Non sono altro che il portare il corpo nostro da un luogo all’altro, o girarlo sull’istesso terreno ove si trova; e non v’ha passo, cui non sia da uno o da più movimenti composto. […] I semplici sono quelli che fansi soli, senza esser ligati ad altra specie di movimenti: al contrario i movimenti composti sono aggregati da più sorti di movimenti semplici. […] L’andante si fa caminando avanti, addietro, e da lato. […] I composti, che, come si disse, costano da più movimenti semplici, sono per esempio: il piegar caminando un passo, è un solo movimento composto dal piegato e dal caminato, e non devesi considerar per due; il piegar girando, il caminar girando, e simili, sono tutti composti da due semplici; il piegar caminando col giro è composto di tre semplici, del piegato, del caminato e del circolare, e così ogni movimento che si adopra congiunto a più d’uno si chiama un movimento composto.
[3] Io non voglio però ostinatamente apponermia a questo, dirò bensì di aver preso il nascimento da qualche bizzarro Drappello, cui allegramente solazzavasi. […] [5] Ma lasciamo da parte sì fatta digressione, e torniamo al nostro proposito. […] Fabrizio Caroso da Sermoneta fé’ una […] Nella prima parlerò di tutti i passi, delle materie ad essi appartinenti e delle caprioleg: nella seconda tratterò di ballo da Sala. [13] Non pretendo altro da queste mie fatighe che l’altrui vantaggio e piacere, sgombro affatto di vanagloria, e di eternar col torchio il nome mio.
[4] Ma lasciam da parte queste invettive e torniamo alla composizione del passo, che puol farsi avanti, indietro, da lato, girando fatta e disfatta, e sotto al corpo. [5] L’Assemblé “avanti” si puol fare sopra l’uno e l’altro piede, e puol cominciare da qualunque posizione innanzi, fuorché dalla seconda. […] [7] La “fiancheggiata” comincia dalla stessa posizione, e nel levarsi in aria, si stacca in seconda, nel cader, cade prendendo terreno da lato, ed in una delle tre divisate positure, che neppure in questa di fianco si cade in seconda. […] Questa differisce dall’altre; qui si piegano egualmente i ginocchi, indi si rialzano distendendo i colli de’ piedi per dar spinta a tutto il corpo da sollevarsi da terra appena, diversamente sarebbe salto e non passo, e si cade in quinta posizione sull’istesso luogo. Dicesi sotto al corpo perché non si avanza terreno da nessuna parte.
[4] Quell’“alti” si portano del pari delle spalle, da dove cominciasi il gioco. Avverrassi che se portar si vogliono in alto, da dove tenevansi naturalmente sui fianchi, si cominciano a piegar pian piano li gomiti, indi, alzati che saranno, tenendo sempre le palme delle mani rivolte alle cosce, si rivoltino li polsi fintantocché la pianta della mano si porti in prospetto e le braccia restino distese a linea retta col petto, che se da una mano all’altra si tenesse un filo questo andarebbe a toccare le clavicole, da dove poi si comincia a giuocare con moto alternato, come di sopra abbiamo spiegato, e gli occhi stiano riguardanti alla mano che sta avanti. […] Caratteri son questi che si ballano nell’istesso tempo di Ciaccona; e bene espressi da un Fabris, da un Francesco Lucchesi, da un Gennarello Bimbi, da un Lenzi con la sua celebre Tagliavene. […] Portansi questi in Teatro allo spettacolo di un Tragico Avvenimento rappresentato da un Serio e famoso Ballante. […] Questo è il giudicar da giudizioso, non quello che dal fanatismo si lascia allucinare.
[Dedica] [1] Eccellenze, [2] Le signorili e generose maniere che l’Eccellenze Vostre, infin da quel tempo ch’ebbi l’onor di essere annoverato tra’ vostri servidori, compiaciute sempremai si sono benignamente usare inverso di me, mi hanno di sì fatto peso d’obbligazioni aggravato, che l’aver io abbandonata la Francia, ove nacqui, parte non meno considerabile dell’Europa che di tutto il Mondo; l’essermi poco curato di parecchie altre Città cospicue d’Italia; ed ultimamente l’aver diliberato impiegare nel vostro servizio il restante tempo della mia vita, mi sono tutte sembrate cose le quali anzi mi potrebbono in picciola parte alleggiare che del tutto sottrarre da quella importabilissima gravezza. Per non tralasciare intanto alcun altro mezzo da soddisfare al giusto insieme ed ardente disiderio che tengo d’andarmene tuttavia il meglio che posso alleviando; ed oltracciò per non offendere nel difforme vizio dell’ingratitudine; essendomi a rintracciar messo altra via, da fare alcuna cosa la qual vi potesse piacere (poiché ogni vostro, avvegnaché lieve gradimento, sarebbe per tormi da dosso una gran parte del detto peso) m’è venuto finalmente pensato fare un Trattato del Ballo Nobile, nel quale fossero con ogni possibile chiarezza raccolte e dichiarate le regole ed i precetti generali d’una tal arte. E di già dopo aver io durate lunghissime fatiche, finalmente eccolo per mezzo delle stampe uscito alla luce del Mondo: la quale, perciocché soventi volte addiviene che, per diverse cagioni, in densissima tenebra si tramuti con sommo detrimento della stima de’ poveri Autori, ho avuto l’ardimento d’allogar nel suo fronte il chiaro e splendidissimo nome dell’Eccellenze Vostre, acciocché, se per avventura gli manca il proprio lume, abbia modo, nella copia che ne gli bisogna, da provvedersene. […] E dando da tempo in tempo qualche occhiata a questo libro che io vi óffero, piacciavi ch’io ne ritragga il frutto non già d’ammaestramento, ma di ricordazion delle cose che voi perfettamente sapete.
Della Pistoletta a terra [1] La “Pistoletta” è un passo assai brillante, che si adopra da ogni sorte di Ballerino ed in tutti i caratteri. Si puol fare indifferentemente o con l’uno o con l’altro piede, avanti, indietro, da lato, in giro, nulla differisce se non dal pigliar terreno. […] Si piglia dalla posizione quinta, sulla quale facciam l’esempio “avanti” con il piede destro addietro, si piegano li ginocchi e si stacca il suddetto piede alla seconda in aria, poi anderà a battere nella polpa l’altro piede, avanzando terreno avanti con un lieve salticello, che appena si alzerà da terra, fatto dal sinistro, e nel cader di questo, il destro si porta avanti in quinta. […] [3] Da “lato” si possono battere avanti come pure indietro, e raddoppiandosi egualmente tutti li battimenti si posson fare tutti avanti e tutti addietro, o uno avanti e uno addietro, così cambiando piede come tutti con un piede; quello che resta ad avvertire si è che il terreno si piglia da quel lato del piede che è battuto. [4] In “giro” si aggiunge il moto circolare, e si gira da quel lato del piè che batte, e queste sono le pistolette a terra; vi sono poi quelle in aria, delle quali si parlerà trattando delle “Capriole”.
Del Contratempo, Contretemps [1] Parlaremo in questo Capitolo del Contratempo, uno de’ principali passi, e che si esercita da ogni sorte di Carattere di Ballerini. […] Semplice [2] Il “Semplice” si fa avanti, indietro, da lato, girando fatto e disfatto, e si comincia con l’uno e con l’altro piede. Si ponno prender da tutte le positure, fuorché dalla prima e dalla seconda; ma la più aggevole per farsi avanti è la quarta, per la ragione tante fiate addotta. […] [4] In “fianco” si distingue da’ due suddetti movimenti, che si fanno fiancheggiati, ed il terreno che deve prendersi nella cascata si prende da lato. […] Si dice aperto perché termina in posizione seconda, e serve per legarvisi altro passo che da essa positura va cominciato.
Delle Riverenze fuor della Danza [1] Quantunque il far motto delle Riverenze fuor della danza paia cosa alla proposta materia, di cui mi sono diliberato, poco appartenente; pur nondimeno, considerando quanto sian esse nella società civile e nell’usar necessarie, mi piace (quando altri non fusser contenti di veder questo capitolo disgiunto dal Trattato del Ballo Nobile) anzi d’espormi alla lor giusta, ovvero ingiusta censura, che tralasciar cosa da cui possono spezialmente le Dame ed i Cavalieri, in serviggio de’ quali a sì fatta fatica messo mi sono, alcun profitto ritrarre. Le Riverenze adunque fuor della danza, avvegnaché anzi procedano dal “buon gusto” di chi le fa, dal conversare, e dall’aver imparato a ballare, che da particolari precetti; tuttavia vi sono anche alcune regole generali e costanti, per le quali si possono esattamente e con tutta la grazia adoperare. […] [3] Le Riverenze che sono da fare camminando addietro servono ordinariamente nel prendere, che alcun fa, congedo da un altro da cui si vuol dipartire. […] E s’egli vorrà continuare dall’una e dall’altra banda le sue Riverenze, avverta bene a passare da una all’altra obliqua contraria, acciocché non volti le spalle alle persone che stanno da un de’ lati.
[6] La “quarta” serberà da un piede all’altro la distanza di un piede; non laterale come la seconda, ma d’innanzi, o addietro. […] [17] La “terza” si è quella che, dove un piede nella vera col tallone deve toccare la noce dell’altro, invece di stare a terra, sta da essa sollevato. [18] La “quarta” non altro muta da quella vera, che tenere in aria il piè, che deve tenere il tallone sulla linea della noce dell altro. […] Sicché queste posizioni in aria non altra differenza hanno delle vere, che tener sollevato da terra il piede cui regna la positura. […] E queste sono tutte le posizioni ammesse da me, e necessarie per l’intelligenza di tutto questo Trattato.
Sono nelle loro persone degnamente collocate; ma non provarono svantaggio quando furono disimpegnate da me. […] [5] Si mette in aria d’antiquario e addita le primi origini della danza che da me furono con giudizio lasciate alle ricerche de’ letterati. […] Avrei desiderato che si fossero da lui emendate, corrette, o in miglior forma spiegate le regole dell’arte che io esposi. […] Quei che furono da me additati, tanto son necessari al ballerino che, non avendoli, non potrà dirsi tale. […] [NdE] Si tratta del libello firmato da Sgai Francesco, Al Sig.
Quindi accade ch’essendo le regole di novero pochissime, ma che nello stesso tempo istruiscono e rendono chiara la mente, ed aperta a comprendere e porre in atto tutte le cose infinite sotto di esse raccolte ed inchiuse, coloro che sanno per la loro via si possono dire che sappiano compiutamente e da maestri, e che in un tratto possono tutti gl’innumerabili esempi in esse compresi conoscere ed operare. […] Tuttavia però se si riguarda a due sole cose, cioè al novero degli esempi, il quale essendo infinito, non si può dire veramente che s’imprendan tosto, ma deesi affermare che non si potrà mai finir d’apparargli, perché invero, contuttoché alcun vivesse più secoli e che di giorno in giorno si mandasse in memoria nuove arie e cantate di musica, pur ne gli resterebbero infinite altre da imparare, per le quali sapere vi vorrebbe una vita che mai non finisse, ed in secondo luogo, se si pone mente a’ difetti ed errori dove offendono costoro li quali, non avendo perle mani i principi e le regole di quella cotal arte, i cui esempi si mandano in memoria, del continuo corrono in fallo, senza che nemmeno se ne possano accorgere ed avvertire; si dovrà fermamente dire che non v’ha, né vi può avere, più sicura e più corta via da poter le cose sapere che, lasciati da banda gli esempi, i quali sono propri per gli infingardi ed ignoranti, s’imprendano le regole, i principi ed i precetti generali delle Scienze, e delle Arti, colli quali in un tratto s’intendono e si pongono in opera tutti gli esempli che sotto di lor vengono contenuti. […] Ma lasciato da banda il capriccio di costoro, seguano la seguente regola: pongano ogni studio ed ogni sollicitudine ad imprendere i passi di sopra spiegati e soprattutto badino a’ lor movimenti e misura di tempo: perciocché, quantunque i passi si possano fare sopra diverse positure di piedi e sopra diverse figure; tuttavia però conservano constantemente i medesimi movimenti e valore. E poiché sapranno far bene i detti passi, è di bisogno che imparino a legargli ed incatenargli assieme in varie guise e maniere, or unendone due, or tre, or quattro ed or cinque, e da mano in mano via più crescendo nel numero, ballandogli poco a poco sopra diverse figure e sopra arie loro convenienti del tempo binario e ternario. […] [4] Questa si è adunque l’unica regola che si vuole seguire, e questa veggiamo che sieguono i valenti Maestri di ballo, i quali non sanno già questa o quella danza, ma sì bene le regole da farle tutte, e le già trovate, e che mai si possano dall’umano ingegno inventare.
Del Minuetto, e delle parti che lo compongono [1] Quantunque potrei qui francamente affermare, che avendo io sposte le sette parti principali del ballo nobile, le quali infin dal cominciamento di quest’opera promisi di render chiare, mi sia dalla presa fatica diliberato, e che oramai sia tempo di dare alla penna ed alla mano riposo; pur nondimeno, il prender nuova lena ed il fare un altro Trattato a parte sul Minuetto mi sembra, per le ragioni che seguiranno, sì necessario, che se il primo Trattato di cui mi sono espedito, da questo secondo seguitato non fusse, convenevolmente assai difettoso e mancante potrebbesi riputare. [2] Io mi sono del tutto persuaso che chiunque saprà le positure de’ piedi, gl’equilibri ed i movimenti del corpo, e chi nel misurato tempo dell’armonia saprà formare ed incatenare assieme i passi di sopra dimostri, e muovere le braccia così ritonde che d’opposizione, ed ultimamente chi avrà l’intelligenza delle figure regolari ed irregolari prodotte dalle quattro linee, cioè dalla retta, dalla diametrale, dall’obliqua e dalla circolare, sarà non solamente abile a ballare ogni danza, ma eziandio ad inventarne e comporne da sé medesimo delle altre: per la qual cagione io non sono in obbligo di trattare delle danze in particolare. Ma d’altra parte, considerando che il Minuetto, sorto tra bassi natali, cioè tra’ Contadini d’Angiò, Provincia della Francia, i quali senz’alcun artifizio e quasi naturalmente lo ballano, e ridotto poi in miglior ordine e vaghezza sotto Luigi il Grande, abbia incontrato una tale felice sorte, che da vile, umile e basso ch’egli era, per tratto di tempo è divenuto così pomposo, che fattosi del tutto dimentico della sua infima condizione, oggidì ritiene ed occupa il principal luogo tra la danza nobile. Senzaché ha sortito un altro maggior privilegio, il qual si è che non si comincia ad imparare la danza nobile se non da quello, e però si potrebbe appellare l’introduzione o la porta della danza; ed oltracciò non si dà cominciamento, se non da esso, alle grandi e solenni feste di ballo: perciò ho dovuto onorarlo ancor io, e contradistinguerlo tra tutte l’altre danze, col far sopra di esso uno spezial Trattato, affine di renderlo il più che sia possibile chiaro ed aperto, e per mostrare altrui il modo e la maniera che si convien tenere per saperlo nobilmente e leggiadramente ballare. […] Nel terzo luogo della Cadenza del Minuetto: non già ch’ella sia diversa da uno de’ tempi descritti di sopra nel capitolo della Cadenza, ma sì perciocché la Cadenza del Minuetto si batte per comodità di coloro che lo ballano, in un altro modo ben differente dall’altre danze.
Del Passo Bilanciato, Pas Balancé [1] II Bilanciato, detto Balancé somiglia molto al “mezzo coupé”, cresce di un movimento di vita pendente, tutto da quel lato del piè che sta a terra. Quando si raddoppia più d’uno di questo passo, si fa uno con un piede e l’altro con l’altro, ed i movimenti pendenti si fanno opposti, prima uno tutto da un lato su quel piè che sta a terra, poi l’altro dall’altro sul piè corrispondente. […] [2] Dieci lustri indietro fu questo passo in grande uso, perché v’era in quel tempo più diversivo di Balli da Sala. […] La disparità sempre vi si deve osservare, l’irregolarità non puol mancare: non vi puol regnare l’uso de’ Balli composti, regolari, perché troppo vi vorrebbe, che un dilettante si esimesse da tai difetti. […] Quanto egli sia necessario questo equilibrio, da loro negletto, s’intese quando d’esso parlammo.
Esempigrazia, volendolo fare in una delle posizioni a terra, potendosi fare non solo da tutte queste cinque, ma ben’anco da quelle in aria, si equilibra il corpo nella prima maniera, se da posizione a terra, nel terzo se da posizione in aria (cap.
Vuol essere solamente ballata da quelle Dame e da que’ Cavalieri che sanno le regole del ballo nobile, o almeno quei soli passi i quali deono entrar nella Contradanza. […] Vuol essere parimente ballata da coloro che sanno la danza nobile, o almeno quei soli passi che vi bisognano, cioè il Fioretto, il Mezzo tronco, il Tronco, il Mezzo contrattempo, il Contrattempo, il Saltante, il passo di Rigodone, lo Scacciato e l’Unito. […] [5] Tra tutte le Contradanze di numero indeterminato, le più regolate, e che piacciono più dell’altre, sono quelle ove entra il solo passo di Minuetto, le quali vogliono esser ballate da coloro che sanno ballare il Minuetto in cadenza. […] [6] Or, da quello che finora è detto, apertamente si scorge che coloro i quali non sanno la danza nobile, o almeno que’ soli passi che nelle Contradanze abbisognano, non le potranno in alcun modo ballare. […] Sopra di che è da dare questo avviso, che non è cosa ben fatta il voler nelle conversazioni, e tanto meno ne’ solenni Festini, imparare estemporaneamente alcuna di queste nuove Contradanze: ma si conviene innanzi tratto appararle almeno a due Dame ed a due Cavalieri, che a cominciarle dovranno essere i primi, acciocché gli altri, udite prima l’arie di quelle, e ravvisatene le figure, le possano convenevolmente ballare.
Puolsi fare avanti, indietro, da lato, in giro, a piè fermo, sotto al corpo, in aria, e da queste maniere si fa ad una e a due piegate. […] Si prende da tutte le cinque posizioni. […] [4] Quello “in fianco” preso dalla quarta, e volendolo fare verbigrazia alla dritta, si mette il destro piede avanti in quarta, come si è detto, e dopo la piegata e rialzata si porta in seconda, ed il sinistro in quarta sotto o sopra, secondo chiamerà la necessità del passo che vi si deve legare, come per esempio dovendone accompagnare un altro dall’altro lato non puolsi finir sotto, perché da questa posizione non puol cominciare l’altro passo grave da lato. […] Posto che si sarà in quarta o in seconda, piegate le ginocchia con tutta la posatezza, nel rilevare il piè che sta innanzi si solleva da terra appoggiando la sola punta e distendendo il collo del piede. […] [8] Quello “in aria” si fa pure col piede indietro, per esempio il dritto, si piega e si leva in aria l’istesso piede, qual già portato in aria si va distendendo a poco a poco il ginocchio fintanto che arriva alla seconda in aria, da dove si va portando, così disteso com’è, alla quarta stessamente in aria.
Puol’esser principiato da tutte le positure a terra come da quelle in aria, fuorché dalla prima. Si fa avanti, indietro, da lato, in giro, disfatto in giro e raddoppiato doublé, e si fa “semplice” e “Rilevato”, e prima de’ semplici. […] [4] Quel “fiancheggiato” non solamente differisce di questi nel pigliar terreno da lato, ma nell’ultima posizione, seconda in aria, si leva l’istesso piede che primo staccossi. […] [7] Que’ raddoppiati detti “Doublé” sono l’istessi, fattine più di uno; con questa differenza, che essendo raddoppiati, avanti o addietro, si cambia piede, perché si principia il secondo dal piè che nel primo ha finito in aria: se sono da fianco, si prendono tutti con l’istesso piè, poiché il primo termina con quel che comincia. Tante fiate in questo da lato se ne raddoppiano due o tre con un piè e poi, cambiandolo, se ne fanno altri due o più con l’altro, e si dicono raddoppiati cambiati.
Il più antico di essi fu dato alle stampe a Milano l’anno 1468, e che ha questo titolo: Il Ballarino perfetto di Messer Rinaldo Rigoni, Dedicato al Serenissimo Signore Galeazzo Sforza Duca di Milano; ed il più novello è stampato in Venezia l’anno 1581, il cui titolo è quest’altro: Il Ballarino di Messer Fabrizio Caroso da Sermoneta, diviso in due Trattati, Dedicato alla Serenissima Signora, la Signora Bianca Cappello de’ Medici Gran Duchessa di Toscana. […] Hanno essi saputo alla danza da Teatro adattare tutto ciò che si può immaginare di spiritoso e sorprendevole, ed a quella da Sala di più nobile e maestoso. […] [6] Di queste due specie di Danze, quella da Teatro, per lo raddoppiamento de’ passi battuti, capriolati o pirolati, si rende assai faticosa a ballare. […] E per contrario la Danza da Sala, o da Festino che vogliam dire, della quale io tratto nel presente libro, è assai men faticosa di quella da Teatro. […] Ed ho anche voluto, lasciate da parte le figure dimostrative d’Uomini e Donne, le quali non servono a nulla, se non a guarnire i libri e dar diletto a’ ragazzi, servirmi delli segni di Chorografia, o dell’Arte di scriver le Danze, ne’ quali agevolmente si comprendono le positure ed i movimenti di ciascun passo.
De Soubresaut [1] Il termine detto da’ Francesi Soubresaut significa un salto fatto a Contratempo dal Cavallo per fuggire e per gettare a basso quello che porta, da questa azione hanno dato nome a questo passo, il quale si adopra ne’ tempi andanti, nelle furie ed in tutti i tempi Quattrodue. […] Si puol fare da tutti e due i piedi, girando o per l’uno o per l’altro lato. Puol girarsi sulla manca, se si salta col dritto, e sulla destra, saltandosi col sinistro, siccome puossi girare da quel lato medemo del piè con cui si salta. […] [3] È composto da quattro movimenti, il primo è il piegato saltato, il secondo piegato caminando, il terzo ed il quarto andanti.
Egli ha tanta forza questo equilibrio che potrebbe sostenersi sopra la punta di ago da cucire, se fosse intraprendibile, tutto il Globo Terrestre, per non usare una iperbole di dire tutto il Mondo. […] Ma lasciamo da parte queste digressioni e torniamo a quello che a noi si appartiene intorno all’equilibrio del nostro corpo, base fondamentale dell’arte nostra. […] Il mio sentimento si è di tenersi affatto alzato da terra il piede, quando l’altro sostiene tutto il corpo sulla punta, come si prattica da veri e virtuosi ballerini, e non da quelli che non vanno in questa ringa.
Il farsi avanti, indietro, da lato e girando sono le sue diversità, ma che poco differiscon tra loro. […] Per grazia di esempio: si equilibra sopra tutte due le piante de’ piedi in quarta positura e poi si piegano appena le ginocchia egualmente, e nel rialzare si fa un salticello sul collo del piede, che importa levare il solo calcagno da terra, sebbene levandosi affatto tutto non sarebbe errore, indi si distacca il piè che stava avanti alla quarta in aria avanti, e così si dice “avanti”; indietro per essere “addietro”, e da lato sarà “fiancheggiato”, in qual sol movimento consiste la differenza, levato dunque in aria il piede e posto ben fermo il corpo in equilibrio tutto sull’altro piede, si piega con un dolce molleggio il solo ginocchio del piede che sta in aria, e tornandolo a portare alla quarta in aria, come stava, vien terminato il detto passo. Come stava, intendo dire avanti se così era, in seconda s’egli è da lato, s’egli è addietro torna a portarsi indietro.
Puol prendersi da tutte le posizioni fuorché dalla seconda. […] Si leva sulle punte de’ piedi, da dove spiccandosi un piccolo salticello, levandosi appena da terra, si cade slontanando del pari i piedi, con strisciar le punte per terra, si cade, dissi, in seconda, con piegar nel tempo istesso ambi i ginocchi. […] Più delle volte si è costretto di terminarlo sopra con l’istesso piede che fu sopra nel cominciamento, e sotto con quel che fu sotto, e talvolta dovendovisi legare altro passo, si finisce in quella positura che servirà di principio al passo da ligarvi.
Si puol fare avanti, indietro, fiancheggiato, girando, non solamente da lato come crede il signor Dufort, e principiar da posizione a terra come da quella in aria. […] Nel solo abboccamento di vita differisce questo da quell’addietro.
Ma sì solamente bisogna, per sapere, equilibrato che sarà il corpo in uno de’ detti modi, da qual piede si deano i passi incominciare e come si vogliano finire, per trovarsi il corpo in istato da poter formare i passi che sieguono appresso. […] La seconda che, equilibrato il corpo negli altri quattro modi, cioè sopra la pianta ovvero sopra la punta d’un piede, toccandosi colla punta dell’altro la piana terra, ovvero tenendosi in aria; non si possono da quel piè cominciare i passi sopra di cui si trova tutto il peso del corpo, fuor solamente i contratempi ed i mezzi contratempi, come a suo luogo faremo aperto. [6] Sono finalmente da avvertire alcune cose intorno all’equilibrio o portamento della Dama e del Cavaliere rispetto alla danza nobile. La Dama adunque dee tenere la testa diritta e la gorgia alquanto recata in fuori; il guardo non alto, né basso, ma sì a mezz’aria: le spalle basse e tirate indietro, accioché il petto comparisca ben largo; lo stomaco avanzato ed il ventre ritirato; i piedi in fuori; le braccia basse sopra il mezzo di ciascun lato, non troppo aperte, né troppo serrate; le mani, coll’indice e pollice delle quali deve ella tenere l’uno e l’altro lato della vesta, voglionsi tenere colle piante non troppo rivolte innanzi, accioché non apparisca troppo distesa, né molto rivolte indietro, per non comprimerla e farla vedere troppo angusta, ma sì sono da tenere nel mezzo di questi due modi.
Del Giro della gamba, del Battimento del piede, e de’ Movimenti del ginocchio da’ Francesi detti Ballonné [Tour de jambe, Battement, Ballonné] [1] Il Giro della gamba, il quale in altro non consiste che in un mezzo cerchio che essa, da qualunque positura partendo, descrive in aria, o si fa unito al alcun passo, per esempio ad un Tronco, nel quale dopo d’essersi inalberato il corpo sopra un sol piede, coll’altro si fa un mezzo cerchio, ove termina il detto passo: ed in tal caso il Giro della gamba serve di legamento, o per meglio dire, per leggiadro riempimento di misura, ed in alcuna cosa dal passo Semplice a mezzo cerchio non differisce. Ovvero s’adopera tutto solo e separatamente da ogn’altro passo: ed in questo caso non serve già di riempimento di tempo, ma sì vale una misura, ed in questo caso deesi sostener tanto in aria, infinoché l’empia e la corra tutta. [2] Il Battimento del piede è quel movimento che si fa in aria da un piede avente la sua gamba distesa od alquanto piegata, col quale movimento viene ad incrocicchiarsi dietro al tallone, e sopra il collo dell’altro che si trova a terra appoggiato; ed appresso dopo aver fatti i detti movimenti, o rimansi in aria, ovvero s’appoggia sopra una delle cinque positure. […] [3] I due movimenti fatti da un ginocchio in aria, i quali i Francesi appellano Ballonné, in quella medesima maniera che il passo Staccato serve solo di passaggio d’una positura in un’altra, servono di semplice passaggio d’uno in un altro passo: e perciò non s’attribuisce loro alcuna misura, od altra cosa che spetti a’ passi.
[17] Queste sorti di Salti non sono da potersi prendere a piedi fermi; ma si devono prevenire con un Sissonne, il quale darà l’impeto elastico al salto. […] La difficoltà di questa Capriola non è facile a capirsi da chi non sa la vera forza dell’arte de’ salti. […] [29] Questo salto ribaltato fu da Monsieur Michel inventato, il miglior Ballerino grottesco che abbia dato la Francia. […] [70] Quel “fiancheggiato” si piglia con un Contratempo da lato, ed è l’istesso di questo con la solita fermata in aria, e si differisce che l’alzata si fa da lato, e da lato si distendono le gambe. […] Salto del Basco [79] Il “Salto del Basco” si fa da lato, si comincia da posizione chiusa o pur da qualunque altra, e sia per esempio il destro avanti, col quale si fa un Dégagé in seconda, indi un Jeté col sinistro sotto, poi si leva in aria il destro piè, rialzasi il sinistro, e si lascia andare quanto più si puote in aria, la forza di questo alto si è che quanto più si faccia sul fianco, più riesce bello: si puole fare ritirato e disteso; se il Jeté si fa col destro si casca sul sinistro, se col sinistro sul destro piè.
De’ quali è da parlarsi partitamente ad uno ad uno. […] Questa Pirola si può fare di mezzo quarto di giro sulla terza, quarta, e talora sulla prima positura; d’un quarto di giro sempre sulla terza o sulla quarta; e di mezzo giro, il quale non è da oltrepassare per non porre i piedi sopra alcuna della false positure, le quali, come è detto, non sono da usare nel ballo nobile, sulla quinta positura. […] Li quali non sono da oltrapassare, per non iscomporre la gravità o serietà del corpo nel ballo nobile. […] Per la qual cosa in altro la Pirola di tre quarti da quella di mezzo giro non differisce, fuor solamente in ciò che la prima si fa una volta e mezza più veloce della seconda; e quella di mezzo giro dee farsi due volte più veloce della Pirola d’un quarto; e quella d’un quarto doppiamente veloce della Pirola di mezzo quarto; accioch’elleno comunque adoperate siano in un sol tempo comprese.
Dell’Emboité [1] L’Emboité è un passo che puol cominciarsi da tutte le posizioni, ma come abbiam detto sempre si preferisce la quarta all’altre, per esser la più comoda; e si fa o con l’uno o con l’altro piede. […] [1] Per farlo “avanti” si ponga, per grazia di esempio, il piede destro dietro al sinistro e si piegano tutti e due li ginocchi, indi il piè che sta indietro segnerà un mezzo cerchio e si gitterà in quarta avanti, ed appena questo posato, il sinistro con un movimento naturale si porta in quarta avanti: la mossa di questo piede deve essere così immediata alla posata di quello, che si spicca un salticello, e da questo il dritto passa alla quarta avanti; sicché questo Emboité termina con l’istesso piede con cui comincia, e comincia indifferentemente o con l’uno o con l’altro piede, purché sia indietro il piede, e termina innanzi, dal cui fine piglia la denominazione “avanti”. [2] Dissi, nel portare il primo piede da dietro in avanti, “si gitterà”: non a caso mi son servito di tal termine, perché ivi si dà moto di Jeté, e perciò distinsi in appresso la portata dell’altro piede, dicendo “con un movimento naturale”. […] [4] Quell’“in fianco” si fa similmente; soltanto differisce nel fine, che termina in seconda col piede con cui principiollo, avanzando da lato terreno nel cader del salticello.
Diremo prima del “semplice”, il quale si fa avanti, indietro, fiancheggiato, sopra e sotto fiancheggiato, sotto e sopra da fianco, tutto sopra da lato, tutto sotto in fianco, sopra e sotto in giro, sotto e sopra girando, tutto sopra in giro, tutto sotto in giro, disfatto girando. […] Semplice [2] Questo passo puol bene incominciare da tutte le posizioni, e noi per farlo “avanti” farem l’esempio dalla quarta, perché questa è la positura ove il corpo puol più comodamente sostenersi in equilibrio: ciò posto piegando le ginocchia con la nostra solita regola, portasi il destro, che sarà stato posto addietro, alla quarta avanti, e da qui si distende, con fare infine due passi naturali avanti, finienti in quarta. […] [8] Così pure in quel “tutto sotto”, si principia da sotto e se gli dà fine pur da sotto. […] Questo passo si adopera in Teatro in atteggi precisi, in azioni segnate; come in un Personaggio assalito da un estremo dolore o colpito da ferita mortale, va tratto tratto cadendo, col movimento del mezzo Tombé, e per sollevarsi, spinto dagli ultimi sforzi naturali, si serve de’ due semplici movimenti, accompagnando l’espressione con le braccia. Serve pure per uno furibondo che voglia un altro ferire, e vietato da rimorsi interni o trattenuto da’ circostanti, si arresta col braccio sollevato, nell’atto di vibrare il corpo.
Fabrizio Caroso da Sermoneta; egli è così ben lontano dal nostro recente stile, che di altro par che sappia fuorché di ballo: sebben crediamo avere avuto nel suo secolo del merito e dell’applauso. [2] Non puolsi principiare un passo se non da una delle posizioni esposte, e senza che il corpo non fosse posto in uno de’ divisati equilibri. […] [3] Non recherò segni di corografia; farò larga la spiega, senza metter agli occhi tante cifre, che recheran confusione anzi che no: né que’ segni sono bastanti ad indicare tutti i movimenti che fansi in un passo: ma solo vagliano da qual positura cominciano ed in qual finiscono.
Del Passo di Gagliarda, Pas de Gaillarde [1] Il passo di “Gagliarda” era molto in uso tra gli antichi, che il costumavano ne’ balletti a due chiamati balli alla “Gagliarda”, da cui ne prese nome il passo. […] Questo è un passo che solamente si fa da lato. […] Questo passo, se si fa in grande, quel salto che si è detto di farsi sul collo del piede, ciocché vale il rilevarsi sulla punta del manco e il posar di questo la pianta, quando l’altro si manda giù fassi con detto salto pigliando terreno da lato.
Del Flinc Flanc [1] Questo passo serve per passare da una parte all’altra, e per spiccare una capriola. […] [2] Per farlo “da lato”, volendosi fare sul fianco sinistro, si metterà il piede manco in avanti, indi piegando il ginocchio del piede dritto si stacca questo in aria con fare un mezzo cerchio e lasciasi cadere sopra il manco, che è movimento di un Jeté; invece di questo Jeté vi si puol legare alcune fiate una quinta intrecciata, cambiando piede; dopo il movimento gittato si leva immediatamente il sinistro, portandosi in seconda positura, e piegando nell’atto istesso si farà un Chassé e poscia un’Assemblé “fiancheggiata”, con la quale avrà la sua fine questo passo da lato.
[2] Volendosi fare “a dritta” con un “quarto di giro”, si porta il piè destro che sta avanti, in quarta addietro, distese le ginocchia, segnando un mezzo cerchio in aria, finché arriva alla seconda in aria, da dove cominciano a piegarsi i ginocchi, finché arrivati alla posizione quarta già detta, e questo portamento con tal piegata serva per regola generale di dare un garbo alle Pirouettes, piegati dunque li ginocchi, si porta la sola punta a terra, alzando il calcagno dell’altro piede, e si rileva sulle due punte de’ piedi, tenendosi l’equilibrio del corpo nel modo secondo (cap. […] [8] Per far la Pirola “disfatta a piè fermo” si situa in quarta col destro per grazia di esempio avanti, da ivi stesso alzasi sulle punte e girasi a sinistra, che voltata per un quarto la vita si poserà e resterà addietro il piede che stava avanti. […] È una delle forzate incerte e si puol fare da tutti i caratteri. […] [17] Ve ne sono dell’altre, ma perché si riferiscono a queste le tralasciamo da parte. [18] Tutte queste Pirouettes han di bisogno di un grande equilibrio, anzi tutte da esso dipendono, come pure fa di mestiere da farsi in un piano leviato per farsi quantità di giri.
Ed avvegnaché, oltre di quelli che noi qui recheremo, abbiavi alcuni altri pochi segni i quali, a coloro che vogliono saper porre in iscritto le danze, sono necessari; tuttavia, non trattando io della Corografia, ovvero dell’arte di scriver le danze, stata già da altri sufficientemente insegnata, ma sì solamente dell’arte del Ballo; ho dovuto in questo luogo rapportare quei soli segni che sono opportuni ad intendere le figure de’ passi che seguiranno. […] [6] Lo sdrucciolamento vien dinotato da due linee, la prima delle quali è ad angoli retti al passo attaccata, e la seconda ad angoli retti alla prima linea, e parallela al passo, come G rappresenta. [7] La cascata da due altre piccole linee vien dimostrata, la prima delle quali è al passo unita ad angoli retti, e la seconda ad angoli retti sulla punta della prima cascante, parallela al passo ed in su rivolta, come H fa vedere. […] [10] Il movimento circolare adoperato nel luogo ove si trova il corpo notasi sopra i piedi con un mezzo quarto di circolo, quando si voglia mostrare un mezzo quarto di giro, in quella guisa che s’osserva nel piede T; con un quarto di circolo, quando un quarto di giro s’ha a significare, come si vede nella lettera V; con un mezzo circolo, volendosi dimostrar mezzo giro, in quel modo che mostra X; e finalmente con tre quarti di circolo, quando sono da notarsi tre quatti di giro, come Z ne dà a divedere. […] E la seconda si è che, ritrovandosi due o più de’ detti segni così sopra i passi che sopra i piedi notati, i primi movimenti, salti, sdrucciolamenti e cascate che s’hanno a fare sono quelli che stanno più prossimi al capo nero de’ passi, ovvero al tallone de’ piedi; e poi da mano in mano succedono i secondi, e quanti mai ve ne fussero dinotati; serbando spezialmente una regola intorno alli segni de’ passi: che dove essi si troveranno notati, cioè nel principio, nel mezzo o nella fine de’ detti passi, in quel medesimo luogo, cioè nel principio, nel mezzo o nella fine del cammino, deonsi i detti movimenti, salti, sdrucciolamenti e cascate adoperare.
[2] In questo passo, quando si striscia il piede, piegandolo, con portarlo dalla prima alla quinta, si potrà portare o avanti o addietro; ed ove si porterà, da ivi si segnerà il cerchio. [3] È questo composto da un solo movimento continuato dal principio fino al fine. [4] Si adopera da tutte le tre specie de’ Ballerini, con tal differenza, che per ordinario nel ballo grave si fa con ogni posatezza, nel mezzo carattere si fa velocissimo, nel Grottesco si fa in grande.
[2] Per farsi “sotto al corpo” si comincia, per esempio, dalla quarta positura col destro avanti, si piegano appena i ginocchi e nel distendersi si leva il piede dritto alla quarta in aria, da dove circolando giunge alla seconda similmente in aria, e quivi arrivato, si piegano ad un tempo tutti due i ginocchi, quanto il dritto piede mandisi indietro alla quinta in aria, da dove, tornandosi a distendere, si cava l’istesso alla seconda in aria. In questo tratto il piede manco puol star fermo e puol fare due salticelli, o sul collo del piede o levati appena da terra; il primo si fa con l’istesso moto della piegatura de’ ginocchi, quando il piede dritto, giunto alla seconda in aria, va piegando alla quinta; e nel distendere si fa l’altro.
Il fine di tutti i passi non puol servire da principio agli altri da ligarsi con esso; onde fa di mestiere staccare un piede dall’altro, cioè torlo da quella posizione in qual finisce il passo precedente alla positura da cui deve cominciare il passo susseguente, e ciò vale per il Dégagé.