[58.]
DEL LEONE, DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE.
IL possente Leon, l’astuta Volpe,
E ’l semplice Asinel venner d’accordo
D’esser compagni, e divider tra loro
Quel, che ciascun di lor prendesse in caccia.
E fatto un giorno assai copiosa preda,
E sendo a l’Asinel toccato in sorte
Il far le parti del comun guadagno,
Il tutto giustamente in tre divise :
Perché ciascun il suo dovere havesse.
Ma il superbo Leon questo vedendo
Arse nel cor tutto di rabbia e sdegno :
E ’l miser divisor tosto accusando
D’iniquità, d’inganno, e di malitia,
Lacerò tutto ; e con▶ vorace brama
Ne satiò la scelerata fame.
Poi volto in atto furibondo e fiero
A la Volpe, che attonita mirava
Quel caso strano, e di nequitia pieno,
Che in giuste parti dividesse il tutto.
Ond’ella accorta da l’altrui ruina
Quasi tutta la preda in un raccolse,
Per farla del Leon debita parte ;
E presentolla a la superba fiera ;
E poco più di nulla a sé ritenne.
Allhor l’altiero d’allegrezza pieno
Le disse. ove sorella, hai così bene
Appresa del divider la ragione,
Che ◀con tanta dottrina hor m’hai dimostro ?
A cui l’astuta humilmente rispose.
De l’Asino lo stratio, e ’l tristo fine
Dato m’ha de le leggi la dottrina ;
Ch’a ben patir quel, ch’è commune, insegna ;
E m’ha fatto legista in un momento.
Così l’huom spesso a l’altrui spese impara
Nelle occorrenze perigliose e strane
Il ritrovar la via di sua salute
Senza tema di biasmo, o d’alcun danno.
Se vuoi del tuo mistier cavar guadagno,
D’un tuo maggiore non ti far compagno.