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DEL CORVO, ET LI PAVONI.
IL Corvo un giorno venne in gran desio
D’esser tenuto anch’ei leggiadro e bello
Come il Pavone, e di mostrarsi al mondo
Come un di quella specie ; e ritrovando
Tutte le penne d’un Pavon già morto,
Se ne fé lieto una pomposa veste ;
E vagheggiando sé medesmo disse,
Or son pur bello, e son anch’io un Pavone.
E per esser d’altrui creduto tale,
Entrò de gli Pavoni anch’esso in schiera.
Ma quando al suon de la sua▶ rauca voce
Riconosciuto fu da gli altri, ognuno
E con gran scorno fu da lor scacciato.
Così interviene a chi troppo bramoso
Di gloria senza merto honor procaccia
Da le fatiche altrui frodando il vero,
Inhabile a quel far, che gli altri fanno,
Che d’ingegno e valor dotati sono.
Perché col tempo l’ignoranza folle,
E la ◀sua ambition si fa palese ;
Onde additato è con vergogna e scorno.
Chi veste de l’altrui tosto si spoglia.