Si ponno prender da tutte le positure, fuorché dalla prima e dalla seconda; ma la più aggevole per farsi avanti è la quarta, per la ragione tante fiate addotta. […] Si dice aperto perché termina in posizione seconda, e serve per legarvisi altro passo che da essa positura va cominciato. […] Di sbalzo volato [8] Ogni spiegato passo di Contratempo puol farsi di “sbalzo volato”, e vale una forza, un impeto di più che si dona al corpo, e serve o per prendere qualche Capriola o per passare qualche figura un po’ discosta. […] Serviva egli per un comodino sì per passeggiare il Teatro come per prendere fiato il ballante: ma poiché da cinque lustri in qua illustrarono sei o sette ballerini famigerati la Danza teatrale, purgandola tratto tratto, vi han tolto certe usanze alquanto insipide e triviali: onde, in cambio di questo passo, vi hanno introdotto alcune vaghe e graziose legazioni. […] Sicché altra differenza non v’è che quella battuta, e per conseguenza cresce di un altro movimento.
[5] Il tempo binario s’adopera per lo più in quelle danze che speditamente e con prestezza deono esser ballate: come per esempio la Giga, la Gavotta, la Bourrée, il Rigodone, l’Allemande, ed altre simili. Il tempo ternario serve a quell’altre danze, le quali si vogliono posatamente e con maggior gravità delle prime ballare: come per esempio la Sarabanda, la Ciaccona, la Follia, l’Amabile, ed altre simili. […] [6] Abbiasi dunque per fermo e per regola indubitata che nel ballo altre misure di tempi non hanno luogo che la binaria e la ternaria, le quali, come è detto, a due e tre si riducono; e che si deono, o presto o tardi, secondo il buon genio de’ ballatori, esattissimamente e senza scemarne o crescerne un sol momento, sonare. […] Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà e naturalezza de’ detti due tempi non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un tempo, o misura d’armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de’ passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll’esercizio continuo e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario e ternario, imprender potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare. Ed all’incontro i Maestri di ballo hanno obbligo spezialissimo di saper tanto di musica, quanto basti loro per intendere compiutamente i detti due tempi; perciocché altrimenti non potranno giammai far acquistare per via di pratica a’ loro scolari che non sanno di musica quegli abiti che si richieggono per ballare in cadenza.
[1] Questo passo si chiama Semplice o Naturale perciocché anzi vien formato per semplicità di natura, la quale insegna a tutti a camminare, che per sottigliezza d’umano pensamento o per arte. […] Potrebbesi a questo passo attribuire un tempo, massimamente quando far si dovesse nel secondo o nel terzo modo: ma radissime volte interviene, che se gli dia questo valore; per la qual cosa serve per lo più nella danza di legamento d’uno in altro passo, o per meglio dire, di riempimento di misura.
Primo il “Basso piegato”, che giova molto per il molleggio del ginocchio, ed il suo esercizio è utile troppo a fortificare la materia musculosa della coscia. […] [4] Anticamente il replicavano due sole volte per fine di passo o riempimento di una battuta; noi il raddoppiamo quanto più si puole, e così si rende più brillante. […] Se ne replicano per quanto più se ne possano, si fanno con l’uno e con l’altro piede; e procurisi soprattutto di farli con l’ultima celerità per acquistar di preggio e di facilità la capriola, che ne ha bisogno. […] Questi pur si fanno al più presto che puossi, per ottenersi il bramato profitto ed acquistarsi un bel distacco di coscia. […] Il “Triangolo ottusangolo” è quello che ha un angolo ottuso; l’“Ipotenusa” è la linea che si oppone all’angolo maggiore e per conseguenza detta linea è maggiore.
[2] Serve egli per il Teatro: o per passeggiarlo con maestà, o per atti sorprendenti e ammirativi, o per imporre qualche ordine; ed in tal caso va accompagnato dal gesto del braccio e della testa, per indicare la cosa comandata. Serve pure per prendere in atto genuflesso una mano e baciarla ad uno che rappresenta la parte di Monarca; ed in altri atteggi simili.
Alla spiega per meglio intendimento. […] Facciam l’esempio di pigliarlo dal piede destro, deve girare per la sinistra. Si pone in quarta sotto con detto piede dritto, e facendolo passare per la seconda in aria, pongasi in quarta sopra al manco, con far fronte alla parte ove tenevansi le spalle rivolte, che, per far questo, sia di bisogno portare il dritto per aria, che farà quasi tre quarti di circolo, e deve girarsi a guisa d’asse sul manco, per poter trovarsi con questo in quarta sotto, indi il sinistro si porta in seconda, e con terminare il giro intiero se gli darà fine, portando il destro altra volta in quarta sotto. […] Serve pure per uno furibondo che voglia un altro ferire, e vietato da rimorsi interni o trattenuto da’ circostanti, si arresta col braccio sollevato, nell’atto di vibrare il corpo. […] Tutti que’ dal § 1 fino a tutto il § 4 hanno tre movimenti per ciascheduno.
[4] Succede poi in secondo luogo il Passo di Minuetto a Fioretto, il quale, perocché era men bello del precedente, durò per assai poco tempo. […] [5] Andati i descritti due passi in disuso, venne nel terzo ed ultimo luogo il passo di Minuetto che oggidì s’usa, il quale senz’alcuna contraddizione è assai più bello e gentile degli altri due; e sono per affermare che difficilmente i posteri ne saran per trovare un altro più nobile e ben fatto di esso. Il qual passo, perciocché si fa in tre differenti maniere, cioè diversamente adoperandosi sulla linea obliqua per innanzi, e circolare, secondariamente andando a man dritta, e nel terzo luogo ritornando sulla sinistra, convenevole cosa è che partitamente, di lor trattando, si faccia parola. [6] Il passo adunque di Minuetto sull’obliqua per la banda dinanzi e sulla linea circolare adoperisi in questo modo: facciasi primieramente un Mezzo tronco col piè dritto a poco meno della quarta positura, venendo la gamba sinistra per aria a distendersi allato la destra, in distanza della metà della seconda positura. […] Il quale avvegnacché, come di sopra dicemmo, contenga due movimenti, cioè il piegato e l’andante col salto, pur nondimeno per la somma leggerezza con cui si dee adoperare, rendendosi il piegamento ed il salto impercettibile, non gli rimane altro movimento visibile che l’andante, e per la medesima ragione non gli si dee che un solo movimento attribuire.
Ella non serve, né dovrebbe servire, se non a’ Professori di Ballo, de’ quali, riuscendone per lo Teatro assai pochi, vengono in conseguenza a farsi molto preggiare. E per contrario la Danza da Sala, o da Festino che vogliam dire, della quale io tratto nel presente libro, è assai men faticosa di quella da Teatro. Serve alle Dame, Cavalieri ed altre gentili persone, e per fino i Monarchi non hanno ritegno di volerla imparare, e perciò poi ha ricevuto il nome di Ballo Nobile. […] [9] Questo nobile esercizio, non essendo già violento, ma temperato, oltre l’esser richiesto e necessario nelle persone di distinzione, serve parimente a coloro che hanno bisogno, per conservarsi nella salute, di tenere il corpo esercitato. [10] Or sopra esercizio ed arte così nobile, essendomi io per lungo spazio di tempo messo a considerare se trovar si potessero le regole generali per mezzo delle quali si potesse con ogni agevolezza e perfettamente ballare ogni Danza, alla perfine m’è venuto fatto di ritrovarle, e con ogni possibile distinzione le ho messe in chiaro nel presente Trattato; nel quale spezialmente ho renduti aperti i movimenti del corpo, donde procedono tutti i passi del ballo nobile.
Si puol girare la vita o per un quarto, o per mezzo, o per tre quarti, o per giro intiero. […] [8] Per far la Pirola “disfatta a piè fermo” si situa in quarta col destro per grazia di esempio avanti, da ivi stesso alzasi sulle punte e girasi a sinistra, che voltata per un quarto la vita si poserà e resterà addietro il piede che stava avanti. Questa Pirouette non può far più di un quarto di giro, che per farne mezzo, al sommo, fa di mestiere piantarsi in quinta sforzata. […] [18] Tutte queste Pirouettes han di bisogno di un grande equilibrio, anzi tutte da esso dipendono, come pure fa di mestiere da farsi in un piano leviato per farsi quantità di giri. […] Nella fine delle sue parti “a solo”, quando sta tutto anelante e difficilmente per conseguenza a prendere un esatto equilibrio, si pianta in aplomb più fermo che un Uomo aggiato e fresco non sta sui propri piedi.
[7] In qualunque maniera mi sia spiegato, è sufficiente che mi sia fatto intendere, nulla importando che per «vengasi» si trovi scritto «venghisi», e per «atteggiamento» si legga «atteggio». […] Chi principia l’applicazione ad un’arte vuol esser quasi condotto per mano, ed avvezzavisi a poco a poco. […] Chi va cercando un Maestro per eseguir l’arte a proprio arbitrio? […] L’arte del ballo non usciva per la prima volta dalle mie mani. […] Sgai), Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 2001.
[3] La falsa positura, per contrario, consiste nel situare i piedi sulla terra anche secondo una certa e determinata misura, in modo che amendue, o almeno una delle lor punte, siano rivolte al di dentro. […] Le quali, perché meglio si comprendano, l’esporremo sotto gli occhi nelle figure che seguiranno: per la intelligenza delle quali si deono prima d’ogn’altra cosa diciferare i pochi segni che le compongono. […] E nel vero se nella quinta positura, come innanzi ravviseremo, si volesse alcun regolare dalla giacitura de’ talloni, e non già dalla guardatura delle suddette piccole linee, leggermente potrebbe pigliare un per un altro piede. […] Onde se, per avventura adoperandole, non si serbasse una matematica esattezza (purché non si venisse ad uscire fuori della linea sopra cui si deono i piedi appoggiare), non si commetterebbe alcun fallo: tanto maggiormente che chi balla non ha né piedi, né chi guarda nel visivo senso il compasso, per non incorrere o per osservare gl’insensibili difetti che mai possono intervenire. […] E però il giudicioso e prudente Maestro dee badar bene sopra i naturali difetti, per potergli, se non già come si dovrebbe, almeno come potrà il meglio, correggere ed ammendare.
I composti, per contrario, sono quelli che vanno congiunti a più movimenti di spezie diversa. […] Egli è inutile di recare in mezzo altri esempi de’ movimenti composti; ed all’incontro non è da tacere che, qualora si adoperano dal corpo più movimenti congiunti in uno, non s’hanno da contare per più movimenti, ma per un solo. [3] S’avverta oltracciò che a’ salti, i quali si fanno nei passi del ballo nobile, comeche per esser adoperati abbiano primieramente bisogno del piegamento de’ ginocchi, non si dee attribuire altro movimento distinto del rialzato, sì perché regolarmente dal medesimo distendimento de’ ginocchi, nel quale, come è detto, consiste il movimento rialzato, e per cui le piante de’ piedi calcano con empito la terra, vengono prodotti; e sì ancora, perciocché ogni movimento del corpo al piegato contrario, qual è il salto, deesi veracemente rialzato chiamare. […] Tuttavia, se si considera che il primo di essi fa del salto la principal parte, e che il secondo è un suo necessario finimento, cagionato non già dalla forza del ballatore, ma sì dalla natura, si potrà chiaramente comprendere che la cascata del salto non si dee nel ballo avere per movimento diverso del rialzato. Tanto maggiormente, che dal passo saltante in fuori, il quale, come per innanzi nel suo particolare capitolo avvertiremo, non ha quasi uso alcuno nel ballo nobile, tutti gli altri salti si vogliono sì leggermente fare, acciocché il sostenuto e grave portamento della persona non si scomponga; che si dee più tosto far sembianti di saltare, che veramente levarsi in aria.
Alcune delle nostre Donne vogliono essere più tosto Francesi che Italiane: esse per risparmiar fatiga fan più volentieri una Assemblé invece di una Capriola, e da questa loro melanzagine ebbe veramente origine quest’ Assemblé. [3] In un Pas de deux figurato, dove l’Uomo intreccia la Capriola, la Donna per ordinario vi lega un’Assemblé, per riserbarsi tutta la forza nella sua parte a sola, e per far tutta la mostra della sua abilità quando gli occhi de’ spettatori pendono tutti dalla di lei danza, essendo occupati in essa sola, senza aver riguardo a tutto il ballo, ove consiste la maggior parte dello spettacolo e l’onore del suo compagno Compositore: ma questo non fanno quelle Donne a’ quali troppo cale l’altrui non men della propria gloria, che queste impegnano dal principio fino al fine tutto il loro sapere. […] [8] “Girando” è l’istessa, aggiungendosi il giro che si fa nel cadere in quella quantità che richiedesi, e per esser “fatta” si gira dalla parte di quel piè che si solleva in quarta in aria; per esser “disfatta”, al contrario, si gira dalla parte del piede che sta a terra. […] Questa differisce dall’altre; qui si piegano egualmente i ginocchi, indi si rialzano distendendo i colli de’ piedi per dar spinta a tutto il corpo da sollevarsi da terra appena, diversamente sarebbe salto e non passo, e si cade in quinta posizione sull’istesso luogo. […] [11] Due movimenti si considerano in questo passo, il primo è il piegato, il secondo è il rialzato col salto, che la cascata non si giudica per movimento differente, come si avvisò nel cap.
Del Développé [1] Questo Passo vien chiamato da’ Francesi Développé per esser egli un viluppo, o dir vogliamo un groppo di tempi di coscia. […] Sostenuto ed Andante [2] Rigorosamente parlando va preso col piede in aria: ma per farne un’esatta spiegazione, il farem prendere dalla quarta positura a terra. Volendosi fare per esempio col dritto, si ponghi questo dietro al manco; e bene equilibrato il corpo sopra tutti e due i piedi, si cavi il destro con leggiadrezza alla seconda in aria, ove, piegando alquanto il suo ginocchio, si porta alla quinta pure in aria, e giunto in questa, si distende, formando poscia un mezzo cerchio, si porta indietro alla quarta in aria, e tornando a segnare altro quarto di circolo per aria, conducesi altra volta alla seconda in aria*, ove puol finire, e puol seguire a portarsi in quinta seguendo a segnar cerchio, da dove fa tornarsi novellamente alla seconda in aria. […] Saltato, Sauté [4] Oltre di questi v’è il “Saltato”, Sauté detto in Francese, nel quale con quel piè che sta a terra si fanno tanti salticelli, a guisa di mezzi Contratempi, quanti passaggi fa l’altro per aria avanti e addietro. […] Battuto [5] Il Développé “battuto” niente da questi differisce, fuorché prima di segnare in aria il cerchio per portare il piede avanti o addietro si faranno de’ Battimenti, che cadono sempre alla prima in aria.
Del Minuetto, e delle parti che lo compongono [1] Quantunque potrei qui francamente affermare, che avendo io sposte le sette parti principali del ballo nobile, le quali infin dal cominciamento di quest’opera promisi di render chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e che oramai sia tempo di dare alla penna ed alla mano riposo; pur nondimeno, il prender nuova lena ed il fare un altro Trattato a parte sul Minuetto mi sembra, per le ragioni che seguiranno, sì necessario, che se il primo Trattato di cui mi sono espedito, da questo secondo seguitato non fusse, convenevolmente assai difettoso e mancante potrebbesi riputare. [2] Io mi sono del tutto persuaso che chiunque saprà le positure de’ piedi, gl’equilibri ed i movimenti del corpo, e chi nel misurato tempo dell’armonia saprà formare ed incatenare assieme i passi di sopra dimostri, e muovere le braccia così ritonde che d’opposizione, ed ultimamente chi avrà l’intelligenza delle figure regolari ed irregolari prodotte dalle quattro linee, cioè dalla retta, dalla diametrale, dall’obliqua e dalla circolare, sarà non solamente abile a ballare ogni danza, ma eziandio ad inventarne e comporne da sé medesimo delle altre: per la qual cagione io non sono in obbligo di trattare delle danze in particolare. […] Senzaché ha sortito un altro maggior privilegio, il qual si è che non si comincia ad imparare la danza nobile se non da quello, e però si potrebbe appellare l’introduzione o la porta della danza; ed oltracciò non si dà cominciamento, se non da esso, alle grandi e solenni feste di ballo: perciò ho dovuto onorarlo ancor io, e contradistinguerlo tra tutte l’altre danze, col far sopra di esso uno spezial Trattato, affine di renderlo il più che sia possibile chiaro ed aperto, e per mostrare altrui il modo e la maniera che si convien tenere per saperlo nobilmente e leggiadramente ballare. [3] E per ordinatamente procedere alla dichiarazione del Minuetto, diremo intorno di esso cinque cose. […] Nel terzo luogo della Cadenza del Minuetto: non già ch’ella sia diversa da uno de’ tempi descritti di sopra nel capitolo della Cadenza, ma sì perciocché la Cadenza del Minuetto si batte per comodità di coloro che lo ballano, in un altro modo ben differente dall’altre danze.
Della Cadenza [1] Tutti i passi della Danza mai saranno per esser gradevoli, se dall’armonia non saran regolati. […] Dividano e suddividano i Maestri musicanti per quanto vogliano, non posson fare ch’ella non sia dupla ovvero tripla. […] [3] Il tempo “tripola maggiore”, o sia “l’uno tre”, vuole per empire una battuta tre semibrevi. […] Il tempo “tripola minore”, o sia “due tre”, vuole tre Minime per la sua battuta. […] La Semiminima ha il valore della quarta parte della Semibreve e la metà della Minima, talmentecché ha quattro gradi più di velocità della Tripola maggiore, e due più della tripola minore; e questo per i tempi trinari.
E nel vero, quanto di sopra è detto, costantemente confermo, e sono sempre per confermare: ma sì solamente dico che l’aria del Minuetto, la qual è di tempo ternario, dee essere, per le ragioni che seguiranno, diversamente dall’altre arie, battuta, come or ora farem vedere. […] Or perché ogni passo del ballo dee esser racchiuso in una sola misura, acciocché venga meglio regolato dall’orecchio, ed i suoi movimenti vadano esattamente in cadenza; il passo del Minuetto, il quale contiene entro di sé quattro passi da sei movimenti composti, per esser bene e con tutta l’esattezza ballato è di bisogno che ambedue le misure che esso contiene non siano battute, perciocché agevolmente confonder potrebbono la mente di colui che balla: ma sì conviene che se ne batta una sola e che l’altra rimanga in aria. Per la qual cagione avvegnaché il tempo ternario, o tripola che dir vogliamo, del Minuetto, batter si potesse in questo modo, cioè facendo trovare la prima battuta sul secondo movimento di questo passo, e la seconda sul quarto; pur nondimeno, per non confondere coloro che ballano, o fargli torre in iscambio una per un’altra misura, si dee solamente battere la prima, la qual si trova sempre sul secondo movimento, cioè sul rialzato del piè destro, e l’altra battuta rimanga in aria; ed in tal guisa si vuol continuare negli altri passi del Minuetto a battere la sola prima misura, la qual costantemente si trova sul secondo movimento di ciascun passo del Minuetto. Ed i Maestri di ballo devono nella sposta maniera a’ loro Scolari impararlo, perciocché, così facendo, ognuno de’ detti passi conterrà un solo tempo, e si renderà agevolissimo ad esser ballato in cadenza; dove sarebbe per riuscire difficilissimo, se batter si volesse l’una e l’altra misura.
Per non tralasciare intanto alcun altro mezzo da soddisfare al giusto insieme ed ardente disiderio che tengo d’andarmene tuttavia il meglio che posso alleviando; ed oltracciò per non offendere nel difforme vizio dell’ingratitudine; essendomi a rintracciar messo altra via, da fare alcuna cosa la qual vi potesse piacere (poiché ogni vostro, avvegnaché lieve gradimento, sarebbe per tormi da dosso una gran parte del detto peso) m’è venuto finalmente pensato fare un Trattato del Ballo Nobile, nel quale fossero con ogni possibile chiarezza raccolte e dichiarate le regole ed i precetti generali d’una tal arte. E di già dopo aver io durate lunghissime fatiche, finalmente eccolo per mezzo delle stampe uscito alla luce del Mondo: la quale, perciocché soventi volte addiviene che, per diverse cagioni, in densissima tenebra si tramuti con sommo detrimento della stima de’ poveri Autori, ho avuto l’ardimento d’allogar nel suo fronte il chiaro e splendidissimo nome dell’Eccellenze Vostre, acciocché, se per avventura gli manca il proprio lume, abbia modo, nella copia che ne gli bisogna, da provvedersene. Quindi messomi a nuovamente pensare che altro scemamento d’obbligazioni si fosse per me fatto con una tale fatica, ho trovato pur quello assai lieve, e queste tuttavia pesantissime ed infinite.
De Soubresaut [1] Il termine detto da’ Francesi Soubresaut significa un salto fatto a Contratempo dal Cavallo per fuggire e per gettare a basso quello che porta, da questa azione hanno dato nome a questo passo, il quale si adopra ne’ tempi andanti, nelle furie ed in tutti i tempi Quattrodue. […] Se si vorrà fare “in giro” caminando in su del Teatro, quando si tiene per esempio il piede sinistro in quarta avanti, staccasi lo stesso sinistro sopra il piè destro, facendo un quarto di giro sulla parte dritta, indi saltando sul piede sinistro cavasi il destro in seconda in aria, e con piegare ambe le ginocchia, portisi esso dritto in quinta avanti e conseguitivamente, prima il sinistro e poi il destro ambo in quarta, girando, faranno i due soliti movimenti semplici che formeranno altro quarto di giro, e così sarà mezzo. […] Si puol fare da tutti e due i piedi, girando o per l’uno o per l’altro lato.
Or non potendosi il corpo muovere, se non col formare que’ passi i quali si convengono far nel ballo; per seguire l’ordine impreso, si doverà de’ passi in questo luogo far parola. […] I quali essendo moltissimi, se ne vuol parlare per innanzi partitamente ad uno ad uno. […] I quali, per secondar la presente usanza, o costume, che dir vogliamo (giacché ad alcuni amadori di cotal arte, per non dir tutti, s’odono nominar in francese; ed all’incontro ad alcuni altri, i quali sono d’assai minor numero, in toscano) così nell’uno, come nell’altro idioma saran per noi rapportati.
I composti, che, come si disse, costano da più movimenti semplici, sono per esempio: il piegar caminando un passo, è un solo movimento composto dal piegato e dal caminato, e non devesi considerar per due; il piegar girando, il caminar girando, e simili, sono tutti composti da due semplici; il piegar caminando col giro è composto di tre semplici, del piegato, del caminato e del circolare, e così ogni movimento che si adopra congiunto a più d’uno si chiama un movimento composto. Il piegare ed il rilevare sono due movimenti semplici, li quali in verun conto possan contarsi per un composto. Ne’ salti si contano due soli movimenti: il primo è il piegamento delli ginocchi ed il secondo il distendimento de’ ginocchi, il quale spinge il corpo in aria, che pur puol dirsi movimento rialzato, senza cui né distender si possono i ginocchi, né premer la terra per pigliare il salto. La caduta non si conta per movimento diverso, che è un moto necessario dalla natura istessa prodotto; poiché ogni grave chiede il centro, e non puòlsi in aria fermare.
Ed ultimamente è da avvertire che, se nel luogo del secondo passo Naturale sostituir si volesse un leggerissimo Mezzo gittato, sarebbe invero per riuscire assai più dilettevole per vaghezza. […] Per esempio, se si vuol fare dal lato dritto: messi i piedi, come è detto, sulla seconda positura, ed equilibrato il corpo sopra amenduni i piedi, si vogliono piegare i ginocchi più soavemente che negli altri Fioretti, e nel tempo che si rialzano, è di bisogno far passare il piè manco per dietro al dritto nella terza positura; e nel momento che il piè manco tocca la terra, senza alcuno indugio far si convengono due passi Semplici dal lato dritto, il primo de’ quali si faccia col piè destro alla seconda positura, ed il secondo col piè sinistro per innanzi al dritto alla terza positura. Se si volesse far un altro Fioretto per lo medesimo lato, ovvero girando per esso, subito terminato il terzo passo, sarebbe di bisogno portare il piè dritto dallato alla seconda positura, ed appresso fare il Fioretto in quella maniera che si vorrebbe. […] Ma comeché questo Fioretto di quattro passi siasi per me veduto usare ad alcune persone, tuttavia però io porto fermissima opinione ch’egli non sia in alcun modo da usare nel ballo nobile. […] Per esempio: volendol fare a lato sinistro con trovarsi i piedi sulla seconda positura, s’equilibri il corpo sopra il piè manco, toccandosi la terra colla punta dell’altro piede, col quale si faccia un Mezzo gittato a sinistra sopra la quinta positura: ed appresso si facciano due passi Semplici dal medesimo lato sinistro, cioè il primo col piè sinistro alla seconda positura ed il secondo col destro per innanzi al sinistro alla quinta positura: ed il corpo rimanga equilibrato sopra quel piede cha a partire non dovrà essere il primo.
Del Passo Mezzo Tronco, o sia Mezzo Coupé [1] Uno de’ principali passi del Ballo è il Mezzo Coupé, non solo per avere un grande uso nella Danza, ma ancora perché entra nella formazione di altri vari passi. […] [2] Per farlo “Avanti” si mette sul primo equilibrio, ed i piedi in una delle posizioni, per esempio nella prima; piegansi egualmente le ginocchia nella debbita forma (cap. […] Io a ciò non mi oppongo: ma per la lunga esperienza più aggevole riesce finirlo in seconda; del resto lascio la libertà di terminarlo ove sarà più facile, e massimamente se vi si deve legare altro passo, che in tal caso si finisce in quella posizione che possa servire di cominciamento all’altro passo da legarvisi. […] Per replicarne un altro si torna a piegar dolcemente ne’ ginocchi, ed il manco passando per dietro al dritto, porterassi in quinta posizione, e con distender le ginocchia si mette il destro in prima, in aria. […] Facciam la spiega del passo per averne più compiuta l’idea.
Per lo più ne fanno uso i Ballerini Seri in un fine, in uno “a solo”, in una ritirata, e simili; e se ne servono pure in pigliare un salto: vogliono per esempio fare una Capriola sotto al corpo, la pigliano con un Brisé avanti e le braccia alte rotonde. […] E che forse l’arte di esprimere per mezzo de’ gesti la Pantomima, l’Azione comica, la deve avere il Grottesco meno di quella del Serio, per esprimer questi la sua Tragica? […] Un Serio che rappresenta la parte d’Ercole appassionato per Jole, un’Orfeo angustiato e smanioso per la perdita di Euridice, non deve mostrare lo stato del suo cuore, come altresì lo deve mostrare un Comico grazioso nel carattere dell’innamorato Mirtillo? […] Il ballar Pastorale, come quello dell’Artiggiano, è stato sempre specifico del Grottesco, e perché non puol’esserlo per l’avvenire? […] Questi suoi partiggiani si stufano subito, e cominciano a sbadigliare, a mostrar la noia, ad inoziarsi, ed obbliandosi d’esser del di lui partito già vorrebbero vedere un allegro, un ridicolo, che quel pianger per gusto è un poco strano.
Chiamasi così perché prende il nome del Tempo nel qual si balla, che consiste in una tripola: sonata spiritosa e di molte mutazioni di tempi che vi stanno per dentro; facendo passaggio dall’allegro all’armonioso, al dolce, al fugato; ed in tutte queste sue mutazioni mantiene sempre l’istesso tempo. […] Volendosi “disfare”, si stacca il piede indietro alla quarta e qui comincia, per grazia di esempio il distaccato in quarta sia il destro, e quindi piegando si facci il Jeté addietro, e resti il piede sinistro in aria, quindi saltisi, prendendo il Ballonné. […] [4] Il Ballar delle Ciaccone non è da tutti i Ballerini seri; motivo del suo ballar di distacco, e per lo più si ballano all’impronto tutti gli “a soli”, e se il ballerino non è assuefatto al ballare aggruppato, non può far questo per i gruppetti de’ passi or sciolti, or ligati, or pausati, or seriosi, or languidi, che per mezzo vi vanno. [5] L’arie di queste si paragonano alle furie, ad una parte di Borea, alla Grande Vitesse, che or furiosa, or tramezzata con tante e tante moderazioni fa render questo genere il più difficile di tutti, e tanto vien difficile al Ballerino di esecuzione, quanto a’ compositori di ballo per li gran moti di variazione dell’arie; oltre al carattere vanno similmente adattati ne’ corpi de’ balli.
Del Giro della gamba, del Battimento del piede, e de’ Movimenti del ginocchio da’ Francesi detti Ballonné [Tour de jambe, Battement, Ballonné] [1] Il Giro della gamba, il quale in altro non consiste che in un mezzo cerchio che essa, da qualunque positura partendo, descrive in aria, o si fa unito al alcun passo, per esempio ad un Tronco, nel quale dopo d’essersi inalberato il corpo sopra un sol piede, coll’altro si fa un mezzo cerchio, ove termina il detto passo: ed in tal caso il Giro della gamba serve di legamento, o per meglio dire, per leggiadro riempimento di misura, ed in alcuna cosa dal passo Semplice a mezzo cerchio non differisce. […] Per esempio: volendosi fare per addietro un passo Tronco terminato co’ battimenti del piede; il piè che terminar deve il detto passo, lasciata la quarta positura venga ad incrocicchiarsi in aria sopra il collo del piede sopra cui si trova inalberato ed equilibrato il corpo, ed appresso passi a fare il medesimo dietro al tallone di quello, leggermente toccandolo colla noce, e quindi vadasi ad appoggiare sopra la debita positura, donde debbono i susseguenti passi partire, e dove termina il Passo Tronco sopra e sotto battuto. […] Per esempio: volendo passare del Mezzo contrattempo a due movimenti al passo Gittato; finito il Mezzo contrattempo coll’uno o coll’altro piede, la gamba la quale rimane in aria si pieghi per lo ginocchio, e nuovamente distesala, si mandi giù alla positura del passo Gittato.
De’ Passi [1] Tutto il fino adesso spiegato serve per la ben formazione de’ passi, che sono l’anima di questa bell’arte; e come scopo principale bisogna dell’attenzione. Io procurerò spiegarmi con la maggior chiarezza che mi sia possibile, ancorché l’impresa sia un poco malaggevole, per dover calcare una strada intralciata e sassosa, ove nessuno ha posto prima piede, eccettone il signor Dufort, che ha parlato solamente de’ “passi nobili”: ma troppo discordante e vario dal gusto moderno. […] Ha per dentro ogni passo i suoi movimenti, o semplici o composti, de’ quali necessariamente costa. Parleremo di uno in uno partitamente, e daremo loro quel nome, con cui si sentono per ordinario nominare, essendo di maggior numero in Francese.
Le punte si possono voltare al fuori, ma non troppo caricati; e per torsi i difetti che hanno, o per essersi viziati da fanciulli o per aver qualche articolazione imperfetta, si facci lungo esercizio di caminare per le camere nella guisa accennata, e si torrà ogni difetto.
Dell’Equilibrio del Corpo [1] Sposte le positure de’ piedi, le quali, come è detto, appartengono al ballo nobile, l’ordine impreso richiede che dell’equilibrio del corpo si faccia nel presente luogo parola; per quindi procedere innanzi a’ movimenti ed a’ passi che dee fare. […] [4] La notizia di questi equilibri non serve già per andare investigando nella formazione de’ passi, quante volte, ed in quanti modi il peso del corpo si vada trovando, or su questo or su quell’altro equilibrio: il che sarebbe un voler andare all’infinito, ed un voler più tosto filosofare che ballare. Anzi io porto fermissima opinione che, se colui che balla volesse andare disaminando gli equilibri di ciascun passo, ponendo mente al peso del corpo che or si trova sulle piante, ed or sulle punte de’ piedi nelle sei maniere dette di sopra, non dico già in una misura o tempo d’armonia, ma forse in cento, non sarà per formare un solo passo. Ma sì solamente bisogna, per sapere, equilibrato che sarà il corpo in uno de’ detti modi, da qual piede si deano i passi incominciare e come si vogliano finire, per trovarsi il corpo in istato da poter formare i passi che sieguono appresso. […] La Dama adunque dee tenere la testa diritta e la gorgia alquanto recata in fuori; il guardo non alto, né basso, ma sì a mezz’aria: le spalle basse e tirate indietro, accioché il petto comparisca ben largo; lo stomaco avanzato ed il ventre ritirato; i piedi in fuori; le braccia basse sopra il mezzo di ciascun lato, non troppo aperte, né troppo serrate; le mani, coll’indice e pollice delle quali deve ella tenere l’uno e l’altro lato della vesta, voglionsi tenere colle piante non troppo rivolte innanzi, accioché non apparisca troppo distesa, né molto rivolte indietro, per non comprimerla e farla vedere troppo angusta, ma sì sono da tenere nel mezzo di questi due modi.
In Teatro è permesso, anzi fassi in effetto il salticello, non per natura del Jeté, ma si permette alla libertà della Scena, dove lice, anzi il più delle volte è necessario, ingrandir le posizioni stesse e farsi passi che per sala sarebbero obbrobriosi; e ciò o per avanzar figura, o per guadagnar quel terreno che ricerca l’azione del Ballante. […] [9] “Avanti” si comincia dalla quarta sul primo equilibrio, dopo di aver piegato ambo le ginocchia si stacca il piè che sta innanzi, per esempio il dritto, in seconda in aria, e nel calarlo si fa percuotere sulla polpa del piede sinistro, e portasi di nuovo alla seconda in aria che, senza ivi fermarsi, si getta subito in quarta avanti, con alzare l’altro alla seconda in aria. […] [10] Quel “battuto indietro” ha la sola differenza che, come nel di sopra spiegato si batte avanti, in questo si percuote addietro; come, per esempio, messo col destro in quarta avanti, e dopo piegato si stacca l’istesso in seconda in aria, e senza ivi fermarsi, battesi la polpa del sinistro addietro e si leva immediatamente alla seconda in aria, da dove subito si getta in quinta sotto, e cavasi il sinistro in aria. […] [13] Ognuno di questi Jeté battuti si possono pur “raddoppiare” per quanto se ne vorrà.
In effetto osservasi, al dì d’oggi, che la Danza ha bisogno della spinta, ed esser ravvivata da qualche estrania cagione; ed è questa per ordinario la Musica, la quale così sveglia l’estetico, che dalla mestizia chiama sovvente all’allegrezza, e dà spinta a’ membri di distendersi e muoversi secondo la sua battuta. […] [9] Per quel, che si avvisa fu il primo a scrivere intorno a’ balli Messer Rinaldo Rigoni, la di cui opera porta per titolo il Ballerino perfetto, stampata in Milano l’anno 1468. […] Essi hanno nobilitato le Sale con questo maestoso e brillante divertimento, che ha luogo non solo nelle nobili e civili adunanze, ma fa pure la maggiore e principal gala nelle Corti Sovrane: onde io vedendo la preminenza a questo diversivo mi vi sono applicato per dare le vere strette regole della Danza sì Teatrale, come da Sala, sul gusto moderno, abbracciando quello che si usa a’ tempi nostri e ributtando tutto ciò che dagli antichi veniva adoprato; e mi sono studiato di spiegarmi con la maggior chiarezza ho potuto per maggiore intelligenza de’ principianti, descrivendo minutamente tutti i passi, le diversità ed i movimenti. […] Sgai), Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 2001, p. 132. […] lepĭdus, lett. : gradevole per la sua arguzia e comicità.
In giro la vita resta voltata per un quarto, detto in iscorcio. La prattica poi, e specialmente il Teatro imparerà alcune cose che io non posso qui spiegare e dimostrare: né pretendo altro per adesso, che dare i primi rudimenti, per poterne ragionar con fondamento nell’occorrenze.
Della Contradanza [1] Dettosi sufficientemente del Minuetto, e delle maniere colle quali si può nobilmente ballare; convien che di passaggio si faccia anche parola della Contradanza, giacché da qualche tempo a questa parte, non già perché lo meriti, ma piuttosto per vedersi in moto un gran numero di persone, ed affine di ravvisar l’ordine nella confusione e nella mischia, ha messo il piè tra le danze nobili. […] Si potrebbe anche tra questi annoverare un antichissimo passo detto Zoppetto, il quale altro non è, che un passo Tronco dopo il cui movimento rialzato si leva in aria il piè che lo termina, ed appresso, appoggiandolo a terra, bisogna lasciarvisi leggermente su cadere, e ripiegare incontinente i ginocchi, per incominciare un altro Tronco. Quantunque però questo passo siasi per me veduto, e tutto giorno si vegga, usare ad alcune persone di distinzione, pur nondimeno io non sarei per consigliare alcuno a servirsene. Ora con questi passi si può ballare la Contradanza assai regolarmente per quello che s’attiene alle figure ed alla cadenza, non già a’ movimenti de’ passi. […] Né varrà il dire che que’ tali che non hanno della danza, o de’ richiesti passi, notizia, basta solo che siano sulle dette linee tra quelli fraposti che sanno ottimamente ballare; perciocché, non sapendo essi con esattezza fare un solo passo, ed in conseguenza venendosi le già regolate o stabilite figure a descrivere prima o dopo il debito tempo, per necessità vi dovrà nascere un continuo sconcerto ed una vergognosissima confusione.
Questo si fa per ordinario ne’ tempi di Ciaccona e tempi gravi trinari. Se gli dà principio pur dalle tre stesse posizioni, per grazia di esempio col destro sotto in quinta, si piega e si porta il detto piede in prima in aria e si rileva sulla punta del piede sinistro a guisa di salticello, ma veramente non si leva la punta da terra, che è un moto del collo del piede, sebbene saltandosi positivamente in piccolo non si commette errore, si porti poi il dritto in seconda vera e per ultimo il manco si metta in quinta sotto.
Questo è non saper le regole della Critica, ed infatti il riflessionista le ignorò bruttamente: imperciocché invece di scrivere una critica che dovea per sua natura esser dolce, benigna e urbana, scrisse una satira livorosa, impudente e scostumata. […] L’ortografia dei nomi propri non è stata modificata eccezion fatta per Fabbrizio → (già menzionato come Fabrizio) e Marcel (menzionato come Mareseilles). Poche modifiche sono state apportate alla punteggiatura per rendere più agevole la lettura. […] Per quanto riguarda il corsivo, usato nell’edizione originale per mettere in evidenza un’espressione, per indicare il nome di un passo, o per una parola straniera, nella presente edizione si è scelto di distinguere le parole straniere (lasciate in corsivo), dall’enfasi (non più in corsivo ma tra virgolette). […] Per quanto riguarda la nomenclatura dei passi di danza che danno ai capitoli i titoli, Magri offre una doppia terminologia, in italiano e in francese, precisando: «daremo loro quel nome, con cui si sentono per ordinario nominare, essendo di maggior numero in Francese» (G.
Quando però si voglia impiegare un sol Passo Gittato per compiere una misura, bisognerà fermarvisi e servirsi di qualche bello e grazioso atteggiamento per finattanto che giunga il punto dell’altra misura, per procedere a’ passi che sieguono appresso.
Della Riverenza [1] Cominciasi la Riverenza nel ballo nobile sulla prima ovvero sulla terza positura, ed avvegnaché qui si dividano i Maestri di ballo, e da alcuni questa, da alcuni altri quella sia commendata ed usata; pur nondimeno, per quanto io v’ho potuto su riflettere e considerare, le ho trovate egualmente laudevoli, posto che colui che fa la Riverenza si sappia sopra di quelle positure graziosamente e con ogni leggiadria mantenere. […] L’una si è, ch’egli dee alzar di terra il tallone del piè sinistro, colla cui punta, piegando a poco a poco il ginocchio, sdruccioli soavemente per terra dietro al piè dritto alla terza positura, serbando quattro o cinque dita di distanza tra la noce del sinistro ed il tallone del destro piede; e l’altra si è che nel tempo dell’alzata del tallone del piè sinistro, egli deve alzare il sinistro braccio, distendendolo dal suo lato all’altezza della spalla, e nello stesso punto che egli comincerà a sdrucciolare col piè sinistro, porti, piegando il gomito, la mano al cappello in modo che tutto il braccio venga a formare un mezzo cerchio, ed appresso, senza punto chinar la testa, se ’l tolga via; ed aprendo poi, o distendendo il braccio, lo lasci cader giù dalla banda del suo lato, tenendo il di sopra del cappello rivolto innanzi. […] Quindi faccia un passo Naturale col piè dritto alla quarta positura, ed un altro col sinistro alla seconda, girando un quarto di giro al di dentro per la man manca: e nel medesimo modo che sdrucciolò col piè sinistro, sdruccioli ora col dritto dietro al manco nella terza positura, serbando tra l’uno e l’altro piede la distanza detta di sopra, ed appresso faccia un altro piegamento, e raddirizzato ch’e’ si sarà, avrà terminata la seconda Riverenza fatta alla Dama colla quale egli balla. [3] Nel modo detto di sopra si riponga anche la Dama sulla prima o sulla terza positura, tenendo le braccia distese giù per lo mezzo di ciascun lato. […] Faccia ella appresso col piè sinistro un passo Naturale alla quarta positura, e poi ne faccia un altro col piè dritto alla seconda, girando un quarto di giro al di dentro per la destra, acciocché venga a porsi dinanzi al Cavaliere col quale balla; e sdrucciolato che avrà col piè sinistro dietro al destro alla terza positura, od alquanto meno, come è detto, gli faccia quella medesima Riverenza che si è sopra descritta.
Quindi si vogliono piegare i gomiti portando ciascheduna mano davanti alla presenza del corpo in modo che il concavo d’esse si trovi dirimpetto al mezzo d’ognuna delle tasche della giubba in distanza di cinque o sei dita: e che le braccia per lo piegamento de’ lor gomiti facciano un poco di circolo, ed appariscono ritonde dalle giunture delle spalle fino all’estremità delle mani. […] Per bene imparare il movimento delle braccia ritonde è di bisogno esercitarsi del continuo a muoverle nella divisata maniera, e secondo le mostrate distanze, sopra i passi Tronchi finiti collo sdrucciolamento del piede, o col mezzo cerchio, od a due tempi per innanzi, ovvero sopra i Contrattempi fatto dallato, o in giro, e sopra altri passi. […] Or che si trovano le braccia in un altro sito dal primo diverso, se si volessero muovere col medesimo movimento, converrebbe col braccio destro far tutto quello che finora col sinistro s’è adoperato, e col sinistro si vorrebbe fare il contrario, ritornando di su in giù colla mano in dentro sopra il suo lato, e terminando col giro di polso per innanzi. […] Adoperasi cotal movimento sul passo Grave, sul Fioretto, sul passo Mezzo tronco, e sopra altri passi, dove si conviene, per impararlo, esercitare. Ed i quali, se si cominciano partendo col piè dritto, il sinistro braccio deve andare innanzi in su, ed il dritto dallato in giù: ed all’incontro, se si cominciano partendo col piè sinistro, è di bisogno che vada innanzi in sul braccio dritto, e che per lo sinistro si faccia il contrario.
E da ciò nasce che il Minuetto, come dissi, quantunque più facile dell’altre danze a ballare, si rende più malagevole a piacere agli spettatori: e che per conseguire il fine di rendersi a quelli gradevole, uopo è che sia accompagnato dalle perfezioni di sopra recate. […] [3] Si può adunque, terminato il primo passo di Minuetto sulla linea diametrale a man destra, invece del secondo, fare per la banda dinanzi un passo Grave col piè diritto, ed un Mezzo gittato col sinistro alla quinta positura. […] [4] Si possono eziandio, mentre si fa il passo Grave, alzare un poco più le braccia; e chinato alquanto il capo verso la destra, si potrà gittare lo sguardo alla punta di quel piede con cui si fa questo passo, e riguardatala per infino alla metà del suo cammino, è da riporre il capo nel suo naturale equilibrio. […] [7] Si possono parimente fare, in luogo del secondo passo di Minuetto a man destra, due Mezzo tronchi, il primo col piè destro per innanzi alla quarta positura, approssimando senza alcuno indugio il piè sinistro dietro al destro alla terza positura, e tenendolo in aria, ovvero sopra la punta: ed il secondo Mezzo tronco col piè sinistro, ritornando addietro alla quarta positura; dopo del quale bisogna subitamente alzare il piè destro e ricominciare il passo di Minuetto. […] Per la qual cagione, nell’intero suo decorso far si potranno una, due o al più tre volte, e gli saran per aggiugnere somma grazia e leggiadria: dove il trapassare questo numero sarebbe lo stesso che voler incorrere nel grave difetto di coloro che sono più vaghi degli ornamenti che della sustanza delle cose.
Quantunque adoperar si possa per innanzi, addietro, dall’uno e dall’altro lato ed ultimamente in giro: tuttavia nelle composizioni de’ buoni Maestri di danze non si vede egli usato che dallato ovvero addietro; riuscendo invero l’altre guise molto sconce e niente alla vista gradevoli. […] Volendosi, per esempio, fare addietro sopra la quarta positura col piè sinistro davanti al destro: equilibrato primieramente il corpo sopra amendune le piante de’ piedi, si pieghino i ginocchi, ed appresso rialzandogli è da saltare col piè sinistro, il quale leggermente venga addietro a percuotere col tallone nella noce del piè destro, facendogli fare un passo Semplice alla quarta positura. […] Fannosi ordinariamente due di questi passi per compiere una misura di tempo, la cui battuta si trova sul secondo movimento, cioè sul rialzato del primo Scacciato: e si descrive nelle guise che sieguono.
[8] La Figura Regolare si fa qualora due ballatori formano i passi sopra le descritte linee a piè contrario, cioè un cominciando i passi col piè dritto, l’altro col sinistro, l’un camminando a man dritta, l’altro a man manca; l’un girando per la dritta, l’altro per la sinistra: insomma un facendo il contrario dell’altro. [9] La Figura Irregolare, all’incontro, s’adopera qualora due ballatori danzano sopra le dette linee col medesimo piede, cioè un cominciando i passi col piè dritto e l’altro anche col dritto, l’un camminando a man manca e l’altro a man manca, l’un girando per la destra e l’altro parimente per la destra, ed ultimamente facendo amenduni, o sopra l’istessa o sopra diverse figure, col medesimo piede gl’istessi passi.
Dell’Emboité [1] L’Emboité è un passo che puol cominciarsi da tutte le posizioni, ma come abbiam detto sempre si preferisce la quarta all’altre, per esser la più comoda; e si fa o con l’uno o con l’altro piede. […] [1] Per farlo “avanti” si ponga, per grazia di esempio, il piede destro dietro al sinistro e si piegano tutti e due li ginocchi, indi il piè che sta indietro segnerà un mezzo cerchio e si gitterà in quarta avanti, ed appena questo posato, il sinistro con un movimento naturale si porta in quarta avanti: la mossa di questo piede deve essere così immediata alla posata di quello, che si spicca un salticello, e da questo il dritto passa alla quarta avanti; sicché questo Emboité termina con l’istesso piede con cui comincia, e comincia indifferentemente o con l’uno o con l’altro piede, purché sia indietro il piede, e termina innanzi, dal cui fine piglia la denominazione “avanti”. […] [5] “In giro” non altro vi si aggiunge che la quantità del giro, il quale non dovrebbe esser più di un quarto o al sommo mezzo, sebbene alcune delle volte si fa di più, ma ciò per mera necessità, e finisce in seconda. Per esser “fatto” si gira dalla parte istessa del piede che a muoversi sarà il primo; e per esser “disfatto” si gira all’opposto del piè che primo si muove.