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DELL’ASINO, LA SIMIA, ET LA TALPA.
L’ASINO si dolea che▶ l’ampia fronte
Non havea, come il Bue, di corne armata ;
Né la Simia facea minor lamento
Di non haver la coda, onde coprisse
D’ambodue la querela, e ’l rio cordoglio
Lor si fé incontra, e tai parole mosse.
Deh perché fate invan tante querele
Se me, ch’esclusa de l’amata luce
Vivo infelice sotto eterna notte
Priva del maggior ben, ch’al mondo sia,
Vedete star senza querela in pace ?
Stia ne gli affanni suoi costante e forte ;
E nel voler di Dio paghi sua sorte
De l’affanno maggior, ◀che in altri vede.
Conforto è al proprio il maggior mal d’altrui.