le manuscrit ne comprend que deux ouvrages. Le p
due à une main ancienne, démontre que les feuillets qui portaient la fin de la fable inachevée et les dernières, ont dû di
relieur a placé deux feuillets blancs en tête du volume et trois à la fin . 2º Bibliothèque de la « Academia della Histo
atican. Le manuscrit qui contenait les fables de Walther fut-il, à la fin du siècle dernier, au nombre de ceux qui, à la su
ets sont occupés par les fables de Walther, dont l’écriture est de la fin du xiiie  siècle ou du commencement du xive et q
l’écriture est d’une main italienne du xive  siècle. Il y a bien à la fin un cinquante-troisième feuillet ; mais il a dû fa
n du format in-4º, offre une écriture italienne du xiiie  siècle plus fine que celle des manuscrits précédents. Voici, telle
cette souscription : Explicit liber Esopi deo gratias. Amen. À la fin du manuscrit se trouve un double feuillet qui en
et dans les éditions incunables : Hec lacrimosa manet ; laniat sine fine capillos.       Cui suadere volens vir suus inqui
recto du dix-septième feuillet qui ne porte que le distique final : Fine fruor , etc., elles se terminent par cette souscr
t 35 a (ff. 79 vº à 95 rº, d’après le numérotage du manuscrit), où sa fin est indiquée par le mot Explicit . Voici le débu
me. Tout au haut du recto du premier feuillet, écrits en lettres très fines , se lisent les mots yesus maria . Le titre génér
st fort défectueux. Au-dessous de la dernière fable, en lettres moins fines et avec une encre plus noire ont été écrits les m
tulées : De Capponibus et Ancipitre et : De Lupo et Pastore. À la fin de la dernière on lit : Explicit liber Esopi deo
n âge, le nombre aussi grand des éditions qui en furent publiées à la fin du xve  siècle montre qu’elle avait continué à su
gart. 1476. Aesopi fabulae latinis versibus redditae. À la fin  : Monteregali per Dominicum de Vivaldis eiusque
p. 33, nº 292). 1479. Æsopi fabulae carmine elegiaco. À la fin  : In Tuscolano Lacu Benaci per Gabrielem Petri T
itulée : Aesopi fabulae uersibus expressae ab incerto auctore. À la fin on lit : Brixiae. mcccclxxxi. Elle est du format
ain, t. I, p. 34, nº 301. 1488. Aesopus cum commento. À la fin  : Impressus ꝑ me Gerardū leeu. Anno domini M.ccc
u mundi, Tobiadis, parabolarum Alani, fabularum Aesopi, Floreti. À la fin  : Impressi Lugd. per Joan de Prato, anno dñi M. 
cription. 1489. Esopus moralizatus cum bono commento. À la fin  : Finit Esopus fabulator preclarissimus cum suis
mpose de 42 feuillets. —  Esopus moralisatus cum bono commento. À la fin  : Finit Esopus fabulator preclarissimus cum suis
et en partie chiffré. —  Esopus moralizatus cum bono commento. À la fin  : Impressus anno salutis M. cccc. xc in profesto
aire de cette édition. —  Esopus cum commento optimo et morali. À la fin  : Impressus Dauentrie Per me || Jacobum de Breda
undi, Floretum, Alanus de parabolis, fabulae Aesopi et Thobias. À la fin  : Felix libellorum finis quos auctores vulgo app
dans le format in-4º. —  Esopus moralizatus cum bono commento. À la fin  : Esopus fabulator, etc. Impressus anno salutis
| Thobiadis || Parabolarum Alani || Fabularum Esopi || Floreti. À la fin  : Auctores octo opusculorum cum glosematibus ||
te ce vers hexamètre : Accipies tanti doctoris dogmata sancti. À la fin on lit : Impressus anno salutis nostre M. cccc. 
la première page que dans l’édition de Jacques de Breda de 1494. À la fin  : Impressus Dauentrie per me Jacobum de Breda. a
oralisatus cum bono commento. Iterum textus de nouo emendatus. À la fin  : Impressus Dauentrie per me Jacobum de Breda An
e, au milieu de laquelle un écusson supporte les initiales P. B. À la fin on lit : Auctores octo opusculorum cum commentar
que publique d’Arras. — Esopus moralisatus cum bono commento. À la fin  : Impressus Dauentrie per me Richardum Paffroed.
—  Esopus moralisatus cum bono commento et glossa interlineari. À la fin  : Esopus fabulator preclarissimus cum suis moral
’est inconnue. 1498. Esopus moralisatus cum commento. À la fin  : Dauentriae per Iacobum de Breda M. cccc. xcvii
ent. Je vais passer en revue les dernières éditions qui marquèrent la fin de leur vogue. 1500. Esopus moralisatus
pit Cato : (C)um aīaduerterē quam plurimos hoīes er-||rare, etc. In fine  : Opus hoc bonis dogmatib’ refultū continēs in||s
VI. Septēbris. 1502. Esopus moralisatus cum commento. À la fin  : Impressus Daventriae per me Iacobum de Breda,
la cote AN. IX. 58. 1516. Fabule Esopi cum commento. À la fin  : Impressus London per me Winandum de Worde in v
j De Mercatore et eius vxore ; lxvj (sic) De Rustico et Plutone. À la fin on lit : Impressum Venetiis per Bernardinum Bena
. Fabulae versibus latinis cum commento ; una cum Catone. À la fin  : Lugd. per Jo. Marion 1519. La bibliothèque B
e : De Puero suspenso. Cette addition a entraîné la suppression, à la fin de la soixantième fable, du distique qui ordinair
xvie  siècle l’attention exagérée dont elles avaient été l’objet à la fin du siècle précédent. Elles avaient fini par être
uarante-huit feuillets en papier portent une écriture italienne de la fin du xive  siècle, à deux colonnes sur les 29 premi
evrebbono bene mettere le loro cure nelli buoni exempli. En voici la fin  : Et questa Pistola mando egli scripta al suo ma
ombre de 252, et dont l’écriture, due à une main italienne, est de la fin du xive  siècle. Il est composé de pièces diverse
plusieurs copistes. Les feuillets 35 à 38, 49 et 85 sont blancs. À la fin , on lit : die xxvi ianuarij hora tertia iam pret
dans celle de Manni publiée à Florence en 1778. Dans ce manuscrit, la fin des fables est ainsi annoncée : Qui si termina l
uscription : Impressum Rome die. XXVIIII. Marcii M.CCCC.LXXXIII. La fin du volume est occupée par la Concionetta, la Canz
a soixantième, qui porte le nº 62, n’est pas terminée par le distique Fine fruor, etc. Les fables 61 à 64, sous les nos lxii
e sa propre main, a écrit, sur un feuillet supplémentaire inséré à la fin du volume, la mention suivante : Este libro ansi
xi a di ultimo || zenaro. Quoique la date indiquée soit celle de la fin de janvier 1491, il faut considérer l’impression
édition. —  Esopo con la vita sua historiade vulgare et latino. À la fin , on lit : Impressum Mediolani per Uldericum Scin
bule di Esopo historiate con sue allegorie historice et morale. À la fin  : Venetiis per Augustinum de Bindonis, anno Domi
ie au verso du dernier feuillet d’une souscription ainsi conçue : Il fine . || Stampate in Venetia per Francesco || de Leno.
et deux feuillets blancs placés, l’un au commencement et l’autre à la fin de cette première partie du volume, puis 13 premi
réimpression, elles sont au nombre de 64 sous 66 numéros. Le distique Fine fruor, etc., qui suit la dernière, fait l’objet d
eaucoup plus rare que l’édition connue d’Aquilée, a été imprimée à la fin de la même année dans le format in-4º avec gravur
vestissement chrétien de celles de Walther. On retrouve en effet à la fin de chacune d’elles les distiques élégiaques dans
l’encre rouge le numéro de la fable. Le distique élégiaque qui, à la fin de chaque fable, en contient la morale, est repro
a fable, et à droite, le titre. Les feuillets 18 et 19 contiennent la fin du Luparius, poème en vers élégiaques. « Ce fragm
e nomenclature désignées par les mots Aesopi fabulae, commencent à la fin du fol. 110 a et se terminent au fol. 118 b. Il y
nier ouvrage est intitulé : De la misère de l’ome. Il commence à la fin de la deuxième colonne du feuillet 437 b, et est
ines : xi. De Stulto et Mulis, et : xxxviii. De Pica et Cauda sua. La fin des quarante fables et le commencement de l’épilo
it 15213 forme un volume in-8º, écrit sur parchemin en gothique de la fin du xive  siècle. Il contient deux ouvrages, les f
t ; il se compose de 166 feuillets en parchemin, dont l’écriture très fine est du xive  siècle. Ceux qui en désireront l’ana
le titre : Incipit Esopus. Puis viennent les cinquante fables, à la fin desquelles on lit ces mots : Explicit Esopus , e
lin de la fable correspondante en prose. La fable, ainsi rejetée à la fin du manuscrit, est celle qui, habituellement intit
registres du Parlement. » Le premier des deux feuillets ajoutés à la fin porte également une décision judiciaire. Le manus
méro d’ordre, qui pour chacune, sauf pour la première, est placé à la fin de la précédente. Les 51 fables, dont se compose
sont partie en parchemin et partie en papier et dont l’écriture très fine , à deux colonnes, est du commencement du xive  si
1135 ; il s’ensuit que la collection ne peut être plus récente que la fin du xie  siècle ou le commencement du xiie . Dans
aux trois dernières fables, la place qui leur a été donnée tout à la fin du Dérivé et les sujets même qu’elles traitent, m
peu de temps après l’apparition de son œuvre et en tous cas avant la fin du xiiie  siècle. J’emprunte au manuscrit françai
rchemin comme les anciens, savoir : deux au commencement et deux à la fin . Le second des deux feuillets ajoutés en tête por
1º L’image du Monde par Gautier de Metz qui le composa en 1245. À la fin de cet ouvrage on voit que ce manuscrit a été écr
qu’un seul feuillet et que par cette perte il n’a été privé que de la fin d’une fable et du commencement de la suivante. Le
ste que ces mots : D’un homme qui vit… Une main pudique a effacé la fin , qui probablement était ainsi conçue : .I. autre
e vandalisme pieux, s’exerçant sur la fable lx, a fait disparaître la fin du titre dont il ne reste que ces mots : De l’ou
76 à 95 et 97 à 103. Quoique aucun feuillet ne paraisse manquer à la fin , elles ne sont pas suivies de l’épilogue. B. M
t, se compose de 83 feuillets en parchemin, dont l’écriture est de la fin du xiiie  siècle. Les fables de Marie qu’il renfe
ne de la première colonne du feuillet 184 a (en réalité 185 a), et la fin en est indiquée par cette souscription à l’encre
certains manuscrits des fables de Walther et dans les éditions de la fin du xve  siècle tirées de ces manuscrits, et dont
cle. C’est ainsi, par exemple, que Marie de France, qui écrivait à la fin du xiie  siècle ou, au plus tard, au commencement
sont en papier et dont l’écriture à longues lignes paraît être de la fin du xive  siècle. Il renferme plusieurs ouvrages d
uillets en parchemin, qui portent sur deux colonnes une écriture très fine . Les fables occupent les feuillets 77 a à 83 a. M
u moins ancienne que la précédente, se trouve dans un manuscrit de la fin du xve  siècle appartenant à la bibliothèque de W
tres, bien qu’il ait perdu par le retranchement de trois cahiers à la fin un assez grand nombre de fables ; toutefois il es
allemandes. Si, comme il le suppose, les feuillets qui manquent à la fin du manuscrit contenaient des fables maintenant pe
la fable cxxv, et je ne vois aucune raison de croire qu’il soit à la fin mutilé, puisqu’il conclut par la morale qui est t
utilé, puisqu’il conclut par la morale qui est toujours attachée à la fin des fables. » Mais la liste que je viens de dress
uant dans l’autre. Quoi qu’il en soit, la première lacune comprend la fin de la fable de l’Estomac et des Membres, la fable
s’arrête à ce vers : Plaudens atque Lupus ad Pastorem veniebat. La fin de la colonne n’a pas été remplie par le copiste,
arino Veronensi viro perameni ingenii ad unguem noviter castigata. In fine  : Impresso in Agripinensi Colonia, anno supra mil
commentarii diligentissime recogniti, atque ex archetypo emendati. In fine  : Thusculani, apud Benacum in ædibus Alexandri Pa
rissimi poete et oratoris Nicolai Perotti cum variis additamentis… In fine  : Impresso in Agrippinensi Colonia, anno supra mi
i. On sait que les noms de famille n’existent en France que depuis la fin du xe  siècle et le commencement du xie . 299.
.) 314. Les Fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. Première édition. Tome II. Paris, F
15. Voyez les Fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. Première édition, tome II, page 247
livre du Romulus ordinaire, et si le milieu n’a pas été conservé, la fin est entrée dans la dédicace à Tiberinus. 321. «
p. 304.) 407. Il ne faut pas confondre Girald Barry, écrivain de la fin du xiie  siècle et du commencement du xiiie , ord
é à Bâle de 1557 à 1559, avec Lilio Gregorio Gyraldi, qui vécut de la fin du xve  siècle au milieu du xvie et qui, dans se
ntitulé : Les Fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. » 491. Voyez p. 75. 492. Voyez p
94 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE VII. Du Loup, et de la Gruë. »
ient, que son mal estoit une juste recompense de sa gourmandise. A la fin il sçeut si bien cajoler la Gruë, qu’à force de f
95 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE XIX. Des Grenoüilles, et de leur Roy. »
ince, à luy faire honneur, et à s’approcher peu à peu de luy. Mais en fin , toute crainte laissée à part, elles s’apprivoise
96 (1300) Fables anonymes grecques attribuées à Ésope (Ier-XIVe s.) « Chambry 192 » pp. 138-138
sautèrent dans l’eau. Alors un des lièvres, qui paraissait être plus fin que les autres, dit : « Arrêtez, camarades ; ne v
97 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [56.]. DEL TOPO CITTADINO, E ’L TOPO VILLANO. » p. 352
to ; E con sano discorso giudicate Del corso e stato vostro il dubbio fine  : Che anchor che retto da propitia stella Arrivar
98 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE VIII. Du Laboureur et du Serpent. »
ncera contre toy-mesme ; il fera peur à tes enfants, et tu seras à la fin contrainct de le tuer de ceste mesme main dont tu
99 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXXI. Du Renard, et du Bouc. »
x sont sujets à faire de pernicieux desseins, et qui n’aboutissent en fin qu’à leur confusion. Ce sont eux à qui la soif ex
100 (1660) Les Fables d’Esope Phrygien « LES FABLES D’ESOPE PHRYGIEN. — FABLE LXXIV. De l’Homme, et d’une Idole. »
de leur âge sans vouloir devenir riches, et n’y consentirent qu’à la fin , lors qu’ils recognurent leur esprit assez fortif
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