(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [19.]. DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO. » p. 427
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(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [19.]. DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO. » p. 427

[19.]

DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO.

PASSATO havea la Volpe un fiume a nuoto
    Et era a l’altra riva homai vicina
    Quando restò piantata in certo loto.
Et mentre si dibatte la meschina
    Più si sommerge et dentro a quello intrica,
    Come la sorte sua ve la destina.
Vana era al fin d’uscirne ogni fatica,
    Sì che già stanca non si move punto,
    E di mosche l’assal copia nimica.
Così l’un danno sopra l’altro giunto
    Patì gran pezzo le beccate strane,
    Che ’l sangue tutto homai le havean consunto.
Venuto al fiume allhor da le sue tane
    Il Riccio del suo mal forte si duole :
    Et poi le dice con parole humane :
Ch’egli si trova in punto, s’ella vuole,
    Di scacciarle le mosche allhor d’attorno,
    Co’ spini suoi, come talhora suole :
Poi che del fango, ove ella aspro soggiorno
    Suo malgrado facea, non potea trarla
    Se ben s’affaticasse più d’un giorno.
Onde la Volpe a lui, che liberarla
    Come amico volea di tanto affanno,
    Gratie rendendo in cotal modo parla.
Non far fratello : che poco più danno
    Far mi pon queste homai di sangue piene,
    Di quel ch’infin adhor sì fatto m’hanno.
Che s’altro nuovo stuol di mosche viene,
    Affamate a la prima havranno a trarmi
    Quel poco, che mi resta entro a le vene ;
Onde potrei più in fretta a morte andarmi :
    Tal che meglio è restar quel poco in vita
    Di spatio, che dal ciel sento lasciarmi.
Così la gente tal esempio invita
    A tolerar il suo tiranno avaro,
    Per non far al suo mal nova ferita,
Se le è di viver lungamente caro.
Sopporta e appunta un mal chi non vuol giunta.