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DELLA VOLPE INGRASSATA.
AFFAMATA la Volpe, e divenuta
Smagrita e scarna, per un picciol buco
Entrò in un tetto di▶ galline pieno
Né difficil le fu la stretta entrata.
Ma quando satia fu, sì grosso il ventre
Trovossi, che non hebbe il modo mai
D’uscirne, e si dolea la notte e ’l giorno :
De’ polli il resto quando le parea
Tal che ognihor più ingrassava, e venia gonfia,
Dove aspettava adhor adhor la morte,
La Donnola, che spesso i suoi lamenti
Sentito haveva, da pietà si mosse
A consigliar così quella meschina.
Astenerti dal cibo, onde ti pasci :
Che così tornerai, come eri prima,
Smagrita e scarna, onde dal picciol buco
Passar potrai dove vorrai sicura.
Perché fin che qui dentro ognihor ti stai
Pascendo a voglia tua l’ingorda gola,
Sempre starai nella medesma pena,
E in continuo pericol de la vita.
Ripugnan sempre, e star non ponno insieme.
Così fa l’huom, ch’ognihor vivuto sia
In mediocre stato, onde quieta
Menò sua vita, e senza alcun travaglio,
Quando d’alta fortuna in su la ruota
Ché quanto ha più de le ricchezze in mano,
Tanto l’affanna ognihor cura maggiore.
Ché star non ponno insieme alta fortuna
E cor quieto, honore, e lunga pace
In questa vita ◀di miserie piena.
Alta fortuna alto travaglio apporta.