(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [9.]. DEL CANE. » p. 133
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(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [9.]. DEL CANE. » p. 133

[9.]

DEL CANE.

PASSANDO un’acqua il Cane con un pezzo
    Di carne in bocca, che trovò per via,
    Vide nell’onda, ch’era posta al rezzo,
    L’ombra maggior di quella, ch’egli havia :
    Et disse. Poi ch’est’altro è un più bel pezzo
    Certo, et maggiore che non è la mia,
    Questa voglio lasciar, e quella prendere,
    Che mi potrà più satio e lieto rendere.
Così lascia la sua cader nell’onda,
    E volendo pigliar l’altra maggiore,
    Vede, che mentre questa si profonda,
    Sparisce quella nel turbato humore :
    E pargli che la sua quell’altra asconda
    Sott’acqua sì, che non può trarla fuore :
    S’accorge alfin, che la vana sembianza
    De la sua l’havea posto in tal speranza.
Et dolendosi poi tra sé dicea :
    Quanto era meglio, oimè, godermi in pace
    Quel picciol ben, ch’io già di certo havea,
    C’haver d’un ben maggior voglia rapace.
    Questo è finto, ch’io vero esser credea,
    Mosso da openion sciocca et fallace.
    Cos’io resterò essempio a gli altri avari,
    Ch’ogn’un del proprio a contentarsi impari.
Chi vuol l’incerto vien del certo a nulla.