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DELLA VOLPE, ET DEL PARDO.
LA Volpe e ’l Pardo si trovaro insieme
Un giorno a spasso, e vennero a contesa
Tra loro di beltà. Diceva il Pardo
Vedi la pelle mia di varie macchie
Con▶ ordine e misura al par del cielo,
Ch’è di stelle dipinto, adorna tutta
A qualunque la vede : e tal è ’l pregio
Suo, che Baccho figliuol del sommo Giove
Non si sdegna coprir le belle membra
D’altra mai per lo più, che di tal pelle,
Che tutta la mia specie adorna e veste.
Tacque mentre ei parlava allhor la Volpe ;
Dapoi sciolse la lingua in tal risposta.
Se di beltà fra noi movi contesa
Intender dei de la beltà più vera :
La qual di quella parte esser s’intende,
Che forma dona a l’animal vivente,
Questa s’intende la bellezza interna,
Non quella esterior, che d’accidente
Esterior patir può sempre oltraggio ;
E variando la primiera forma
Divenir sozza a l’altrui vista e lorda.
Però di questa a me ceder tu dei,
Se non sei folle in tutto, ognihor la palma ;
A me ; che quanto hai tu vario d’aspetto
Il dorso tutto, ho vario e di colori
Mille dipinto l’animo e l’ingegno
Atto a fornir mille lodate imprese :
E per ciò bella sono in quel, ch’importa
Più, che la pelle facile a smarrire
L’apparente beltà, ch’offender puossi :
Onde la mia non può sentir offesa
Da questo impari ognun prezzar quel bene,
Che l’alma apportar suol, non la fortuna
C’hor chiara sembra, hor ◀con la faccia bruna,
E sempre forma variar conviene.
Più bello è il bel del cor, che il bel del volto.