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DELLA VOLPE, ET DELL’UVA.
GIUNSE la Volpe da▶ la fame scorta
Ove una Vite co i pendenti rami
Facea d’uve mature allegra vista :
E cominciò con appetito immenso
Far ogni prova, onde potesse haverne.
Ma per ben ch’ella alzasse i piè dinanzi
Lungo il troncone, et saltellando andasse
Per arrivar a quel pendente cibo,
Però mai non ne giunse un picciol grano.
Onde vedendo ogni sua speme vana
Se ne ritrasse, et a sé stessa disse.
Lasciala pur, ch’ella non è matura,
Per gl’immortali Dei ch’io non ne voglio ;
È troppo acerba, e di spiacevol gusto.
Tal l’huomo astuto suol quel, ch’ei più brama,
Spesso sprezzar, se ◀da accidente strano
Reso gli vien dal suo pensier lontano
Quel, che più d’acquistar s’industria, et ama.
Non cura il savio quel, c’haver non spera.