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DEL SOLE, E BOREA.
GIÀ fu che Borea, e ’l Sol vennero insieme
A gran contesa di▶ forza e valore,
E mentre lungo spatio disputando
Fu primo il Sol, che per finir le liti,
Visto in viaggio un pellegrin lontano,
Mosse queste parole. Ecco, se vuoi
Borea conoscer senza più contrasto
Di venir a provar le forze nostre.
Di dosso gli trarrà, quel sia maggiore
Borea sdegnoso contentossi al patto
Di cotal prova : et fé d’esser il primo,
Che mostrasse con lui l’alte sue forze.
Così d’accordo cominciò calarsi
Verso quel pellegrin soffiando forte
Quanto potea da mille parti intorno
Per levargli il mantel, che indosso havea.
Ma colui, che dal freddo era assalito
Del fiato suo, tanto più stretto e involto
Stava ne i panni, et li tenea ben chiusi ;
Quanto più Borea intorno il travagliava.
Or visto alfin la sua fatica vana
Il vento stanco, e in sé più che sicuro,
Che ’l Sol, che meno impetuoso fiede,
Far non potesse in ciò prova maggiore ;
La parte, che a ragione a lui toccava.
Allhora il Sole incomminciò scaldarlo
A poco a poco con l’ardente raggio
Sì, che ’l buon pellegrino anch’esso venne
A poco a poco a lasciar giù le parti
Del mantello, onde pria tutto era chiuso :
Indi sentito assai maggior l’affanno
Del caldo lume tutto si scoperse
De la veste : et così del tutto poi
Spogliossene, ch’alfin se la raccolse
Sopra le spalle ; e così via n’andava.
Ma dopo breve spatio assai più fiero
Mostrando seco il Sol l’intenso ardore,
Stanco depose la noiosa veste,
Lasciandola tra via fra certe vepri
Per non lasciar in quel camin la vita :
Al suo ritorno nel riposto loco :
E ’l Sol ◀di quella impresa hebbe l’honore.
Tal suole spesso l’huom prudente e saggio
Giunger con la destrezza al fin, ch’ei brama,
Assai più presto, e con minore affanno,
Che colui, che con impeto si move
In discoperta forza a le sue voglie.
La destrezza val più, che viva forza.