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DEL FIGLIUOL DELL’ASINO, E ’L LUPO.
L’ASINO già nel suo presepio infermo
Giaceva giunto assai vicino a morte,
E di ciò sparsa era la fama intorno.
Onde per visitarlo allhor si mosse
Con cor maligno, e simulato volto
Il Lupo ; e fatto già vicino a l’uscio,
Che la stalla chiudea, per certo foro
Dentro guardava ; e l’Asinel vedendo
Giacersi a lato del suo infermo padre,
Chiamollo a sé, pregandol ch’ei l’aprisse,
Ché visitar il genitor volea.
Et ei, che▶ ’l conoscea, negò di farlo.
Allhor il Lupo in sé tutto confuso
Fingendo haver pietà de’ casi suoi,
Gli domandò qual fosse allhor lo stato
Del padre suo, ch’esser sentiva infermo.
A cui ridendo l’Asinel rispose,
Va pur, s’hai forse a fare altro camino ;
Tal ti dee del nimico esser sospetto
Il volto, ◀che d’amor ti mostra segno ;
Se con l’occhio miglior del sano ingegno
Non vedi qual gli giace il cor nel petto.
Se vivi in rissa, e star vuoi senza pene,
Sospetta dal nimico anchor del bene.