Del Passo di Ciaccona [1] Il Passo di Ciaccona è pure uno de’ passi composti. […] Piglia due battute di Musica, vien composto di tre differenti passi, dico tre e non quattro perché un passo è replicato. Costa dunque di un Jeté, d’un Ballonné, di un altro Jeté e di una Assemblé “fiancheggiata”. […] [5] L’arie di queste si paragonano alle furie, ad una parte di Borea, alla Grande Vitesse, che or furiosa, or tramezzata con tante e tante moderazioni fa render questo genere il più difficile di tutti, e tanto vien difficile al Ballerino di esecuzione, quanto a’ compositori di ballo per li gran moti di variazione dell’arie; oltre al carattere vanno similmente adattati ne’ corpi de’ balli. [6] Hanno esse bisogno di una truppa numerosa di figuranti, e l’uguaglianza delle figure è cosa molto necessaria, poiché da essi va cominciato il corpo del Ballo della Ciaccona.
La vera attitudine di Teatro non consiste in un solo e semplice gesto, ma in una unione di più atteggi, dovendo essere un accompagnamento di braccia, di piedi, di testa, di occhi; che deve esprimere in qual stato di passione si trova la persona. […] [11] Avvertasi bene, che la loro scompostezza e disordinazione non fa che non meriti tutta l’attenzione: anzi vi bisogna più di tutti i caratteri, per essere espresso e condotto con destrezza di vita, con velocità di gambe, con grande e spedito atteggio di braccia. […] Come poterlo questi fare, se ha di bisogno di tutta la vivacità e fuoco nell’Azione? […] [14] Ecco il vero di questa mia riflessione. […] Non si applicano a far di tutto, non perdono il tempo, ove sanno di non potervi riuscire.
Oltre di che, unendoli, la lena non reggerebbe alla veemenza di sì detti salti e Capriole, che per ben farle la gamba deve stare riposata e non snervata, altrimenti la macchina aggitarebbesi in guisa tale che invece di appagare, stuccarebbe lo Spettatore. […] I Teatri vengono popolati di vari ranghi e di diversi geni, ed ognuno brama d’esser soddisfatto. […] Ma serbomi di parlar di ciò in altro mio Trattato, continente unicamente l’esecuzione del Ballo Teatrale ed obbligo del Compositore, annessavi una scelta di Programmi sì miei come di vari Autori. […] A quanti Maestri di Musica han caduto le Opere loro per non avere a ciò riguardo e per non esser forniti di questi principi: lo stesso accade a’ Cantanti, che in un Teatro un’aria ha scosso l’Applauso universale, in un altro si sbuffava di tedio. […] [5] Chi de’ principianti per trar profitto si valerà di questo mio Trattato, mi lusingo di ricavarne dell’utile.
Demetrio diceva di un Danzatore ne’ tempi di Nerone) egli ha mestieri di essere iniziato in più discipline». […] Veggiamo in vero delle Statue, de’ Quadri così parlanti, ch’esprimono al vivo la loro passione, che mostrano negli occhi, nella positura da quale affetto sian dominati, se di sdegno, se di odio, se di amore, se di tristezza, se di allegria e simili. Così il Danzatore deve impressionarsi di quelli atteggi, per porli in esecuzione quando esprimer deve quella tal quale passione, e che abbia in secreto di appagare i nostri sensi e di muovere i nostri affetti, questo il «Patetico», quello è l’ «Estetico»m; ciò ch’è di natura nelle belle Arti, senza quale impropriamente usurpane il nome di queste Facultà. […] Son cose che un uomo di buona mente, e che abbia la possibilità di poter coltivarsi in questi studi, potrà acquistarne. […] [NdE] Magri cita la traduzione di D’Ablancourt (1664).