(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [81.]. DELLA RONDINE, E GLI ALTRI UCCELLI. » p. 39
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(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [81.]. DELLA RONDINE, E GLI ALTRI UCCELLI. » p. 39

[81.]

DELLA RONDINE, E GLI ALTRI UCCELLI.

NON era anchora il Lin venuto in uso
    Di seminarsi, quando un fu, che primo
    Raccolse il seme in varie parti fuso :
E volse dar principio (a quel ch’io stimo)
    Di far lo stame, onde trahesse poi
    Mille mistier, ch’in verso io non isprimo.
Et sì come Natura i parti suoi
    Sparge qua e là dove le piace a sorte
    Che tutti in ogni loco haver li puoi :
A romper cominciò la dura e forte
    Terra col rastro in largo campo, e ’l seme
    Vi sparse ad altri vita, ad altri morte.
La Rondinella, che presaga teme
    Quell’opra nova, e la virtute intende
    Del Lino, ogni altro augel convoca insieme :
E lor mostra il periglio, che s’attende
    Da quella pianta, e persuader vuole
    A prohibirne il mal, ch’essa comprende :
E dice, che quel seme, onde si duole,
    Devrebbe trarsi pria, che n’esca l’herba :
    Ma perde indarno il tempo e le parole.
Ecco il Lin nasce, et ella, che pur serba
    Nel cor del suo presagio il gran timore,
    Disse di novo con rampogna acerba.
Ecco il Lin nato a me d’alto dolore
    Fiera cagion : dunque svelliamlo almeno ;
    Perché d’ogni periglio usciate fuore.
Ella pur dice, e ognun le crede meno
    Quanto più con ragioni aperte e vive
    Mostra il lor viver di periglio pieno.
In breve par ch’a la misura arrive
    Di sua perfettione il Lin maturo ;
    E sen fan varie reti in mille rive.
La Rondinella allhor con cor sicuro
    De l’huom si fece molto stretta amica,
    Per liberarsi da periglio oscuro.
Vive con l’huomo, e sempre si nutrica
    D’ogni altra cosa, che d’esca o di grano,
    Cibo de l’huomo per usanza antica :
Così perché nell’opre di sua mano
    Non gli suol mai far detrimento alcuno
    Depredando le biade in mezo il piano,
A quello è cara ; et ei sempre digiuno
    Vive di farle offesa, e la ricetta
    Dentro a’ suoi tetti, onde l’osserva ognuno.
E in prender gli altri augelli si diletta
    Tanto, c’ha per maggior d’ogni sua festa,
    Quando ve n’ha ben piena la sacchetta.
E con lacci e con reti ognihor gl’infesta,
    Facendone di lor stratio crudele :
    Et così merta chi a noia molesta
Prende il consiglio altrui sano e fedele.
Un ostinato cor merta ogni male.