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DEL LUPO, ET LE PECORE.
VESTISSI il Lupo i panni d’un pastore
Per ingannar le semplicette agnelle
Con l’apparenza de l’altrui sembiante,
Celando il troppo conosciuto pelo :
E col bastone in man, co ’l▶ fiasco al tergo,
E con la Tibia pastorale al fianco,
Verso il gregge vicin ratto inviossi,
Sperando di condurlo entro un ovile
Fatto da lui d’una spelonca oscura,
E prepararsi per un anno il cibo,
Che senza faticar potria godersi.
Dal suo vestir ch’ei fosse il suo pastore)
E volse dar la voce, onde il volgesse
Al pensato camin, fiero ullulato
Fuori mandò di tanto horror ripieno,
Che le paurose pecorelle tutte
Smarrite ne restaro, e quello al grido
Riconosciuto rimirando a dietro
Si diedero a fuggir velocemente
A i vicin tetti del nativo albergo ;
Et ei di ciò restò schernito, e tristo.
Tal l’huom bugiardo e di malitia pieno
Rimaner suole a lungo andar, né puote
Sempre venir al fin del suo pensiero
Con la bugia del suo fallace inganno,
Ché finalmente il ver da sé si scopre ;
E l’istessa bugia ne ◀’l fa palese.
Non può la falsità star sempre occulta.