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DEL PARDO, E LE SIMIE.
IL Pardo, che▶ a le Simie è per natura
Fiero nimico, e si pasce di loro,
Havea gran fame, e di cibarsi cura :
E scorrendo con rabbia il terren Moro
Ove Natura in copia le produce,
Trovonne alfine, e fé cotal lavoro.
Corre lor dietro, e in gran timor le adduce,
Di lor ciascuna a l’alto si conduce.
Sopra un gran pin, ch’al ciel alza la testa.
Fatto ogni prova, alfin partito prende,
Onde possa di là con arte trarle.
Finge far un gran salto, e quando scende
A terra, come morto andar si lassa,
E tutto abbandonato si distende.
Allhor ciascuna Simia a lui s’abbassa,
Ché morto il crede, e d’allegrezza piena
Con festa intorno a lui saltella e passa.
Egli sta cheto, e non respira a pena,
E per gran pezzo soffre cotal pena.
Alfin si leva, e i denti opra e le branche
Fin ch’ognuna di lor di vita manche.
Così con arte mena a fiero stratio
Le sue nimiche, e se ne trahe la fame
Ad un sol tratto per ben lungo spatio.
Tal l’huom, ◀che studia al fin de le sue brame
Venir un dì, né haverne il modo sente,
Dee con prudenza usar di simil trame :
Ch’ogni difficultà vince il prudente.
Ove non val la forza, opra l’ingegno.