[32.]
DE I TOPI.
GIÀ de’ Topi il Senato in un raccolto
Fece consiglio di trovar il modo,
Onde campar l’insidie e i tradimenti,
Che lor tramava il Gatto, ognun potesse.
Et un di lor, che primo a parlar prese,
Fu di parer, ch’un gran sonaglio al▶ collo
Da lor, c’havriano del fuggir tal segno.
Tosto approvossi tal parer da ognuno.
In questa opinione entraron tutti.
Ma alfin levossi un, che più etade e senno
Havea de gli altri, et disse in questo modo.
Anch’io, Signori, tal consiglio approvo :
Anch’io son di parer che ciò si faccia :
Ma chi sarà di noi, dite, vi prego,
Colui, che voglia esser cotanto ardito,
Che de le forze sue sicuro in tutto
A tal proposta ognun muto restossi :
E van restò di quel consiglio il fine.
Così spesso intervien dove il periglio
Si scorge in eseguir util consiglio :
Però colui, che sua sentenza porge
Che del publico ben cagione apporta,
Dee pensar prima, che la lingua snodi,
Se ’l fin del parer suo puote eseguirsi
Senza pericol di chi ’l pone in opra,
Se brama esser tenuto ◀al mondo saggio.
Del suo debito fin manca il consiglio,
In cui de l’eseguir chiaro è ’l periglio.