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DI DUE RANE VICINE DI ALBERGO.
VIVEAN due rane ambo vicine insieme ;
Ma l’una fuor di via dentro uno stagno ;
L’altra a mezo una strada in certo loto.
Or sendo giunta la stagione estiva,
Ch’ardendo secca d’ogni humor la terra,
Quella che nel vicin stagno albergava,
Invitò l’altra con benigno affetto
A lasciar quel sì periglioso albergo
Esposto a gli occhi d’ogni passaggiero,
Et abondante d’ogni altro disagio,
Per albergar con lei dentro a l’humore,
Ch’ella eterno godea lieta e sicura.
E quella rispondendo esser contenta
Patir più tosto ogni crudel disagio,
Che▶ mai lasciar quel loco, in cui già nata
Gran tempo si vivea tranquillamente,
Rese alfin vano il suo cortese invito.
Ma non sì tosto tal risposta fece,
Ch’allhora sovragiunta a l’improviso
Da un carro tratto da due gran corsieri,
Sotto una ruota miserabilmente
Restò schiacciata, e di sua vita al fine.
Così interviene a chi nel vitio vive,
◀Che spesso pria, che fuor ne traggia il piede,
De l’infelice vita al fin si vede ;
Perché l’huom non sa quel, che Dio prescrive.
Pria che morte ti colga esci del vitio.