Ovvero s’adopera tutto solo e separatamente da ogn’altro passo: ed in questo caso non serve già di riempimento di tempo, ma sì vale una misura, ed in questo caso deesi sostener tanto in aria, infinoché l’empia e la corra tutta.
Del Movimento delle Braccia [1] Dettosi distesamente, e con quella chiarezza che m’è stata possibile, di tutti i passi del ballo nobile, l’ordine che infin dal principio di questo trattato prendemmo, del movimento delle braccia nel presente luogo mi strigne a dire. […] Le braccia ritonde contengono due movimenti, de’ quali il primo s’adopera dalle braccia, qualora ritrovandosi nel primo lor sito, cioè sopra i lati loro, piegati i gomiti si conducono fino al mezzo delle tasche, ove termina questo primo movimento; ed il secondo quando, ritrovandosi le braccia, come è detto, sul mezzo delle tasche, ritornano nel loro primiero sito sui lati. […] E perciò questo movimento è detto d’opposizione.
[4] Si possono eziandio, mentre si fa il passo Grave, alzare un poco più le braccia; e chinato alquanto il capo verso la destra, si potrà gittare lo sguardo alla punta di quel piede con cui si fa questo passo, e riguardatala per infino alla metà del suo cammino, è da riporre il capo nel suo naturale equilibrio. Avvertasi nondimeno, che se colui che fare intende questo piegamento di testa, non si confidasse, adoperandolo, di mostrarvi una grazia naturalissima e niente affettata, sarebbe meglio astenersene. […] Per la qual cagione, nell’intero suo decorso far si potranno una, due o al più tre volte, e gli saran per aggiugnere somma grazia e leggiadria: dove il trapassare questo numero sarebbe lo stesso che voler incorrere nel grave difetto di coloro che sono più vaghi degli ornamenti che della sustanza delle cose.
Si avrà piegato e levato in aria; si getti questo piè staccato in aria dietro al piede che sta a terra, con far fare alla vita un quarto di giro, e levisi subito l’altro piede in aria. […] Qual sia questo mezzo contratempo si sentirà in appresso. [10] Quel “battuto indietro” ha la sola differenza che, come nel di sopra spiegato si batte avanti, in questo si percuote addietro; come, per esempio, messo col destro in quarta avanti, e dopo piegato si stacca l’istesso in seconda in aria, e senza ivi fermarsi, battesi la polpa del sinistro addietro e si leva immediatamente alla seconda in aria, da dove subito si getta in quinta sotto, e cavasi il sinistro in aria.
Della Figura [1] Secondo l’ordine preso nel principio di questo trattato, seguita ora a dire dell’ultima parte principale del ballo nobile, che è la Figura, della quale convien che si dica distintamente, e con quella chiarezza che sia possibile. […] Or questa Figura, ovvero questo cammino fatto con arte, si può sopra quattro linee ben differenti adoperare.
Devesi portar verbigrazia il braccio destro, comincian tutti due i polsi a girar lentamente per di dentro, il manco resta al suo fianco ed il destro principierà con posatezza a cavarsi fuori, che resti alla distanza di un palmo discosto dal corpo, e rivolgendo altra volta i polsi si fermano, quanto la palma di quella mano che sta avanti, come abbiam detto la destra, resti riguardante il tallone del piede opposto, che sarà il sinistro, e quando comincerà a portarsi fuori il piede dritto, principierà il braccio manco ad uscire con l’istesso garbo che abbiam detto dell’altro, e questo ritornerà al suo fianco, con giocare tutti due i polsi nell’istessa maniera, e così continuare in ogni mutazione di piede. […] Avverrassi che se portar si vogliono in alto, da dove tenevansi naturalmente sui fianchi, si cominciano a piegar pian piano li gomiti, indi, alzati che saranno, tenendo sempre le palme delle mani rivolte alle cosce, si rivoltino li polsi fintantocché la pianta della mano si porti in prospetto e le braccia restino distese a linea retta col petto, che se da una mano all’altra si tenesse un filo questo andarebbe a toccare le clavicole, da dove poi si comincia a giuocare con moto alternato, come di sopra abbiamo spiegato, e gli occhi stiano riguardanti alla mano che sta avanti. […] Qualora si adopera questo giuoco di braccia, si accompagna con lo scorcio della vita, portandola avanti con l’accompagnamento delli bracci, e nel sollevar della vita, si vanno questi pur distendendo, fintantocché si trovino come nel principio, quando la vita sta ben distesa. […] L’Uomo prudente, l’Uomo savio, non vilipende né questo né quello, e sol s’interessa di chi bene adempie il dovere.
Semplice [2] Mettasi in una delle posizioni già dette sopra il primo equilibrio, sia nella quarta col destro avanti, per farlo “avanti”, senza piegarsi, si stacca questo piede alla seconda in aria, ben disteso il ginocchio ed il collo del piede, con appoggiare il corpo sopra il manco. […] Tante fiate in questo da lato se ne raddoppiano due o tre con un piè e poi, cambiandolo, se ne fanno altri due o più con l’altro, e si dicono raddoppiati cambiati.
[4] Il Ballar delle Ciaccone non è da tutti i Ballerini seri; motivo del suo ballar di distacco, e per lo più si ballano all’impronto tutti gli “a soli”, e se il ballerino non è assuefatto al ballare aggruppato, non può far questo per i gruppetti de’ passi or sciolti, or ligati, or pausati, or seriosi, or languidi, che per mezzo vi vanno. [5] L’arie di queste si paragonano alle furie, ad una parte di Borea, alla Grande Vitesse, che or furiosa, or tramezzata con tante e tante moderazioni fa render questo genere il più difficile di tutti, e tanto vien difficile al Ballerino di esecuzione, quanto a’ compositori di ballo per li gran moti di variazione dell’arie; oltre al carattere vanno similmente adattati ne’ corpi de’ balli.
[6] Il passo adunque di Minuetto sull’obliqua per la banda dinanzi e sulla linea circolare adoperisi in questo modo: facciasi primieramente un Mezzo tronco col piè dritto a poco meno della quarta positura, venendo la gamba sinistra per aria a distendersi allato la destra, in distanza della metà della seconda positura. […] [8] Il passo di Minuetto con cui si ritorna sul lato sinistro, si pone in opera in quest’altra maniera: facciasi in prima un Mezzo tronco col piè destro per innanzi al sinistro dalla terza alla quinta positura, ovvero col piè destro dietro al sinistro dalla terza alla terza positura, o finalmente nel luogo del Mezzo tronco si sostituisca un passo Piegato e Rialzato sulla terza positura: in secondo luogo si faccia, col piè sinistro avente la gamba distesa e la punta bassa, e piegando insensibilmente il dritto ginocchio, un passo ad un poco più della seconda positura; succeda poi a questo un passo Semplice del piè destro dietro al manco alla terza positura, e nel quarto luogo s’adoperi col piè sinistro un leggerissimo Mezzo gittato alla seconda positura. […] [10] La più bella e leggiadra maniera da far questo passo è di rialzare il secondo movimento del Mezzo tronco sulla punta del piè dritto, alzando alquanto il tallone di terra, e nel ripiegare del dritto ginocchio, appoggiare leggermente il tallone sulla terra: camminare appresso il secondo ed il terzo passo sopra la punta del piede; ed il quarto passo, il quale come è detto è un Mezzo gittato, è da farsi leggermente cader sulla punta; e ripiegando incontanente, dopo l’ultimo de’ quattro passi che formano quello del Minuetto, il ginocchio dritto, convien leggermente appoggiare a terra il tallone del piè sinistro, ed appresso adoperare gli altri passi di Minuetto che far si convengono.
Del Battimento del piede, de Battement [1] Il “Battimento del piede” è passo quasi fondamentale del ballo, che sarei per dire che uno possa essere perfettamente Ballerino con l’uso solo di questo passo. […] [6] Movimento, in questo, se ne considera uno solo; perché nella prima in aria non vi si arresti, ma vi si passa con prestezza. […] [9] Parrà difficile il non passare il piede che sta a terra, per l’empito che porta nel cader giù: ma questo è quello che devesi fare con l’avvertenza, reprimersi l’impeto dell’abbassata: facile ad ottenersi da chi si va con cauzione.
Non reca però alcuna pruova generica o specifica di questo plagio; ma si divertisce con maldicenze e buffonesche espressioni. […] Ma questo è un argomento della poca cognizione che il riflessionista ha dell’uomo. […] Tutto questo non potrà farsi, se non avrà qualche tintura di poesia, di geometria, musica, storia, filosofia, geografia e mitologia; e son queste le facoltà che richiesi. […] Scovrendosi uno sbaglio, deve proporsi la correzione, essendo opera da sciocco il dir «questo non va bene», e non additar il come potrebbe andar meglio.
E quindi, equilibrato il corpo sopra questo medesimo piede, faccia nell’istesso tempo due cose. […] Si vuole oltre a questo, ben avvertire che nel medesimo istante ch’e’ comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, convien che a poco a poco cominci leggiadramente a piegare il corpo sulla cintura dalla parte dinanzi a proporzione che il piè sinistro anderà sdrucciolando, acciocché, finito che avrà di sdrucciolare, e nel tempo che tutto il piede si troverà appoggiato sulla terza positura, si stia da lui facendo la parte più bassa del suo piegamento: sul quale deesi alquanto fermare, tenendo il ginocchio destro ben disteso ed il sinistro alquanto piegato, in maniera che questi si trovin congiunti e la fronte dell’uno non isporga più in fuori della fronte dell’altro.
Chi subito si vuol dare al corpo di una materia, senza prima avere atteso a’ rudimenti, insegna poco, o nulla; e questo poco imperfettamente. […] Io dico che la Prattica è un edifizio cui per sostenersi ha bisogno del fondamento, e questo fondamento è la Teoria.
Del Passo Mezzo Gittato [Demi-jeté] [1] L’uso di questo passo è assai frequente nel ballo nobile, ed avvegnaché rade volte nel principio: tuttavia si trova spessissimo nella fine di molti passi.
[5] Chi de’ principianti per trar profitto si valerà di questo mio Trattato, mi lusingo di ricavarne dell’utile. […] Ma così va: manca a’ Giovanetti il senso, e quando questo si acquista è vano ogni ripiego di rinfrancarsi tutto il tempo negletto.
Fatto questo, vi si può spiccare una capriola all’Italiana, che senza bisogno di altra piegatura puol servire l’istessa con qual finisce il mezzo Echappé.
Verbigrazia, se si facesse un passo di Bourrée tutto sotto, ed in seguito vi si leghi un Ballonné, un Jeté, e si torna da capo al Bourrée con gli altri passi accennati; questa unione e replica de’ passi fa che chiamasi Rondò, e questo per ordinario si forma di Bourrée, di Chassé, di Glissate, di Jeté e simili passetti, pur che siano replicati, sono a Rondò.
Quantunque però questo passo siasi per me veduto, e tutto giorno si vegga, usare ad alcune persone di distinzione, pur nondimeno io non sarei per consigliare alcuno a servirsene. […] Sopra di che è da dare questo avviso, che non è cosa ben fatta il voler nelle conversazioni, e tanto meno ne’ solenni Festini, imparare estemporaneamente alcuna di queste nuove Contradanze: ma si conviene innanzi tratto appararle almeno a due Dame ed a due Cavalieri, che a cominciarle dovranno essere i primi, acciocché gli altri, udite prima l’arie di quelle, e ravvisatene le figure, le possano convenevolmente ballare.
L’esempio sia questo: se si vuol’egli fare dalla terza alla seconda positura, e dalla seconda alla terza.
Del Passo di Gagliarda [1] Cominciasi questo passo dall’uno o dall’altro piede, sopra la terza, quarta e quinta positura, e si termina sulla seconda.
[1] Tutte le figure de’ Passi che seguiranno, essendo di tanti e sì diversi segni composte che mal si potrebbono, secondoché io estimo comprendere, se prima la significazione di quelli non si sapesse; convenevole cosa è che, innanzi d’entrare a dire de’ passi, i quali fanno di questo trattato la maggior parte, la sposizione de’ detti segni si dea premettere. Ed avvegnaché, oltre di quelli che noi qui recheremo, abbiavi alcuni altri pochi segni i quali, a coloro che vogliono saper porre in iscritto le danze, sono necessari; tuttavia, non trattando io della Corografia, ovvero dell’arte di scriver le danze, stata già da altri sufficientemente insegnata, ma sì solamente dell’arte del Ballo; ho dovuto in questo luogo rapportare quei soli segni che sono opportuni ad intendere le figure de’ passi che seguiranno.
Della Figura del Minuetto [1] Secondo l’ordine preso dal principio di questo Trattato, seguita nel quarto luogo a dire della Figura del Minuetto. […] [3] Or sopra ciascheduna linea della descritta Figura seguitino, per fintanto che piacerà a loro, a far due de’ nomati passi, non già perché vi sia alcun obbligo di serbare questo prefisso numero, ma sì bene per meglio “figurare”: nel che, come di sopra è detto, consiste una delle maggiori e più visibili perfezioni della danza.
Del Passo Gittato [Jeté] [1] Cominciasi questo passo indifferentemente dall’uno o dall’altro piede sopra qualunque positura.
E nel vero, ove i movimenti di quello sono il piegato ed il rialzato col salto, i movimenti di questo sono il rialzato sulle punte e l’andante.
Parlando prima del semplice, si fa in tutte le diversità dell’Intiero, al quale si abbia piena relazione, con finirlo, fatto il movimento scacciato, togliendovi via l’ultimo passo naturale, o sia movimento andante, del qual questo mezzo manca; cosicché costa di due soli movimenti, che sono il piegato ed il disteso scacciando.
Così il Danzatore deve impressionarsi di quelli atteggi, per porli in esecuzione quando esprimer deve quella tal quale passione, e che abbia in secreto di appagare i nostri sensi e di muovere i nostri affetti, questo il «Patetico», quello è l’ «Estetico»m; ciò ch’è di natura nelle belle Arti, senza quale impropriamente usurpane il nome di queste Facultà. […] [4] E pur questo è poco.
E questo sarà il secondo passo Tronco, e l’altra metà della Sdrucciolata.
Né questo solo, ella dà pure alle membra una bella disposizione, che accresce aria ed un bel portamento al nostro corpo.
Io questo lo farò con dichiarazione, e spero far ricavarne il desiato profitto.
Si piglia dalla posizione quinta, sulla quale facciam l’esempio “avanti” con il piede destro addietro, si piegano li ginocchi e si stacca il suddetto piede alla seconda in aria, poi anderà a battere nella polpa l’altro piede, avanzando terreno avanti con un lieve salticello, che appena si alzerà da terra, fatto dal sinistro, e nel cader di questo, il destro si porta avanti in quinta.
Questo passo, se si fa in grande, quel salto che si è detto di farsi sul collo del piede, ciocché vale il rilevarsi sulla punta del manco e il posar di questo la pianta, quando l’altro si manda giù fassi con detto salto pigliando terreno da lato.
Il più antico di essi fu dato alle stampe a Milano l’anno 1468, e che ha questo titolo: Il Ballarino perfetto di Messer Rinaldo Rigoni, Dedicato al Serenissimo Signore Galeazzo Sforza Duca di Milano; ed il più novello è stampato in Venezia l’anno 1581, il cui titolo è quest’altro: Il Ballarino di Messer Fabrizio Caroso da Sermoneta, diviso in due Trattati, Dedicato alla Serenissima Signora, la Signora Bianca Cappello de’ Medici Gran Duchessa di Toscana. […] [11] E finalmente questo mio libro potrà esser molto utile a tutti gli amadori di cotal arte, e di semplice solazzo a’ buoni Maestri di Ballo.
[2] Volendosi fare “a dritta” con un “quarto di giro”, si porta il piè destro che sta avanti, in quarta addietro, distese le ginocchia, segnando un mezzo cerchio in aria, finché arriva alla seconda in aria, da dove cominciano a piegarsi i ginocchi, finché arrivati alla posizione quarta già detta, e questo portamento con tal piegata serva per regola generale di dare un garbo alle Pirouettes, piegati dunque li ginocchi, si porta la sola punta a terra, alzando il calcagno dell’altro piede, e si rileva sulle due punte de’ piedi, tenendosi l’equilibrio del corpo nel modo secondo (cap. […] Egli è arrivato a stare per due minuti in aplomb, e nell’atto istesso ha fatto tutti i Battement possibili, fatti, disfatti, alti, bassi, distesi, sul collo del piede, e quanto l’arte di un’esperto Ballerino eseguir possa, vi ha fatto pure de’ Tordichamb in variate maniere: ma non questo solo è degno di meraviglia; il più si è che lui non istà in equilibrio come gli altri su mezza pianta di un piede, ma inalbera la vita tutta sulla punta del maggior dito del piede, e distende così perfettamente tutte le articolazioni che tutta la coscia, gamba, e piede istesso cadono in linea perpendicolare.
De Soubresaut [1] Il termine detto da’ Francesi Soubresaut significa un salto fatto a Contratempo dal Cavallo per fuggire e per gettare a basso quello che porta, da questa azione hanno dato nome a questo passo, il quale si adopra ne’ tempi andanti, nelle furie ed in tutti i tempi Quattrodue.
Del Carré [1] Prima di fare la spiega del Carré, faremo una piccola digressione geometrica intorno al “Parallelogrammo quadrato”, su quale figura si forma questo passo, che per esser detta figura parallelogrammica deve esser quadrata, non bislunga, romba o romboide.
Or non potendosi il corpo muovere, se non col formare que’ passi i quali si convengono far nel ballo; per seguire l’ordine impreso, si doverà de’ passi in questo luogo far parola.
Se si volesse far questo passo innanzi dalla terza alla quarta positura, partendo col piè dritto, che si trova innanzi al sinistro, si converrebbe piegare rialzare e sdrucciolar camminando a linea dritta sulla quarta positura.
[5] Ardimenzoso è il metter piede in uno sentiero non più d’altri calcato, e facile è lo sdrucciolare: così può senza fallo avere avvenito a me in questo nuovo ritrovato; onde non sono fuor di dubbio che gl’insolenti Satiri, pieni di reo talento per insultare le altrui fatighe, troveran materia di lacerare il nome mio, con tutto quello che il livore, e l’invidia potrà loro senza esatta ragione suggerire, senza compatimento e senza incaricarsi della difficile impresa, perché il primo a maneggiarla: ma non avranno l’ardire di molestarla, vedendo in frontespizio il nome non di uno, ma di tanti illustri Mecenati, alli quali divotamente inchinandomi, con tutta la gloria mi vanto d’essere Umiliss.
Passiamo alla cadenza, cosa pure essenziale di questo nostro Trattato.
Della Glissata, de Glissade [1] Parleremo in questo Capitolo della “Glissata”, che puol farsi avanti, indietro, fiancheggiata, in giro fatta e disfatta.
[7] Tre sono i movimenti di questo passo, il cavato piegato, il disteso battendo ed il portato.
E dando da tempo in tempo qualche occhiata a questo libro che io vi óffero, piacciavi ch’io ne ritragga il frutto non già d’ammaestramento, ma di ricordazion delle cose che voi perfettamente sapete.
De’ Tempi di Coscia, de Temps de Cuisse [1] Non altro importa questo “Tempo di coscia”, o, come in Francese sentesi, Temps de cuisse, se non se un battimento di coscia, di gamba accompagnato al battimento del piede.
Del Minuetto, e delle parti che lo compongono [1] Quantunque potrei qui francamente affermare, che avendo io sposte le sette parti principali del ballo nobile, le quali infin dal cominciamento di quest’opera promisi di render chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e che oramai sia tempo di dare alla penna ed alla mano riposo; pur nondimeno, il prender nuova lena ed il fare un altro Trattato a parte sul Minuetto mi sembra, per le ragioni che seguiranno, sì necessario, che se il primo Trattato di cui mi sono espedito, da questo secondo seguitato non fusse, convenevolmente assai difettoso e mancante potrebbesi riputare.
Egli ha tanta forza questo equilibrio che potrebbe sostenersi sopra la punta di ago da cucire, se fosse intraprendibile, tutto il Globo Terrestre, per non usare una iperbole di dire tutto il Mondo.
[4] La notizia di questi equilibri non serve già per andare investigando nella formazione de’ passi, quante volte, ed in quanti modi il peso del corpo si vada trovando, or su questo or su quell’altro equilibrio: il che sarebbe un voler andare all’infinito, ed un voler più tosto filosofare che ballare.
E questo ammonimento, il quale è assai utile a’ Cavalieri, massimamente a coloro che sono troppo grandi della persona, è necessarissimo alle Dame, alle quali in niun modo è lecito saltare nel Ballo nobile.
Delle Riverenze fuor della Danza [1] Quantunque il far motto delle Riverenze fuor della danza paia cosa alla proposta materia, di cui mi sono diliberato, poco appartenente; pur nondimeno, considerando quanto sian esse nella società civile e nell’usar necessarie, mi piace (quando altri non fusser contenti di veder questo capitolo disgiunto dal Trattato del Ballo Nobile) anzi d’espormi alla lor giusta, ovvero ingiusta censura, che tralasciar cosa da cui possono spezialmente le Dame ed i Cavalieri, in serviggio de’ quali a sì fatta fatica messo mi sono, alcun profitto ritrarre.
Si comincia sopra qualunque positura di piedi, e si faccia in questo modo: si pieghino i ginocchi e si porti il piede dalla banda che si dee girare, ed appoggiatolo a terra si rialzino i ginocchi, e si termini sulle punte de’ piedi il giro che si ha a fare.
Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà e naturalezza de’ detti due tempi non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un tempo, o misura d’armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de’ passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll’esercizio continuo e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario e ternario, imprender potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare.
Per la qual cosa questo necessario difetto viene a rendersi impercettibile.
Quelli di questo carattere ballano la “grande Vitesse”, così chiamata da’ Francesi.
Secondo questo criterio, è stato armonizzato l’uso delle preposizioni articolate (co’l → col; su’l → sul; su la → sulla; su i → sui).
« Quando l’uomo salta in alto, la testa è tre volte più veloce che il calcagno del piede, innanzi che la punta del piede si spicchi da terra, è due volte più veloce che i fianchi ; e questo accade, perchè si disfanno in un medesimo tempo tre angoli, dei quali il superiore è quello dove il busto si con giunge con le coscie dinanzi, il secondo è quello dove le coscie di dietro si congiungono con le gambe di dietro, il terzo è dove la gamba dinanzi si congiunge con l’osso del piede. » [traduction] (Leon.
V’è purtroppo chi abusando dell’innocenza del popolo, per usurparne il voto, ad onta del merito e della ragione, sa destramente valersi della naturale imitatrice inclinazione di questo a dir ciò che altri dice, ed a correre dove altri corre ; del rispettoso assenso di lui al giudizio de’ dotti e de’ grandi, che suppone di se più saggi, e dell’ascendente che hanno in esso, perchè più facili a concepirsi i piaceri degli occhi sopra quelli della mente e del cuore : ma molto breve è la vita di cotesti ingannevoli, artificiosi prestigi.