Per farlo, un principiante fa d’uopo che si appoggi a qualche sedia con la vita ben composta in quinta posizione col piè destro, verbigrazia, sopra il sinistro; ciò posto si levi il piè dritto e si porti alla seconda in aria; indi, da quella stessa positura, scivolandolo leggermente per terra, portisi dietro al manco in quinta positura con la punta bassa ed inarcato il collo del piede; il ginocchio si pieghi, e restisi nella stessa situazione della quinta positura, in guisacché formisi un triangolo ottusangolo, con esser la gamba e la coscia le due linee che formano l’ottuso nel punto interno del ginocchio, e tutta la gamba e coscia sinistre, senza farvi piegatura, sarà l’ipotenusa1. […] Questo battuto sul collo del piede si puol far saltato, il quale si fa spiccando un piccolo salticello, accompagnato con due battimenti; ma con regola, che il primo si facci col salticello ed il secondo quando il piede sta a terra; ove se ne vuol far degli altri, resta l’arbitrio al Ballerino. […] Composto al solito in quinta, si alza il piede dritto, per esempio, con tener ben disteso il ginocchio e voltato in fuori, con il collo del piede inarcato, e staccasi la gamba, almeno quanto il piede vada ad eguagliare la spalla in altezza, indi si cala dietro al sinistro, e badasi a non fargli passare il piede che sta a terra, altrimente facendosi si vedrà storcimento di vita, e rialzandolo altra volta all’altezza della prima, si torna ad abbassare in avanti e avrassi fatto il secondo con la stessa avvertenza; e così se ne replicano nella possibile quantità. […] Questi pur si fanno al più presto che puossi, per ottenersi il bramato profitto ed acquistarsi un bel distacco di coscia.
Per esempio: se alcuno lo voglia fare dalla quarta alla medesima positura col piè destro dietro al sinistro, è di bisogno ch’e’ pieghi i ginocchi, e che rialzandogli salti innanzi e cada sopra il piè destro alla quarta positura. E comeche il suo valore sia veramente d’un tempo, la cui battuta si trova sulla cascata del salto; nullaperòdimeno è solito farsi due di questi passi, massimamente quando alcun se ne serva nella misura a due tempi, nel qual caso la battuta anche si trova sulla cascata del primo Gittato, ed il secondo serve di legamento al passo che deve appresso succedere.
Parlando prima del semplice, si fa in tutte le diversità dell’Intiero, al quale si abbia piena relazione, con finirlo, fatto il movimento scacciato, togliendovi via l’ultimo passo naturale, o sia movimento andante, del qual questo mezzo manca; cosicché costa di due soli movimenti, che sono il piegato ed il disteso scacciando. […] Non piglia altro il solo mezzo Chassé battuto girando che un quarto, o mezzo giro al più; e con l’altra legazione si puol terminare il giro intiero.
E nel vero volendolo fare innanzi: poiché si sarà rialzato il primo passo, che s’era camminando piegato, il piede che adopera il secondo passo va ad urtare colla noce dietro al tallone dell’altro, facendogli fare il terzo passo. […] Per esempio, se si vuol fare dal lato dritto: messi i piedi, come è detto, sulla seconda positura, ed equilibrato il corpo sopra amenduni i piedi, si vogliono piegare i ginocchi più soavemente che negli altri Fioretti, e nel tempo che si rialzano, è di bisogno far passare il piè manco per dietro al dritto nella terza positura; e nel momento che il piè manco tocca la terra, senza alcuno indugio far si convengono due passi Semplici dal lato dritto, il primo de’ quali si faccia col piè destro alla seconda positura, ed il secondo col piè sinistro per innanzi al dritto alla terza positura. […] Per esempio: volendol fare a lato sinistro con trovarsi i piedi sulla seconda positura, s’equilibri il corpo sopra il piè manco, toccandosi la terra colla punta dell’altro piede, col quale si faccia un Mezzo gittato a sinistra sopra la quinta positura: ed appresso si facciano due passi Semplici dal medesimo lato sinistro, cioè il primo col piè sinistro alla seconda positura ed il secondo col destro per innanzi al sinistro alla quinta positura: ed il corpo rimanga equilibrato sopra quel piede cha a partire non dovrà essere il primo.
Il quale, poiché sarà terminato, si dee al solito, camminando e dando la mano, seguire il passo di Minuetto: e dopo che si sarà quella lasciata, nel mentre si faranno a lato destro, secondo l’ampiezza di quel luogo ove si balla, uno o due passi di Minuetto, si potrà nuovamente chinare il capo nella divisata maniera. […] [7] Si possono parimente fare, in luogo del secondo passo di Minuetto a man destra, due Mezzo tronchi, il primo col piè destro per innanzi alla quarta positura, approssimando senza alcuno indugio il piè sinistro dietro al destro alla terza positura, e tenendolo in aria, ovvero sopra la punta: ed il secondo Mezzo tronco col piè sinistro, ritornando addietro alla quarta positura; dopo del quale bisogna subitamente alzare il piè destro e ricominciare il passo di Minuetto. [8] Havvi ancora degli altri passi, adatti alla Dama ed al Cavaliere, co’ quali si può rendere adorno il Minuetto ed i quali conoscono i buoni Maestri di ballo. […] Per la qual cagione, nell’intero suo decorso far si potranno una, due o al più tre volte, e gli saran per aggiugnere somma grazia e leggiadria: dove il trapassare questo numero sarebbe lo stesso che voler incorrere nel grave difetto di coloro che sono più vaghi degli ornamenti che della sustanza delle cose.
Il passo “marciato”, detto pas marché, somiglia al passo naturale; ed in effetto è tale. […] Fingasi di essere il destro avanti in qualunque positura, si rilevi questo piede, ed inarcando bene il suo collo portisi in quarta sforzata avanti, dove piano si poserà a terra; si rilevi il sinistro e si porti avanti o addietro al dritto in quarta o in seconda, come vorrà la necessità dell’azione che vuolsi esprimere: ma questo piè deve soltanto con la punta toccare il terreno, tenendosi alto il calcagno, con dare un’aria grande a tutta la vita.
Dell’Equilibrio del Corpo [1] Sposte le positure de’ piedi, le quali, come è detto, appartengono al ballo nobile, l’ordine impreso richiede che dell’equilibrio del corpo si faccia nel presente luogo parola; per quindi procedere innanzi a’ movimenti ed a’ passi che dee fare. [2] L’equilibrio rispetto al ballo consiste nel tenere il corpo diritto, grazioso, ben disposto e niente forzato oltra la sua naturalezza, in modo che tutto il suo peso s’appoggi sopra le piante, ovvero sopra le punte de’ piedi, in quelle diverse maniere che or ora farem vedere. […] Anzi io porto fermissima opinione che, se colui che balla volesse andare disaminando gli equilibri di ciascun passo, ponendo mente al peso del corpo che or si trova sulle piante, ed or sulle punte de’ piedi nelle sei maniere dette di sopra, non dico già in una misura o tempo d’armonia, ma forse in cento, non sarà per formare un solo passo.
[3] È questo composto da un solo movimento continuato dal principio fino al fine. […] [5] Nello studiarsi si comincia a far gravemente, ed avendo fatto l’uso al giusto giro e moto della gamba, va crescendo gradatamente di celerità, finché s’esercita di farlo velocissimo.
Del Carré [1] Prima di fare la spiega del Carré, faremo una piccola digressione geometrica intorno al “Parallelogrammo quadrato”, su quale figura si forma questo passo, che per esser detta figura parallelogrammica deve esser quadrata, non bislunga, romba o romboide. […] [3] Torniamo al passo, il quale viene adoprato da tutte le tre specie de’ Ballerini, Seri, mezzo Carattere e Grottesco, come in Carattere Oltremontano e di Maschere.
[2] E finalmente si vuole avvertire che al fine del detto passo è di bisogno che vada congiunto a un Passo Staccato, il quale, come a suo luogo farem vedere, non consiste in altro che in islontanare e staccare un piede dall’altro per mandarlo giù a quella positura donde il susseguente passo convien che parta: purché però partir non debba dalla prima positura, dove si diè termine al Passo di Rigodone.
Per esempio: volendolo fare dalla prima alla seconda, si pieghino i ginocchi portandosi il piè dritto alla seconda positura, e quindi rialzato ed equilibrato il corpo sopra lo stesso piè dritto, si levi il sinistro in aria e si mandi giù a terra allato al dritto a quattro dita di distanza, tenendosi ben distesi i ginocchi. […] [3] Il passo Bilanciato, non già come altri il prende, cioè fatto per ogni banda, ma rigorosamente preso, cioè fatto dallato, donde ha ricevuto un tal nome, ed in quella guisa ch’è stato qui sopra descritto, comeché un tempo fosse stato fosse in uso; nulla però di meno, da che la danza nobile s’è ridotta a miglior perfezione, e che il “buon gusto” è arrivato al sommo, è divenuto un di que’ passi che sono andati per la sconcia lor veduta in disuso.
VII § 5), e girandosi altra volta sui calcagni, rivolgendo le punte al di fuori, il manco piede si deve trovare sopra in terza vera, strisciando con l’altro. [3] Per farlo “fiancheggiato”, situato pure col destro avanti in detta posizione, e di questo piede si rileva solamente il tallone e si volta per di fuori, alzando poi la punta del sinistro si volge al di dentro, e formasi [la] prima falsa (cap.
[2] La linea retta si è quella che, cominciando dal principio d’una sala, va direttamente, e senza piegare dall’uno o dall’altro lato, a terminare al suo fondo, in modo che sia parallela al muro destro e sinistro di quella.
De’ Tempi di Coscia, de Temps de Cuisse [1] Non altro importa questo “Tempo di coscia”, o, come in Francese sentesi, Temps de cuisse, se non se un battimento di coscia, di gamba accompagnato al battimento del piede. […] [4] “In fianco”, dopo la battuta il piede sinistro col salticello occuperà altro terreno da lato, e l’altro anderà in seconda in aria, al solito.
Dell’Attitudine [1] L’attitudine è un movimento di qualunque parte del nostro Corpo; e non è solamente ristretta al solo moto delle braccia, come altri credono, ma si puole atteggiare con la testa, con gli occhi, con li piedi e con tutto ciò ch’è capace di gestire. […] [5] Per far dunque questa Attitudine Teatrale a piè fermo fa mestiere mettersi in una delle posizioni e si comincia a piegar le ginocchia, e distendendo si rileva solo quel piede che resta in terra, sul quale si sosterrà tutto il corpo in equilibrio, e l’altro piede si solleva in aria, curvandolo nel ginocchio, ed il braccio del suo stesso lato si alza a mezzo cerchio con la palma della mano riguardante al petto, la vita che sia voltata per linea obbliqua dalla parte opposta a quel piede che sta in aria, con la testa rivolta alla parte corrispondente, ove pur gli occhi, che saranno parlanti ed esprimenti lo stato del Ballante. […] [7] Quella “indietro” non è di altro differente, se non che, invece di sollevarsi il piede in aria avanti, si solleverà addietro, e sarà alzato il braccio corrispondente al suo fianco: cosicché l’Attitudini, o siano innanzi, o addietro, differiscono, che il piede si porterà sollevato innanzi, essendo avanti, e il braccio contrario farà l’atteggio; quell’addietro si distingue dal solo piede che si alza addietro, ed il braccio del suo stesso lato si alzerà avanti.
Non importa altro l’equilibrio, che quella linea che dall’alto al basso divide ogni corpo in due parti eguali, cada nel centro della base. […] Per forza di equilibrio si sostentano quelle alte macchine, vaste in cima e tenuissime nella base, che s’inalzano con meraviglia de’ spettatori; e se la bell’arte dell’Architettura giungesse al perfettissimo equilibrio, e la terra fosse stabile, mai sì fatte macchine, e gli edifìci tutti, sarian soggetti a ruina.
I composti, i quali costano di due, o al più di tre semplici movimenti congiunti in uno, ed i quali sono assai frequenti nel ballo, sono per esempio: il piegar camminando un passo, il qual movimento è composto di due semplici, cioè del piegato e dell’andante; il piegar girando sul medesimo luogo a man destra o sinistra, il quale è parimente composto di due semplici, cioè del piegato e del circolare; il camminare un passo girando, il quale anche costa di due semplici, cioè dell’andante e del circolare; il piegar camminando e girando, che è prodotto da tre semplici, cioè dal piegato, dall’andante e dal circolare. […] [3] S’avverta oltracciò che a’ salti, i quali si fanno nei passi del ballo nobile, comeche per esser adoperati abbiano primieramente bisogno del piegamento de’ ginocchi, non si dee attribuire altro movimento distinto del rialzato, sì perché regolarmente dal medesimo distendimento de’ ginocchi, nel quale, come è detto, consiste il movimento rialzato, e per cui le piante de’ piedi calcano con empito la terra, vengono prodotti; e sì ancora, perciocché ogni movimento del corpo al piegato contrario, qual è il salto, deesi veracemente rialzato chiamare.
Si riducon queste al solo numero di quattro, cioè al riverire camminando innanzi, addietro, a man destra e sinistra, ed a piè fermo.
Del Mezzo Fouetté [1] Per farsi mezzo, si finisce al secondo movimento, che importa la piegata portando in quinta in aria il piede destro, da qual piegata si puol prendere altro passo che comincia piegando, siccome sarà un Brisé o passo simile.
Nota al testo Nell’avvertimento che apre il suo Trattato, Magri menziona le critiche acerbe del “riflessionista” Francesco Sgai, che aveva attaccato in particolare la lingua del detto Trattato, non sufficientemente letteraria a suo gusto. […] Quando il lettore volesse ritornare al testo originale non dovrà far altro che consultare la pagina digitalizzata corrispondente, disponibile in rete. […] Sono state inoltre sciolte le sigle e abbreviazioni (& → e; v.g. → verbigrazia), soppressa la “j” al posto delle “ii”; normalizzato l’uso dell’apostrofo (un altra → un’altra), corretto gli accenti (nè → né), normalizzato il francese delle citazioni (si veda la citazione di Lucien de Samosate).
Il primo passo che si adopera nella Composizione del Troussé è un “mezzo Contratempo girando”, l’altro un “mezzo coupé”, il terzo un battement “dietro”, ed il salto sarà un’Assemblé “sotto al corpo”.
Verbigrazia, se si facesse un passo di Bourrée tutto sotto, ed in seguito vi si leghi un Ballonné, un Jeté, e si torna da capo al Bourrée con gli altri passi accennati; questa unione e replica de’ passi fa che chiamasi Rondò, e questo per ordinario si forma di Bourrée, di Chassé, di Glissate, di Jeté e simili passetti, pur che siano replicati, sono a Rondò.
Questo mezzo allora avrà luogo, quando vi si dovrà attaccare un altro passo differente, che va piegato cominciando, o un salto o una capriola, e specialmente vien molto usitato quando si vuol fare la Capriola sotto al corpo, perché così piglia maggiore elasticità.
[6] Il “disfatto in giro” va fatto al contrario di quel spiegato di sopra, che siccome il girando alla destra si fa discacciandosi il dritto, nel disfatto, se il destro si scaccia, si gira alla sinistra, e se il manco alla dritta. […] Nel battere che farà il sinistro al destro, non lo scaccerà, né gli farà fare camino veruno, ma toccherà appena la polpa e tornerà subito, come si è detto, in quarta.
Egli costa di tre Jeté fatti con l’uno e con l’altro piede, e finisce con un’Assemblé, i due primi jeté son fatti con celerità, il terzo in grande, al quale vi si lega l’Assemblé.
Veggiamo in vero delle Statue, de’ Quadri così parlanti, ch’esprimono al vivo la loro passione, che mostrano negli occhi, nella positura da quale affetto sian dominati, se di sdegno, se di odio, se di amore, se di tristezza, se di allegria e simili. […] [3] Io vi aggiungo la Geografia, per sapere i riti, i climi, i siti, i costumi, gli abusi, l’Isole, i mari, le Città delle Nazioni, e specialmente di que’ Africani, Asiatici ed Americani a noi non cogniti, con che si possa ben porre in scena ed esprimere il carattere al naturale, volendo portare in spettacolo un ballo di tali Nazioni.
Regola generale del piegare [2] Fermiamo per regola stabile e generale che nel piegare, le punte de’ piedi devono star sempre rivolte al di fuori, ed i ginocchi che escano pur fuori, e non avanti.
L’esempio sia questo: volendolo fare dalla quarta positura alla prima col piè dritto innanzi al sinistro, s’equilibri il corpo sopra il piè destro ed appresso si pieghino i ginocchi e, mentreché si rialzano, saltisi col piè dritto, ed il sinistro si mandi innanzi descrivendo dallato un mezzo cerchio, e nella cascata del salto cadano amenduni nello stesso punto sulla prima positura.
Si avrà piegato e levato in aria; si getti questo piè staccato in aria dietro al piede che sta a terra, con far fare alla vita un quarto di giro, e levisi subito l’altro piede in aria. […] Egli è vero però che talvolta si possono fare con l’istesso piede, ma bisogna allora ricorrere al Dégagé, che sarà mettendo a terra il piede che finisce in aria.
A due movimenti [2] Si principia il “Coupé a due movimenti” tutto simile al mezzo Coupé, e poi, invece di restare il piede che fa il secondo movimento accosto alla prima positura, si porta a mezzo cerchio in quarta posizione avanti essendo “avanti”, addietro in quello “addietro”, in seconda in quello “in fianco”, ed in quarta per dove si fa fronte in que’ “girando”, con appoggiare in tutti il piede bene a terra.
Volendosi, per esempio, fare addietro sopra la quarta positura col piè sinistro davanti al destro: equilibrato primieramente il corpo sopra amendune le piante de’ piedi, si pieghino i ginocchi, ed appresso rialzandogli è da saltare col piè sinistro, il quale leggermente venga addietro a percuotere col tallone nella noce del piè destro, facendogli fare un passo Semplice alla quarta positura.
L’esempio sia questo: volendosi col piè destro far questo passo per innanzi alla quarta alla medesima positura, si trovi dietro al sinistro, sul quale equilibrato il corpo, deonsi piegare i ginocchi, facendo nel medesimo tempo passare il piè destro innanzi alla quarta positura; ed appresso rialzandogli, conviene equilibrare il corpo sul destro piede e levar di terra il sinistro, se la danza che si balla il domanda; altrimente è da equilibrarsi sopra quel piede il quale a partire non dovrà essere il primo, toccandosi il suolo colla punta dell’altro piede, accioché si trovi a’ passi che sieguono libero e disbrigato.
Le punte si possono voltare al fuori, ma non troppo caricati; e per torsi i difetti che hanno, o per essersi viziati da fanciulli o per aver qualche articolazione imperfetta, si facci lungo esercizio di caminare per le camere nella guisa accennata, e si torrà ogni difetto.
[2] Per farlo, si metterà per esempio col dritto dietro al sinistro in una delle tre posizioni, con escluderne la prima e la seconda.
Tuttavia però se si riguarda a due sole cose, cioè al novero degli esempi, il quale essendo infinito, non si può dire veramente che s’imprendan tosto, ma deesi affermare che non si potrà mai finir d’apparargli, perché invero, contuttoché alcun vivesse più secoli e che di giorno in giorno si mandasse in memoria nuove arie e cantate di musica, pur ne gli resterebbero infinite altre da imparare, per le quali sapere vi vorrebbe una vita che mai non finisse, ed in secondo luogo, se si pone mente a’ difetti ed errori dove offendono costoro li quali, non avendo perle mani i principi e le regole di quella cotal arte, i cui esempi si mandano in memoria, del continuo corrono in fallo, senza che nemmeno se ne possano accorgere ed avvertire; si dovrà fermamente dire che non v’ha, né vi può avere, più sicura e più corta via da poter le cose sapere che, lasciati da banda gli esempi, i quali sono propri per gli infingardi ed ignoranti, s’imprendano le regole, i principi ed i precetti generali delle Scienze, e delle Arti, colli quali in un tratto s’intendono e si pongono in opera tutti gli esempli che sotto di lor vengono contenuti. […] [2] Or quanto finora s’è detto nel presente capitolo si può di leggieri applicare e rivolgere al Ballo ed a coloro che sono vaghi di perfettamente impararlo.
Dopodiché si vogliono immediatamente ben piegare i ginocchi, e rialzandogli si risalti e si ricada sopra il piè dritto, tenendo il sinistro in aria addietro, ovvero allato al destro, ed i ginocchi ben distesi.
Se si volesse far questo passo innanzi dalla terza alla quarta positura, partendo col piè dritto, che si trova innanzi al sinistro, si converrebbe piegare rialzare e sdrucciolar camminando a linea dritta sulla quarta positura.
I semplici sono quelli che fansi soli, senza esser ligati ad altra specie di movimenti: al contrario i movimenti composti sono aggregati da più sorti di movimenti semplici.
Questo passo ha molto confronto al contratempo, accrescendovi solo il molleggio del ginocchio.
[3] E per ordinatamente procedere alla sposizione di tutte le parti del ballo nobile, cominciando dalle più semplici, ed alle più composte ed intralciate a parte a parte passando, daremo principio al presente trattato dalle positure de’ piedi, accioché ognun sappia in quanti modi si possano, graziosamente e con regola, tenere appoggiati sulla terra, e schifi tutte l’altre maniere sconce e disordinate, le quali non possono nella danza aver luogo.
E senza distesamente recarne altro esempio, basterà di sapere che quando colui che balla si sarà alzato ed inalberato sul piè destro, uopo è che senza indugio ei levi in aria il sinistro allato al destro e, ripiegati alquanto i ginocchi, col medesimo piè sinistro convien che faccia un Mezzo gittato dalla banda dinanzi alla quarta positura.
[2] Volendola fare “avanti”, si metterà in quarta posizione col destro per esempio avanti al sinistro, equilibrasi il corpo su tutti due i piedi, quindi piegansi i ginocchi, e distendendo il destro si porta alla quarta in aria, che posatolo appena in terra, col piè sinistro si glissa leggermente la terra e portasi in quinta sotto, e da questa istessa posizione se ne puol secondare un’altra, e quante mai se ne vorranno, perché sempre il piè di sopra resta sopra, e sotto quel di sotto.
In verità poi, tornando al proposito di Capriola, viene eseguito come se fosse una quarta in fianco capriolata, ma comecché si fa terreno, viene ad essere un passo e non capriola: onde il professore dell’arte commette errore chiamandolo Capriola, mostrando non distinguer questa dal passo.
Nello stesso tempo poi che si piegano i ginocchi per incominciare il passo del Minuetto, sono da portare soavemente le braccia per sopra l’una e l’altra banda dinanzi della giubba, e quasi a fior d’essa, insino al mezzo delle sue tasche: e questo si faccia nel primo tempo.
Per non tralasciare intanto alcun altro mezzo da soddisfare al giusto insieme ed ardente disiderio che tengo d’andarmene tuttavia il meglio che posso alleviando; ed oltracciò per non offendere nel difforme vizio dell’ingratitudine; essendomi a rintracciar messo altra via, da fare alcuna cosa la qual vi potesse piacere (poiché ogni vostro, avvegnaché lieve gradimento, sarebbe per tormi da dosso una gran parte del detto peso) m’è venuto finalmente pensato fare un Trattato del Ballo Nobile, nel quale fossero con ogni possibile chiarezza raccolte e dichiarate le regole ed i precetti generali d’una tal arte.
Vorrasene fare un altro “girando” per ritornare allo stesso luogo, è necessario il distaccamento del piede, sì per prepararsi al giro, come per levarsi dalla situazione retta, ove ritrovasi con l’antecedente contratempo; che se si volesse prendere dalla stessa situazione non potrebbe far camino veruno: ma usando il Dégagé si otterrà tutto.
Rilevato [9] Come si disse, si fa pur “rilevato”, con le stesse diversità, non altro vi si aggiunge al primo che un movimento nel principio piegato, ed è che cominciasi con piegar le ginocchia, e nel distendere si stacca un piede alla seconda in aria, seguendo quanto di sopra si è spiegato.
E comeché v’abbia delle danze, l’arie delle quali sono così posate che sembrano più tarde di quelle che sono sul tempo ternario composte, e le quali sono notate sopra quattro tempi, che i Musici dicono otto dodici, come per esempio l’Entrata grave, e l’arie che i Francesi chiamano di Lure ; tuttavia però queste medesime arie si riducono al tempo binario, sopra cui vengono ad esser ballate, senza che in niuna cosa si muti la posatezza o gravità loro.
[3] La Contradanza di numero diterminato, cioè di quattro, d’otto, o al più di dodici persone, è composta di figure e di passi regolati, fatti sopra alcune arie agevoli e corte.
Il più antico di essi fu dato alle stampe a Milano l’anno 1468, e che ha questo titolo: Il Ballarino perfetto di Messer Rinaldo Rigoni, Dedicato al Serenissimo Signore Galeazzo Sforza Duca di Milano; ed il più novello è stampato in Venezia l’anno 1581, il cui titolo è quest’altro: Il Ballarino di Messer Fabrizio Caroso da Sermoneta, diviso in due Trattati, Dedicato alla Serenissima Signora, la Signora Bianca Cappello de’ Medici Gran Duchessa di Toscana.
V’è purtroppo chi abusando dell’innocenza del popolo, per usurparne il voto, ad onta del merito e della ragione, sa destramente valersi della naturale imitatrice inclinazione di questo a dir ciò che altri dice, ed a correre dove altri corre ; del rispettoso assenso di lui al giudizio de’ dotti e de’ grandi, che suppone di se più saggi, e dell’ascendente che hanno in esso, perchè più facili a concepirsi i piaceri degli occhi sopra quelli della mente e del cuore : ma molto breve è la vita di cotesti ingannevoli, artificiosi prestigi.