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52. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXIII. Passo di Sarabonda »

Se gli dà principio pur dalle tre stesse posizioni, per grazia di esempio col destro sotto in quinta, si piega e si porta il detto piede in prima in aria e si rileva sulla punta del piede sinistro a guisa di salticello, ma veramente non si leva la punta da terra, che è un moto del collo del piede, sebbene saltandosi positivamente in piccolo non si commette errore, si porti poi il dritto in seconda vera e per ultimo il manco si metta in quinta sotto.

53. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXIII. Del Passo Unito [Assemblé] »

La sua misura si trova sulla cascata del passo, dove termina il secondo movimento ed ove si fa l’unione di questo passo. L’esempio sia questo: volendolo fare dalla quarta positura alla prima col piè dritto innanzi al sinistro, s’equilibri il corpo sopra il piè destro ed appresso si pieghino i ginocchi e, mentreché si rialzano, saltisi col piè dritto, ed il sinistro si mandi innanzi descrivendo dallato un mezzo cerchio, e nella cascata del salto cadano amenduni nello stesso punto sulla prima positura. [2] Ordinariamente, alla fine di questo passo va congiunto un Passo Staccato, per poter prendere del seguente passo la positura, purché egli da quella, dove l’Unito passo finisce, non debba cominciare, perciocché in tal caso il passo Staccato non servirebbe a nulla.

54. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — [Dedica] »

[Dedica] [1] Eccellenze, [2] Le signorili e generose maniere che l’Eccellenze Vostre, infin da quel tempo ch’ebbi l’onor di essere annoverato tra’ vostri servidori, compiaciute sempremai si sono benignamente usare inverso di me, mi hanno di sì fatto peso d’obbligazioni aggravato, che l’aver io abbandonata la Francia, ove nacqui, parte non meno considerabile dell’Europa che di tutto il Mondo; l’essermi poco curato di parecchie altre Città cospicue d’Italia; ed ultimamente l’aver diliberato impiegare nel vostro servizio il restante tempo della mia vita, mi sono tutte sembrate cose le quali anzi mi potrebbono in picciola parte alleggiare che del tutto sottrarre da quella importabilissima gravezza. Per non tralasciare intanto alcun altro mezzo da soddisfare al giusto insieme ed ardente disiderio che tengo d’andarmene tuttavia il meglio che posso alleviando; ed oltracciò per non offendere nel difforme vizio dell’ingratitudine; essendomi a rintracciar messo altra via, da fare alcuna cosa la qual vi potesse piacere (poiché ogni vostro, avvegnaché lieve gradimento, sarebbe per tormi da dosso una gran parte del detto peso) m’è venuto finalmente pensato fare un Trattato del Ballo Nobile, nel quale fossero con ogni possibile chiarezza raccolte e dichiarate le regole ed i precetti generali d’una tal arte. E di già dopo aver io durate lunghissime fatiche, finalmente eccolo per mezzo delle stampe uscito alla luce del Mondo: la quale, perciocché soventi volte addiviene che, per diverse cagioni, in densissima tenebra si tramuti con sommo detrimento della stima de’ poveri Autori, ho avuto l’ardimento d’allogar nel suo fronte il chiaro e splendidissimo nome dell’Eccellenze Vostre, acciocché, se per avventura gli manca il proprio lume, abbia modo, nella copia che ne gli bisogna, da provvedersene.

55. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXIII. Della Figura »

Della Figura [1] Secondo l’ordine preso nel principio di questo trattato, seguita ora a dire dell’ultima parte principale del ballo nobile, che è la Figura, della quale convien che si dica distintamente, e con quella chiarezza che sia possibile. […] [3] La diametrale è quella che trasversalmente da un lato della sala va verso l’altro, e la quale alle due altre mura è parallela, cioè a quello che ci sta dinanzi alla presenza del corpo ed a quell’altro che si ritrova dietro le spalle. […] [6] Dalle dette linee semplici e dalla loro combinazione dirivano e si compongono tutte le figure del ballo, le quali sono di numero infinite: e nel vero secondoché il corpo muta il suo sito ballando (il che tratto tratto nel ballo interviene) le predette linee cambiano parimente il lor sito. […] [10] Tutta la bellezza e leggiadria delle figure del ballo consiste in sapere unire ed accordare bene le Regolari colle Irregolari in modo che diano meraviglia insieme e diletto alla vista degli aspettanti.

56. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo V. Della Cadenza. »

[1] Da’ movimenti, come è detto, vengono prodotti tutti i passi del ballo nobile. […] [2] Manifesta cosa è adunque che, essendo la danza figliuola dell’armonia, alcuno non sappia né possa ballare s’egli non conosce e co’ movimenti del corpo la cadenza di quella non siegue. […] [3] Potrei qui fare un diffuso catalogo, riducendo le varie maniere ed i diversi tempi co’ quali l’armonia si misura, se il mio proponimento stato fosse d’insegnare altrui la musica; ma perciocché ad altro è inteso il mio fine, cioè a trattare del ballo nobile, perciò parleremo di quelle sole misure che cotal arte riguardano. […] Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà e naturalezza de’ detti due tempi non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un tempo, o misura d’armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de’ passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll’esercizio continuo e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario e ternario, imprender potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare.

57. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo IX. Passo naturale o Semplice, Simple ou naturel »

La distanza che si prenderà da piede a piede non è determinata, la corporatura del Ballante farà questo passo a sé adattato; né troppo in accorcio il grande, né troppo grande il piccolo, che l’uno e l’altro sarebbe difettoso. […] Si curva naturalmente il ginocchio, distendendo con grazia il collo del piede e posando prima la punta e poi il resto del piè.

58. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XIX. Del Contrattempo [Contretemps] »

La misura di esso si trova a punto sulla cascata del salto, cioè nel fine del secondo movimento. L’esempio del Contrattempo sia questo: volendosi fare innanzi dalla terza alla quarta positura col piè dritto dietro al sinistro, si vuole equilibrare il corpo sopra il sinistro, tenendosi il destro sulla punta; ed appresso si pieghino i ginocchi e si rialzino saltando, e si cada sopra il piè manco, levandosi il dritto in aria: e succedevolmente si facciano innanzi due passi Semplici, cioè il primo col piè dritto ed il secondo col sinistro, amenduni alla quarta positura.

59. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XV. Del Tordichamb »

Per farsi, si equilibra il corpo sopra ambedue i piedi (IV n. 1), messo nella prima posizione in aria, si piegano le ginocchia e strisciando un piede, il dritto o il sinistro, si porta alla quinta posizione; poscia staccandolo, con il piede istesso formerassi un cerchio in aria, con tenere il collo del piede ben disteso, e portisi altra volta alla posizione prima in aria. Si avverte che quando si distende il ginocchio del piede che forma il cerchio, l’altro su cui resta il corpo appoggiato si distende pure; qual distesa si fa tratto tratto principiato il cerchio e nel mentre ch’esso si forma. […] Si fa saltando in aria, del qual parleremo nelle Capriole; talvolta si replica due e tre volte nel salto istesso, ed in tal caso si fa tutto in fianco, senza che dalla prima si portasse alla quinta.

60. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXVII. Del Passo Cadente [Tombé] »

Per esempio: volendosi far questo passo col piè sinistro dietro al destro, messosi il corpo nel quinto equilibrio sul piè dritto, ed il sinistro tenendosi in aria allato al destro in distanza della seconda positura; vada pian piano uscendo fuori del preso equilibrio, e secondoché s’anderà egli inclinando dal lato dritto, così il piè sinistro vada cadendo giù colla gamba distesa, e finalmente caduto che sarà dietro al piè dritto sulla quinta positura, si pieghino subitamente i ginocchi, e rialzandogli, si faccia col piè destro per innanzi un leggerissimo Mezzo gittato alla quarta positura, il quale restituisca il corpo nel suo naturale equilibrio, e termini questo passo. Il suo valore si è d’un tempo, la cui battuta si trova sul movimento piegato del piè che cade giù. E quantunque a prima vista sembri che, compiendosi il tempo di questo passo sul movimento piegato, e che dovendosi al Mezzo gittato attribuire un tempo, l’intero passo Cadente debba adoperarsi nello spazio di due tempi; pur nondimeno, se si considera che il movimento piegato è comune alla cascata di questo passo, ed al Mezzo gittato, a cui, perché già si trova consumato il primo movimento, altro non rimane che il rialzato; si comprenderà molto bene che questo passo debba contenere un solo tempo, la cui battuta, come è detto, si trova sul piegato movimento, e che il secondo movimento, cioè il rialzato del Mezzo gittato, deve servire di riempimento della detta misura, e di legamento o passaggio, che dir vogliamo, a’ passi che sieguono appresso.

61. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo II. Per apprendere perfettamente la Danza »

Pare a taluni che la Prattica sia la maestra del tutto. Io dico che la Prattica è un edifizio cui per sostenersi ha bisogno del fondamento, e questo fondamento è la Teoria. […] Mostrerà taluno che l’aria sia gravej con appendere in una statera un vaso di vetro ermeticamente sigillato, e il farà pendere in equilibrio con un peso apposto all’altra parte; quindi per la macchina Boiliana, o sia Pneumatica, estraendosi l’aria dal vaso vitreo si vedrà dalla parte del peso traboccar la lance. […] Chi vuole impararsi a leggere insegni prima a conoscere le lettere, quindi a formar le sillabe e così, gradatamente, giungerà alla perfetta lettura: né più né meno è del ballo; e chi prende in derisione questi miei avvertimenti, ed il contrario eseguisce, si vedrà egli infelicemente deriso ed ingannato.

62. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XIII. Del Passo Mezzo Gittato [Demi-jeté] »

E la lor principale differenza consiste nell’operare i movimenti del passo Mezzo Gittato per metà e più soavemente di quelli del passo Gittato.

63. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Avviso a chi legge »

Le figure eran poco considerabili e del tutto spogliate del buon “gusto” che regna oggidì. […] Insomma questi due chiarissimi Professori hanno sì fattamente perfezionata la Danza, e levatala a così alto segno, che non solamente hanno in piccolo spazio di tempo fatto mandare in disuso tutte le altre Danze, ma hanno obbligato moltissime Nazioni, e forse le più colte del Mondo tutto, a non preggiarsi in altra maniera che nella francesca, ballare. […] [10] Or sopra esercizio ed arte così nobile, essendomi io per lungo spazio di tempo messo a considerare se trovar si potessero le regole generali per mezzo delle quali si potesse con ogni agevolezza e perfettamente ballare ogni Danza, alla perfine m’è venuto fatto di ritrovarle, e con ogni possibile distinzione le ho messe in chiaro nel presente Trattato; nel quale spezialmente ho renduti aperti i movimenti del corpo, donde procedono tutti i passi del ballo nobile.

64. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Della Contradanza »

Della Contradanza [1] Dettosi sufficientemente del Minuetto, e delle maniere colle quali si può nobilmente ballare; convien che di passaggio si faccia anche parola della Contradanza, giacché da qualche tempo a questa parte, non già perché lo meriti, ma piuttosto per vedersi in moto un gran numero di persone, ed affine di ravvisar l’ordine nella confusione e nella mischia, ha messo il piè tra le danze nobili. […] Vuol essere solamente ballata da quelle Dame e da que’ Cavalieri che sanno le regole del ballo nobile, o almeno quei soli passi i quali deono entrar nella Contradanza. Ed affine di evitare ogni confusione, fa di mestiere, prima d’esporsi agli occhi del pubblico, o separatamente, ovvero uniti assieme, impararla, perciocché così facendo non potranno se non piacere agli spettatori del ballo.

65. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXV. Del Passo Grave, ou Courante »

Del Passo Grave, ou Courante [1] Dal nome istesso si puol comprendere la qualità del Passo Grave esser seria e maestosa. […] [4] Quello “in fianco” preso dalla quarta, e volendolo fare verbigrazia alla dritta, si mette il destro piede avanti in quarta, come si è detto, e dopo la piegata e rialzata si porta in seconda, ed il sinistro in quarta sotto o sopra, secondo chiamerà la necessità del passo che vi si deve legare, come per esempio dovendone accompagnare un altro dall’altro lato non puolsi finir sotto, perché da questa posizione non puol cominciare l’altro passo grave da lato. [5] Nel passo grave “in giro” non altro vi si aggiunge che il solo giro del corpo, e questo non deve essere più di un quarto, ch’essendo grave, perderia la sua maestà col girar più, e correrebbe pericolo di scomporsi visibilmente la persona. […] Posto che si sarà in quarta o in seconda, piegate le ginocchia con tutta la posatezza, nel rilevare il piè che sta innanzi si solleva da terra appoggiando la sola punta e distendendo il collo del piede.

66. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo IX. Del Passo Piegato e Rialzato [Plié et relevé] »

Del Passo Piegato e Rialzato [Plié et relevé] [1] Il passo Piegato e Rialzato, il quale si può fare sopra tutte le positure de’ piedi, costa di due semplici movimenti, cioè del piegato e del rialzato, e s’adoperi in cotal modo: si spieghino primieramente amenduni i ginocchi e poi si rialzino; ed appresso s’equilibri il corpo sopra un sol piede e si tocchi colla punta dell’altro insensibilmente la terra, ovvero si levi in aria.

67. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XII. Del Passo Gittato [Jeté] »

E comeche il suo valore sia veramente d’un tempo, la cui battuta si trova sulla cascata del salto; nullaperòdimeno è solito farsi due di questi passi, massimamente quando alcun se ne serva nella misura a due tempi, nel qual caso la battuta anche si trova sulla cascata del primo Gittato, ed il secondo serve di legamento al passo che deve appresso succedere.

68. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXVI. Del Mezzo Scacciato. Demi-Chassé »

Parlando prima del semplice, si fa in tutte le diversità dell’Intiero, al quale si abbia piena relazione, con finirlo, fatto il movimento scacciato, togliendovi via l’ultimo passo naturale, o sia movimento andante, del qual questo mezzo manca; cosicché costa di due soli movimenti, che sono il piegato ed il disteso scacciando.

69. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIII. Del Passo di Ciaccona »

Chiamasi così perché prende il nome del Tempo nel qual si balla, che consiste in una tripola: sonata spiritosa e di molte mutazioni di tempi che vi stanno per dentro; facendo passaggio dall’allegro all’armonioso, al dolce, al fugato; ed in tutte queste sue mutazioni mantiene sempre l’istesso tempo. […] [4] Il Ballar delle Ciaccone non è da tutti i Ballerini seri; motivo del suo ballar di distacco, e per lo più si ballano all’impronto tutti gli “a soli”, e se il ballerino non è assuefatto al ballare aggruppato, non può far questo per i gruppetti de’ passi or sciolti, or ligati, or pausati, or seriosi, or languidi, che per mezzo vi vanno. […] [6] Hanno esse bisogno di una truppa numerosa di figuranti, e l’uguaglianza delle figure è cosa molto necessaria, poiché da essi va cominciato il corpo del Ballo della Ciaccona.

70. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVII. Del Passo Scacciato [Chassé] »

Volendosi, per esempio, fare addietro sopra la quarta positura col piè sinistro davanti al destro: equilibrato primieramente il corpo sopra amendune le piante de’ piedi, si pieghino i ginocchi, ed appresso rialzandogli è da saltare col piè sinistro, il quale leggermente venga addietro a percuotere col tallone nella noce del piè destro, facendogli fare un passo Semplice alla quarta positura. […] Fannosi ordinariamente due di questi passi per compiere una misura di tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato del primo Scacciato: e si descrive nelle guise che sieguono.

71. (1820) Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la danse « Chapitre sixième. Des temps, des pas, des enchaînements et de l’entrechat » pp. 71-78

« La natura opera ed insegna senza alcun discorso del saltatore, che quando vuol saltare, egli alza con impeto le braccia e le spalle, le quali seguitando l’impeto, si muovono insieme con gran parte del corpo, e levansi in alto, sino a tanto che il loro impeto in sè si consumi : il qual impeto è accompagnato dalla subita estensione del corpo incurvato nella schiena, e nella giuntura delle coscie, delle ginocchia e de’ piedi, la qual estensione è fatta per obbliquo, cioè innanzi ed all’insù ; e così il moto dedicato all’andare innanzi porta innanzi il corpo che salta, ed il moto di andare all’insù alza il corpo, e fagli fare grand’arco, ed aumenta il salto. » [traduction] [NdE Léonard de Vinci, Traité de la peinture, ch.  […] « Quando l’uomo salta in alto, la testa è tre volte più veloce che il calcagno del piede, innanzi che la punta del piede si spicchi da terra, è due volte più veloce che i fianchi ; e questo accade, perchè si disfanno in un medesimo tempo tre angoli, dei quali il superiore è quello dove il busto si con giunge con le coscie dinanzi, il secondo è quello dove le coscie di dietro si congiungono con le gambe di dietro, il terzo è dove la gamba dinanzi si congiunge con l’osso del piede. » [traduction] (Leon.

72. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo I. Dell’Utilità della Danza »

Dell’Utilità della Danza [1] Non il solo dilettevole, come altri credono, è l’oggetto di questa piacevole Facultà; ma l’utile che si ricava da essa è più del dolce; a segno che, oso dire, rendesi in un Cavaliere necessaria ed importante. […] Chi però avrà imparata la Danza non lascia la simmetria del suo corpo in quella negligenza, ma va disponendo ciascun membro in proprio sito, e mostra la giusta proporzione e l’ordine di tutta la macchina.

73. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XX. Della Pistoletta a terra »

[3] Da “lato” si possono battere avanti come pure indietro, e raddoppiandosi egualmente tutti li battimenti si posson fare tutti avanti e tutti addietro, o uno avanti e uno addietro, così cambiando piede come tutti con un piede; quello che resta ad avvertire si è che il terreno si piglia da quel lato del piede che è battuto. [4] In “giro” si aggiunge il moto circolare, e si gira da quel lato del piè che batte, e queste sono le pistolette a terra; vi sono poi quelle in aria, delle quali si parlerà trattando delle “Capriole”.

74. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LIV. Del Flinc Flanc »

[2] Per farlo “da lato”, volendosi fare sul fianco sinistro, si metterà il piede manco in avanti, indi piegando il ginocchio del piede dritto si stacca questo in aria con fare un mezzo cerchio e lasciasi cadere sopra il manco, che è movimento di un Jeté; invece di questo Jeté vi si puol legare alcune fiate una quinta intrecciata, cambiando piede; dopo il movimento gittato si leva immediatamente il sinistro, portandosi in seconda positura, e piegando nell’atto istesso si farà un Chassé e poscia un’Assemblé “fiancheggiata”, con la quale avrà la sua fine questo passo da lato. [3] Quel “girando” si principia come fino adesso abbiamo divisato, fatti però i passi in giro, ed invece poi del Chassé se ne farà “mezzo” con quarto di giro sulla stessa sinistra, e con l’Assemblé fatta col piede destro si termina il giro, dandosi così compimento.

75. (1820) Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la danse « Avant-propos » pp. 5-17

Depuis qu’il existe des hommes, il y a eu, sans doute, des chants et des danses ; on a chanté et dansé depuis la création jusqu’à nous, et il est vraisemblable que les hommes chanteront et danseront jusqu’à la destruction totale de tous les êtres créés. » (Dizionario delle Arti e de’ Mestieri del Griselinia .) […] V’è purtroppo chi abusando dell’innocenza del popolo, per usurparne il voto, ad onta del merito e della ragione, sa destramente valersi della naturale imitatrice inclinazione di questo a dir ciò che altri dice, ed a correre dove altri corre ; del rispettoso assenso di lui al giudizio de’ dotti e de’ grandi, che suppone di se più saggi, e dell’ascendente che hanno in esso, perchè più facili a concepirsi i piaceri degli occhi sopra quelli della mente e del cuore : ma molto breve è la vita di cotesti ingannevoli, artificiosi prestigi. Sono fantasmi che poco tempo resistono contro la luce del vero.

76. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIII. Del Passo Cadente, Pas Tombé »

Del Passo Cadente, Pas Tombé [1] Divisaremo in questo Capitolo del passo “Cadente”, o sia Tombé. […] [4] Il “fiancheggiato” si prende dall’istessa seconda, e perso l’equilibrio preso, cadesi, col piè che va strisciando, alla quinta forzata, passandolo per la prima, con dare il pendìo della vita dal lato del piè che sta fisso in terra, e nel rilevarsi, dopo la solita piegata delli ginocchi, si stacca il piede in seconda, ed alle volte in altra, quando però vi si dovrà legare altro passo.

77. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVIII. Del Fioretto [Fleuret] »

Ed ultimamente è da avvertire che, se nel luogo del secondo passo Naturale sostituir si volesse un leggerissimo Mezzo gittato, sarebbe invero per riuscire assai più dilettevole per vaghezza. […] E volendosi fare addietro, dopoché si sarà, piegando i ginocchi, camminato addietro il primo passo, e dopoché si sarà rialzato, il piè che si trova innanzi faccia il suo passo Naturale e vada a percuotere col tallone nella noce del piè che si trova addietro, e gli faccia fare il terzo passo, che viene ad essere il secondo Naturale. […] La battuta di questo passo si trova sulla cascata del Mezzo Gittato.

78. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLVIII. De’ Tempi di Coscia, de Temps de Cuisse »

De’ Tempi di Coscia, de Temps de Cuisse [1] Non altro importa questo “Tempo di coscia”, o, come in Francese sentesi, Temps de cuisse, se non se un battimento di coscia, di gamba accompagnato al battimento del piede. […] Si giuoca in tutto il tempo del passo, la coscia che accompagna il movimento della gamba: la battuta istessa che darassi darà risalto alla gamba, che la rimanda in seconda altra volta, ma un poco più accosta, da dove senza la menoma pausa si porta alla seconda in aria, e ciò col piede destro; col sinistro, appena battuto, si fa un lieve salticello, che prende terreno avanti.

79. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo — Prefazione »

[2] Presso de’ Greci è stata in grande usanza, celebrando i Sacrifici alle loro Deità e precisamente nelle feste de’ Baccanali, che dopo di aver tranguggiato de’ generosi liquori, ponendosi in allegrezza, mettevasi tutto il meccanismo del corpo in moto ed agitazione, né potendo in quell’orgasmo le membra aver riposo, ciascuno di essi sentivasi un segreto impulso di lanciarsi, di tendersi, di muoversi, e così impazientemente dandosi di lancio, formavano danze irregolari senza artificio veruno, ma come la natura spingeva la loro brillante macchina rallegrata da dolci nappelli: onde naturalmente si fa argomento che abbia avuto l’origine sua rozza e semplice. […] Essi lo hanno ripulito al tornio del buon gusto. […] Vedi Carmela Lombardi (ed.), Trattati di danza in Italia del Settecento (G.B.

80. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Delle Riverenze fuor della Danza »

Delle Riverenze fuor della Danza [1] Quantunque il far motto delle Riverenze fuor della danza paia cosa alla proposta materia, di cui mi sono diliberato, poco appartenente; pur nondimeno, considerando quanto sian esse nella società civile e nell’usar necessarie, mi piace (quando altri non fusser contenti di veder questo capitolo disgiunto dal Trattato del Ballo Nobile) anzi d’espormi alla lor giusta, ovvero ingiusta censura, che tralasciar cosa da cui possono spezialmente le Dame ed i Cavalieri, in serviggio de’ quali a sì fatta fatica messo mi sono, alcun profitto ritrarre. […] Dovendo adunque il Cavaliere entrare in una Galleria, od altra stanza, ove si trovano a man destra e sinistra, e nel fondo di quella, assai Dame e Cavalieri seduti, o che stanno in piedi, convien che, entrato che sarà in essa, faccia a tutta la brigata la sua prima Riverenza: e quindi messosi a camminare sopra la linea retta, e volendo egli salutare alcuna persona a lato destro, innanzi di farsele troppo di presso, guardatala graziosamente nel viso, e nello stesso tempo presentatale alquanto la presenza del corpo, sdruccioli soavemente, o mandi verso l’obliqua il piè destro, e chinando verso di lei il corpo, le faccia la Riverenza.

81. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LII. De Pas Troussé »

Il primo passo che si adopera nella Composizione del Troussé è un “mezzo Contratempo girando”, l’altro un “mezzo coupé”, il terzo un battement “dietro”, ed il salto sarà un’Assemblé “sotto al corpo”.

82. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXIV. Del Mezzo Cadente, Demi-Tombé »

Del Mezzo Cadente, Demi-Tombé [1] Ammetteremo pur noi il “mezzo Tombé”, sebbene da nissuno vien considerato, e senza fare altra spiega dirò che finisce nel secondo movimento, che è il rialzato del Tombé, senza portare, ma distendere i soli ginocchi, con restar le punte de’ piedi nel loro luogo.

83. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XI. Del Passo Saltante [Sauté] »

E quantunque soglionsi impiegare due di questi passi per compiere un tempo, tuttavia la battuta si trova sempre sulla cascata del primo salto.

84. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXIV. Pas Coursé »

[2] Se si trova in altre posizioni, fuorché nella seconda, si usa il Dégagé per venire a questa positura, e trovandosi in essa, si piegano ambo li ginocchi, nel distendersi poi, si spicca un piccolo salticello con tutti due i piedi, il manco si accosta alla prima posizione e batte leggermente il tallone del destro, che manda in seconda, ed esso cade dove percosse e nel tempo istesso il dritto cade nella seconda posizione, dove fu cacciato.

85. (1820) Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la danse « Chapitre cinquième. Positions principales et leurs dérivés ; » pp. 64-70

« Sempre la figura che sostiene il peso fuor di se e della linea centrale della sua quantità, debbe gettar tanto peso naturale o accidentale dall’opposita parte, che faccia equiponderanza de’ pesi intorno alla linea centrale che si parte dal centro della parte del piè che si posa, e passa per tutta la soma del peso sopra essa parte de’ piedi in terra posata. » [traduction] [NdE Léonard de Vinci, Traité de la peinture, ch.  […] « Sempre la figura che si muove contra ’l vento per qualunque linea, non osserva il centro della sua gravità con debita disposizione sopra il centro del suo sostentacolo. » [traduction] [NdE Léonard de Vinci, Traité de la peinture, ch. 

86. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XVI. Del passo Sfuggito [Echappé] »

Del passo Sfuggito [Echappé] [1] Il Passo Sfuggito, non altrimente che il Saltante sposto di sopra, comeché sia annoverato tra’ passi del ballo nobile, pur tuttavia non è da farsene conto, ma sì è da schifarsi, spezialmente nelle danze composte, ove si dee ognun guardare di far entrare que’ passi che di leggieri possono il grave e sostenuto portamento della Dama scomporre.

87. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXIX. Del Passo Staccato [Dégagé] »

Del Passo Staccato [Dégagé] [1] Tutte le volte che i piedi si trovano sopra alcuna positura da cui non si può cominciare il passo che siegue appresso, è da ricorrere all’aiuto del Passo Staccato, così detto perciocché stacca o slontana un piede dalla positura ove si trova e lo conduce sopra un’altra: e per lo suo mezzo lasciato un de’ piedi a terra, coll’altro si va a trovare la positura di quel cotal passo che si ha a fare.

88. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XLI. Del Ballotté »

Si fa questo passo tanto in tempo “Trinario” quanto in “Binario”; su quai tempi si fa o più largo o più stretto: tutto dipende dalla prattica e dall’orecchio del ballante; e far uso di questo passo si puote in ogni carattere.

89. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo X. Del piegare e rilevare »

Regola generale del piegare [2] Fermiamo per regola stabile e generale che nel piegare, le punte de’ piedi devono star sempre rivolte al di fuori, ed i ginocchi che escano pur fuori, e non avanti.

90. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XVII. Del Coupé, o sia Passo Tronco »

Del Coupé, o sia Passo Tronco [1] Nel mezzo Coupé si è spiegato gran parte del Coupé, e quasi tutta, onde, senza far replica di spiega, diremo quel che vi accresce.

91. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LI. Del Passo di Rigodone, de Rigaudon »

[3] I movimenti di questo sono sei: quattro del Contratempo e li due dell’Assemblé.

92. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XII. Del Passo Marciato, Pas Marché »

[2] Serve egli per il Teatro: o per passeggiarlo con maestà, o per atti sorprendenti e ammirativi, o per imporre qualche ordine; ed in tal caso va accompagnato dal gesto del braccio e della testa, per indicare la cosa comandata.

93. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo VIII. De’ Passi »

Fabrizio Caroso da Sermoneta; egli è così ben lontano dal nostro recente stile, che di altro par che sappia fuorché di ballo: sebben crediamo avere avuto nel suo secolo del merito e dell’applauso.

94. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXXIV. Avvertimenti generali a coloro che vogliono perfettamente imprendere il ballo nobile »

Tuttavia però se si riguarda a due sole cose, cioè al novero degli esempi, il quale essendo infinito, non si può dire veramente che s’imprendan tosto, ma deesi affermare che non si potrà mai finir d’apparargli, perché invero, contuttoché alcun vivesse più secoli e che di giorno in giorno si mandasse in memoria nuove arie e cantate di musica, pur ne gli resterebbero infinite altre da imparare, per le quali sapere vi vorrebbe una vita che mai non finisse, ed in secondo luogo, se si pone mente a’ difetti ed errori dove offendono costoro li quali, non avendo perle mani i principi e le regole di quella cotal arte, i cui esempi si mandano in memoria, del continuo corrono in fallo, senza che nemmeno se ne possano accorgere ed avvertire; si dovrà fermamente dire che non v’ha, né vi può avere, più sicura e più corta via da poter le cose sapere che, lasciati da banda gli esempi, i quali sono propri per gli infingardi ed ignoranti, s’imprendano le regole, i principi ed i precetti generali delle Scienze, e delle Arti, colli quali in un tratto s’intendono e si pongono in opera tutti gli esempli che sotto di lor vengono contenuti. […] E poiché sapranno far bene i detti passi, è di bisogno che imparino a legargli ed incatenargli assieme in varie guise e maniere, or unendone due, or tre, or quattro ed or cinque, e da mano in mano via più crescendo nel numero, ballandogli poco a poco sopra diverse figure e sopra arie loro convenienti del tempo binario e ternario.

95. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXII. Del Passo di Sissone [Sissonne] »

Per esempio: volendolo fare innanzi e cominciarlo e finirlo col piè diritto, equilibrato in prima il corpo sul piè sinistro col destro addietro sulla punta, si pieghino alquanto i ginocchi e rialzandogli, si faccia un leggerissimo salto col medesimo piè sinistro, mandando il piè destro innanzi e facendogli fare dallato nel medesimo tempo del salto un mezzo cerchio in aria, acciocché ambedue i piedi cadano nello stesso punto sulla quinta positura.

96. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Presentazione »

Passi citati nel Trattato di Dufort Ortografia originale Ortografia corretta Capitolo Battimenti [Battement] 30 Bilanciato Balancé Balancé 26 Cadente Tombé Tombé 27 Contrattempo Contretemps Contretemps 19 Fioretto De Bourée, ou Fleuret Bourrée , ou Fleuret 18 Gagliarda De Gagliarde Gaillarde 24 Giro della gamba [Tour de jambe] 30 Gittato Jetté Jeté 12 Grave Grave, ou de Courante Grave, ou de Courante 25 Mezzo Contrattempo Demi-Contretemps Demi-Contretemps 20 Mezzo Gittato Demi-Jetté Demi-Jeté 13 Mezzo Tronco Demi-Coupé Demi-Coupé 14 Movimenti del ginocchio, Balonné Ballonné 30 Piegato, e Rialzato Plié, et Relevé Plié, et Relevé 9 Pirola Piroüette Pirouette 10 Rigodone De Rigaudon Rigaudon 21 Saltante Sauté Sauté 11 Scacciato Chassé Chassé 17 Sdrucciolata Glissade Glissade 28 Semplice, o Naturale Simple, ou Naturel Simple, ou Naturel 8 Sfuggito Eschapé, ou Sailli Echappé , ou Sailli 16 Sissone De Sissonne Sissonne 22 Staccato [Dégagé] 30 Tronco Coupé Coupé 15 Unito Assemblé Assemblé 23

97. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo LVI. Del Carré »

Del Carré [1] Prima di fare la spiega del Carré, faremo una piccola digressione geometrica intorno al “Parallelogrammo quadrato”, su quale figura si forma questo passo, che per esser detta figura parallelogrammica deve esser quadrata, non bislunga, romba o romboide.

98. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo — [Dedica] »

Tutti i segni, che si scorgono, sono da me ideati; e posso aspirare, senza vana gloria, e presunzione, all’onore del primo Inventore.

99. (1728) Trattato del ballo nobile di Giambattista Dufort « Trattato del Ballo Nobile di Giambattista Dufort — Trattato del Ballo Nobile — Capitolo XXVI. Del Passo Bilanciato [Balancé] »

Ed ecco compiuti i due passi Mezzo tronchi, l’un dal piè destro e l’altro dal sinistro, de’ quali ognuno vale un tempo, come nel capitolo del passo Mezzo Tronco dicemmo.

100. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXII. Del Passo Bilanciato, Pas Balancé »

Del Passo Bilanciato, Pas Balancé [1] II Bilanciato, detto Balancé somiglia molto al “mezzo coupé”, cresce di un movimento di vita pendente, tutto da quel lato del piè che sta a terra.

101. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXVII. Del Passo Sfuggito, Pas Echappé »

Si leva sulle punte de’ piedi, da dove spiccandosi un piccolo salticello, levandosi appena da terra, si cade slontanando del pari i piedi, con strisciar le punte per terra, si cade, dissi, in seconda, con piegar nel tempo istesso ambi i ginocchi.

102. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXVIII. Del Développé »

[6] I movimenti del divisato passo sono quattro sino al segno * apposto.

103. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XXXIX. Della Glissata, de Glissade »

[5] Per esser “fatta in giro” fa bisogno girarsi su quel lato istesso del piè che prima si muove, il quale dalla posizione in aria, ove prima si leva, si porta sotto in quinta, con dar moto in giro alla vita, e l’altro piede strisciando in quinta pur sotto si porta, con dare altro moto di giro alla vita, e tutto il moto circolare che si fa nella glissata rigorosamente non puole essere più di mezzo: perché, se intiero farassi, allora mutarebbe di sembianza, e più tosto farà figura di Assemblé.

104. (1924) La danse au théâtre. Esthétique et actualité mêlées « 7 mars. Spectacle de danse de Mlle Brociner. »

L’envergure d’un rag-time de Stravinsky la dépasse, mais je retiens la Puerta del vino de Debussy ; Le Printemps, de Darius Milhaud, toutes les pièces du charmant Tansmann.

105. (1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo VI. Della Cadenza »

Il tempo “otto sei” vuole sei crome a fare una battuta, e la Croma vale mezzo sospiro, l’istesso che la metà della Semiminima, sicché viene ad essere una terza parte men veloce del tempo medio.

106. (1921) Salvatore Viganò pp. 167-190

Voici les titres des partitions de ma collection : OTELLO ǀ Gran Ballo Tragico | Inventato e posto sulle scene del Teatro alla Scala ǀ dal Sig. […] DEDALO | Gran Ballo | inventato e posto sulle scene del R.  […] BIANCA O SIA IL PERDONO PER SORPRESA | Ballo ǀ inventato e posto sulle scene del R. Teatro alla Scala | del Sign. […] LA VESTALE Gran Ballo Tragico, inventato e posto sulle scene del R. 

107. (1845) Notice sur Le Diable boiteux pp. 3-31

Est-ce le théâtre del Principe ? […] Florinde, toujours travestie en militaire, vient aussi faire un tour à la fiesta del sautillo.

108. (1820) Traité élémentaire, théorique et pratique de l’art de la danse « Chapitre premier. Instructions générales aux élèves » pp. 19-39

Mettez de l’expression, de l’âme, de l’abandon dans vos attitudes, dans vos arabesques 16 et dans vos groupes ; « Siano le attitudini degli uomini con le loro membra in tal modo disposte, che con quelle si dimostri l’intenzione del loro animo17. » [traduction] [6] Ces paroles du grand Léonard 18 doivent être gravées dans la mémoire du danseur et du mime, aussi bien que dans celle du peintre qu’a voulu instruire cet artiste sublime19.

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