[4] Contiene tre movimenti, il piegato, il rialzato col salto e l’andante.
E nel vero, ove i movimenti di quello sono il piegato ed il rialzato col salto, i movimenti di questo sono il rialzato sulle punte e l’andante.
Del Ballotté [1] Nella voce questo Ballotté si confonde col Ballonné, che la sola differenza non è altra, che la mutazione di una sola lettera: ma questa mutazione di lettera dona una grande varietà alli passi.
Semplice [2] Per farlo “avanti”, si mette in quarta col destro verbigrazia avanti, si piegano dolcemente le ginocchia, e sollevato l’istesso destro alla quarta in aria avanti, distendendo il suo ginocchio con tenere il collo bel inarcato, l’altro resterà piegato, e tornato l’istesso piede alla quarta di prima, come gettarlo, si distendon subito le ginocchia; e nel tempo medesimo di aver ciò fatto, il piede sinistro si alza addietro alla quarta in aria; e farassi con tanta destrezza questa levata del piede che sta indietro, quando posa in quarta quel che sta in aria, quantocché sembra un salticello, avvegnacché non si salta positivamente, ma soltanto si rileva. […] [10] Quel “battuto indietro” ha la sola differenza che, come nel di sopra spiegato si batte avanti, in questo si percuote addietro; come, per esempio, messo col destro in quarta avanti, e dopo piegato si stacca l’istesso in seconda in aria, e senza ivi fermarsi, battesi la polpa del sinistro addietro e si leva immediatamente alla seconda in aria, da dove subito si getta in quinta sotto, e cavasi il sinistro in aria.
Quindi per far l’Assemblé, si pieghino le ginocchia, e rialzandole, sollevasi appena in aria col tempo istesso e si faccia un Assemblé sotto al corpo, con la quale si darà fine al Rigodone.
M’arreca però meraviglia che il presuntuoso riflessionista, assumendo l’impegno di mostrarne la prima derivazione, abbia poi terminate le inettissime sue ricerche col confessare quel che avea io già confessato, che del ballo è onninamente ignota l’origine. […] [9] Gli dispiace che io voglia il musicale strumento servo del principiante, oppinando che in tal maniera mai non si avvezzerà di ballare col tempo. […] Marziale han tanto che far col ballo quanto i granchi colla luna; e poi è una vergognosa pedanteria framischiar latini motteggi al favellar italiano.
L’esempio sia questo: volendosi col piè destro far questo passo per innanzi alla quarta alla medesima positura, si trovi dietro al sinistro, sul quale equilibrato il corpo, deonsi piegare i ginocchi, facendo nel medesimo tempo passare il piè destro innanzi alla quarta positura; ed appresso rialzandogli, conviene equilibrare il corpo sul destro piede e levar di terra il sinistro, se la danza che si balla il domanda; altrimente è da equilibrarsi sopra quel piede il quale a partire non dovrà essere il primo, toccandosi il suolo colla punta dell’altro piede, accioché si trovi a’ passi che sieguono libero e disbrigato.
[2] Per farlo, si metterà per esempio col dritto dietro al sinistro in una delle tre posizioni, con escluderne la prima e la seconda.
[2] Per farsi “sotto al corpo” si comincia, per esempio, dalla quarta positura col destro avanti, si piegano appena i ginocchi e nel distendersi si leva il piede dritto alla quarta in aria, da dove circolando giunge alla seconda similmente in aria, e quivi arrivato, si piegano ad un tempo tutti due i ginocchi, quanto il dritto piede mandisi indietro alla quinta in aria, da dove, tornandosi a distendere, si cava l’istesso alla seconda in aria.
Or non potendosi il corpo muovere, se non col formare que’ passi i quali si convengono far nel ballo; per seguire l’ordine impreso, si doverà de’ passi in questo luogo far parola.
I composti, che, come si disse, costano da più movimenti semplici, sono per esempio: il piegar caminando un passo, è un solo movimento composto dal piegato e dal caminato, e non devesi considerar per due; il piegar girando, il caminar girando, e simili, sono tutti composti da due semplici; il piegar caminando col giro è composto di tre semplici, del piegato, del caminato e del circolare, e così ogni movimento che si adopra congiunto a più d’uno si chiama un movimento composto.
Il primo il piegare, il rilevare col salto il secondo, il terzo molleggiato portato altra volta in aria.
[2] Per acquistare una tal’arte fa di mestieri saper secondo la regola appoggiare i piedi sulla terra, equilibrare il corpo, muoverlo a tempo con alcuni artifiziosi e leggiadri passi, accompagnarlo eziandio col regolato movimento delle braccia, ed ultimamente saper tutte queste cose adoperare, sulle figure: nel che consiste il compimento dell’opera.
[4] Il “fiancheggiato” si prende dall’istessa seconda, e perso l’equilibrio preso, cadesi, col piè che va strisciando, alla quinta forzata, passandolo per la prima, con dare il pendìo della vita dal lato del piè che sta fisso in terra, e nel rilevarsi, dopo la solita piegata delli ginocchi, si stacca il piede in seconda, ed alle volte in altra, quando però vi si dovrà legare altro passo.
Enfin le mouvement de Pivot a lieu, lorsqu’un os considérable tourne sur une pointe, comme la première vertèbre du col sur l’apophèse olondoïde de la seconde vertèbre, le mouvement du Radius avec le Cubitus, où le premier roule autour du second. […] La charnière imparfaite a lieu, lorsque de deux os articulés l’un reçoit l’autre, sans en être reçu, soit qu’il ait une ou plusieurs têtes ; ce qui se remarque dans l’occipital avec la première vertèbre du col et dans plusieurs autres telles que celles des doigts des pieds et des mains. […] L’articulation par pivot se fait, lorsqu’un os considérable tourne sur la pointe d’un autre ; tel est le mouvement de la tête au moyen de l’apophise olontoïde de la seconde vertèbre du col qui tourne dans la première ; ces mouvemens sont modifiés a l’infini et à la volonté de l’homme, par le secours des différens muscles appliqués aux leviers osseux qui concourent à la formation des articulations, les quelles unissent la tête avec le col. […] L’articulation du bras, ainsi que je l’ai dit, permet de mouvemens en fronde et de rotation qui lui sont d’autant plus faciles, que la tête de l’os n’est point enclavée dans une cavité aussi profonde que celle de la hanche, puisqu’elle meut sur une surface lisse, polie, légèrement enfoncée, dont les rebords ne gênent point l’étendue des mouvemens comme ceux de la cavité des os de la hanche bornent ceux de la cuisse, surtout en dehors à cause de la courbature en dedans du col du Fémur.
[2] Il Battimento del piede è quel movimento che si fa in aria da un piede avente la sua gamba distesa od alquanto piegata, col quale movimento viene ad incrocicchiarsi dietro al tallone, e sopra il collo dell’altro che si trova a terra appoggiato; ed appresso dopo aver fatti i detti movimenti, o rimansi in aria, ovvero s’appoggia sopra una delle cinque positure.
[2] Il passo del Minuetto, il quale, come dicemmo, inchiude sei movimenti, cioè il piegato andante del piè destro, l’elevato del medesimo piede, il piegato del diritto ginocchio, sdrucciolando col piè sinistro, l’elevato sopra il medesimo piè sinistro, il movimento andante del piè diritto e l’altro andante del piè sinistro, contiene due misure di tempo.
Malgré les douleurs dont mon col, Dont j’étais quasi pis que fol, Je me mis en quelque équipage, Je pris un cheval de louage, Et fis un dessein courageux De voir ses pompes et ses jeux : Mais, de ce beau Château, l’entrée Ne fut point par moi pénétrée ; Dès la première, ou basse Cour, Un Suisse m’arrêta tout court, Humble, je fis le pied derrière, Mais il me dit à sa manière, D’un ton qui n’était pas trop doux, Oh, Par mon foi, point n’entre fous ; Si bien qu’avec plus de trois mille, Tant des champs, que de cette ville, Qui furent (non pas sans émoi) Rebutés aussi bien que moi, De loin, la Maison regardâmes, Et soudain nous rétrogradâmes, Grinçant cent et cent fois les dents De n’avoir pas entré dedans.
[4] Quell’“in fianco” si fa similmente; soltanto differisce nel fine, che termina in seconda col piede con cui principiollo, avanzando da lato terreno nel cader del salticello.
Avverrassi che se portar si vogliono in alto, da dove tenevansi naturalmente sui fianchi, si cominciano a piegar pian piano li gomiti, indi, alzati che saranno, tenendo sempre le palme delle mani rivolte alle cosce, si rivoltino li polsi fintantocché la pianta della mano si porti in prospetto e le braccia restino distese a linea retta col petto, che se da una mano all’altra si tenesse un filo questo andarebbe a toccare le clavicole, da dove poi si comincia a giuocare con moto alternato, come di sopra abbiamo spiegato, e gli occhi stiano riguardanti alla mano che sta avanti. […] [7] Ne’ giri poi questa opposizione non sempre si eseguisce, ma va spesso il giuoco del braccio da quell’istesso lato del piede che primo si porta, ed in vero a ciò non v’è un’esatta regola, che spesse volte si comincia col braccio e piede corrispondenti, e si termina con opposizione.
Senzaché ha sortito un altro maggior privilegio, il qual si è che non si comincia ad imparare la danza nobile se non da quello, e però si potrebbe appellare l’introduzione o la porta della danza; ed oltracciò non si dà cominciamento, se non da esso, alle grandi e solenni feste di ballo: perciò ho dovuto onorarlo ancor io, e contradistinguerlo tra tutte l’altre danze, col far sopra di esso uno spezial Trattato, affine di renderlo il più che sia possibile chiaro ed aperto, e per mostrare altrui il modo e la maniera che si convien tenere per saperlo nobilmente e leggiadramente ballare.
Ed avvegnaché paia che, se non l’alzata che fa in aria il salto, almeno la cascata di quello non si possa col rialzato movimento confondere, o in un congiugnere, che dir vogliamo: essendo il levarsi in aria ed il cader giù due movimenti tra loro contrari e che non possono insieme stare.
Ed appresso, volendo egli salutare alcuno a man sinistra, cammini, se bisogna, uno, due, o più passi, e portato, o sdrucciolato, che avrà col piè manco verso l’obliqua sinistra, gli faccia, nel modo detto di sopra, la Riverenza.
Da questo però non ne siegue che quei che non ne hanno perfetta notizia non possano, come quegli altri che gli hanno per le mani, ballare in cadenza: veggendosi tutto giorno esattissimamente ballare alcune persone, le quali la musica, o le proprietà e naturalezza de’ detti due tempi non sanno; perciocché facendosi loro per li buoni Maestri intendere che ogni passo del ballo deesi fare nello spazio d’un tempo, o misura d’armonia, e dinotandosi loro sopra qual movimento de’ passi si trovi la cadenza, o battuta della detta misura; coll’esercizio continuo e col tenersi a mente le sole due spiegate misure del tempo binario e ternario, imprender potranno con ogni esattezza a ballare: ma sì ne viene in conseguenza che in così brieve tempo, come coloro che avranno di quelli una perfetta conoscenza e che sapranno la musica, non impareranno a ballare.
Ed avvegnaché alcuna volta, ne’ passi che si fanno col movimento circolare, i piedi si trovino sopra alcuna delle cinque false positure, le quali, come è detto, voglionsi solamente adoperare nella danza da teatro: tuttavia però, oltre che ciò nasce da pura necessità e dalla naturalezza del circolar movimento, i piedi non vi rimangono fermi e stabili: ma incontanente deono passare sopra una delle buone positure.
Ed in secondo luogo per via d’esempi e col voler sapere le particolarità delle cose: il qual modo è invero assai difettoso e mancante.
[6] Dopo di essersi posto in posizione per farla “avanti”, e volendola cominciare col destro, si mette con esso piede in quarta avanti, indi rilevando e piegando appena naturalmente si alza alla quarta in aria avanti, con tenere la vita tutta in prospetto, con alzare il braccio sinistro a mezzo cerchio, come sopra, e della vita, della testa e degli occhi si osserverà l’anzidetto.
[13] Non pretendo altro da queste mie fatighe che l’altrui vantaggio e piacere, sgombro affatto di vanagloria, e di eternar col torchio il nome mio.
[17] La “terza” si è quella che, dove un piede nella vera col tallone deve toccare la noce dell’altro, invece di stare a terra, sta da essa sollevato.
Secondo questo criterio, è stato armonizzato l’uso delle preposizioni articolate (co’l → col; su’l → sul; su la → sulla; su i → sui).
., p. 402, col. 1, à la fin. […] part. 4, p. 436, col.
Jolie maigre ; tête fine sur un col de cygne ; talent un peu grêle.
Psyché revenue à elle-même, cherche vainement à sortir de ce lieu d’épouvante et d’horreur ; ses genoux tremblans se dérobent sous elle ; elle tombe et elle invoque l’Amour : puis apperçevant les Euménides et les Démons étendus sur ses rochers et privés de mouvemens, elle s’imagine que ces monstres implacables sont endormis : elle se dispose à gravir la cime d’un rocher qui se prolonge en col de grue sur le fleuve ; mais la troupe infernale se lève, trépigne de rage, s’élance du haut des rochers, poursuit sa proye et l’atteint : Tisiphone s’en saisit.
Ils avaient de très longs cous et portaient des cols excessivement hauts.
« Quella incanta col gesto, a tempo alterna « Le braccia numerose : e il molle fianco « Con arte lusinghiera inclina e volge. » [traduction] (Metastasio, Consideraz. sulla Poet. d’Aristot.
Le nez est malicieux, le menton railleur, le col énergique, et, sous les revers de la robe, sous les bouillonnements de la dentelle du corsage, sous les plis de la jupe, on devine la merveilleuse ligne du torse, le sein fleuri, les hanches rebondissantes, — toutes les splendeurs d’une divinité de la rampe, avec la grâce inconsciente d’une gazelle dans les bois.
L’Amour pousse un cri, et Philis après s’être ornée le sein de cette plume fatale, passe autour du col du petit dieu un ruban et le mène en laisse en jouant avec lui et en lui prodiguant d’innocentes caresses.