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DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE.
L’ASINO d’un Leon trovò la pelle,
E tutto si coprì di quella il dorso,
E gia scorrendo le campagne e i boschi
Con gran paura de gli▶ altri animali,
Che in cambio lo togliean d’un fier Leone.
E dilettato dal vano spavento,
Ch’egli porgeva a questa e quella fera,
Vedendo di lontan venir la Volpe
E ragghiando ver lei subito corse
Horrendo tutto e minaccioso in vista.
Ma la Volpe, che quel conobbe al suono
De l’asinina voce, in mezo il passo
Fermossi tosto, e non si mosse punto :
Ma ridendo tra sé di sua follia
Di questo horrendo e spaventoso volto
M’havria mosso nel core alta paura,
S’al roco suon de l’asinina voce
Io non t’havessi conosciuto in prima.
Così l’huom sciocco e d’ignoranza pieno
Che il savio fa tra ◀gli ignoranti, quando
Avien, che con saggio huom faccia l’istesso,
Dal suono sol di sua propria favella
Si scopre quel, che sua natura il fece,
Con gran suo scorno, e riso di chi ’l vede.
D’un folle cor la voce indicio porge.